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Autore: marauder11    14/02/2015    2 recensioni
"La realtà supera la fantasia perché il caso va oltre ogni immaginazione"
Nessuno si sarebbe mai aspettato di vedere un postino far capolino sullo scalino d'ingresso di Grimmauld Place numero 12, il 30 Dicembre del 2015.
Harry non si sarebbe mai aspettato di ricevere quella lettera, che cambiò la vita di molte persone.
******************
Harry pensò che una piccola rossa di nome Lily e una piccola bionda di nome Petunia ridevano di nuovo insieme. Stavolta la magia non le avrebbe separate, anzi, le avrebbe unite. Per sempre.
Genere: Avventura, Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Potter, Famiglia Weasley, James Sirius Potter, Teddy Lupin | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione, Teddy/Victorie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Capitolo 22 – Daydream or Nightmare?


E alla fine il giorno del fantomatico ballo arrivò, per la felicità – o quasi – di tutti.

«Maledettissimo, maledettissimo vestito!» Lily era in preda all’esasperazione, dato che non faceva altro che inciampare sul suo abito, rischiando di strapparlo.

«Calma Lily, basta solo che tu sollevi un po’ la gonna… Ecco, così» Alice sorrideva, mentre le sue amiche erano tutte nervose, dato che dovevano fare una buona impressione sui loro accompagnatori.

Lei, che invece doveva uscire con Rose, era molto tranquilla e perfettamente a suo agio. Per questo, quella sera, non aveva fatto altro che calmare i nervi delle sue amiche.

Domi acconciava i suoi capelli, che – a suo parere – erano un disastro, ma in realtà erano bellissimi. Aveva deciso di legarli in una coda laterale, lasciando cadere i lunghi boccoli dorati su di un lato.

Megan, che era già pronta, aiutava Camilla a truccarsi, visto che non era riuscita a farlo da sola per l'ansia che l'assaliva sempre più.

«Maggie, per favore… Potresti mettermi il tuo stesso rossetto? Sei così bella, questa sera! Davvero, stai benissimo»

«Oh, non esageriamo adesso!» rispose la mora, imbarazzata dal complimento dell’amica.

Lily la osservò, e convenne che Meg quella sera era davvero bellissima, in quell’abito nero di pizzo. Quello chignon, da cui ricadevano delle ciocche nere, le donava particolarmente. Aveva un aspetto regale, molto diverso da quello sbarazzino e semplice di sempre.

Il suo trucco infatti anche quella sera era semplicissimo, tranne per il rossetto che era di un rosso molto acceso, che le risaltava la carnagione chiara e gli occhi grigi e profondi.

Alice stava seduta a fissare a terra, mentre si torturava le mani. Anche lei, era già pronta. Ma qualcosa sembrava turbarla.

«Splendore… Qualcosa non va?»

Chiese Lily all’amica, che immediatamente alzò lo sguardo verso di lei e scosse la testa, tranquilla.

Lily si sedette accanto a lei, convenendo che qualcosa non andava davvero, se Alice se ne stava zitta zitta e tranquilla lì, immobile.

«Questo vestito ti sta davvero da Dio, rossa!» Lily sorrise radiosa all’amica, capendo che magari non era quello il momento giusto per le confessioni. Avrebbe trovato del tempo per parlare con lei dopo il ballo, si.

«Sono già le sette e trenta, Rose sarà già giù… Scendo, ragazze. Non disperatevi! A più tardi» disse Alice, uscendo in fretta dal dormitorio, senza lasciare indietro il suo sorriso.

Scese cauta le scale, attenta a non strappare il vestito che avrebbe potuto impigliarsi nelle sue scarpe… Udì qualcuno, al piano di sotto, e sorrise. Poteva udire da lì la voce di Rose, menomale, era già lì.

Non appena si affacciò con la testa dalla porta dei dormitori, molti si volsero a guardarla, molti tra cui James.

Trattenne il respiro per qualche secondo non appena scorse Alice. Era irriconoscibile, in quel vestito rosso. Aderiva perfettamente al suo corpo, sembrava disegnato su di lei. Era elegantissima, con quei riccioli castano chiaro che le scendevano lungo la schiena, splendenti. E le sue labbra, rosse e carnose, si incurvarono in un timido sorriso non appena scorse Rose, ricambiando il suo sguardo felice. I suoi occhi, contornati da lunghe ciglia ben curate per l’occasione, incontrarono quelli estasiati di James per un attimo, poi lei distolse lo sguardo.

James indossava uno smocking nero, e una camicia bianca. Come sempre, ogni cosa sembrava stargli a pennello. Alice arrossì del suo stesso pensiero, ma se ne dimenticò quasi subito.

«Alice! Ma sei… sei splendida!»

«Rose, anche tu! Tua madre ci ha proprio azzeccato, ti sta d'incanto!»

Al si avvicinò alla nuova arrivata, facendole fare una giravolta, mentre James ancora la fissava, incredulo.

Qualcuno distrasse i presenti, qualcuno che improvvisamente varcò il buco del ritratto. Due ragazzi, anche questi molto eleganti, entrarono guardinghi ma con un sorriso ben visibile a tutti. I loro occhi furono catturati dalla bellezza della Sala di Grifondoro, rossa e oro e luminosa come da manuale. Al li guardò, sospettoso, e si avvicinò ai due ragazzi appena arrivati con Fred e James alle calcagna, Lysander e Johnny da lontano seguivano la scena, nonostante stessero facendo una partita a sparaschiocco per ammazzare il tempo.

«Ian Finnigan… e Finnick Hood. Serpeverde, giusto?»

«Si» disse semplicemente Finnick, con sguardo di sfida. Fissò a lungo Albus, che lo ricambiò truce, ma prima che potesse dire alcun ché, qualcuno li interruppe, e una voce familiare lo raggiunse dalle spalle.

«Finnick! Sei qui… Aspetti da tanto?» disse Megan, e subito Al si volse verso la sua voce, in un lampo. Anche Albus indossava uno smocking, ma il suo era blu scuro, la camicia sotto era azzurra. Al collo, il papillon blu che James aveva rifiutato di indossare.

Megan era in cima alle scale dei dormitori, e non l’aveva mai vista splendere così tanto come quella sera. Aveva un vestito nero, bellissimo, in pizzo, che rendeva la sua figura ancora più slanciata e statuaria. I capelli raccolti in uno chignon che la rendeva praticamente… perfetta.

La ragazza sembrò sussultare quando incrociò lo sguardo rapito di Albus, che aveva le labbra leggermente socchiuse per lo stupore, gli occhi verde brillavano come stelle, ma apparivano allo stesso tempo tristi agli occhi della ragazza.

«Ciao Al, qualcosa non va?» chiese lei, avvicinandosi a lui.

«E’ con te questo… Finnick?» chiese lui.Il suo tono divenne subito freddo, staccò prontamente gli occhi dalla ragazza come se la sua visione lo ustionasse. Megan annuì, non capendo perché si stesse rivolgendo a quel modo a lei, dopo i numerosi passi avanti fatti in quei giorni; Al non le aveva mai parlato con tono così distaccato.

«Bene, dovreste uscire subito. Non dovrebbero entrare membri di altre casate così facilmente, altrimenti non ha senso creare delle parole d’ordine…» continuò Al, gesticolando, mentre si tuffava su una poltrona e guardava il fuoco.

«Ma io…»

«Buona serata, ragazzi» disse Albus, sventolando una mano. James incrociò lo sguardo di Megan, stupito quanto lei del comportamento del ragazzo. Tante volte erano entrati membri di altre casate nella Sala dei Grifondoro, e Albus non aveva mai fatto tante storie come allora.

Poco dopo sia Megan che Dom, accompagnati dai loro accompagnatori, uscirono dal buco del ritratto. Non appena questi uscirono, Al sospirò e chiuse gli occhi, in un gesto stanco. Allentò il suo papillon e aprì un bottone della sua camicia, poi iniziò a picchiettare le dita sul bracciolo della poltrona su cui si era lasciato andare.

Non aveva sopportato quel tipo, mai. E adesso aveva persino invitato Megan al ballo.

Avrebbe voluto invitare Megan, ma non c'era riuscito. Pazienza, si era detto quel pomeriggio mentre, come al solito, si ritrovava ad osservarla durante lo studio, ci avrebbe provato un'altra volta.

E allora perché sembrava importargli così tanto?

Perché si era comportato in questo modo?

Stupido, stupido Al. Sei soltanto un idiota.

Camilla scese poco dopo, interrompendo il monologo interiore di Albus e catturando gli occhi di molti presenti in Sala per la sua bellezza così naturale, ma lei aveva occhi solo per Ben.

«Oh, ecco la mia sorellina!» esclamò infine James, vedendo la sorella scendere dalle scale e sorridere radiosa.

Lysander andò incontro a lei e, dopo averle fatto i suoi complimenti, la prese a braccetto.

«Amico, occhio! Ti spezzo le gambe, lo sai..» disse James a Lysander, che rise divertito alzando le mani in segno di resa, Lily sorrise leggermente.

Quando anche l’ultima coppia uscì dalla Sala Comune, James si guardò attorno, notando che Alice si era seduta poco più in là, stringendo un bicchiere d’acqua tra le dita. Si avvicinò a lei, cauto, e si pose proprio alle sue spalle.

«Se non ti conoscessi così bene, non direi che questa ragazza che è di fronte a me sei tu… Sei... Sei bellissima, Paciock»

Alice sobbalzò alla voce di James e, dopo aver sorriso leggermente a lui ringraziandolo tacitamente, si alzò in piedi, fronteggiandolo.

James si rese immediatamente conto che lei doveva aver indossato delle scarpe alte, dato che adesso erano praticamente della stessa altezza, e si ritrovò ad osservarla dai piedi in su, a rallentatore. Udì lo sbuffo di Alice e ridacchiò leggermente, scostando lo sguardo dalla ragazza.

«Ci hai provato, Potter, ma sappi che con me non attacca…» disse lei, allontanandosi in fretta con Rose da lui, che scosse la testa con disappunto e ghignò malandrino, mentre la vedeva uscire dal buco del ritratto.

«Amico, ma non dovevi andare a prendere Annie?» esclamò d’un tratto Fred, riportando la sua mente alla realtà.

James si batté una mano sulla fronte, segno che se ne fosse completamente dimenticato.

«James, lascia stare in pace quella povera ragazza… Non merita di stare con te che ti scordi persino della sua esistenza…»

James guardò Albus – seppur sbuffando, anche lui infatti pensava che il fratello avesse come sempre ragione – che finalmente si era alzato e sembrava esser uscito dallo stato di trance in cui era caduto.

Annie era una ragazza molto carina, discretamente intelligente, che non meritava di essere presa in giro.

«Ma non posso lasciarla questa sera…»

«Beh, se fossi una ragazza, preferirei passare un ballo da schifo e svegliarmi domani nel mio letto, rassegnata dal fatto che il mio ragazzo mi ha lasciata ma è stato sincero con me, piuttosto che passare una bella serata in cui il ragazzo dei miei sogni mi dice che mi ama per poi lasciarmi il giorno dopo dicendo che era tutta una messa in scena…» convenne Johnny che parlò gesticolando, che ebbe tutta la stima di Al che annuì soddisfatto in sua direzione.

James annuì divertito dallo sproloquio dell’amico, e disse loro che l’avrebbe lasciata quella sera, come era giusto che fosse.

Entrati in Sala Grande, non poterono non sorprendersi alla vista di ciò che era stato fatto, per l'occasione.

La Sala era praticamente irriconoscibile; le quattro tavolate erano del tutto scomparse, lasciando al loro posto un’enorme pista da ballo. Sul fondo della Sala e ai lati, vi erano dei piccoli tavolini rotondi con delle decorazioni a forma di zucca come centro tavola, ogni tavolo aveva qualche sedia attorno. La Sala era già piena zeppa di gente, ma per Al non fu impossibile individuare i suoi amici che li avevano preceduti.

Lysander e Lily ballavano divertiti sotto le note di una canzone allegra, così come Alice e Rose, che erano scatenate, dimentiche di avere gente attorno a loro che le guardava, e ridevano apertamente.

«Non male, eh?» disse Johnny al suo fianco e Fred annuì sorridendo, dall'altro lato. Tutti e tre si diressero verso il tavolo delle bibite, decisi a bere qualcosa che potesse scaldare i loro animi.

«Guarda la Stevens! E’ laggiù, con quel Finnick…»

Al subito localizzò Megan che danzava con Finnick, allegramente. In quel momento, la musica cambiò, e divenne lenta. Poté scorgere imbarazzo nel viso di Meg, mentre Finnick riduceva le distanze tra i due e avvolgeva la sua schiena con le sue braccia.

Questo sembrò accorgersi che qualcuno lo stava osservando; in poco tempo incrociò lo sguardo di Al, che sembrava mandare Avada Kedavra con il verde dei suoi occhi.

«Al, smettila. Non vorrai dar vita ad una rissa, sai che non potrei tirarmi indietro…» sussurrò Fred dalla sua destra, e subito questo distolse il suo sguardo, afferrando un bicchiere colmo di una bibita dal tavolo alle sue spalle. Effettivamente, si stava lasciando trasportare troppo dalla rabbia inutilmente; Se Megan adesso non ballava con lui, era solo colpa sua e del suo essere codardo, non di quel ragazzo che era semplicemente stato più furbo e veloce di lui. Svuotò il bicchiere in un sorso, lasciando scendere lungo il suo esofago qualcosa che bruciò leggermente, la sua testa sembrò essere d'improvviso più leggera. Quella non sembrava affatto Acquaviola, però aveva un buon sapore...

«Beh, versami un altro bicchiere allora…» disse Al a Johnny, che lo accontentò alzando le spalle.

  • Vacci piano, Al... - disse Louis al cugino, sorridendo leggermente, avendo capito prima di lui che quella bevanda che tutti stavano sorseggiando, non era analcolica come avrebbe dovuto essere. Le successive due ore trascorsero senza intoppi o guai, per tutti gli abitanti del Castello.

    Tutti stavano passando una piacevole serata, tutti si divertivano, seppur in modo diverso. Al, infatti, non aveva fatto altro che sorseggiare ogni tipo di bibita presente in Sala per distrarsi dal pensiero di Megan stretta tra le braccia di Hood, anche se in realtà aveva solo detto agli amici di voler provare a lasciarsi andare un po' ma che non aveva voglia di esagerare. Ridacchiava di tanto in tanto, scambiandosi specie con Fred i vari bicchieri che si ritrovava tra le mani. Vide James da lontano osservarlo stranito mentre ballava con Annie, e mimò un brindisi in sua direzione prima di girarsi a bere qualcos altro, poi non lo vide più per tutta la serata – dato che poco dopo perse del tutto la lucidità.

Per ben tre quarti d’ora però, grazie al fatto che fosse completamente ubriaco, non aveva fatto altro che cantare a squarciagola alcune canzoni, attirando l’attenzione di tutti quelli vicini a lui; a un certo punto però, resosi conto di aver esaurito la voce, si sedette e cadde in uno stato catatonico. Di tanto in tanto alzava gli occhi e incrociava quelli di Fred, che sembrava parlargli. Avrebbe voluto dirgli che non capiva niente di tutto ciò che diceva ma, dato che non ci riusciva, non faceva altro che annuire e rivolgergli sorrisi da tipico ebete quale solitamente non era.

  • Ho fatto bene a venire, penso che una cosa del genere non sia mai successa, vero? - chiese Louis, impacciato ma divertito dalla vista del cugino in quelle condizioni.

  • Amico, fattelo dire dall'esperto: ho spesso passato le mie serate in giro con gente poco lucida, ma non ho mai visto qualcuno ridursi così male - esclamò Lorcan che era passato a salutare il gruppetto, ridacchiando.

Fred, che non aveva mai visto il cugino ridursi a quel modo – a differenza di James che si riduceva spesso una pezza – di conseguenza non sapeva come comportarsi con lui, quali fossero le fasi della sua sbornia e quindi, cosa aspettarsi da questa terribile sbornia.

«John, vedi James da lassù?» chiese Fred stancamente all’amico, che era salito su una sedia in cerca del maggiore dei Potter, per riportare Al su in dormitorio.

Johnny scese in fretta dalla sedia, e scosse la testa un po' troppo energicamente; aveva preso anche lui un bicchiere di troppo, ma la lucidità era rimasta salda in lui.

«E adesso? Non so davvero che fare con lui…» disse Fred, mentre sventolava una mano davanti ad Al, ma questo non accennava a riprendersi. Nel frattempo, Johnny, che aveva assottigliato lo sguardo per cercare James in Sala, notò che la preside McGranitt si stava avvicinando proprio verso di loro, con un uomo dall’aspetto solenne alle sue spalle. Picchiettò due dita sulla schiena di Fred, che impallidì immediatamente non appena capì a cosa il suo amico alludeva.

«Ministro, devo assolutamente presentarle uno dei nostri migliori allievi! Gran parte del merito per la riuscita della serata lo dobbiamo a lui, ha organizzato tutto nei minimi dettagli! E’ il secondo figlio di Harry, sa, ma questo suo lato non lo deve a nessuno dei suoi genitori, direi… Ah, eccolo! E’ proprio qui!»

Fred immediatamente si frappose tra la preside e Al, Louis lo spalleggiava – era già impallidito notò Fred, che alzò gli occhi al cielo – mentre Al stava ancora seduto, il capo chino e lo sguardo assente. Johnny accanto a lui cercava disperatamente di farlo riprendere.

Johnny ridacchiava, seppur fosse preoccupato, e si divertiva a dare pizzicotti ad Albus, che non reagiva. Decise di arrendersi dopo avergli buttato un bicchiere d'acqua in faccia, che non aveva, ahimè, sortito alcun effetto nel Prefetto Potter.

«Preside, non è il momento, davvero…» disse Fred imbarazzato, a voce bassa.

«Signor Weasley, ma che sta dicendo?» chiese la professoressa, stringendo le labbra.

«No, la prego…» continuò Fred, tastandosi i capelli con una mano e ridacchiando leggermente.

La McGranitt però, in preda alla rabbia per l’impertinenza del ragazzo, allargò le narici e, Fred, da buon ragazzo previdente, si spostò in fretta, lasciando un Albus ubriaco fradicio in balia della preside McGranitt e del Ministro della Magia in persona.

«Signor Potter! Devo presentarle una persona…» disse la preside allegra, noncurante dello stato di Al.

Ma questo, da un atteggiamento del tutto assente, sembrò riprendersi, rincuorando Fred, Louis e Johnny che avevano avuto il fiato sospeso per tutto il tempo… Forse si era ripreso, si ritrovarono a pensare, ignari.

«Signora preside, ho da fare, non vede?» disse Al con tono furioso, mentre voltava le spalle alla preside che lo guardava sconvolta, non capendo perché il suo alunno si stesse comportando a quel modo.

Il Ministro della Magia però, seppur mantenendo un’aria austera, sembrò sorridere divertito mentre osservava Fred impallidire al fianco di Johnny.

«Che modi sono questi, signor Potter? Mi stia a sentire!» disse la preside, urlando.

«Preside, ma allora non capisce! Non vede? Sto bevendo! » disse Al, alzandosi dalla sedia e barcollando, mentre afferrava una bottiglia di Whiskey incendiario, con aria austera e di ovvietà.

Il viso della preside si fece di mille colori.

«Alcolici? Nel mio castello?? Chi diavolo ha introdotto degli alcolici nel mio castello, per GODRIC!»

«Minerva, suvvia, calmati… Non è niente, infondo sono solo dei ragazzi…» La preside si lasciò trascinare, molto facilmente per fortuna, dal Ministro della magia, accompagnato dal professor Lumacorno che le avrebbe preparato una pozione per calmare i nervi. Mentre usciva dalla Sala però, si volse verso Albus ancora una volta, iniziando ad urlare e attirando l'attenzione di tutti, sovrastando la musica.

«Albus Severus Potter! Che mi venga un colpo se lei domani non sarà messo in punizione, per l’intero anno rimanente, Per la magra figura che mi ha fatto fare…» Albus, nel frattempo, completamente all’oscuro di ciò che la preside aveva detto a lui, si era accasciato a terra, e aveva iniziato a dormire, russando come un orso. James si era fatto spazio tra la folla, sentendo il nome del fratello urlato a quel modo dalla preside e, incredulo, era giunto vicino a lui e i suoi amici.

«Ma che è successo?» chiese preoccupato agli amici, che adesso ridevano con le lacrime. Johnny, alla fine, riuscì a raccontare l’accaduto a James, che descrisse l’avvenimento come “la migliore bravata di tutti i tempi, persino migliore di tutte quelle che aveva compiuto lui in quegli anni”.

Accompagnò insieme agli amici Al in dormitorio, poco dopo scese dinuovo in Sala Grande, da solo, dato che sia Fred che Louis – ovviamente – che Johnny avevano deciso entrambi di andare a letto e suo fratello era praticamente KO.

Magari, giù, avrebbe trovato ancora qualcuno dei suoi amici…

  • Tesoro, James! - urlò una ragazzina che sembrava colpita da spasmi, mentre strillava e si dirigeva con sorriso maniacale verso di lui.

  • Oh, Annie... Sei tu – disse James, con un sorriso tirato tra le labbra. La ragazza si tuffò tra le braccia di James, che la respinse non con poca fatica.

  • Oh, mi dispiace per tuo fratello! Starà benone, vedrai! - disse lei, la voce ancora stridula mentre pendeva dalle labbra di lui, che sembrava non vederla.

  • Si, grazie. Annie, tra noi è finita. Mi dispiace, ma non possiamo andare avanti... - Gli occhi di Annie, che per la prima volta durante quello scambio di battute James osservò, si riempirono immediatamente di lacrime. La ragazza scoppiò in lacrime, e scappò fuori dalla Sala Grande, mentre l'attenzione di James adesso si era concentrata altrove. Nemmeno sentì le urla della ragazza, che lo maledicevano.

Si avvicinò al tavolo delle bevande, e scorse una sorridente e tranquilla Alice che ordinava un succo di zucca analcolico. Il ragazzo che la stava servendo però, aggiunse una fiala di chissà che, e James se ne accorse, ma prima che potesse avvertire Alice, questa aveva già bevuto tutto il contenuto del suo bicchiere.

«Alice, stai bene?» chiese lui, dopo essersi avvicinato in fretta. Sbarrò leggermente gli occhi, vedendo Alice sorridergli in maniera strana e barcollare sul posto, quasi come se non riuscisse a reggersi in piedi.

«Non… capisco… Non mi fa… il succo di zucca… effetto»

James resse appena in tempo Alice per i fianchi, prima che questa potesse crollare a terra, quasi priva di sensi.

«Alice, che hai?» chiese lui preoccupato, portando il viso di lei vicino al suo.

«Gira… Gira tutto… Gira gira gira…» Il tono di Alice si faceva sempre più instabile, ed era accompagnato da sempre più numerose risatine, mentre James la reggeva e camminava al contempo facendosi spazio nell'ampia Sala affollata, in cerca di un posto in cui farla sedere.

«I posti sono tutti occupati…» prima che lui potesse rivolgerle dinuovo la sua attenzione, Alice aveva chiuso gli occhi, cadendo in un sonno profondo.

La osservò qualche istante, incantato, poi la caricò sulla spalla, delicatamente, ammirando ancora una volta il suo meraviglioso vestito rosso con quel lungo strascico. Notò che Alice tremava leggermente; doveva sentir freddo, così si tolse la giacca nera del completo che indossava quella sera e con essa avvolse le spalle fredde della ragazza, che sembrò stringere di più a sé James.

«Dai, ti porto a nanna… Andrà tutto bene»

Alla parola “nanna”, Alice iniziò a canticchiare ad occhi chiusi una ninnananna che conosceva anche James, che iniziò a cantare con lei mentre raggiungevano la Signora Grassa. Entrarono attraverso il buco del ritratto e, seppur vi fosse già qualcuno all’interno, James non conosceva nessuno a cui potesse affidare Alice mentre saliva a cercare qualcuno che la portasse nel suo dormitorio.

«Maledette scale del dormitorio femminile... Adesso come ti porto su? Potrei prendere la mia scopa, e portarti al tuo dormitorio… Che ne dici?»

Alice sembrò sorridere al suono della sua voce, e lo strinse con le braccia attorno al collo. James si beò di quel contatto, rimanendo comunque consapevole del fatto che la ragazza, in quel momento, non fosse in sé.

Non ti illudere, James.

Salì, non con poca fatica, fino al suo dormitorio, e fece sedere Alice su di una sedia mentre lui cercava la sua scopa.

«Ma dove accidenti l’ho messa… Fred, ne sono certo, l'avrà presa quell'idiota… Oppure… Ah, eccola!» James riemerse trionfante dal suo baule ma, non appena si volse a guardare la sedia su cui stava seduta Alice poco prima, impallidì. Non c’era. E dov’era finita?

Si alzò di scatto, spalancando gli occhi per mettere a fuoco la stanza semibuia, poco dopo la vide. Dormiva, beata, sul suo letto.

James si avvicinò cautamente alla ragazza, che sembrava dormire tranquilla mentre stringeva a sé il suo cuscino, sorridendo beata. Lui si sedette al suo fianco, vicino a lei come non era mai stato e, dopo aver tentennato un po’ per paura che lei si svegliasse e iniziasse ad urlargli contro, attuò il pensiero che l'aveva sfiorato durante quella sera mentre la osservava da lontano; le accarezzò i lunghi boccoli, perfetti alla vista e al tatto.

Appurò che sembravano morbidi solo la metà di quello che erano, erano splendidi.

«James… Mmmh… Ja...» mormorò la ragazza al contatto, e lui si avvicinò al viso di lei per capire ciò che volesse dirgli.

«Alice, dimmi… Puoi ripetere?»

Alice sembrò aprire gli occhi leggermente, poi li richiuse, cadendo in un sonno profondo, mentre continuava a mormorare il nome di lui e altre parole sconnesse, che James non riuscì a comprendere nonostante il silenzio regnasse nella stanza.

Sentirle mormorare il suo nome lo rendeva un po' soddisfatto ma allo stesso tempo sorpreso. Perché faceva il suo nome mentre non era esattamente in sé? Che l'avesse riconosciuto? O avvertiva la sua presenza?

La guardò, dolcemente, ancora per un po’. Rimase seduto sul pavimento, freddo, che gli procurava dei brividi talvolta, ma non se ne curava; finì per addormentarsi, con indosso ancora la sua camicia bianca e i suoi pantaloni neri, la testa sul materasso molto vicina a quella di Alice che dormiva beata nel suo vestito rosso, le spalle coperte dalla giacca di James, a cui si stringeva di tanto in tanto, lo strascico rosso pendeva dal letto abbondantemente.

Chiunque li avesse visti, avrebbe detto che erano l’immagine della dolcezza, con quei visi così vicini; lei che continuava a mormorare il nome di lui e James che dormiva sul pavimento per lasciarle spazio sul letto.

Chiunque li avesse visti, non si sarebbe di certo sbagliato, se avesse osato dire che James era perdutamente innamorato di lei.

Ma non lo sapeva.


Alice aprì gli occhi, e immediatamente un mal di testa martellante la avvolse.

«Ahhh» mormorò, e qualcosa sembrò muoversi accanto a lei. Un profumo inebriante di menta la avvolse, ma non riusciva a capirne la provenienza. Non riusciva a coordinare i movimenti, a pensare e a dire alcun ché, ma quel profumo, così buono e così familiare, sembrava avvolgerla completamente.

Qualcosa si mosse, alla sua sinistra.


/

Mi svegliai, e immediatamente vidi Alice che si muoveva, ma sembrava piagnucolare. Non appena feci qualche movimento, mi resi conto di essere del tutto dolorante. Certo, stupido idiota, hai dormito sul pavimento, mi dissi. Ma non potevo fare altrimenti, se Alice mi avesse visto dormire accanto a lei avrebbe pensato che avevo approfittato di lei, e un errore del genere non l’avrebbe mai fatto, non con lei.

Vedendo che non smetteva di divincolarsi, le afferrai la mano, stringendola con trasporto, e lei sembrò calmarsi al mio tocco. Poco dopo, notai che come me anche lei tremava. Così mi alzai, e le tastai la fronte. Scottava. Ma che dico? Bruciava.

Vidi Fred dormire nel suo letto, così decisi di chiedere aiuto a lui.

Mi avvicinai al suo letto e iniziai a chiamarlo, in poco tempo fu sveglio.

«James, ma che hai? Sei molto pallido…»

«Sto bene Fred, ma Alice no… Ha la febbre molto alta»

«Alice?» disse Fred, tirandosi su dal suo letto. Il suo viso si dipinse di stupore, quando vide la ragazza dormire nel mio letto. Il suo sguardo si puntò su di me, stupefatto, e lo anticipai prima che potesse insinuare il falso.

«Non è come pensi, non le ho fatto niente... Era ubriaca e volevo portarla al suo dormitorio, ma si è addormentata qui e non ho avuto il coraggio di spostarla…»

«Vuoi che chiami qualcuno? Hey, James, mi senti?»

Vidi sfuocato, ma poi sentì le forze abbandonarmi. Ebbi appena il tempo di sentire Fred urlare il mio nome e reggermi per le spalle da mani forti, dopo di che mi avvolse il buio.


«Pensi che si stia per svegliare?» chiese Dominique, preoccupata come non mai.

«Oh si, lei si. Questa pozione fa subito effetto…» rispose Lily, preoccupata ma comunque più tranquilla dell’amica.

«Io ancora non riesco a capire come sia finita qui…» disse Meg, esterrefatta, incrociando le braccia al petto e percorrendo la stanza a piccoli passi.

D’un tratto smisero di parlare, poiché notarono che Alice si mosse. Era avvolta dalle coperte del letto di James, dormiva come un angelo, il suo solito sorriso le incurvava le labbra.

Rose pensò che se fosse stata a conoscenza del fatto che stesse dormendo nel letto di quel Potter, non sarebbe stata così tranquilla e beata tra quelle coperte.

Alice aprì lentamente gli occhi, e si trovò circondata da una moltitudine di gente. Subito alla sua destra vide Lily, che le sorrideva mentre reggeva in mano una fiala. Spostò lo sguardo, la sua vista – seppur offuscata – fu catturata da altre figure che la circondavano: Domi, Fred, Megan, Rose, Hugo e Louis.

«Buon…Buongiorno» disse, con voce impastata, mentre tirava le coperte fin sopra il suo mento, stranita da quelle presenze.

«Come ti senti?» chiese Lily premurosa, avvicinandosi al suo viso.

Alice sembrò pensarci un attimo, poi dichiarò di sentirsi bene.

Si mise seduta, riuscendo dopo un paio di battiti di ciglia a mettere a fuoco la stanza, d’un tratto il suo sguardo si fece vacuo.

«Do…Dove sono?» chiese, sapendo probabilmente già la risposta. Quella stanza era infatti tappezzata di foto di squadre di Quidditch per la maggior parte; altre che ritraevano Fred, James e i loro amici.

«Nel dormitorio del sesto anno di Grifondoro…» disse Fred, sorridendo ampiamente. Sapeva che ci sarebbe stato da divertirsi, mancavano pochi istanti alle urla isteriche che sarebbero uscite dalla bocca di Alice.

La ragazza si alzò di scatto, provocandosi una giravolta, fu retta prontamente da Lily, per fortuna.

«Fa così male…»

«Ma cosa è successo?» chiese ai ragazzi, guardando in particolar modo Rose, dato che ricordava di esser stata con lei, prima di addormentarsi. Si era allontanata dalla ragazza, infatti, per andare a bere qualcosa, lasciando l'amica in compagnia di Lucy e Molly; poi buio. Non ricordava assolutamente nient'altro.

«Hai bevuto, e James che ti ha trovata in uno stato penoso voleva portarti nel tuo dormitorio, ma ti sei addormentata sul suo letto prima che ci riuscisse…»

Alice sbarrò gli occhi, in un modo che risultò a Fred molto divertente e buffo, così si fece scappare una risatina. Ahh, quanto avrebbe voluto riprendere quel momento!

- Quello là, 'Lice, è proprio il letto di James... - infierì infatti Fred, che si beccò un'occhiataccia da Rose; Alice arrossì furiosamente.

«Ma io… Ma come ho potuto dormire su questo letto? Ma non è possibile, starete scherzando, non è vero?» chiese stridula, un sorriso omicida dipinto sul volto.

Dominique scosse la testa, dispiaciuta e divertita insieme per ciò che era capitato all’amica.

«Sono sicura che… voleva approfittare di me… Ma mi sentirà!» disse lei quasi urlando, cercando di alzarsi. Louis la bloccò con una presa salda, i suoi occhi lanciavano fiamme, tanto sembrava infastidito.

«Guarda che James adesso ha una febbre da cavallo perché ha dormito sul pavimento per fare posto a te nel suo letto… »

Alice, al culmine della vergogna, guardò Lily per cercare conferma e questa, sorridendo imbarazzata, annuì.

Ci fu un attimo di silenzio, in cui quasi poterono sentire Alice deglutire.

«E adesso… dov’è?»

«Dorme nel mio letto…» disse Fred, spostandosi per permettere alla ragazza di verificare che ciò che aveva detto fosse vero.

«Ragazzi, adesso che Alice sta bene e ci siamo assicurati tutti di questo, potreste uscire per favore?» disse Lily, e un moto di gratitudine investì Alice, che avrebbe voluto stringerla a sé per ringraziarla. Gli ultimi minuti erano stati terribili per lei, che aveva dovuto reggere gli sguardi di tutti che la guardavano divertiti come Fred, o infastiditi come Louis.

Non capiva come avesse potuto ridursi a quel modo, e pensandoci era terrorizzata dall’idea di ciò che aveva potuto dire a James inconsciamente, dato che aveva versato in uno stato pietoso.

Lily la aiutò, assieme a Megan, a togliersi il lungo vestito che ancora indossava e a mettere il pigiama, per rintanarsi nuovamente nelle coperte, dato che la sua testa girava vorticosamente.

Udì James lamentarsi nel sonno, e vide una Lily preoccupatissima che girava attorno a lui. Alice si mise seduta e osservò il ragazzo dal suo letto.

James aveva dormito a terra per lasciare il suo letto a lei.

Lei, che l’aveva trattato così male, anche quando lui si era dimostrato gentile e riguardevole nei suoi confronti. Avrebbe potuto farsi spazio nel letto, dormire con lei, ma aveva preferito non farlo, forse per non infastidirla; anzi, sicuramente sapeva che se Alice si fosse svegliata a fianco di lui l'avrebbe schiantato.

Ma lui però adesso stava male, e Alice non avrebbe mai voluto che qualcuno stesse male per lei. Era stato così gentile a prendersi cura di lei, ed era sicuro che non aveva approfittato delle sue debolezze.

Si ritrovò a ridere istericamente, quando pensò ad un James Potter gentile.

Stava impazzendo, si. E tutto ciò non era reale. Poi vide Lily, la sua amica, guardare preoccupata il fratello che ansimava nel sonno, la fronte imperlata di sudore e le guance rosse per la temperatura alta del suo corpo.

«Lily… Mi dispiace per quello che ho detto prima» disse con tono colpevole all’amica, che si volse a guardarla e le sorrise.

«Non preoccuparti… Spero solo che da adesso in poi inizierete ad odiarvi un po’ di meno…»

«Io non lo odio!» disse Alice, forse con troppa enfasi, dato che Megan al suo fianco rise, trascinando Lily nella risata.

«Meg, puoi restare qui con lui? Devo andare a vedere come sta Albus…»

«Veramente io… Io volevo vedere come sta Al» Lily si bloccò a guardarla, e Alice, che aveva capito ciò che Meg provava per Al, volle aiutarla.

«Lily, io sto bene, starò io con James…» disse, imbarazzatissima.

«Ma sei sicura? Non vorrei che..»

«Sicurissima… E’ colpa mia se adesso lui sta male, tocca a me vegliarlo» disse Alice schietta, e Lily le si avvicinò e le scoccò un bacio sulla guancia, per ringraziarla.

In pochi secondi, Lily e Meg uscirono dalla stanza; la prima disse che non appena avesse sistemato anche Al, che aveva come lei la febbre post-sbornia, sarebbe tornata a controllare come stavano lei e James. Alice sorrise e la ringraziò prima che lasciasse la stanza, così alla fine rimase da sola con James.

Si alzò dal suo letto e, dopo aver indossato le sue pantofole, si diresse con passo incerto verso James.

Aveva il viso molto rosso, più di quanto avesse visto dal suo letto, e delle goccioline di sudore scendevano lungo il suo viso sciupato. Un pezzo di stoffa imbevuto d'acqua era poggiato sulla sua fronte.

Alice lo toccò, e sentì che era molto caldo. Così glielo tolse dalla fronte e lo immerse nella bacinella di acqua fredda posta sul comodino accanto, e lo ripoggiò delicatamente sulla fronte di James, che al tocco di Alice sembrò sobbalzare leggermente.

«Mi dispiace tanto, James Potter…» disse lei, a bassa voce, quasi come se avesse parlato a sé stessa.

Continuò a immergere la stoffa nell’acqua fredda più e più volte e, verso mezzogiorno, la febbre cominciava a calare. Mentre lei si era voltata a guardare fuori dalla finestra, incantata da un manto di neve che avvolgeva il parco, qualcosa la riscosse.

«No! No! Mamma, papà! No! Prendete me, non i miei fratelli! Papà, aiuto!» Alice sobbalzò, e si volse subito a guardare il ragazzo che seppur avesse gli occhi chiusi, si dimenava e urlava queste parole, quasi piagnucolando.

«James, va tutto bene, calmati… Ti prego sta tranquillo, ci sono io…» disse Alice, a voce alta.

«No! No! Mamma! Al! Lily, Lily!»

Alice, in un moto di tristezza e collera, prese la mano fredda di lui e la strinse tra le sue, nella speranza di riuscire a calmarlo.

Inaspettatamente, infatti, subito James sembrò calmarsi smettendo di urlare, e volse la testa in direzione di Alice, continuando a dormire tranquillo come poco prima.

Questa si chinò, sedendosi sul letto su cui dormiva il moro, il suo viso vicino a quello di Potter. Si ritrovò senza rendersene conto ad osservare i lineamenti del viso di James, li tracciò delicatamente con un dito

Notò, quasi come se lo vedesse per la prima volta, che Aveva delle ciglia molto lunghe, e delle sopracciglia nerissime, seppur non molto folte. Il suo naso era piccolo, ma si incastrava perfettamente sul suo viso leggermente allungato. Le sue labbra erano rosa, e sembravano disegnate, tanto erano perfettamente longilinee e carnose al punto giusto. E se avesse potuto vedere i suoi occhi che... Così nocciola e così luminosi, e così attraenti, magnetici. Alice si sentì avvampare mentre realizzava che James era davvero un bel ragazzo; iniziava a capire le ragioni di tutte quelle oche che gli correvano dietro da molti anni. Era dotato di una bellezza semplice, ma allo stesso tempo particolare e ammaliante. Ritrasse in fretta la mano, sottraendola dalla sua vista come se fosse colpevole di ciò che aveva appena fatto.

James indossava ancora la sua camicia bianca, che era di una stoffa molto morbida e bella. Valorizzava le spalle forti e robuste di lui, e lasciava intravedere sul petto i muscoli perfettamente scolpiti.

D’un tratto James sembrò riscuotersi, e Alice sobbalzò, allungando le distanze. Lasciò immediatamente la mano di lui, che continuava a muoversi sopra le coperte. Alice notò, dopo qualche istante, che James stava sussurrando qualcosa, a voce molto bassa, le labbra ricurve quasi come se stesse sorridendo. Si avvicinò nuovamente al viso di lui, curiosa di sapere cosa avesse adesso da dire…

«Al… Alice… 'Lice… Alice…» continuava a pronunciare il suo nome e scuoteva la testa come se la stesse cercando; nonostante il rossore ora invadesse le guance di lei, Alice gli strinse dinuovo la mano.

Aveva un'aria così tenera, così indifesa che... Quasi non lo riconosceva.

Subito dopo, infatti, James si calmò e si lasciò cullare da Morfeo, così come Alice che, impossibilitata ad allontanarsi da lì, decise che avrebbe chiuso gli occhi distesa accanto a James.

«Solo… Solo cinque minuti» sussurrò la ragazza, prima di cadere in un sonno che sarebbe durato almeno un paio d’ore.


Sentiva la voce di sua sorella in lontananza, che chiacchierava con Hugo.

Che ci faceva Lily lì? Che stavano combinando quei due? Stavano architettando qualcosa? Un agguato contro di lui, si.

Poi, sentì una terza voce, che lo fece svegliare, sobbalzando dal letto.

«Lily, Al si è mosso!»

«Sicura Meg? Sembra immobile»

«Sono sicura… Si è mosso»

Al sentì dei passi muoversi verso di lui, così decise di non aprire subito gli occhi.

Una piccola mano soffice e dal tocco delicato tastò la sua fronte, scendendo lungo il suo viso con una carezza.

Al aprì gli occhi, e tutto ciò che vide fu una cascata di capelli rossi e un sorriso brillante.

«Ciao, sorellina» disse lui, dolcemente.

Lily gli scoccò un bacio sulla guancia e lui la avvolse in un abbraccio tenero, poi si sedette sul letto, stropicciandosi gli occhi con una mano. Gli sembrò di vedere Meg, così chiuse gli occhi e li riaprì, e vide dinuovo lei e Hugo, più in là vi erano Lysander e Johnny che chiacchieravano tra loro.

Allora non erano un sogno, quelle voci.

«Che… Che ci fate voi qui?» chiese Al alla sorella, che subito divenne tesa in viso, stringendo le labbra.

«Oh… Ti ho dato una pozione per aiutarti a stare bene»

«Perché?» chiese Al, cercando di pensare a cosa poteva essere successo. Ricordava che la sera prima c’era stata la festa di Halloween, ricordava il vestito di Megan ma poi… Buio.

Quando era stato male?

«Ehm… ecco… Per caso ricordi qualcosa di ieri sera?» chiese Hugo. Al guardò Meg per un attimo, senza rendersi conto aveva dipinta sul viso un’espressione fredda e distaccata, simile a quella che le aveva rivolta la sera prima.

«Vagamente…»

«Amico, hai alzato un po’ troppo il gomito…» urlò Johnny ridendo leggermente dall’altro capo della stanza.

Al sbarrò gli occhi, in un gesto di sorpresa.

«Ma non è possibile… E cosa è successo?» I presenti nella stanza si guardarono negli occhi tra loro, preoccupati, prima di rispondere. Meg guardò insistentemente Johnny, che annuì ed esordì.

«La preside ti aspetta nel suo ufficio… L’hai combinata grossa, amico»

Al guardò l’amico sorridendo, poi scoppiò a ridere.

«Questa si che è… ahahahah… una bella trovata! haahahaha»

Lily si avvicinò cauta al fratello, più seria che mai.

«Al, Johnny non sta scherzando, nessuno di noi lo sta facendo… Vedi, ieri sera…»

«Ieri sera eri davvero messo male, e non è tutto... La preside si è avvicinata a te proprio nel momento in cui non eri in te con… Con il Ministro della Magia… Voleva presentarti a lui ma tu…»

Il viso di Al si fece di mille colori, aveva capito che nessuno stava scherzando e stava seriamente entrando nel panico.

La preside, come gli aveva accennato effettivamente qualche giorno prima, avrebbe voluto presentargli il ministro della magia perché era molto orgogliosa di lui, dei suoi voti, della sua condotta e delle sue attività extracurriculari svolte in maniera impeccabile…

«Per Merlino! Che diavolo ho detto?» chiese Al, urlando terrorizzato. Mise le mani ai suoi capelli, rendendoli più arruffati del solito.

«Hai detto che avevi da fare… E non potevi parlare con lei»

Adesso Al era sbiancato, sembrava dimagrito di dieci chili per il terrore.

«Da fare?» disse infatti, la voce tremante.

«Si, beh… Hai detto che avevi da fare perché… Dovevi bere, e a quel punto hai stretto tra le mani una bottiglia di Whiskey Incendiario, iniziando a sorseggiarla…» aggiunse Johnny, un ghigno stampato in faccia.

Al balzò giù dal letto, e afferrò Johnny per il colletto, furioso.

«Perché non mi hai fermato? Perché diavolo avete permesso una cosa simile?»

«Amico, Fred ci ha provato ad allontanarti dalla preside, ma lei ha insistito e… Hey, mi stai strozzando, potresti lasciarmi andare?»

Al mollò la presa su Johnny, e si tuffò disperato sul suo letto.

«Come farò… come potrò! Mi sospenderà dall’incarico di prefetto, mi spedirà dritto a casa! Oh, mia madre! Avrà mandato una lettera alla mamma, vero?» chiese Al a Lily, completamente fuori di sé.

«No, non credo…» rispose Lily sincera, gli occhi nocciola sbarrati per il dubbio che si stava insinuando anche in lei.

«No? Allora l’avrà mandata a papà! Oh, è il capo di papà, l’avrà già avvertito! Oh, lui e Kingsley sono molto in confidenza, gliel’avrà senz’altro detto! Mi ammazzerà, mi ammazzerà!» disse, ponendo le mani sulla testa.

Fred entrò nella stanza, e intuendo cosa stesse succedendo si avvicinò al cugino in fretta, quasi saltellando e nascondendo con poca fatica il suo solito ghigno.

«Amico, se fossi in te non perderei tempo in manifestazioni tragiche da prima donna… Devi andare dalla preside, il prima possibile»

Al mormorò alcune parole sconnesse, prima di chiudersi in bagno con la sua divisa, intenzionato a sbrigarsi e ad affrontare la furia della preside come gli aveva suggerito il cugino.

«Spero sarà veloce e indolore… Si, le chiederò di farla finita subito e basta, non voglio soffrire. Che mi schianti subito, si» disse entrando in bagno, provocando il sorriso di tutti i presenti nella stanza.


Iniziai a svegliarmi, e mi accorsi di essere avvolto da un piacevolissimo calore. Mi mossi appena, quando mi accorsi del respiro regolare e lento di qualcuno vicino a me.

Aprì lentamente gli occhi, e la prima cosa che vidi fu una massa di capelli castano chiaro, che brillavano alla luce del sole che filtrava timido dalla finestra dietro al mio letto. Alice dormiva beata accanto a me, la testa poggiata sul mio petto. Ero nel letto di Fred, il mio letto vicino al suo era vuoto. Alice non indossava più quel bellissimo vestito rosso, ma un pigiama giallo ocra con dei coniglietti bianchi disegnati. Risi leggermente – quel pigiama era davvero buffo – ma mi bloccai subito per paura di svegliare Alice. La guardai, e mi beai di quella vista; sorrideva, tranquilla, sembrava quasi un angelo. Mi accorsi di avere una pezza bagnata in testa, subito la tolsi e la poggiai sul comodino accanto a me, su cui vi era una fiala vacante – che probabilmente aveva ospitato una pozione – e una bacinella piena d’acqua.

Capì che probabilmente ero stato molto male, e che Alice era rimasta a vegliarmi ma che poi, sicuramente, era stata vinta dal sonno.

Mentre la guardavo dormire, realizzavo tristemente di stare sognando; era impossibile che io e lei fossimo così vicino l'uno dall'altra, e al contempo così tranquilli e sereni. Questo pensiero mi estasiava e mi spaventava allo stesso tempo, ma convenni infine la sua compagnia era piacevole, mi sentivo come se fossi esattamente dove dovevo stare; me ne resi conto d'improvviso, e mi stupii, ma al tempo stesso mi sentii come se l'avessi sempre saputo.

La sua testa era poggiata sul mio cuore, e in un attimo pensai che si sarebbe potuta svegliare poiché questo, alla vista di lei così vicina a me, aveva accelerato il battito, facendo davvero un gran rumore.

Non avevo mai provato qualcosa di simile, ma realizzai in fretta che quella sensazione di felicità e paura al tempo stesso, era la cosa più bella del mondo.

Cosa avrebbe fatto, quando si sarebbe svegliata? Mi chiesi, ma le mie domande furono interrotte da qualcuno, che entrò nella stanza.

**

Probabilmente James arrossì quando vidi il viso di Rose così sorpreso di vederli nello stesso letto, poiché lei si lasciò sfuggire un lieve risolino, guardandolo.

«Come sta il nostro cavaliere?» chiese Rose a bassa voce.

«Benone…» rispose subito James, sorridendo lievemente.

«Mi sono persa qualcosa?» chiese lei maliziosamente, lanciando frecciatine in direzione di Alice, che dormiva ancora beata stringendo James.

Questo sbuffò divertito, e rispose «Qualcosa che mi sono lasciato sfuggire anch’io, immagino…» James alludeva al fatto che Alice, l’ultima volta che era stata in sé, l’aveva insultato come sempre proprio davanti a Rose, mentre adesso lo stringeva sorridendo beata.

Rose lo intuì, e si avvicinò a James, sorridendo dolcemente.

«Lei non ti odia…» sussurrò, rassicurandolo.

«Beh… Non lo so…» rispose lui, esprimendo perfettamente in poche parole la confusione che campeggiava nella sua mente.

«Sai James, io non stringerei in questo modo la persona che credo di odiare… Si è offerta lei di assisterti tutto il giorno, sai?»

«Beh, ha voluto ricambiare il favore, immagino…»

«Senz’altro.. Ma io credo che qualcosa in lei sia cambiato, nei tuoi confronti. Quando le abbiamo detto che avevi dormito per terra per non sconvolgere il suo risveglio si è tirata su e ti ha guardato in un modo… Che non saprei descrivere, adesso; il suo sguardo si è fatto intenso e carico di significati»

James la guardava, completamente rapito dalle sue parole, incapace di proferir alcunché.

«Adesso ti vede sotto una luce diversa, Jamie…»

Rose gli lasciò un bacio fraterno sulla fronte, prima di uscire dalla stanza.

James la seguì silenziosamente con lo sguardo, nell’incapacità di formulare qualsiasi frase o addirittura pensiero coerente e sensato.

Tornò a guardare Alice non appena udì il rumore della porta che si chiudeva dietro alle spalle della sua cuginetta preferita.

Il viso di Alice adesso si era contratto in una smorfia buffa che fece ridere leggermente James, accarezzandole lievemente il naso e le labbra.

«Perché sei così complicata?»

TADAA! Allora? Sorpresi? Delusi? Contenti? Stupefatti? Schifati?

Fatemi sapere che ne pensate di questo ballo, e soprattutto del post-ballo... Non ve l'aspettavate, eh? :D 

Beh, ringrazio TANTISSIMO tutti coloro che hanno recensito, VI ADORO ADORO ADORO moltiiiissimoo! 

Tornando al capitolo: 

Albus non è sembrato per niente il solito Al, che ne pensate di questo lato "impulsivo" e "malandrino" di lui?!

James e Alice? ASPETTO I COMMENTI di coloro che shippano la JALICE! Siete felici? Non fate i salti di gioia, da ora in poi le cose si complicheranno, proprio grazie a questo "improvviso" avvicinamento, quindi... Rappresenta certamente un primo enorme passo di questa "coppia", ma non vedrete un bacio nel prossimo capitolo... Non credo, comunque. :P 

Beh, che altro dire? Buona serata e buon weekend a tutti voi, ASPETTO LE VOSTRE RECENSIONI! p.s.: SCUSATE eventuali errori di ogni tipo, mi sfugge sempre qualcosa... SCUSATE per gli indicatori grafici, sono impazziti e non sono riuscita a sistemarli in nessun modo, sembrano aver preso vita propria! D:

Un bacione,

-Marauder11

  
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