Ciao a tutti ^_^/ Finalmente (per chi lo attende9 un altro po' di shounen ai. Ma soprattutto, finalmente, un po' di... ah sono in vena di misteri XD meglio arrivare a fine capitolo. So che ci sono persone che aspettavano le ultime righe da tempo (io compresa!). baci baci
Capitolo Ventinove
Sì. Forse davvero Nyven aveva
una ragione per essere lì, ma lui non sapeva quale fosse.
Ormai, però, era
convinto che le coincidenze non esistessero: a tutto c’era una ragione.
Irìyas si fermò a guardare il sole che tramontava languido sul suo
lago. C’era una quiete irreale, lì intorno. L’acqua era troppo lontana
perché si sentisse, gli alberi erano immobili, gli uccelli silenti e il
cielo silenzioso. La quiete prima della tempesta. Ormai mancavano
pochissimi giorni al Solstizio e il mago sapeva che Hago sarebbe
arrivato allora: Gyonnareth e il suo fuoco sarebbero stati molto più
forti con l’aiuto del sole.
Irìyas strinse i
pugni. Un lieve formicolio gli attraversò i polpastrelli. Inutile
negarselo: quella era anticipazione. Avrebbe sconfitto Hago, avrebbe
liberato Gyonnareth e avrebbe intrapreso la strada per l’Est, è vero.
Ma prima di tutto, avrebbe rivisto il suo vecchio compagno. Era suo
nemico, ora, ed era l’unico ostacolo che si frapponeva fra lui e l’Est.
Entrò nella stanza
dove Nyven si trovava ormai da tempo. Era sveglio e gli dava le spalle,
appoggiato alla balaustra del balcone a guardare lontano. La sua
schiena era nuda e il tatuaggio della Maledizione era ben evidente. Non
aveva più senso nasconderlo, ora che si era ritornati a casa.
La schiena di Nyven,
così come tutto il suo corpo, era lievemente cambiata. I muscoli erano
diventati più delineati, le braccia parevano più forti. I suoi capelli,
poi, nonostante fossero appena stati tagliati, già gli coprivano la
nuca. Rosso cremisi.
Nyven non si accorse
che Irìyas era entrato nella stanza, rimase a guardare davanti a sé
senza muoversi.
Irìyas gli si avvicinò
silenziosamente, fino a sedersi di fianco al ragazzo.
Fu solo allora che
Nyven si accorse di una presenza in camera sua. Sussultò, spaventato.
“Oh” riuscì a dire,
non aspettandosi di vedere lì il suo padrone.
“Ti ho spaventato?”
chiese sapendo già la risposta “Sei sveglio da molto?”
“Da un po’ i miei
capelli continuano a crescere, a vista d’occhio...”
Irìyas sorrise,
prendendone una ciocca “E ormai non crescono più capelli neri”
Nyven si strinse nelle
spalle: “Non ho controllo sul mio corpo. Succedono cose…”
Irìyas lo interruppe,
mettendogli un dito sulle labbra: “Non ti preoccupare”
“Irìyas, io…”
“Shhh…”
Nyven sospirò,
riportando i suoi occhi sul lago di fronte a sé.
“Mancano pochi giorni,
ormai li sento qui”
Irìyas annuì e Nyven
proseguì: “Ora che la Bianca non protegge più Gyofinnan, sento la sua
presenza forte e preponderante. Ma la forza che percepisco arrivare è
molto più aggressiva: Gyonnareth è arrabbiato. Distruggerà tutto”
“Gyonnareth è un drago
in catene che non riesce a liberarsi. Rivuole la sua compagna e rivuole
la sua libertà”
Nyven annuì,
consapevole: “Si dovesse sbagliare qualcosa, si dovesse anche solo
lasciargli uno spiraglio, Gyonnareth distruggerà tutto quanto”
“E’ per questo che
Sideas è qui… Per molti altri motivi, anche, ma soprattutto perché deve
proteggere la sua terra. Se dovessimo sbagliare qualcosa “ Irìyas
sorrise, ripetendo la frase di Nyven “ Se dovessimo sbagliare qualcosa,
Sideas non può lasciare che Gyonnareth arda il regno. Sebbene le sue
fondamenta siano fragili, è la sua terra. La proteggerà finché avrà
forza”
Nyven riportò gli
occhi su Irìyas e vide che il mago non li aveva mai tolti da lui.
Rimase in silenzio per un attimo, con mille domande in testa e la
difficoltà di formularne anche solo una.
“La sua terra…” ripeté
“Tu andrai ad Est, vero?”
Che domanda stupida.
Nyven si rese conto di quanto fosse sciocca la sua domanda nel momento
in cui la pronunciò, ma ormai non poteva rimangiarsela. Non era forse
tutto finalizzato al sogno di Irìyas?
“Vuoi venire con me?”
Il mago capì ben prima del ragazzo il perché Nyven avesse fatto una
domanda così sciocca.
Lui guardò il padrone,
con le labbra secche e nessuna parola da condividere.
Poi annuì: “Io…” prese
fiato “io voglio stare con te” arrossì alle sue parole. “A me non
interessa così tanto l’Est. Non conosco bene l’Ovest, non ho viaggiato,
né studiato molto, ma…” di nuovo fece una pausa “Ma vorrei stare con
te. Vivere nella tua casa, e non dover ricominciare tutto daccapo con
qualcuno che mi compra ad un nuovo mercato. Pensavo… tempo fa pensavo
che fare una vita così non mi avrebbe pesato. In fondo, io non saprei
cosa fare se fossi da solo. Nessuno mi ha mai insegnato cosa fare e io
non sono abituato a pensare che posso stare da solo. Forse tra un po’,
forse serve del tempo. Ma ho sempre pensato che una vita così sia una
vita comoda, in cui non devi fare niente se non quello che ti viene
detto. “ Abbassò lo sguardo imbarazzato “Ora è tutto diverso. Ora
finalmente voglio qualcosa per me, non voglio fare quello che altri mi
dicono.” Rise fra sé e sé “La Bianca è morta a causa mia, io ho tentato
di ucciderla e lei ha scoperto chi sono. Così Finnan, in mia vece, l’ha
uccisa e così Finnan, in mia vece, sa chi sono. Sono stanco di questa
passività, lo trovi sciocco?”
Irìyas non parlò, ma
scosse la testa, lasciando che Nyven proseguisse.
“Sono stanco di non
sapere e vivere in un mondo in cui gli altri sanno, sono stanco di
stringere i pugni e non avere niente fra le mani” se le guardò “Ora so
che sono mani incredibilmente forti, queste. So che posso fare quello
che voglio, senza lasciare che gli altri agiscano in vece mia. Io posso
scoprire chi sono senza che siano gli altri a dirmelo… In qualche modo”
guardò Irìyas negli occhi per un istante di troppo “ la mia storia,
ora, posso scriverla anch’io da me”
Irìyas sorrise, per la
sua frase rubata.
“E ora so che è o con
te, o da solo che starò. Anche se questo mi è vietato dalla legge.
Riscatterò la mia libertà”
Non era ciò che voleva
dire, ancora una volta Nyven si rese conto che le frasi gli si
formavano sulle labbra prima che in testa. Lui voleva stare con Irìyas.
O da solo o con lui sì, ma solo perché non aveva senso stare con nessun
altro. Mise una mano sulla camicia di Irìyas e strinse il pugno,
sgualcendola. Ma in fondo non aveva più grande importanza. E Irìyas lo
lasciò fare, senza opporre nessuna resistenza, incuriosito e intenerito
dall’esitazione del ragazzo.
Lasciò che il suo
schiavo lo baciasse, a fior di labbra. Erano calde e secche, le labbra
del suo Nyven, che si staccò immediatamente. Irìyas non lo lasciò
allontanare.
“Andrò da solo ad Est”
disse il mago e Nyven strinse le labbra “Non ha senso che tu venga con
me. Ma ha senso che tu sia libero “ gli sussurrò sulla pelle “Non sarò
io, né Finnan, né la Bianca a dirti quello che farai. E’ giusto così”
“Ma… “ protestò il
ragazzo, Irìyas lo interruppe.
“ Com’è facile, per
me, avere ragione su di te? Farai quello che ti dico. Eseguirai
qualunque mia parola. Lo so io, ma lo sai bene anche tu. Sei venuto qui
per i tuoi capelli. Qui, a differenza che in qualunque altro posto dove
sei stato, nessuno ti ha trattato come uno schiavo. E questo ti fa
illudere che questo bacio sia sincero. E che tu voglia venire ad Est
perché vuoi stare con me. Avresti voluto rimanere con chiunque ti
avesse trattato con un minimo di umanità”
Nyven non lasciò che
il mago proseguisse con quest’assurdità: “Non è vero!” guardò il mago
dritto negli occhi “E’… diverso” ma non riuscì a spiegarsi, come
avrebbe voluto “ E’ diverso perché è grazie a te che…”
“Non è grazie a me. E’
solo il naturale corso degli eventi”
Nyven si ammutolì,
corrugando la fronte: “Sei ingiusto. Anche tu pensi che io non sia in
grado di discernere cosa voglio per me da cosa semplicemente è
capitato. Forse hai ragione, non avrei avuto questo desiderio di
libertà – non ora comunque – se non fossi stato tu a prendermi al
Crocevia. Ma è ingiusto e sbagliato da parte tua fraintendermi. Lascia
che sia io a volerti. Permettimi di farlo, permettimi di voler venire
ad Est, di voler stare con te. So che non è questa la mia strada, ma è
quello che vorrei. Perciò, per favore, non pensare che i miei desideri
non mi appartengano”. Fu Irìyas a baciarlo, questa volta, interrompendo
il farfugliare senza senso di Nyven. Fu un bacio molto più profondo del
primo e molto più intenso. Nyven si ritrovò completamente senza fiato.
Desideri, volontà…
Niente aveva alcun senso alle orecchie né dell’uno, né dell’altro.
Irìyas sapeva che
Nyven era solo affascinato dalla nuova libertà che vedeva a portata di
mano, da quei misteri di cui era inevitabilmente venuto a far parte e
da quella nuova forza che sentiva scorrere nelle vene. Finalmente il
ragazzo capiva, sentiva… Finalmente Nyven percepiva di essere forte e
di poter reggersi sulle proprie gambe da solo.
Di contro Nyven non
tollerava sentire il suo Irìyas mettere in discussione quello che per
lui era così evidente: c’era il mago e nessun altro. Non perché fosse
stato il primo, non per una casualità. Ma perché era lui, coi suoi
silenzi, i suoi sorrisi. Il suo fare prepotente a volte e protettivo
altre. Era semplicemente e solo lui.
Nyven lo strinse a sé,
nascondendosi nella spalla del mago. A volte, il suo Irìyas, era
davvero irragionevole.
Il sole calò sul lago
e su tutto il regno, lasciando che la notte ricoprisse tutto il cielo.
Irìyas uscì dalla stanza di Nyven. Si passò una mano sugli occhi, pur
di non pensare. La voce di Zir lo raggiunse inaspettata: “Irìyas
dovresti riposarti un po’” il coniglio si sistemò gli occhiali sul naso
“Non puoi arrivare così al Solstizio”
Il mago annuì,
consapevole, mentre il coniglio riprese la parola: “Non lasciare…”
Ma il mago lo
interruppe con un gesto: “Non parlare”
“Sai che ho ragione.
Nyven si rivelerà troppo pericoloso”
Il mago sorrise:
“Fosse innocuo non saremmo certo a questo punto”. E se ne andò verso la
sua stanza. La tristezza nel tono del mago non sfuggì al fedele Eclage
che ne conosceva fin troppo bene l’animo.
Il suo corpo era
adagiato sul limitare del Bosco Nuovo. Se occhio umano l’avesse visto,
in quella notte priva di stelle, non avrebbe saputo discernere la sua
sagoma da quella del buio. Solo un orecchio acuto avrebbe potuto
sentire il suo respiro, profondo e lento, quasi il battito di un cuore
che si sta fermando. Le sue palpebre chiuse nascondevano gli occhi
rossi ed iracondi, a cui non sarebbe sfuggita la più piccola delle
prede. Le palpebre erano chiuse, ma lui non dormiva. Solo aspettava.
Aspettava una mossa falsa di colui che aveva osato metterlo in catene,
oppure di raggiungere il suo obiettivo e distruggere tutto ciò che si
frapponeva fra lui e la morte degli esseri umani che lo tenevano
lontano dal cielo e da Finnan.
Il suo respiro si fece
più profondo e l’aria intorno a lui divenne bollente, per un istante.
Le foglie sugli alberi a lui più prossimi divennero brace e si
sparpagliarono in cielo.
“Manca poco, non
essere così impaziente” la voce dell’Alchimista gli fece aprire un
occhio, che brillò.
“Alla tua morte”
concluse lui, con la voce che gli proveniva dalla profondità della
gola, calda e cupa, quasi inudibile.
L’umano rise: “
Qualcuno di certo morirà…”
“Gli uomini non
possono attraversare i Territori, è inutile che vi affanniate”
L’umano rise di nuovo:
“Mi sembra che si sia già ampiamente affrontata questa discussione”
Il drago chiuse
l’occhio: “Fai tu, io ti ho avvisato”
“Fra un po’ è il
Solstizio…”
“Davvero credi che
Irìyas non abbia posto rimedio al nostro arrivo?”
“Penso che abbia
provato, sì, ma la cosa non mi preoccupa. E’ così convinto che Alem, il
suo grande maestro, gli abbia detto la verità, che non sospetterà mai
che sia stato lui per primo a tradirlo”
“Voi uomini siete
degli essere ben più feroci di chiunque altro abbia mai incontrato su
questa terra. Tradite i vostri amici, i vostri genitori e i vostri
figli come fosse la più normale delle cose”
Hago non rispose, e si
sedette anche lui, appoggiando la schiena ad un albero.
“Riprenderemo il
nostro viaggio all’alba. Ora è meglio riposare”.
Gyonnareth non disse
nulla, solo alzò il collo, per guardare nella direzione in cui sapeva
si trovava Finnan.
Si chiese come mai la
sua compagna fosse così vicina al mago, ma presto l’avrebbe scoperto
lui stesso.
***
Aealith: santa birra! Sempre sia lodata, ovviamente *_* Hago ... quasi non aspetto altro neanch'io. Per una che pensa già ai personaggi prima di scriverli, Hago è rimasto in silenzio troppo a lungo! Besos
DJKIKA: Lemon O_O eheheh ad essere del tutto onesti, in Cremisi, non ci sarà una lemon, non penso si adatti bene con il tipo di trama. ne ho scritte e ne scriverò, però, quindi non temere, non voglio perdere la mia verve "slash". del resto, Cremisi ha quest'aura di magia intorno, che mi sarebbe difficile mettere una scena fisica troppo esplicita. In questo capitolo, però, c'è un piccolo accenno... almeno è qualcosa ^_^
Ali. friggere la pelle è un'espressione che mi ha fatto ridere mezzora *_* bella, la dovrei riciclare XD Ecco il prossimo capitolo, che ne dici? Questo Irìyas mi farà impazzire.
Namida: un pochino di shounen ai, sì. anche se - se sei arrivata sin qui - avrai visto che anche in questo capitolo non è che dia troppo sfogo alla mia vena shounen ai che, onestamente, ne risente. Ma non è finita qui, ovviamente, non temere ;D
Persefone: sì, anche a me ricorda alessandro. Del resto, anche la terra piatta e l'idea delle "colonne" non è propriamente originale XD Il non poter andare più avanti è metaforico, anche. Io adoro costellare i racconti di secondi, terzi significati nascosti...
manny: ciao! che piacere risentirti. E anzi, vorrai scusarmi tu per i miei terribili ritardi con le email. prometto che ti rispondo in questi giorni, ma davvero, novembre è stato un mese orribile. cremisi e la mia "vita" mediatica ne hanno risentito enormemente -_- La Bianca è un personaggio malinconico, alla fine mi ci sono affezionata anch'io.
Aphrodite: certo. sideas avrà un racconto tutto per sè che, ovviamente, sta già prendendo forma nella mia testa (ma prima finisco Cremisi, non ti preoccupare). Non potrei lasciare il piccolo ed "indifeso" Nyven da solo, no? anche perchè, fra un po', ci saranno importanti rivelazioni ^_^ Un bacione grande
Silencio: ciao! Felicissima che le prime "spiegazioni" i i primi "misteri svelati" siano all'altezza ^_^ La terra piatta l'ho amata appena m'è venuta in mente. In fondo, mi sono detta, è un fantasy; ci sono draghi, maghi, e altre amenità, perchè devo attenermi ad un'astronomia consueta? Ecco quindi che il mare cade giù. E' un'immagine 8quella che ho in testa e quella che ho cercato di descrivere) che mi affascina molto. In realtà vorrei risponderti a lungo sulla differenza fra sideas e irìyas, ma non posso dilungarmi molto perchè sarà un argomento che verrà sviscerato ne capitoli successivi. Soprattutto nel 31 è in un paio dopo. Perciò, se ne parlassi qui, farei delle inutili anticipazioni. sideas e irìyas sono di indole drammaticamente diversa, e forse è per questo che si piacciono così tanto. Sono esattamente complementare. Io personalmente trovo sia l'uno che l'altro affascinanti, a modo loro, ma devi pur tener conto che uno è un guerriero, l'altro è un mago... Ti rimando quindi al capitolo 31, così mi dirai che la "spiegazione" ti ha soddisfatto XD a presto ^_^/