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Autore: Notteinfinita    20/12/2014    2 recensioni
A cinque minuti dalla fine della lezione, gli studenti avevano le facce stravolte e pregavano per il suono della campanella o, in alternativa, anche per una martellata in testa che mettesse fine a quel supplizio.
«Spero che vi sia tutto chiaro.» affermò l'uomo, finendo di disegnare uno dei suoi intricati schemi esplicativi. «Prima che me ne dimentichi, la riunione d'istituto che avremmo dovuto avere mercoledì prossimo è stata anticipata a domani, quindi le lezioni del sabato sono sospese.»
La testa di Martin, che fino a quel momento aveva ciondolato, nascosta dietro al libro, scattò in alto appena udite quelle parole. Niente lezioni, niente compito di matematica, due giorni di vacanza. Solo la paura di una punizione lo trattenne dal saltare in piedi sul banco mentre un largo sorriso si faceva strada sul suo volto e miriadi di progetti prendevano corpo nella sua mente.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Diana Lombard, Gérard Mystère, Martin Mystère
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Week end con Martin


La campanella risuonò per i corridoi della Torrington annunciando agli studenti l'inizio dell'ultima lezione del venerdì.

Una fiumana umana iniziò a muoversi per i corridoi per raggiungere la classe giusta.

«Su, Martin, dobbiamo andare a storia!» protestò Diana, trascinandosi dietro un biondo recalcitrante ed immusonito.

Fingendo di non vedere la faccia da cucciolo maltrattato che esibiva, la ragazza lo portò fino a destinazione scaricandolo al suo posto sbuffando per la fatica.

Mollato l'amico Diana si sistemò al suo posto concedendosi, non vista, una risatina. Martin la faceva arrabbiare, la esasperava ma adorava quando le faceva la faccetta da cucciolo, anche se non l'avrebbe ammesso neanche sotto tortura (chi avrebbe più potuto frenare l'espansione dell'ego di quel matto se fosse venuto a saperlo?).

Il biondino fissò ancora una volta il giardino fuori dalla finestra con occhi speranzosi ma l'arrivo del professore pose fine ad ogni suo piano di fuga.

«Buongiorno ragazzi, su prendiamo i libri, oggi dobbiamo parlare della Guerra dei sette anni.» annunciò il docente, poggiando la sua valigetta sulla cattedra.

Tra uno stridio di sedie i ragazzi presero i libri rassegnandosi ad uscire da quell'aula con un forte mal di testa. Il professor Geller era famoso per le lunghe e tormentate spiegazioni in cui momenti soporiferi si alternavano ad altri in cui i poveri studenti saltavano dalle sedie a causa dei repentini innalzamenti di voce dell'uomo lasciatosi trascinare dal racconto degli avvenimenti storici.

Come previsto, a cinque minuti dalla fine della lezione, gli studenti avevano le facce stravolte e pregavano per il suono della campanella o, in alternativa, anche per una martellata in testa che mettesse fine a quel supplizio.

«Spero che vi sia tutto chiaro.» affermò l'uomo, finendo di disegnare uno dei suoi intricati schemi esplicativi. «Prima che me ne dimentichi, la riunione d'istituto che avremmo dovuto avere mercoledì prossimo è stata anticipata a domani, quindi le lezioni del sabato sono sospese.»

La testa di Martin, che fino a quel momento aveva ciondolato, nascosta dietro al libro, scattò in alto appena udite quelle parole. Niente lezioni, niente compito di matematica, due giorni di vacanza. Solo la paura di una punizione lo trattenne dal saltare in piedi sul banco mentre un largo sorriso si faceva strada sul suo volto e miriadi di progetti prendevano corpo nella sua mente.

«Allora, come sfrutterai questa insperata vacanza?» chiese, fiondandosi sul banco di Diana appena il professore ebbe lasciato l'aula.

«Non so, mia madre è ad un simposio, tornerà a casa solo lunedì.» rispose lei, meditabonda.

«Non avrai intenzione di sprecare tutto il tuo tempo studiando, vero?» la minacciò. «Io vado a trovare mio padre, vieni con me. Ci divertiremo!»

«Non saprei.» rispose, dubbiosa.

«Dai, dai, dai!» la pregò.

Il broncio da cucciolo bisognoso di affetto ebbe la meglio; un cenno del capo da parte della ragazza designò la sua resa incondizionata allo tzunami Mystere.

«Perfetto! Partenza domani mattina alle otto.» annunciò il ragazzo prima di dileguarsi per andare a preparare i bagagli.

«Ma cosa gli è preso?» chiese Jenni, avvicinandosi alla sua amica. «Sembra più pazzo del solito.»

«Niente, è solo in fibrillazione a causa dei due giorni di vacanza.» rispose Diana, pacatamente.

Ridendo le due ragazze uscirono dall'aula per raggiungere il dormitorio.

Diana era appena entrata nella sua stanza quando il suo cellulare iniziò a squillare.

Vedendo sul display il nome di Martin si affrettò a rispondere, forse il Centro aveva bisogno di loro.

«Diana ricordati di prendere i pattini, potrebbero servirci.» urlò il ragazzo, concitatamente.

Senza che la ragazza avesse il tempo di rispondere Martin chiuse la comunicazione.

Perplessa, Diana rimase qualche secondo a fissare il telefonino quindi alzò le spalle e si arrese al fatto che non sarebbe mai riuscita a capire ciò che passava per la testa di quel benedetto ragazzo.

Poggiati i libri uscì per andare alla mensa.

Dopo aver pagato il pranzo, diede un'occhiata in giro e si diresse verso il tavolo a cui era seduta Jenni.

«Posso?» chiese

«Certo!» affermò Jenni, sorridendo. «Come mai sola?»

«Martin sarà ancora alle prese con i bagagli. Va a trovare il padre nel week end.» spiegò Diana.

«E tu?»

«Andrò con lui.»

«Oh oh, viaggetto romantico?» insinuò.

«Romantico, con Martin?» ribatté Diana, ridacchiando.

«Hai ragione.» ammise Jenni, ripensando mentalmente alle cose assurde che gli aveva visto fare da quando lo conosceva. «Io vado in un centro benessere con mia madre e mia sorella, ti va di unirti a noi?»

«Un centro benessere? Bellissimo!» commentò Diana, estasiata. «Ti ringrazio ma ormai ho accettato l'invito di Martin, suo padre è quasi un secondo padre per me, mi dispiacerebbe deluderlo.»

«Peccato. Vuol dire che alla prossima occasione organizzeremo un week end di relax tra ragazze. Promesso?»

«Promesso!»


Finito il pranzo Diana tornò in camera e si dedicò ai compiti per lunedì, dubitava fortemente che in compagnia di Martin avrebbe avuto tempo per studiare.

Aperti i libri cercò di concentrarsi sullo studio anche se ogni tanto un sorriso faceva capolino sul suo viso al pensiero di passare il week end in compagnia di Martin.

Messo da parte anche il tema per letteratura, la ragazza stiracchiò le braccia e gettò uno sguardo all'orologio.

Senza che se ne fosse accorta si era già fatta ora di cena.

Presa la borsa e il giubbotto si diresse verso il fast food da poco aperto nei pressi del Campus.

Acquistato un hambuger si avviò verso il parco della scuola. Faceva freddo ma aveva proprio voglia di stare un po' all'aria aperta dopo le ore trascorse a studiare.

«Fatti i bagagli?» chiese Martin apparendo improvvisamente alle sue spalle e facendola sussultare sulla panchina su cui era seduta.

«Si.» mentì lei, sperando così di metterlo a tacere.

«Bene, allora appena finisci di mangiare passiamo in camera tua a prenderle così le carichiamo stasera e non perdiamo tempo domani.» propose, sedendolesi di fianco, in attesa.

«Impossibile, ci sono cose che mi serviranno domani mattina.» ribatté Diana, cercando di apparire naturale.

«Va bene.» capitolò Martin, mangiucchiando alcune patatine che aveva rubato alla ragazza.

«Allora a domani. Alle otto, puntuale.» la salutò il ragazzo balzando in piedi ed allontanandosi velocemente.

Accartocciato il pacchetto dell'hamburger, Diana lo lanciò dentro un cestino lì vicino quindi si alzò e si diresse a sua volta verso i dormitori, aveva dei bagagli da preparare.


Lavorare per il Centro aveva un indubbio vantaggio, t'insegnava a prendere decisioni velocemente. Così, mezz'ora dopo il suo rientro la valigia giaceva chiusa e pronta in un angolo della stanza.

Lavati i denti e indossato il pigiama Diana si mise a letto e prese il suo diario per il suo resoconto giornaliero.

Quel giorno non aveva molto da raccontare ma trovava che scrivere aiutasse a chiarire le idee.

Stava appuntando quello che aveva preso per pranzo quando le parole di Jenni le ritornarono in mente “Oh oh, viaggetto romantico!”.

Immediatamente un forte rossore le si diffuse sul volto e la portò a nascondersi sotto le coperte, quasi temendo che qualcuno potesse vederla.

Un viaggio romantico? Si, le sarebbe piaciuto ma con Martin...no, impossibile, lui era l'amico d'infanzia, il collega di lavoro...il compagno di divertimenti ma nient'altro.

Il suo pazzo, pazzo Martin a cui lei voleva un bene dell'anima.

Scrollando il capo, Diana tornò a mettersi seduta; quei pensieri non le appartenevano, erano dettati solo dalle parole dette da Jenni, non doveva pensare così.

Finito in fretta di scrivere, richiuse il suo diario, spense la luce e si raggomitolò tra le coperte. Il sonno avrebbe portato via quegli strani pensieri.

Intanto, qualche camera più in là, un elettrizzato Martin finiva di ricontrollare i suoi bagagli ballando al ritmo della musica che risuonava dal suo lettore mp3 quindi, spento tutto, si metteva a letto.

Mentre s'infilava sotto le coperte la sua mente fu attraversata dal dubbio che forse avrebbe dovuto chiamare suo padre prima di decidere di andarlo a trovare ma, sorridendo, si disse che una sorpresa era decisamente più divertente. Quindi si sistemò meglio e scivolò in un sonno popolato di tutte le attività che avrebbe voluto fare nei due giorni seguenti.



NDA:Ecco a voi il primo capitolo di quella che avrebbe dovuto essere una one-shot.

Spero di non avervi deluse, finora.

A settimana prossima per il secondo capitolo.

  
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