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Autore: eli09    23/11/2014    4 recensioni
Tessa, una ragazza di Bolzano che parte per Palermo per stare da amici. si ritroverà in una casa con sei ragazzi, tra qui un bambino, due sedicenni e tre della sua età. lei uscirà con alcuni di loro, ma solo uno le farà perdere la testa. amore, litigi e complicazioni aspettano la nostra Tess, che verrà catapultata in un mondo bello, intrigante, ma allo stesso tempo stronzo e esasperante. dal testo:
-“ Tess, io sono pentito di quello che è successo ieri, non doveva andare così, ma siamo finiti in uno Strip Club, abbiamo bevuto e poi più niente, buio totale. ma...” aggiunse, annullando la distanza tra i nostri corpi.
-“ ma?” dissi in preda all'ansia
-“ ma...” continuò lui “ se c'è una cosa di cui non mi sono pentito è di aver trovato il coraggio, anche se da sbronzo, di intrufolarmi nel tuo letto.” a quelle parole sbarrai gli occhi, e un secondo dopo mi ritrovai le sue labbra sulle mie.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Angolo autrice

questo è l'Epilogo, quindi sarò breve...

ringrazio tutte voi per avermi accompagnato in questo viaggio. Mi avete insegnato una cosa importante: ad avere fiducia in me stessa; a credere in me. Mi avete aiutata a crescere, e per questo vi sono grata.

Ringrazio, come mio solito, chi di voi a letto lo sorso capitolo e lo ha recensito. Grazie mille: Twilele, Momoko21, Alwaysonmymind e Isabelle02. *-*

spero questo sia un arrivederci, e scriverò sicuramente altre storie.

Un bacio -vi auguro il meglio-

Eli

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per amore si può rinunciare

a tante cose,

ma nessuno dovrebbe mai rinunciare

a se stesso.

 

 

Sono tranquillamente seduta sul tavolo in cucina a giocare a scala quaranta -un gioco che ho scoperto amare- con Cla. La mia amica continua a farmi i complimenti per la casa e l'arredamento ogni volta che mi vede, il che succede anche abbastanza spesso visto che è la mia vicina di casa. Esatto, vicine di casa, proprio come ai vecchi tempi. Ora io e Jake abbiamo un piccolo appartamento a Palermo, visto che sia a lui che a me mancava la sua famiglia. A proposito di loro, sono tutti sistemati. – a parte Max, che sta ancora sperimentando quel dilemma che è adolescenza.- Eh si, tra qualche mese Matt festeggerà il suo secondo anno di matrimonio, Rick ha una fidanzata seria da quasi un anno e infine Marco e Luke sono diventati davvero, e dico davvero, dei ragazzi da favola, e sicuramente hanno una ragazza, anche se per ora non hanno annunciato niente pubblicamente.

-“ ha-ha! Ho chiuso!” esclama Cla, mentre balza in piedi sulla sedia.

-“ non darti tante arie, siamo pa...” nel bel mezzo della frase vengo interrotta da una vocina.

-“ MAMMAA! Io non lo sopporto più” si, proprio Aurora. Mia figlia.

Scambio un'occhiata preoccupata a Cla, che alza le spalle.

-“ cosa c'è tesoro?” chiedo, uscendo dalla porta aperta di casa

-“ è Josuè! Non ce la faccio più, mi ha buttata giù dall'altalena e mi ha tirato addosso il fango!” si lamenta mia figlia. In quel momento arriva Josuè, – o Jojo, come lo chiamo io- il figlio di Cla, un anno più grande di Aurora.

-“ lei mi ha versato la bottiglia piena d'acqua addosso!” ribatte il bimbo, completamente mizzo. Io e Cla ci guardiamo molto divertite e, manca poco, ma molto poco, che scoppio a ridere in faccia ai due piccolini. Mi devo mordere con forza il labbro inferiore, ma una risatina sommessa mi sfugge lo stesso dalle labbra. Per fortuna i due nanetti non si sono accorti di niente, presi come sono a discutere. In quel momento mia figlia non sembra avere dieci anni, ma molti meno.

-“ sei sempre il solito!” sbuffa Aurora

-“ io l'avevo detto che l'altalena era mia! L'avevo prenotata!” esclama il bambino

-“ l'avevo presa prima io! E tutti sanno che l'altalena è di chi arriva prima!”

-“ solo perchè TU sei partita prima, sennò la prendevo io!” Jojo sembra davvero esasperato, e scuote con forza la testa. È la coppia sputata del padre, se non fosse per il fisico -alto e atletico- preso dalla madre. La mia bambina invece, spazientita, sbuffa nuovamente e si incastra una ciocca di lunghi capelli biondi dietro l'orecchio. I suoi occhi marroni scrutano Jojo con aria di sfida. Ormai è diventata una questione personale.

-“ sei partito esattamente come me. Lo sai anche tu che sono più veloce io!” dice lei, sorridendo furba. Eh si, il viso è tutto suo padre, a parte gli occhi... quelli almeno sono i miei... anche se non so se esserne dispiaciuta o meno.

-“ okay, allora vado.” le risponde lui con nonchalance

-“ dove vai?”

-“ a prendermi l'altalenaaa!” urla Jojo, che con uno scatto gira su sé stesso e corre verso il cortile.

-“ così non vale!” strilla mia figlia, ma lui è già molto più avanti. “ torna quiii!” sbraita lei, sbracciandosi. Vorrei tanto andare li e consolarla... ma si riprende quasi subito, visto che incrocia le braccia al petto, mette il muso, urla un “ TI ODIO” e gira sui tacchi, dirigendosi al parco, che è dall'altro lato della strada, verso destra. In pratica, Jojo si trova a sinistra della casa, mentre Aurora è accuratamente dalla parte opposta, sulla destra.

Io e Cla ci permettiamo di ridere di gusto.

-“ si sposeranno sicuro!” annuncia la mia migliore amica.

-“ eh gia, chi disprezza compra!” le rispondo io, strizzandole l'occhio. “ e comunque, signorina, basta parlare, ci aspetta una partita di scala. Voglio straccarti!” canticchio io

-“ intanto siamo pari!” ribatte lei

-“ intanto dai le carte” le rispondo, a tono. Lei mi fa la lingua e inizia a mescolare le carte.

Dopo circa un'oretta, le carte sono sparse per terra, Cla mi minaccia di non dire a nessuno che la ho battuta, e Jake e Eric entrano in casa. Lavorano nella stessa officina, e anche solo pensare a come sono diventati amici in questi anni basterebbe a farmi piangere di gioia. Vado verso Jake, mi avvicino e lo abbraccio. Poi lo bacio. Sento le sue labbra incresparsi in un sorriso. Potrei stare un'eternità tra le sue braccia, ma una porta che sbatte mi strappa dalla pace. Mio figlio, un quattordicenne appena entrato nell'adolescenza, è appena entrato in casa.

-“ Zach!” esclamo. Lui si gira, lentamente, troppo lentamente.

-“ mh?!”

-“ ehm.. com'è andata a scuola?” sento degli sguardi pesanti su di me. Quello di mio marito e quello di mio figlio. Probabilmente anche Eric e Cla mi fissano.

-“ bene.” risponde. Secco. Io mi avvicino, ma lui si scosta dalla porta, velocemente, ma non abbastanza velocemente. Riesco a vedere un livido viola sulla mascella. Lo fisso, stupita.

-“ che diamine hai fatto alla faccia?” gli chiedo, spaventata.

-“ niente.”

-“ come niente?” chiedo, isterica.

-“ N-I-E-N-T-E” dice, facendomi lo spelling. Io lo guardo. Non so più cosa dire. Lui si allontana, mi scosta con un braccio e va verso camera sua. Poi, girandosi per metà verso di me, ghigna e aggiunge “ dovresti vedere come sta adesso quello che ha osato colpirmi... a, dopo viene Mike. Andiamo a farci un giro.” io, scioccata, gli urlo dietro poichè lui è già andato verso la sua camera

-“ non devi studiare?!”

-“ non devi farti i cazzi tuoi?!” mi urla, di rimando. Io spalanco la bocca, e sto per andarci dietro, ma Jake mi tiene per un braccio.

-“ è l'eta... comprendilo, gli sembra di portare il mondo sulle spalle.” mi sussurra. L'unica cosa che mi viene da fare è sbuffare.

-“ è così dura crescere un'adolescente... quasi come lo è esserlo.” ammetto, sconsolata. Subito dopo Jake mi riabbraccia e in casa ritornano i due mostriciattoli, Aurora e Jojo, che si guardano in cagnesco per una frazione di secondo e poi mia figlia corre in camera, mentre Jojo prende la mano di Cla -che la chiude in modo protettivo dentro la sua- e insieme a Eric tornano a casa loro. Io la saluto, mentre si chiude la porta alle spalle. Jake mi carica in braccio mentre gli bacio la fronte.

-“ com'è andata al lavoro?” chiedo, mentre mi distende sul divano.

-“ bene. Ma mi mancavi.” sussurra, mentre poggia la fronte sulla mia. Io sorrido

-“ Jake...” sussurro, lui mi fissa, con quell'oceano negli occhi che si sta già sbiadendo col passare del tempo. “ tra due giorni festeggiamo sedici anni. Sedici anni di matrimonio... ci pensi? Sedici anni di noi. Mi sembra impossibile.” lui mi sorride.

-“ a me sembra impossibile che, dopo sedici anni, io ti trovi ogni giorno più bella e interessante... ogni giorno più perfetta.” a quelle parole mi faccio piccola piccola, mi rannicchio contro il suo torace, lascio che il mio respiro si fonda al suo, che i suoi battiti diventino i miei, che il suo calore mi scaldi tutto il corpo mentre i suoi baci mi scaldano il cuore. Ed è così che ci addormentiamo, abbracciati, l'uno all'altro, con la tivù accesa come i vecchi tempi. Perchè, anche se la vita non è eterna, l'amore lo è, e noi ne abbiamo la prova.

Ne siamo la prova.

 

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