Film > Basil l'Investigatopo
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Autore: Bebbe5    07/11/2008    4 recensioni
Rattigan è tornato in azione e tocca di nuovo a Basil sconfiggerlo. Ci riuscirà anche stavolta? Per tutti i fan dell'argomento. [capitoli e titolo modificati e corretti]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nota dell’autrice: so che “perseverare diabolicum est”, ma, ehi un impegno è un impegno e io ho promesso di finire assolutamente questa storia.

Se poi non ci saranno recensioni, non importa: secondo me uno dovrebbe scrivere per passione e non per ricevere commenti ecc. Questo è un messaggio per tutti coloro che cominciano una storia e non la finiscono, lasciandola lì per mesi, addirittura anni. Ognuno avrà i suoi problemi, ma io non lo sopporto.

Via, dopo questo piccolo sfogo, diamo il via all’immaginazione e cominciamo a scrivere.

Buona lettura

 

Capitolo 3

 

Sembrava impossibile, troppo orribile per essere vero, ma la prova era lì davanti ai loro occhi.

Rattigan era tornato.

 

Pochi minuti dopo, Basil, Topson e Cornelia se ne stavano seduti sulle poltrone del salotto. La signora Placidia, nonostante fosse l’ora di cena, dopo aver ripulito la stanza dai vetri e aver rimesso a posto l’armatura con l’aiuto di Cornelia (a questo proposito, la governante si era inizialmente ribellata per poi arrendersi alla gentilezza della ragazza), aveva preparato del tè bollente al bergamotto, servendolo in eleganti tazze di porcellana blu e accompagnandolo con le sue deliziosissime focacce al formaggio.

Nessuno dei tre, però, aveva toccato ancora niente. Topson era sconvolto e Cornelia incuriosita, ma entrambi osservavano con attenzione Basil, che se ne stava muto sulla sua poltrona, con le mani giunte e gli avambracci appoggiati sulle ginocchia, lo sguardo assente, che però lasciava trasparire tanta disperazione.

Il silenzio e la tensione si tagliavano con un coltello. Topson decise di rompere il ghiaccio che sembrava essersi impossessato delle loro menti.

 

“Basil, hai considerato l’ipotesi che possa trattarsi di uno scherzo? Rifletti, tutta la Londra criminale ti odia, chiunque avrebbe potuto mandarti un messaggio intimidatorio, spacciandosi per Rattigan e quindi tentare di…”

 

“No, Topson, non c’è alcun errore. Il tratto è lo stesso e, credimi, è inconfondibile. Oh, dannazione! Sono di nuovo all’inizio di una storia che speravo fosse conclusa”

Rispose l’investigatopo con la voce tremante.

 

“Basil, calmati, l’hai già sconfitto una volta, cosa ti fa pensare che non…?”

 

“OH ACCIDENTI, PERCHE’ NON CAPISCI?!” sbottò il detective, alzandosi di scatto e facendo sobbalzare il dottore “neanche un volo dal Big Ben l’ha ucciso!! Neanche quello. Dev’essere per forza un demonio o qualcosa del genere, nato per perseguitarmi. Come diavolo faccio io ad uccidere uno come lui? Cos’altro devo fare che non ho già fatto? Cosa….”

 

SCIAFFF!!!

Il rumore di uno schiaffo risuonò nel salottino e a quello seguì il silenzio.

Cornelia si era alzata e aveva colpito Basil con il dorso della mano. Sia il detective che Topson la guardavano allibiti.

 

“Ora ascoltami bene, Basil di Baker Street. Non esiste topo in tutta Londra che abbia la tua determinazione, tanto meno la tua intelligenza.”

 

“Per forza, più stupido di quello che sono..”

 

Sciaff!!

Un altro schiaffo, stavolta sulla guancia opposta.

 

“Non ti azzardare ad interrompermi, né a sminuirti. Il tuo comportamento non è di

umiltà, ma di pusillanimità. Sai benissimo di essere in grado di affrontare questa situazione, eppure ti tiri indietro, come un bambino che cade per la prima volta dall’albero della cuccagna, quando è quasi arrivato in cima. Dov’è finito il Basil che conoscevo, colui che non si tirava indietro neanche al più irrisolvibile dei rompicapo del professore di matematica, colui che stava a giornate a suonare il violino quando un brano non gli riusciva, colui che risolveva anche la sparizione di una semplice penna d’oca di un ragazzino disordinato del primo anno?”

 

“Quei tempi sono passati, ero giovane e con l’idea di poter aiutare il mondo in qualche maniera, Rattigan non c’era ancora”

 

“Ma sentitelo, ha parlato Matusalemme!! E comunque Rattigan c’era eccome. Ti ricordo che fosti tu ad aprirmi gli occhi su di lui, quando lo frequentavo.”

La bocca di Topson si spalancò. Com’era possibile che un simile angelo potesse essere stato legato in qualche modo a Rattigan?

“Se poi non ricordo male” continuò Cornelia “io all’inizio nemmeno ti ascoltavo, ti trattavo male, anche se eri il mio migliore amico, ma tu hai continuato a provare a redimermi e, solo con la perseveranza per la quale sei tanto famoso, ci sei riuscito.”

 

“Ma dimmi un po’, tu chi saresti per venirmi a dire come mi devo comportare, eh? Ti ripresenti dopo dieci anni, mi schiaffeggi e pretendi pure che io ti ascolti?” sbottò Basil.

 

“Cerco solo di aiutarti, tengo moltissimo a te.” Ribatté Cornelia

 

“Ah davvero? E allora perché te ne sei andata per così tanto tempo invece di restarmi vicina quando avevo più bisogno del tuo appoggio?”

 

“E’ stata la mia famiglia a mandarmi in Europa”

 

“Ma davvero? Beh, tu avresti potuto rifiutare, ma volevi fare carriera, avere tanti

soldi..”

 

“Non sai quello che dici”rispose Cornelia con la voce che le tremava.per la rabbia.

 

“Magari volevi sedurre un ricco signore che ti avrebbe mantenuta e poi…” Basil non riuscì mai a finire la frase, perché un pugno gli arrivò dritto dritto nel naso, mandandolo a finire per terra.

Il volto arrabbiato di Cornelia faceva paura a tal punto che Topson arretrò di qualche passo.

 

“Non ti permettere mai più di darmi della “attricetta da pub” chiaro? E se proprio vuoi saperlo, me ne sono andata perché Rattigan minacciava di uccidere te e tutta la mia famiglia se non avessi smesso di aiutarti. Me ne sono andata brutalmente, lo so, m era l’unico modo per salvarli, per salvarti. Ho scelto di recitare per mettermi in mostra in modo che Rattigan sapesse esattamente che non ero a Londra. Quando ho sentito della morte di quel maledetto sono ritornata, sperando di ritrovare tutto com’era prima”. La sua voce era cambiata, era diventata triste.

“Hai ragione comunque, chi sono io per dirti cosa devi fare? Anzi, visto che si è fatto tardi penso che sia il caso di tornarmene a casa.”

Detto questo, ricacciando indietro le lacrime che spingevano per uscire, Cornelia si avviò verso la porta.

 

“Sai, speravo di trovare quel ragazzo determinato che tanto mi piaceva ai tempi del college. Invece ho trovato un grande detective, rammollitosi dopo aver raggiunto il suo obiettivo per una volta. Spesso mi sono sentita dire che dovevo crescere, ora mi rendo conto che, forse, crescere è la cosa più brutta, almeno per uno come te. Addio Basil, buona sera dottore.”

Con queste parole, la ragazza uscì dalla porta. La sentirono mettersi cappello, guanti e soprabito e uscire dalla porta.

Topson guardò Basil che, ancora a terra, guardava sconvolto la porta dalla quale era uscita l’unica persona per cui il suo cuore aveva sempre battuto.

Il dottore gli tese una mano per aiutarlo ad alzarsi, poi gli disse: “Sai, credo che non avesse tutti i torti. Forse i suoi modi sono stati un po’ bruschi ma..”

 

“No, sono stati esattamente quello che ci voleva in una situazione del genere. Accidenti, le devo chiedere scusa.”

Il detective si avviò verso la porta, con tutta l’intenzione di correre dietro a Cornelia, quando un urlo della ragazza lo bloccò.

 

“Oh no” mormorò prima di uscire nella notte temporalesca.

Guardandosi intorno non vide niente, eppure quell’urlo l’aveva sentito.

 

“LASCIAMI, BRUTTA BESTIACCIA, LASCIAMI!!”.

La voce della ragazza veniva da un punto imprecisato alle sue spalle. Basil si voltò e guardò in alto.

Ciò che vide gli fece rizzare il pelo dall’orrore: appeso al cornicione stava il più grosso ragno che lui avesse mai visto e tra le sue grinfie c’era Cornelia che si divincolava, legata con quelle che, sicuramente, erano ragnatele.

 

“Lasciala andare immediatamente” urlò Basil.

 

“Uh, ma guarda chi si è deciso a mettere il muso fuori casa! Il grande detective! Eri un pochettino scoraggiato eh? Non ti attaccherò per il momento, ma la ragazza viene con me. Sai, Rattigan mi ha chiesto espressamente di portargliela e… AAAAH!”

Basil aveva fulmineamente estratto un revolver che portava sempre con sé e aveva sparato al ragno il quale, centrato in pieno in un occhio, aveva lasciato cadere la ragazza.

Cornelia cominciò a precipitare urlando, ma pochi secondi dopo, si trovò tra le braccia di Basil che l’aveva prontamente afferrata.

 

“Stai bene?” le chiese lui sorridendo.

 

“Credo di sì, sai, con questa presa, potresti essere il mio Robin Hood a teatro.”

 

“Uhm, non credo di essere tagliato per recitare.”

Poi rivolgendosi al ragno

 

“Tsk, Rattigan ha peggiorato i suoi gusti in fatto di lacchè. Vampirello era patetico e brutto, ma tu lo sei doppiamente”

 

“Grrr, non avresti dovuto sfidarmi così. Ma non temere. I giochi sono aperti investigatopo e presto avrò occasione di rifarmi”

 

Detto questo sparì nella notte.

 

FINE DEL CAPITOLO   

 

  
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