Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Abigail_Cherry    25/12/2014    3 recensioni
Leo è un diciottene. Quest'anno ha la maturità e questo dovrebbe essere il suo maggiore pensiero. Ma è innamorato. Innamorato di Mia, una ragazza bellissima, gentile e con un sorriso meraviglioso. Ma ha un piccolo difetto. Si rifiuta di parlare. La sua voce non viene udita da nessuno da circa due anni. Riuscirà Leo a conquistare la fiducia della ragazza e a farla confidare con lui? Vi ho intrigato? Spero di si.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 6:

La luce di un cuore

 

La buona notizia è che posso camminare. Beh, più o meno. Ho sempre la gamba ingessata, ma il braccio ora è a posto. Quindi la dottoressa Montali mi ha concesso di fare qualche passeggiata in ospedale con le stampelle. “Non più di mezz'ora, Leo.” mi ha raccomandato. “Non voglio che il tuo cuore si affatichi.

Mi da un po' fastidio che tutti mi trattino come se fossi un malato di quelli gravi, perché non è così. Insomma, è vero, ho avuto degli alti e bassi, ma girando per i corridoi degli ospedali ho visto dei pazienti messi molto peggio di me. Non ci ho mai pensato alla parola “pazienti”. Non la parola di per sé, ma al fatto che prima di arrivare in ospedale, mi chiamavano “ragazzo”, “studente” o “signorino”, a volte. Insomma, ero una persona. Adesso, invece, vengo chiamato spesso dai medici “paziente della stanza 238”.

Prima eravamo persone. Ora, solo un pezzo di carne da curare.

Solo la dottoressa Montali mi chiama “Leo” ma sono sicuro che quando è con gli altri medici non mi chiama per nome, lo fa solo come gesto gentile quando è con me. Niente di più.

Comunque, non voglio parlare di questo. I miei pensieri pessimisti possono aspettare che sia passato Natale.

Sto camminando ormai da venti minuti. È faticoso camminare con le stampelle. Molto più faticoso di quanto pensassi. Decido di fermarmi all'ingresso dell'ospedale. Siccome è la vigilia di Natale, l'ospedale è più calmo, ci sono meno pazienti e meno dottori che corrono da ogni parte.

Poi entra lei.

Vestita con un lungo cappotto rosa pallido, un cappello bianco e degli stivaletti beige. Stupenda. Si guarda un attimo intorno, finché mi vede, e si dirige velocemente verso di me. Mi raddrizzo la schiena e le spalle: sono nervosissimo.

Si mette di fronte a me e, dopo solo un attimo di esitazione, mi abbraccia, buttandomi le braccia al collo. Non me lo sarei mai aspettato. Ma ricambio l'abbraccio con enorme piacere. È un sogno! Sto sognando! Oh, se è vero allora c'è qualcuno che mi vuole davvero bene lassù! Questo è il più bel regalo di Natale!

Dopo pochi secondi, Mia si stacca da me e mi guarda con un leggero sorriso, poi prende il taccuino dalla tasca del cappotto e comincia a scrivere. “Ciao. Scusa se non sono venuta a trovarti in queste tre settimane.”.

<< Non scusarti. Con il Natale e tutto il resto, avrai avuto da fare. >> rispondo.

“Sì, infatti... Vedo che cammini, anche se con le stampelle. Vuol dire che stai bene? Tra quanto ti dimettono?” scrive.

<< Beh, sì, in effetti sto meglio. La dottoressa Montali ha detto che se tutto va bene mi potranno dimettere tra circa una settimana. >>.

“Quindi non torni a casa domani, per Natale?”.

<< No. >> abbasso lo sguardo, triste. << No. In effetti, è un po' triste... ma domani viene tutta la mia famiglia in ospedale per festeggiare. Spero sarà divertente. >>.

Mia sorride. “Ti ho portato qualcosa.” scrive. “Però andiamo nella tua stanza, poi te la mostro.”

<< V-va bene. >> rispondo. Sinceramente, non mi aspettavo tanto affetto da Mia. Chissà perché si comporta così... insomma, ci siamo parlati davvero solo per qualche ora in quei due giorni in cui siamo usciti insieme. Ed uno non era un appuntamento, e l'altro... è andato a finire male. Ma almeno Mia sta bene. Non ha più le bende per le ferite che aveva tre settimane fa.

Arriviamo davanti alla mia stanza ed io entro, mentre Mia mi tiene la porta. Appoggio le stampelle affianco al letto e mi siedo su quello scomodo materasso dell'ospedale.

Mia chiude le veneziane dei vetri dell'ospedale, lasciandoci al buio.

<< M-Mia... >> dico, imbarazzato << C-che stai facendo? >> mi rendo conto subito dopo che la domanda che ho fatto era stupida. Come cavolo poteva rispondere se era buio? Non sarei riuscito a leggere niente!

Penso il peggio. O, diciamocelo, per me sarebbe il meglio. Ma Mia non è una ragazza che... che farebbe l'amore con un ragazzo in un luogo pubblico, e soprattutto in questo modo, con una persona che conosce appena.

Attendo in silenzio. Sento Mia rovistare da qualche parte, probabilmente nella sua borsa. Poi, d'un tratto, un piccolo raggio di luce illumina il suo meraviglioso viso. Tiene in mano un cuore. Un piccolo cuore di plastica, illuminato di rosso. Resta ferma a sorridermi per qualche istante, poi me lo porge ed io lo prendo.

Riesco a scorgere nel buio Mia che prende di nuovo in mano il suo taccuino, ci scrive sopra e poi lo mette vicino alla luce rossa del cuore, per farmela leggere. “Ho pensato che col buio avrebbe avuto un effetto più bello da vedere. È per te. Buon Natale Leo!”.

Sono felice. Molto, molto felice. Ma allo stesso tempo mi sento stupido. Come ho anche potuto pensare che Mia avrebbe... insomma... no.

Le sorrido. I nostri volti talmente vicini che la luce del piccolo cuore illumina entrambi. Non resisto. Le accarezzo la guancia, poi mi sporgo in avanti, cercando di baciarla.

Ma lei si scosta velocemente, ed il mio bacio diretto alle labbra cade sulla sua guancia.

Resto un attimo stupito. Stupido! Stupido! Penso. Sei stato troppo frettoloso! Controlla gli ormoni, una volta tanto!

Mia sembra imbarazzata. Si allontana e riaccende la luce. Scrive di nuovo sul taccuino e lo sporge per farmi leggere.

“Non sono pronta, Leo.” scrive.

Un po' deluso, le metto una mano sulla spalla. << Scusa. È stata tutta colpa mia. È successo solo perché... sai, il buio, il cuore... mi hanno mandato in confusione. >> mi sfrego la nuca con forza: non sono mai stato così tanto imbarazzato in vita mia. << La verità è che mi piaci tanto, da tanto tempo. >>.

Le parole mi sono uscite da sole. Non ci ho neanche pensato, prima di dirlo. Mia mi guarda sorpresa. Poi mi arruffa i capelli affettuosamente, con un sorriso. Prende le sue cose e esce dalla mia stanza.

Che cosa ho fatto?

 

 

 

Spazio autrice!

Un piccolo capitolo per Natale, visto che siamo in tema. Spero vi sia piaciuto! Buon Natale dalla vostra Abigail_Cherry. <3

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Abigail_Cherry