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Autore: Jeremy336    22/01/2015    1 recensioni
Anno 3962.
Elia, un giovane studente frequentante il liceo scientifico più prestigioso e tecnologicamente avanzato dell'italia: "i cinque petali" di Piacenza, si imbatte casualmente in alcuni documenti che lo porteranno a credere in un potere speciale che si rivelerà l'unico mezzo per svelare il più arcano dei misteri e per salvare la sua vita e quella dei suoi amici da un giogo imposto con la forza a cui nessuno vorrebbe sottostare.
Aurora, una giovane studentessa frequentante lo stesso liceo, in poco tempo verrà coinvolta in un avventura senza precedenti la cui posta in gioco è la vita stessa. D'altronde, quando ci sono in gioco le vite dei propri amici si è deposti a tutto, no?
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quando la campanella suonò e la prof finì di assegnare i compiti, Aurora prese il solito panino dalla tasca della giacca e il solito the al limone ed uscì dalla classe. Nel corridoio si stavano riversando tutte le studentesse e i pochi studenti e molti si dirigevano verso le macchinette per prendere qualche merendina oppure qualche bevanda al modico prezzo di qualche centesimo.
Lei ignorò completamente la marmaglia di adolescenti e andò ad appoggiarsi contro il termosifone opposto alla porta della sua classe.
Da lì, poteva vedere tutte le sue compagne e le sue amiche che compivano le loro azioni quaotidiane.
Che monotonia...
Era leggermente stanca e non vedeva l'ora di poter andare a casa.
-Tutto bene?- chiese una voce femminile alla sua destra.
Aurora sbirciò la sua interlocutrice.
-Tutto a posto. Tu piuttosto, come mai sei entrata adesso?-
-La mia tutrice è rimasta coinvolta in un attentato e dovevo aspettare che fosse in grado di parlare per concedermi il permesso per venire a scuola. Una vera seccatura!-
-Un altro attentato, è?-
-Già, ultimamente ce sono parecchi. La situazione per quanto vogliano farci credere che sia stabile e sicura non lo è affatto. L'esercito del Regno perde all'incirca 50 km al giorno e i ribelli nel nord Italia si stanno agitando. Non per sembrare pessimista ma sembrerebbe che stia per succedere qualcosa.-
-Che mondo di merda!- esclamò Aurora.
-Ne ho parlato con la presidente e lei vuole fare la riunione domani alle 17 e mi ha detto che entro quell'ora bisogna riolvere un paio di questioni.-
-Quali?-
-Una riguarda Elia.-
-Elia? cosa centra?-
-La presidente non mi ha riferito i dettagli ma sembra che voglia fargli il test.-
-Il test? A quello? Ma ne è sicura? Dopotutto...-
-Dopotutto, cosa? Mi sembrava ti stesse simpatico. Inoltre Camilla mi ha detto poco fa quello che è successo stamattina.-
Aurora arrossì leggermente.
-E, e quindi?-
-La mia conclusione è che sei un po' ossessionata da quel ragazzo.-
Aurora si girò di scatto.
Osservò agitata e sorpresa la ragazza che aveva parlato.
Aveva i capelli castano chiaro e indossava gli occhiali, era più bassa di lei ma la sua mente non lo era altrettanto, anzi, era forse la ragazza più intelligente della classe, e se non si esagera, di tutte le seconde. Aveva un'ottima capacità d'osservazione e un ottimo intuito.
Quel giorno vestiva con un paio di pantaloni lunghi marroni della tuta e una felpa pesante verde scuro e dal fianco sporgeva una borsa a tracolla grigia.
Si chiamava Alice. Era la sua compagna di banco.
-Calmati, stavo solo scherzando.- sorrise.
-Non sono scherzi da fare questi! C'è in gioco la mia vita sentimentale!- Aurora bevve rumorosamente un sorso di the mentre l'amica ghignava -E la seconda questione?-
Alice si fece improvvisamente seria.
-Penso che ci sia un maniaco che mi pedina da due o tre giorni.-
Aurora quasi sputò il the che aveva appena bevuto dalla sorpresa.
-Un maniaco ti sta seguendo?- esclamò.
-Shh!!! parla a bassa voce!-
-Ok, ma... Anche qui a scuola?-
-È molto probabile.-
-E la presidente si aspetta che risolvi questa cosa entro le 17 di domani? Qui c'è da chiamare la polizia!- disse indignata.
-No. La polizia di questi tempi ha altro a cui pensare che alle "fantasie" di una quindicenne distratta.-
-Non ci credo! Ti hanno davvero risposto così?-
Alice fece una faccia rassegnata e poi riprese a parlare -Ora ti spiego il piano della presidente. Credimi, funzionerà!-
Aurora guardò perplessa la sua amica. Cosa avrà in mente la presidente? pensò.



All'uscita da scuola...



Elia stava camminando lentamente con le mani in tasca lungo Viale Passeggio Pubblico che aveva come estremi la scuola da una parte e l'istituto di accoglienza dall'altra.
L'istituto era fondamentalmente una grande casa in cui chiunque senza genitori poteva avere una stanza e usufruire di tre pasti caldi al giorno al prezzo di alcuni lavoretti di manutenzione o di una media superiore all'8 a scuola e si dava al caso che i voti di Elia erano tutti sopra questo limite pur considerando tutte le difficoltà a cui andava incontro, infatti in quella socetà composta dalla stragrande maggioranza di donne veniva continuamente schernito e punito. Ovviamente c'erano delle eccezzioni: la professoressa di Matematica e la sua tutrice per esempio. Entrambe erano dotate di senso critico e di logica tale da capire che non è rilvante la differenza fra sessi. Infatti da qualsiasi punto di vista si osservi la questione l'uomo o la donna da soli non possono vivere.
Elia si fermò a guardare gli alberi lungo la via. Non si sentiva volare una mosca. Tutto il caos che si era creato qualche minuto prima con le aperture delle porte della scuola era svanito. Rimaneva solo una strada deserta.
-Come tutti i giorni del resto.- sospirò.
Il flusso di pensieri si interruppe e per un attimo Elia riuscì a sentire il soffio della sottile brezza che in quel momento agitava le foglie.
Ah! Che pace! pensò. Ma tutto questo durò solo un attimo, un attimo velocissimo, perché la brezza cessò improvvisamente di soffiare per lasciare il posto ad un rumore di passi.
Passi che si avvicinavano.
Altre persone qui? In questa fascia oraria? Impossibile!
Poco dopo, passo dopo passo, due figure lo superarono. Riconobbe subito chi erano. Le sue compagne di classe Aurora ed Alice.
Cosa ci fanno loro qui? Tutti i giorni della settimana sono sempre da solo a percorrere questa via sia all'andata perché devo essere a scuola molto in anticipo, che al ritorno perché non posso uscire da scuola fino a dieci minuti dopo la campanella mentre oggi no. È difficile credere che sia solo una coincidenza."
Ma subito si accorse che i passi non erano finiti.
C'è qualcun'altro? Chi può essere?
Dopo qualche secondo una figura alta, magra, incappucciata e con un impermeabile nero lo superò senza farci caso ma uno strano bagliore attirò l'attenzione di Elia. Proveniva dal fianco sinistro di quel misterioso idividuo, quello più vicino a lui e, immediatamente, capì la situazione.
Quell'uomo è pericoloso. Ha un coltello e ha preso di mira Alice o Aurora o entrambe e loro che ne erano a conoscenza hanno deciso di rendermi partecipe. La domanda è: perché io?
Elia sospirò.
Speriamo di prendere tempo!
-ALICE! AURORA! STATE ANDANDO ALL'ISTITUTO DI ACCOGLIENZA?- urlò tutto d'un fiato.
Le due si fermarono così come il tizio in impermeabile.
-Stai al gioco- sussurrò Alice ad Aurora.
-SI! STAREMO LÀ TUTTO IL GIORNO! VUOI VENIRE CON NOI?- rispose la genietta.
-CERTAMENTE!- urlò Elia e si mise a correre per raggiungerle.
Appena passò accanto alla figura misteriosa poté vedere un ghigno di rabbia e frustrazione sul suo volto.
Per fortuna sono riuscito a ritardare il suo piano di un giorno. Pensò mentre camminava verso l'istituto insieme alle sue due compagne.
Meno male, oggi sono stato fortunato ma domani dovrò fare in modo di liberarmi di lui. Intanto, però, un po' di tempo l'ho guadagnato.
-Allora Elia- chiese Alice -Cosa farai questo pomeriggio?-



Hall dell'istituto di accoglienza, ore 13:45.



La hall dell'istituto di accoglienza era una grande stanza quadrata con una piccola fontana interna al centro e intorno numerosi divani in cuoio rossi e qualche pianta qua e là. Attaccato alla parete opposta all'entrata, c'erano numerosissimi scaffali contenenti ognuno 25 ganci a cui venivano appese 2 chiavi. Il tutto era circondato da un bancone in legno chiaro occupato solo da qualche computer. Una sorta di "reception".
Elia aveva sempre pensato che l'interno della hall fosse la copia simmetrica della piazza del liceo ma non aveva mai verificato le proporzioni e non poteva dirlo con certezza.
I tre si sedettero su uno dei tanti divani e iniziarono a chiacchierare del più e del meno mentre la gente intorno li osservava sospettosa e incuriosita.
Aurora -A che ora apre la mensa?-
-Tra cinque minuti. Ma, mi chiedo cosa farete dopo aver mangiato visto che non siete ospiti di questo istituto.-
-Potresti ospitarci tu per oggi?- chiese Alice.
-E come mai avete scelto proprio me per questa cosa?- domando Elia scettico.
-Perché sei un nostro compagno di classe e perché sei l'unico che conosciamo che può aiutarci in questo momento di tremenda difficoltà.-
-Equazioni di secondo grado?-
-È esattamente questo il problema!-
La scusa più stupida ma anche la più ovvia se dovessero scoprirci. Pensò Elia.
-Capisco. Credo che per un giorno soltanto non dovrebbero esserci problemi.-
-Siamo felici che tu capisca!- disse allegra.
-Ma, Alice, sei proprio sicura che sia il caso di...- cominciò Aurora.
-Ma certo amica mia!-
-Allora credo proprio che non sia il caso di andare in mensa.- Elia sospirò. -Ascoltatemi bene.- disse abbassando la voce. -Uscite dalla porta principale con naturalezza, poi andate sul retro senza farvi notare ed infine aprite l'ultima porta a sinistra o la prima a destra e aspettatemi, ok?-
-Va bene!- sorrise Alice prendendo Aurora per un braccio e trascinandola fuori.
-Guarda te in che casino mi sono cacciato!- disse rassegnato Elia prima di avviarsi verso la reception.



Alice ed Aurora fecero il giro dell'edificio senza farsi notare e a quel punto Aurora non riuscì più a trattenersi.
-Alice! Per favore, fermati un secondo! Non sono d'accordo su questa cosa! Prima mi hai fatto disdire tutti i miei impegni, poi mi hai fatto avvisare che non sarei tornata in istituto ed infine vuoi che passiamo la giornata con lui?!-
-Aurora, lo sai che ti puoi fidare di me, no?-
-Si, Alice, lo so ma se fossi a conoscenza di quello che ti passa per la testa ogni tanto non sarebbe meglio?-
-Appena lui ci avrà fatte entrare parleremo di tutto. Ah! Ecco la porta. Ora aspettiamo.-
Aurora guardò la sua amica confusa.


Una volta arrivato alla reception, Elia prese dallo zaino il cartellino di riconoscimento, lo mostrò all'addetta dietro al banco e, dopo qualche minuto, prese la chiave consegnatagli. Lui gentilmente ringraziò ma in risposta ricevette solo uno sguardo disgustato.
Fece finta di niente ed esibì un falso sorriso sulla faccia.
Che mondo di merda. Pensò.
Procedette a sinistra del bancone fino ad incontrare una scala. Iniziò a scendere.
Tutto sommato, però, forse questa è la volta buona per abbandonare la noia!Fece un mezzo sorriso sincero.
Quando i gradini terminarono, Elia si ritrovò in un corridoio. Svoltò a sinistra e trovò ad aspettarlo Aurora ed Alice come da programma.
-Seguitemi.- disse alle ragazze.
Il gruppetto percorse tutto il corridoio fino ad arrivare ad un'altra porta con sopra scritto: "scantinato. Vietato l'accesso ai non addetti".
Aurora -Sei sicuro che sia il posto giusto?-
Elia -Si. Purtroppo non è una reggia. Se fosse stato per me avrei voluto che nessuno vedesse dove abito. E poi, avrei preferito portare due ragazze in un posto un po' più decente.-
Alice -Non ti preoccupare, ci accontenteremo.-
Elia aprì la porta con la chiave e i tre entrarono "nell'appartamento".
Non era grandissimo ma bastava per una persona. Il tutto si sviluppava su tre stanze piccole: la prima a cui si accedeva dalla porta era la più ampia ed era il soggiorno/cucina con un fornello, un piccolo frigorifero, la lavastoviglie, le ante con tutto l'occorrente per mangiare e fare la raccolta differenziata, un tavolo per quattro persone al centro con le quattro sedie acuratamente riposte, un cesto con la frutta sul tavolo, un divano come quelli della hall ma un po' più vecchio, un televisore piccolino su una mensola piena zeppa di fogli e persino una piccola finestra da cui entrava un po' di luce, la seconda sulla sinistra era la camera da letto e la terza era il bagno.
-Wow!- esclamò Aurora. -È incredibile!-
-Come ho detto prima non è un gran che, ma almeno è meglio di com'era quando sono arrivato un anno e mezzo fa!-
-Dove hai trovato tutte le cose che mancavano?- chiese Alice.
-In giro per l'istituto oppure in giro per la città.- rispose Elia.
-Alice non sarebbe ora che...- cominciò Aurora ma un rumorino proveniente dalla sua pancia bloccò la sua frase.
-Preparo subito qualcosa.- disse Elia mentre Alice ridacchiava e la povera affamata sprofondava nel pavimento dalla vergogna.



Dieci minuti più tardi...



Elia aveva messo sul tavolo un cestino di pane e un piccolo vassoio con qualche pezzo di formaggio e qualche fetta di salame e le due ragazze si stavano rimpinzando allegramente ignorando a momenti il "padrone di casa".
Evviva, ho due ragazze a casa e l'unica cosa che riesco a fare è starmene zitto e servire loro da bere e da mangiare...
-Ah! Ci voleva proprio!- esclamò Aurora alla fine del terzo panino.
Però lei è proprio carina quando è allegra! pensò soddisfatto dalla reazione della compagna.
-Senti Elia, la tua tutrice potrebbe crearci dei problemi?- chiese Alice.
-No, oggi e domani è impegnata in una conferenza sulle stelle e sulla formazione dei buchi neri a Firenze.-
-Però interessante!-
-Avrei voluto andarci anche io ma non c'erano più posti.-
Elia si appoggiò allo schienale della seggiola.
Adesso però basta cincischiare!
-Dunque, volete spiegarmi, per cortesia, quello che è successo?-
-Ma certo- disse Alice -Vedi, da qualche tempo c'è questo tipo che mi pedina...-
-Ma a che pro venire da me?- chiese impulsivamente.
-Aspetta, lasciami finire.- Alice bevve un sorso d'acqua. -Dicevo, da qualche tempo c'è sto tizio che mi pedina e dopo averlo visto stamattina con un coltello ho pensato che avrebbe potuto agire quest'oggi e così ho dovuto elaborare un piano per evitare che mi aggredisse.-
-Ma, Alice, non era stata la presi...- cominciò Aurora ma venne interrotta da un dolore lancinante al piede.
-AHIA!!!- urlò. Alice si avvicinò all'orecchio dell'amica -lascia fare me, e non ti pesterò più i piedi.- sussurrò.
-Ora capisco.- disse Elia un po' stupito dal comportamento delle due. -Io sono stato solo un espediente.-
-Non uno a caso, ma il migliore.- disse Alice.
-Davvero? Io sarei il migliore? E cosa te lo farebbe pensare?- sorrise scettico Elia.
-Sapevo della tua capacità di ragionamento straordinaria.-
-Può darsi che si, può darsi che no.- disse Elia trattenendo l'orgoglio.
-Così ho provato a creare un gruppo di minimo tre persone dal momento che se si è in tanti c'è meno probabilità di essere aggrediti da un singolo individuo. Ed infine gli ho fatto sapere quando attaccare in modo indiretto così siamo sicuri che per oggi non succederà niente.-
-Tsk!- fece Elia.
-Che succede? Cos'ha che non va il mio piano?- si lamentò la castana.
-È stato troppo precipitoso.-
-In che senso, scusa? Ho considerato tutti i dettagli...-
-No. Hai dimenticato di considerare il caso in cui il tipo vi avesse attaccato nel momento in cui vi ho chiamato.-
-Spiega.-
-Facciamo una ricostruzione statistica e ideale: io ero davanti all'albero, il tipo era a sei-sette metri da me e voi eravate una quindicina di metri più in là. Ipotizziamo che quando vi chiamo lui comincia a correre per attaccarvi, cosa pensate di fare?-
-Be' avremo potuto... separarci?-
-Davvero? Questa sarebbe stata la tua scelta? Sacrificarti per salvare la tua amica? Non sei un pochino troppo precipitosa di perdere la vita?-
-Stai dicendo, quindi, che c'era una scelta migliore?-
-Affatto, sto dimostrando che il tuo piano era avventato.-
-Ti sbagli!-
-Ah si? Dimostramelo.-
Alice tacque.
-Bene, va tutto bene. Non voglio essere aggressivo. L'importante è mettere le cose in chiaro.-
Aurora era stupita ed arrabbiata allo stesso tempo: da un lato era impressionata dai ragionamenti di quel ragazzo che gli era sembrato simpatico sin dalla prima classe ma dall'altro si era permesso di alzare la voce con la sua amica. Se fosse stato colto sul fatto avrebbe ricevuto una punizione molto severa.
Stava per intervenire in difesa di Alice ma venne intercettata.
-Aurora, prima di certe cose...-
-No, ha ragione.- si intromise Elia. -Ognuno è libro di dire come la pensa, ma per alcuni questo vale solo fino ad un certo punto. Mi scuso Alice. Non avrei dovuto alzare la voce con te.-
Elia si alzò dal tavolo.
-Quando e se vorrete ancora parlare con me, tenendo conto di questa mia impulsività parziale, bussate alla porta ed io uscirò.-
Così dicendo si avviò verso la camera.
-Il bagno è da quella parte se dovesse servire, non vi disturberò.-
La porta si chiuse delicatamente lasciando Aurora interdetta e sorpresa.











Nota dell'Autore:
Ciao a tutti, eccomi sempre in ritardo con il nuovo capitolo.
Elia- accidenti! Sei solo al secondo capitolo e già sei in ritardo! Sei messo molto male.-
Autore - chiedo venia!-
Bene, spero che vi piaccia e ricordo che le recensioni motivate o motivanti sono sempre bene accette.
Elia - Nel senso di usare "l'accetta"?-
Autore - ma guarda te che battute...-

  
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