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Autore: vale93    31/10/2008    14 recensioni
Halloween. Una notte dove scegliere di diventare qualcun altro.
Streghe, maghi, vampiri e fantasmi. Notte di maschere, volti e identità nascoste.
In questa notte due ragazzi dal volto sconosciuto si incontreranno e scopriranno di riuscire a conoscersi attraverso una maschera di stoffa. Parleranno e diranno cose vere, perchè a volte non sapere chi siamo aiuta a conoscerci di più.
Halloween. Una notte dove poter scegliere di diventare qualcun altro.
O semplicemente essere se stessi.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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HALLOWEEN DRACO&HERMIONE

HALLOWEEN 
~  DRACO & HERMIONE



Scoccarono le 21:00 e Draco, chiuso nella sua stanza, fece una smorfia. Il discorso di Silente era stato chiaro: per tutta la durata della festa gli studenti sarebbero stati obbligati ad indossare una maschera, modificando anche la propria voce, in modo da diventare irriconoscibili e poter parlare e ballare con chiunque, senza sapere con chi lo stessero facendo. L'immagine riflessa nello specchio si oscurò, mutando quella del ragazzo in quella che lui aveva scelto. Il suo corpo fu avvolto da una lunga veste nera e il capo nascosto da un cappuccio scuro. Draco rimase qualche secondo a fissare il proprio riflesso. Era dannatamente simile a ciò che presto sarebbe diventato.


Due piani più sopra, nel dormitorio femminile di Grifondoro, una ragazza dai lunghi ricci castani e gli occhi dorati sospirò. Era avvolta da un elegante vestito di nebbia, una maschera bianca a nasconderle il viso. Quella sera non sarebbe stata Hermione Granger. Bensì la Dama Fantasma. Provò ad immaginare i vantaggi che le avrebbe portato quella situazione. Non ne trovò neanche uno. Sospirando si costrinse a uscire dalla camera dove aveva passato il pomeriggio. Trovò che i corridoi e le scale erano già stati affollati da una miriade di maschere tutte diverse. Assottigliò la vista, cercando di riconoscere qualcuno, ma fu tutto inutile. Rassegnata all'idea di dover passare la serata da sola, senza sapere dove fossero i propri amici, a dover parlare e ballare con chi che fosse, si lasciò trascinare giù dalle proprie gambe, sperando ardentemente che il tempo passasse il più veloce possibile.


La Sala Grande era stata addobbata con effetti magici surreali. Le pareti erano ammuffite, mentre ragnatele sfilacciate pendevano dal soffitto e dai lampadari. Enormi zucche illuminate volteggiavano nell'aria, sui tavoli e sulle teste degli studenti. Draco si guardò attorno. Vide un ragazzo vestito da demone provarci con una strega dai capelli verdi. Una mummia gigante spaventare i ragazzini più piccoli, per la maggior parte vestiti da diavoli o fantasmi. Si chiese se qualcuna di quelle persone fosse uno dei suoi amici. Magari la mummia era Marcus Flitt, magari quel Frankestein un po' impacciato era Goyle. E quel vampiro solitario Nott. All'improvviso una melodia antica e tipicamente irlandese si diffuse per la Sala. Draco si guardò attorno ma non riuscì a capire da dove provenisse. Un altro incantesimo dello stramboide, pensò. Annoiato si diresse verso il tavolo delle vivande e si servì un bicchiere di Burrobirra. Silente aveva chiesto a Madama Rosmerta di inviargliene qualche barile per l'occasione. Chissà dov'era lo Sfregiato, si chiese fra se guardandosi attorno. Poteva essere quel fantasma? Oppure quello stregone dal cappello a punta? A quella vista fece una smorfia. Che mancanza di fantasia. Doveva essere sicuramente un babbano. Continuò a vagare con lo sguardo fra le maschere che lo circondavano, sentendosi stranamente a suo agio. In mezzo a tutta quella confusione non poteva riconoscere nessuno. E nessuno poteva riconoscere lui. Era come crearsi un'altra identità, poteva fare di tutto.
-Scusa, dovrei prendere una fetta di torta, potresti spostarti?- gli chiese una ragazzina travestita da strega guardandolo attraverso gli strati e strati di trucco che le ricoprivano il viso.
-Oh sì- fece lui senza pensarci, e si spostò di lato.
Subito dopo si accorse di ciò che aveva appena fatto. Da quando in qua si spostava per far passare qualcuno? Tanto meno una ragazzina che sarà stata del terzo o quarto anno?! Aggrottò la fronte. Poi si ricordò che quella sera non era Draco Malfoy, ma una comunissima maschera. Nessuno lo avrebbe riconosciuto. Questa consapevolezza gli fece crescere dentro una strana sensazione.
Intanto le luci si erano abbassate facendo cadere la Sala in una atmosfera magica, rilassante. La musica cambiò per lasciare posto ad un valzer. Molte coppie di maschere, che probabilmente si erano conosciute durante la festa, si avvicinarono alla pista per ballare.


Hermione, in un angolo, osservava la scena da dietro la maschera bianca che le nascondeva il volto. Si sentiva a disagio. Non conosceva nessuno. O almeno, quelli che conosceva ora non li conosceva più. Era circondata da maschere di ogni tipo, e nessuna che le facesse indovinare chi si celasse dietro quei veli e quelle vesti. Un ragazzo travestito da vampiro le si avvicinò.
-Mia bella madamigella, che ci fate qui tutta sola?-
Hermione alzò lo sguardo sul ragazzo che le stava davanti. Aveva il volto coperto da una maschera bianca, gli occhi gialli sicuramente frutto di un incantesimo e la bocca arricciata in un ghigno spaventoso. La voce era irriconoscibile. Dopotutto, pensò, era stata modificata anche quella.
-Potrei chiederle di concedermi questo ballo?- chiese il vampiro sorridendole con quel ghigno rosso sangue.
Hermione lo guardò a lungo e non poté impedirsi di provare un brivido lungo la schiena, anche se sapeva che quella che aveva davanti era solo una maschera.
-No, mi dispiace, io.. credo che andrò a prendermi qualcosa al tavolo- rispose lei alzandosi. Si allontanò poi in fretta prima che il vampiro avesse modo di fermarla.


Draco osservò le maschere ballare al centro della pista, che ora si era riempita. Tutti sembravano divertirsi alla follia, tranne lui. Come gli sembrava tutto così insulso, patetico e... inutile.
-Permesso- chiese una ragazza vestita di bianco passandogli davanti. Lui fece un passo indietro. Ancora una volta se ne accorse troppo tardi. Che gli succedeva? Perché non mandava a quel paese tutti quelli che osavano chiedergli di spostarsi? Indossava una maschera, diamine. Poteva fare tutto quello che voleva. Pure buttare dell'aranciata in testa a quelli che passavano. Stranito, poggiò il bicchiere che teneva in mano sul tavolo e si diresse alle porte del castello, che erano state lasciate aperte per permettere a tutti quelli esterni alla scuola che erano stati invitati di entrare. Uscì e subito una brezza leggera accorse ad alzargli la veste, facendola svolazzare lievemente. Draco si allontanò di qualche metro, andandosi a sedere sull'erba un po' distante da una delle tante finestre illuminate del castello. Sentì l'umidità del terreno sotto di se, ma non ci fece caso. Alzando gli occhi al cielo osservò le tante stelle che brillavano, le une vicine alle altre, e sembrava lo stessero guardando di rimando. Nel silenzio della notte, cullato dal solo fruscio del vento, si sentì subito meglio. Probabilmente l'anno precedente non avrebbe sprecato un'occasione del genere per divertirsi e fare dispetti agli altri studenti, con il favore di quella maschera anonima. Probabilmente avrebbe trovato il modo di scovare Potter tra la folla e lo avrebbe umiliato come al solito, insieme a tutti gli altri suoi amichetti. Probabilmente. Ma quell'anno no. Quell'anno era diverso. Tutto. Lui, la sua vita. Non aveva tempo per sprecarsi in simili congetture. Inconsapevolmente si portò una mano al braccio destro, premendola sulla stoffa nera. Quell'anno  avrebbe dovuto fare qualcosa di molto più serio. Erano finiti i tempi in cui ogni sua priorità si riversava nell'umiliare gli altri in pubblico. Erano finiti i tempi in cui bastava sputare qualche insulto per i corridoi, fra una lezione e l'altra, e andarsene con quel ghigno stampato sulle labbra. Erano finiti. E ora Draco Malfoy avrebbe dovuto dimostrare di essere realmente devoto al Signore. Avrebbe dovuto provarglielo. Perfetto. Non era quello che aveva sempre desiderato? Dimostrare chi era. Dimostrare al Signore chi era. Dimostrarlo a suo padre, a sua madre. Dimostrarlo al mondo intero. Una brezza leggera arrivò in quel momento a strappargli una lacrima invisibile. Dal castello una dolce melodia si insinuò fino a lui, lontana eppure vicina. Draco si voltò appena a guardare la finestra davanti alla quale stava seduto. Attraverso i vetri decorati poté scorgere di nuovo tutte quelle maschere ridere e divertirsi. Parlare e mangiare. Un sorriso inconsapevole nacque a increspargli le labbra. Halloween. Una notte dove poter scegliere di essere qualcun altro. Qualcuno di completamente diverso. Una notte in cui avresti potuto parlare col tuo peggior nemico e accapigliarti col tuo miglior amico. Notte di maschere, volti e identità nascoste. E lui? Lui che una maschera la indossava già, costantemente? Chi era? Abbassò lo sguardo sulla sua divisa nera. La divisa di un Mangiamorte. Quante maschere doveva indossare in una sola volta? Quante maschere poteva indossare?


Hermione mandò giù un altro sorso della calda bevanda rossa che aveva nel bicchiere. Intorno a lei era tutto un turbinio di luci, maschere e note musicali. Scorse il vampiro che aveva cercato di abbordarla accompagnare una strega nella pista da ballo, l'immutabile ghigno rosso sangue stampato sulla faccia. Annoiata fece scorrere lo sguardo per la Sala. Lo posò poi sul grande orologio appeso alla parete. Non mancava molto alla fine, notò. E ne fu sollevata. Si alzò, ma un Frankestein ubriaco andò a finirle addosso, facendola cadere.
-S-scusa bellezza- biascicò quello senza smettere di ridere.
Hermione si rialzò e si spolverò il vestito indispettita. Poi lanciò un'occhiataccia alla maschera che le era finita addosso e se ne andò. Passando in mezzo alla confusione di maschere e vestiti riuscì finalmente a raggiungere il portone del castello. Fermandosi si voltò appena un attimo a guardarsi indietro. Poi prese un lembo dell'abito bianco in mano e uscì.
La notte brillava come un manto costellato di polvere dorata. Il vento le fece svolazzare la gonna del vestito che lei si apprestò ad appiattire contro le gambe. Fece per andare a sedersi sull'erba quando notò una figura incappucciata seduta davanti ad una delle finestre illuminate del castello. Rimase per un po' in silenzio a guardare, poi si avvicinò piano, gli occhi puntati sulla sua schiena.
Draco avvertì la presenza di qualcuno alle sue spalle e si voltò. Si ritrovò davanti una ragazza dal lungo abito bianco, quasi fatto di nebbia, con una maschera bianca a coprirle il viso. Restò in silenzio a guardarla, senza pensare a nulla. La ragazza si fece di lato e si sedette a fianco della Maschera Nera, poco distante. Aveva lo sguardo rivolto in avanti, forse alle stelle. Draco la osservò, e si accorse che era la stessa ragazza che aveva chiesto il permesso di passare, quando ancora stava al tavolo delle vivande. Riportò gli occhi davanti a se, senza dire nulla.
-Ciao- disse a un certo punto la ragazza vestita di nebbia, senza girarsi a guardarlo.
-Ciao- rispose lui, nella medesima posizione.
-Come mai non sei dentro a divertirti come tutti gli altri?- gli chiese
-Potrei farti la stessa domanda- rispose lui, domandandosi perché non provasse fastidio alla presenza di quella maschera, che aveva interrotto il suo attimo di pace solitaria.
-Hai ragione- rispose quella, e Draco si chiese chi fosse.
-Io non ne potevo più di stare là dentro, con tutte quelle maschere e quella confusione. Mi sento a disagio a non sapere chi è che mi sta vicino, chi è che mi è venuto addosso, chi è che mi ha invitata a ballare-
Draco rimase in silenzio per un po' di tempo, tant'è che Hermione non si aspettava che rispondesse. Ma poi lo fece.
-Io la trovo una cosa patetica e irritante. Non sopporto non sapere con chi sto parlando. Non parlo nello stesso modo a uno che conosco e a uno che non conosco-
La ragazza vestita di nebbia non rispose.
La Maschera Nera rimase in silenzio.
E il vento frusciò fra loro sussurrando le parole della notte.
Draco tornò a guardare le stelle brillare nel cielo. Hermione giocherellò con il bordo del suo abito.
-Sta per finire- disse ad un certo punto.
Draco si voltò a guardarla senza capire.
-La festa. E' quasi mezzanotte. Fra una mezz'oretta circa-
-Era ora-
-Già. Sarò curiosa di sapere chi erano molte persone- disse, pensando al vampiro dal sorriso di sangue e al Frenkestein che le era caduto addosso.
-Io no- rispose lui.
-Non vuoi sapere chi erano i tuoi amici?-
Draco ci pensò.
-No- rispose infine.
Hermione rimase in silenzio per un po'.
-Non hai amici?- chiese poi.
Draco non rispose subito. Pensò a Tiger, Goyle, a Nott e a Zabini.
-Conosco molte persone. Ma non tutte sono mie amiche-
Hermione annuì.
-Tu?- le chiese.
-Io ho due migliori amici. Tre con cui sono molto amica. E poi altre conoscenze, ma niente di importante-
Draco annuì.
-Alla fine sono poche le persone che puoi definire amiche. Quasi nessuno lo è fino in fondo. Io per esempio di persone così non ne ho trovate. Quelle che conosco sono più che altro compagnie-
-L'amicizia è importante- disse lei.
Draco fece una smorfia.
-Non se ti stanno appresso solo per interesse-
-Quello no di certo-
-La maggior parte delle persone non ti conosce neanche veramente. Parla con te per mettersi in mostra, per fingere di essere tuo amico, poi vai a vedere e non sa un corno di te-
Hermione annuì, intuendo che il ragazzo stava parlando di se.
-Già, è una cosa che neanch'io sopporto. Per questo non mi trovo a mio agio là dentro- disse poi, indicando la Sala Grande con un gesto della testa.
-La gente ti parla senza nemmeno sapere chi sei. Io non ci riuscirei. Cioè... andare come se niente fosse da uno e cominciare a parlare. Lo trovo fuori luogo-
-Noi due stiamo parlando però- disse Draco continuando a tenere lo sguardo dritto davanti a se.
Hermione rimase sorpresa da quella affermazione, e ammutolì.
Draco si voltò a guardarla. La vide giocherellare con le dita con il bordo del vestito, lo sguardo fisso sugli steli d'erba davanti a se.
-Che cos'è?- chiese
Hermione alzò gli occhi su di lui, confusa. Lui indicò l'abito che essa indossava con un cenno.
-Oh sì. E' la Dama Fantasma- rispose
-Perché hai scelto proprio questo?-
Hermione rimase spiazzata da quella domanda. Già, perché l'aveva scelto? Forse perché avresti voluto essere come lei, in questa festa. Un fantasma.
-Mi piaceva- disse, vaga.
-Te invece?- chiese poi alludendo alla sua maschera.
-Non l'ho proprio scelta. Ho pensato ad una maschera ed è venuta questa-
Hai pensato alla tua maschera. A quella che porti sempre. A quella che porterai.
-E' carina- disse la ragazza.
Draco fece una smorfia.
-Sicura di quello che dici?-
-Sì. Cioè, è molto.. realistica-
Draco annuì.
-La tua anche è bella. Ti dona-
-Che ne sai?- chiese lei con un sopracciglio alzato.
-Lo vedo- rispose lui con un ghigno da presa in giro.
Ma lei non si scompose.
-Come puoi dire che mi dona se non sai chi sono?-
Draco non rispose. Già, come poteva dirlo? Improvvisamente si sentì molto sciocco per quello che aveva detto. Insomma non faceva mai i complimenti a nessuno. Adesso li faceva pure gratuiti. Ad una che nemmeno conosceva. Credeva di non conoscere.
-Hai ragione. Non posso dirlo- disse infine, forse un po' brusco, tornando a guardare davanti a se.
Hermione sorrise.
-Grazie lo stesso-
Draco non rispose.
Rimasero in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri. Le stelle dall'alto li guardavano, e ridevano, si sussurravano all'orecchio un segreto, li guardavano ancora.
-Chissà se ci conosciamo..-
Il suo fu appena un sussurro ma Draco lo sentì.
-Chi può dirlo..-
-Noi-
Lui la guardò stranito.
-Fra poco. Quando scoccherà la mezzanotte-
Non ci aveva pensato. Presto sarebbe tornato Draco Malfoy. E lei lo avrebbe visto. Che problema c'era? si chiese. C'era che si stava abituando a quest'esistenza senza se stesso. Senza il peso della sua maschera addosso. Si stava abituando a parlare con lei. E quando avrebbe scoperto chi era lui, che cosa avrebbe detto? Gli sarebbe piaciuto lo stesso? Se ne sarebbe andata? Da quando ti interessa quello che può pensare la gente di te? Da quando ti interessa se resterà o no? Da quando non ti piace più stare da solo? Da quando non sono più io.
-Non vuoi che ti veda?- chiese Hermione dopo il suo lungo silenzio.
Draco non seppe che rispondere. Quindi non lo fece.
-A quale casa appartieni?- chiese invece -Magari indovino chi sei-
-Non te lo dirò- rispose lei
-Perché?-
-Non sarebbe valido, e poi...-
-E poi?- chiese lui con un sopracciglio alzato- che lei non poté vedere.
-C'è gente che giudica le persone in base alla casa di appartenenza-
Certo. Io sono uno di questi.
-Tranquilla- le disse -Quello è quando uno ancora non si conosce. Adesso che abbiamo parlato puoi dirmelo-
Hermione sollevò lo sguardo su di lui con espressione indecifrabile.
-Se abbiamo parlato non vuol dire che già ci conosciamo- disse infine.
-E' vero. Ma già so se mi stai simpatica o no-
Hermione rimase colpita da quella parole.
-Potresti sbagliarti. Potrei non piacerti-
-Questo posso dirlo solo io-
Hermione tacque. Voltò la testa di lato, osservando il prato distendersi davanti a loro.
-Allora?-
-Se ti piaccio così non ha importanza sapere di che casa sono- disse lei -E poi non sarebbe valido. Il gioco è fatto apposta per non rilevare la propria identità-
-Tu segui sempre le regole?-
Hermione ci pensò su.
-Quasi sempre- rispose.
Draco la osservò. Il volto quasi interamente nascosto dalla maschera lasciava appena scoperta un po' di pelle candida. La ragazza aveva i capelli nascosti da un velo, ma dalla trasparenza di esso, si poteva capire che erano castani. Il corpo, interamente avvolto dall'abito di nebbia era snello e aggraziato. Draco poteva intravedere le forme femminili della ragazza attraverso la stoffa. Pur non vedendola interamente Draco pensò che doveva essere una bella ragazza.
Dal castello partì un'altra musica lenta. Hermione cominciò a dondolare sul posto, seguendo quella dolce melodia.
-Perché non vai dentro? Sono sicuro che qualcuno ti chiederà di ballare-
-L'hanno già fatto- rispose lei continuando a ondeggiare
-Se devo ballare con uno sconosciuto, allora preferisco farlo da sola- aggiunse poi alzandosi. Draco la seguì con gli occhi e la vide cominciare a volteggiare un po', tenendosi il vestito con le mani guantate di bianco. Niente di troppo impegnativo, giusto qualche passetto qua e la.
-A te non piace ballare?- gli chiese guardandolo dall'alto.
-Se mi piace la ragazza con cui devo farlo- rispose lui ricambiando lo sguardo.
Hermione non disse nulla. Draco si alzò. Le si parò davanti, guardandola negli occhi, unica parte lasciata scoperta del volto, insieme al naso e alle labbra. Hermione ricambiò lo sguardo. Gli occhi del ragazzo erano l'unica cosa visibile di tutto il viso, mezzo coperto dal cappuccio e avvolto per il resto da un'oscurità irreale. Erano chiari. Molto chiari. Di un grigio azzurro che le ricordava il cielo in tempesta. Una scossa elettrica le attraversò la schiena, facendola rabbrividire. Senza che se ne rendesse conto trovò la mano di lui poggiata sul suo fianco. Chinò la testa per guardare, e quando la rialzò trovò che le si era avvicinato. Trattenne il fiato. Draco le sorrise- lei non poté vederlo, ma poté sentirlo. La Maschera Nera fece un passo in avanti e la Dama Fantasma uno indietro, tenendosi alle spalle di lui. Draco continuò a condurla fino a che anche lei non si abituò all'andatura. Staccandosi un po' da lei le fece fare una giravolta, per poi ristringerla di nuovo a se. Hermione sentì il profumo del ragazzo che la teneva stretta. Era buono. Chiuse gli occhi, sfiorando appena il collo del ragazzo con il viso, e si lasciò trasportare da lui, e inebriare dal suo profumo. Dopo un po' si accorse che si erano fermati. Riaprì gli occhi di scatto, alzando la testa per guardarlo in faccia. Lui sorrise.
-Ti eri addormentata?- chiese ghignando.
Hermione arrossì, ma per fortuna il ragazzo non poteva notarlo, grazie alla maschera.
-Io... stavo ascoltando la musica- mentì.
Draco sorrise ed Hermione si morse la lingua, sapendo che non le aveva creduto. Rimasero così ancora stretti in quell'abbraccio casuale, a pochi centimetri l'una dall'altro, a guardarsi. Hermione sentì chiaramente i battiti del proprio cuore accelerare, e si diede della stupida. Emozionarsi così per uno che neanche conosceva!
-Balli bene- disse Draco continuando a fissarla.
-Anche tu- rispose lei.
-Hai preferito ballare con me invece che da sola- disse poi.
Hermione tacque, sapendo di essere arrossita ancora. Draco le sorrise e spostò leggermente la mano posata sul suo fianco più giù. In quel momento la musica proveniente dalla Sala del castello cessò. Hermione tossì imbarazzata e si staccò da lui.
-Fine del ballo- disse, non sapendo perché stava evitando il suo sguardo. Forse per via di quella mano. Draco non disse nulla, continuando a fissarla in silenzio. Hermione si risedette a terra, aggiustandosi poi la gonna dell'abito con le dita. Draco le si sedette accanto, come aveva fatto lei quando era arrivata, solo un po' più vicino.
-Di che anno sei?- le chiese.
-Sesto. Tu?-
-Sesto. Dovremmo conoscerci per forza, almeno di vista-
-Già-
Hermione tornò a guardare gli occhi grigio azzurro del ragazzo. Le erano così familiari... eppure non riusciva a capire dove li avesse già visti. Draco poté dire la stessa cosa di lei. C'era un qualcosa... nella maniera in cui parlava, nel suo modo di fare... che gli ricordava qualcuno. Improvvisamente non gli importava più cosa avrebbe detto lei a sapere chi lui fosse. Lui voleva sapere chi era lei. Doveva saperlo.
-Chi sei?- le chiese.
Hermione spalancò leggermente gli occhi, presa alla sprovvista.
-Io.. non posso dirtelo- disse.
-Dai, tanto manca poco- insistette lui.
-Allora aspetta-
-Non ce la faccio-
Lei sorrise, divertita.
-Anch'io muoio dalla curiosità di sapere chi tu sia, che credi-
-Allora dimmi il tuo nome ed io ti dirò il mio-
Hermione fece per aprire bocca, ma le parole non uscirono. In quel momento dalla Sala Grande del castello dodici scanditi rintocchi risuonarono fino alle loro orecchie. Hermione trattenne il respiro, Draco pure. Uno. Due. Pian piano, la nebbia intorno all'abito della ragazza cominciò a dissolversi. Tre. Quattro. Hermione alzò gli occhi su quelli del ragazzo, che la fissava, e si perse nella loro luminosità, mentre il nero che li contornava pian piano si affievoliva. Cinque. Sei. Sette. Il vestito della Dama Fantasma cominciò a svanire, lasciandosi dietro un vago ricordo di regale antichità. Otto. Nove. La Maschera Nera sparì, rivelando il corpo di un ragazzo comune, alto, magro, muscoloso al punto giusto. Dieci. Undici. La nebbia e il suo ricordo sparirono per sempre, rivelando il corpo esile e aggraziato di una ragazza. E dodici. Per ultime, le maschere. Quella sul volto della ragazza si staccò, spostandosi a qualche centimetro dal suo viso, sparendo poi in una nuvoletta di fumo. Così come il cappuccio della Maschera Nera, e gli ultimi residui di oscurità sul suo viso. L'orologio si fermò. L'incanto era finito. I due ragazzi si ritrovarono a fissarsi in silenzio, sorpresi e increduli.
-Tu??- riuscì a dire Hermione, spalancando i suoi meravigliosi occhi dorati. Ora il suo viso era incorniciato dagli abituali ricci castani, che le ricadevano compostamente sulle spalle, formando dei boccoli aggraziati ai lati del viso.
-Già, proprio io, Granger- rispose Draco con un ghigno, dopo essersi ripreso dallo stupore. I chiarissimi capelli biondi gli ricadevano scompostamente sulla fronte e sugli occhi, liberi dal gel.
-Ma, ma...-
Hermione non poteva credere ai propri occhi.
-Non puoi essere tu!- esclamò infine, smettendo di balbettare.
-Ah no, non posso?- chiese lui divertito dalla reazione della ragazza.
-Tu hai detto.. tu hai fatto..-
-Io ho detto e fatto cosa?- chiese lui alzando un sopracciglio.
-Tu non eri tu quando avevi la maschera! Hai recitato!- esclamò lei puntandogli il dito contro.
-Io non ho fatto niente del genere, Granger-
-Sì invece. Non eri Malfoy, eri... eri...-
-Ero cosa, Granger?-
Hermione chiuse la bocca. La riaprì, ma le parole non uscirono.
-Vorrei poterti dire che mi conosci davvero poco, Granger. Ma purtroppo non posso farlo, non più- disse allora lui guardandola coi suoi bellissimi occhi grigi.
-Che vuoi dire?- chiese lei aggrottando la fronte.
-Che 'sta notte l'hai fatto, mi hai conosciuto. Sai, è strano. Tutti hanno pensato ad essere diversi. Io invece credo di essere stato per la prima volta uguale a me stesso-
Hermione non disse nulla, continuando a fissarlo.
-E' stato facile, con una maschera di stoffa addosso, togliersi quella immateriale. Quella che mi accompagna sempre, dal giorno in cui il mio destino è stato segnato-
-Di cosa parli?- disse lei senza capire.
Draco scosse la testa.
-Non ha importanza adesso. Quello che importa è che ora sappiamo chi siamo. Tu sei Hermione Granger ed io sono Draco Malfoy-
-E..?-
Hermione non riuscì a trattenersi dal sussurrare quella piccola parolina, sfuggitale prima che potesse fermarla dalle labbra tenute strette.
Draco sorrise.
-E...-
Hermione lo vide avvicinarsi, guardarla intensamente con i suoi bellissimi occhi grigio azzurri e chinarsi su di lei. Sentì il palmo della sua mano sfiorarle la guancia, mentre le prendeva il viso e lo teneva, impedendogli di fuggire. Sentì il proprio cuore compiere un balzo e mettersi poi a correre velocemente, togliendole il respiro. Infine, sentì le labbra del ragazzo posarsi sulle sue e allora non vide più niente. Chiuse gli occhi, lasciandosi cullare dalla dolce danza che le labbra di lui la stavano invitando a ballare. Un po' come prima, quando volteggiavano abbracciati sull'erba. Con un'unica differenza. Ora sapevano chi erano.

Halloween. Una notte dove poter scegliere di diventare qualcun altro. O semplicemente essere se stessi.







Salve a tutti! Innanzituto, buon Halloween! Anke se non è una festa italiana... spero ke vi divertirete, fra zukke maskere e dolcetti o skerzetti. Ho voluto scrivere questa breve ff a tema, senza alcuna pretesa, anke perchè mi è venuta assolutamente di getto, senza alcuna premeditazione. Ho voluto parlare di un Halloween un po' diverso dagli altri, dove il personaggio principale (per me Draco) si toglieva la maschera, anzichè mettersela. Ho pensato che per uno come lui, costretto sempre a seguire un copione, scrittogli dal padre, questa poteva essere un'occasione per essere finalmente se stesso, quando nessuno avrebbe potuto saperlo. Spero vi sia piaciuta, e gradirei se mi lasciaste un commentino, giusto per farmi sapere cosa ne pensate... 1 bacione a tutti e divertitevi!! ciau la vostra Vale

   
 
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