Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: heliodor    11/01/2015    2 recensioni
Dopo essere tornati ad Arendelle, Elsa, Anna e i loro amici si godono il meritato riposo. Ma dal profondo nord arriva una nuova minaccia.
Maia, la Regina dell'Inverno, è venuta a reclamare indietro il suo cuore. Al suo fianco un esercito di creature ghiacciate che invadono il fiordo.
Rimasta sola e senza alleati, Elsa dovrà intraprendere una lunga e pericolosa odissea per salvare i suoi cari e il regno.
Fino al confronto finale con Maia per decidere chi, tra le due, sarà l'unica Regina dell'Inverno...
Cursed è il terzo (e ultimo) episodio della serie The Winter Queen.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'The Winter Queen'
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Le dita grassocce del troll sollevano la corona di fiori e la depongono sulla testa di Kristoff. ― E questo ― dice con tono solenne. ― È il regalo dello zio Hulli.
La coroncina scivola da un lato quando il montanaro tenta di rialzarsi, ma la riaggiusta con un colpetto della mano.
Dietro di lui Anna ridacchia.
Bulda e altre donne troll le stanno cucendo addosso un vestito fatto di fiori e licheni intrecciate con sottili liane.
― Con questo farai un figurone ― dice una di loro.
― Non riesco ancora a crederci. ― Gli occhi di Bulda si riempiono di lacrime. ― Il mio ragazzo si sposa.
Una delle donne storce il naso a forma di patata. ― Non è un po' mingherlina?
Anna le rivolge un'occhiataccia.
― Scherzi? ― fa Bulda, le mani nei fianchi. ― È in forma smagliante.
Kristoff la guarda con espressione trasognata.
Brick gli da' una pacca sulla schiena. ― Sveglia, ragazzo.
La coroncina salta ma Kristoff l'acchiappa al volo. ― Come, cosa? ― chiede con espressione sorpresa.
Il troll gli passa una tazza piena di liquido verde e denso da cui si alza un sottile filo di fumo. ― Ti ho preparato il mio infuso ai licheni.
Anna sopraggiunge e si siede insieme a Brick. Prende una delle scodelle e ne butta giù una sorsata. ― Ottimo ― dice con espressione soddisfatta. ― Devi darmi la ricetta, zio Brick.
Il troll ride. ― Oh, ma è molto semplice. Devi prendere del muschio e tritarlo per bene, poi ci aggiungi...
La voce viene sovrastata dal sommesso brontolio che proviene da Granpapà. Il troll rotola in mezzo a loro e si ferma davanti a Kristoff. ― Finalmente sei passato a trovarmi. Era da un pezzo che non ti facevi vivo, ragazzo.
Kristoff sorride imbarazzato. ― Sai, ho avuto da fare. Non hai idea di quante cose deve imparare un principe.
Un troll dal ciuffo legato in una treccia ride di gusto. ― Un principe, tu?
Gli altri troll si uniscono alla risata.
― Che cosa avete da ridere voi? ― Bulda si piazza davanti a Kristoff. ― Il mio ragazzo sarà un principe favoloso, il migliore di tutti.
― Certo, certo ― replica il troll con la treccia.
Anna ridacchia. ― Non te la prendere. Lafayette dice che sei diventato bravissimo.
Kristoff si stringe nelle spalle. ― È un'usanza troll. Quando uno di loro prende moglie, gli altri lo prendono in giro. A volte possono essere molto pesanti. ― Si blocca, perplesso. ― Aspetta, Lafayette ha detto cosa?
Anna sorseggia dell'altro infuso di muschio. ― Che sei il suo migliore allievo.
― Davvero?
Anna annuisce.
― Incredibile. Sono mesi. Mesi! Che mi tormenta con quel frustino. Ho le mani tutte spellate.
― Oh. Lui dice che è solo un antistress. Sai, deve sfogare la rabbia e...
Kristoff la guarda stupito.
Granpapà si schiarisce la voce. ― Ho da dirvi un paio di cose. A tutti e due. ― Prende per mano Kristoff e Anna, poi si volta. ― Brick. Anche tu.
Il troll fa una smorfia e posa la tazza con l'infuso su di una pietra.
I quattro si appartano lontano dagli altri.
― Sarei venuto prima ― dice Kristoff dispiaciuto. ― Ma ho avuto davvero da fare. E non solo per imparare a essere un principe. ― Lancia un'occhiata ad Anna, che risponde con un sorriso. ― La vita ad Arendelle è parecchio movimentata, non come qui da voi.
― Lascia perdere ― dice Granpapà facendo un gesto vago con la mano. ― Parliamo di quello che è successo al Cuore dell'Inverno.
Anna e Kristoff si scambiano un'occhiata perplessa. ― Abbiamo recuperato il cuore di Elsa ― spiega la principessa. ― Come tu ci avevi detto di fare.
― Io non vi ho mai detto di fare una cosa del genere ― dice Granpapà con tono solenne. ― Ho cercato di dissuadere tua sorella dal recarsi in quel posto, ma non mi ha dato ascolto. E quando Kristoff si è presentato qui con quel suo strano amico...
― Non è un amico ― dice il montanaro con una smorfia. ― È solo Hans.
Granpapà alza gli occhi al cielo. ― Dicevo, quando Kristoff è venuto qui, gli ho detto solo dove eravate dirette.
― Forse ― interviene Brick. ― Dovresti sforzarti di essere meno oscuro quando dai un consiglio.
Granpapà gli scocca un'occhiataccia. ― Io posso solo indicare una strada, non guidare. È la mia regola.
Brick sbuffa. ― La tua regola ha portato più guai che benefici.
― Se permetti ― inizia a dire Granpapà.
― Ehi, voi due, smettetela ― dice Kristoff. ― Di che guai state parlando?
I due troll si scambiano un'occhiata.
Brick si schiarisce la voce. ― Niente di cui dobbiate davvero preoccuparvi, almeno per il momento. Il giorno in cui vi siete presentati alla mia porta, mi avete mostrato quello strano oggetto.
― Il cuore di Elsa ― dice Anna.
― Esatto ― dice Brick. ― Che fine ha fatto? Lo avete riportato al suo legittimo proprietario?
― Credo di sì ― dice Anna.
― E dov'è ora?
― Ecco, noi lo abbiamo distrutto ― dice Kristoff. ― In effetti, io l'ho distrutto.
Brick e Granpapà si scambiano un'occhiata preoccupata.
― Ho sbagliato? ― domanda Kristoff preoccupato.
― È tipico di voi giovani ― dice Brick severo. ― pensare che rompere qualcosa serva ad aggiustare qualcos'altro.
― Aspetta un momento ― dice Kristoff. ― Sei stato tu a dire che ci voleva un atto di vero amore per spezzare il cuore di cristallo.
― Io ― replica Brick. ― Non vi ho mai detto di romperlo.
― Ci hai detto come fare ― dice Kristoff.
― Se ti spiego come fare una cosa non vuol dire che ti stia dicendo di farlo.
Kristoff sbuffa.
― Vi ho consigliato di rimetterlo al suo posto. E voi che avete fatto?
― Il suo posto è il cuore di Elsa ― dice Anna.
Brick la fissa negli occhi. ― Sei proprio sicura che quello fosse il cuore di tua sorella?
― L'ho visto precipitare nell'abisso e... ― Anna si ferma.
― E? ― la incalza Granpapà.
― Siamo scesi sul fondo e abbiamo recuperato il cristallo ― dice Kristoff al posto della principessa.
― Un cristallo? ― domanda Brick. ― Ce n'erano altri?
― Il cristallo ― dice Anna sicura. ― C'era solo quello.
Granpapà si gratta il naso. ― Dove l'avete trovato?
― Vicino alla statua ― dice Anna. ― Era rotolato fin lì dopo che era caduto.
― Quale statua? ― chiede Granpapà.
― Quella della ragazza ― spiega Anna. ― C'era questa enorme sala piena di statue di ghiaccio e...
― E non avete toccato nient'altro?
― No, voglio dire, sì ― risponde Kristoff impaziente. ― C'era una specie di ragno di ghiaccio che ci ha inseguiti e poi siamo passati per una sala piena di specchi e...
― Ma vi siete limitati a guardare e non toccare, vero? ― lo incalza Brick.
― Sì ― risponde il montanaro esasperato. ― Posso sapere che cosa vi preoccupa così tanto?
I due troll si scambiano una lunga occhiata, poi Granpapà dice: ― Niente, siamo solo due troll troppo anziani e chiacchieroni. Anna, di' a tua sorella di venirmi a trovare non appena avrà tempo. Voglio scambiare due chiacchiere con lei.
Anna ridacchia. ― Glielo dirò, ma non so se avrà molto tempo per venirvi a trovare. Sai, ultimamente è stata molto impegnata con il regno e i preparativi per il nostro matrimonio e poi c'è un'altra questione. ― Arrossisce. ― Credo... credo che si sia fidanzata.
 
CURSED - THE WINTER QUEEN III
 
Una nave sfila davanti al castello di Arendelle. In piedi sul castello di poppa, la regina Elsa trae un lungo respiro con espressione soddisfatta.
Alla ruota del timone, un ragazzo sui venticinque anni. Indossa una camicia leggera su pantaloni azzurri e stivali marroni. In testa ha una vistosa feluca che gli nasconde una folta zazzera di capelli castani, un sorriso sornione gli attraversa il viso da una parte all'altra.
Elsa indica un promontorio che si getta a capofitto nel mare. Le onde che si infrangono contro gli scogli alla base dello sperone di roccia si lasciano dietro una densa scia di schiuma biancastra. ― Lì non ci sono mai stata.
Il ragazza guarda nella stessa direzione. ― Davvero? Credevo che conoscessi ogni angolo del tuo regno, Elsa di Arendelle.
Elsa fa una smorfia. ― John Kastelgaard. Quante volte devo dirti di chiamarmi soltanto Elsa? Mi costringerai a emanare un editto solo per questo.
Il sorriso di Kastelgaard si allarga. ― Come vuoi, soltanto Elsa. Va' meglio così?
Elsa scoppia a ridere. ― Sei davvero insopportabile. Ora capisco perché tu e Hans siete così amici.
― Non è vero ― protesta lui. ― Ti ho già detto che...
― Sì, sì. L'hai detto. Ma una cosa sono le parole e un'altra i fatti.
Kastelgaard fa ruotare il timone di mezzo giro. ― Vuoi vedere il promontorio? E io ti ci porto.
Uno sperone di roccia delimita il golfo che racchiude Arendelle. Gli occhi di Elsa scivolano sulle pietre grigie e appuntite.
― È lì che lo costruirò ― dice sicura.
― Che cosa?
― Il muro ― risponde Elsa indicando col braccio teso le montagne. ― Sarà di ghiaccio e alto e spesso abbastanza da proteggere Arendelle e i suoi abitanti da qualsiasi minaccia.
― Un muro. ― Kastelgaard si acciglia.
Elsa annuisce. ― Sarà sorvegliato giorno e notte da cento golem di ghiaccio. E costruirò navi per proteggere il golfo. Niente potrà più minacciare Arendelle. ― Si ferma, incrocia lo sguardo perplesso di Kastelgaard. ― Sembro una pazza, vero?
― No, anzi. M piace l'entusiasmo che metti nei tuoi progetti.
― Ti piace davvero la mia idea?
Kastelgaard scrolla le spalle. ― Non lo so. Voglio dire, è davvero necessario?
― La prossima volta che qualcuno verrà ad Arendelle con cattive intenzioni, saprò come riceverlo. Mi sto allenando, sai? Divento ogni giorno più forte. ― Elsa solleva una mano. Sul palmo si forma un globo che riflette la luce del sole.
― E Anna cosa ne pensa?
Elsa chiude la mano. Il globo di ghiaccio scompare. ― Non le ho detto ancora niente.
― Non sarebbe il caso di avvertirla dei tuoi progetti?
― E perché dovrei farlo? Anna non deve preoccuparsi di queste cose. Alla sua sicurezza penserò io.
La nave supera il promontorio e veleggia verso il porto.
Elsa guarda il castello con aria triste.
― Cosa c'è? ― domanda Kastelgaard serio. ― Ho detto qualcosa di male?
Elsa scuote la testa. ― Niente. È che devo rimettermi al lavoro.
― Anche oggi? Sono settimane che non fai altro.
Elsa passeggia nervosa avanti e indietro. ― Il fatto è che come regina ho molti impegni. Devo ricevere alcuni ambasciatori, leggere una montagna di scartoffie e poi c'è il matrimonio. Quella è la cosa che mi prende più tempo in assoluto.
Kastelgaard annuisce. ― Ti sei presa una bella responsabilità.
― Lo faccio per Anna ― risponde Elsa. ― Lei desidera che sia tutto perfetto e non la voglio deludere. Ha sofferto così tanto per causa mia. È il minimo che possa fare per farle dimenticare tutto il male che ha dovuto sopportare.
― Ti senti in colpa per quello che è accaduto?
Elsa annuisce.
Kastelgaard lascia il timone e le stringe le mani tra le sue. ― Non devi.
Elsa fa un passo indietro. ― Invece sì. In un modo o nell'altro è sempre colpa mia.
― Tu non...
Lei alza una mano. ― Ti prego, ora non ho voglia di parlarne. Riportami solo a terra. Per favore.
Kastelgaard riprende il timone. ― Agli ordini.
***
Kristoff da una carezza a Sven e prende le redini. Con un gesto agile salta sulla slitta alla quale ha montato delle ruote e porge la mano ad Anna, che si siede al suo fianco.
Due piccoli troll saltano giù dalle corna della renna. ― Andate già via? ― domanda con espressione delusa uno dei due.
Kristoff annuisce. ― È quasi buio e la strada è lunga.
― Possiamo venire con voi? ― chiede l'altro saltando sul carro.
― No. ― Il montanaro lo afferra e con delicatezza lo rimette giù. ― Lo sapete che ci sono delle regole. Non bisogna mai uscire dalla valle senza un buon motivo.
― Ma lo zio Brick dice...
― Lo zio Brick è un troll adulto e testardo. Voi siete solo testardi.
I piccoli troll sbuffano. ― Ma noi vogliamo vedere il castello.
― Quando sarete abbastanza grandi da rotolare invece di saltare, potrete vederlo. Da lontano. ― risponde Kristoff tirando le redini di Sven.
La renna sbuffa e si mette in marcia.
I due piccoli troll si scambiano una rapida occhiata.
Anna fissa Kristoff per qualche secondo.
― Che c'è? ― domanda il montanaro. ― Sono stato troppo duro con quei due? L'ho fatto per il loro bene.
Anna sorride. ― No, anzi mi sei piaciuto. Molto autoritario.
― Davvero? È una cosa che mi ha insegnato Lafayette.
Anna continua a fissarlo.
Kristoff si volta infastidito. ― Che c'è ancora?
Anna fa spallucce. ― Niente.
― Non è vero. Fai sempre quella faccia quando vuoi qualcosa.
Anna scuote la testa, poi dice: ― Fammi tenere le redini. Ti prego, ti prego, ti prego.
Kristoff si acciglia. ― Lo sapevo. Ne abbiamo già parlato e la mia risposta è no.
― Perché? ― domanda la principessa con espressione dispiaciuta.
― Sven accetta solo me come nocchiero ― dice Kristoff solenne. ― Potrebbe innervosirsi.
La renna si volta perplessa.
― Non è vero ― protesta Anna. ― È così docile e gentile.
― Credi? Guarda che può diventare una belva se lo fai arrabbiare.
Anna lo guarda stupita. ― Davvero?
Kristoff annuisce. ― Tutte le renne sono così.
― Non lo sapevo. ― Anni si china in avanti. ― Sven, sei davvero così cattivo?
La renna solleva gli occhi e lancia un verso esasperato.
― Visto? ― Kristoff fa schioccare le redini. ― Lo hai fatto innervosire. Lui è fatto così, che ci vuoi fare.
***
Kristoff arresta il carro sul molo. Elsa e Kastelgaard scendono da una passerella tesa tra il pontile e una nave.
― Non trovi che siano carini? ― domanda Anna.
Kristoff apre la bocca, ma la principessa salta giù dal carro e corre verso di loro. Il montanaro la guarda raggiungere la sorella.
― Una gita sorpresa ― esclama Anna felice. ― Scommetto che è stata un'idea di John.
― È stata un'idea di entrambi ― dice Elsa. ― Voi piuttosto, dove eravate finiti? Stavo cominciando a preoccuparmi.
I tre camminano lungo il molo diretti al ponte che collega il castello al resto del fiordo.
Anna incrocia le mani dietro la schiena. ― Siamo andati a trovare... chi sai tu, insomma...
― John lo sa ― dice Elsa. ― Non tutto, ma qualcosa ho dovuto dirgli.
― Parlate dei troll? ― domanda Kastelgaard. ― Vorrei proprio vederli. Sono così brutti come dicono?
― Non sono brutti ― protesta Kristoff seguendoli con le briglie di Sven nella mano. ― È che si curano poco del loro aspetto.
Kai li attende all'ingresso del cancello, l'espressione cupa.
Vedendolo, anche il viso di Elsa si rabbuia.
― Che succede? ― chiede Anna guardando la sorella.
― Cattive notizie, temo ― risponde Kastelgaard.
― Maestà. È accaduto di nuovo ― dice Kai accogliendoli nel cortile. ― Un'altra pattuglia è scomparsa.
***
― È la seconda volta in un mese ― dice Elsa entrando nello studio. Gira attorno alla scrivania ingombra di scartoffie e si lascia cadere sulla sedia, la testa appoggiata allo schienale.
― Tre, se contiamo anche il primo incidente ― dice Kai.
― Di cosa state parlando? ― domanda Anna incuriosita. ― È successo qualcosa e io non ne so niente?
Elsa guarda Kai, che si stringe nelle spalle. La regina sospira. ― Tanto prima o poi lo avreste saputo comunque. Non volevo dirtelo per non turbare le vostre nozze.
Anna e Kristoff si lanciano un'occhiata perplessa.
Elsa sospira. ― Quando eravamo sulla via di casa da Valarden, due soldati sono scomparsi mentre erano di pattuglia ai confini settentrionali.
― Scomparsi? ― chiede Kastelgaard. ― Vuoi dire che sono...
Elsa scuote la testa. ― Non lo sappiamo con certezza. I loro cavalli sono tornati ed erano molto scossi, terrorizzati quasi. Abbiamo mandato una pattuglia a controllare. Ed è scomparsa anche questa. Poi ne abbiamo mandata una terza e... ― Elsa si tocca la fronte con le dita. ― È stato un madornale errore e io ne sono responsabile.
― Hai fatto quello che dovevi ― dice Kastelgaard avanzando di un passo verso di lei. ― Non devi incolparti di niente.
― Giusto ― dice Anna. ― Tu non potevi sapere.
Elsa si alza di scatto. ― Quelle persone sono sotto la mia responsabilità ― dice con voce tremante. ― Sono stata io a mandarle lì.
Gli altri tacciono.
― Ora non so più chi mandare o cosa fare ― aggiunge la regina con espressione cupa.
Il viso si Kristoff si illumina. ― Potrei andarci io.
Le teste dei presenti si voltano verso il montanaro, che si stringe nelle spalle.
― Non se ne parla nemmeno ― dice Anna incrociando le braccia sul petto.
― Perché no? ― chiede Kristoff. ― Conosco i dintorni di Arendelle meglio di chiunque altro. Quella è casa mia.
― Casa tua è qui ― dice Anna. ― E non dimenticare che il matrimonio è tra una settimana.
― Sarò di ritorno tra due, massimo tre giorni ― dice Kristoff sicuro. ― Voi avrete il tempo di organizzare tutto senza che io stia tra i piedi.
Anna scuote la testa. ― È una pessima idea. Elsa, si prego, proibisci a Kristoff di andare.
― Kristoff è libero di andare dove vuole ― dice la regina.
Kristoff guarda Anna. ― Sentito?
Anna sgrana gli occhi― Aspetta, che? Ti rendi conto che potrebbe essere pericoloso?
Elsa china la testa in avanti. ― Non posso obbligarlo a restare.
― Certo che puoi.
― No. Kristoff ha dimostrato di meritare la mia fiducia.
― Sentito? ― dice il montanaro con espressione trionfante.
Anna gli scocca un'occhiataccia. ― Sì ― ringhia. ― Ho sentito. Non credo alle mie orecchie.
― Vado a preparare Sven per il viaggio. ― Kristoff esce dalla sala seguito da Anna.
***
Anna raggiunge Kristoff nel cortile, dove il montanaro sta legando Sven al giogo. ― Non abbiamo ancora finito noi due ― dice la principessa piazzandosi davanti al carro.
― Invece sì.
― No.
― Sì.
Anna punta i piedi. ― Kristoff ― dice alzando la voce. ― Si può sapere che cosa ti prende?
― Voglio solo rendermi utile.
― Tu sei utile. Sei il mastro consegnatore del...
― Oh, andiamo Anna ― dice Kristoff interrompendola. ― È un titolo che tua sorella mi ha appiccicato addosso. Chiunque potrebbe farlo al posto mio.
― Cosa vorresti dire?
― Che a palazzo non servo. Elsa deve fare le sue cose da regina e non ha il tempo di pensare anche a noi due.
― Ma lei si sta dando così tanto da fare con il matrimonio...
― Lo so, è fantastico, ma questo non cambia la situazione. E poi c'è quest'altro problema, quello dei soldati scomparsi. Come se non bastassero i guai che abbiamo già passato.
― E questo è un buon motivo per cercarne altri lontano da qui?
Kristoff distoglie lo sguardo. ― Ci sono meno pericoli lì fuori che qui...
― Come?
― Lascia perdere. ― Kristoff le volta le spalle, ma Anna lo costringe a girarsi.
― Cosa stai dicendo?
Lui si morde le labbra. ― Non prenderla come un'offesa, anche se so che lo farai, ma Arendelle non è un posto sicuro.
― Non c'è niente di pericoloso ad Arendelle.
― Arendelle è pericolosa.
― Ma i poteri di Elsa..
― E lei è il pericolo più grande ― risponde il montanaro.
Anna lo fissa incredula e scuote la testa.
― Mi spiace dirlo, ma tua sorella attira ogni sorta di catastrofe su questo regno. Inverni perenni, tempeste, maremoti, draghi... non ti sembra abbastanza per considerarla pericolosa?
― Elsa non è pericolosa ― risponde lei offesa.
― Lo è, anche senza volerlo.
― Tu hai paura?
― Non temo per la mia vita, ma per la tua.
― Mia? Non capisco...
― Ti ho visto sparire ingoiata da un mostro di fuoco poco dopo averti salvato da un drago che voleva divorarti. E vogliamo parlare di quando ti ha quasi congelata o di Hans che stava per farti a pezzi? Mi sembra un motivo più che sufficiente per avere paura.
― Elsa era sempre al mio fianco.
― Infatti. E forse sarebbe meglio starle lontano, non credi?
― Che vuoi dire?
Kristoff la fissa in silenzio, si volta e con un gesto agile sale sul carro. ― Ne riparleremo al mio ritorno.
― Io voglio parlarne adesso ― dice Anna piazzandosi davanti a Sven.
― Anna ― dice Elsa alle sue spalle. ― Lascia andare Kristoff. Tra poco sarà buio e non è saggio viaggiare di notte.
Anna si sposta.
Kastelgaard balza sul carro e si siede al fianco di Kristoff.
― Non ho bisogno di compagnia.
― Invece sì ― risponde l'altro. ― Saremo di ritorno prima dell'alba. Fateci trovare qualcosa si caldo e di buono al ritorno. Credo che saremo affamati.
Anna si volta e scappa verso il palazzo.

 
  
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