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Autore: Dicembre    29/11/2008    8 recensioni
Nyven è uno schiavo, nato in catene non ha mai vissuto una vita diversa, per lui un padrone vale l'altro. Quando viene venduto al Crocevia, non può immaginare chi sia il suo nuovo padrone, nè chi viva alla sua corte. Si accorge però subito che il luogo dov'è stato portato è completamente diverso da tutto ciò che ha visto e da tutto ciò che ha vissuto. Irìyas l'ha acquistato per i suoi capelli, cremisi ed indomabili, che hanno una proprietà indispensabile di cui neanche un mago della sua potenza può fare a meno. Specialmente quando il mago si ritrova ad affrontare il Fuoco Eterno, scagliatogli contro da un suo vecchio amico e si ritrova legato ad una promessa fatta ad un drago per cui farebbe di tutto. Nyven è intrappolato in quest'intreccio di tradimento e di fedeltà e ne rimane inevitabilmente affascinato. Ma c’è un fondo cremisi, un’anima dedita al fuoco nel ragazzo, che nessuno sa spiegare , ma che tutti temono. E’ innata, sconosciuta ed indomabile.
Il mago però non può lasciarlo libero, e Nyven non conosce cosa giace nel suo animo. La matassa è stata srotolata troppo tempo prima perché ora si possa tornare indietro. Il Re, il cavaliere e amico del mago, il traditore… Tutti vogliono qualcosa, mentre il Regno rischia di ardere in eterno.
Genere: Romantico, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao a tutti ^_^/ Finalmente (per chi lo attende9 un altro po' di shounen ai. Ma soprattutto, finalmente, un po' di... ah sono in vena di misteri  XD meglio arrivare a fine capitolo. So che ci sono persone che aspettavano le ultime righe da tempo (io compresa!). baci baci

Capitolo Ventinove

 

 

Sì. Forse davvero Nyven aveva una ragione per essere lì, ma lui non sapeva quale fosse.

Ormai, però, era convinto che le coincidenze non esistessero: a tutto c’era una ragione. Irìyas si fermò a guardare il sole che tramontava languido sul suo lago. C’era una quiete irreale, lì intorno. L’acqua era troppo lontana perché si sentisse, gli alberi erano immobili, gli uccelli silenti e il cielo silenzioso. La quiete prima della tempesta. Ormai mancavano pochissimi giorni al Solstizio e il mago sapeva che Hago sarebbe arrivato allora: Gyonnareth e il suo fuoco sarebbero stati molto più forti con l’aiuto del sole.

Irìyas strinse i pugni. Un lieve formicolio gli attraversò i polpastrelli. Inutile negarselo: quella era anticipazione. Avrebbe sconfitto Hago, avrebbe liberato Gyonnareth e avrebbe intrapreso la strada per l’Est, è vero. Ma prima di tutto, avrebbe rivisto il suo vecchio compagno. Era suo nemico, ora, ed era l’unico ostacolo che si frapponeva fra lui e l’Est.

Entrò nella stanza dove Nyven si trovava ormai da tempo. Era sveglio e gli dava le spalle, appoggiato alla balaustra del balcone a guardare lontano. La sua schiena era nuda e il tatuaggio della Maledizione era ben evidente. Non aveva più senso nasconderlo, ora che si era ritornati a casa.
La schiena di Nyven, così come tutto il suo corpo, era lievemente cambiata. I muscoli erano diventati più delineati, le braccia parevano più forti. I suoi capelli, poi, nonostante fossero appena stati tagliati, già gli coprivano la nuca. Rosso cremisi.
Nyven non si accorse che Irìyas era entrato nella stanza, rimase a guardare davanti a sé senza muoversi.
Irìyas gli si avvicinò silenziosamente, fino a sedersi di fianco al ragazzo.

Fu solo allora che Nyven si accorse di una presenza in camera sua. Sussultò, spaventato.

“Oh” riuscì a dire, non aspettandosi di vedere lì il suo padrone.

“Ti ho spaventato?” chiese sapendo già la risposta “Sei sveglio da molto?”

“Da un po’ i miei capelli continuano a crescere, a vista d’occhio...”

Irìyas sorrise, prendendone una ciocca “E ormai non crescono più capelli neri”

Nyven si strinse nelle spalle: “Non ho controllo sul mio corpo. Succedono cose…”

Irìyas lo interruppe, mettendogli un dito sulle labbra: “Non ti preoccupare”

“Irìyas, io…”

“Shhh…”

Nyven sospirò, riportando i suoi occhi sul lago di fronte a sé.

“Mancano pochi giorni, ormai li sento qui”

Irìyas annuì e Nyven proseguì: “Ora che la Bianca non protegge più Gyofinnan, sento la sua presenza forte e preponderante. Ma la forza che percepisco arrivare è molto più aggressiva: Gyonnareth è arrabbiato. Distruggerà tutto”

“Gyonnareth è un drago in catene che non riesce a liberarsi. Rivuole la sua compagna e rivuole la sua libertà”

Nyven annuì, consapevole: “Si dovesse sbagliare qualcosa, si dovesse anche solo lasciargli uno spiraglio, Gyonnareth distruggerà tutto quanto”
“E’ per questo che Sideas è qui… Per molti altri motivi, anche, ma soprattutto perché deve proteggere la sua terra. Se dovessimo sbagliare qualcosa “ Irìyas sorrise, ripetendo la frase di Nyven “ Se dovessimo sbagliare qualcosa, Sideas non può lasciare che Gyonnareth arda il regno. Sebbene le sue fondamenta siano fragili, è la sua terra. La proteggerà finché avrà forza”

Nyven riportò gli occhi su Irìyas e vide che il mago non li aveva mai tolti da lui. Rimase in silenzio per un attimo, con mille domande in testa e la difficoltà di formularne anche solo una.

“La sua terra…” ripeté “Tu andrai ad Est, vero?”

Che domanda stupida. Nyven si rese conto di quanto fosse sciocca la sua domanda nel momento in cui la pronunciò, ma ormai non poteva rimangiarsela. Non era forse tutto finalizzato al sogno di Irìyas?

“Vuoi venire con me?” Il mago capì ben prima del ragazzo il perché Nyven avesse fatto una domanda così sciocca.
Lui guardò il padrone, con le labbra secche e nessuna parola da condividere.

Poi annuì: “Io…” prese fiato “io voglio stare con te” arrossì alle sue parole. “A me non interessa così tanto l’Est. Non conosco bene l’Ovest, non ho viaggiato, né studiato molto, ma…” di nuovo fece una pausa “Ma vorrei stare con te. Vivere nella tua casa, e non dover ricominciare tutto daccapo con qualcuno che mi compra ad un nuovo mercato. Pensavo… tempo fa pensavo che fare una vita così non mi avrebbe pesato. In fondo, io non saprei cosa fare se fossi da solo. Nessuno mi ha mai insegnato cosa fare e io non sono abituato a pensare che posso stare da solo. Forse tra un po’, forse serve del tempo. Ma ho sempre pensato che una vita così sia una vita comoda, in cui non devi fare niente se non quello che ti viene detto. “ Abbassò lo sguardo imbarazzato “Ora è tutto diverso. Ora finalmente voglio qualcosa per me, non voglio fare quello che altri mi dicono.” Rise fra sé e sé “La Bianca è morta a causa mia, io ho tentato di ucciderla e lei ha scoperto chi sono. Così Finnan, in mia vece, l’ha uccisa e così Finnan, in mia vece, sa chi sono. Sono stanco di questa passività, lo trovi sciocco?”

Irìyas non parlò, ma scosse la testa, lasciando che Nyven proseguisse.

“Sono stanco di non sapere e vivere in un mondo in cui gli altri sanno, sono stanco di stringere i pugni e non avere niente fra le mani” se le guardò “Ora so che sono mani incredibilmente forti, queste. So che posso fare quello che voglio, senza lasciare che gli altri agiscano in vece mia. Io posso scoprire chi sono senza che siano gli altri a dirmelo… In qualche modo” guardò Irìyas negli occhi per un istante di troppo “ la mia storia, ora, posso scriverla anch’io da me”

Irìyas sorrise, per la sua frase rubata.

“E ora so che è o con te, o da solo che starò. Anche se questo mi è vietato dalla legge. Riscatterò la mia libertà”
Non era ciò che voleva dire, ancora una volta Nyven si rese conto che le frasi gli si formavano sulle labbra prima che in testa. Lui voleva stare con Irìyas. O da solo o con lui sì, ma solo perché non aveva senso stare con nessun altro. Mise una mano sulla camicia di Irìyas e strinse il pugno, sgualcendola. Ma in fondo non aveva più grande importanza. E Irìyas lo lasciò fare, senza opporre nessuna resistenza, incuriosito e intenerito dall’esitazione del ragazzo.
Lasciò che il suo schiavo lo baciasse, a fior di labbra. Erano calde e secche, le labbra del suo Nyven, che si staccò immediatamente. Irìyas non lo lasciò allontanare.

“Andrò da solo ad Est” disse il mago e Nyven strinse le labbra “Non ha senso che tu venga con me. Ma ha senso che tu sia libero “ gli sussurrò sulla pelle “Non sarò io, né Finnan, né la Bianca a dirti quello che farai. E’ giusto così”

“Ma… “ protestò il ragazzo, Irìyas lo interruppe.

“ Com’è facile, per me, avere ragione su di te? Farai quello che ti dico. Eseguirai qualunque mia parola. Lo so io, ma lo sai bene anche tu. Sei venuto qui per i tuoi capelli. Qui, a differenza che in qualunque altro posto dove sei stato, nessuno ti ha trattato come uno schiavo. E questo ti fa illudere che questo bacio sia sincero. E che tu voglia venire ad Est perché vuoi stare con me. Avresti voluto rimanere con chiunque ti avesse trattato con un minimo di umanità”

Nyven non lasciò che il mago proseguisse con quest’assurdità: “Non è vero!” guardò il mago dritto negli occhi “E’… diverso” ma non riuscì a spiegarsi, come avrebbe voluto “ E’ diverso perché è grazie a te che…”

“Non è grazie a me. E’ solo il naturale corso degli eventi”

Nyven si ammutolì, corrugando la fronte: “Sei ingiusto. Anche tu pensi che io non sia in grado di discernere cosa voglio per me da cosa semplicemente è capitato. Forse hai ragione, non avrei avuto questo desiderio di libertà – non ora comunque – se non fossi stato tu a prendermi al Crocevia. Ma è ingiusto e sbagliato da parte tua fraintendermi. Lascia che sia io a volerti. Permettimi di farlo, permettimi di voler venire ad Est, di voler stare con te. So che non è questa la mia strada, ma è quello che vorrei. Perciò, per favore, non pensare che i miei desideri non mi appartengano”. Fu Irìyas a baciarlo, questa volta, interrompendo il farfugliare senza senso di Nyven. Fu un bacio molto più profondo del primo e molto più intenso. Nyven si ritrovò completamente senza fiato.

Desideri, volontà… Niente aveva alcun senso alle orecchie né dell’uno, né dell’altro.

Irìyas sapeva che Nyven era solo affascinato dalla nuova libertà che vedeva a portata di mano, da quei misteri di cui era inevitabilmente venuto a far parte e da quella nuova forza che sentiva scorrere nelle vene. Finalmente il ragazzo capiva, sentiva… Finalmente Nyven percepiva di essere forte e di poter reggersi sulle proprie gambe da solo.

Di contro Nyven non tollerava sentire il suo Irìyas mettere in discussione quello che per lui era così evidente: c’era il mago e nessun altro. Non perché fosse stato il primo, non per una casualità. Ma perché era lui, coi suoi silenzi, i suoi sorrisi. Il suo fare prepotente a volte e protettivo altre. Era semplicemente e solo lui.

Nyven lo strinse a sé, nascondendosi nella spalla del mago. A volte, il suo Irìyas, era davvero irragionevole.





Il sole calò sul lago e su tutto il regno, lasciando che la notte ricoprisse tutto il cielo. Irìyas uscì dalla stanza di Nyven. Si passò una mano sugli occhi, pur di non pensare. La voce di Zir lo raggiunse inaspettata: “Irìyas dovresti riposarti un po’” il coniglio si sistemò gli occhiali sul naso “Non puoi arrivare così al Solstizio”

Il mago annuì, consapevole, mentre il coniglio riprese la parola: “Non lasciare…”

Ma il mago lo interruppe con un gesto: “Non parlare”

“Sai che ho ragione. Nyven si rivelerà troppo pericoloso”

Il mago sorrise: “Fosse innocuo non saremmo certo a questo punto”. E se ne andò verso la sua stanza. La tristezza nel tono del mago non sfuggì al fedele Eclage che ne conosceva fin troppo bene l’animo.





Il suo corpo era adagiato sul limitare del Bosco Nuovo. Se occhio umano l’avesse visto, in quella notte priva di stelle, non avrebbe saputo discernere la sua sagoma da quella del buio. Solo un orecchio acuto avrebbe potuto sentire il suo respiro, profondo e lento, quasi il battito di un cuore che si sta fermando. Le sue palpebre chiuse nascondevano gli occhi rossi ed iracondi, a cui non sarebbe sfuggita la più piccola delle prede. Le palpebre erano chiuse, ma lui non dormiva. Solo aspettava. Aspettava una mossa falsa di colui che aveva osato metterlo in catene, oppure di raggiungere il suo obiettivo e distruggere tutto ciò che si frapponeva fra lui e la morte degli esseri umani che lo tenevano lontano dal cielo e da Finnan.

Il suo respiro si fece più profondo e l’aria intorno a lui divenne bollente, per un istante. Le foglie sugli alberi a lui più prossimi divennero brace e si sparpagliarono in cielo.

“Manca poco, non essere così impaziente” la voce dell’Alchimista gli fece aprire un occhio, che brillò.

“Alla tua morte” concluse lui, con la voce che gli proveniva dalla profondità della gola, calda e cupa, quasi inudibile.

L’umano rise: “ Qualcuno di certo morirà…”

“Gli uomini non possono attraversare i Territori, è inutile che vi affanniate”

L’umano rise di nuovo: “Mi sembra che si sia già ampiamente affrontata questa discussione”

Il drago chiuse l’occhio: “Fai tu, io ti ho avvisato”

“Fra un po’ è il Solstizio…”

“Davvero credi che Irìyas non abbia posto rimedio al nostro arrivo?”

“Penso che abbia provato, sì, ma la cosa non mi preoccupa. E’ così convinto che Alem, il suo grande maestro, gli abbia detto la verità, che non sospetterà mai che sia stato lui per primo a tradirlo”

“Voi uomini siete degli essere ben più feroci di chiunque altro abbia mai incontrato su questa terra. Tradite i vostri amici, i vostri genitori e i vostri figli come fosse la più normale delle cose”

Hago non rispose, e si sedette anche lui, appoggiando la schiena ad un albero.

“Riprenderemo il nostro viaggio all’alba. Ora è meglio riposare”.

Gyonnareth non disse nulla, solo alzò il collo, per guardare nella direzione in cui sapeva si trovava Finnan.

Si chiese come mai la sua compagna fosse così vicina al mago, ma presto l’avrebbe scoperto lui stesso.

***

Aealith: santa birra! Sempre sia lodata, ovviamente *_* Hago ... quasi non aspetto altro neanch'io. Per una che pensa già ai personaggi prima di scriverli, Hago è rimasto in silenzio troppo a lungo! Besos

DJKIKA: Lemon O_O eheheh ad essere del tutto onesti, in Cremisi, non ci sarà una lemon, non penso si adatti bene con il tipo di trama. ne ho scritte e ne scriverò, però, quindi non temere, non voglio perdere la mia verve "slash". del resto, Cremisi ha quest'aura di magia intorno, che mi sarebbe difficile mettere una scena fisica troppo esplicita. In questo capitolo, però, c'è un piccolo accenno... almeno è qualcosa ^_^

Ali. friggere la pelle è un'espressione che mi ha fatto ridere mezzora *_* bella, la dovrei riciclare XD Ecco il prossimo capitolo, che ne dici? Questo Irìyas mi farà impazzire.

Namida: un pochino di shounen ai, sì. anche se - se sei arrivata sin qui - avrai visto che anche in questo capitolo non è che dia troppo sfogo alla mia vena shounen ai che, onestamente, ne risente. Ma non è finita qui, ovviamente, non temere ;D

Persefone: sì, anche a me ricorda alessandro. Del resto, anche la terra piatta e l'idea delle "colonne" non è propriamente originale XD Il non poter andare più avanti è metaforico, anche. Io adoro costellare i racconti di secondi, terzi significati nascosti...

manny: ciao! che piacere risentirti. E anzi, vorrai scusarmi tu per i miei terribili ritardi con le email. prometto che ti rispondo in questi giorni, ma davvero, novembre è stato un mese orribile. cremisi e la mia "vita" mediatica ne hanno risentito enormemente -_- La Bianca è un personaggio malinconico, alla fine mi ci sono affezionata anch'io.

Aphrodite: certo. sideas avrà un racconto tutto per sè che, ovviamente, sta già prendendo forma nella mia testa (ma prima finisco Cremisi, non ti preoccupare). Non potrei lasciare il piccolo ed "indifeso" Nyven da solo, no? anche perchè, fra un po', ci saranno importanti rivelazioni ^_^ Un bacione grande

Silencio: ciao! Felicissima che le prime "spiegazioni" i i primi "misteri svelati" siano all'altezza ^_^ La terra piatta l'ho amata appena m'è venuta in mente. In fondo, mi sono detta, è un fantasy; ci sono draghi, maghi, e altre amenità, perchè devo attenermi ad un'astronomia consueta? Ecco quindi che il mare cade giù. E' un'immagine 8quella che ho in testa e quella che ho cercato di descrivere) che mi affascina molto. In realtà vorrei risponderti a lungo sulla differenza fra sideas e irìyas, ma non posso dilungarmi molto perchè sarà un argomento che verrà sviscerato ne capitoli successivi. Soprattutto nel 31 è in un paio dopo. Perciò, se ne parlassi qui, farei delle inutili anticipazioni. sideas e irìyas sono di indole drammaticamente diversa, e forse è per questo che si piacciono così tanto. Sono esattamente complementare. Io personalmente trovo sia l'uno che l'altro affascinanti, a modo loro, ma devi pur tener conto che uno è un guerriero, l'altro è un mago... Ti rimando quindi al capitolo 31, così mi dirai che la "spiegazione" ti ha soddisfatto XD a presto ^_^/

  
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