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Autore: piccolo_uragano_    27/02/2015    3 recensioni
“Perché ogni volta che c’è in giro Lord Voldemort facciamo figli io e te, Martha?”
Martha accennò un sorriso. “Perché ogni volta che io e te facciamo figli c’è in giro Lord Voldemort, Sirius?”
Remus trattenne una risata. “Ed è per questo che sono vent’anni che ti ripeto che è quella giusta.”
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Non è una di quelle storie tutte miele e amore in cui Sirius trova la sua perfetta metà e vissero tutti felici e contenti. Martha darà a Padfoot del filo da torcere, insegnandogli ad amare e a restare.
(Si parte dal 1976 fino a poco dopo la battaglia di Hogwarts; in teoria è finita, dopo anni, ma in pratica.....)
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily, Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ti amo più di ieri e meno di domani.'
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Sirius uscì dal bagno, tenendosi una salvietta in vita con una mano, mentre con l’altra si asciugava i capelli. L’odore del suo shampoo si sentiva anche in camera di James.
Martha stava davanti allo specchio, con addosso un maglione grigio, morbido sul seno e sulla pancia e stretto sulle braccia. Sul letto, una gonna blu notte era piegata, mentre lei era in mutande. Sirius incarnò un sopracciglio sfoderando il suo sorriso malandrino.
“Niente male, Redfort.” Le disse.
Lei stava giocando con i suoi capelli. Teneva in mano una morsa d’acciaio bollente, vi intrecciava dentro i capelli lisci per qualche minuto, e, quando ne uscivano, erano dei boccoli. Si girò e lo guardò con l’aria di chi non ha voglia di scherzare. “Sei in ritardo, Black. Vai a rubare una camicia a James.”
“Si, mamma. Ma devo per forza mettermi la camicia?”
Lei lo incenerì con lo sguardo.
“JAMES!”  urlò lui.
“SONO IN DOCCIA, DANNAZIONE!” rispose lui, nella stanza accanto.
“ALLORA SEI IN RITARDO, IDIOTA!” gli urlò in risposta Martha. Lui rispose borbottando qualcosa sul fatto che i suoi capelli meritassero un trattamento speciale, e Lily, da un’altra stanza, rispose che, se per colpa dei suoi capelli fossero arrivati in ritardo, i suoi preziosi capelli la mattina dopo non sarebbero più esistiti. Sirius rise e uscì, per poi tornare con una camicia stile pirata, e dei jeans  in mano.
Martha aveva completato l’opera e i suoi capelli ora, erano boccolosi e avevano acquisito volume. Lei aveva piegato la testa in avanti, e spruzzava il liquido di una bomboletta sulla sua opera.
“Non faresti prima ad usare la magia?” chiese Sirius, mentre si infilava le scarpe.
“No.” Rispose lei glaciale. In quel momento, si rese conto che era truccata, e che sembrava ancora più bella.
“Perché no?”
“Perché io non sono Brianna Clark.”
Lui si sporse per guardarle di nuovo il sedere. “No, è più bello il tuo.”
Idiota!”
Risero insieme, mentre Sirius pensava che, si, la sua ragazza aveva davvero un bel fondoschiena.

Martha aveva insistito per prendere la metro. James viveva nella periferia di Londra, mentre Martha era cresciuta a pochi passi dal centro. Martha aveva i capelli boccolosi, e, spiegò poi, aveva usato un marchingegno babbano chiamato piastra. La gonna blu notte brillava leggermente e la faceva più alta. Lily, invece, indossava dei pantaloni bianchi con un una giacca azzurra. Anche lei era truccata, e, anche lei, era davvero bellissima.
I ragazzi, sembravano due paggetti imbronciati.
“Perché dobbiamo prendere la metro?”
“Perché continui a chiederlo?”
“Sei una strega, Martha Redfort, le streghe volano, usano Passaporte o si Smaterializzano, non prendono la dannata metro babbana!”
“Si da il caso, James Potter, che io sia una strega con una madre Babbana, che non sa nemmeno cosa sia una Passaporta o una Nimbus! Questa è la mia dannata vita da babbana, con la mia dannata famiglia babbana nella nostra dannata metro babbana!”
Sirius odiava vedere James e Martha litigare, era come sentire i due emisferi del suo cervello che non erano più in grado di comunicare. E, soprattutto, non si poteva schierare. Se lo avesse fatto, l’uno lo avrebbe accusato di stare sempre dalla parte dell’altro. Si guardavano ancora in cagnesco, ma sia Lily che Sirius sapevano che non sarebbe durata a lungo. In pochi mesi erano diventati come fratelli e nessun litigio avrebbe annullato quel legame.
Sirius stava cercando di timbrare il cartellino della metro, mentre Martha lo osservava a pochi metri di distanza, ridendo, quando una bionda con un rossetto rosso fuoco gli si avvicinò.
Sis!” esclamò. La sua voce era odiosa almeno quanto il suo vestito.
Lui parve accorgersi di lei solo in quel momento. “Jessica.”  Le disse.
Martha strabuzzò gli occhi, quando lei lo abbracciò. Lui rimase impassibile.
“Non mi hai telefonato.” Sospirò. “Nel tuo collegio irlandese ai ragazzi non è permesso telefonare alle belle ragazze?”
Martha sapeva perfettamente che Sirius se ne intendeva di telefoni quanto di lavatrici.  “Non se stanno con me.” Disse.
Le due si guardarono in cagnesco, mentre James, pochi metri dietro di loro, si ammazzava dalle risate.
Jessica indossava dei tacchi vertiginosi, rossi come il rossetto e la borsa, e un vestito  blu con una scollatura esagerata per mettere in mostra due seni che non erano nemmeno un granché. La gonna le arrivava a metà coscia, mostrando una calzamaglia nera. Le sue dita erano piene di anelli, e i suoi polsi di braccialetti tintinnanti.
Sis, non mi presenti la tua amica?” chiese Jessiaca, squadrando Martha, senza nascondere un’espressione disgustata quando vide le Converse sotto la gonna.
“Amore?”  chiese Martha, usando lo stesso tono  di Brianna Clark.
Sirius fece di tutto per non ridere, poi riuscì a dire: “Beh, Jessica, lei è Martha, la mia … cioè, si, insomma …”
La sua ragazza.” Concluse Martha.
“Si, giusto, e Martha, lei è  Jessica Bailey, la vicina di casa dei Potter.”
Le due si strinsero la mano più con odio che con cortesia.
“Chi l’avrebbe mai detto? Lo scapolo d’oro con una ragazzina!” Jessica rise in modo talmente finto da far venire la nausea perfino a Lily.
“Vuoi sapere dove ti mette i tuoi tacchi a spillo, la ragazzina?”
“Oh, andiamo” continuò Jessica, squandrandola “quanti anni hai? Dodici?”
“E tu, che giochi ancora a travestirti da barbie gigante? Sette?”
“Che cosa è una barbie?” sussurrò James a Lily.
“Jessica di plastica e in miniatura.” Rispose lei.
Sis, mi avevi detto che non avresti mai avuto una ragazza fissa.”  Urlò Jessica a Sirius, con aria seriamente offesa.
Lui alzò le spalle. “Mi sono innamorato, anche se non credo che tu sappia cosa vuol dire. E sono felicissimo così. Stammi bene, Bailey.” Rispose lui freddo, appoggiando il braccio alle spalle di Martha, che guardò Jessica come James guardava il cercatore di Serpeverde dopo che aveva afferrato il Boccino, e raggiunsero gli altri due.
Quando Jessica se ne fu andata da tutt’altra parte. Martha strappò dalle mani di Sirius il biglietto della metro, lo timbrò con rabbia e lo ridiede a Sirius.
“Grazie, tesoro.”
“Oh, figurati, Sis.” Rispose lei, con odio.
“Te la sei presa?”
“Per il fatto che tu sia stato con una barbie gigante o perché lei mi ha dato della dodicenne?”
“Si, te la sei presa.” Rispose semplicemente lui, guardando fuori dal finestrino.
James trovò che, in quel momento, per quanto Martha potesse essere bella, faceva anche davvero paura. Sembrava che del fumo le uscisse dal naso come se fosse un drago.
“Martha, non …” provò a dire in difesa del suo amico.
Zitto.” Tagliò corto lei.
“Senti, Redfort.” Sbottò Sirius. “Non puoi arrabbiarti ogni volta che scopri una ragazza con cui sono stato a letto prima di conoscerti, okay? Non puoi, altrimenti dovresti passare il resto della tua vita ad arrabbiarti ogni dannato giorno. Credevo che quella fosse quella che si può definire una bella ragazza, prima di trovare te, che anche con addosso la mia felpa e i capelli raccolti da una matita sai essere bellissima. Non credevo nell’amore, nelle farfalle nello stomaco e in tutte le cose di cui parla ogni ragazzo innamorato fino a quando non ti ho vista quella sera seduta davanti al camino, d’accordo? Quindi non puoi arrabbiarti ogni volta che parlo con una ragazza, perché dovresti aver capito che sei l’unica ragazza che vorrò accanto fino a quando non saremo vecchi, con i capelli bianchi e senza denti!”
Lei passò dall’imbronciato al dispiaciuto. “Okay.”
Okay, scusami Sirius, ti amo tanto, ecco cosa dovresti dire.”
“Ti amo tanto.” Si limitò a ripetere. Lui la accettò come scusa e la baciò, mentre Lily e James ridevano.

Scesero dalla metro e fecero qualche passo a piedi, trovandosi in un quartiere di tipiche case londinesi. Trovarono Rose che fumava una sigaretta nervosa fuori da un portone blu sul resto della casa completamente bianco, con delle ampie finestre.
“Ciao belli.” Esclamò quando li vide. “Finalmente siete arrivati, mamma e papà non ci stanno più dentro. Sembra che Black sia il principe Babbano d’Inghilterra.”
Martha non poté fare a meno che sua sorella Rose aveva qualcosa che non andava. Era più nervosa del solito, e di solito non fumava quando erano a casa, perché Marie, la madre, non gradiva il fatto che lei fumasse quelle schifezze babbane. Le due sorelle si guardarono.
“Ti sta bene il maglione di Lily.” Le disse Rose. Aveva gli occhi ancora gonfi e rossi. Si era accorta che Martha aveva notato che qualcosa non andava.
“Rose.”
“Va tutto bene.”
“No. Cosa succede?”
“Va tutto bene.” Ripeté lei, ma ad ogni sua parola la voce tremava di più.
“Rose.” Intervenne Lily. “Mi sto preoccupando.”
Rose tirò con la sigaretta, tenendosi dentro il fumo. “Scoppierà una guerra.” Ammise, dopo un po’.
“Si.” Disse Martha. Non poteva dire altro. Non c’era niente da dire, era una cosa vera e ormai evidente.
“E io, te, Lily, e mamma e papà saremo in un dannato pericolo. Non so … non so cosa succederà. Non so se potrò combattere, non so se sono pronta.”
“Non si è mai pronti.” Sospirò Lily.
“Siamo tutti fottuti, Lils. Tutti fottuti. Tu” disse, indicando Sirius con la sigaretta “perché sei un traditore del tuo sangue e tutte quelle storiacce. Tu” e indicò James “perché ti conosco abbastanza da sapere che non riuscirai a tirartene fuori. Noi” e indicò sé stessa, Lily e Martha “noi tre saremo le prime a morire.”
“No.”
“No, Martha?”
“No. Non morirai, se ti decidi a fare qualcosa, qualcosa di vero.”
“Si, vai a fare qualcosa di vero. Morirai prima.”
Rose di solito non lasciava che si vedessero le emozioni che provava. Ma quel giorno, quel ventiquattro dicembre, Martha non poté fare a meno di notare cosa provasse. Aveva paura, e i suoi occhi rossi giravano tra Londra e i quattro maghi sedicenni in piedi davanti a lei. Cercava una ragione, una scusa valida per quello che stava succedendo.
“Almeno avrò fatto qualcosa. Mentre tu ti chiuderai in casa, mangiata dalla paura, io sarò ricordata perché avrò fatto qualcosa, e non sarò morta invano.” Rispose Martha, con tono deciso ma freddo. “Noi” e allargò le braccia per indicare i suoi amici ed il suo ragazzo “combatteremo anche per te. Mentre tu non alzerai un dito per difendere nessuno di noi o dei tuoi amici, noi combatteremo.”
“Sei una Grifondoro, Rose.”  Continuò Lily. “Tira fuori il coraggio e fa che il Cappello Parlante non abbia commesso un grave errore a smistarti nella culla dei coraggiosi di cuore.”
“Non tutti i Grifondoro sono coraggiosi, Lily.”
“Rose, forse noi abbiamo più paura di restarci secchi di te, non credi?” esclamò Martha. “Forse si, hai ragione, siamo tutti fottuti, ma non lascerò che Lord Voldemort mi uccida per il semplice fatto che sono una Mezzosangue, mi ucciderà perché farò parte di un … qualcosa contro di lui, che sarà ricordato dai figli dei tuoi figli! Mi ammazzerà, forse, ma almeno avrò fatto qualcosa!”
“Allora ti torturerà, fino a quando non lo implorerai di ucciderti, perché la morte sarà un dolce sogno in confronto alla Cruciatus!”
Martha rimase di sasso per qualche secondo. Non si capacitava di come Rose potesse urlarle contro cose del genere. Era sempre stata Rose quella forte, ma ora, ora stava crollando. La paura le stava mangiando lo stomaco e lei lasciava che accadesse.
“Tu non morirai.” Intervenne Sirius, interpretando il silenzio di Martha. “Okay? Non dire mai una cosa del genere. Non morirai se ci sarò io. E nemmeno tu, Rose, morirai. Nessuno morirà. Non dirlo, non dirlo mai.”
Rose li guardò tutti, dal primo all’ultimo. Tirò per l’ultima volta. “Sono fiera di voi.” E poi fece loro strada per entrare.
Robert Redfort era un uomo sulla quarantina, con gli stessi capelli scuri di Rose ed il suo stesso sorriso. Non che Rose sorridesse spesso, certo, soprattutto ultimamente. Li aspettava in salotto, seduto su una poltrona. Accolse Martha con un abbraccio commovente, Lily con ei baci cordiali e James e Sirius con delle strette di mano.
“Ragazzi, è davvero un piacere conoscervi!” esclamò. Martha lo guardava come se stesse cercando di capire qualcosa. Lei e suo padre avevano litigato, l’anno prima, fino ad arrivare a non rivolgersi la parola. Ed ora tremendamente difficile recuperare.
Marie Redfort era una donna bellissima, con lo stesso viso dolce delle sue figlie, ma i colori di Martha. La pelle calda e rosea, i capelli castani e gli occhi verdi chiari. Stava in piedi, in cucina, con addosso un grembiule Babbano mentre cucinava in modo Babbano. Il suo sorriso, però era magico.
“La mia bambina.” Sospirò mentre Martha la abbracciava. Sirius per poco non si commosse, mentre James ammirava quella casa babbana come se fosse un museo.
“Tu devi essere Sirius.” Disse, guardando il bel Felpato.
Lui annuì con orgoglio, tendendole la mano. “Signora Redfort, la sua somiglianza con le sue figlie è impressionante.”
“Chiamami Marie.” Rispose lei. “Ragazzi, sedetevi, il pollo è quasi pronto.”
Loro si sedettero, mentre Martha rivolgeva loro sorrisi incoraggianti.
“Allora” cominciò Robert, con allegria “non eravate mai stati in una casa babbana, prima d’ora?”
“In effetti, no.” Rispose James con una punta di imbarazzo.
“E come vi sembra?” chiese Marie.
“Affascinante! Le foto … sono immobili!” esclamò Sirius, osservando la parete piena di foto accanto a lui.
“Beh, si.”  Rispose Robert. “E scommetto che non sai di cosa sto parlando, se ti dico televisore.
Tele che cosa?” domandò James, esterrefatto.
Passarono gran parte della cena a cercare di spiegare a due purosangue la televisione ed il telefono, mentre Marie e le ragazze se la ridevano. Robert si illuminò quando James rivelò di essere il Capitano della squadra di Quidditch, e lo riempì di domande e di consigli.
“Papà, dacci un taglio!” lo riprese dopo un po’ Rose. “James è già un ottimo capitano. Quando abbiamo le partite, ci fa alzare alle sei del mattino per allenarci subito. Viene a svegliarci uno per  uno.”
“Che ragazzo intelligente! Io non ci avevo mai pensato, è una scusa per intrufolarti nel dormitorio femminile!”
Robert!” lo richiamò Marie.
“Scusa, cara.”
“Beh” intervenne Martha “io stamattina sono entrata nel loro dormitorio.”
“Si” rispose Sirius “e mi hai letteralmente buttato giù dal letto con un maledetto Sonorum.”
Rose e Lily risero. James e Sirius non erano così divertiti, ma quello più divertito di tutti fu Robert.
“Che cosa è un Sonorum? Sembra divertente.” Disse Marie.
“È questo, guarda, mamma.” Rose si alzò, estrasse la bacchetta da sotto la gonna, sussurrò “Sonorum” e se la portò alla gola. Pochi secondi dopo, le parole “BUON NATALE, MAMMA!” avevano invaso anche le case accanto.
Marie rise almeno quanto il marito. “Vi ha svegliati così?” chiese, guardando i ragazzi.
“Mamma” si giustificò Martha “credimi, non c’è altro modo per buttarli giù dal letto.”
“Sirius, sei caduto dal letto?” chiese la donna.
Letteralmente!” ripeté lui.
Risero di nuovo, e Martha li guardò, uno per uno. In quel momento, a quel tavolo, erano riunite le persone più importanti della sua vita. Non le importava della guerra, di ciò che sarebbe potuto accadere. Erano felici, erano lì, e questo bastava.
Venne il momento di scambiarsi i regali.
Robert e Marie si commossero scartando il regalo delle loro figlie. Una cornice argentata, con incise le parole  con amore, racchiudeva una foto di Martha e Rose l’estate precedente. Marie ci impiegò qualche secondo per capire che la foto si muoveva, e non era una sua allucinazione. Borbottò qualcosa su quanto fosse fantastico il mondo magico, poi, con le lacrime agli occhi, abbracciò le sue figlie, Lily e i due Malandrini.
A Rose venne regalato un braccialetto d’oro, con un ciondolo a forma di scopa da corsa. Lei si commosse.
Il regalo per Martha, invece, non era comparso sotto  l’albero di Natale. Marie lo andò a prendere nello sgabuzzino. Posò sulle gambe della figlia un libro rilegato in pelle , su cui erano incise le sue iniziali.
Martha lo aprì, e dentro torvo foto babbane e magiche della sua infanzia, e dei suoi sei anni passati ad Hogwarts. Foto con Lily, con Rose, e, sorpresa, nelle ultime tre pagine, trovò delle foto di lei, Lily, Sirius e James. Lei e James che ridono in Sala Grande, lei e Sirius abbracciati nel parco, Lily che sfida Peter agli Scacchi dei Maghi,  Martha, Lily, Sirius, Peter e Remus, con la sciarpa rossa e oro, posano con Rose e James, che avevano appena vinto una partita di Quidditch. Martha si portò le mani al petto mentre tratteneva le lacrime.
“Come avete fatto a …?”
“Ogni settimana, Lily e Rose ci mandano una vostra foto.” Spiegò Robert.
“Alcune le teniamo.” Continuò Marie. “Ma queste erano troppo belle per rimanere nei nostri cassetti.”
Martha abbracciò i suoi genitori, le sue sorelle, il suo ragazzo e il suo migliore amico. Le persone più importanti della sua vita erano davvero tutte riunite tutte in quel salotto.



Ehilààà :3 ecco un super capitolo, scritto di getto ma riletto mille volte. 
La casa bianca col portone blu è liberamente ispirata a Nottigh hill, e per chi non avesse visto il film ve lo consiglio! 
Rose ha paura e Martha, forse, ne ha più di lei. Come andrà a finire?
A presto,
piccolo_uragano_ 
   
 
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