Anime & Manga > Rossana/Kodocha
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Autore: magic mellah    30/11/2014    4 recensioni
{ long-fic | Sana/Akito | Tsuyoshi/Aya | Gomi/Hisae | accenno Fuka/Akito e Sana/Naozumi | dedicata a violaine per il suo compleanno | AU }
uhm, alice mia. ♥ ti ho dedicato uno schifo, scusa :c
comunque, ssssalve gente del fandom di kodocha. uhm, qui Sana è sordo-muta, e la fic è au, ovvero si svolge in un universo parallelo. Sana ha quindici anni, e anche Akito, ma lei non è un attrice, e suona uno strumento... e caiser, non vi dico altro c":
tratto dal secondo atto:: Sana salutò con un cenno della mano i ragazzi, e solo quello occhialuto ricambiò energicamente, mentre il biondo le lanciò uno sguardo eloquente, annoiato.
Sperava solamente che non fosse un uscita a quattro, ma solamente da amici, perché se no avrebbe ammazzato Aya, solamente se avrebbe provato a cercare di farli mettere insieme; quel "siete carini tu e Akito" che le aveva detto prima di andarsene, la aveva fatta arrossire ed infastidire allo stesso tempo.
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Aya Sugita/Alissa, Sana Kurata/Rossana Smith, Tsuyoshi Sasaki/Terence, Un po' tutti | Coppie: Sana/Akito
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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{ act six. }


Sana, come sempre, osservava tutta la classe che rideva e scherzava. Fortunatamente ci furono due ore di supplenza, e nella classe stava regnando il caos totale, quel giorno: c'era chi faceva i compiti per le ore successive; chi lanciava aereoplanini di carta; e chi mangiava pizza, ordinata poco prima; poi c'erano Tsu e Aya, che, ovviamente, si scambiavano coccole e baci a non finire. Nel bel mezzo di un casino ci fu un urlo, precisamente di una ragazza, la nuova arrivata. Se non sbagliava si chiamava Fuka Matsui, e veniva da Osaka. Sembrava simpatica come ragazza, anche se era arrivata appena una settimana prima. La ragazza in questione aveva cacciato un urlo, perché fu totalmente ricoperta di vernice dei più svariati colori: blu, bianco, verde, rosso, arancione e così via. Vide Fuka uscire dalla classe a testa bassa piangendo: guardò Gomi, che si sbellicava dalle risate, e decise di uscire, per starle vicino.
Andò in bagno, il posto più probabile dove la ragazza potesse essere andata; la vide, per terra, con la testa appoggiata alle gambe, e che ogni tanto sbatteva i piedi sul pavimento, quasi come se fosse di consolazione. Prese il fazzoletto di stoffa che aveva in tasca e lo sciaquò un poco, per poi avvicinarsi a lei e porgerglielo. Fuka sobbalzò, non aveva sentito Sana entrare nel bagno. La ragazza dai capelli color rame le fece un grosso sorriso, e lei ricambiò. Sinceramente Kurata la faceva un po' sentire stupida, un po' a disagio: se paragonava il suo problema a quello dell'altra, era una sciocchezza, essere ricoperta di vernice. Con il dorso della mano spazzò via le lacrime, e alla fine fece un vero sorriso. Sana prese il piccolo notebook che portava sempre con sé, nel taschino della giacca (con una piccola matita, ovviamente) e incominciò a scrivergli.
"Ciao, non so se ti ricordi di me. Sono Sana Kurata, ma chiamami semplicemente Sana." porse il notebook e la matita alla ragazza, segno che doveva scrivere anche lei qualcosa.
"E tu chiamami semplicemente Fuka." Matsui da vicino ebbe modo di studiare meglio Sana, e si accorse che praticamente avevano lo stesso viso, erano quasi identiche, come due gemelle: Fuka era solo un po' più alta, e avevano i capelli diversi, mentre gli occhi di Sana erano più chiari della ragazza che aveva accanto, ma per il resto erano davvero uguali. Era sorprendente, la loro somiglianza.
"Non essere triste, ti assicuro che Gomi fa scherzi a tutti. E poi scommetto che ora la nostra compagna Hisae lo starà picchiando di santa ragione, te lo assicuro. Se vuoi, facciamo scambio di divisa, se non vuoi restare così."
"Sei molto gentile, Sana, ma non ti preoccupare per me. Mi farò venire a prendere dai miei genitori." ripassò il notebook a Sana, e sorrise.
«Vieni?» pensò che Sana sapesse leggere le labbra, e così fu. La seguì, e ritornarono in classe, anche se Fuka poi chiese permesso al professore che in quel momento stava facendo supplenza, di chiamare i genitori. 
Fuka le sembrava dolce e gentile, ma anche allegra, curiosa, e amichevole, le piaceva, non c'era niente che non andasse, in quella ragazza.


Ritornata in classe si girò dietro, e vide che Akito stava riposando- ultimamente tornava a scuola spesso con lividi, e molti graffi. Che venisse picchiato? Lo escluse. Non erano di certo la famiglia perfetta, ma il padre e la sorella non gli avrebbero mai fatto male, ne era assolutamente convinta. Osservò a lungo il ragazzo, finché lui non aprì i suoi occhi color miele contro quelli suoi color cioccolato. Sobbalzò. Era stata presa in pieno mentre lo fissava, ma lei non aveva fatto nulla di male, giusto? 
Il ragazzo si limitò a stare zitto, e a riappoggiare la testa sul banco. Questo le piaceva di Hayama. Si faceva i fatti suoi, e non gli importava granché delle azioni degli altri, a meno che non riguardassero direttamente lui.


Quel giorno, come sempre, aveva preso cinquanta in matematica; certo, le faceva piacere non aver preso un trenta come al solito, ma le avrebbe fatto comodo aver una media almeno buona. Aveva quasi tutti in cinquanta, in tutte le materie. Prese il suo notebook, e chiese ad Akito se quel giorno poteva aiutarla in matematica. Il ragazzo sospirò, scrivendo un "mi dispiace Sana, ma oggi sono impegnato. Facciamo domani?". Gli sorrise, segno che approvava, e rimase a fissarlo per un po'.
Akito era indubbiamente bello, con i suoi capelli dorati, gli occhi color miele, la pelle non troppo abbronzata, e con il suo fisico muscoloso il giusto, che s'intravedeva dalla camicia. Era chiaro che era il sogno di qualsiasi ragazza, eppure a Sana, più che a un modello, sembrava un angelo, sul serio. 
Sana, quel giorno, avvisò Misako che se ne sarebbe tornata a casa da sola. In realtà, era curiosa di capire il motivo per cui Akito veniva a scuola con nuovi lividi. Non che fosse un'impicciona -o meglio, lo ammetteva, da una parte lo era-, ma si stava seriamente incominciando a preoccupare. Lo avrebbe seguito, costi quel che costi.
 
 
 

Come sempre, la campanella segnò il fine delle lezioni, e una massa di studenti correva verso l'uscita: di solito la rossa evitava assolutamente di mischiarsi in tutto quel casino, e attendeva che quasi tutti fossero usciti, ma avrebbe perso Akito, ed era determinata a seguirlo. Appena uscì dalla classe, corse verso la porta principale, cercando di far attenzione a non spingere nessuno, e invece, a esser spinta, fu proprio lei. Cercò di aggrapparsi a qualcosa, per non cadere, e posizionò male il piede, cadendo.
Non capiva più niente. Le girava la testa. Strizzò gli occhi, e provò ad alzarsi, anche se ci riuscì solo a metà. Vide da lontano Aya e Tsu che venivano verso di lei, preoccupati, mentre qualcuno la prendeva in braccio. Sentì il sangue scivolargli dalla fronte, sporcando lei, e la camicia. Non sapeva neanche se provava più dolore. Sentiva solo caldo, come se stesse per soffocare. Alzò lo sguardo, per un momento, per vedere chi la stava tenendo tra le braccia. 
Akito.
Si strinse ancor di più a lui.
«Akito...» mormorò, chiudendo gli occhi. Il biondo la guardò, pensando di aver immaginato.
«Akito...» sentì chiamarsi, una seconda volta, eppure tutto quello era reale. Sana gli aveva parlato, con una dolcezza nella voce che poteva solo appartenere a una madre, prima di chiudere gli occhi. 
Sì, Sana aveva veramente parlato, e tutto questo non se lo era immaginato.




mellie corner.

ohayo, people! eccomi qui ad aggiornare! dopo quanto, undici mesi? un bel po', decisamente. in realtà, non sapevo più se continuare questa fic, manco sto passando un bel periodo, come sempre, e la scuola mi sta massacrando. però sì, mi son detta di dover aggiornare, e poi questo capitolo era pronto da qualche mese-- 
immagino come la prima parte sia noiosa, anche perché compare fuka, buuut, era indispensabile fare la sua comparsa. anche se tecnicamente avrei preferito che non comparisse mai- ma già che ci sono.
e niente, la seconda parte è un poco confusionaria, ma esprime Sana. per chi non lo avesse capito, per colpa della calca, sana viene spinta e cade, perché non riesce ad aggrapparsi da nessuna parte :') lei è già sbadata di suo aaaah--
e niente, SANA HA PARLATO- so che generalmente le persone sorde non parlano, ma sana è speciale occhey (?). e poi mi immagino Sana e Akito che son due tenerelli. ho già qualche idea per il prossimo capitolo. 
so che questo capitolo è cortissimo, ma dovevo interromperlo, non mi volete male pls cuc
cioè in realtà non so se questa fic possa interessare ancora a qualcuno, mi auguro di sì! 
ja nee! c:

magic.


   
 
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