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Autore: metaldolphin    19/12/2014    4 recensioni
Oggi più che mai certe riflessioni coinvolgono un po' tutti, frasi sentite si incollano perfettamente alla realtà anche se provengono dalla fantasia. I nostri beniamini ne saranno testimoni, ancora una volta, in una nuova avventura che li vedrà scontrarsi contro pregiudizi duri a morire.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Franky/Nico Robin, Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le ore passarono, le candele si consumarono e si spensero.
Nel cuore della notte, Zoro si svegliò e si scoprì a stringere Nami nel buio; si beò del suo profumo e della sua morbidezza, stupendosi ancora una volta del senso di protezione che quella ragazza gli suscitava.

Un rumore soffocato lo destò del tutto.
Rapido e deciso, scivolò fuori dal letto senza svegliare la compagna ed afferrò una delle spade che teneva sempre a portata di mano.
Con i soli boxer a coprirlo, aprì piano la porta e sbirciò nel corridoio che appariva deserto. Un bagliore, come di lampo improvviso, comparve per sparire subito dopo… se fosse amico o nemico era una cosa ancora da appurare.

Richiuse la porta della camera dietro sé e si avviò nella direzione in cui aveva percepito quel barlume durato un battito di cuore.
Decise che non avrebbe permesso a nessuno di minacciare quella notte così perfetta fino a quel momento, così entrò in cucina, dove uno scarmigliato Usopp in pigiama era illuminato dalla spettrale luce del frigorifero, del quale teneva ancora lo sportello spalancato. Quando sollevò lo sguardo dal ripiano che lo interessava ed inquadrò lo Spadaccino che era stato silenzioso come un gatto, fece un balzo indietro, urlando per lo spavento e la sorpresa.
Tenendo una mano sul cuore per ricacciarlo indietro nel petto, il povero Cecchino ansimò: -Z-Zoro! Che… che spavento! Non ti ho sentito arrivare…
L’altro abbassò la spada e lo guardò severo: -Sta’ zitto, non vorrai svegliare Nami!

-Troppo tardi…- alle spalle di Zoro, una seccata Navigatrice  fece il suo ingresso nella camera. Il compagno la squadrò e sorrise, mentre Usopp, rendendosi conto che lei indossava soltanto lo yukata dell’amico seminudo, avvampava in viso.
-Scusatemi… cercavo soltanto qualcosa da mettere sotto i denti…
Nami sollevò un sopracciglio, poi sorrise, inaspettatamente comprensiva.
Il Cecchino stava bene con i compagni, ma a differenza degli altri a volte tendeva a diventare malinconico e lei sospettava, fondatamente, che il motivo aveva un visino dolce, lunghi capelli biondi e che era purtroppo lontana, sulla sua isola natale. Attendeva il ritorno di un Cecchino che le raccontasse le storie delle avventure, stavolta vere, che aveva vissuto durante quella lunga separazione. Forse Usopp cercava di compensare quella nostalgia con il cibo, quando si faceva più acuto il dolore che portava con sé e l’incursione al frigorifero ne era prova.
-È da tanto che non scrivi a Kaya… perché non lo fai adesso?- gli suggerì e quello, colpito nel segno, alzò il capo, mostrando gli occhioni lucidi, annuì e sparì in direzione del suo laboratorio.

Zoro era sinceramente stupito: -Come l’hai capito?
Lei sorrise furbetta: -Adesso che sa di noi e di Franky e Robin, ho pensato che avrebbe rimpianto ancor più la lontananza da quella ragazza…
Lo Spadaccino annuì e le si portò vicino e la cinse col braccio: -Torniamo a letto?
Mentre lei asseriva col capo, dei passi e il vocio basso e familiare di Franky e Robin ne preannunciarono l’ingresso nell’ormai affollata cucina notturna.
Entrarono strettamente allacciati, coperti da uno striminzito telo di spugna lui e da un corto e scollato accappatoio lei. Ancora umidi, avendo occupato sino a quel momento l’ampia vasca del castello di poppa, li salutarono con disinvoltura.
Anche Robin aprì il frigorifero, recuperandone una ciotola di panna ed una bottiglia di cola, che lanciò al Cyborg. Il quale, prendendola al volo ed accennando al bianco e soffice alimento, esclamava uno dei suoi: -Supeeeer!
La donna gli fece un cenno e lui obbedì sollevandola come se fosse una sposa in abito bianco.
Mentre Zoro distoglieva lo sguardo per una coscia che veniva lasciata scoperta dal corto accappatoio, Robin spalmava una ditata di panna dietro l’orecchio del compagno, per poi leccarla via.
Franky accennò ad una poco convinta protesta: -Tesoro! I ragazzi ci guardano!
Ma l’Archeologa rise: - Magari imparano qualcosa!- strizzò l’occhio ai più giovani e diede segno al compagno di avviarsi.
Mentre sparivano dalla direzione in cui erano arrivati, Nami e Zoro si riscossero e si guardarono sconvolti. Leggendo una nuova urgenza negli occhi dell’altro, corsero, tenendosi per mano, a chiudersi nuovamente in camera… la notte era ancora lunga.
 

Erano passate un paio di settimane e la Sunny veleggiava spinta da un vento sostenuto ed allegro, fendendo sicura con la robusta prua le acque tranquille di una nuova isola già visibile all’orizzonte: entro sera sarebbero approdati.
Si erano ripresi dall’ultima avventura e Zoro stava scendendo dalla palestra, ormai riparata, al termine degli allenamenti quotidiani.
Passò vicino a Nami che prendeva il sole sulla sdraio e, afferrato il bicchiere col succo di frutta che le stava vicino sul tavolino, ne rubò un generoso sorso.
-Ehi!- protestò lei, vedendolo allontanarsi -Dove credi di andare?
-A farmi una doccia… lamenti sempre che sono sudato- ribattè lui , fermandosi a metà ponte.
-Sempresempre no- volle puntualizzare lei, raggiungendolo.
Si incamminarono insieme, dato che anche lei aveva sentito l’improvvisa necessità di un caldo getto d’acqua addosso.
Nel denso vapore che permeava il bagno, Nami insaponò l’ampia schiena di Zoro.
-Posso chiederti una cosa?
-Dimmi.- la incoraggiò.
Da che stavano insieme avevano continuato ad affrontare liberamente ogni argomento, confrontandosi anche energicamente, a volte, ma a loro stava bene così.
-Da quanto tempo mi guardavi… con altri occhi?

Fu preso alla sprovvista da quella domanda. In realtà non sapeva nemmeno lui cosa risponderle.
Nami inclinò il capo, in attesa, ma la risposta non arrivò, allora lo abbracciò da dietro e rise.
-Che timidone… non hai mai dato a vedere nulla, comunque.-  gli disse e lui ghignò.
Era stato bravo a spiarla di nascosto… almeno fino alla penultima isola, quel paradisiaco lembo di terra estivo, dove l’aveva sorpresa più volte a fissarlo ed aveva compreso di poter sperare di essere ricambiato.
-Da tanto, Nami, da tanto…- disse piano e la baciò.




Autore a piè (di pagina):
Hai visto, Zomi? ho modificato un tantino per metterci il tuo doppio senso!
Ringrazio tutti coloro che hanno recensito , messo tra le ricordate (Nami33, Zomi) le seguite (AceDPortogas, allucinator, arcadialife, arcangela87, bragoten93, doragun hitomi, fanzoro, Ice Star, ItsClaire, LuxLuxis, medea78, namine92, Piper_Parker, ShinigamiGirl, shivisdivis, Vivian Gerardi, Yellow Canadair, zorina98, zorosteve) e le preferite (debby san princ, lalla_fairy_pole, Namuzza94, ShikaTema76, zoro28 ,_kiara89)! Un bacio a tutti!
   
 
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