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Autore: Raven_Phoenix    07/01/2015    3 recensioni
ATTENZIONE: Questa fanfic é l'atteso seguito di "Chocolate and Smoke on the School" quindi consiglio di leggere prima quella ^^
Molte cose sono cambiate da quella partenza, ma molte altre sono rimaste sempre le stesse, come i ricordi che lottano per tormentare Mello. Nuovi e vecchi personaggi daranno vita a nuove avventure deliranti in una delle città più stravaganti e imprevedibili del mondo: Londra
"Dopo circa un’ora, grazie ai pochi e semplici passaggi di: una lunga doccia rigeneratrice, crema idratante per il corpo, asciugatura/lisciatura dei capelli, controllo brufoletti, controllo eliminazione di qualunque pelo superfluo sul mio viso, passaggio di cremine energizzanti, un filo di correttore e scelta dei vestiti con obbligo di abbinare la cravatta al colore dei calzini… potevo dire di avere un aspetto presentabile. Sembravo il perfetto uomo d’affari carismatico, il gilet nuovo di pacca che avevo messo era indubbiamente la chicca della giornata.
Ora si poteva dirlo seriamente: Ecco a voi Mihael Keehl in tutto il suo splendore!"
Mettetevi comodi, afferrate una tavoletta di cioccolato e qualche biscotto al burro by Harrods e buon divertimento!
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: L/Light, Matt/Mello
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ehm ehm... salve a tutti ^__^'' *schiva i consueti oggetti contundenti dai lettori per il mostruoso ritardo*
Ci sono, sono qui, ancora viva e vegeta dopo le feste, e mostruosamente in ritardo u_u' lo si può notare anche dall'ambientazione di questo e dei prossimi capitoli. Pensavo di riuscire a pubblicare pari passo con i tempo reale ma chiedo perdono ancora più di prima, non ce la faccio proprio XD ogni volta mi dico di voler recuperare un po' ma inevitabilmente mi perdo crollando sul divano appena rientro a casa o davanti alla wii u :'D 
Anche se in ritardo voglio augurarvi buon Natale e felice anno nuovo XD (N.d. Mello: Cosa vuoi che serva fare gli auguri in ritardo -___-)
Riprendiamo da dove eravamo rimasti e pregate per me che io possa andare avanti più velocemente a scrivere questa fanfic >___< 
Scherzi a parte chiedo per la milionesima volta scusa per i ritardi, il tempo libero che ho e che posso dedicare alla scrittura ultimamente lo sto dedicando ad un altro progetto, un po' più consistente di una fanfiction, if you know what I mean u___ù 
Vi lascio al capitolo ** Buona letturaaa!


Capitolo 11:
 
 
 
Era difficile riuscire a capire se la cosa che mi sconvolgeva di più fosse la foto che occupava quasi tutta la prima pagina o il titolo a caratteri piuttosto imponenti.
C’eravamo io, Danielle e gli altri componenti del gruppo in piedi sul bancone del pub di Ryuk intenti in un brindisi parecchio aggressivo, e GIURO, mai e poi mai pensavo sarei riuscito ad assumere una espressione così deformata dall’alcol o da qualunque altra cosa avessi trangugiato la sera prima.
Chronic Freaks animano Camden Town con gli amici, linee di trasporto intasate dai fan”
Questo era quello che troneggiava poco sopra alla fotografia.
Prima che potessi dire altro Danielle mi diede una gomitata e mi prese dalle mani in giornale.
-Ah!- esclamò soddisfatta –Questo me lo voglio incorniciare insieme agli altri, è decisamente uno dei migliori.- si avvicinò di più strizzando leggermente gli occhi per leggere –Sentite un po’. “Il Party improvvisato della celebre band giapponese di passaggio a Londra in occasione di una delle date del loro nuovo tour ha animato le strade di Camden Town questa notte. Il gruppo è stato subito avvistato in uno dei pub più in vista del quartiere, i loro festeggiamenti infatti si sono distinti per la loro vivacità, e in un breve lasso di tempo diversi fan hanno sparso la voce della loro presenza all’interno del locale. In men che non si dica una piccola folla di ammiratori e semplici curiosi si è raggruppata riempiendo i marciapiedi e una buona parte della strada principale, causando qualche disagio al traffico. Ulteriori problemi sono sopraggiunti quando la giovane band è uscita all’esterno del pub per spostare i festeggiamenti altrove lasciando vivaci segni del loro passaggio, e dando il via ad una simpatica “parata improvvisata” tra fan e addetti alla sicurezza che si sono messi ad inseguire i loro taxi per le vie della città fino ad orario inoltrato. Le tracce della band si sono poi disperse attorno alle 3.30 di questa mattina in zona Victora Station.”- scoppiò in una risatina come se avesse appena letto una barzelletta particolarmente divertente.
-Tsk, non batte la volta in cui Kenzo ha rotto quella statua a Parigi.- borbottò Hiro dal divano.
-Vero, ma questa foto è la migliore. Guardate la faccia di Mello!- si rivolse di colpo a Rox che fino a quel momento era rimasta muta e assolutamente immobile –Potrei tenerlo, cara? Oh! A proposito, tu devi essere Rox. Scusami, non volevo fare la parte della maleducata. Piacere, io sono Danielle. Mello mi ha parlato di te per tutta la sera!-
-P…piacere.- rispose alle presentazioni con un filo di voce.
Non era decisamente da Rox reagire in quel modo, aveva già incontrato più volte persone di un certo calibro durante viaggi di lavoro, ma con Danielle era diverso. Forse in fin dei conti non era poi così convinta che in passato fossimo stati così tanto amici da potersela ritrovare davanti in carne e ossa un giorno, specialmente non a casa mia, in un ambiente molto più familiare di un ufficio o uno studio fotografico.  E poi… se avesse saputo della presenza di “vips” in casa mia non si sarebbe di sicuro presentata pressoché in pigiama.
-Bene! Chi vuole aggiudicarselo?- annunciò a gran voce Danielle girandosi verso gli altri dando il via ad una sorta di piccola asta.
-Mi spieghi cosa cazzo è successo?- bisbigliò Rox a denti stretti.
Io alzai le spalle sconsolato, e non avevo idea del perché, ma da qualche minuto non riuscivo a togliermi dalla faccia un sorrisetto soddisfatto.
-Quello che c’era scritto. Abbiamo litigato, sono uscito, li ho visti, ho quasi fatto a pugni con un paio di bodyguard per farmi riconoscere, mi hanno portato al loro concerto, siamo andati a trovare Ryuk, e da li…-
-Da li…?!- mi incalzò impaziente.
-Nebbia.- risposi semplicemente con il mio sorrisino da ebete.
-Ti hanno drogato?-
-Oh, no. Mi sento… incredibilmente bene.- nonostante stessi assistendo alla demolizione di casa mia non ero capace di arrabbiarmi, ero pacifico.
-Sì, ti hanno drogato.- concluse lei scuotendo la testa e passandosi una mano tra i capelli scompigliati.
-Nah, fidati di me, sono innoqui.-
-E Rem? Lei da dove esce? É...cosí... Inquietante.- bisbigliò Rox guardandola di sottecchi mentre lei noncurante sfogliava le mie riviste Nintendo spostando le pagine con movimenti che sfioravano il chirurgico per non sgualcirle.
-Credo sia stata inevitabilmente trascinata qui da Ryuk... Se solo potessi ricordare quando é arrivata ieri sera.-
-E se fosse una sorta di maniaca psicopatica che si introduce in casa degli altri?-
-Oh, no! Vi sbagliate!-
Entrambi sobbalzammo accorgendoci solo in quel momento che Ryuk dalla sua postazione era strisciato fino alle nostre spalle.
-L'hai portata tu?-
-Più o meno. Diciamo che quando l'ho vista ho avuto una sorta di collasso, e l'unico modo per tenermi cosciente di modo che indicassi agli altri la via per casa di Mello, perché lui era pressoché allo stadio di un vegetale urlante, era che lei mi stesse accanto guardandomi con quello sguardo disgustato.- spiegò con occhi sognanti -Solo lei può fare quello sguardo.-
Restammo a fissarlo per almeno un minuto buono cercando di capire come potesse essere il mondo visto con gli occhi di Ryuk… e certi particolari meglio che li escluda.
Non feci in tempo a formulare qualche battuta sgradevole perché improvvisamente in mezzo a tutto quel fracasso arrivò una imprecisata voce che catturò l’attenzione di tutti.
-Maaaa… io ho fame!-
 
Non pensavo che quelle uniche tre insignificanti e innocenti parole potessero costituire l'inizio di un chaos mai visto prima, che forse batteva addirittura le serate videogiochi a casa di Matt nei tempi passati.
Nel giro di venti minuti mi toccò telefonare in giusto ordine a: la pizzeria d'asporto in fondo alla strada, il take away thailandese, il take away cinese, il take away messicano, il take away indiano, in tale away giapponese, e in ultimo ma non meno importante la "gran pasticceria dolce panna consegne a domicilio". Il mio salotto era stato letteralmente invaso dal cibo che stava venendo consumato con la grazia di trenta amorevoli iene a digiuno da un mese.
Urla, strilli, pezzi di cibo che volavano, e nel mezzo c’ero io, seduto sul divano a contribuire ulteriormente a quel circo, felice come una pasqua. L’unica che sembrava non capire realmente quello che stava succedendo sembrava Rox… o almeno per i primi dieci minuti. Erano bastate due o tre uscite alla vecchio stile di Danielle e Ryuk coalizzati e l’atmosfera l’aveva già inesorabilmente trascinata nel giro, facendole quasi dimenticare di stare sfoggiando in pubblico le sue fantastiche pantofole-unicorno.
Forse ero così felice proprio perché tutto quel chaos mi ricordava quello di un tempo. Magari era per i volti conosciuti che da troppo tempo non vedevo, forse per le voci familiari o per l’ambiente che si era creato, ma da tempo non mi capitava di sentirmi “a casa”, anche se in tutto l’insieme mancavano gli elementi fondamentali.
Non mi capitava molto spesso di soffrire la mancanza di Light, Ryuzaki e Near (escludendo a priori Matt da quella categoria), avevo sempre la rumorosa compagnia di Rox che colmava il vuoto, e poi sapevo quanto fossero felici quei tre a condurre esperimenti di chissà cosa, peró... In quel momento avrei davvero voluto che fossero li con me.
Proprio mentre ero assorto in quei pensieri e fingevo di ascoltare uno dei resoconti di Kenzo su come aveva distrutto un non si sa cosa nell’ultimo tour, quasi  non mi accorsi della suoneria del mio cellulare.
-Ehi, Mello! Credo che il tuo telefono sia posseduto!- urlò improvvisamente Hiro indicando il colpevole che stava vibrando camminando sul tavolino.
Lo afferrai sperando non fosse qualcuno dall'ufficio che si divertiva a chiamarmi di domenica. Aggrottai la fronte mentre leggevo "Mamma" sullo schermo.
Mi alzai velocemente schivando con un salto Ryuk che stava rotolando sul pavimento per una ragione a me sconosciuta (ma ero convinto che l’espressione omicida di Rem l’avrebbe fatto smettere molto presto) e mi infilai nel corridoio chiudendo la porta a vetri.
-Linea erotica, buonasera?- risposi alla chiamata come sempre in modo molto originale.
-Buongiorno, vorrei parlare con Mihael la zozza, è in linea?- …e se non altro anche le risposte di mia madre non stavano indietro.
Ridacchiai.
-Ciao ma’, come stai?-
-Non c'é male, tesoro. Come si sta nella grande città?- chiese allegramente.
-Al solito. Sempre tutto...- gettai una rapida occhiata al marasma di persone dalla soglia della porta -...frenetico.-
-Tutto normale, insomma.-
Feci una breve pausa mentre Ryuk si Metteva in piedi sul divano lanciando in aria un pezzo di crostatina alle mele cercando di prenderlo al volo in bocca, ma facendo finire inesorabilmente tutto in faccia a Zack.
-Già...normale.- mi schiarii la gola cercando di cambiare argomento -Come mai mi chiami? É successo qualcosa?-
-Oh sí, giusto!- si fece leggermente seria -Senti, ho un problema. Quegli idioti dei miei capi mi vogliono assolutamente a una conferenza in azienda proprio nei giorni tra Natale e Capodanno, e quindi non mi é proprio possibile venire da te.-
-Cosa?! Stai scherzando?- strillai mettendomi una mano tra i capelli.
-Purtroppo no, e non é possibile farmi sostituire, hanno bisogno per forza di me.- rispose dispiaciuta, ma dal tono di voce non sembrava essere troppo preoccupata.
-Uffa! É da tanto che non ci vediamo! Non c'é proprio nessuna soluzione?- chiesi amareggiato.
Era da agosto che non vedevo mia madre e già non vedevo l'ora della cena natalizia insieme a lei e a Rox nel solito ristorante che ci piaceva tanto dove ero già riuscito a prenotare un tavolo perfetto.
-Beh, in effetti un'idea ce l'avrei.- disse fin troppo tranquilla, e la cosa non mi piaceva per niente.
-Sarebbe?-
-E se… questa volta tornassi tu qui a casa?-
La domanda ebbe l'effetto di un fulmine a cielo sereno e per poco non mi soffocai con la mia stessa saliva. Rimasi a boccheggiare per qualche secondo rantolando parole incomprensibili.
-IO tornare A CASA?!- sbottai iniziando a camminare nervosamente avanti e indietro lungo il corridoio -Sei IMPAZZITA?!-
-Oh, adesso piantala di fare il difficile! Ci sei stato per diciotto anni, cosa vuoi che succeda per qualche giorno? Inizio a dubitare che tu ti ricordi ancora com'é fatta questa casa!-
-Adesso sei tu che stai facendo la tragica. In fin dei conti non é da tanto che sono qui... giusto...qualche annetto...-
-Sette anni, caro.-
-Va bene, va bene! É un sacco di tempo, e con questo? Noi ci siamo sempre visti! Cosa pensi? Che quando tornerò le poltrone e i divano si faranno spuntare le braccine e mi stringeranno in un abbraccio coccoloso?- sbottai preso dalla voglia di iniziare a prendere a testate un muro.
-Non dico questo, é solo che tutti in generale sono sempre contenti di tornare nel loro luogo d'origine, a parte te ovviamente.-
-Che vuoi che ti dica? Ormai io sto bene qui, non ho più niente di importante da vedere. Credo che rischierei di impazzire con tutta quella calma ora che sono abituato al chaos di una grande città.- non volevo assolutamente ammettere il vero motivo per il quale non volevo tornare a casa, o mia madre sicuramente mi avrebbe dato una lavata di capo ripetendomi quanto ormai dovessi lasciarmi quel problema alle spalle, bla bla bla...
-E poi... Non posso lasciare Rox da sola, i suoi parenti ormai hanno già prenotato le loro vacanze ai Caraibi pensando che lei passasse le feste con noi. Hai idea di quanto si arrabbierebbe?-
Inutile sperare che mia madre non avesse una risposta pronta a tutto.
-Ovviamente io avevo già calcolato che ti portassi dietro anche lei.- rispose come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
-ROX IN GIAPPONE? Ti é dato di volta il cervello?!-
In quel momento la porta del soggiorno si aprí e Rox mi atterrò quasi in braccio con gli occhi grandi come due padelle.
-SI VA IN GIAPPONE? QUANDO?!- urlò prendendomi per le spalle.
-Aspetta, aspetta! Ne–stavo-solo-discutendo-con-mia-madre-e-e-e!- cercai di tenerla ferma mentre mi scrollava.
-C'é tua madre al telefono?-
Non riuscii nemmeno a vedere la sua mano saettava veloce verso il mio orecchio strappandomi il cellulare dalle dita.
-Ciao Vicky! Ommioddio, da quanto tempo! Come stai? Oh, io benissimo! Ma certo che te lo tengo d'occhio, mangiare sempre come un maiale, non preoccuparti!-
"É finita..." pensai mentre iniziavo a sudare freddo.
-Ma davvero?! Proprio tra Natale e Capodanno? Accidenti, che sfortuna!-
Le balzai davanti cercando di mimare a gesti un "dammi-quel-TELEFONOOOO!", ma fu tutto inutile.
-Come dici? Venire da te? sarebbe una cosa MERAVIGLIOSA! Scherzi? Ho sempre voluto vedere il Giappone!-
- Da quando?!- gracchiai guardandola esterrefatto.
-Shht! Me', non urlare o non sentirò niente!- mi scacciò con un gesto di stizza della mano -Puoi ripetere, scusa? Oh, ma certo, sarebbe una splendida idea.-
A peggiorare ulteriormente la situazione fu Ryuk che apparve di colpo dal soggiorno.
-Anch'io per le feste torno a casa per trovare i parenti!-
Per un attimo ci fu un vuoto dove entrambi lo guardammo come per dire "TU HAI DEI PARENTI?!", ma poco dopo Rox si animò ancora più di prima.
-Allora é deciso! Alla vigilia? perfetto! prenotiamo i voli già stasera.-
Cercai di impadronirmi di nuovo del cellulare ma lei mi tenne fermo piantandomi una mano in faccia per tenermi lontano.
-Un grande abbraccio, ci vediamo presto! Ciaoooo!-
*Click*
Solo a quel punto mi restituí il telefono, e io lo guardai inerme.
-Cos'hai fatto...-
Lei mi piantò addosso uno sguardo sognante.
-Ma come? Non sei elettrizzato dal tornare a casa? IO sicuramente lo sono! Potrai farmi vedere tutte le cose tipiche, il cibo, i templi…- iniziò a sciorinare mentre si metteva a zompettare ovunque entusiasta.
-Dalle mie parti non ci sono templi, idiota!- urlai inseguendola, ma ormai non mi stava più ascoltando già da un bel po’.
-Eh? Torni il Giappone? Che fortuna, sapessi da quanto tempo io non posso tornare a casa per colpa del tour! Mi sembrano secoli, ormai.-
-Non è detto che io torni in Giappone sul serio.-
-Certo che è detto, invece! Credi che io ti lasci sfuggire un’occasione del genere?- replicò Rox che stava già guardando un po’ troppo assiduamente il cellulare, con molta probabilità stava già spulciando i siti per prenotare voli last minute o cose del genere.
-Rox, ancora un tieni molto da conto un fattore più che importante: che succede se succede qualcosa in ufficio e hanno bisogno per forza di noi? Almeno uno dei due deve essere sempre presente, non mi fido a lasciare in mano tutto a quegli incompetenti neanche per un giorno.- stavo passando tutte le scuse più plausibili per cercare di smorzare l’entusiasmo.
Certo che però non vedere mia madre per le feste e abbandonarla a casa era una cosa oltre il crudele… ma che stavo dicendo?! Stavo cadendo direttamente nella trappola di quelle serpi infami! Dovevo assolutamente resistere, magari bastava una chiamata veloce all’ufficio di mia madre… ero sempre stato molto simpatico al suo capo quando ero un piccolo mostriciattolo con il caschetto biondo.
-Me’? Prontoooo? Non ti viene in mente che se noi non siamo presenti e nemmeno la maggior parte dei responsabili dei piani alti chiuderanno direttamente l’ufficio per tutta la durata delle feste? Faremmo soltanto un favore a noi e a tutti quegli stronzi che stanno organizzando il capodanno a Dubai.-
In quel momento l’idea di passare le feste in uno sfarzoso hotel nel bel mezzo degli emirati, proposta che avevo ampiamente rifiutato mesi prima, non mi sembrava più così tanto male…
-Insomma, Mello! Di che ti preoccupi? Se non calcoli il lo scombussolo del fuso orario non sarebbe niente male!- si intromise Hiro.
-Dubai?- dissi sperando di passarla liscia in extremis con la figura del finto tonto.
-Il Giappone. Rammenti? Quel posto dove siamo nati? Dove le nostre infanzie hanno preso a formarsi tra i mille ormoni dell’adolescenza e poi… AGH!-
-Alla fine se non ti senti pronto a lasciare casa e lavoro nessuno può convincerti totalmente se non te stesso. Ti conviene prenderti un po’ di tempo per riflettere.- entrò nel discorso Jeno dopo aver tirato una bacchetta da batteria in testa a Hiro per stoppare il suo monologo.
-Nessuno può convincerlo? AH!- replicò Rox con quello sguardo semi-posseduto che prendeva sempre quando era determinata in qualcosa.
-Apprezzo il tentativo di salvataggio, Jeno. Lo sai che ti amerò per sempre.- dissi ironicamente abbassando la testa sconsolato; dovevo iniziare a prepararmi psicologicamente per le pressioni che Rox mi avrebbe messo addosso nelle prossime ore (ebbene sì, parlavo di ORE, non giorni, perché quando una cosa le interessava VERAMENTE diventava peggio di una mamma casalinga particolarmente maniaca dell’igiene che dava guerra ad ogni germe presente in casa).
 
La giornata passò all’insegna delle urla e le discipline ginniche più disparate come il corsa e riporto di Ryuk con una mela ed altre idiozie inimmaginabili, ma purtroppo a rompere l’atmosfera fu l’agente dei Chronic Freaks che dopo venti chiamate a vuoto aveva iniziato ad allarmarsi e quando riuscì a mettersi in contatto con un membro dei gruppo ordinò loro di alzare i tacchi sedutastante ovunque fossero.
-Uff, mi dispiace di dover andare via così presto.- brontolò Danielle mentre mi aiutava a sistemare un minimo il soggiorno.
-Dispiace anche a me, però l’importante è che siamo riusciti a ritrovarci in un modo o nell’altro, no? Aspetta che lo dica a Near, Light e Ryuzaki, si mangeranno il fegato.-
-Che meraviglia, sei riuscito a mantenere i contatti con tutti! Mi sento un verme per avervi persi per strada, non sai quante volte mi sono dannata per questo.-
-Beh, il destino voleva farci riunire per conquistare il mondo.- dissi mettendomi in posa da supereroe; scoppiammo entrambi a ridere.
-Senti… - disse abbassando la voce e dondolandosi sui tallone -non vorrei essere invadente o altro, ma… hai mai più sentito…-
Capii subito e scossi velocemente la testa.
-No. Il nulla più totale.-
Danielle scrollò le spalle sospirando.
-Che peccato…-
-E tu? Non è mai venuto a cercarti, che so a qualche concerto?-
Fu il suo turno a scuotere la testa.
-Niente di niente. –
-Capirai. Sarà da qualche parte a spassarsela con i soldi di mamma e papà.- borbottai riprendendo a fare ordine.
-Non so, io in qualche inspiegabile modo ci credo ancora. Sai… quando mi sono resa conto di avervi persi di vista tutti ho sempre lasciato una lista con i vostri nomi, compreso il suo, di modo che se uno di voi si fosse mai presentato a qualche concerto e avesse chiesto di me a qualsiasi membro dello staff concerti vi avrebbe dato un lasciapassare per il dietro le quinte per potervi incontrare dopo.
-Davvero?- ero incredulo, dopo tutto quel tempo era ancora capace di fare una cosa simile. Io non ci sarei mai e poi mai arrivato. –E non si è mai presentato nessuno, immagino.-
Lei fece una breve pausa che per un attimo mi fece gelare il sangue nelle vene.
-Beh… non sono sicura, ma è possibile.- rimasi in silenzio incitandola con lo sguardo, le mani presero a tremarmi e le nascosi nelle tasche dei pantaloni –Nello scorso tour eravamo in Australia, e uno degli scimmioni della sicurezza dopo un concerto mi aveva detto che un tizio parecchio strano dai capelli rossi si era momentaneamente avvicinato ad una delle entrate vip del locale dove stavamo suonando. Quando però gli hanno chiesto come si chiamasse lui ha lasciato perdere e se ne è andato, come se avesse avuto un ripensamento.
Deglutii a fatica e sentii l’impulso di sedermi, ma mi controllai. Non voleva dire  niente.
-Poteva essere qualunque idiota con i capelli rossi che stava cercando di scroccarvi un autografo.- dissi nervosamente.
-Non lo so- si strinse nelle spalle pensierosa –questa cosa della sparizione inspiegabile non mi è mai andata giù. E se ci fosse stato qualche motivo, o qualcuno, che l’abbia obbligato a sparire? E magari una volta libero non aveva più il coraggio di venire a cercarci perché era passato troppo tempo?-
Anch’io in effetti ero arrivato più volte a pensare una cosa del genere… ma io ero sempre rimasto lì, ero facilmente rintracciabile, bastava digitare il mio nome su google per vedere uscire il mio profilo sul sito ufficiale della mia azienda. Avrebbe potuto farsi avanti quando voleva… eppure…
-Io credo solo che ci abbia presi in giro dall’inizio alla fine.-
Danielle rimase a fissarmi con una espressione che sembrava volesse dire “invece hai torto”, ma non aggiunse altro per mia fortuna. Erano bastate solo quelle poche parole a gettarmi nel panico.
No, dovevo in ogni caso lasciarmi tutto alle spalle, e poi, perché no, dovevo dare retta a Rox per una volta e decidermi davvero a tornare in Giappone. Ero maturato, ero più forte, ce l’avrei fatta.
I saluti durarono almeno venti minuti, e stavolta mi assicurai di aver preso numero di telefono ed email private di Danielle, di modo da non perderci di vista. Non vedevo l’ora di farlo sapere agli altri, ma prima c’era una cosa più importante da fare.
 
-Ok, fatto.- dissi prendendo un lungo respiro e rimettendo la mia VISA nel portamonete –Voli prenotati.-
-Oddio, che emozione!- strillò Rox abbracciandomi.
-Fortuna che ce l’avevi con me.- bofonchiai cercando di non ingoiare capelli viola ad ogni saltello.
-Dettagli, dettagli! È comunque servito, no?-
-Mh… già.- dissi decidendo che forse per il bene di tutti era meglio chiudere li il discorso.
Rimasi a contemplare il mio soggiorno, ora totalmente vuoto e silenzioso (a parte gli schiamazzi di Rox), chiedendomi se sarei davvero riuscito a schiodare le chiappe da li.
“Concentrati su qualcosa che assolutamente di mancava del Giappone, una cosa essenziale.” cercai di spremermi le meningi, ma oltre a ricordarmi il mio cioccolato preferito che non mangiavo da secoli non mi venne in mente niente.
“Ok… vada per il cioccolato. Ce ne vorrà una tonnellata per tenermi calmo.”
Dovevo rimanere fermamente convinto… e non sarebbe stato facile.



Ding dooooong! Santa is coming to toooown! Vi avevo promesso da tempo un piccolo extra/ scheda personaggio, e finalmente eccola qui! E sul mio personaggio preferito ** (prima o poi dovevo arrivarci XDD) A voi la descrizione di Danielle *__*



Nome: Danielle
Cognome: Hizusu
Soprannomi: Dani, fire alert (<- usato dai fan)
Età: 27 anni
Altezza: 1.71
Segno zodiacale: Sagittario
Descrizione: Nonostante i suoi tratti tipicamente occidentali il padre é giapponese, e ad appena sei mesi di vita dalla California la sua famiglia si trasferisce nell' Hokkaido. 
fin da piccola ha sempre sviluppato una personalità molto creativa e particolare, tenta inizialmente con un liceo artistico dove però ritiene di non riuscire ad esprimere appieno quello che vuole comunicare. Si iscrive successivamente al conservatorio locale dove eccelle nel canto ma riscontra problemi caratteriali con gli insegnanti. Dopo seri litigi il direttore e i suddetti docenti le propongono un'ultima occasione: Danielle dovrà seguire alla lettera le rigide regole dell'istituto, facendo esattamente tutto quello che le verrà detto di fare, sostenendo che senza il prezioso diploma rilasciato alla fine del percorso non sarà mai capace di intraprendere la volta del successo, destinata a fallire miseramente. Senza farselo ripetere due volte lascia gli studi giurando che un giorno riuscirà a diventare qualcuno senza l'aiuto di nessuno, facendo solo vedere quanto vale.
Senza un diploma non le resta altro che cercare un lavoro comune, iniziando come barista, lavoro che le porterà diverse amicizie molto utili, tra le quali Hiro. Successivamente riesce tenere da parte qualche risparmio per aprire con un'amica un piccolo negozio di articoli alternativi, alternandolo ad un lavoro part time in una carrozzeria dove é incaricata di decorare diverse moto molto particolari. 
In quel periodo i Chronic Freaks nascono lentamente, dapprima con delle prove improvvisate nel garage di casa sua, infine ben presto si inizieranno a presentare ad alcuni contest locali con il loro primo EP.
Dopo le vicende di Chocolate and Smoke on the School rimane per un periodo in Giappone, per poi trasferirsi insieme al suo ragazzo, Zack, e il resto dei Chronic Freaks in California, sua terra d'origine, per iniziare il primo vero progetto professionale, incidendo il primo sudato album della sua band. Incredibilmente le canzoni piacciono, iniziano a passare alla radio e ben presto il gruppo prende il volo, diventando conosciuto in gran parte del mondo, e pubblicando successivamente altri due album, tutti in cima alle classifiche mondiali.

Ecco qui ** avevo anche trovato una foto di qualcuno che le somigliasse ma purtroppo é andata persa T_T dovessi ritrovarla ve la posterò u__u
Dunque dunque, cosa credete che possano combinare Mello e Danielle in Giappone? Ho già paura al solo pensarci XDDD Intanto qualche nuova ombra sulla sparizione di Matt potrebbero rivelarsi u.u chi lo sa? u.u

Bene ** ce l'abbiamo fatta, e un altro capitolo é concluso! Spero davvero di postare più in fretta i prossimi ^^
Grazie millissimo a tutti i letto e quelli che hanno recensito! Vi auguro di nuovo un buon anno nuovo,  che sia pieno di ispirazione per tutto voi ^^ al prossimo capitolooooo *___*
Raven :3
  
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