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Autore: _HalWill_    11/12/2008    2 recensioni
Lo scenario di un' imminente guerra interplanetaria. Due mondi opposti ma incredibilmente simili. Un ragazzo piombato dal nulla in una base militare, senza alcuna certezza, senza alcuna sicurezza, ma con la consapevolezza di fare la differenza nelle sorti della specie umana. Un giovane irriverente e spregiudicato, che lotta per una guerra in cui si è ritrovato, ancora inconsapevole del futuro e del proprio ruolo nella battaglia. L'incontro fra due anime sole e complementari, destinate ad un comune destino. Il sogno di una terra lontana dove poter vivere assieme, senza la guerra, senza a morte. L'amore, l'arma perfetta.
Genere: Romantico, Science-fiction, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter 19

Pioveva a dirotto, lo aveva fatto per tutta la notte. Era seduto a fumare sotto il grande portale aperto dell’hangar e guardava fuori la pioggia cadere. L’odore dell’umidità e del temporale gli penetrava nei polmoni.
L’ultimatum sarebbe scaduto quella sera stessa.
Il mattino presto aveva conosciuto gli altri Ev. Erano tre coppie, quelle che erano rimaste in tutto il mondo. Due gemelli, un uomo ed una donna e due cinquantenni. Tutti parevano consapevoli di ciò che li aspettava. I loro visi erano scavati, i loro occhi arrossati e stanchi. Parlavano lingue diverse e perciò era difficile che le coppie si capissero. I fratelli, più o meno della sua stessa età,  erano originari della Russia e parlavano poco. L’altra coppia scoprì in seguito che erano due sposi. Lei nata in Italia e lui in Germania si erano conosciuti dieci anni prima e si erano sposati quasi subito. Del resto questo confermava il legame speciale che li legava, come quello che legava lui e Alex.
Le altre due allegre signore sulla cinquantina, erano australiane ed amavano cucinare dolci tipici a tal punto da vincere numerosi premi culinari. A parte questo non sapeva poi molto dei suoi compagni.
Alex non si era visto e questo, oltre il tempo, lo portava ad essere nervoso ed intrattabile, nonché depresso e nauseato. Si sentiva come se mancasse una parte del proprio corpo senza la quale non riusciva ad ingranare la giornata. Chissà se il biondo lo stava pensando.
La pioggia sembrava aumentare e le nuvole ingrossarsi. Se avrebbe continuato così la battaglia non sarebbe stata  certo facilitata.
D’un tratto delle immagini si susseguirono nella sua mente; ancora nuove, ancora più confuse. I suoi occhi tristi, il viso cinereo. Le labbra che si schiudevano come per prendere aria dal nulla. La pioggia.
Non era bagnato. E fumo e sangue.
Stringeva qualcosa fra le proprie mani. La stoffa della sua divisa.
Il sole, ma non era sole, era fuoco incandescente. E lui piangeva.
Tendeva le braccia per asciugargli le lacrime ma non aveva nulla.
Le lacrime scivolavano sulle gote pallide. La mano che cadeva inerme.
Dischiuse gli occhi. Ormai ci era abituato a quegli incubi svegli.
Gettò il mozzicone lontano, sotto l’acqua scrosciante. In fumo svanì in pochi secondi, spento dalla pioggia battente.
Dei passi in lontananza. Qualcuno si avvicinava silenziosamente. Un passo conosciuto. Si fermò.
Sentiva solo il rumore delle gocce che si infrangevano.
- Will…
L’uomo non si voltò. Rimase immobile. Si sentiva bruciare. La rabbia lo tormentava da giorni e doveva esplodere prima o poi.
- Perché non sei venuto prima?
Non udì risposta.
- Non te ne frega niente di noi. Sono andato persino da tuo padre, a parlargli. Lo sai questo?!
Le braccia del giovane gli raggiunsero il collo circondandogli le spalle da dietro. La fronte poggiata contro la sua nuca.
- Sei arrabbiato con me Will?
La voce flebile e tremula. Quelle braccine gli sembravano sempre più sottili.
Non rispose. Rimasero immobili entrambi a guardare la pioggia che cadeva scrosciante. In lontananza un tuono sommesso.
- Mi dispiace tanto…
La voce rotta dalle lacrime che gli affioravano lentamente, silenziosamente agli occhi. Non poteva vederle, ma le sentiva, le sentiva in tutto il loro dolore, in tutta la loro amarezza. E la pioggia che cadeva. Di nuovo.
L’abbraccio si allentò.
- Non verrò con te. Dopo la guerra… non verrò…
I tuoni sempre più vicini. La tempesta che incombeva sopra le loro teste non era nulla in confronto a quella che si stava abbattendo dentro di loro e che stava spazzando via ogni cosa. Distruggeva tutto ciò che era stato, annientava tutte le cose che avevano vissuto e che avevano costruito con fatica. In pochi secondi con infinita semplicità.
Le lacrime erano divenute enormi e pareva non avrebbero smesso mai più. Si sentiva il volto bruciare.
William sorbì quelle parole come una pugnalata dritta al cuore. Si sciolse dalle braccia dell’altro e si alzò facendo pochi passi in avanti. Non si era voltato, non lo aveva ancora guardato in viso.
Sapeva che se lo avesse fatto, lui avrebbe visto quanta debolezza e incertezza c’era in quelle parole che non avrebbe mai pensato di pronunciare. Tutti i pensieri che lo avevano tormentato quei giorni si erano concretizzati in un’unica, solida, disgustosa idea.
- E’ stato tuo padre a convincerti vero? Tutto quello che gli ho detto, le cose che ho pensato e provato, le ho vissute da solo a quanto pare.
Le parole gli raschiavano la gola come non mai. Strinse i pugni.
- Tutto quello che c‘è stato… per te non era niente… l’hai fatto solo per essere sicuro che io seguissi i tuoi progetti e quelli di tuo padre. Ora sarai soddisfatto…porterò questa cosa fino in fondo e poi mi toglierò dai piedi.
L’aveva detto. Sorrise amaramente.
- Sono stato proprio un idiota.
Il ragazzo piangeva a dirotto con viso sconcertato.
- No!, no non è così! Io non…
Il pianto gli spezzava le parole.
Il moro si voltò di scatto, l’ira ben visibile nella sua espressione. Un altro fulmine, poco lontano da loro.
Uno schianto assordante.
- Allora cos’è!? Perché non reagisci?!!! Che cosa vi siete detti, che ti ha detto eh?!!!
Il giovane indietreggiò spaventato.
- No, io…
- Non credi che io abbia il diritto di sapere!!!? Non posso andare avanti così! Avevi detto di amarmi Alex!!!
Indietreggiarono sempre più.
- Perché ?! Non ti importa??!!!
Era sempre più terrorizzato.
- E‘ tutto segreto con te Alex??!!!
Il ragazzo piangeva disperato. Si voltò per non farsi vedere in quello stato cercando di fuggire. Si ritrovò sotto la pioggia battente. Lo scroscio assordante. William lo afferrò per un braccio e lo strattonò facendolo cadere contro il proprio petto. Si sentiva morire.
Era fradicio e avvertiva le gocce sbattergli in faccia. Vedeva il viso di William bagnato con un’espressione mista fra dolore e rabbia. La mano stretta sul proprio polso, come una morsa d’acciaio.
- Adesso vuoi anche scappare?!!!
Piangeva ancora.
- Non te ne frega proprio niente!????
Il giovane esplose.
- Sto morendo Will, io sto morendo!!!!
Il grido straziato. Il fulmine che si schiantò poco distante. Un rombo assordante.
Scivolò fra le sue mani, cadde in ginocchio mentre piangeva  a dirotto, come la pioggia battente. Aveva ancora le mani strette sui suoi polsi.
Parve d’improvviso che il mondo gli stesse cadendo addosso. Tutto si sgretolava, si scioglieva sotto i propri occhi, portato via dalla pioggia. E quella creatura ai suoi piedi che piangeva disperata, inerme, fragile, piccola.
Cadde anche lui sulle ginocchia. Non si sentiva più il corpo. Perse peso improvvisamente.
L’acqua gli scorreva addosso ; aveva la mente vuota, come la sua espressione, come se la pioggia gli avesse lavato via ogni cosa.  
Qualcosa si era rotto.  
Non sentiva bene.  Solo il rumore attutito di ciò che gli accadeva intorno.
Lo scrosciare del temporale ed il lamento del ragazzo gli suonavano nelle orecchie e nella testa.
Si sentì vuoto, nauseato. Tutto quello che aveva detto, tutto quello che non aveva fatto.
Parlava. Alex stava parlando in singhiozzi rotti e sconnessi.
- Non avrei mai voluto… non ci sarà un dopo! Io non ci sarò Will… non volevo dirtelo…non volevo…non potremo mai andarcene… morirò qui… mi dispiace…mi dispiace tanto…
Si chinò in avanti. Voleva stringerlo,abbracciarlo. Era lì, era di fronte a se. Non era come nei suoi incubi.
Poteva toccarlo, poteva abbracciarlo. Lo strinse, lo baciò sul capo. Gli si aggrappò come se dovesse scivolare via da un momento all’altro. Non piangeva, non sentiva nulla. Avvertiva solo lui fra le proprie braccia, contro il propri corpo fradicio. Lo sentiva scosso dai singhiozzi, stretto contro il proprio petto.
- Perdonami… io ti amo… ti amo Will…ti amo…
Le parole spezzate, rotte. Si perdevano nel fragore della pioggia.
L’uomo avvertiva il proprio respiro faticare. La gola era bloccata, le parole non sarebbero uscite. Ma stringeva più che poteva quel corpo a se. Rimasero lì, a terra entrambi. Sotto la pioggia scrosciante che si mescolava alle lacrime amare e copiose.
Tutto il resto non aveva più alcuna importanza.
Erano soli.

P.S. Scusate la lunga attesa, ma lo studio mi uccide in queste ultime settimane e riuscire a scrivere è davvero un miracolo!Spero che continuiate ancora a seguirmi,  e soprattutto a seguire Alex e Will. =)  Dunque, la verità è stata svelata. Alex e William sono nuovamente ad una svolta.
Mi farebbe davvero piacere sapere cosa pensate possa accadere o comunque eventuali consigli o critiche o qualsiasi cosa. Grazie mille =)

  
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