Benvenuti a questo nuovo capitolo.
17. SONO SOLO UN NOBILE
Lei era davanti a lui, in ginocchio.
Gli dava le spalle, mentre pregava
tra le lacrime di
fronte alla croce. Fersen scrutò la chioma d'oro che le
cingeva le spalle
candide. Era bella anche nel mare di dolore dove agonizzava giorno dopo
giorno,
anche con gli occhi lucidi per le stille salmastre.
I singhiozzi scuotevano la sua
preghiera, facendola
tremare ad ogni parola.
Quella vista lo fece morire dentro.
Non voleva quel dolore sui suoi
occhi, malgrado tutto.
Allungò la mano, pronto
a muoversi, a fornirle il suo
abbraccio...
-Conte di Fersen- disse una voce
compassata alle sue
spalle che lo fece girare di scatto. Vide la sagoma grassoccia del re
che lo
guardava con occhi rassegnati. Anche lui mesto e provato, come la sua
sposa.
-Lasciateci solI, conte-disse, con quel tono distaccato che aveva
ereditato
dalla sua timidezza cronica e che, invece di essere autoritario,
appariva
semplicemente dimesso.
Lo svedese rimase fermo, immobile
ed il re, senza più
degnarlo di alcuna attenzione, si avvicinò alla consorte.
-Maestà-disse Maria
Antonietta, con voce rotta dal pianto.
-Mia regina-rispose questi- non
possiamo che affidarci
alla preghiera. Facciamolo insieme e speriamo che ascolti la nostra
supplica.-
Fersen guardò quel
quadro.
Lei aveva annuito debolmente,
immersa nel fango della
disperazione più cieca, dove sprofondò in seguito
a quel vacuo consenso.
Se ne rimase a guardarla, nascosto
dietro alla
colonna. Era a pochi passi da lei, eppure le pareva distante miglia e
miglia.
Fu allora che comprese. Nessuno la conosceva come lui...proprio lui,
che non
poteva toccarla. Lei era una regina, per quanto fosse fatta di carne e
sangue.
Era la donna di un altro uomo e anche se la amava, tanto da arrivare a
dimenticare sé stesso, non poteva soccorrerla in nessun modo
nella sua ora più
buia. Sono solo un nobile...anche se la amo più di
me stesso, al punto da
ribellarmi agli obblighi verso il mio sangue...sono solo un nobile si
disse, mentre si incamminava sconfitto verso la porta.
Ultimo pezzo di Fersen, che si
congeda da questa
raccolta. E'la scena dove Maria Antonietta prega per la salute del
figlio
Joseph, per chi non se lo ricordasse. Anche questo è un
capitolo necessario. Ci
avviamo verso la chiusura della storia.