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Autore: Lady Diamond    12/02/2015    2 recensioni
Piccola long fiction ambientata cinque anni dopo la terza seri.
Celeste Riffler è cresciuta ed è una studentessa che vive a Milano con le sue amiche e Lucifero è un calciatore.
Il caso forse li aiuterà a rivedersi, ma cosa succederà?. Tutto inizia quando un nuovo personaggio incontra uno dei protagonisti della squadra dei celestini e da quel momento i pezzi dei puzzle si incastreranno di nuovo.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Celeste, Lucifero, Memorino, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quel pomeriggio la pioggia scendeva incessante e Veronica era rimasta chiusa nella biblioteca della facoltà di scienze del servizio sociale.
Stancamente ritornò al suo posto e riprese a studiare per l'esame d'informatica *. La giovane odiava quella materia, infatti quella materia la preoccupava molto e si chiedeva come avrebbe fatto a superare l'esame a cosa servisse se i fini del suo corso erano ben altri.
Da circa mezz'ora stava cercando di capirci qualcosa , e che il tempo migliorasse, quando due mani sconosciute le si poggiarono sugli occhi facendola spaventare.
"Chi diavolo sei?" tuonò la mora tentando di divincolarsi.
"Sorpresa" esclamò una voce a lei conosciuta facendo perdere qualche battito al suo cuore e immediatamente si ricompose, mentre Memorino  prese posto sulla sedia di fronte.
Era cambiato, non aveva più gli occhialini ed i capelli lunghi, era diventato più alto e più carino e quell'aspetto del giovane le piaceva, nonostante gli piacesse anche prima.
"Ciao Gabriele" disse Veronica sorridendo "da quanto sei qua?" chiese subito dopo con voce atona.
"Da qualche ora, sto preparando un esame di biologia ma sono a buon punto" rispose il moro ricambiando il sorriso all'amica.
Veronica gli  era  sempre piaciuta ma aveva anni prima aveva deciso di non rivelarglielo. La sua bellezza semplice ma estremamente sensuale, quasi eterea,  nonostante indossasse una tuta ed avesse i capelli raccolti in una coda con qualche ciuffo ribelle che le incorniciava il viso e l'aspetto un po stanco.
"E tu? Cosa stai studiando?" chiese Memorino incuriosito.
"Informatica" disse lei muovendo una mano come se volesse scacciare qualche brutto pensiero.
"Semplicemente odio questa materia, non ci capisco un fico secco" asserì la mora con un tono leggermente infastidito.
"Ehm… passa qua, magari posso aiutarti" propose lui sequestrando i libri della ragazza.
Il moro iniziò ad osservare il testo con attenzione mentre lei lo guardava incuriosita.
Dopo diversi minuti, stanca dell'attesa disse:" Allora?".
"Posso aiutarti, ho già fatto questo esame ed è abbastanza semplice".
"Ti amo! Sei il mio salvatore" immediatamente si rese conto di quello che aveva detto ed avvampò, poi con tono ilare e cercando di nascondere l'imbarazzo e sdrammatizzando la situazione  aggiunse: " Non che io ti ami veramente e solo che…".
Non riuscì a finire la frase poiché Memorino completò la sua dicendo "È ovvio che non volevi dire quello che hai detto, ma ora dovremmo iniziare a studiare".
"Certo mio maestro" rispose Veronica che avvertiva un lieve imbarazzo, ma divertita da quella strana situazione.
Passarono due ore studiando e scherzando, la moretta riuscì a capire qualcosa di quella materia che fino a quel momento le era stata ostica, inoltre la compagnia era stata eccezionale.
Il tempo sembrava essere volato e quando si accorsero dell'ora che si era fatta Veronica quasi strillò perdendo il suo naturale contengo e disse: "Evelin e Celeste mi ammazzano"
"Che succede?" domandò Memorino leggermente preoccupato.
"Dovevo fare la spesa e preparare la cena e poi altre cose".
"A tutto c'è un rimedio, la mia auto è qui vicina. Ti accompagno al supermercato, per quanto riguarda la cena ho una soluzione, ti spiace se invito anche i miei amici?" domandò il giovane con calma.
"Certo, mi farebbe davvero piacere" si limitò a rispondere lei.
Lucifero gli doveva un favore, con quella mossa avrebbe permesso all'amico di rivedere Celeste e avrebbe anche aiutato la sua amica con le varie faccende.
"Dopo di lei signorina" disse il moro aprendo la porta alla sua amica che gli sorrise, ed insieme si recarono al negozio di alimentari.
 
Celeste si sentiva stanca poiché aveva passato l'intera giornata fra corsi e lavoro, ma quella vita le piaceva molto, anche se il bar spesso la stancava ma non avrebbe permesso a nessuno di ostacolare il percorso che si stava costruendo e, nonostante la facoltà di economia le era stata imposta le piaceva, esattamente come amava quel senso di libertà ed indipendenza che si era costruita da sola senza dover chiedere aiuto.
Sapeva che un giorno lei avrebbe dovuto gestite l'azienda di famiglia ma quel ruolo voleva sentirlo suo, non doveva essere una semplice figura rappresentativa.
Voleva di più dalla vita, non le erano mai piaciuti i privilegi che lei aveva sempre avuto ed era decisa ad ottenere quello che voleva.
 
Erano le otto passate quando giunse a casa, e dopo aver aperto la porta disse a voce alta: "Sono a casa, dove siete ragazze?".
"Celeste, siamo in salotto" strillò Evelin dalla stanza,  che poi aggiunse "Sta sera abbiamo ospiti".
La Riffler rimase perplessa, ma curiosa di scoprire chi fossero gli ospiti, ma prima decise di darsi una sistemata, poiché a causa della pioggia aveva sia i capelli che i vestiti attaccati al suo corpo e non voleva farsi vedere in quello stato, anche se un tempo non le sarebbe importato, ma la vita di New York l'aveva cambiata in parte.
La giovane dopo pochi minuti si recò in salotto e immediatamente notò la presenza di Lucifero e sulle sue labbra affiorò un lieve sorriso, nonostante si sentisse in imbarazzo e lui le andò incontro per salutarla amichevolmente.
Lucifero si sentiva strano ma sereno, Celeste, nonostante fossero passati anni gli faceva sempre quell'effetto, lo metteva in agitazione ma la sua presenza gli donava anche un senso di pace e serenità.
Appena la tavola fu apparecchiata i due si sedettero vicini e fra una risata e l'altra finirono di cenare ,ma il gruppo decise di continuare la serata guardando un film horror
poiché fuori infuriava un temporale così forte che sembrava voler spazzare via l'appartamento in cui vivevano le tre ragazze.
Tutto il gruppo prese posto sul divano ed Evelin fece partire il film e spesso le mani dei due si ritrovarono intrecciate. Il giovane ,che aveva avvertito la paura della contessina, dolcemente le mormorò: "È solo un film, sta tranquilla" .
Lei gli rivolse un sorriso dolce e gli disse grazie ffacendogli provare emozioni che solo lei sapeva dargli anche solo con un piccolo gesto. Dopo una mezz'oretta apparve una scena terribilmente spaventosa e Celeste improvvisamente si gettò su Lucifero
, lei odiava i film horror, li aveva sempre odiati e Lucifero lo sapeva bene e così iniziò  ad accarezzarle i lunghi capelli e solo in quel momento la castana realizzò di trovarsi fra le braccia del calciatore e benedì mentalmente il buio che nascondeva il suo viso arrossato ed immediatamente interruppe quel contatto lasciando Lucifero perplesso.
Gli era piaciuto avere il corpo della giovane fra le sue braccia, sentire il suo profumo floreale e la sua vicinanza.
Gli era mancata e solo in quel momento lo aveva realizzato. Ma come aveva fatto tutti quegli anni senza lei? E per la prima volta dopo cinque anni lo aveva ammesso ed era grato al fato per avergliela fatta rincontrare ma prima di fare mosse sbagliate voleva capire cosa provava per la contessina.
Diverse volte aveva pensato a lei, e l'unica cosa che aveva potuto fare era stata la ricerca di informazioni o cercare novità sul suo profilo facebook e spiare le foto dove sembrava felice, nonostante lui sapesse cosa aveva passato e sapere di non esserci stato, di non averla chiamata gli provocava un forte senso di colpa, si sentiva colpevole per quell'assenza nonostante fosse consapevole di non avere colpa, in fondo in quel periodo non si erano tenuti in contatto.
In quel momento gli venne in mente la loro ultima discussione ricordando che lei appariva fredda e distaccata su Skype mentre lui si era sentito nuovamente insicuro e l'aveva mandata al diavolo e quando l'aveva fatto, la sua Celeste era totalmente cambiata.
Quando il film finì tutti si erano addormentati, fatta eccezione per Lucifero e Celeste  mentre fuori si era scatenata una tempesta.
"Di certo non potete tornare a casa" disse le studentessa  che poi aggiunse :" Potreste dormire qua ma dovresti aiutarmi a portare le mie amiche a letto".
"Ok, fai strada Cele" rispose Lucifero sollevando Evelin.
Quando tutti furono sistemati Celeste notò che non sapeva dove fare riposare il suo ex capitano, si appoggiò vicino ad un mobile pensierosa, non voleva che, a causa del forte temporale, succedesse qualcosa al giovane, non se lo sarebbe mai perdonato.
"Qualcosa non va?" chiese con voce flebile notando le strane espressioni assunte dalla giovane.
"Si, non so dove farti dormire e non voglio farti guidare a quest'ora e con questo tempo. L'unica soluzione sarebbe condividere il mio letto" disse lei.
Fra i due scese un velo d'imbarazzo, ma l'idea di dormire con Celeste non gli dispiaceva affatto e così disse:" Beh, se non ti da fastidio a me va bene dormire con te, in fondo anni fa abbiamo condiviso una stanza da letto".
Lei sorrise e dolcemente rispose:" Ma non il letto".
I due scoppiarono a ridere ricordano l'evento passato anni prima, quando lei, dopo aver litigato con i suoi genitori si era rifugiata dai suoi migliori amici che l'avevano ospitata.
"Benvenuto nel mio mondo" esordi la contessa mostrando la sua stanza all'amico ed insieme si misero sul comodo giaciglio.
Fra loro scese subito il silenzio mentre nelle loro menti mille pensieri, incapaci di uscire dalle loro labbra, vagavano indisturbati nelle loro menti.
Improvvisamente Lucifero si voltò ed i loro occhi si incontrarono creando un'atmosfera magica.
Entrambi stavano riprovando  forti emozioni da tempo assopite, desideravano baciarsi ma anche parlare. Sentivano di dover cercare di colmare quel vuoto durato troppi anni.
"Hai mai sentito la frase "l'assenza della tua presenza". Io si" disse Lucifero interrompendo l'incanto.
"Certo" mormorò lei incuriosita dal discorso.
"Cele, sai che a volte io sono testardo, cocciuto, a volte infantile ed orgoglioso ma devo chiederti scusa".
"Solo a volte?" disse lei ridendo, e poi con un tono più serio aggiunse:
"Non hai nulla da rimproverarti, abbiamo solo avuto strade diverse per un po, ma ora sei qui … siamo qui" rispose dolcemente lei, mentre accarezzava il viso dell'amico. Desiderava quel contatto e anche lui lo voleva.
"Voglio sapere cosa è successo a New York, tutto" asserì il giovane sorridendo, come se volesse infondere coraggio e comprensione alla sua amica.
Fra i due scese il silenzio, Celeste non sapeva da dove iniziare ma si sentiva felice, forse fra loro non era tutto perso.
"Ero sola a New York. Mia nonna era in ospedale e con lei c'erano i miei genitori troppo stanchi per badare a me, almeno così credevo.
Mi ero sbagliata, mia madre ha trovato una soluzione al mio senso di solitudine: Veronica.
È stata una sorpresa vederla girare in casa, la sorpresa più bella in cinque anni direi.
Tu forse la ricordi come la tipa acida, fredda e calcolatrice, lo è, ma solo se serve.
È stata la mia compagna nei momenti peggiori e migliori".
Celeste prese il suo cellulare ed iniziò a mostrare alcune foto a Lucifero che osservava in silenzio.
"Sai Lucifero, a scuola è stato difficile il primo anno, l'ape regina della scuola ci tormentava ma abbiamo sovvertito l'ordine.
Ma io avevo creato un gruppetto di amiche e lei si sentiva esclusa, stava male e non mi diceva cosa non andasse e io non capivo e non ci siamo parlate per molto, molto tempo… poi una sera… una sera chiamarono dall'ospedale: mia nonna".
Calde gocce salate iniziarono ad inumidirle il volto ma la giovane riprese a raccontare.
"In quel periodo iniziai a non parlare con nessuno, solo Veronica in parte riusciva ad avvicinarsi a me.
Mi sentivo in colpa, siamo partiti per New York per mia nonna ma abbiamo ritardato forse… se non avessi giocato il mondiale lei sarebbero ancora qui".
Odiava vederla piangere, eppure ammirava il coraggio che dimostrava quella piccola donna e dolcemente le posò un bacio sulla fronte.
"Mi sono avvicinata ad un mondo cattivo, quello della droga per dimenticare. MI sentivo in colpa per aver aver abbandonato Veronica, ma soprattutto per mia nonna".
"Lei avrebbe voluto che tu giocassi" disse Lucifero con un tono comprensivo.
"Adesso lo so" rispose lei sorridendo e poi riprese a raccontare.
"Una sera ad una festa non so che ho preso, so solo di essermi svegliata in ospedale e da li ho capito, con molta difficoltà, che stavo sbagliando. Ho ripreso la mia vita ed eccomi qua.
La contessina Riffler lavora e vive con le sue amiche".
Si sentiva felice, aveva finalmente parlato del suo lato oscuro e si sentiva bene poiché lui l’aveva ascoltata senza giudicarla, sapeva di potersi fidare di lui
Lui la osservò per qualche minuto, quel racconto gli aveva suscitato diverse emozioni ma era felice poiché lei gli aveva raccontato una parte delicata del suo passato,  e sorridendo le disse:
"Ho sempre saputo che sei forte Celeste, avevi semplicemente perso la strada".
Si abbracciarono mentre Morfeo accoglieva i due giovani fra le sue calde braccia.
Non esistevano nient'altro che loro.
 
 
 
 
Spazio autrice:
rieccomi qua, prima di sabato a postare il nuovo capitolo.
Ad essere sincera non sono proprio soddisfatta ma mi è piaciuto descrivere questi eventi e mi sono emozionata anche io scrivendo alcune parti. Ringrazio chi recensisce e tutti i lettori silenziosi, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate.
Un saluto a tutti, Carmen.

 

   
 
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