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Autore: vale93    02/01/2015    6 recensioni
«C'era qualcosa di estremamente strano e inquietante nel modo in cui si era comportato Malfoy quel giorno, quasi non fosse stato lui a parlare, ma un ragazzo con le sue sembianze. Rivalutò l'ipotesi di un compagno della serpe imbevuto di polisucco, ma ciò le sembrò ancora più assurdo. Chi mai si sarebbe arrischiato a rubare l'identità al figlio del Mangiamorte più temuto della scuola, e per quale scopo?»
La storia si ambienta durante l'ultimo periodo di apprendistato ad Hogwarts, e non tiene conto degli ultimi avvenimenti riguardanti il viaggio del trio in cerca degli Horcrux nè del fatto che Silente sia stato assassinato. Niente di ciò che avviene nell'ultimo libro ha a che fare con questa fiction, che si propone come uno spaccato sulla vita di due dei più interessanti personaggi della saga, sui quali molti aspetti sono rimasti oscuri.
Sul vero carattere di Draco, sul suo rapporto con gli altri, su quello che può succedere fra due individui ostili nel momento in cui si trovano a interagire in ragione di una scommessa ruota la storia che vi apprestate a leggere, la quale trae il suo titolo dall'omonima canzone di Fabrizio Moro.
Genere: Mistero, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Blaise Zabini, Draco Malfoy, Hermione Granger, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
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Capitolo 16
~~




 
La guardò in silenzio, aspettandosi di vederla scoppiare a ridere all'improvviso. Era certa che da un momento all'altro sarebbe saltata in piedi, annunciando di averle fatto uno scherzo. Ma la ragazza restò immobile, in attesa di una sua reazione. Aveva l'espressione più seria e più cupa che le avesse mai visto.
Gonfiò il petto con un respiro, stringendo le labbra.
-Mi stai dicendo che per un mese hai frequentato Malfoy di nascosto?-
Non rispose.
-Lo hai visto tutti i giorni e... sei stata con lui di notte?-
-La fai sembrare una cosa diversa-
-E cos'è?-
-Niente! Assolutamente niente. Stiamo soltanto facendo..-
-Amicizia?- suggerì, un'esclamazione tra lo scettico e lo sconvolto. -Dico, stai scherzando? Hai presente di chi stiamo parlando?-
-Lo so che è difficile da immaginare- rispose, in tono incerto. -Non pretendo di renderlo plausibile. Non so perchè sia successo, non so perchè da un momento all'altro abbia deciso di parlarmi. Io non so.. che succede!-
La fissò rigida, l'espressione estremamente tirata.
-Hermione, nessuno arriva da un momento all'altro a fare l'amico di una persona che ha disprezzato per anni. Ci deve essere qualcosa sotto.-
-Ma cosa?- fece, alzando la testa con un misto di tensione e irrequietudine. -Perchè deve per forza esserci qualcosa che non va?-
-Perchè non è normale!- sbottò. -Ti rendi conto che potrebbe volere qualunque cosa da te? Portarti in una stanza nascosta, di notte...-
-Non è successo nulla-
-Non ancora!-
Abbassò gli occhi, rigida.
-E perchè?- ripetè. -Che cosa sta aspettando? Ha avuto un milione di occasioni, fino ad ora, perchè non le ha colte?-
Ginny non rispose.
-Forse non deve succedere proprio niente. Forse non c'è nessuno strano piano dietro a quello che sta facendo. Non potrebbe semplicemente... voler parlare?-
Le lanciò un'occhiata silenziosa, ma estremamente significativa.
-So cosa stai pensando. Non è così!-
-Io non ho detto niente-
-Lo pensi. Pensi che fra noi ci sia qualcosa, pensi che lo stia difendendo.-
-Non è vero?-
-No!- esclamò. -No, io non difendo nessuno! Non so perchè abbia deciso di parlarmi, non so perchè stia facendo tutto questo, ma penso che non debba per forza esserci una spiegazione negativa. Insomma, ce l'ho avuto fra i piedi per un mese, perchè non è già successa? Qualunque.. cosa debba succedere?-
Fece per rispondere ma lei la interruppe.
-Lo so, lo so- si affannò -che non ha senso, che c'è qualcosa di estremamente strano, e anormale in lui. Ma finchè non capisco il motivo per cui mi sta cercando e finchè non mi fa del male non ho ragione di smettere di parlargli, nè di condividere con lui il posto in cui vado il pomeriggio da sempre-
-Guarda caso ora ci va anche lui-
-Non.. credo l'abbia fatto apposta- arrossì -Ci siamo incontrati per caso.-
Le lanciò un'occhiata scettica, a cui Hermione decise di non fare caso.
-Ti prego- insistette, poggiandole una mano sul braccio, -Non dire niente. Nè a Harry nè a Ronald, ne farebbero una tragedia. Io so quello che sto facendo, so cosa è pericoloso e cosa no e ti prego, fidati di me. Magari fra un mese non ci parleremo più e sarà come se non fosse successo niente!-
-Non lo vedo probabile-
Si morse la lingua.
Ginny la fissò profondamente preoccupata. -Non mi piace. Hermione per favore, pensaci bene.-
-Pensarci?- ripetè -Cosa dovrei pensare? Non facciamo nulla. Parliamo soltanto, parliamo di molte cose, lui.. sa essere diverso-
-Diverso! Ma che- tirò un respiro, per calmarsi. -Hermione. Non sto dicendo che lui voglia.. fare qualcosa con te. Sto dicendo che tu sembri decisamente fuori dai tuoi schemi e che lui potrebbe usare questa debolezza...- si interruppe. Hermione era saltata in piedi, rossa in viso.
-Non capisco dove vuoi arrivare-

-Invece credo che l'abbia capito!-
Si fronteggiarono tese, le labbra strette. Hermione sembrava sul punto di lanciarle addosso una fattura orcovolante, quando sgonfiò il petto con un respiro, sciogliendo i nervi. -Scusami- mormorò.
In fondo lo sapeva. Quello era uno dei motivi per cui non avrebbe voluto parlarne. La paura di sentirsi fare insinuazioni, la paura di non essere capita... Sapeva che sarebbe successo. Ma la colpa non era di Ginny, la quale le stava semplicemente dicendo ciò che lei stessa avrebbe detto a lei se si fossero trovate l'una al posto dell'altra. Le  sue preoccupazioni erano del tutto comprensibili e naturali. Era lei quella snaturata.
-Forse... sto semplicemente cercando di pensare che anche Malfoy possa avere bisogno di qualcuno.-
Ginny la fissò in silenzio, senza rispondere. Un fascio di luna candida illuminò dolcemente il pavimento polveroso, accarezzando una porzione dei loro volti.
Con un sospiro, si avvicinò al corpo curvo dell'amica, avvolgendone le spalle con un braccio.
-Il problema è che sei troppo buona- disse. -Come con il C.R.E.P.A. Metà degli elfi ti vorrebbe morta, stando al servizio di famiglie come i Black. Ma tu li vuoi salvare comunque.-
Hermione tirò su col naso, contro la sua spalla. Alzò a sua volta un braccio sulla sua schiena, affondando il viso fra i suoi capelli, e la strinse forte contro il petto. In fondo sapeva che su di lei avrebbe potuto contare.


 
*

 
Scese le scale da sola, al mattino. Ginny era sparita con Harry, uscendo con diversi minuti di anticipo, Neville l'aveva imitata e Ronald era introvabile. Attraversò l'ingresso diretta in sala per la colazione.
Dopo la confessione della notte precedente, era riuscita a strappare all'amica la promessa di non farne parola a nessuno, con un'unica clausola:
-Se sparirai per più di due ore canterò tutto-.
Inoltre aveva dovuto giurare che se la cosa fosse andata avanti ancora per molto avrebbe raccontato la faccenda ai ragazzi.
Rabbrividì, pensando che un'eventualità del genere era, oltre che spaventosa, alquanto remota. Non credeva che il rapporto fra sè e Malfoy potesse subire una qualsiasi svolta, tutt'al più che non si parlavano da un giorno e il ragazzo sembrava fermamente deciso a evitarla.
Svoltò l'angolo che portava all'entrata, sospirando, quando si sentì afferrare per un polso.
Sgranò gli occhi, fermandosi. Un paio di iridi grigie si piantarono improvvisamente nelle sue pupille, e lei sentì il cuore perdere un battito.
-Oh..- 
-Ciao- disse.
Si prese qualche secondo per recepire il saluto. A mente, cercò di fare ordine fra le svariate e disordinate reazioni che vederlo le aveva appena scatenato in pancia.
-Ciao..-
-Sei sola?- domandò, come se non se ne fosse già accorto.
Annuì, deglutendo silenziosamente. -Ginny è con Harry e Neville con Luna, credo.-
-E Lenticchia? Strano che non ne abbia approfittato.-
Ci mise qualche secondo a capire l'allusione.
-Ancora con questa storia?- sbottò. -Quante volte ti devo dire...-
-Forza, prima che ci trovi.-
Sgranò gli occhi, interrompendosi. Malfoy l'aveva agguantata per una manica e cercava di trascinarla lontano da lì.
-Ma che stai facendo?- esclamò, guardandosi attorno.
-Ho detto prima che ci trovi-
-Perchè mai?-
-E' possibile chiedere di parlarti in pace per un momento?- si fermò.
Hermione alzò gli occhi sbigottiti su di lui, che li girò subito. Prese la sua mano, stringendola con forza, e la condusse fuori dall'ingresso.
Il cortile era completamente deserto, avvolto da una gelida aria invernale, e la brina mattutina lasciata dalla notte brillava ancora sulla superficie del prato.
Draco si diresse verso una panchina posta sotto la fronda di un salice, mezza nascosta dal profilo della fontana. Quando si fermò, si accorse di tenerle ancora la mano. Fu un attimo, il tempo di rendersene conto, e la lasciò.
-Allora- fece sedendosi, come se fosse la cosa più naturale al mondo. -Come va?-
Hermione gli lanciò un'occhiata sbigottita, chiedendosi il motivo di quella finta domanda di cortesia.
Stava già per rispondere quando Malfoy riprese a parlare, svelando il vero scopo di quella conversazione: -Mi spiace non essere venuto ieri. Ero occupato.-
Non rispose. Era certa che avrebbe passato sotto il silenzio più totale quell'assenza, come molte altre cose. Dopotutto, i loro non erano appuntamenti.
-Non ho superato il compito di Pozioni, sai, la simulazione.- continuò, con fare discorsivo, -Piton mi ha convocato nel suo ufficio per parlarne. Devo recuperare entro Marzo o non riuscirò a superare i M.A.G.O.-
Sbarrò gli occhi, non credendo alle proprie orecchie. -Credevo che Pozioni fosse la tua materia preferita.-
In realtà, credeva che Piton fosse decisamente troppo di parte, nei suoi confronti, e che Draco lo stimasse particolarmente proprio per questo.
-Ho saltato parecchie lezioni questo semestre- spiegò lui con naturalezza -Non ho potuto fare del mio meglio.-
-Credevo che il tuo metodo fosse infallibile- ironizzò. Era un'allusione alla vecchia discussione avvenuta poco dopo il loro primo incontro, circa i diversi metodi di studio che li differenziavano. Draco la ricordava.
-E' così- insistette. -Ma fra studiare e preparare c'è una bella differenza. Ho bisogno di recuperare la pratica, non ho superato per questo.-
Storse il naso, dubbiosa, ma non espresse altre considerazioni. Il vento attorno alla panchina soffiò impercettibile sulle foglie sopra le loro teste, facendole danzare silenziosamente.
-Mi chiedevo- fece lui schiarendosi la gola con un colpo di tosse, -Se fossi disposta a darmi una mano in questo senso. Sai, una specie di... ripetizione- pronunciò l'ultima parola con uno strano accento, evidentemente a disagio nel chiedere aiuto a lei per qualcosa in cui, secondo la sua teoria, avrebbe dovuto superarla di gran lunga.
Hermione si girò a guardarlo sbigottita. -Vuoi il mio aiuto?!- chiese, pensando di non aver capito bene.
Malfoy la fissò negli occhi a labbra strette, e lei serrò le proprie sgomenta.
Aveva già ricevuto una richiesta simile negli ultimi tempi. McLaggen le aveva chiesto aiuto con Trasfigurazione solo una settimana prima, e lei aveva risposto di avere troppo da fare coi propri e coi compiti dei suoi migliori amici per occuparsi di qualcun altro. Aveva rifiutato piuttosto categoricamente, a ripensarci.
Stavolta, però, la risposta che le uscì suonò leggermente diversa.
-Posso aiutarti un pomeriggio, per mostrarti cosa non hai capito... Ma dovrai esercitarti da solo-
Malfoy si aprì in un sorriso soddisfatto, visibilmente compiaciuto.
-Perfetto- rispose. -Sì, è quello che mi serve. Un pomeriggio soltanto. Ci vediamo dopo pranzo in aula di lezione.-
Sgranò gli occhi. -Oggi?- 
-Sì, oggi. Cosa dobbiamo aspettare? Domani hai Rune e prima recupero meglio è.-
Hermione sbattè le palpebre, colta di sorpresa. -Ma.. come ci organizziamo?- 
-Ti invierò un gufo quando non ci sarà nessuno nei paraggi. L'aula dovrebbe essere vuota, ma qualcuno potrebbe avere la stessa idea. Sarai in biblioteca, no?-
Annuì, senza parlare.
-Perfetto- fece lui spazzolandosi le ginocchia dei pantaloni.
Seguì un breve istante di silenzio, sospeso nella gelida aria invernale.
Hermione alzò gli occhi su di lui. Era davvero strano che avesse chiesto a lei aiuto. Non poteva occuparsene Piton in persona? Ma, a parte questo, era strano che non le avesse parlato per un giorno. Possibile che l'appuntamento con il professore lo avesse tenuto tanto occupato da non avere neanche il tempo di cercarla? Solitamente saliva fino in biblioteca per avvertirla, oppure le lasciava i bigliettini nella borsa fingendo di venirle addosso. Adesso invece spariva senza dir niente.
Draco si accorse dello sguardo della ragazza su di sè e girò gli occhi. Per un momento, una lunga occhiata silenziosa intercorse fra le iridi di uno e dell'altra, senza che nessuno dei due si muovesse. Si fissarono muti, pieni di tanti pensieri inespressi.
-Hermione!-
Un urlo improvviso spezzò la quiete assoluta del cortile, esplodendo da qualche parte nell'ingresso. Malfoy si voltò drizzandosi, ed Hermione fece altrettanto, lievemente arrossata. Perlustrò il giardino, spostando gli occhi sulle arcate del porticato con lo scopo di individuare la fonte del richiamo, quando vide Ron uscire da un corridoio.
-Sarà meglio che vada- disse Draco alzandosi.
Hermione annuì, rimanendo seduta. Un attimo dopo il biondo era già corso via, prima che Ron avesse anche solo il tempo di vederlo.
-Hermione- esclamò, raggiungendola col fiatone. -Ma dov'eri finita? Ti stavo cercando!-
-Mi sembra chiaro che stessi qui- rispose lei vagamente seccata.
-Oh..- le lanciò un'occhiata stupita, probabilmente impreparato a un tono simile. -Beh sì.. Mi chiedo cosa ci facessi qui sola.-
-Semmai dovrei essere io a chiedermi dove fossi tu- fece lei raggirando la domanda. -Harry è con Ginny, Luna con Neville, ho dato per scontato che fossi già sceso anche tu!-
-Oh no, sono stato, diciamo.. trattenuto- rispose con un lieve rossore, nonostante la sua espressione fosse poco entusiasta.
-Allora sbrighiamoci a raggiungerli- fece lei alzandosi, e si portò le mani alla bocca soffiandoci sopra.

-Occhio di porco, piede di salamandra-
La biblioteca era in pieno fermento pre-Natale. Molti degli studenti che quel lunedì sarebbero partiti erano entrati a far scorte per le vacanze, e si litigavano bonariamente i volumi necessari ai compiti per casa. Hermione fulminò un paio di ragazzini in piedi davanti al suo tavolo, che contava ad alta voce gli ingredienti appuntati su una lista.
Era uno di quei giorni che odiava di più. Chiasso, confusione, e neanche un posto libero.
Tentò ostinatamente di concentrarsi sulla lettura, sperando che la baraonda si trattenesse nei limiti dei corridoi centrali.

-Silenzio!- tuonò la voce della bibliotecaria sbucando da uno scaffale lì accanto.
Il brusio cessò istantaneamente di proliferare e, almeno per un po', tornò a calare la biblioteca nel suo stato abituale.
Sbuffò, finendo di scrivere il tema di storia. Fortuna che presto avrebbe lasciato il posto.
Dopotutto era un bene che Malfoy avesse scelto proprio quel giorno per chiederle ripetizioni.
Alzò gli occhi sulla finestra, scrutando il cielo plumbeo, ma non un gufo si fece vedere in arrivo all'orizzonte.

Tornò a fissare il tema e mise un punto definitivo in fondo alla pagina. Con uno sforzo, sollevò la lunga pila di libri che aveva consultato e la riportò indietro, sistemando ogni volume al proprio posto. Quando tornò al tavolo, un nuovo tomo polveroso alla mano, si arrestò accanto al termine di uno scaffale. Un piccolo gufo reale la fissava da dietro il vetro della finestra, poggiato sul davanzale.
Per poco non le scivolò il tomo di mano, e si affrettò ad andare ad aprirgli. Prima di girare la maniglia, si accertò che nessuno la guardasse, e tirò delicatamente l'anta per farlo entrare. Il rapace arruffò le penne e saltò dentro alla finestra, planando elegantemente sul tavolo.
Si trattava di un raro esemplare di gufo bianco, visibilmente ben tenuto. Il piumaggio, candido e soffice, non aveva una penna fuori posto, mentre sul muso, risaltanti come tizzoni ardenti, due accesi occhi scarlatti brillavano in mezzo al candore.
Legata a una zampa portava una lettera arrotolata, che Hermione slegò delicatamente.

Scendi appena possibile senza farti vedere. Ti aspetto in aula.

Rialzò gli occhi, per lasciare libero il volatile, ma questo era già sparito, probabilmente spiccando il volo appena aveva abbassato lo sguardo.
Richiuse la finestra con cura, attenta a non compiere rumore, e prese la borsa lasciando la biblioteca.
I sotterranei della scuola partivano da una lunga scala a chiocciola, posta nel viadotto d'ingresso, e scendevano in un buio corridoio di pietra, culminante nella scala per la sala di Serpeverde. Hermione scese i gradini guardandosi attorno attentamente. Sulle pareti ammuffite, poche vecchie ragnatele pendevano sfilacciate dai mattoni, suggerendo la presenza di insetti.
Una volta a terra, proseguì verso la prima porta sulla destra, nella quale entrava ormai quasi tutte le mattine. Era chiusa, segno che nessuno la occupava, perciò si stupì di trovare una figura seduta su un banco, appena spinse una delle ante.
Malfoy alzò gli occhi su di lei, saltando velocemente in piedi.
-Ti ha vista qualcuno?- chiese, raggiungendola.
Hermione scosse la testa, osservandolo richiudere la porta. -Tutto deserto, proprio come hai detto.-
Annuì soddisfatto e tornò a infilarsi fra i banchi.
-Allora- chiese -Da dove iniziamo?-
Lanciò un'occhiata all'interno dei calderoni. -Su cosa hai trovato difficoltà?- domandò avvicinandosi a uno di questi.
La domanda sembrò coglierlo impreparato. -Sugli effetti collaterali dell'ossofast- rispose dopo una pausa. -E sull'amortentia- aggiunse.
-L'amortentia?- alzò la testa.
Malfoy annuì.
-E cosa non hai capito, esattamente?-
-Beh.. direi nulla. Non ero presente.-
Hermione gli lanciò un'occhiata titubante, non capendo come fosse possibile trovare difficoltà in una pozione del genere.
-Va bene..- disse comunque -Proviamo a prepararla.-
Poggiò la borsa sopra a un banco, tirandone fuori una bilancia lucida, un libro di pozioni e la bacchetta.
-Per prima cosa vai a prendere gli ingredienti. Uova di ashwinder, peperoncino in polvere, petali di rosa.-
Malfoy si avvicinò all'armadio delle scorte, prendendo in braccio il necessario. Nel frattempo Hermione aveva acceso il fuoco sotto al calderone, regolandone la fiamma con la bacchetta.
-Sai a cosa serve?- domandò, senza guardarlo.
Malfoy non rispose, chiaramente non ricordando neanche quello.
-E' un filtro d'amore- disse piatta, e dall'espressione che seguì sembrò proprio che il ragazzo non avesse la minima idea di che cosa le aveva chiesto di fare.
Hermione si avvicinò al banco con gli ingredienti e cominciò a preparare le uova.
Pochi minuti più tardi una densa nuvola di fumo si levava lentamente dal calderone, salendo in caratteristiche spirali bianche.
-E' quasi pronta- annunciò, voltandosi verso il compagno. -Visto? Non è stato difficile, basta seguire le istruzioni.-
Malfoy non rispose, annusando l'aria
.
-Sicura di non aver sbagliato qualcosa?- domandò -L'odore dei fiori è forte.-
-Oh no- ribattè, sorpresa. -Assolutamente. Le dosi sono giuste, e poi non sento alcun odore di-
-Sì invece- insistette. -Come fai a non sentirlo? Rose e.. polvere. Hai portato qualche vecchio tomo puzzolente dalla biblioteca?-
Fece per rispondere, ma improvvisamente si zittì. In quel momento, un inconfondibile odore dolciastro si era liberato dalla superficie madreperlacea, solleticandole le narici. Era croccante e fragrante come un pugno di cubetti di zucchero al miele, e dopo qualche secondo si rese conto di star annusando un pugno di caramelle. Sgranò gli occhi, impallidendo visibilmente.
-Che cosa sta succedendo?-
Una voce sulla porta tuonò dentro alla stanza, facendoli trasalire. Piton li squadrò incredulo uno a uno, spostando ripetutamente gli occhi dall'uno all'altra come se non potesse credervi. Alle sue spalle, un paio di grifondoro si affacciò incuriosto nella classe.
Malfoy si irrigidì, come sotto l'effetto di un pietrificus.
-Ci stiamo esercitando- rispose Hermione con un colpo di tosse emergendo dalla nuvola di vapore. -Abbiamo trovato l'aula libera.-
Piton la fissò come se fosse impazzita e poi tornò a squadrare Draco, concentrando su di lui tutta la sua attenzione.
Hermione si chiese perchè non dicesse nulla, e perchè il professore sembrasse così stupito di vederlo lì. Non gli aveva forse detto lui di esercitarsi per non rischiare la bocciatura?
L'atmosfera restò tesa per qualche istante interminabile, poi Piton indietreggiò dalla soglia, grave.
-Ripulite tutto- ordinò, e se ne andò, probabilmente diretto al suo ufficio con i bambini.
Draco sembrò riscuotersi improvvisamente dal torpore e si voltò verso di lei, pallido.
-Dobbiamo andare- sussurrò.
-Cosa?- 
Afferrò il calderone e ne scaraventò il liquido nel tubo di scarico.
-Ma che fai?- esclamò, -Mancavano tre minuti!-
-Ho dimenticato di chiedergli l'aula. Me ne sono dimenticato.-
Hermione lo seguì scioccata ripulire il banco dagli ingredienti e lavare il calderone con un colpo di bacchetta.
-Presto, prendi la tua roba-
-Vuoi rimandare?-
-Oh no- fece fermandosi, come se solo allora si fosse reso conto del suo comportamento. -Certo che no. E' solo che dobbiamo spostarci, andiamo in un altro posto.-
-Non gli hai detto che facevi ripetizioni con me?-
Non rispose.
Ma certo, si disse. Che sciocca. Il fatto che le avesse chiesto aiuto non significava che si dovesse sapere che aveva il suo aiuto. Nemmeno fra i professori. O, forse, specialmente fra i professori.
-Ho dimenticato di chiedergli il permesso- ripetè lui come se non l'avesse capita -Non so come ho fatto a dimenticarmene.-
Hermione gli lanciò un'occhiata scettica, vicino al calderone, ma poi mise a posto le sue cose, seguendolo fuori dall'aula.
-E adesso?- chiese quando uscirono in corridoio.
Il sotterraneo era ancora deserto, proprio come quando erano arrivati. Malfoy sembrava però stranamente inquieto, e continuava a guardarsi attorno nervoso.
-Insomma- fece lei, irritata, -Se ti vergogni di studiare con me fai ripetizioni con qualcun altro!-
Draco tornò a guardarla, probabilmente non preparato a un'affermazione del genere.
-Non è con chi le faccio- disse, cercando di mostrarsi convincente. -E' che le faccio, il problema. Non voglio che si sappia. Insomma.. non sei l'unica a tenerci alla media.-
Hermione alzò un sopracciglio bruno, per niente convinta, ma decise di non insistere. -Andiamo nella Stanza delle Necessità?- suggerì.
Malfoy sembrò impallidire nuovamente.
-Insieme?- esclamò -Potrebbero vederci, sono sette piani. Insomma, non che..- si bloccò, fissandola intensamente come se sperasse che lei capisse.
Hermione capì, perchè era la prima a non volere che qualcuno la vedesse insieme a lui, ancora per il momento. Ma trovò comunque irritante il suo comportamento per linea di principio. Gli stava offrendo il suo aiuto, dopotutto.
-Allora credo proprio che dovremo rimandare. Non si possono far pozioni in un posto qualunque.-
-Ti andrebbe di scendere?- le chiese, interrompendola bruscamente.
Sbarrò gli occhi, non sicura di aver capito.
-Come?-
Lui lanciò una breve occhiata alle scale, indicandogliele, e lei seguì la traiettoria del suo sguardo.
Quando tornò a guardarlo in faccia, era incredula. -Mi stai chiedendo di venire nel tuo dormitorio?-
La proposta era talmente assurda che temeva di averla fraintesa del tutto.
-Ho bisogno che mi aiuti- fece lui a bassa voce, -senza perdere tempo. Possiamo ripassare qualche nozione di teoria, nel frattempo. In sala comune non c'è nessuno.-
Hermione sentì gli avvertimenti di Ginny scampanellarle furiosamente dentro la testa.
-Potrebbero essere tornati- osservò, tesa.
-Non penso, ma posso andare a controllare.-
Fece per rispondere, ma lui si era già voltato, allontanandosi lungo il corridoio. Girò gli occhi sull'uscita, chiedendosi se fosse il caso di fuggire. Da una seconda porta alle sue spalle l'inconfondibile voce del professore filtrava dal legno, rivolta ai due ragazzini. Forse ne avevano combinata una talmente grave da meritare l'espulsione, o forse erano semplicemente finiti nel suo mirino. Pochi minuti più tardi Malfoy era già di ritorno, l'espressione seria.
-Non c'è nessuno- comunicò, raggiungendola. I suoi occhi la scrutarono con attenzione, in attesa di una risposta.
Considerò alla svelta come comportarsi e cercò una scusa con cui rifiutare. Per un momento, rimpianse di non aver dato retta a Ginny quando aveva tentato di metterla in guardia. Le sembrò di sentirla dentro la sua testa, che commentava con un dito alzato 'te l'avevo detto'.
-Non penso sia il caso...- rispose, spostando lo sguardo sul pavimento alle spalle del ragazzo. -Forse è meglio che tu chieda a qualcun altro.-
-Come sarebbe a dire?- saltò su -Sei l'unica che sa che non ho passato, credevo mi avresti aiutato!-
Hermione pestò i piedi a disagio. -Non devo venire nel tuo dormitorio per aiutarti.-
-Non ti faccio mica niente- ribattè, incurvando improvvisamente il labbro con una strana espressione divertita. -Se è questo che ti preoccupa.-
Hermione si sentì arrossire, trattata come una sciocca ragazzina piena di idee sbagliate.
-Figurati!- esclamò -Non ho pensato niente del genere.-
-Allora non c'è problema- concluse con insolenza.
Lo fissò accigliata.
I dormitori di Serpeverde erano territorio offlimits, in termini di forma. Mai si sarebbe sognata di visitarli, tantomeno di invitare Malfoy nel suo. Era come una linea di confine prestabilita e mai dichiarata, la quale non si poteva oltrepassare senza spezzare qualche tacito accordo esistente fra di loro. Superarla sarebbe equivalso ad ammettere che in qualcosa Ginny aveva ragione. Che i loro incontri non erano più così normali.
Riflettè. Era già stata in una stanza nascosta con lui, prima di allora. Si erano visti di notte due volte senza che succedesse nulla di anomalo. Piton li aveva appena visti insieme, qualunque cosa le fosse successa. E avrebbe subito saputo dove andare a cercarla. Non era più pericoloso di tante cose che aveva già fatto senza che nessuno lo sapesse. Come salire insieme a lui su una scopa. Non più rischioso...
-Va bene- disse, prima ancora di rendersene conto. -Ma non tratteniamoci troppo.-
Malfoy ritirò gli occhi indietro con un moto di sorpresa. Ma, nonostante questo, cercò di non far trasparire alcun segno di emozione.
-Bene- disse solo, rilassando le spalle.
Le scale in fondo al corridoio scendevano fino a un alto muro in pietra, lungo fino al soffitto.
Malfoy le lanciò una rapida occhiata, prima di avvicinarsi alla sua superficie e sussurrare la parola d'ordine senza che la sentisse.
Vide la pietra scivolare di lato e rivelare un'entrata luminosa. Oltre l'ingresso, uno stretto passaggio portava alla Sala Comune, rischiarata da diverse lampade da soffitto. Di fronte, proprio sulla parete opposta a quella da cui erano sbucati, un grosso camino in pietra crepitava colmo di legna, e al suo capo un lungo ritratto di Merlino incombeva austero sulla stanza. Altri camini erano incassati agli angoli del pavimento, nascosti da poltrone in pelle scura, e sulle pareti diversi dipinti raffiguravano vecchi professori e maghi di Serpeverde.
-Da questa parte- disse il ragazzo guidandola a destra. Una lunga scala a chiocciola in mogano risaliva serpeggiando verso i dormitori. Hermione posò le dita sul suo corrimano e si stupì di sentirlo caldo, al contrario di quello dell'ingresso. In cima, un corridoio pieno di porte rivelava l'accesso ai dormitori dei sette anni, ma Malfoy continuò a camminare verso il fondo.
Si chiese cosa sarebbe successo se qualcuno fosse tornato mentre lei era ancora lì, e l'avesse vista. Malfoy ci aveva pensato? 
Si fermò di colpo, dietro la sua schiena. Draco aveva tirato fuori una piccola chiave dalla tasca e l'aveva infilata nella toppa, l'ultima della fila. Non bussò, nè chiese permesso a nessuno. Una volta aperta, si spostò di lato per lasciarle lo spazio necessario e lei entrò.
Un'ampia camera ordinata si aprì davanti ai suoi occhi scuri, illuminata da una finestra spaziosa e adorna di splendide tende di seta. Il pavimento era libero e pulito, il letto sistemato e una scrivania in legno sostava elegantemente sotto al davanzale.
Non c'era traccia di caos nè di trasandatezza in quella stanza. Abituata com'era al disordine di Harry e Ronald, Hermione non potè che rimanerne sorpresa. Ma, a colpirla più di tutto, fu il fatto di trovare un singolo letto. Malfoy doveva alloggiare lì da solo.

Lo scatto della porta alle sue spalle la fece voltare ed Hermione alzò gli occhi sul ragazzo. Draco la osservò dal posto, la schiena mollemente poggiata contro il muro.
-Ti piace?- chiese, accorgendosi della sua espressione.
Annuì. -E' bella- disse, -ma pensavo condividessi il dormitorio degli altri.-
Malfoy si staccò dalla parete, avvicinandosi con le mani infilate nelle tasche. -Mio nonno fu il primo a chiedere la stanza personale. Gliela concessero perchè era lo studente migliore dell'anno. Prefetto e caposcuola in una botta sola. Poi è rimasta semplicemente un privilegio di famiglia.-
Hermione non rispose, ritenendo che le pretese e i vizi fossero proprio una delle prime cose risapute sui Malfoy.
-A volte mi chiedo su cosa non potreste ottenere dei vantaggi- disse girandosi con una smorfia, e si avvicinò alla scrivania sotto la finestra. Sul legno, una piccola lettera sgualcita giaceva aperta a metà, accanto a una busta stemmata.

Che cosa stai facendo? Hai altro per la testa per caso? Mi è stato detto che il tuo impegno sembra essere insoddisfacente, forse dimentichi che sono ancora

La vide sparire improvvisamente da davanti gli occhi, sfilata con un gesto brusco. Malfoy la richiuse in un cassetto del mobile, fissandola rigido.
-Vogliamo cominciare?- chiese simulando un tono indifferente.
Annuì, imbarazzata. Il ragazzo le fece cenno di sedere sulla seggiola, e si sistemò in piedi accanto al mobile.
-Mi chiedevi gli effetti collaterali dell'ossofast- disse Hermione tirando fuori il manuale di Pozioni. -Sai almeno a che serve e come si prepara?-
-Permette la ricrescita di ossa rotte, fratturate e amputate in otto ore- rispose lui prontamente. -E' usata dai guaritori. Gli ingredienti dovrebbero essere l'aneto, il dittamo, l'atropa-
-E la coda di lucertola guizzante- concluse Hermione per lui, domandandosi come potesse sapere alla perfezione tutto tranne che gli effetti collaterali.
-Può provocare dolori acuti e insopportabili, infatti si consiglia la somministrazione di un sonnifero per alleviare i sintomi e favorire il sonno. Se non preparata correttamente, o usata nelle dosi sbagliate, può alterare la costituzione ossea dell'individuo, perforandone i tessuti e causando danni molto gravi.-
Malfoy ascoltò in silenzio, fissandola impassibile. Lei alzò gli occhi su di lui e si chiese se davvero ne avesse bisogno. Era come se le avesse chiesto aiuto senza un buon motivo, come se quelle cose in realtà le sapesse già. Ma era solo un'impressione.
-Allora- disse schiarendosi la gola -Qualcos'altro?-
Malfoy scosse la testa, e si staccò dal muro drizzando la schiena. -Che stavi studiando?-
-Ho fatto il tema per domani, quello di storia.-
Annuì, come se solo allora si fosse ricordato di quell'incombenza.
-Hai voglia di ripeterlo? Non farò in tempo a ripassare, ormai.-
Hermione lo fissò intensamente per decidere cosa rispondere.
-Ti ripeto i capitoli della scorsa settimana. Quello di oggi dovrai fartelo da solo, entro stasera hai tutto il tempo per il riassunto.-
Malfoy sbuffò un sorriso dalle labbra, acconsentendo al compromesso. Il libro di storia era certamente il più alto di tutti, Hermione ci mise qualche minuto a ritrovare la pagina di ciò che serviva ma poi si lanciò in un'appassionata lettura dei paragrafi, riportando ogni tanto con tipica saccenza commenti personali su quanto leggeva.
Malfoy restò in ascolto tutto il tempo senza dire una parola, in piedi. Con gli occhi fissi sul suo volto, seguì il rapido fluire delle parole dalle sue labbra, ascoltandone il suono. Non sembrava particolarmente interessato a ciò che diceva, probabilmente non ne aveva neanche bisogno, ma la fissava con attenzione, come se quello che aveva intenzione di studiare fosse il suo volto, più che il capitolo sulle guerre dei goblin.
Seguì i cambiamenti nelle sue espressioni, i gesti meccanici mentre ripeteva i concetti chiave di ogni paragrafo e lo guardava coi suoi profondi occhi scuri, chiedendogli se avesse capito. Ascoltò il suono delle sue sillabe, le sfumature nel suo tono di voce, il frusciare delle pagine fra le sue dita. I capelli, lunghi e boccolosi come riccioli di cioccolato, le ricadevano continuamente davanti agli occhi, ma lei li spostava distrattamente, senza smettere di leggere.
Aveva pensato che fosse irritante, quando l'aveva ascoltata a lezione poche settimane prima?
Non aveva mai prestato sufficiente attenzione a quello che faceva. Non era un semplice modo per mettersi in mostra, come aveva sempre pensato. A lei piaceva, semplicemente.
Si sporse appena un po' sulla scrivania, staccandosi dalla parete. I suoi occhi si fissarono sulle sue ciglia scure, chine sul libro senza sapere di essere osservate. Non aveva ancora deciso cosa fare con lei, al momento. Aveva provato ad allontanarla per un giorno per capire come agire, e per vedere se questo poteva essergli di aiuto. Ma la verità era che non aveva risolto un bel niente, e che appena aveva visto il Weasley avvicinarla aveva provato fastidio.
L'aveva invitata a Hogsmeade. E lei aveva accettato. Sentì un'altra volta quella familiare spina pungolargli un brandello di carne scoperta.
Non c'era interesse da parte sua per il ragazzo, lo sapeva. In realtà, era certo che qualcosa fosse nato nel sostrato delle loro scappatelle insieme, che fosse amicizia, curiosità o semplice simpatia, e lui non poteva essere l'unico a pensarlo. Fra loro c'era qualcosa che andava al di là delle mere conversazioni. Era un insieme di sensazioni non definite, come un nugolo di vespe indistinte. Niente di preciso ancora. Ma lui sapeva che c'era. Ed era certo che anche lei...

-Malfoy?- si riscosse dai pensieri, accorgendosi che lo stava guardando.
-Ti senti bene?-
Fissò quel paio di iridi castane, puntate su di lui. L'espressione della ragazza era accigliata, forse non era la prima volta che lo stava chiamando.
-Sì- disse, staccandosi dalla scrivania con una spinta. -Ma sono stanco, basta così.-
Hermione abbassò gli occhi sull'orologio che aveva al polso e storse la bocca contrariata. -Sono passati appena venti minuti. Vuoi già una pausa?-
Malfoy annuì, e si passò una mano fra i capelli. -I tuoi ritmi sono indubbiamente disumani, non avrei mai dovuto cedere a chiedere il tuo aiuto.-
Hermione sbuffò, girandosi sulla sedia, e i suoi occhi si posarono sul comodino accanto al letto.
Malfoy seguì la traiettoria del suo sguardo. Una donna pallida, vestita di bianco, sorrideva all'interno di una fotografia. Aveva lunghi capelli chiari, l'espressione elegante. E un paio di occhi azzurri impressionantemente familiari.
-E' mia madre- disse, senza aspettare che lei domandasse.
Hermione si girò verso di lui, una strana espressione in viso. Forse non si aspettava di trovare una sua fotografia nella stanza del ragazzo.
-E' molto bella- disse colpita.
Draco annuì. -E anche giovane- aggiunse, avvicinandosi al letto per poterla osservare meglio. -E' stata scattata l'estate dei miei tredici anni, in un angolo del nostro giardino. Forse riconosci il cedro sullo sfondo-
Hermione assottigliò gli occhi, ma non riconobbe nulla. -Ci sono stata decisamente poco per poter notare una cosa del genere- osservò, e Malfoy annuì concorde.
-Ora non è più così- disse.
-Che intendi dire?-
Fissò la fotografia con espressione indecifrabile per un po', serio.
-E' malata.-
Seguì un lungo istante di silenzio, nel quale Hermione trattenne il fiato colpita.
-Come...-
-Da quando sono partito ha cominciato a essere molto agitata. Ma già prima non era serena. Lei.. è molto preoccupata per me.-
Hermione non seppe che dire, sbigottita.
Gli occhi di Draco si spostarono sul suo viso, e le lanciarono un'occhiata enigmatica.
-Ci sono mali che non hanno a che fare col corpo. Sono più legati.. alla testa, e al cuore. Lei ha uno di quelli. Ma la sta facendo consumare.-
Continuò a tacere, sentendo crescere l'orrore.
-Non dovrebbe stare sola in queste condizioni, la fa solo stare peggio.-
Fece per domandargli cosa intendesse, quando ricordò. Lucius era stato arrestato poco prima dell'estate, al termine dello scorso anno scolastico. Giaceva rinchiuso in una delle celle di Azkaban da quel giorno, dopo l'incursione a sorpresa nel Ministero. Lei era presente quando questo era accaduto. Sentì il cuore contrarsi in una morsa fastidiosa, che la fece sentire scomoda.
-Il problema sono io- disse lui come se le avesse letto nel pensiero, -non lui. Certo di quello non è felice... Ma sono io il problema adesso. E' in ansia per me.-
-Che cosa la preoccupa?- chiese, sentendo la gola secca. Sperò di non risultare eccessivamente inopportuna. Malfoy aveva sempre tenuto strettamente a freno qualsiasi conversazione personale. Si era sempre risentito di qualsiasi domanda troppo intima.
Ma stavolta il suo volto rimase piatto, senza adirarsi. 
-Ci sono cose che devo fare. Risultati che devo.. raggiungere.-
Hermione ripensò alla lettera sulla scrivania.
-Ha paura che io non ci riesca-.
-Non ti sembra di esagerare?- chiese
Draco la guardò interrogativo.
-Insomma, se ho capito bene...- e le sue guance si arrossarono appena per l'imbarazzo -Temono che tu non riesca a superare i M.A.G.O. Sembrano essersela presa molto, per questo.- Hermione fece di tutto per non dare a intendere che aveva letto le parole sulla carta, ma non vi riuscì un granchè. -Forse tua madre ha altri motivi per essere triste.-
Malfoy la fissò in silenzio, sbigottito.
-Sto cercando di dirti che secondo me ti stai addossando responsabilità che non ti appartengono. Al di là del risultato...-
-Risultato?- fece lui interrompendola.
I suoi occhi la scrutarono sgranati come se non la stesse capendo. Poi un lampo di comprensione attraversò le sue iridi e lui cambiò espressione.
-Ah- disse.
Restò muto per qualche istante, in piedi. I suoi occhi la scrutarono insondabili, pieni di un sentimento che lei non seppe interpretare. Poi si girò verso la fotografia, dandole un fianco.
-Non è di quello che sto parlando.-
Fissò la cornice, serio. I pugni lungo i fianchi erano morbidi, ma Hermione li vide pian piano farsi più stretti, come se si stesse irrigidendo.
-Le responsabilità ce le ho invece, e anche grosse. Quando un padre se ne va i suoi doveri passano al figlio, no?-
Non rispose.
-Io adesso ho dei doveri. Verso di lei, e...- s'interruppe. Fissò cupamente il parquet del pavimento, livido.
Hermione si chiese cosa stesse pensando. Passarono alcuni istanti senza che dicesse niente, poi alzò la testa, girandosi nuovamente.
-Ci sono cose che nessuno può capire finchè non le vive sulla sua pelle.-
Lo fissò.
-Se anche fosse la persona più buona della terra.. Ci sono situazioni in cui non si può scegliere cosa fare. Bisogna farlo e basta.-
Hermione non disse nulla, confusa. Lui fece un verso basso, gutturale, e si girò, nascondendo il viso.
Per qualche secondo restò a fissare il vuoto, senza accorgersi che lui si stava strofinando.
I suoi occhi si ancorarono alla stoffa della sua divisa, scura come la pece.
-Lo specchio ha funzionato- lo sentì dire. -Lo so. L'ho visto. Lei era esattamente come è in quella foto. Ero riuscito a farla tornare come prima. Avevo risolto tutto. Non come lui... Io ci ero riuscito.- sentì la voce spezzarsi.
Abbassò gli occhi sul suo braccio sinistro, fissandone la stoffa della divisa. Ma lui tornò a girare il volto su di lei, e alzò lo sguardo.
In quel momento si accorse che aveva gli occhi lucidi, come quella volta che era scoppiato a ridere nella Stanza delle Necessità. Però non c'era traccia di divertimento adesso. Le iride sciolte come acqua erano spente ed Hermione seppe esattamente cosa stava per succedere.
Si alzò in piedi, senza rendersene conto.
Avvicinò il viso a quello del ragazzo, passando le pupille dall'uno all'altro dei suoi occhi, e posò una mano sulla sua spalla. Scrutò la sua espressione con il petto stretto in un nodo di sentimenti contrastanti, poi i suoi capelli si avvicinarono al suo viso, le braccia lo avvolsero e un attimo dopo lo stava stringendo.
Draco spalancò gli occhi, colto alla sprovvista. Il petto della ragazza si schiacciò contro il suo, e lui sentì le sue braccia premere contro la sua schiena. I capelli crespi gli solleticavano la pelle del collo, ma non gli dette fastidio. Percepì il calore dal suo corpo diffondersi verso il suo come un'ondata di empatia palpabile, e per la prima volta in vita sua, sentì le lacrime ai lati degli occhi premere per uscire davanti a qualcuno.
Alzò una mano sulla sua vita, impacciato, e ricambiò goffamente l'abbraccio, immergendo il naso fra i fili dei suoi capelli.
In quel momento fu come se un velo di pace e di silenzio si fosse abbassato sul suo corpo, calmandolo.
-C'è sempre una soluzione- gli disse vicino all'orecchio. -Anche quando ti sembra di non avere scelta.-
Draco non rispose.
-E in ogni caso... puoi sempre chiedere aiuto.-
Malfoy rimase in silenzio, appoggiato alla sua spalla col mento.
Lentamente, sentì qualcosa di grosso e di indefinibile crescere dentro al suo stomaco, e diffondersi su per lo sterno come una pianta.
Scostò la ragazza dal suo torace, guardandola fisso. Si accorse che un sottile strato di acqua si era formato pure sulle sue ciglia, come se una parte del suo stato d'animo fosse stata assorbita da lei.
Alzò un dito all'angolo del suo occhio e catturò quella piccola briciola di sale. Poi spostò i polpastrelli sulla sua guancia, sfiorandola.
Hermione schiuse le labbra. I suoi occhi lo fissarono umidi e lui provò una profonda tenerezza, per le sue parole di conforto senza sapere neanche che cosa gli avesse detto, senza sapere neanche di cosa stessero parlando. Per il suo modo semplice e innocente di trattare i problemi degli altri come se fossero i suoi.
Avvicinò il naso a quello di lei e aspirò silenziosamente una boccata d'aria, come se avesse voluto respirarla. Hermione trattenne il fiato e percepì il calore del suo corpo dalla punta dei piedi fino al mento. In quel momento, una parte della sua mente le ricordò la conversazione con Ginny. L'altra, invece, si aggrappò al respiro del ragazzo, che sapeva di buono. Abbassò le palpebre, per riuscire a guardare i suoi occhi grigi, e lo sentì sfiorarle l'angolo della bocca con la punta del pollice.

Draco incurvò il labbro inferiore di Hermione con il dito e si sporse in avanti, quando qualcuno camminò velocemente fino alla porta e bussò.
Si bloccarono, i corpi vicini. Nei loro sguardi un guizzo improvviso attraversò le iridi di uno e dell'altra.
-Malfoy?-
Il cuore di Hermione sprofondò, mentre gli occhi del ragazzo si aprirono in un'espressione rigida.
-Ci sei?-
Non rispose, restando immobile come una statua.
Il visitatore sembrò indugiare sull'uscio. Passarono cinque secondi senza che si sentisse niente, poi la maniglia si abbassò.
-Sono occupato!- reagì voltandosi di scatto.
Hermione vide con sollievo che la serratura era chiusa a chiave, il ragazzo non poteva entrare.
-Potevi rispondere- disse quello lasciando immediatamente la porta. -Ti ho chiamato, credevo che non ci fossi.-
-Se lo credevi perchè stavi aprendo?- ribattè gelido.
Il visitatore non rispose.
-Vorrei parlarti un momento, esci fuori.-
-Sono occupato- ripetè, nervoso. -Parliamo dopo.-
-Si tratta di una cosa rapida, apri la porta-
-Ho detto che adesso non posso, Barker.-
Silenzio.
Hermione si chiese se se ne fosse andato.
-Ah..- disse la voce dopo un istante. Nel suo tono le sembrò di cogliere una nota di ironia, come se stesse ridendo. -Ho capito. Bene, allora parleremo quando avrai finito.-
Sentì i passi indietreggiare dalla soglia e allontanarsi sonoramente lungo il corridoio.
Draco tornò a guardarla, girandosi con espressione tesa.
Lei stette a fissarlo senza riuscire a muoversi, le braccia ancora poggiate sulle sue spalle.
-Io...- sentì la gola secca, e la voce uscire roca come se la stesse sforzando. -Devo tornare indietro-
Malfoy non rispose.
-Devo andarmene- ripetè -Devo tornare su-.
Per un momento sembrò non sentirla. I suoi occhi continuavano a guardarla in modo profondo e oscuro. Poi alzò una mano, portandola sulla sua spalla. Tolse il braccio della ragazza da lì e lo abbassò lentamente lungo il fianco, continuando a tenerlo.
-Devi aspettare finchè restano in giro.-
Hermione scosse la testa, rigida. -No, devo andare.-
Draco strinse le labbra e poi abbassò lo sguardo. La lasciò, allontanandosi di un passo. Il suo viso cereo era chino sul pavimento, come se si stesse decidendo a fare qualcosa. Dopodichè si girò verso il comodino e aprì uno dei cassetti. Dentro c'erano diverse boccette di liquido, ne prese una.
-Ti prego di non dire niente a nessuno- disse.
Hermione abbassò gli occhi sulla fiala e la prese in mano.
-E' polisucco. Prendine solo una goccia per uscire dai sotterranei, posso scendere a cercare il capello di una ragazza. I divani ne sono pieni.-
Hermione fissò inorridita l'oggetto e rialzò gli occhi su di lui. -Che ci fai con del polisucco in camera?-
Improvvisamente ricordò quello che aveva pensato le prime volte che lo aveva visto. Uno sconosciuto travestito da Malfoy.
Draco strinse le labbra e la guardò dall'alto, serrando l'espressione dietro una maschera di fredda imperscrutabilità.
-Aspetta qui.- disse.
Si allontanò verso la porta e la aprì girando la chiave. Hermione attese per istanti interminabili, in piedi al centro della sua stanza, senza osare muoversi. Alle sue spalle la finestra che dava sullo strapiombo sul lago gettò un'ombra scura sul pavimento della camera, segno che la giornata stava volgendo al termine.
La portà si riaprì e Malfoy apparve con un qualcosa di invisibile stretto in mano. Richiuse l'anta con la chiave, la raggiunse davanti alla finestra e le passò il capello.
-E' della sorella di Daphne, gliel'ho preso mentre passava. E' appena entrata nel suo dormitorio, quindi nessuno ci farà caso.-
Hermione prese il sottile filo dorato e lo passò davanti agli occhi. Era castano chiaro, quasi come i suoi, ma più corto.
-Grazie- mormorò, costernata.
Immerse il capello nella pozione, agitando la boccetta. Poi alzò il gomito, lanciò una breve occhiata ai suoi occhi grigi e se la portò alle labbra.








Note

C.R.E.P.A: Comitato per la Riabilitazione degli Elfi
 Poveri e Abbruttiti. E' l'organizzazione fondata da Hermione nel 1994 (vd Harry Potter e il calice di fuoco) a sostegno dei diritti degli elfi domestici.
Per il riferimento agli elfi di famiglie purosangue che 'vorrebbero morta' Hermione invece di esserle riconoscente, si pensi principalmente a Kreacher, il quale in più occasioni la insulta, anche quando lei si preoccupa per lui e tenta di redimerlo e aiutarlo a far valere i suoi diritti.

Amortentia: filtro d'amore il cui odore assume la fragranza che più attira il soggetto che la annusa. Questa può rimandare al soggetto per cui egli prova un'infatuazione, anche se non ne ha coscienza. Ad esempio Harry sente odore di torta alla melassa, manico di scopa e di Tana: sono gli odori che gli ricordano Ginny.

Abraxas Malfoy: è il nonno di Draco. Pare che sia stato un mago rispettabile, dal momento che Draco tenta di usare il suo nome per impressionare Lumacorno e ottenere così l'ammissione all'interno del Lumaclub (vd Harry Potter e il principe mezzosangue), nel quale egli ammette soltanto alunni particolarmente dotati o discendenti di personaggi illustri e meritevoli. Tuttavia il suo tentativo fallisce, probabilmente a causa dei recenti problemi giudiziari di Lucius, che viene arrestato al termine del 5° anno insieme ad altri Mangiamorte.
Partendo da questo indizio, e dal fatto che Lumacorso effettivamente conosce il nonno di Draco, ho dedotto che poteva essere stato uno degli studenti più brillanti della sua annata e ho pensato che, essendo i Malfoy inclini a chiedere privilegi laddove possono, avesse potuto avere diritto a una camera privata, per non mischiarsi alla plebaglia, così come i prefetti hanno un loro bagno personale all'interno di Hogwarts. Congetture a parte, mi serviva che Draco se ne alloggiasse in pace senza rompiscatole fra i piedi ahah

La sorella di Daphne è Astoria Greengrass, quella che si sposa nell'epilogo.

Ultima annotazione: In H.P. e il Principe mezzosangue Draco utilizza la pozione polisucco per trasformare Tiger e Goyle in guardie durante le sue incursioni nella Stanza delle Necessità. Harry dichara esplicitamente di pensare che ne abbia rubata un po' a lezione con questo scopo.
Come ormai avrete capito, la mia fiction è fortemente influenzata da questo capitolo della saga, nonostante si sforzi di tenersi autonoma e non entrare completamente nella trama della Rowling. Per cui ho trovato carino utilizzare questo elemento per aiutare Hermione a entrare e uscire indisturbata dal dormitorio di Draco, altrimenti sarei dovuta incappare nella fantascienza di tante ff che scorazzano H. dentro e fuori della camera del Serpeverde senza che nessuno ci faccia caso e le tiri una fattura addosso. 
A questo proposito Sì, l'attenzione di H. sulla manica sinistra del braccio di Malfoy è un'allusione al marchio nero.
PS: Narcissa Malfoy non dovrebbe, per quando è noto, essere marchiata. Non è mai stata un membro effettivo dei Mangiamorte, al contrario della sorella. Tuttavia, abbraccia le stesse convinzioni del marito, almeno finchè Vodemort non programma la morte di suo figlio.


Ispirazione per questo capitolo tratta da:

Il fantasma di una ragazza era sorto dal water in un cubicolo alle loro spalle e galleggiava a mezz'aria, fissandoli attraversi grossi occhiali bianchi e tondi.
-Oh- fece lei, lugubre. -Siete voi due-
-Chi ti aspettavi?- chiese Ron, guardandola nello specchio.
-Nessuno- rispose Mirtilla di malumore, tormentandosi un foruncolo sul mento. -Ha detto che sarebbe tornato a trovarmi, ma anche tu avevi detto che avresti fatto un salto da me..- lanciò a Harry uno sguardo di rimprovero -.. e non ti vedo da mesi. Ho imparato a non aspettarmi molto dai ragazzi-
[...] -Ma credevo di piacergli- si lagnò Mirtilla. -Forse se voi due andaste via lui tornerebbe... avevamo tante cose in comune... sono sicura che lo sentiva...-
E guardò speranzosa verso la porta.
-Quando dici che avevate tante cose in comune- chiese Ron, divertito, -intendi dire che abita anche lui in un tubo di scarico?-
-No- rispose Mirtilla in tono di sfida, e la sua voce echeggiò alta nel vecchio bagno piastrellato. -Voglio dire che è sensibile, la gente è prepotente anche con lui, e si sente solo e non ha nessuno con cui parlare, e non ha paura di mostrare i suoi sentimenti e di piangere!-
-Qui dentro c'era un ragazzo che piangeva?- domandò Harry, curioso. -Un ragazzino?-
(H.P. e il principe mezzosangue, capitolo 21)
e
Ormai per abitudine, si ritrovò a deviare per il corridoio del settimo piano, controllando la Mappa del Malandrino: per un attimo non riuscì a vedere Malfoy da nessuna parte, e pensò che fosse ancora nella Stanza delle Necessità. Ma poi scorse il minuscolo punto corrispondente in un bagno dei maschi al piano di sotto, in compagnia non di Tiger o Goyle, ma di Mirtilla Malcontenta.
Smise di fissare quell'improbabile coppia di nomi solo quando urtò contro un'armatura.
[...] Raggiunse il bagno e premette l'orecchio contro la porta: non si sentiva niente. Spinse la porta molto piano.
Draco Malfoy gli dava le spalle, aggrappato con le mani ai lati del lavandino, la testa con i capelli argentei china in avanti.
-No- gemette la voce di Mirtilla Malcontenta da uno dei cubicoli. -No... dimmi cosa c'è che non va... io posso aiutarti...-
-Nessuno può aiutarmi- rispose Malfoy. Stava tremando.
-Non posso farlo... Non posso... non funzionerà... E se non lo faccio presto... dice che mi ucciderà...-
Harry rimase come fulminato. Malfoy stava piangendo: le lacrime scorrevano sul suo volto pallido e dentro il lavandino sudicio.
Malfoy singhiozzò e deglutì; poi, con un gran brivido, guardò lo specchio incrinato e vide Harry che lo fissava al di sopra della sua spalla.
(H.P. e il principe mezzosangue, capitolo 24)

Se alla Rowling salta in testa di far confidare Malfoy con Mirtilla non capisco perchè io non possa farlo confidare con Hermione.

Bene, credo di aver finito. Avrei voluto aggiornare prima di Natale per farvi gli auguri, ma a 3/4 di lavoro svolto il capitolo si è magicamente cancellato due settimane fa e ho dovuto riscriverlo da capo. Non vi sto a dire i pianti che mi son fatta e la disperazione in cui sono calata in quelle 24 ore, ho perfino pensato di abbandonare tutto perchè quel capitolo era davvero venuto da dio. Ho cercato di riscriverlo quanto possibile identico, ma si sa, il lavoro fatto una seconda volta non è mai buono come la prima. Spero che a nessuno di voi capiti mai una cosa del genere. Davvero. E' destabilizzante.

Vi lascio con gli auguri per il nuovo anno, questo è il mio regalino di Natale, leggermente in ritardo, ma fatto col cuore e con tutta la cura che ho potuto metterci. A chi non lo avesse già fatto consiglio (ahah, chiedo di darle un'occhiata) la mia minifiction natalizia sulla coppia Rose/Scorpius scritta sempre a 15 anni e pubblicata l'anno scorso. E' una cosina semplice semplice, 14 capitoli appena, in uno stile ancora meno maturo di questo, quindi se davvero andrete a vedere siate clementi.
Un bacio a tutti e grazie per le recensioni precedenti (barbarak, asaq, germana, CloveRavenclaw93, Aleria, vi risponderò privatamente)

BUON ANNO

 Vale
 
   
 
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