Fanfic su artisti musicali > Beatles
Ricorda la storia  |       
Autore: verystrange_pennylane    24/01/2015    8 recensioni
Paul McCartney conduce una vita praticamente perfetta: lavora come professore in un paesino della Scozia, è stimato e ben voluto da tutti e sta per sposarsi con l'amore della sua vita, Linda.
Quello che non sa è che, in diretta nazionale, il suo migliore amico Ringo farà una dichiarazione su di lui che gli cambierà per sempre la vita. E che farà crollare tutte le sue certezze, una volta per tutte.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Lennon, Paul McCartney, Quasi tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Everybody's Got Something to Hide

Capitolo 1


 

Paul si guardò un’ultima volta allo specchio, mentre si stringeva il cravattino. I capelli non volevano saperne di stare a posto, quella mattina. Cercò di lisciarsi qualche ciocca ribelle, senza risultato, e alla fine, sospirando, si infilò il cappotto.
Uscendo, si lasciò scaldare dal tiepido sole, e si beò un po’ di quel clima così piacevole, pur essendo febbraio. Si mise a cavallo della sua bicicletta e, salutando con un cenno del capo i vicini di casa, si diresse verso il lavoro.
Affiancò la costa, lasciando che la brezza e il profumo del mare lo avvolgessero in pieno, accompagnandolo fino alla scuola dove lavorava. Una volta arrivato all’istituto, fece un rapido giro del cortile, prima di parcheggiare poco lontano dall’ingresso principale.
Adorava arrivare presto, così poteva camminare per i corridoi, sentire solo il rumore delle proprie scarpe nelle stanze vuote, essere il primo in sala professori e bersi un tè in tutta tranquillità.
Questa era la sua abitudine preferita, da quasi cinque anni, ovvero da quando era diventato professore di musica presso il liceo di Campbeltown. Certo, passare dalla grande e caotica Liverpool al piccolo paese della Scozia all’inizio era stato un po’ traumatico. Ma almeno, in quella penisola dimenticata da dio, il profumo di mare era lo stesso che si respirava nella sua città natia.
Stava per entrare nella sala professori quando due braccia lo avvolsero da dietro, stringendolo in un forte abbraccio.
“Buongiorno, amore!”
Paul si voltò, giusto per ricambiare la stretta e dare un leggero bacio sul naso di Linda, la sua meravigliosa fidanzata.
“Buongiorno, mio raggio di sole!” disse, sciogliendo velocemente l’abbraccio e mettendo dello spazio tra di loro, dopo aver sentito dei passi provenire dal corridoio. 
Linda sbuffò rumorosamente, ed entrò visibilmente scocciata in sala professori.
“Vediamo se da sposati ti farai meno paranoie, Paul!” disse infine, riempiendo il bollitore e appoggiandolo con un tonfo sul fornello.
“Lo sai come la penso, Linda…” gliel’aveva ripetuto mille volte, e ancora la donna non sembrava voler capire. Eppure, era così semplice: farsi vedere in atteggiamenti affettuosi lo imbarazzava tremendamente. Non voleva che nessuno li vedesse così intimi, soprattutto sul luogo di lavoro.
In un paese con poco più di quattromila anime le notizie giravano fin troppo in fretta.
In realtà, non solo tutti erano già consapevoli del loro fidanzamento ufficiale, ma si erano anche sentiti in dovere di criticare la ponderatezza di Paul nel fare la proposta.
Va bene, era un uomo sopra i trenta, con un lavoro fisso e una casa propria, eppure aveva aspettato quasi tre anni per chiederle la mano. Ma insomma, che bisogno c’era di affrettarsi a sposarsi? Erano felici anche così!
Forse Linda un po’ meno, con tutte quelle allusioni continue sul matrimonio, ma lui non poteva certo lamentarsi!
Alla fine, in ogni caso, aveva ceduto e le aveva fatto la fatidica proposta.
Da allora i giorni erano volati, e solo una settimana li separava al sabato di San Valentino, il giorno in cui si sarebbero sposati.
Sospirò di nuovo, sorseggiando il suo tè e leggendo il giornale locale.
La pace durò poco, per Paul, perché dopo pochi minuti arrivò il professor Mustard. Linda versò il tè anche a lui, e si mise a parlare fitto di un progetto che prevedeva delle lezioni in comune tra le sue di storia con quelle del signor Mustard, l’insegnante di letteratura inglese. La conversazione però fu subito interrotta dall’arrivo, rumoroso, del professor Kite, l’insegnante di educazione fisica.
“Allora, pronto per domani sera?” Gridò rivolto a Paul, piazzandogli una sonora pacca tra le scapole. Quasi gli andò di traverso l’ultimo sorso di tè. Non aveva mai tollerato i professori di ginnastica!
Dopo essersi ripreso dallo shock, Paul stava per scrollare le spalle e rispondere con superiorità che certo, lui era pronto da parecchio tempo per quella sera, quando l’ennesimo arrivo lo interruppe.
L’ingresso del professor Harrison, a braccetto con Lennon, gli fece passare del tutto il buonumore con cui si era svegliato quella mattina.
Dio, quanto li odiava. Entrati loro in quella sala, nessuno riusciva più a fare un discorso serio, perché tutta l’attenzione era concentrata sui due pagliacci, che non facevano altro che prendere in giro gli alunni e i colleghi. Erano così poco professionali, così rumorosi, così… così fastidiosi.
In realtà George, l’insegnante di religione, era arrivato qualche mese prima di Paul, ed era stato un suo grandissimo amico per i primi tempi. Era stato prezioso avere un collega così zen, con cui trovarsi a sorseggiare tisane e a parlare del cosmo. Poi, era arrivato quel Lennon a sostituire la povera professoressa Skelter, e George era diventato tutto pappa e ciccia con lui, dimenticandosi di Paul.
“Cosa succede domani?” chiese ridendo John, lanciando lontano la giacca militare e colpendo la povera insegnante di matematica, la ‘zitella Rigby’, come la chiamavano gli alunni.
Ma quando era arrivata la povera Eleanor?
Paul scrollò le spalle, e provò a concentrarsi sulla domanda che gli aveva posto il professore di arte.
“Domani sera, Lennon, c’è la premiazione dei Bafta.” Disse, arricciando le labbra, e voltandogli le spalle, provocando in John una risata sonora.
Linda si avvicinò a Paul, e cominciò ad accarezzargli la schiena. Vedeva che effetto faceva quel professore sul suo fidanzato, e non riusciva a trattenersi dall’intervenire. Così, fu lei a rispondere al collega stavolta. 
“Devi sapere che tra i candidati al premio di migliore attore protagonista, c’è uno dei migliori amici di Paul dai tempi di Liverpool: Ringo Starr!”
John spalancò la bocca con fare teatrale, e finse uno svenimento, provocando la reazione divertita di George.
Gli altri professori dovevano aver già sentito troppe volte questa ‘straordinaria notizia’, perché alcuni sbadigliarono annoiati, mentre altri si limitarono ad ignorare quella conversazione. D’altronde, era venerdì mattina anche per loro.
Il signor Kite, facendo rimbalzare la palla da basket, scandì otto colpi, seguendo il ritmo dei rintocchi della chiesa poco lontana. Quello era il suo modo assurdo di dire che era ora di smetterla di chiacchierare, perché le lezioni stavano per cominciare.
Paul dunque salutò velocemente Linda, e si avviò verso l’aula di musica. Dopo solo pochi passi, fu affiancato da John, che andava nella sua stessa direzione.
“E così tu conosci il grande Ringo Starr?” disse, infilandosi gli occhiali tondi che tanto piacevano alle ragazzine.
“Sì, siamo cresciuti assieme, a Liverpool.” Lui e Ringo erano stati migliori amici per parecchio tempo, poi le strade si erano divise, con l’arrivo dell’età adulta.
Da ragazzini si trovavano sulle stesse strade asfaltate grossolanamente, dove le buche ti sbucciavano le ginocchia e ti rovinavano i giocattoli.
Poi, erano cresciuti, e avevano scoperto entrambi una grande passione per la musica, seppure per strumenti diversi. Era bello trovarsi al Cavern nei fine settimana, a fingere di essere rivali, per poi farsi i complimenti dietro le quinte.
Ma Paul aveva sempre saputo qual era la vera passione di Ringo: la recitazione. Ed era stato uno dei pochi a sostenerlo, sin dagli inizi, quando gli altri componenti della sua band lo prendevano in giro, o quando i suoi genitori gli dicevano che non sarebbe mai andato da nessuna parte, con quello stupido hobby.
Poi, un giorno, quando Paul frequentava l’università, Ringo era scomparso, e nessuno l’aveva più visto. Dopo qualche settimana arrivarono le prime notizie: era partito per studiare recitazione e per coronare il suo sogno. La notizia l’aveva reso molto fiero, ed esprimeva la sua stima di continuo, nelle diverse lettere che si scrivevano.
Poi gli esami, le prime fidanzate, le diverse amicizie li avevano allontanati ancora di più, le cartoline si erano fatte sempre più scarse, finché erano diventate nulle.
Chiaramente Paul si era sempre tenuto informato a riguardo. Aveva gioito dei primi contratti cinematografici ottenuti dall’amico. E, con grande stupore, qualche mese prima, aveva letto di come finalmente apparisse il nome di Ringo Starr tra i protagonisti di un film, a fianco di attori di fama internazionale. Aveva sperato di poterlo ammirare sul grande schermo, nel cinema di Campbeltown, ma niente, quella microscopica sala aveva in programma dall’89 lo stesso film: Dirty dancing.
Non che a Paul non piacesse, è che ormai poteva recitare le battute a memoria. E non solo quelle di Patrick Swayze.
In ogni caso, qualche settimana prima, gli era stato recapitato a casa un biglietto con uno strano e inquietante disegno fatto a mano, e recitava: “Sabato 7 febbraio, sintonizzati sulla BBC1, alla premiazione dei Bafta. Grazie, mio amico, e buona vita. Peace and love, Richie.”
Così, finalmente la carriera di Ringo aveva preso il volo. Ora era ricco, famoso e candidato ai Bafta, il premio più rinomato del Regno Unito.
E per Paul fu come se una parte di quella statuetta spettasse a lui. Si sentiva così fiero, e non perdeva occasione per ripeterlo a chiunque.
“Beh, buona lezione, Macca!”
Ad interrompere il flusso dei suoi ricordi fu una sonora pacca sulla spalla da parte di John. Anche se con la sua testa era lontano miglia e miglia, il suo corpo era a scuola, e doveva lavorare, stupido di un McCartney!
Era arrivato davanti all’aula di arte senza nemmeno accorgersene, dunque aveva superato di qualche metro la sua di musica.
Il professor Lennon se n’era accorto e ne avrebbe approfittato per prenderlo in giro, ne era certo. Arrossendo, tornò indietro, borbottando un saluto non molto carino verso John.
Sarebbero state delle giornate lunghe.

E invece sabato sera arrivò velocemente e senza troppi intoppi.
Anche gli studenti erano venuti a conoscenza del fatto che Paul fosse stato un grande amico di Ringo, e ne approfittarono per sviare l’attenzione del professore dalla lezione. Era qualche giorno che lo riempivano di domande; all’improvviso tutti sembravano estremamente interessati al mondo della recitazione.
Paul cercò di non dar corda a quelle interruzioni, ma la verità era che era moriva dalla voglia di parlare di quell’argomento.
“Solo un paio, ragazzi.” Diceva, mentre poi non faceva altro che raccontare di quando lui e Ringo erano bambini.
Il sabato invece fu dedicato al viaggio con Linda verso Glasgow, per la prova definitiva degli abiti da sposi.
La tradizione prevedeva che il futuro marito non vedesse l’abito bianco della moglie se non il giorno delle nozze, ma Linda aveva insistito tanto affinché Paul fosse presente per consigliarla. E, inoltre, un viaggio di mezza giornata solo per raggiungere Glasgow metteva alla prova i nervi di chiunque e le tradizioni più antiche.
Dunque, quando finalmente il sabato sera arrivò, per Paul trovare la forza di stare sveglio davanti alla televisione, fu un’ardua impresa.
Fortunatamente Linda aveva deciso di fargli compagnia, e si abbuffarono di patatine finché non finì il noiosissimo programma di antiquariato che precedeva la prima serata della BBC.
La parte più divertente per loro fu chiaramente quando l’annunciatrice arrivò e comunicò che sarebbe cominciato il red carpet.
Paul si sistemò meglio sul divano, di modo da vedere senza disturbi gli abiti delle star presenti.
Quando finalmente arrivò il turno di Ringo, prese una grossa manciata di popcorn e li lanciò contro lo schermo, facendo ridere a crepapelle Linda.
“Come diavolo ti sei vestito, Richie? Gli anni ’60 sono finiti da un pezzo!”
Ringo non aveva mai avuto buongusto nel vestiario, e questo era uno dei suoi punti di forza: era sicuramente una delle persone più originali e stravaganti di tutta Liverpool. E non solo non si vergognava minimamente del proprio look, ma ne faceva un vanto.
Ad essere onesti, questa era una cosa che Paul gli aveva sempre invidiato molto. Lui che passava troppo tempo a specchiarsi, a contare i brufoli da ragazzino, e i primissimi capelli grigi ora, per poter piacere agli altri.
“Riesco a distinguere almeno sei colori diversi, e sono ferma solo alla giacca!” commentò Linda ridendo sguaiatamente, distraendo così Paul dalle sue riflessioni.
Il red carpet durò altri dieci minuti, e videro come orde di ragazzine acclamassero a gran voce “Starr”, con tanto di striscioni e cartelli fatti in casa. Era un sogno che diventava realtà, e poteva notare come gli occhi del suo amico fossero visibilmente lucidi, anche se nascosti sotto degli stravaganti occhiali da sole.
Finalmente, dopo una lunghissima pubblicità, i candidati presero posto, ciascuno al proprio tavolo, e l’orchestra suonò la sigla ufficiale dell’evento.
Si cominciò con le premiazioni secondarie, ma dopo poco più di un’ora, lo spettacolo raggiunse il clou: miglior attore maschile e femminile.
La presentatrice, una nota soubrette americana, fece l’elenco dei candidati al Bafta 2014. Sentire il nome di Ringo tra i giganti della cinematografia inglese provocò una scarica di adrenalina che percorse la schiena di Paul, facendolo svegliare all’improvviso.
Come ogni anno, il candidato al premio si vedeva presentato dopo un sunto del film in cui era protagonista. Quando arrivò quello di Ringo, Paul e Linda si zittirono all’improvviso, smettendo persino di bere e mangiare, pur di non disturbare la descrizione.
“Ringo Starr interpreta Hugh, un impavido ufficiale di marina, nel film ‘In the navy’. Hugh salva da un uragano il suo migliore amico, nonché sottoposto, Pete. Nonostante perda le gambe per portarlo al sicuro, Hugh continua a servire la marina inglese. E’ stato fornito di una bellissima carrozzina gialla, a forma di sottomarino, che gli permette di muoversi all’interno delle navi su cui lavora.
Purtroppo però, un giorno, nella sua cabina, uno dei suoi superiori trova la collezione di Dvd di “Mister universo” e di “Mister maglietta bagnata”, con tanto di contenuti extra e scene tagliate.
Hugh è così costretto a finire in tribunale, dove deve negare di aver portato sul lavoro quel materiale osceno. Ma, in preda alla paura di perdere i propri cofanetti, e per il timore che scoprano che quei ‘massaggiatori’ non servono per le spalle e per la schiena, decide di rinunciare al proprio ruolo di ufficiale.
Straziante e commuovente il finale: Hugh si trova con la carrozzina fuori dal tribunale, stringendo i propri averi forte a sé, e vede arrivare il sottoposto che ha salvato, vestito da marinaio.
Si scopre così che Pete ha lasciato a sua volta l’esercito per diventare spogliarellista in un night club.
Mentre da lontano un violinista intona ‘Macho man’, i due decidono di inseguire il loro gaio futuro insieme, mano nella mano.
Finché “Mister Universo” non li separi.”
L’annunciatrice dovette prendersi un momento di pausa per asciugarsi la lacrima di commozione che le aveva rigato il viso, rovinandole il trucco.
Intanto, la sala si era alzata in piedi, applaudendo la straordinaria interpretazione di Ringo e dei suoi colleghi.
Una volta ripresasi, l’annunciatrice aprì la busta dorata che stringeva tra le mani, e, poggiandosi una mano sul cuore, annunciò a gran voce:
“Il vincitore come migliore attore di questi Bafta 2015 è… Ringo Starr!”
In un solo colpo, la sala si era alzata in una straordinaria standing ovation, e Paul e Linda si erano trovati in piedi, ad abbracciarsi e a festeggiare quella vittoria del loro amico.
Paul stava anche per stappare la bottiglia di champagne, quando la voce di Ringo lo interruppe. Dio, era da una vita che non sentiva la sua voce!
“Pace e amore a tutti quanti! Sono onorato di aver ricevuto questo premio. Vorrei ringraziare mia moglie Mo, il mio vecchio agente che ho licenziato cinque minuti fa, e il mio nuovo agente, che ho assunto tre minuti fa! Ma, il mio pensiero va a tutti i soldati e marinai gay che difendono il nostro paese, e che non possono ascoltare David Bowie mentre sono in servizio. Vergogna, Regina Elisabetta, agisca di conseguenza!” Ringo fece una breve pausa per aspettare che l’applauso, provocato dalla sua indignazione, scemasse.
“Grazie, grazie. Inoltre, vorrei esprimere tutta la mia riconoscenza verso un amico speciale, una persona straordinaria che ha creduto in me sin da quando ero alto così.” Disse, indicando pochi centimetri in meno della sua attuale altezza, “E’ stato il mio migliore amico per tutta l’adolescenza a Liverpool, e ora vive in un piccolo paese della penisola scozzese del Kintyre. A Paul McCartney, il miglior amico e insegnante che potessi avere.” e, brandendo il premio, fiero, concluse esclamando, “Ed è gay!”
Paul intanto non poteva negare di aver gonfiato il petto, all’inizio del discorso.
Era estremamente fiero, e Ringo gli stava pure per fare un ringraziamento del genere, in diretta sulla BBC1!
Poi, il finale. Quasi fece cadere la bottiglia di champagne dallo sgomento.
A Paul McCartney, il miglior amico e insegnante che potessi avere. Ed è gay!
Gay?! Ma cosa gli diceva il cervello?
In un solo colpo era passato da “quello che Ringo Starr aveva ringraziato davanti a milioni di telespettatori” a “il professore gay di Campbeltown”.
Si afflosciò sul divano, mentre Linda cercava di fargli aria con un fazzoletto.
“Cosa diavolo?” riuscì a dire, alla fine.
“Paul… di cosa stava parlando?”
“Non ne ho idea, Linda. Non ne ho idea.”
Un sonoro squillo del telefono li fece sussultare entrambi. Neanche il tempo di sollevare la cornetta, che un urlo lo fece impallidire.
“Cosa ci devi dire, Paul?” Riuscì a distinguere solo la voce di suo padre, quella di Mike, e di sua moglie. Poi, in sottofondo, individuò qualche altro parente lontano, ma riconoscerli era impossibile, dato che gli stavano parlando in coro.
C’era mezza Liverpool dentro quella cornetta.
“Non sono gay, santo cielo, calmatevi tutti!” gridò, e sbatté giù il telefono.   
Aveva bisogno di pensare. Pensare in modo lucido. Avrebbe potuto fargli causa, ma certo!
No, aspetta, Ringo aveva sicuramente molti più soldi di lui. Più soldi significavano avvocati migliori.
Non aveva voglia di perdere la casa e tutti i suoi averi, ora che si avvicinava il matrimonio.
Doveva venirgli un’altra idea.
Ma certo, ecco qual era il problema. Nel mondo dello spettacolo succedeva sempre, d’altronde.
Ringo si drogava! Per forza. Aveva preso qualche pasticca ed era strafatto.
Intanto, nel suo cammino frenetico su e giù per la stanza, Linda lo seguiva come un fedele cagnolino.
“E se fosse colpa di Scientology? O di una setta?” propose lei.
Paul annuì distrattamente, aprendo con un colpo la bottiglia di champagne e cominciando a svuotarla, bevendo a canna.
Cosa poteva fare? Ignorare? Agire di conseguenza? E se i genitori dei suoi alunni avessero visto quel programma, cosa avrebbero detto di lui? Certo, era il 2015 e ormai nessuno si scandalizzava più per un’omosessualità dichiarata, ma si parlava comunque di un paesino dell’alta Scozia con solo quattromila abitanti e nessun supermercato.
Dopo aver svuotato la seconda bottiglia di vino, cadde rovinosamente sul divano, e il tempo cominciò a scorrere in modo strano. Non riusciva più a capire cosa fosse il sogno e cosa la realtà.
I Bafta non erano reali, vero? Facevano parte della sbronza?
Sentì Linda dargli un piccolo bacio sulla fronte, coprirlo con una coperta e la vide andarsene, senza riuscire a metterla a fuoco.
Intanto, nella sua testa, Ringo era diventato un gigantesco mostro a tre teste, che urlava come un pazzo
“Gay, gay, gay,!” al ritmo di una canzone di Boy George.
Per fortuna, a portargli la pace, intervenne Gloria Gaynor:
“You will survive.” Sussurrò appena, e Paul si addormentò.









Angolo dell'autrice:

Era una notte gaia e tempestosa, alla televisione trasmettevano In&Out e Anya, in preda al delirio da "ultimo capitolo di Mr. Moonlight" e completamente ubriaca di tisane, si disse: ma se facessi un'altra AU ispirandomi a questo film? La gente capirebbe quanta poca fantasia ho e quanto sono noiosa a scopiazzare solo le idee altrui? Probabilmente sì, ma chissene, facciamolo lo stesso!
E così è stato. 
Più o meno è andata in questo modo, ma la verità è che mi sto divertendo davvero troppo a scrivere questa storia, quindi spero mi perdonerete!
Inoltre sarà una long molto poco long, perché avrà al massimo otto capitoli, quindi portate pazienza, a fine febbraio vi libererete di me.
Forse.
Ci tengo a dire che l'ultimo pezzo è stato scritto mentre bevevo un infuso discutibile, cantando "Very Gay, hip hurray!" (detto da Paul in questa canzone), quindi capirete bene quanto poco dobbiate prendere sul serio questa mia schifezza. 
Infine vi consiglio di vedere il film originario, magari anche solo l'inizio, così non vi spoilerate nulla, ma capirete meglio il perché di alcune scelte stilistiche. Anche se chiaramente, molte cose saranno diverse. Un esempio: nei film il discorso di ringraziamento è fatto dopo la vittoria di un Oscar, ma essendo ambientata in Inghilterra, ho preferito usare i Bafta, che per loro sono ugualmente importanti.
Se avete altre domande sui personaggi famosi o meno che appaiono nella storia, scrivetemi pure :3 Vi dico subito che la storia è ambientata a Campbeltown perché è il paese vicino alla fattoria in cui Paul ha vissuto con Linda dopo i Beatles!
Basta, non ho altro da dire. Al solito, un grazie di cuore a Kia85 che sta sopportando i miei deliri da fin troppo tempo e ancora non ha impulsi omicidi verso di me, e che ha betato questa.. cosa. 
Ci si legge mercoledì, con il secondo capitolo. Intanto, grazie di averla letta <3 
Anya.



 
   
 
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Beatles / Vai alla pagina dell'autore: verystrange_pennylane