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Autore: Ossimoro Vivente    03/12/2014    3 recensioni
"-Ma io so che un giorno tu uscirai dal tuo bozzolo. Non importa il tempo che ci impiegherai, so che non è così facile uscirne, ma ce la farai. Diventerai forte. Tutti usiamo questa scusa del “non saper come comportarsi”, ma poi arrivano momenti nella vita in cui sorpassi quella linea e combatti tutte le tue debolezze. Tutti hanno la paura, è vero, ma anche il coraggio: bisogna solo impegnarsi nel cercarlo e scovarlo. Io credo in te, Crona. Quando tu lo avrai trovato riuscirai a credere in te stessa.-"
Anche voi avete sempre pensato che Crona sia una cavolo di femmina piatta, vero?! (certo che sì!!) Beh, ecco una CroxKid basata su 8 simmetrici (o quasi) capitoli che descrivono i loro momenti e il modo in cui si sono conosciuti questi due personaggi che, a mio parere, stanno meravigliosamente insieme.
Spero tanto di avervi interessato.
Buona Lettura!
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Crona, Death the Kid
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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OTTO
Quel tramonto così magnificamente simmetrico era qualcosa di stupendo.
Ma quella sera, insieme a quella ragazza dai capelli assolutamente, inaccettabilmente ODIOSAMENTE asimmetrici… era molto più che stupenda.
 
Solo dopo averla incontrata una settima volta, quello stesso cielo era diventato un ammasso di nubi rosse come sangue. Follia.
Vado da Medusa.
E il mio cuore perse un battito. Ma che altro potevo fare, se non darle appoggio, e sotto sotto pregare che andasse tutto bene?
Non riuscii a sapere nulla di lei visto che ognuno era praticamente per conto proprio durante la battaglia contro Arachnofobia, per non parlare di quella contro Asura. Ero così concentrato nel dar fine a quell’inferno che il pensiero di lei mi sfiorò la mente  molte volte, ma tutte per la durata di qualche secondo.
Poi anime. Anime dappertutto. Ci vibravano attorno come bolle. Le vedevo con gli occhi assonnati mentre Liz e Patty cercavano di tirarmi su, nelle pessime condizioni in cui ero ridotto, in cui tutti erano ridotti.
Ma era finita.
Solo dopo seppi che Crona era stata trafitta da uno dei vector di quella dannata strega ormai tolta di mezzo, ma la sua anima stava ancora bene e Stein era riuscito a risolvere il problema in tempo. Appena saputo strinsi i pugni. Potevo immaginare il fatto che lei, nonostante l’impegno e quel coraggio tirato fuori così arduamente, non sia riuscita a regolare i conti con lei in modo decente. Ero sicuro ci sarebbe rimasta male per l’ennesima volta sentendosi ancora più impotente del solito.
Maledizione, Crona…
Fra tutte le feste che si fecero praticamente in tutta Death City -per non parlare nel mondo intero- per celebrare la vincita della follia, ne organizzai una a casa mia. Qualcosa di più intimo. Un’occasione per poter vedere come stava quella ragazza dopo il tempo che era passato dall’ultima volta.
Per il mio orgoglio non l’ho mai ammesso, fino a quel giorno: aspettavo con impazienza che arrivasse finalmente il nostro ottavo incontro.
 
Nel giorno della festa mi occupai personalmente di andare da Crona e portarla a casa mia facendole allo stesso tempo una bella visita, mentre le gemelle si dilettavano nei preparativi.
Lei era la solita: sempre in quell’angolo, sempre con quel cuscino tra le braccia, sempre con quell’espressione triste. A guardarla le ultime volte che l’avevo vista era man mano diventata un po’ più sicura e tranquilla. Adesso, invece, era rimasta la stessa di quando l’avevo incontrata la prima volta. Né più, né meno.
No buono.
Facendo la strada insieme cercai di essere il solito, mantenendo le palpebre socchiuse e parlando in modo tranquillo, ma lei non accennava a cambiare umore o a mostrare quel suo dolce sorriso. Alla fine non resistetti.
-Crona, cos’ hai?-
Lei alzò lo sguardo con quei suoi occhioni blu. Non riuscii a non sentirmi in colpa -anche se non c’era un motivo valido- nel vederla con quell’espressione da cane bastonato.
-Kid! Crona!-
I ragazzi erano già tutti davanti al cancello di casa mia a salutarci, mentre noi li vedevamo in fondo alla strada.
-Ma che ci fate voi due lì impalati come sempre, eh??- era da un po’ ormai che Black Star ci canzonava con le mani ai fianchi cose imbarazzanti come queste. Lo ignorammo. Qualcosa mi diceva che da lì a poco mi avrebbe fatto infuriare.
Fu bello rivedere finalmente tutti. Maka avvolse un braccio attorno al collo di Crona e cominciò a chiederle come stava mentre tutti cominciammo a chiacchierare e a mangiare come al solito. Sta volta senza pensieri per la mente, senza preoccupazioni, senza angoscia da nascondere, senza più paura. Eravamo la solita comitiva. E meglio di così non poteva essere.
Eccetto per Crona, che continuava a fare il palo della luce mentre tutti intorno a lei sembravano indiani che veneravano il fuoco.
Era pessima.
 Mi si stringeva il cuore ogni volta a vederla così, fu come un de ja vu. Sapevo che se continuava a stare così zitta zitta non ci avrebbe messo molto a peggiorare sprofondando nell’abisso delle sue usuali frasi come “era meglio se non fossi nata” o “non so proprio come comportarmi” ecc. abbassando la sua autostima già ridotta male.
La presi per le spalle da dietro e la scrollai.
-Coraggio, Crona! Il Kishin non c’è più, la follia si è placata, e Medusa non c’è più!-
Sentii un gemito alla parola “Medusa”.Lo sapevo: il problema riguardava lei.
La violetta invece di girarsi verso di me abbassò ancora di più la testa.
No buono, no buono…
Ebbi l’impressione che sarebbe scoppiata da un momento all’altro.
-Eccoli lì i due piccioncini, insieme come sempre!- cominciò Black Star con la sua voce odiosamente alta. Così alta che ovviamente tutti si girarono.
“Piccioncini”? che parola orrenda…
Crona alzò di poco il capo con gli occhi che si discostavano da soli dalla frangia.
Black Star si mise ad agitare il gomito vicino a me con sguardo malizioso, mentre io ero con le palpebre ancora più basse del solito.
-Sapete, vi abbiamo visti al balcone più alto della Shibusen mentre vi abbracciavate appassionatamente!-
Tutti iniziarono a fulminarlo con gli occhi. Notai Maka che cercava un libro nei paraggi.
Cominciai a provare una certa irritazione nei confronti dell’azzurro, ma cercai di contenerla il più possibile.
-Black Star…-
Davanti a me Crona stava emanando un’aura non identificata che mi provocò uno strano timore per lei.
Si sta forse… arrabbiando?
Black Star se la stava ridendo da solo cercando di prendere in giro con intenzioni amichevoli, non accorgendosi che gli altri non stavano affatto allo scherzo.
-Eheh, quand’è che vi dichiarerete?? O lo avete già fatto?! Secondo me è stato prima Kid a dichiararsi, anzi indubbiamente…-
-E SE LO FACESSI PRIMA IO??- tuonò la più improbabile di tutti lasciando basita ogni persona della stanza.
-Cosa ci sarebbe di male se mi dichiarassi prima io, eh? Credi che sia tanto debole da non farlo anche se sono sicura che non sopporterebbe un’odiosa pappamolle asimmetrica come me?!- si girò verso di me convinta, guardandomi negli occhi.
No, non mi dire che proprio qui, davanti a tutti…
 -Beh Kid, mi piaci. Mi piaci un sacco e mi piaci da un sacco, e solo recentemente me ne sono resa conto, nonostante fossi cotta dal primo giorno che ti ho visto. I tuoi occhi, i tuoi modi, la tua gentilezza, la tua fissazione per la simmetria di cui tutti si lamentano, il fatto che hai sempre creduto in me, mi mandano in tilt.-
In tilt lei? E io che dovevo dire? Sentii le pressione alzarmi per le profonde lusinghe. L’imbarazzo si stava impossessando di me e rimasi a bocca aperta come un ebete.
Che diamine…?
La ragazza si rivolse di nuovo a Black Star.
-Contento adesso?- e senza pensarci due volte se ne andò a grandi falcate nei corridoi. Si sentì una porta sbattere con violenza. Il bagno. Il mio bagno.
Ci fu un silenzio tombale. Lasciò i ragazzi completamente sconcertati. Lasciò me senza un solo suono che potesse uscire dalla mia gola.
Notai un’ombra dagli occhi come due fari che barcollava silenziosa e  inquietante alle spalle di Black Star. Lui non ebbe neanche il tempo di girarsi.
-SUPER-MEGA-ULTRA-MAKA-CHOP!-
Il gran tonfo che si sentì indicò che avrebbe fatto parecchio male.
-Brutto stupido, ti avevo detto di stare zitto!- gridò la ragazza dai codini biondi infuriata. E senza indugiare corse verso i corridoi a parlare con Crona. O per lo meno a provarci, visto che si era chiusa lì dentro a chiave.
 
- Crona, ti prego, potresti almeno farmi entrare nel mio stesso bagno?-
 
La mia fronte era appoggiata sulla porta insieme ai miei polpastrelli. Ero ad occhi chiusi, come se cercassi una qualche sorta di contatto dall’altra parte, ma lei si ostinava a stare zitta, anche se la sua anima era tutt’altro che silenziosa.
-Ho provato in tutti i modi di farla almeno parlare, ma non c’è verso. Mi sa che averla minacciata con i Maka-Chop non sia stata la cosa migliore da fare… ma sono fuori dai gangheri, non so in che modo farla sbloccare! - mi disse prima Maka al limite della pazienza, mentre camminava avanti e indietro agitata e preoccupata. -…Eppure prima sembrava un’altra persona… e non sa quanto adesso io sia orgogliosa di lei…- Poi approfittò del movimento per andare verso di me guardandomi diritto negli occhi.
-Kid, mi affido a te-
Sì, lo sapevo già. Avevo intenzione di andarci da quando mi ero deciso di chiudere la bocca dopo quell’inaspettata dichiarazione. Ancora non ci credevo. Mi mettevo una mano alla nuca mentre infilavo i corridoi per andare da lei.
Cavolo…
Deve aver tirato fuori quel coraggio attraverso la rabbia che aveva provato per Black Star e l’angoscia dovuta a Medusa. Non ci aveva rimuginato su. Era scoppiata e basta. E senza rendersene conto ha detto tutto.
Trascinai i polpastrelli verso il basso.
-Crona… per favore dì qualcosa. Non mi ha dato fastidio quello che hai detto. Per niente- supplicai.
Quel silenzio era pesantissimo. Non riuscivo a sostenerlo.
-Otto- pronunciai senza nemmeno pensarci -Questa è l’ottava volta che ti vedo, Crona, e non potrei essere più felice. Capisci cosa vuol dire per me? Ho contato con tanta ansia quante volte ci siamo incontrati, e proprio adesso che è tutto completo non posso parlarti in faccia come si deve!-
Silenzio. Sperai che almeno mi avrebbe ascoltato senza coprirsi le orecchie.
Poi mi venne un lampo. Mi diedi una schiaffo alla fronte.
Diavolo, questa è la mia casa, quanto sono idiota!
Incavai la copia della chiave del bagno nella serratura . Sentii quella dell’altra parte che sbatteva sul pavimento e aprii la porta.
La trovai raggomitolata per terra con la schiena appoggiata alla vasca da bagno. La guardavo dall’alto mentre lei continuava a fissare davanti a sé, come se io non ci fossi.
-Kid, sono davvero inutile-
Chiusi la porta dietro di me. Poi mi sedetti al suo fianco con la sua stessa posizione.
-Sono solo un rifiuto umano. Come fa a sopportarmi Maka? Come fai a sopportarmi tu… Già non sopporto me stessa. Non faccio niente se non c’è qualcuno che cerca di impiantarmi in stanze buie senza cibo né acqua, e se ci provo fallisco miseramente. E’ frustrante. Non sono riuscita neanche solo ad aiutare nello sconfiggere Medusa, nonostante sia un fatto personale. Anzi, sono solo stata una palla al piede, e alla fine chi viene a salvarmi? Maka. Come al solito. Una cosa decente non l’ho potuta fare in tutta la mia vita.-
La violetta affondò la testa fra le braccia.
-L’unica cosa che riesco a fare è lamentarmi di me stessa. Kid, scusami. Non sono riuscita a diventare forte. Ti ho deluso. Ho deluso tutti. Come faccio sempre-
Perché dici così… Non ti rendi conto di quanto sei adorabile?
Mi venne istintivo: le accarezzai la nuca scostandole di tanto in tanto i ciuffi purpurei del collo. Lei alzò lentamente la testa e mi guardò con i suoi occhi tormentati.
Non resistetti dal darle un delicato bacio sulle  labbra. Semplice, leggero, come se glielo avessi dato un migliaio di volte prima, come se ci fossi abituato. Quando mi scostai lei aveva cambiato espressione, ma non ci badai troppo.
-Anche io quel giorno, il primo giorno in cui ci siamo incontrati, ho sentito quella risonanza nell’anima-
Crona parve come imbambolata, ma poi si riscosse.
-D-davvero?-
Annuii sicuro.
-Sì, l’ho sentita appena ti ho guardata negli occhi-
Lei si indicò goffamente con lo sguardo più speranzoso di prima.
-A-anche io!-
Sorrisi. Poi pensai ai suoi capelli mentre continuavo ad accarezzarla.
-E sì, i tuoi capelli sono il disordine più totale…- lei abbassò gli occhi con aria colpevole -… eppure, chissà perché, li amo così come sono-
Così riuscii a vedere, dopo tanto, un altro suo sorriso accennato.
-Sai, anche io molte volte mi sento un “rifiuto umano” odiando come la peste quelle tre strisce che mi ritrovo in testa. Mi sono sempre sentito così, fin da piccolo. Infatti in molti mi prendevano in giro. Nonostante fossi un mezzo Shinigami tutti mi sparlavano dietro su quanto io fossi così incredibilmente perfettino e pignolo su ogni cosa. Ma tu sei stata l’unica che è riuscita ad assecondare questo mio vizio. Grazie, Crona.-
Lei si limitò ad annuire arrossendo intimidita.
-…Ma anche se stavo zitto zitto, da piccolo piangevo sempre come una fontana davanti a mio padre. Le voci non smettevano, ma pian piano crescendo ho imparato a fregarmene, e adesso sono tranquillo.- le dissi un po’ imbarazzato ripensando all’infanzia mentre cominciai a spostarle un ciuffo dietro l’orecchio. – E’ solo questo che ti manca: crescere. Hai passato la tua infanzia nel terrore più assoluto; è comprensibile che quando cerchi di tirarti su da una caduta non ci riesci a primo intento-
Le vidi un lampo di consapevolezza.
-Ma il fatto che cominci a coltivare speranza è già il primo passo. Imparerai pian piano a non arrenderti e ad affinare sempre più gli obiettivi che ti sei prefissata. Te l’ho detto, Crona: non importa il tempo che ci impiegherai. Io ti aspetterò sempre e comunque. Perché io ti amo così come sei.-
All’improvviso mi sentii soffocare in un abbraccio ben saldato al collo che mi fece barcollare. Se non mi fossi tenuto al pavimento sarei sicuramente caduto per terra con lei sopra di me… anche se la cosa non mi sarebbe dispiaciuta.
-Ugh, e poi dici che sei debole!-
Lei ricominciò a ridere. Sta volta più forte dell’ultima volta in cui ci siamo visti. Rise per un bel po’.Quant’era bella la sua risata.
-HA DETTO SIIII!!!- si sentì Black Star dall’altro lato della porta che imitava una stupida donnina con una vocetta fastidiosa.
Mica ho accettato una proposta di matrimonio…
Arrossii violentemente, mentre Crona si stava staccando.
-Ehy!- lo dicemmo noi due in coro senza neanche rendercene conto.
Quando aprimmo la porta tutti i ragazzi erano ruzzolati per terra. Segno che erano rimasti con le orecchie appiccicate alla porta da un bel po’.
-B-Black Star, non stai mai zitto una volta! Assassino sto cavolo, idiota! Sono stanca di appiopparti Maka-Chop ogni secondo!- gridò Maka arrossita facendo finta di essere quella che non era d’accordo nell’origliare, mentre in realtà era sicuramente la prima ad avere avuto la grande idea.
Mi misi una mano a mo’ di visiera cercando di nascondere gli occhi imbarazzatissimo, con quella faccia che uso puntualmente quando c’è Excalibur. Crona dietro di me soffocò un risolino nasale per niente raffinato.
Che idoti…

Si sta svegliando.
Aspettavo con ansia questo momento.
Faccio il minimo rumore possibile.
La sua testa è sulle mie gambe inginocchiate.
I nostri capelli ondeggiano a ritmo del morbido letto d’erba su cui siamo.
Mi preparo.
Sta aprendo gli occhi.
Finalmente lo vedo.
Il suo sguardo assonnato.
Adoro il suo sguardo assonnato.
Gli sorrido, come se gli dessi il buongiorno.
Lui mi guarda ancora con quelle palpebre sonnecchianti.
Mi imita.
Alza una mano e mi accarezza leggermente una guancia.
Mi sento in Paradiso, altro che Inferno.
Ha aspettato.
E’ passato tanto tempo.
Ma ha aspettato.
Apre piano la bocca.
-Ce l’hai fatta, Crona-



Bene. Ho finito.
Come morale ho messo il fatto che non bisogna arrendersi, nonostante i milioni di tentativi non riusciti. Non importa il tempo che ci metti, ma se riuscirai a raggiungere il tuo obiettivo. Non è mai troppo tardi. Ho parlato anche del fatto di crescere, di maturare le proprie idee, e che quindi non c’è fretta. In pratica ho fatto un Kid maestro di vita xD ma comunque spero che il messaggio non sia arrivato solo alla povera Crona!
Devo dire che personalmente sono molto soddisfatta di come mi è venuta. E’ la primissima volta in assoluto che comincio una qualsiasi storia a capitoli E LA FINISCO. Sì, è corta, ma… è la PRIMA VOLTA, cavolo u.u! Vi sono piaciute le foto? Beh, perché sono le due foto (fra le MIGLIAIA DI MILIONI che ho scaricato nel cellulare su questa coppia) che ho amato di più, e beh, mi sono ispirata a quelle.
Innanzitutto ringrazio:
-Le ore di scuola che ho (gioiosamente) sprecato nello scrivere questa storia.
-Tutte le canzoni sdolcinose che mi hanno ispirata nel corso della storia.
-Il mio criceto (non quello dell’avatar lol)
-Le Gocciole
-La Nutella.
Ma soprattutto tutti coloro che hanno letto, apprezzato e recensito questa storia come SilverSoul, Platin, lapoetastra, in particolare NekoChan08 e Fobbola per avermela seguita. Gracias milles amigos! (il mio fighissimo spagnolo…)
E ultima ma non meno importante: ZOICHI KURONIN!! Ma sapevate che in FENICE, la storia che ha scritto lei, c’è una Crona FEMMINA inserita in un contesto molto più avventuroso, interessante e divertente del mio e accoppiata con un Kid permalosetto, ma figo allo stesso tempo?? Io l’ho letta e l’ho adorata! Questa autrice fa morire dalle risate a mio parere, e il mistero lo sa usare bene in questa storia, vien voglia di leggere come finisce! Beh, dategli un’occhiata e fatele sapere che ve ne pare! Senza sapere come la pensano gli altri su una cosa che fai, come capisci se la fai bene o no? Mi capite vero? (lol no)
Comunque, la finisco qui, come al solito mi dilago nel logorroico T.T spero abbiate avuto pietà per quest’ultima volta.
SHIAO!

 
   
 
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