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Autore: breath    30/11/2014    6 recensioni
°Seguito di Ride°
E' facile buttarsi a capofitto nel vortice della vita di cinque rockstar, farsi trascinare dalla corrente dell'alcool, delle droghe, del sesso e della musica dimenticandosi di piantare le proprie radici su un terreno solido.
Per Bonnie, l'aver conosciuto Slash e i Guns N' Roses equivaleva al muoversi a ritmo di musica su un palcoscenico illuminato da un milione di luci scintillanti. Ma se le luci si spengono e la musica cambia, quel palcoscenico manterrà il suo splendore? Bonnie dovrà camminare al buio in cerca del suo interruttore, senza sapere se la mano che sta stringendo la guiderà o la spingerà lontano facendola cadere.
"Bite the hand that feeds
Tap the vein that bleeds
Down on my bended knees
I break the back of love for you."
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Quasi tutti, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sweeter than Heaven, hotter than Hell'
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"C'est le malaise du moment,
 L'épidémie qui s'étend,
 La fête est finie, on descend,
 Les pensées qui glacent la raison.

 Paupières baissées, visages gris,
 Surgissent les fantômes de notre lit;
 On ouvre le loquet de la grille
 Du taudis qu'on appelle maison.

 [...]

 Sommes-nous les jouets du destin
 Souviens-toi des moments divins
 Planant, éclatés au matin,
 Et maintenant nous sommes tout seuls.

 Perdus les rêves de s'aimer,
 Le temps où on avait rien fait,
 Il nous reste toute une vie pour pleurer
 Et maintenant nous sommes tout seuls."

 |Placebo - Protège moi|


- Allora? Come sto?- chiese Bonnie facendo una giravolta sotto lo sguardo attento di Chris che era seduto sul suo letto. 
Il ragazzo la guardò pensieroso accarezzandosi il mento e storcendo il naso. 
- Sei sicura che non vuoi metterti qualcos'altro?- le chiese poi. 
- Perché? Cos'ha che non va questo vestito?- chiese lei preoccupata osservando il vestito nero in pizzo che la fasciava aderente arrivando poco sopra metà coscia. 
Chris la studiò e la sua espressione poco convinta fu presto sostituita da una divertita; la guardò con ilarità e poi scoppiò a ridere non riuscendo più a trattenersi sotto lo sguardo sempre più offeso di Bonnie.
- Dovresti vedere la tua faccia! E' impagabile! Stavo scherzando Bonnie! Sei uno schianto, farai strage di cuori alla festa, come minimo ti daranno un aumento.- 
La ragazza gli lanciò un cuscino in faccia e gli diede le spalle tornando a guardare la sua immagine riflessa nello specchio.
- Scemo! Io sono seria! E non devo fare una strage di cuori, solo essere elegante ma non sembrare una vecchia, ecco. E' solo una festa di un magazine, non un ballo.-
- E' la festa del RIP Magazine, non una festa qualsiasi e tu, almeno dal mio modesto parere maschile, sei perfetta e non farmi dire altro...- disse lui con ancora un sorriso sulle labbra. Bonnie lo guardò attraverso lo specchio, lo vide sorridere e poi osservò i suoi occhi percorrere la sua figura.
- Perché dici non farmi... Chris mi stai guardando il culo per caso?-
- Sono pur sempre un uomo no?- disse lui per niente imbarazzato mentre Bonnie gli riservava uno sguardo tinto di un rimprovero amichevole e si sedeva anche lei sul letto accanto a lui per infilarsi le scarpe: un paio di decolleté nere con tanto di cinturino alla caviglia, plateau e tacco vertiginoso ornato da tante piccole borchie dorate, gentile regalo di Natale da parte di Cassie. Pensava che non le avrebbe mai messe ma poi, in qualità di membro della redazione, era stata invitata anche lei alla festa del RIP che si sarebbe tenuta quella sera all'Hollywood Palladium. 
Aveva chiesto a Chris se poteva accompagnarla perché la sua presenza le provocava la spensieratezza di cui aveva bisogno. Cassie non sarebbe potuta venire perché stava organizzando una festa che ci sarebbe stata quella sera stessa a casa sua, lei e Chris ci sarebbero passati dopo essere andati a quella del RIP.
- Grazie, per aver accettato di venire con me- gli disse leggermente imbarazzata. 
Chris le mise un braccio intorno alle spalle e la attirò contro il suo petto.
- Ehi, non c'è problema, ci divertiremo un sacco vedrai. Insomma, cibo e alcool gratis? Sono gli ingredienti per una serata da non dimenticare, sempre se non bevi troppo, in quel caso non ti ricorderai niente. Poi andremo anche da Cassie e se ha preparato la sua sangria speciale, quella che neanche io riesco a fare così buona, la serata potrà solo migliorare! Perché sembro io l'unico entusiasta?- 
Bonnie non rispose, non poteva dirgli che era solo uno dei momenti della giornata in cui, senza che lei avesse fatto niente di particolare, le tornava in mente Slash, come una zanzara  fastidiosa che non riesci ad uccidere e che la notte torna a far sentire il suo penetrante ronzio a intervalli regolari.
- Ti devo ripetere che sei uno schianto?- le chiese Chris facendole un buffetto sulla guancia con fare allegro.
- Beh quello non fa mai male sentirselo dire- esclamò lei tornando di nuovo al presente e annegando i ricordi che erano riemersi in superficie. 
Si alzò e si mise la sua solita giacca di pelle; erano a Gennaio e, anche se non si poteva proprio affermare che facesse freddo, quel vestito corto e dei semplici collant non l'avrebbero protetta più di tanto dal fresco della sera. 
Anche Chris si alzò ed insieme uscirono alla ricerca di un taxi.

La grande sala era decorata con una miriade di piccole luci bianche e blu che, più che illuminarla, la avvolgevano in una penombra azzurrina. 
In fondo c'era un piccolo palco con tanto di strumenti già presenti, non sapeva che qualcuno avrebbe anche suonato. Non fece molto caso alla cosa comunque perché due suoi colleghi le vennero incontro per salutarla e, finiti i convenevoli, lei e Chris si diressero subito al bar per iniziare la serata nella giusta maniera. 
Erano seduti sugli sgabelli del bar, due drink posati sul bancone in vetro opaco illuminato, chiacchierando del più e del meno. 
Chris era fondamentalmente un ragazzo dalla battuta facile e spensierato, soprattutto per questo lato del suo carattere, ma anche perché era un buon amico, Bonnie apprezzava così tanto la sua compagnia. 
Stava ridendo a crepapelle per l'ultima battuta del ragazzo quando il sorriso le morì sulle labbra: un gruppetto si stava avvicinando al bar e neanche la penombra della sala riusciva a mascherare una chioma rossastra e una riccia. Nel caso avesse avuto dei dubbi sulle persone che si stavano avvicinando al bar, ebbe la sua conferma quando vide chiaramente i loro volti. 
Sentiva sulla sua pelle che Axl l'aveva notata e che ora la stava guardando ma lei era impegnata a guardare Slash: anche quest'ultimo si era accorto di lei e ora non le stava staccando gli occhi di dosso.
- Ah perfetto- mormorò la ragazza sottovoce lanciando finalmente una breve occhiata ad Axl.
- Bonnie! Allora non sei morta! Non ti si vede più in giro!- 
Ad accoglierla con quelle parole fu Lars Ulrich.
- Ancora viva e vegeta- rispose lei sorridendogli e ricambiando il suo abbraccio. 
Percepiva la presenza silenziosa di Slash a due passi da lei e scoprì con rabbia che questa cosa era ancora fonte di agitazione per lei. Si chiese con frustrazione se le sarebbe mai passata e intanto strinse la mano tesa di Sebastian Bach.
- Lei è Bonnie, una fotografa con i controcazzi. Pensa che ha girato con i Guns per quanto, Axl? Un anno, se non più.-
- E' stata la nostra fotografa fino a poco tempo fa e stava con Slash- rispose Axl con noncuranza ordinandosi qualcosa da bere. 
I due diretti interessati a quel punto si guardarono ma distolsero subito lo sguardo a disagio.
- Beh piacere di conoscerti Bonnie- le disse il biondo guardandola in modo a dir poco interessato, cosa che non sfuggì a Slash il quale praticamente si mise in mezzo ai due e chiese anche lui qualcosa da bere.
- Piacere mio, lui è Chris, un mio carissimo amico- disse lei facendo le presentazioni.
- Ehi Slash chiedi un bicchiere di Jack anche per me, e qualcosa per Bonnie. Dolcezza non so se è la coca o quel vestito ma stasera sei proprio figa- disse Lars facendole una radiografia completa, seguito a ruota da Sebastian.
- Non te la prendere amico, so che è la tua ex ma se vedo una bella ragazza glielo dico- continuò poi il ragazzo dando un amichevole pacca sulla schiena di Slash che, lanciando l'ennesima occhiata alla ragazza, disse
- Tanto non stiamo più insieme.-
- Infatti- ribadì la ragazza con forza prima di deviare il discorso su argomenti meno spinosi.
- Come mai siete venuti alla festa?-
- Siamo gli ospiti di onore, suoneremo qualcosa. Voi invece come mai siete qui?- chiese Sebastian.
- Io lavoro al RIP come fotografa, qui il mio lavoro viene apprezzato- rispose la ragazza guardando in modo esplicito Axl che le rivolse un'occhiata altezzosa prima di andarsene per salutare alcuni dei suoi amici.
- E io sono il suo compagno di sbronza, vero Bonnie?- disse Chris gioviale mettendo un braccio intorno al fianco della ragazza. 
Se uno sguardo fosse in grado di bruciare o mutilare, Chris si sarebbe ritrovato come minimo monco dopo l'occhiata che ricevette da Slash dopo quel gesto, occhiata alla quale rispose con un ampio sorriso.
- Ci puoi scommettere- rispose Bonnie facendogli l'occhiolino. 
Stava cercando di ignorare il più possibile Slash ma con la coda dell'occhio intercettava ogni suo movimento e quei suoi atteggiamenti da ragazzo geloso la stavano facendo montare su tutte le furie. Come si permetteva di comportarsi come se lei fosse ancora sua quando aveva perso ogni pretesa su lei dopo averla tradita? 
In quel momento vide arrivare anche Duff e, benché nell'ultimo periodo lo avesse evitato come la peste, in quel momento si ricordò di quanto le era mancato. Si alzò quindi dalla sedia e andò incontro al ragazzo abbracciandolo forte. Anche Duff rispose con lo stesso entusiasmo, dovuto sì alla gioia di rivederla ma anche alla coca, abbracciandola come faceva sempre e girando su se stesso facendola praticamente volteggiare in aria. 
Dopo questo saluto i due raggiunsero nuovamente gli altri e Bonnie si allungò sul bancone per raggiungere il suo bicchiere di Jack, percependo chiaramente sulla pelle alcune paia di occhi. 
Sapeva che quel vestito metteva in rilievo le sue forme, che le scarpe slanciavano la sua figura e sapeva che cose del genere non passavano certo inosservate in mezzo a un branco di rockstar che erano sì, affamate di musica, alcool e droga ma anche di sesso. 
Quando frequentava ancora tutti loro sguardi del genere erano più contenuti perché tutti sapevano che stava insieme a Slash e, se qualcuno lo dimenticava, il riccio non ci pensava due volte a ricordarglielo. 
Ma loro due non stavano più insieme quindi tutti si sentivano più liberi di esprimere i loro apprezzamenti o provarci direttamente. E Sebastian non era per niente male. 
Lo guardò e gli sorrise bevendo dal suo bicchiere. Non erano molto da lei atteggiamenti civettuoli ma il comportamento di Slash l'aveva mandata su tutte le furie e voleva dimostrargli che lui non aveva diritto di mostrarsi geloso. 
- Allora Bonnie, cosa dovrei sapere di te?- 
Sebastian si era avvicinato a lei e ora la scrutava con un sorriso furbo. Bonnie notò che Slash lanciava loro una breve occhiata prima di girarsi da un'altra parte fumando nervosamente.
- Non lo so, dimmi tu cosa vorresti sapere- gli rispose dando il via alla conversazione. Conversazione che venne presto interrotta da Duff.
- Ehi Seb, senti amico, io ti rispetto tantissimo e in quanto tuo amico mi sento in dovere di dirti che forse dovresti stare lontano da Bonnie, non so se sai a cosa mi riferisco- disse il bassista lanciando un'occhiata a Slash che stava parlando con Lars e Chris ma non mancava di tenerli d'occhio.
- Duff, io e Slash non stiamo più insieme, non sono affari suoi questi- ribatté piccata Bonnie. 
Duff la guardò fumando in silenzio e poi riprese a parlare.
- Bimba lo so io e lo sai te che non è ancora finita, non nel classico senso della parola comunque.-
- Beh io non la penso così- disse di nuovo lei accendendosi a sua volta una sigaretta. Sebastian li guardava basito e anche leggermente spazientito perché ormai i due sembravano essersi dimenticati di lui e parlavano di una cosa che per lui aveva veramente poca importanza. 
Ma non ebbe più la possibilità di riottenere l'attenzione di Bonnie perché era arrivato il loro momento di salire sul palco. 

La folla non era numerosissima quindi Bonnie e Chris, pur trovandosi praticamente in fondo, riuscirono a comunque a godersi il breve spettacolo. 
Fu strabiliante: grezzo e carico di energia dovuta agli artisti che suonavano. Ma Bonnie osservò per la maggior parte del tempo Slash: era dal Farm Aid che non lo vedeva suonare su un palco e in quel momento si ritrovò catapultata nel passato, preda delle stesse emozioni che il sentirlo e il vederlo suonare le provocavano. 
Lo vedeva agitarsi e scuotere i capelli provocando onde di capelli che sembravano ballare e si amalgamavano a chiome di altri colori, un'aria da duro che non veniva minimamente intaccata dal fatto che indossasse una canottiera con Topolino. 
- Bonnie, forse dovremmo andare se vogliamo fare un salto anche da Cassie- le disse Chris quando il concerto finì. 
La ragazza annuì ancora sovrappensiero.
- Io vado a recuperare la mia giacca dal guardaroba.-
- Potresti prendere anche la mia per piacere? Io ti aspetto qui.- 
Chris annuì e si allontanò mentre Bonnie rimaneva ferma a guardare Slash, come si toglieva la chitarra e come scendeva dal palco. 
L'aveva ferita e non l'aveva perdonato, forse non ci sarebbe riuscita mai, ma non poteva fare a meno di bearsi della sua visione, come una drogata che dopo una lunga astinenza rientrava in possesso di un po' di roba. 
Lo vide che veniva nella sua direzione cercando le sigarette e il tempo sembrò fermarsi quando alzò lo sguardo per incontrare i suoi occhi. La gente passava accanto a loro che, immobili a pochi metri di distanza l'uno dall'altra, si guardavano. 
Bonnie incrociò le braccia sulla vita come se un gesto del genere fosse in grado di proteggerla, le sue difese crollarono mentre il suo viso esprimeva la sofferenza non ancora dimenticata. 
Come era possibile che una cosa così bella fosse diventata così marcia? 
Vedeva gli occhi neri di Slash guardarla con sorpresa e rimpianto e desiderò con tutta se stessa di potere dimenticare e ritrovare quello che aveva perduto. 
L'incanto di cui erano preda entrambi si spezzò quando Chris le mise la giacca sulle spalle e le disse.
- Andiamo?-
- Ok- disse le ragazza e si girò avviandosi verso l'uscita. 
Doveva lasciarselo alle spalle, non doveva girarsi, non doveva cedere. 
Ma la tentazione era troppo forte e lei ancora troppo debole. Si girò ed incrociò nuovamente lo sguardo di lui, ancora immobile nella stessa posizione, e si lasciò avvolgere da pesanti strati di amara malinconia prima di girarsi di nuovo dandogli le spalle, stavolta per davvero.

Dio, la testa le faceva malissimo, aveva la bocca impastata e il suo stomaco era in subbuglio, provocandole una nausea preoccupante. 
Si girò su un lato raggomitolandosi e cercando di contenere i primi conati di vomito. Ma questi non sembravano fermarsi quindi aprì gli occhi e si alzò in fretta barcollando per un giramento di testa. Fu in quel momento che si ricordò che era a casa di Cassie e si rese conto di essere nuda, esattamente come quel ragazzo sconosciuto che dormiva profondamente nel letto dal quale lei si era appena alzata. 
Recuperò il più in fretta possibile il lenzuolo dal letto e corse fino in bagno rimettendo anche l'anima nel water. 
Quando finalmente le sembrò di sentirsi un po' meglio si stese sul pavimento appoggiando una guancia sulle fresche piastrelle del pavimento, rimanendo in quella posizione fino a quando non riuscì più ad ignorare il saporaccio che aveva in bocca. Allora si alzò e si guardò intorno, sapeva di aver lasciato uno spazzolino da qualche parte prima di andarsene da casa di Cassie. 
Si lavò i denti e finalmente prestò attenzione al fatto che la casa fosse buia e silenziosa, chissà da quanto era finita la festa. 
Lei si ricordava solo di essere arrivata insieme a Chris e di essersi buttata su qualsiasi cosa fosse minimamente alcolica con l'intento di dimenticare gli occhi di Slash che sentiva ancora così vividi sulla sua pelle. 
Poi il nulla, il buio completo. 
Ma non le serviva molta immaginazione per capire che era finita a letto con un completo sconosciuto.
Fece una smorfia di fastidio e guardò allo specchio il suo viso pallido e segnato dalle occhiaie: non aveva una bella cera e infatti non si sentiva bene ma non era solo per una questione fisica dovuta all'alcool e al fatto di aver vomitato. Lei non era così: non faceva sesso con il primo che passava solo per... solo per dimenticare. 
Dannato Slash! 
Era tutta colpa sua, l'averlo rivisto aveva scatenato in lei tutta una serie di emozioni che sperava di aver ormai sepolto in un angolino del suo cuore. Era solo una stupida, stupida per non riuscire a dimenticarlo e stupida per il fatto che, nonostante lui l'avesse ferita in una maniera che non credeva neanche possibile, era ancora lì a desiderare che tutto tornasse come prima, a desiderare che lui fosse ancora suo. 
Si strinse meglio il lenzuolo intorno al corpo e tornò nella camera in cui si era svegliata, che tra l'altro era la camera in cui aveva dormito nel periodo in cui era rimasta da Cassie. Una volta lì osservò di nuovo il ragazzo che dormiva ancora profondamente e cercò con tutte le sue forze di ritrovare qualche brandello di quella serata dalla memoria ma fu inutile, non ricordava niente. 
Era stanca e triste ma non voleva tornare a letto, non vicino a quello sconosciuto che le ricordava ogni secondo quanto fosse stata debole. Si guardò intorno alla ricerca dei suoi vestiti ma alla prospettiva di indossare nuovamente quel vestito stretto storse il naso quindi optò per una felpa grigia, probabilmente apparteneva a quel ragazzo, che trovò sul pavimento. Se la mise addosso, notando che era abbastanza lunga da arrivarle a metà coscia, poi recuperò le sue mutandine e uscì da quella stanza. 
Arrivò fino al soggiorno dove almeno altre cinque persone erano addormentate nei posti più disparati e uscì nel piccolo terrazzino prendendo un pacchetto di sigarette e un accendino che trovò su un tavolino. 
Si sedette su una delle due sedie in plastica che c'erano, appoggiò i piedi su questa piegando le gambe e si accese la prima sigaretta della giornata, non era Marlboro ma sempre meglio di niente. 
In realtà non era notte ma mattina, lo notò osservando il chiarore freddo del cielo e si strinse meglio nella felpa rabbrividendo. Ok che erano in California ma erano comunque a Gennaio e lei era mezza nuda. 
Osservò il fumo azzurrino salire veloce verso l'alto diradandosi nell'atmosfera fino a sparire del tutto e alzò lo sguardo al cielo desiderando di potersene andare insieme a lui lasciandosi alle spalle quel fastidioso sconforto. 
Sospirò ed aspirò chiudendo gli occhi ed appoggiando la testa contro il muro. 
Perché aveva bevuto così tanto, perché non si era data un limite, perché ricercava nell'oblio la risposta a tutti suoi problemi? 
Si circondò le ginocchia con le braccia e vi appoggiò la testa sopra lasciando che la sigaretta si consumasse lentamente tra le sue dita.
- Ehi cosa ci fai sveglia a quest'ora?- 
La voce familiare di Chris interruppe i suoi pensieri. Alzò la testa e incontrò lo sguardo del ragazzo, stanco anche esso ma non abbattuto come il suo.
- Sono stata male e non sono più riuscita ad addormentarmi. Tu invece?-
- Non sono ancora andato a letto- spiegò lui sedendosi vicino a lei e prendendo anche lui una sigaretta dal pacchetto rubato per poi accendersela ed aspirare profondamente appoggiandosi con la schiena contro il muro e osservando la città silenziosa davanti ai suoi occhi.
- E' stata una bella nottata- disse dopo poco aprendo una birra che si era portato con lui e porgendola a Bonnie che la rifiutò con una smorfia, il suo stomaco non avrebbe sopportato altro che non fosse acqua ancora per un paio di ore.
- In realtà non mi ricordo molto- ammise in imbarazzo provocando una risata di Chris che la guardò malizioso.
- Oh io mi ricordo invece. La sangria di Cassie era bella tosta, per non parlare degli orsetti gommosi alla vodka che ci siamo mangiati dopo i shottini di Tequila e il fumo che aveva Robert. Dio, penso venisse direttamente da Amsterdam. Mi sorprende che tu abbia resistito così tanto!-
- Cosa ho fatto?-
- In realtà niente di che. Eri piuttosto silenziosa e poi sei sparita con quel tipo e non ti ho più vista.- 
Bonnie si passò sconfortata le mani sul volto e poi si girò di nuovo a guardarlo.
- Penso di esserci andata a letto.-
- Oh sì, te lo dico io, volevo andare in bagno e ho sbagliato porta- disse Chris ridacchiando.
- Oh Dio, perfetto!-
- Tranquilla, non ho visto molto, quel tipo era grosso e stava sopra.- 
- Io non faccio queste cose- disse Bonnie appoggiando di nuovo la testa sulle braccia.
- Ma non per questo devi sentirti in colpa. Penso che sia stata una cosa più che giustificabile, insomma, dopo quello che è successo alla festa al Palladium...- 
La ragazza si girò verso lui, in allerta.
- Beh insomma, io non capisco molto la logica femminile ma mi sono accorto che per te non è stato proprio piacevole rivedere Slash- continuò lui sinceramente prendendo un sorso di birra. 
Bonnie si accese un'altra sigaretta e rimase in silenzio a guardare il cielo schiarirsi sempre di più e le rare stelle che lo decoravano morire una alla volta, silenziosamente, proprio come a lei stava sembrando di stare spegnendosi silenziosamente.
- Non so perché mi fa ancora questo effetto, davvero non me lo spiego. Dovrebbe essermi passata no? Dovrei riuscire ad incontrarlo per strada e rimanere, non impassibile ma un minimo più indifferente!-
- Forse allora, se non riesci a dimenticarlo, dovresti provare a perdonarlo no?-
- Non penso sia possibile.- 
Rise amaramente e poi continuò, guardando sempre davanti a sé.
- Sai, di tutte le cose che abbiamo passato insieme, quella era forse l'unica che non sarei riuscita ad accettare. Insomma, sai anche tu quanti casini abbiamo avuto tra i suoi problemi con la droga, quelli con la band, per non parlare di Steven, in situazioni come quelle avevo veramente avuto paura che non saremmo riusciti ad uscirne visto che sembrava che ci avrebbero spezzati. Ma non lo facevano, alla fine il desiderio di stare insieme era più forte anche di tutte le nostre divergenze e ci stavamo riavvicinando prima che... sì insomma prima che scoprissi quello che mi aveva fatto. Gli avrei potuto perdonare tutto, veramente, ma una cosa così, il tradimento... non è una cosa che si può cancellare, rimane lì. E non ha importanza il fatto che fosse fatto o altro, è come se avesse infranto il patto che era alla base di tutto. Alla base di una relazione ci dovrebbe essere il rispetto reciproco, la fiducia nell'altro e l'amore o comunque qualcosa del genere e il tradimento distrugge tutte queste cose, distrugge una relazione.- 
Prese un respiro profondo e poi concluse il suo discorso.
- E poi comunque, nel remoto caso in cui io lo perdonassi, rimane comunque il fatto che lui sta con un'altra adesso quindi non penso che abbia molta voglia di tornare insieme a me.-
- Se dici che non riesci a perdonare il tradimento ok, posso rispettare il tuo punto di vista ma credimi, la ragazza di Slash non sarebbe un problema, dalle occhiate che ti lanciava ieri sera penso che non si ricordasse neanche il suo nome.-
- Te ne sei accorto anche tu?-
- Era difficile non farlo. Neanche lui ti ha ancora dimenticata, credimi.- 
Bonnie emise un verso di frustrazione.
- Perché non riesco a lasciarmelo alle spalle? Cos'ho di sbagliato?- chiese a nessuno in particolare. 
Chris le mise un braccio intorno alle spalle e la attirò contro lui accarezzandole lentamente un braccio.
- Non hai niente di sbagliato, è solo che più ami una persona e più fai fatica a dimenticarla.-
- Lui è stato il primo che io abbia mai amato lo sai?- sussurrò la ragazza appoggiando la testa sulla sua spalla.
- E non so se smetterò mai di amarlo- concluse infine, rassegnata a portare sempre quel dolore con lei. 
Magari sarebbe riuscita a mitigarlo un po' ma non sarebbe mai riuscita a farlo sparire, ormai Slash aveva impresso a fuoco un marchio sul suo cuore e non importava quanto ci provasse, non sarebbe riuscita a cancellarlo. 
Cullata dalle braccia di Chris osservò le strade deserte illuminate dalla luce particolare del giorno appena nato, piene di un silenzio pacifico che desiderava poter assorbire dentro di lei. 
Sentì la brezza del mattino soffiare leggera facendole venire la pelle d'oca sulle gambe nude e si chiese dove fosse in quel momento Slash, si chiese scioccamente se magari stesse pensando a lei.

 

***


Slash aspirò nervosamente dalla sigaretta prima di buttarla per terra e schiacciarla con rabbia con la punta dello stivale. 
Perché cazzo dovevano aspettare così tanto prima di poter salire? 
Insomma, avevano un fottuto jet della American Airlines a disposizione, non avrebbero dovuto avere un po' di vantaggi in più, tipo quello di salire e partire subito? 
Già il fatto che Axl avesse deciso di partire a quell'ora del mattino, o notte fonda, era un'assurdità bella e buona ma non aveva detto niente, come al solito, non voleva certo creare inutili problemi per una questione che richiedeva solo un po' di flessibilità da parte di tutti loro. 
Sii accomodante e tutto andrà per il meglio, si diceva ultimamente, un po' troppo spesso per i suoi gusti in realtà ma cercò di non pensarci. 
Erano tante le cose a cui stava cercando di non pensare e il fatto che la sbronza presa alla festa del RIP stesse passando non era molto d'aiuto. 
A intervalli regolari scorreva davanti ai suoi occhi l'immagine di Bonnie, bellissima eppure così lontana e irraggiungibile come non lo era mai stata per lui. 
Vederla circondata da tutti quei ragazzi, poco importava che fossero suoi amici, gli aveva fatto venire il sangue amaro, avrebbe tanto voluto urlare a tutti quanti che non potevano guardarla neanche per sbaglio ma sapeva di non averne il diritto. 
Per tutta la serata aveva osservato impotente come scherzava con tutti loro senza quasi degnarlo di uno sguardo, come se lui fosse una semplice comparsa nel film in cui lei era protagonista. 
Ma quel debole castello di falsità mascherato da buonumore era crollato a concerto finito quando l'aveva vista guardarlo, aveva visto la sua maschera cadere miseramente ai suoi piedi e aveva osservato il dolore riaffiorare con crudele maestosità sul suo volto lasciandolo spiazzato perché aveva veramente creduto che lei l'avesse dimenticato. 
A quanto pareva non era così e quella visione aveva sciolto le briglia del suo rimorso che l'aveva invaso nuovamente. 
Uno stupido coglione, ecco quello che era stato, per averla tradita, ferita e per averle permesso di allontanarsi da lui, forse avrebbe dovuto insistere di più. 
Anche lei però, sarebbe potuta essere più comprensiva no? Ah, donne. Chi le capisce mai? Anche Duff pensava che la reazione di Bonnie fosse stata un po' estrema, e dire che di solito era lui quello più comprensivo della logica femminile. 
Guardò il suo compagno poco lontano da lui guardarsi intorno agitato e frugare nella tasca del chiodo tirando fuori una scatolina di Valium per poi prenderne due pillole. 
Duff e i suoi attacchi di panico che lo inducevano ad assumere ingenti quantità di tutto ciò che potesse stordirlo abbastanza da non capire dove si trovava o tanto meno chi era. 
Duff, compagno di sbronze che erano passate alla storia e amico carissimo, almeno lui era rimasto della famiglia improvvisata che si era costruito in quegli anni. 
Axl ormai lo sentiva così lontano da lui, da tutti loro, che non si ricordava neanche più come fosse avere una conversazione decente con lui come tutte quelle avute quando anni prima lo aveva ospitato da lui per un breve periodo.
Izzy invece sembrava essere stato sostituito dal suo gemello buono e malinconico. Era contento che si fosse dato una regolata ma non poteva negare che gli mancasse il vecchio Izzy. 
Steven non sapeva neanche dove diavolo fosse o se fosse ancora vivo e la rabbia che provava ancora nei suoi confronti lo induceva a non preoccuparsi più di tanto delle sorti del ragazzo. 
Lanciò un'occhiata a Matt, quello sarebbe stato il suo primo concerto con loro ed erano tutti leggermente in ansia, non solo per il fatto che il loro repertorio di canzoni era abbastanza vasto ma anche perché quella era la prova del nove. 
Ci sarebbe stata ancora sintonia tra loro sul palco con un nuovo batterista? 
E lui avrebbe retto la pressione? 
Duff gli aveva detto che, quando stavano ancora incidendo gli album e Matt all'improvviso era sparito senza farsi più sentire, lo aveva trovato nella cabina armadio della casa che gli aveva affittato con una montagna di coca, completamente sballato. 
Meglio non pensarci. 
Quando cazzo li avrebbero fatti salire?

Finalmente salirono sul jet e lui si buttò su un sedile che era più che altro una poltrona. Era stanco, non aveva chiuso occhio quella notte, ma non voleva dormire, ultimamente era restio a farlo e cercava di resistere fino a quando non crollava esausto. 
Non lo faceva tanto perché non volesse dormire ma perché il sonno era sempre seguito dal risveglio e a lui non piacevano i suoi risvegli, gli ricordavano quanto fosse solo, o comunque gli ricordavano che mancava la persona che avrebbe potuto renderli degni di essere vissuti. Era anche per quello che aveva avuto così tanta fretta di trasferirsi da Renèe: non sopportava più di stare in quella casa così vuota eppure allo stesso tempo ancora così piena della presenza di Bonnie che lui sentiva in ogni angolo, non sopportava più di svegliarsi sempre da solo ed aveva sperato che un'altra presenza accanto a lui l'avrebbe fatto sentire meglio ma non era stato così, non era riuscito a sostituirla. 
Si prese il ciondolo a forma di zanna che portava al collo e lo aprì portandolo a una narice per poi aspirare rumorosamente. 
Sentì la coca scorrere nel suo sistema e si abbandonò contro lo schienale della poltrona calandosi il cilindro in testa in cerca di un nascondiglio dal mondo. 
Ora andava meglio. 
Avrebbe tanto voluto anche un bicchiere di Jack, giusto per ottenere il mix perfetto. 
Lo chiese e gliene portarono uno bello fresco con tanto ghiaccio, come piaceva a lui. 
Gli tornò in mente quella notte in cui lui e Bonnie si erano finiti una bottiglia intera di Jack sul corpo dell'altro. Gli sembrò di risentire il liquido scorrere sulla pelle prima che venisse leccato via, gli sembrò di risentire la risata di Bonnie dopo che la bottiglia, ormai quasi del tutto vuota, si era rovesciata sulle lenzuola, gli sembrò di rivedere i suoi occhi accessi e caldi guardarlo, penetrarlo mentre la prendeva. 
Non pensarci, dannazione! 
Accostò il bicchiere alla bocca e mandò giù quello che ne rimaneva sentendolo scorrere giù per la gola come dolce veleno. 
Sentì i motori accendersi e dopo poco il jet alzarsi nell'aria con destinazione Rio, facendo fare una capriola al suo stomaco. 
Lanciò una breve occhiata a Duff, che si stava scolando vodka come fosse acqua, e poi guardò fuori il cielo del primo mattino e la città che diventava sempre più piccola sotto i suoi occhi. 
Chissà dove era Bonnie, cosa stava facendo e se pensava a lui. Chissà se l'avrebbe rivista, se lei l'avrebbe perdonato o se l'aveva persa per sempre. 
Una risata amara gli salì sulle labbra e morì prima che potesse essere udita da altri. 
Era seriamente convinto che lei fosse quella giusta, quella della quale non si sarebbe stancato mai, quella che gli sarebbe stata accanto, per sempre, nonostante lui aborrisse l'idea dell'eternità, soprattutto se associata alle donne. Ma quando si parlava di Bonnie tutto veniva ribaltato, perdeva senso, lasciandolo stordito come se fosse stato sotto l'effetto di una droga ma anche sorpreso ed incuriosito. Era una roccia, era stata la sua roccia, forte e sicura, anche quando lui stava andando alla deriva, la persona sulla quale sapeva con certezza che si sarebbe potuto appoggiare. E allo stesso tempo era sempre stata per lui una continua fonte di sorpresa, lo aveva lasciato più volte spiazzato perché non pensava che una ragazza avrebbe mai potuto avere quell'effetto su lui, che avrebbe mai potuto penetrare oltre la barriera dell'alcool, della droga, della musica e di quel suo stile di vita. 
Ma lei lo aveva fatto e lui non era stato capace di trattenerla con lui, l'aveva ferita ed alla fine se n'era andata anche lei, lasciandolo solo a fare i conti con tutte quelle brutte sensazioni che non volevano proprio andarsene dal suo animo. 
Solo dopo averla persa aveva assaggiato il vero sapore dell'abbandono, della solitudine.
Un bicchiere non bastava, dove diavolo era la bottiglia di Jack?


Eccoci qui. Come al solito mi sono commossa nel segnare questa storia come completa e nel pubblicare questo ultimo capitolo. Ma parto con ordine. 
La canzone: avrete notato che i Placebo sono stati il gruppo più ricorrente in questa storia, dal titolo a numerosi capitoli e non solo perché spesso li ascoltavo quando scrivevo ma perché sono convinta che incarnino al meglio lo spirito di questa fanfiction. Questa canzone, quando l'ho ascoltata l'ho trovata perfetta per il capitolo e ne sono stata ancora più convinta quando mi sono letta la traduzione del testo (data la mia conoscenza pari praticamente a zero del francese mi sono palesemente e vergognosamente affidata a un sito in cui fosse tradotta, qui l'ho lasciata in francese per non intaccarne l'essenza ma vi invito, nel caso in cui il francese vi sia sconosciuto, a leggervi la traduzione), spero che sia lo stesso per voi.
Ora passo alle precisazioni riguardanti il capitolo: sebbene nel corso della storia le sviste a livello temporale e no fossero non intenzionali questa volta ho volutamente ignorato la reale successione degli eventi ritardando la festa del RIP di qualche mese, in realtà è stata fatta a Novembre, per poter condensare quella e la partenza dei Guns per Rock in Rio nell'arco di una sola notte e di un solo capitolo, esigenze di trama. Per quanto riguarda la festa erano sul serio presenti tutte le persone che ho menzionato e, a proposito di Lars e Sebastian che sembrano due cagnolini sbavanti voglio precisare che Bonnie non è una modella gnocchissima che non sembra neanche vera tanto è bella, loro si comportano così perché... beh sono ragazzi, ubriachi e fatti per giunta, che comunque si trovano vicino a una bella ragazza e fanno i marpioni, niente di troppo straordinario. E poi mi piace troppo far ingelosire Slash in ogni maniera :D 
Nell'ultima parte non so se avete notato ma ho fatto una breve incursione nella testa di Slash, cosa che non avevo mai fatto se non per lo spazio di alcune righe perché mi spaventa un po' a dire la verità, ho tuttora paura di non rendere abbastanza maschile il suo modo di pensare e soprattutto di non riuscire a renderlo abbastanza verosimile, se magari mi faceste sapere cosa ne pensate del mio esperimento mi farebbe un enorme piacere :)
Per il resto non penso ci sia altro da precisare, ormai è evidente che questa storia non è finita bene, non poteva, sarebbe stata una forzatura davvero eccessiva e mi sarebbe sembrato un tradimento, ulteriore, nei confronti di Bonnie, del personaggio che è diventata. Mi dispiace, so che ci speravate, almeno alcune di voi, ma fin dall'inizio queste erano le mie intenzioni. Sono convinta che questo non fosse il periodo adatto per Slash e Bonnie come una coppia, non più, non dopo tutto quello che avevano passato e le numerose questioni ancora irrisolte, sono entrambi per certi versi ancora immaturi e giovani e fin troppo incompatibili per una relazione un minimo seria, penso che concorderete con me. Anche a me è dispiaciuto un sacco lasciarli così ma dovevo rimanere, per principio, fedele a loro. Ma, grandissimo ma, non disperate perché non è finita qui. Fin dall'inizio di questo mio tentativo di provare a scrivere una fanfiction volevo parlare del loro rapporto negli anni ed arrivare perlomeno al periodo dei Velvet Revolver, solo dopo ho sentito la necessità di dividere la storia in più parti perché non mi sento a mio agio con una storia con troppi capitoli. Come al solito, dopo aver finito di scrivere Post Blue ho iniziato la terza parte, che sarebbe quella conclusiva di questa mia trilogia (sono pazza, lo so), solo che scriverla si sta rivelando un processo ancora più lungo di Ride (che ho scritto in qualcosa come una settimana e mezzo) e di Post Blue sia per le tematiche che per la testardaggine dei personaggi che per il mio modo di approcciarmi alla scrittura dei capitoli, modo che con il passare dei capitoli è cambiato e che ha come effetto più evidente la lunghezza dei capitoli e il tempo che impiego per scriverne uno. Per farvi capire, ho iniziato a fine luglio e al momento sto scrivendo solo il settimo capitolo, è un processo lunghissimo che poi mi porta a sfornare capitoli molto più lunghi, ho già raggiunto con i capitoli scritti finora la lunghezza di Ride! questo per dirvi che la mia intenzione non è quella di lasciare questi due poveretti in questo stato pietoso, anche perché, lo dico sempre, io per prima sono una grande amante dei finali felici. Quindi non disperate, se la mia musa (=Slash) mi assiste dovrei essere in grado di finire anche questa ultima parte e quindi di pubblicarla, lo spero, ma non so quando potrebbe succedere questa cosa, spero di non metterci un'eternità ma, realisticamente parlando, almeno un paio di mesetti ci vorranno. Detto ciò non penso che ci sia altro da dire, spero che siate interessate al seguito, spero di riuscire a concluderlo e quindi di farmi rivedere qui. Spero come al solito che quello che avete letto fino ad adesso vi sia piaciuto e non vi abbia fatto rimpiangere il tempo impiegato a leggere. Vorrei ringraziare di cuore tutte le persone che mi hanno accompagnata in questo percorso, sia attraverso la lettura silenziosa, sia attraverso l'aggiunta di questa storia tra le seguite o le preferite. Infine vorrei fare un ringraziamento ancora più grande a chi ha trovato il tempo e la voglia per recensire (anche io ero una lettrice silenziosa che spesso non recensiva perché aveva paura di non avere niente di interessante da dire ma poi ho cominciato a farlo e, diventando a mia volta "autrice" ho realizzato quanto in realtà le recensioni siano gradite, anche quelle di due righe), con particolare riguardo a smarties89, nala91 e chiaretta78 che non potrò mai ringraziare a sufficienza per avermi accompagnata in maniera così entusiasta e con recensioni così belle che mai mi sarei sognata di ricevere. Scrivere è un grande piacere, spesso una necessità. Pubblicare quello che si è scritto è volersi mettere alla prova, affrontare il giudizio di altri ma che grande gioia e soddisfazione apportano le recensioni e la realizzazione che quello che hai scritto effettivamente piace anche ad altri! Grazie, grazie, grazie, spero che ci rivedremo presto! :)
Adesso la smetto di essere logorroica e vi lascio, vi dico un'ultima volta che è stato un grandissimo piacere condividere con voi Post Blue e poi me ne vado sul serio.
Rock n' fuckin' roll,
Breath

 

  
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