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Autore: _ Arya _    10/02/2015    6 recensioni
Aderisco anch'io con molto piacere a questa nuova iniziativa!
Nuova iniziativa : 12 Months Captainswan
Raccolta mensile di fanfiction dedicate ai Captainswan.
Per ogni mese 3 elementi come prompt, ognuno potrà scegliere quale gli sembra più congeniale alla propria storia,( anche più di uno) che naturalmente dovrà contenere anche il nome del mese corrente.
Gennaio: neve,camino, pattini
Febbraio: maschera, san Valentino, Super Bowl
Marzo: donne , risveglio, altalena
Aprile: scherzo, Cioccolato, pigiama
Maggio: fiori, pick nick, barca
Giugno:Estate, ciliegie, doccia
Luglio : spiaggia,temporale, gelato
Agosto: stelle, calore, mare
Settembre:vino, viaggio, passeggiata.
Ottobre: Compleanno ( Emma), coperta, zucca
Novembre: Ringraziamento, famiglia, nebbia
Dicembre: candele, vischio, anello
Abbiamo tanta voglia di leggervi!
Ideata da CSGroup
(Alexies, Alexandra_Potter, Clohy, CSLover, Lely_1324, Manu'sPirate e Pandina.)
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Febbraio

 

Entrai in casa dei miei genitori togliendomi subito la giacca e gli stivali, il tempo fuori era gelido e innevato, sembrava di essere nel muro di ghiaccio di Elsa. Era il Febbraio più freddo che avessi mai passato.
Mio padre mi aveva rimandata a casa prendendosi il mio turno perché secondo lui avevo qualche linea di febbre, e nonostante le mie obiezioni iniziali alla fine avevo ceduto.
In fondo non c'era nulla di male, da quando Gold aveva dovuto lasciare Storybrooke il lavoro era diventato abbastanza noioso: non che mi dispiacesse non avere criminali in giro, ma un po' più d'azione oltre alle scartoffie non sarebbe stata male.
-Emma, vieni a scaldarti!- mia madre si alzò dalla sua poltrona davanti al caminetto e venne a salutarmi.
-Ciao... qui dentro si sta molto meglio che fuori, sai?- constatai, tornando insieme a lei accanto al fuoco e cercai di assorbirne il calore.
-Sì, fa molto freddo... tuo padre ha detto che hai la febbre, ti preparo un'aspirina e poi una cioccolata calda, va bene? E cambiati, mettiti qualcosa di caldo e asciutto!
-Mamma, stai straparlando- la fermai divertita da tutte le parole che stava riuscendo a tirare fuori in una volta sola -mi sento bene comunque, sta' tranquilla. Ho accettato di andarmene solo perché mi stavo annoiando a morte. Dov'è mio fratello?
-Sta dormendo, è in camera... lo porto qui quando si sveglia. Comunque devi prendere qualcosa lo stesso, non ti puoi ammalare per la festa!
Mi morsi un labbro, mi aveva scritto un paio di volte della festa ma io avevo sempre evitato di parlarne, proprio non ne avevo voglia.
Aveva organizzato una festa di San Valentino in maschera il sabato sera dato che la domenica era il giorno di carnevale.
Non avevo detto niente a Killian perché consideravo San Valentino una festa troppo smielata per i miei gusti, ed avendo solo gli ultimi dettagli da sistemare nel nuovo appartamento, l'avrei invitato a cena per inaugurarlo. Ovviamente avrei ordinato due belle pizze non avendo molta voglia di cucinare, avevo un po' paura di non essere all'altezza dato che mangiava regolarmente da Granny.
-Perché tu e Hook ci verrete, non è vero? È domani sera e ancora non mi hai dato conferma! Non potete mancare!- insistette la donna, prendendomi per le mani e guardandomi entusiasta.
-Mamma lo sai che queste cose sdolcinate non fanno per me...- cercai di controbattere, anche se mi veniva un po' difficile dirle di no vedendola così allegra -e poi avevo altri piani. Volevo invitarlo a cena, ok?- ammisi un po' imbarazzata, mi riusciva ancora difficile parlare della mia vita sentimentale con gli altri, anche coi miei genitori.
-Dai tesoro, potete venire alla festa e poi andate a dormire da te... è un buon compromesso no?
-Eh? Io... io non ho detto che... che sarebbe venuto a dormire. Io ho detto... a cena.- non seppi dire se trovai più imbarazzante che mia madre desse per scontato che Killian dormisse da me, o il fatto che io non lo dessi per scontato.
Io e lui stavamo bene, erano passate già due settimane da quando aveva riavuto il suo cuore, ma non eravamo arrivati alla “fase successiva”.
-Oh... ah, ma voi due non l'avete mai...?- mi guardò interrogativa, e mi sentii avvampare fino alla punta delle orecchie.
-Oh. Mio. Dio. Vai a prepararmi l'aspirina, o quello che ti pare ma... non... non metterti a parlare di... questo!- esclamai voltandomi verso il fuoco per non farle notare troppo il mio imbarazzo.
Quella sembrò capire e si alzò dirigendosi verso la cucina... ma ero sicura che avesse sorriso e la cosa mi imbarazzò ancora di più.
Peggio di parlare della mia vita sentimentale coi miei genitori, era dover parlare della mia vita sessuale – nonostante al momento fosse inesistente.
Cercai di riprendere la calma per tornare al mio colorito naturale e quando mia madre mi porse l'aspirina presi il bicchiere senza guardarla in faccia e mandai giù il contenuto tutto in un sorso.
-Emma avanti, sono tua madre. Non ci vedo niente di male se ti confidi con me... hai paura?
-Paura? Oddio, ti sembra che io abbia 13 anni?! È solo che... non... non abbiamo avuto... tempo. Se non ne parliamo più domani veniamo un paio d'ore alla festa, d'accordo?!
La donna mi sorrise compiaciuta, e io odiai dovergliela dare vinta ma pur di evitare quel discorso avrei fatto davvero di tutto. E quindi ora avrei anche dovuto cercare un costume per la festa. Oltre a cercare di non pensare al perché io e Killian non fossimo ancora stati a letto insieme... e al fatto che mi sentissi abbastanza pronta.

***

Avevo passato metà mattinata a provare gli abiti da principessa di mia madre per constatare che non ne avrei indossato uno neanche sotto tortura, e di conseguenza l'altra metà l'avevo trascorsa a cercare qualcosa di adeguato da mettere in giro per i negozi.
Mi ero sottoposta a due ore di tortura nel provare abiti da fata -i peggiori addosso a me-, da strega, da Sirenetta, indiana e perfino da Catwoman. Avrei scelto quest'ultimo per la comodità se non mi fossi imbattuta in un assortimento di costumi da pirata. Probabilmente era quello che avrebbe indossato Killian, quindi avevo pensato potesse essere un'idea carina.
Ora che continuavo a guardarmi allo specchio, però, non ero più molto sicura che fosse stata una buona idea. Coi leggins sotto, il vestito era sembrato molto meno corto: invece non mi arrivava neanche a metà coscia. E i tacchi a spillo, molto meno scomodi. E il corsetto meno stretto.

-Emma, sei stupenda!- esclamò mia madre quando mi decisi a scendere, cercando di non uccidermi per le scale con quei tacchi infernali.
Mia madre era vestita da Regina Cattiva, e non potei fare a meno di ridere: non che non stesse bene, ma era strano vederla nelle vesti della donna che una volta aveva cercato di farla fuori.
-Grazie, ma mi sento praticamente nuda. Tu piuttosto... ti sei fatta prestare questo vestito da Regina?
-Non credo che mi avrebbe prestato uno dei suoi abiti, anche se ora siamo “amiche”. Ti piace, comunque?
-Sei bellissima, fai decisamente molta più paura così. E David? Lui si è vestito da... cacciatore? O magari da cuore pulsante?
-Non proprio.
Mi voltai nella direzione della voce di mio padre e rimasi senza parole, non seppi se ridere o averne paura.
Era vestito da vampiro. Con denti finti, sangue intorno alla bocca e tutto il resto. Era a dir poco inquietante, e per questo molto ben riuscito.
-Wow. La Regina Cattiva e il conte Dracula. Siete davvero molto carini, non avrei mai pensato aveste un lato oscuro voi due!- commentai sorridendo, e continuando a squadrarli.
-E tu hai scordato di mettere i pantaloni?- alzò un sopracciglio studiando invece me, e soffermandosi sulla gonna.
-Se ti fa sentire meglio l'avrei preferito più lungo anch'io. Ma sai, sono abbastanza grande da non dover più ricevere osservazioni sul mio modo di vestire.- gli feci notare, indossando il cappello.
-Sei bellissima, ma dì all'altro pirata che rischia di rimanere anche senza l'altra mano se allunga le mani- aggiunse, ed io alzai gli occhi al cielo.
Sapevo che stava scherzando, ma ero piuttosto sicura che pensasse lo stesso quel che aveva detto.
Dato che Henry sarebbe arrivato insieme a Regina -con cui ultimamente passava molto tempo, ma potevo capirlo- e Killian mi avrebbe aspettata direttamente lì, prendemmo la macchina e mio padre partì verso la casa dell'autore del libro di favole, che era stata scelta come location essendo la più grande e adatta.

Quando arrivammo, dentro era già tutto illuminato, e sembrava che i primi ospiti si fossero già accomodati. I miei genitori vollero entrare subito, e io decisi di fare lo stesso dopo aver mandato un sms a Killian per chiedergli che fine avesse fatto; faceva troppo freddo per aspettarlo fuori.
Mi guardai intorno, e c'erano costumi di ogni genere; molti si erano anche scambiati di ruolo vestendosi da personaggi Disney. Belle era vestita da Cappuccetto Rosso, Ruby da Mulan e via dicendo... era davvero strano e buffo vederli così.
Non feci neanche in tempo ad addentare un pasticcino alla crema che mi sentii prendere per i fianchi, e sorrisi già prima di girarmi intuendo chi potesse essere.
Eppure non riuscii a credere ai miei occhi: squadrai Killian da capo a piedi, e mi chiesi se fosse veramente lui o un suo sosia.
Era vestito da principe. Più precisamente, da principe azzurro. Era buffo... buffo ma affascinante, e i colori del suo abito si intonavano con gli occhi.
-Swan, capisco che sei ammaliata da tanta bellezza... ma dì qualcosa tesoro.
Alzai gli occhi al cielo e gli stampai un bacio sulle labbra per salutarlo, poi lo esaminai un'altra volta.
-Non avrei mai immaginato di vederti... così. Stai bene anche da principe, complimenti pirata!
-Grazie tesoro. Sai, l'ho indossato pensando che ti saresti vestita da principessa... ma è stato ancora più piacevole vederti come pirata... una pirata molto sexy, tra parentesi.
Fu lui ora a studiarmi più volte da capo a piedi ora, soffermandosi sulle mie gambe, e mi sentii ancora più in imbarazzo per la poca lunghezza della gonna.
-Me lo concedete un ballo, signora?- si inchinò prendendo la mia mano e guardandomi negli occhi.
-Veramente io volevo mangiare- dissi addentando finalmente il mio dolce, e facendolo scoppiare a ridere.
-Sei un genio nel rovinare un momento romantico tesoro.
-Mi scusi principe, ma io sono un pirata.- gli ricordai con un sorriso, mentre si rialzava.
-Ma un ballo posso anche concederglielo... se sarà bravo non sarò costretta a darla in pasto agli squali.- ero stata sul punto di dire “coccodrilli”, ma non era il caso di fargli tornare in mente brutti ricordi.
Il pirata-principe mi rivolse un sorriso sghembo per poi prendermi una mano e portarmi in pista, dove tante coppie stavano già ballando, compresi i miei genitori.
Ricordai improvvisamente di non saper ballare, l'avevo fatto solo una volta nel passato insieme a Killian, e per puro miracolo non ero caduta come una pera cotta.
Lo guardai incerta, ma lui mi sorrise rassicurante: -Ti devo ricordare quello che ho detto al tuo primo ballo? Riguardo al partner?
Sorrisi ricordando le sue parole e feci di no con la testa, lasciando che mi guidasse in quel valzer.
Fu più facile di quanto ricordassi, nonostante non avessi idea di come potevamo apparire visti da fuori: un principe e una pirata che ballavano un valzer non era proprio una scena tipica della Disney.
-Te l'ho detto che da pirata sei ancora più affascinante Swan?- mi domandò l'uomo alla fine del ballo, quando finalmente lo costrinsi sotto minacce ad accompagnarmi a prendere da mangiare.
Invece di rispondere riempii due bicchieri di punch e gliene porsi uno, bevendo e guardandolo mentre scrutava sospettoso quella che per lui doveva essere una strana bevanda rossa.
-I principi non bevono alcolici?- lo stuzzicai, riempiendo il mio bicchiere una seconda volta.
-Ooh, ora ho capito, pirata. Vuoi farmi ubriacare per poi fare di me quello che vuoi...- bevve un sorso per poi avvicinarsi e darmi un bacio, posando la mano sul mio fondo schiena.
Rimasi interdetta per quel gesto inaspettato, e mi guardai intorno preoccupata che i miei genitori o mio figlio potessero vederci.
Gli spostai la mano per lasciarla più in alto, sulla schiena, e gli presi il viso per baciarlo io stavolta.
Mi concessi di chiudere gli occhi per qualche istante e godere del tocco delle sue labbra sulle mie. Forse non sarebbe stato un “Carnevale-San Valentino” tanto terribile.
Continuammo a bere e mangiare ancora un po, e gli concessi anche un altro paio di danze, in cui comunque continuò a essere più bravo di me.
Ricevemmo anche parecchi complimenti per la combinazione involontaria dei nostri costumi: Henry ci definì “fantastici”, mia madre “dolcissimi e bellissimi”, e mio padre non riuscì a credere ai propri occhi. Per fortuna evitò di ripetere a Hook quello che aveva detto a me riguardo al tenere le mani a posto, anche se glielo fece comunque capire con lo sguardo.

Era mezzanotte passata quando decidemmo di lasciare la festa, e forse aiutata dall'alcol gli proposi di venire nella mia nuova casa per dare un'occhiata e prendere un caffé. Mi aveva aiutata molto nel trasloco, ma il risultato completo non l'aveva ancora visto.
Ovviamente accettò, quindi prendemmo il mio maggiolino giallo avvertendo i miei che avrebbero dovuto farsi accompagnare a casa da qualcuno, e ci dirigemmo verso il molo, trovandosi lì la mia nuova abitazione.
Una volta parcheggiato mi aiutò a scendere dalla macchina, e non appena fummo dentro mi liberai di quegli stivali infernali per indossare le mie comodissime pantofole calde e morbide.
L'uomo si guardò intorno, e gli promisi di fargli fare un tour dopo, avevo prima bisogno di un po' di caffeina.
Lo feci accomodare e mi misi all'opera, e una volta pronto gli porsi una tazzina e mi sedetti accanto a lui iniziando a bere dalla mia.
Il gusto caldo e amaro del caffè mi fece sentire molto meglio, non che fossi stanca ma dopo tutto il punch che avevo ingurgitato fu davvero l'ideale.
-E' stata davvero una bella serata, Swan. Mi piace questa festa... è stato divertente, e io non sono mai stato il tipo da feste di questo genere.- mi sorrise Killian, posando la sua tazzina quando l'ebbe svuotata.
-Vale lo stesso per me... sai, all'inizio non volevo andarci. Io odio San Valentino, anche se il carnevale invece è carino. Ma stavolta è stato tutto molto... divertente.
-San Valentino? Cosa sarebbe? Tu mi hai detto festa in maschera per carnevale... pensavo che questo Valentino fosse il nome di chi l'ha inventato o qualcosa del genere.
Mi morsi il labbro maledicendomi per essermelo fatto sfuggire: non gliene avevo parlato di proposito, perché nonostante non fosse un tipo sdolcinato se avesse saputo che genere di festa fosse avrebbe sicuramente voluto fare qualche gesto romantico anche lui.
Continuò però a guardarmi con insistenza, costringendomi quindi a spiegargli in cosa consisteva il tutto.
-Sei stata sleale a non dirmelo. Ti avrei portato dei fiori, dei cioccolatini... o qualcosa...- disse infine facendo il finto offeso.
-E' esattamente il motivo per cui non ho voluto dirtelo. Non l'ho mai festeggiato, e non avevo voglia di iniziare adesso... la trovo una festa inutile.- dissi, mentre mi alzavo e lo tiravo per una mano per fargli finalmente fare il famoso tour della casa.
-Sei davvero così... piratesca, Swan.- si arrese infine, e si lasciò condurre. Il salotto gli piacque molto, anche se si stupì che la “scatola luminescente” potesse essere anche così grande e piatta... ma ero sicura che prima o poi sarebbe riuscito ad adattarsi al nostro secolo! Più poi che prima forse, dato che erano mesi che continuava a chiamare “parlofono” il telefono.
Nel complesso apprezzò tutte le stanze, complimentandosi per i miei gusti.
Lasciai apposta per ultima la camera da letto, e aprii la porta titubante, ripensando a quello che aveva detto mia madre. Forse era vero, avevo paura... ma paura di affrettare troppo le cose, non altro.
Strinsi le labbra improvvisamente imbarazzata mentre lui scrutava l'ambiente con approvazione, e me lo immaginai stretto a me nel letto matrimoniale che avevo fatto mettere. Cercai subito di rimuovere quel pensiero prima di arrossire.
-E questa... era l'ultima stanza.- dissi, non sapendo che altro aggiungere.
-Ok... beh, wow. Mi piace la tua nuova casa. Sono contento che finalmente tu possa avere un posto tutto per te... vuoi che ti riaccompagni dai tuoi o resti qui?- mi domandò, mentre ci dirigevamo verso la porta d'ingresso.
-Resto qui- borbottai -lascerò un po' di privacy ai miei...
-D'accordo- disse quasi in un sussurro -allora buonanotte Emma... e buon San Valentino, anche se non ti piace.
Detto questo mi strinse piano a sé e mi baciò con dolcezza e trasporto, convincendomi finalmente a prendere una decisione.
-Perché non... rimani?- deglutii, ed evitai di guardarlo negli occhi.
-Dici... che posso...?- fece titubante lui, preso alla sprovvista.
-Dico che stiamo insieme da mesi, e non abbiamo mai... insomma.- non riuscii a finire la frase, non sapendo cosa dire. “Non abbiamo mai fatto sesso” non era adatto, lo era più “Non abbiamo mai fatto l'amore”, ma avevo paura di usare quella parola, non ero ancora pronta per farlo.
-Non devi sentirti costretta, io posso aspettare- sussurrò accarezzandomi una guancia e costringendomi a perdermi nei suoi meravigliosi occhi azzurri.
Killian aveva passato più di un anno a cercare di conquistarmi prima che cedessi, e non si era mai lamentato della mia lentezza nel prendere decisioni. Ora erano ormai quasi quattro mesi che stavamo insieme, e aveva avuto tantissima pazienza, nonostante sapessi che mi desiderava... come io d'altronde desideravo lui.
Probabilmente mi avrebbe concesso ancora giorni, settimane, o perfino mesi senza farmelo pesare... ma mi accorsi di essere io quella che ormai non aveva più pazienza.
-Non mi sento costretta Killian.- sussurrai sulle sue labbra e poi lo baciai nuovamente, stavolta con più passione e cingendogli il collo con le braccia.
Il calore del suo corpo stretto al mio mi fece rendere conto ancora di più quanto desiderassi sentirlo più vicino, sentirlo mio.
Continuando a baciarlo, arretrai lentamente verso la direzione della camera da letto, e una volta dentro lo feci stendere, sfilandogli per prima cosa il mantello. Sentii le mie mani tremare, ma ero sicura di volerlo fare, non avevo intenzione di tirarmi indietro.
-Ehi tesoro... sta tranquilla. Se hai cambiato idea basta dirlo...- sussurrò dolcemente l'uomo prendendomi una mano, ma io scossi la testa.
-Ok... però lascia fare il pirata a chi lo è davvero allora.- sorrise e capovolse la situazione, in modo che mi ritrovassi stesa sotto di lui.
Le sue mani percorsero le mie gambe fin dalle caviglie, e più salivano verso l'alto, più i brividi mi invadevano tutto il corpo.
Invece di continuare sotto il vestito, con la sua unica mano trafficò esperto coi lacci del corsetto sciogliendoli da davanti e liberandomene. Ora avevo addosso solo quell'abito bianco leggero, il che mi rendeva ormai completamente esposta a lui. Iniziò infatti subito a darsi da fare coi bottoni, uno alla volta, in una tortura che faceva crescere la mia eccitazione sempre di più. Quando anche l'ultimo fu sganciato, mi sollevò leggermente per sfilarmi le maniche, e poi mi fece nuovamente sdraiare e mi guardò.
-Sei bellissima Emma...- disse in un sussurrò, mentre con un dito percorreva tutto il mio profilo, provocandomi altri brividi di piacere.
Mi sentii avvampare, e per non farglielo notare corsi al suo panciotto, ingegnandomi per riuscire a toglierglielo. Il pirata sorrise e mi diede una mano, lasciando che pensassi però alla camicia.
Sganciai bottone dopo bottone, molto lentamente e sfiorando con le dita la pelle che mano a mano scoprivo. Infine lo liberai dell'indumento e mi soffermai con una mano sul suo petto, guardandolo. Era muscoloso, più di quanto avessi immaginato, ed era solcato da qualche cicatrice, probabilmente segno delle battaglie che aveva affrontato nel corso dei 300 anni passati. Mi piacevano quei segni, in qualche modo gli davano più fascino.
Passai poi all'unico bottone dei pantaloni, che feci scivolare lungo le sue gambe finché non fu in grado di scalciarli via.
Ci guardammo intensamente negli occhi, consapevoli che entro pochi istanti ci saremmo appartenuti come ancora non avevamo mai fatto. Poi finalmente tornò con foga sulle mie labbra, mentre le mie mani corsero a esplorare la sua schiena nuda forte.
Ebbi un fremito quando con le labbra scese a baciarmi il mento, poi il collo, e ancora più in basso.
Si fermò nell'incavo del mio seno, per tracciare poi con le labbra i bordi del reggiseno.
-Come si toglie questo corsetto Swan...
Non riuscii a non sorridere, e sollevandomi l'indispensabile portai la sua mano e l'uncino dietro la mia schiena, guidandolo nello slacciarlo. Nel momento in cui ci riuscì non fui in grado di trattenere un piccolo gemito per via del suo uncino che mi graffiò leggermente; sperai non se ne accorgesse, ma come sempre fu fin troppo attento nei miei confronti.
-Oddio, scusami... ti ho fatto male. È meglio se mi tolgo questo coso... non voglio rischiare di ferirti.
Prima che potesse toglierlo lo fermai posandoci una mano sopra, e sorridendogli per tranquillizzarlo.
-Non voglio che lo togli... non mi farai male, tienilo. Mi piace.- sussurrai, guidandolo sulle spalline per fare in modo che mi sfilasse l'indumento. Non gli diedi modo di replicare, e lo baciai mentre finalmente mi lasciò con un unico pezzo di stoffa a separarmi da lui.
Sospirai quando scese di nuovo coi suoi baci, e si soffermò finalmente sul mio seno, in particolar modo sui capezzoli. Gemetti stringendo le mani sulle sue spalle, graffiandolo, ma quello sembrò non farci caso e continuò con quella tortura che sentivo essere l'inizio di una dolce ed eccitante fine.
Inarcai leggermente la schiena quando sentii le sue labbra ricominciare a scendere verso il basso con dei piccoli baci; si soffermo un po' sull'ombelico, poi continuò indugiando sul bordo dei miei slip.
Trattenni il fiato nel momento in cui ne afferrò un lato con l'uncino, e li tirò verso il basso lasciandomi completamente nuda sotto di lui. Mi fece piegare le gambe, e poi le allargò leggermente posando le labbra sul centro del mio piacere.
A quel punto fu impossibile continuare a trattenere gli ansimi e i gemiti, e quando la sua lingua entrò dentro di me, inarcai la schiena quasi fino a sentire dolore, ma il piacere era troppo forte per accorgermene. Sentivo la lingua muoversi, uscire e poi rientrare soffermandosi con movimenti circolari che mi fecero uscire fuori di testa. A questa, ben presto unì un dito, poi due, che introdusse lentamente dentro di me.
Ero ormai vicina all'orgasmo, ma nonostante le sue dita continuarono a torturarmi quando la sua bocca tornò verso la mia, mi trattenni volendolo sentire completamente dentro di me. Per riuscire a contenermi baciai le sue labbra quasi con violenza, e le morsi mentre le mani correvano a liberare anche lui dei suoi boxer, aiutandolo a farli scivolare via, sul letto o a terra poco importava.
Mi gemette forte sulle labbra quando con una mano sfiorai la sua erezione, grata che la sua eccitazione fosse pari alla mia.
Incrociammo i nostri sguardi per un attimo, coscienti che finalmente saremmo stati un tutt'uno, poi richiusi gli occhi e aprii di più le gambe; gridai di piacere quando scivolò dentro di me, e più spingeva a fondo più gemevo insieme a lui, stringendogli forte la schiena.
Quando lo sentii completamente in fondo, senza più riuscirmi a trattenere iniziai a muovermi con foga contro di lui che fece lo stesso, baciandomi per contenere quel minimo i nostri gemiti incontrollati.
Cercai di resistere il più a lungo possibile per godere al massimo di quella sensazione inebriante, ma quando lo sentii, in qualche modo, spingersi ancora più a fondo urlai lasciandomi invadere dall'orgasmo, raggiunta da lui che mi riempì del suo piacere.
I nostri respiri affannati si mischiarono, calmandosi pian piano fino a che non riuscì di nuovo a baciarmi le labbra.
Uscì da me lentamente, provocandomi qualche ultimo brivido, e poi mi si stese accanto stringendomi forte a sé.
Io mi lasciai coccolare dalle sue braccia, ancora incapace di emettere il minimo suono, e gli baciai piano le labbra cingendogli la schiena con un braccio.
-Tutto bene... Emma?- sussurrò qualche minuto dopo sulle mie labbra, e io annuii riaprendo finalmente gli occhi per incrociarli coi suoi. Non ricordavo di essere mai stata meglio, e mi chiesi ancora una volta perché avessi aspettato tanto.
-Ora... se vuoi posso andare, non voglio invadere i tuoi spazi tesoro...- aggiunse dolcemente, ma io lo strinsi forte quasi involontariamente.
-Invadi tutto quello che vuoi... ma voglio che resti. Voglio dormire stretta a te, Killian.
L'uomo sorrise, e mi fece accomodare contro il suo petto, tirando su le coperte ad avvolgere i nostri corpi.
-Sono contenta di avere finalmente un posto tutto mio...- dissi mentre gli accarezzavo un fianco.
-Già... abbiamo finalmente preso il famoso caffè. Penso che ne diventerò dipendente...- disse provocante, stampandomi un bacio sui capelli.
-Sei il benvenuto... buonanotte capitano- sorrisi e alzai lo sguardo per ammirare ancora una volta il suo viso.
-Buonanotte principessa... ahia!- si lamentò per il pizzicotto per nulla leggero che gli avevo dato su un braccio.
-Non chiamarmi principessa.- lo ammonii ridacchiando.
-Va bene, va bene... le mie scuse signora.- rise anche lui massaggiandosi il punto in cui l'avevo pizzicato -Credo che se fossi cresciuta nel mio secolo saresti diventata seriamente un temibile pirata, Swan. Avresti fatto dannare i tuoi genitori...
-Sarebbe stato divertente forse. Navigare, saccheggiare...- riflettei, immaginandomi sulla Jolly Roger insieme a lui a fare razzia di tesori.
-E divertirti nei momenti liberi insieme al tuo capitano...- aggiunse lui.
-Già. Anche questo.- cedetti, sapendo che aveva ragione.
-Buonanotte Emma...- sussurrò piano, e io mi accoccolai meglio al suo petto.
Era la prima volta dopo tanti anni che dormivo insieme all'uomo con cui avevo fatto l'amore, ed ero felice che fosse lui.

***

Maledissi il cellulare che suonò facendomi spaventare, ma allungai una mano per afferrarlo e rispondere, attenta a non svegliare Killian che dormiva sereno.
-Pronto... chi è che mi chiama all'alba...- borbottai a voce bassa, avevo troppo sonno per controllare il nome sul display.
“L'alba? Emma, è quasi mezzogiorno. Io e papà ci siamo preoccupati dato che non ti sei ancora fatta sentire... tutto ok?”
-Sì, sì... tutto bene. Ho sonno, lasciatemi stare...- mi lamentai.
-Swan, spegni questo affare, torna qui...- fece Killian stringendomi a sé con un braccio.
“Ooooh! Ecco perché ti sei svegliata così tardi... oh!” esclamò eccitata mia madre, facendomi avvampare di prima mattina.
-'Notte, a dopo- tagliai corto e spensi il telefono, tornando a stringermi tra le braccia del mio pirata.
Anche se non mi sarei mai abbassata a cuori e sdolcinatezze diabetiche varie, probabilmente avrei iniziato a vedere il 14 Febbraio sotto una luce decisamente migliore.































Angolo dell'autrice.
Ciao! Alla fine sono riuscita a scrivere anche il capitolo di Febbraio... perdonate il papiro che è venuto, ma a volte (ovvero quasi sempre) non sono capace di controllarmi xD
Avrei voluto usare tutti e tre i prompt, ma il Super Bowl era lontano dalle altre date, quindi ho approfittato del fatto che quest'anno San Valentino capiti il giorno prima di Carnevale!
Ci risentiamo a Marzo! :)

P.s. questo sarebbe il vestito da pirata di Emma: http://www.partylingerie.it/queen-of-black-pirate-m.html
 
 

   
 
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