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Autore: Mikayla    11/12/2008    8 recensioni
Una pioggia di stelle cadenti illuminò il bel cielo nero e privo di nuvole. Quella notte la Luna perlacea non riusciva ad illuminare quel buio, ridotta com’era ad un piccolo ed effimero spicchio. Il giorno dopo ci sarebbe stata Luna nuova.
Ma per quella sera, gli spettatori ringraziavano la mancanza del bell’astro: solo con la sua assenza potevano godere di quello spettacolo grandioso, solo così potevano esprimere tutti i desideri che volevano.
“Se potessimo vivere per sempre in questa casa…” pensò Haruka, seduta sul davanzale ad ammirare le stelle cadenti. Ce ne erano davvero tante, quella notte.
°°°
Un desiderio innocente, quello della guerriera di Urano. Chi non ha mai desiderato che il tempo si fermasse ad un momento felice? Chi non si è mai augurato che si potesse continuare in quel modo per sempre?
C’è qualcosa di male nel voler vivere in tranquillità, in una bella casa, assieme a coloro che ami? No. A tutti dovrebbe essere concesso di poterlo fare.
Ma vi siete mai fermati a chiedervi che cosa sarebbe successo, se il vostro desiderio si fosse avverato?
Genere: Drammatico, Suspence, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Haruka/Heles, Hotaru/Ottavia, Michiru/Milena, Setsuna/Sidia
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Star-Shower

3. A wishmaker couldn’t end a wish.


Haruka cadde in ginocchio, e non vide i tre brillanti Starseed volare via, richiamati dal potere della loro ingiusta Regina.
La furia ed il potere erano svaniti dai suoi occhi penetranti, ed erano stati sostituiti solo dal dolore. Un dolore intenso e soffocante, un dolore così distruttivo da impedirle perfino di respirare.
«Michiru» sussurrò a se stessa, stringendo impotente i pugni; talmente forte da farsi sbiancare le nocche. Avrebbe tanto desiderato piangere, in quel momento, ma doveva andare avanti. Doveva vincere. Lo doveva per lei, lo doveva per se stessa, lo doveva per il futuro. Lo doveva perché c’era ancora la possibilità di avverare il desiderio di tutte: vivere felici.
Tremante si alzò in piedi, e scansò con malagrazia la mano tesa e preoccupata della figlia. Hotaru non si fece ferire da quel gesto, potendo solo minimamente capire il dolore e la pena che attanagliavano il cuore della guerriera del Vento. In quel momento avrebbe voluto potersi gettare tra le sue braccia e piangere, lasciarsi andare e far vedere ai genitori che era ancora una semplice diciassettenne.
«Prima che arrivino altre guerriere, andiamo a vincere questa guerra» disse Uranus varcando le porte ora incustodite. Mai la parola vittoria aveva più il sapore di fiele e morte invece che di pace e libertà.
Tomoe strinse la mano a Meiou, e assieme seguirono la loro compagna, cercando di trattenere in fondo nel cuore il desiderio e la voglia di piangere.

°°°

«Siete arrivate fino a me, guerriere» le accolse seduta dal suo trono la Regina Galaxia, usurpatrice del regno di Serenity e Endymion.
Gli occhi di un azzurro così chiaro da sembrare ghiaccio scivolarono disinteressati sulle tre guerriere al suo cospetto. Per lei non erano altro che pulci, minuscoli e inutili e fastidiosi insetti che non potevano competere con lei in nulla.
Lei era la guerriera più potente dell’Universo, era la guerriera della stella Zero del Sagittario, ed era colei che possedeva lo Starseed più potente esistente: il Silver Moon Crystal.
«Come osate presentarvi senza invito davanti alla Regina dell’Universo?» domandò annoiata, giocando distrattamente con i propri capelli.
Un sorriso sghembo e per nulla gioioso si formò sul viso di Haruka «Io non vedo alcuna Regina, qui» la provocò sfacciatamente «Non trovi, Setsuna?»
La guerriera del Tempo annuì, stingendo maggiormente la mano della figlia nella sua, mentre l’altra sbiancava per via della presa alla chiave del tempo «Vedo solo una guerriera vestita da pagliaccio».
«COME OSATE!» gridò fuori di sé Galaxia, lanciando sguardi di fuoco alle tre «Voi dovete rispetto alla Regina dell’Universo!»
Ad un cenno della sua mano un raggio dorato si abbatté con violenza sulle guerriere, che non ne uscirono illese.
Uranus sputò sangue ai piedi della Regina «Dove sono gli Starseed?»
«Non osare rivolgerti a me, guerriera del Vento! Galactica Superstring!» un nuovo attacco si abbatté su Haruka, che volò per una decina di metri indietro sbattendo la schiena sul freddo pavimento. Un nuovo fiotto di sangue fuoriuscì dalle sue labbra assieme a un gemito.
«Non siete nulla» affermò con decisione Galaxia, tornata improvvisamente calma. I suoi occhi si fermarono su Hotaru e fece comparire un paio di splendidi bracciali «Mi farebbe comodo avere la guerriera della Morte al mio servizio» le offrì sorridendo «Non desideri diventare più potente, piccola lucciola?»
«Dead Scream!» attaccò in risposta Pluto, spingendo la figlia dietro di sé per poterla difendere. Il potentissimo attacco si dissolse prima di poter anche solo sfiorare la Regina. «Non parlavo con te» la rimproverò bonariamente, come una madre che rimprovera il proprio figlio prediletto «Ma anche la custode delle porte dello Spazio e del Tempo mi farebbe comodo».
Un altro paio di bracciali d’oro comparvero in uno scintillio di luce «Con me potrete avere tutto ciò che desiderate» rise bonariamente, come se stesse offrendo loro il dono più prezioso che si potesse fare «Sarei la vostra stella cadente, pronta ad esprimere i vostri desideri».
Il Silence Glave brillò minaccioso, e con un passo la guerriera avanzò verso la Regina «Puoi davvero avverare ogni mio desiderio?» le chiese con tono lascivo, allettato.
Gli occhi di sua madre e di suo padre erano puntati su di lei, e vacillarono. La loro sicurezza, e l’affetto non poté non vacillare per qualche istante davanti a quel tradimento.
Galaxia sorrise, ghignando «Certo, piccola lucciola» le assicurò.
Hotaru sorrise «Allora esperirmi il mio desiderio: muori!» da così vicina la guerriera non dovette fare altro che alzare la falce e abbatterla su Galaxia «Death Ribbon Revolution!»
L’attacco finale avvolse tutto e tutti. Hotaru stessa non ne fu immune e venne scaraventata addosso a Setsuna, trascinandola con sé lontana dal trono.
Anche Haruka fu avvolta dall’attacco, e una scheggia si conficcò nel suo braccio sinistro, facendola sanguinare copiosamente.
Non c’era più speranza, per loro, come non c’era la forza di proteggersi con una barriera.
«Sciocca» la sbeffeggiò Galaxia, quando fu evidente che non era stata colpita dall’attacco.
Davanti alla Regina, a farle da scudo con il proprio corpo, c’era Usagi.
«Principessa!» esclamò stupita Pluto. Ma non ci volle tanto per capire che lei non era davvero la loro Usagi: gli occhi erano spenti e il sorriso cattivo. Due bracciali d’oro facevano mostra di sé sui suoi polsi.

°°°

«Usa-chan, cara, potreste eliminarle per me?» domandò affabile la Regina.
Due occhi color del cielo, ormai spenti e annebbiati dal potere, si voltarono verso il trono. Sailor Cosmos, la più potente delle guerriere, si inchinò devota davanti a Galaxia; con reverenza le baciò una mano e gli stivali dorati.
Con il cuore spezzato e gonfio di lacrime non versate miste a rabbia repressa, le tre guerriere si rialzarono con lo sguardo fisso su quella scena.
Desideravano solo correre verso la loro Principessa e strapparla dalle mani di quella strega usurpatrice del trono della Terra.
Con un gesto veloce e preciso Haruka si estrasse la scheggia dal braccio; fermò l’emorragia alla bell’e meglio con la mano. Avanzò con passo incerto raggiungendo le proprie compagne.
«Haruka-chan» mormorò Hotaru con la voce incrinata.
Mentre curava con amorevole cura la ferita del genitore la guerriera della Morte e della Rinascita pregava in silenzio che fosse tutto uno scherzo, che stesse ancora dormendo, che quella mattina non fosse mai successa. Chiudendo gli occhi si immaginava avvolta dal profumo di pastrafolla, con il grembiule ben allacciato per proteggere i propri vestiti; immaginava i genitori entrare con un dolce sorriso sulle labbra e sedersi a tavola; immaginava che fosse stato un giorno come un altro, né più né meno allegro.
«Hotaru, basta così». La voce di Tenou la riscosse da quel sogno e la ragazza fu di nuovo proiettata nella crudele e fredda realtà.
La pelle fine di Tenou sembrava una patina inconsistente; per quanto non fosse laureata in medicina pure la ragazza sapeva che al minimo sforzo si sarebbe spezzata e avrebbe ricominciato a sanguinare copiosamente.
Tomoe alzò lo sguardo incontrando gli occhi del padre e deglutì: quella fiera determinazione che leggeva chiaramente nel limpido azzurro non era altro che la dimostrazione di ciò che Haruka era pronta a sacrificare per far tornare tutto come sarebbe dovuto essere. La vita.
Certe volte era davvero ingiusto che i desideri non si avverassero.

°°°

«Chronos Typhoon!»
«World Shaking!»
Hotaru si sentì spinta indietro con rudezza, mentre i due potenti attacchi si scagliavano con inaudita forza contro quell’involucro vuoto che Galaxia aveva creato. Ne erano certe: quella non solo non era Usagi, ma neppure ne rappresentava in qualche modo l’essenza.
Ma scontrarsi con la guerriera più potente della Galassia intera, assoggettata all’aureo potere di Galaxia, era una battaglia persa in partenza: nessun attacco arrivò a segno.
In compenso Sailor Cosmos infieriva senza alcun sentimento sulle tre ex-compagne. Attaccava e infliggeva il maggior danno possibile, senza venire minimamente scalfita.
«Ferma» la bloccò la voce autoritaria di Galaxia.
Usagi si ricompose e tornò al fianco della Regina, in attesa di un altro ordine, di un qualsiasi altro ordine.
Gli occhi color dell’oro scrutarono per un singolo istante le tre guerriere. Poi le labbra della Regina si arricciarono in una smorfia disgustata «Perché combattete contro di me?»
Haruka sputò il proprio sangue in terra, in segno di disprezzo «Rivogliamo la nostra Principessa, la vera Regina della Terra».
Galaxia chinò appena il capo di lato «Spiacente, non posso aiutarvi» disse loro con estrema calma e compassione; fingere di essere davvero dispiaciuta per la propria mancanza conferiva maggiore sadismo a quegli occhi impassibili.
«Uccidile» ordinò secca a Sailor Cosmos «E portami i loro StarSeed».
«Starlight Honeymoon Therapy Kiss!» una voce fredda e metallica si diffuse; un immenso potere rosa-dorato si sprigionò e avvolse tutto con la sua tiepida carezza. Poi, tra le mani di Usagi comparve uno StarSeed di un giallo ocra abbagliante.
«TOU-CHAN!»

°°°

Saturn cadde a caproni. Nella retina degli occhi aveva ancora impressa l’immagine di Uranus che si volatilizzava lasciando solo il suo splendente StarSeed.
Grandi lacrime salate scivolarono sulle sue guance, e più le scacciava con forza con il pugno chiuso più esse scendevano.
La mano ferma e materna di Setsuna si posò sulle sue spalle scosse dai singhiozzi. «Andrà tutto bene, Hotaru-chan» la rassicurò con voce dolce, mentre gli occhi bordeaux dardeggiavano in direzione della Regina.
La ragazza alzò mestamente il capo e la guardò con una domanda negli occhi «Se recuperiamo gli StarSeed tornerà tutto come doveva essere» le rispose immediatamente Pluto.
Con nuova forza, le due guerriere fronteggiarono la loro avversaria. Non potevano perdere la fiducia e la speranza, non dopo tutto quello che avevano vissuto, non dopo che Usagi l’aveva restituita loro con un dolcissimo sorriso illuminato dai tiepidi raggi di Luna.
«Illuse» proferì con tono rabbioso Galaxia. La sua pazienza e la sua compassione stavano giungendo al termine. Non avrebbe ammesso altri oltraggi alla sua persona. «Arrendetevi, sciocche guerriere: sono la guerriera più potente della Galassia, e sono la sola e vera Regina» guardò con disprezzo Usagi «La vostra Principessa mi supplicò di risparmiarla, quando la sconfissi: non merita la vostra devozione!»
Setsuna non abbassò il capo a quelle parole «Non puoi infangare il nome della nostra Principessa, Galaxia, perché noi crediamo in lei».
Il fuoco avvampò negli occhi d’oro «Allora distruggerò ogni vostra misera speranza, vi calpesterò e distruggerò tutto ciò in cui credete. Sarete voi, dopo, a supplicarmi di uccidervi; magnanima poi mi prenderò le vostre vite e i vostri poteri. Sarò incoronata sovrana del Tempo e della Morte!»
Setsuna e Hotaru rabbrividirono, ma la loro speranza non vacillò davanti a quelle parole. Mai si sarebbero aspettate che Galaxia mettesse in atto quelle minacce in quello stesso istante: non fecero neppure in tempo a capire cosa stesse succedendo che la figura di Usagi cadde dietro al trono laccato. La stella più brillante si era fusa nel Calderoun sotto i loro sguardi impotenti.
Era infranta anche quell’ultima luce, in un bagliore bianco. Usagi non sarebbe mai più tornata.
«Ora affronterete me, sciocche ragazzine».
Galaxia si era alzata dal proprio trono, indifferente a quello che era accaduto. Una spada color della pece era stretta nel suo pugno e brillava di una luce sinistra; agognava il sangue, e lo avrebbe ottenuto.
«Sarai la prima, Morte» profetizzò la Regina, preparandosi al combattimento.
«MAI!» gridò Setsuna frapponendosi tra la figlia e la nemica. Non avrebbe permesso a nessuno di toccare la sua creatura. «Dark Dome Close, Time Stop!»

°°°

Hotaru si risvegliò nel proprio letto.
Aprì gli occhi di scatto, e ci mise qualche secondo per mettere a fuoco la stanza. Dalle tende tirate entrava una luce fioca, e attorno a sé non sentiva alcun rumore. Tutto era fermo, immobile. Ogni cosa era esattamente uguale a com’era il giorno prima, com’era quella mattina.
«Che fosse un sogno?» si chiese rilasciando il fiato che le sembrava di trattenere da un’eternità.
Osservò la sveglia e sorrise. “Le sette del mattino: era tutto un sogno” pensò la ragazza mentre un fardello pesantissimo si tolse dalle sue spalle.
«Un sogno» ripeté a voce alta, per rendere concrete quelle parole, quel concetto. Ne era così felice che l’avrebbe gridato al mondo, se non fosse stato che così facendo avrebbe svegliato i genitori -e Haruka era una vipera se veniva svegliata prima del necessario!
Ridacchiando al pensiero del genitore inviperito si alzò e si vestì.
Aveva in mente di preparare una bella colazione per le tre, e magari le avrebbe convinte a fare una passeggiata in giardino dato che si prospettava una bella giornata di sole… era tanto che loro tre non si dedicavano ad una spensierata camminata.
Con il sorriso sulle labbra e quella bella prospettiva nel cuore Hotaru varcò la porta della sala da pranzo.
Immediatamente ammutolì e cadde a terra. La mano premuta sulle labbra, gli occhi spalancati e persi. Il respiro accelerò e il cuore le batté con forza maggiore, quasi volesse scappare dal suo petto.
Davanti a lei, disteso sul divano, c’era il corpo esanime della madre.
Nessuno può far finire un desiderio; puoi solo conviverci.



FINE…





Hotaru strinse al petto la chiave dello Spazio e del Tempo. Le dita affusolate aderivano perfettamente al freddo metallo, la loro presa era salda.
Osservò in alto il cielo limpido pieno di stelle. Il cuore le batteva all’impazzata, e si domandava se nel buio più assoluto sarebbe davvero riuscita a individuare la stella cadente che aveva avverato il loro desiderio.
Ma non fu difficile trovarla: un bagliore accecante scese dal cielo a qualche metro di distanza dalla guerriera del Silenzio.
Con passo furtivo la ragazza si avvicinò al luogo di atterraggio della stella cadente, e rimase sorpresa di vedere non una, ma tre ragazze all’intero del piccolo cratere.
«Siete delle stelle cadenti?» domandò comparendo all’improvviso, e facendo così spaventare le tre ragazze.
Quella bassa e dai lunghi capelli argentati annuì piano, mentre quella dai capelli neri faceva un passo verso Hotaru «Siamo le Starlight» disse con voce pacata «Sono Star Fighter».
La ragazza più alta dai capelli castani imitò la compagna, portandosi una mano al petto «Io sono Star Maker, e lei è Star Healer» presentò, per poi rivolgersi a lei «E il tuo nome?»
Tomoe scosse il capo. Gli occhi erano tristi, le ametiste sembravano volersi liquefare in mille lacrime perlate «Siete qui per realizzare un desiderio?» chiese in un bisbiglio, sperando di sbagliarsi.
Healer storse il naso a quelle parole, ma Fighter le fece con la mano gesto di stare ferma «Sì» rispose semplicemente.
Il Silence Glave brillò alla luce delle stelle «Devo impedirvi di realizzarlo» affermò sicura di sé Hotaru. “Se posso impedire che tutto ciò accada, lo farò. Mi costasse la vita”.
Maker s’irrigidì, prendendo posto accanto alla compagna. Fighter invece rimase in avanti, ma ben’allerta «Perché?»
Una lacrima scivolò sulla guancia della giovane guerriera. Quella piccola traccia commosse le tre guerriere, ma non avevano possibilità di desistere dal loro intento: loro dovevano ritrovare la Principessa Kakyuu!
«Dalla realizzazione di quel desiderio, verrà solo il male» spiegò pacata Saturn, ostentando una calma e una freddezza che in realtà non possedeva «Galaxia diventerà Regina e l’Universo intero verrà invaso dall’odio».
Un silenzio teso e preoccupato scese tra loro. “Com’è possibile che il nostro desiderio di ricostruire Kinmoku implichi una simile catastrofe?” si chiese angosciata Fighter, stentando a credere a quello che la guerriera le aveva appena detto.
«Mi dispiace» scandì con sincerità Hotaru.
Poi alzò la falce.
«Death Reborn Revolution!»




FINE









Note.
*me si mette i tappi alle orecchie e apre un ombrello per difendersi dalla pioggia di pomodori e insulti*
Ebbene, quante ora vogliono uccidermi? Hem… non siete un pochine troppe?
*me cogita sulla possibilità di rifugiarsi in Alaska… poi si ricorda che è troppo freddolosa e rinuncia*
Vi avevo avvertite >.< l’avevo detto che questa fic non era per chi voleva un lieto fine! >.<
Direi che la fic si spiega da sola, non ha bisogno di miei eventuali interventi. Il doppio finale non è una presa in giro ma è voluto: chi vuole può fermarsi al primo “fine”, e sapere che non c’è più speranza; chi vuole può arrivare al secondo, e sperare che la storia possa cambiare senza la presenza delle Sarlight; infine, chi ha più fantasia, può immaginarsi un terzo “fine” come più preferisce, magari un lieto fine. Ho lasciato il tutto aperto proprio per questo.
Per quanto mi riguarda io amo il secondo, e lì mi fermo; benché sia conscia che è triste.
Ma basta cianciare!
Mi inchino a chi mi ha seguita e sostenuta, grazie. Au revoir!

Liz aka Mikayla

A chi vuole e crede nella redenzione, a chi spera che alla fine tutto si aggiusti, a chi pensa fermamente che il bene trionferà… questa storia farà perdere la speranza. Ma siete davvero sicuri che non possa esserci un lieto fine anche in tutto questo?


mononoke: sono felice che sia travolgente! Il mio scopo era proprio quello: immergere il lettore nella storia e non farlo andare via finché non si è conclusa… e lascio a te decidere qual è la fine, come ho detto prima. Sperando che apprezzerai anche la “mia” fine ^___^
chiarucciapuccia: effettivamente inquietante è il termine più adatto… e come ho scritto prima, a te decidere se alla fine è andato tutto bene o meno ^__^ ma spero che ti sia piaciuta anche come ho deciso di finirla io.
milena87: grazie a te per i complimenti ^////^ sono vergognosamente arrossita! Spero che la fine sia valsa l’attesa… me lo auguro ^__^
sailormoon81: ma ciao Kla, che piacere risentirti! Ogni volta con le tue recensioni mi rendi felice e imbarazzata, sei capace di darmi un po’ di autostima… e per questo ti ringrazio sempre. A dirti il vero temevo che la crescita repentina di Hotaru fosse troppo superficiale, e sapere che la trovi ben caratterizzata mi ha tranquillizzata! Adoro cercare di “colmare” i “buchi” che Naoko ha creato nella serie: d’altra parte non avrebbe potuto analizzare tutti gli aspetti dei vari personaggi… così posso farlo io! *__* Un bacione!
   
 
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