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Autore: Astrea9993    14/03/2015    1 recensioni
Non c'era altra spiegazione: ero finita all'interno della mia stessa fanfiction ed ora non sapevo come uscirne e, a dirla tutta, non sapevo neppure se volessi farlo!
C'era solo un piccolo problema: prima di essere trasportata all'interno del mondo di Harry Potter non avevo avuto il tempo di concludere la mia storia ed ora questa era fuori controllo ed io non sapevo più cosa mi riservasse il futuro...
Ero appena giunta ad Hogwarts, non era ancora trascorso il primo giorno ed io ero già quasi riuscita a rompermi l'osso del collo e a portare James Potter all'altro mondo assieme a me...
Se questi erano i presupposti qualcosa mi diceva che d'ora in poi le mie giornate sarebbero state piuttosto movimentate...
Genere: Commedia, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Dominique Weasley, James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Capitolo 15
 
 Life has a funny way of sneaking up on you when you think everything's okay and
everything's going right
 
 
"Ho bisogno del tuo aiuto." Sentenziai con decisione, le braccia conserte e l'espressione decisa di chi non è intenzionato ad ammettere un no come risposta.
"Te l'ho mai detto che sei piuttosto fastidiosa?!" Replicò Albus sollevando a malapena lo sguardo dal libro di Trasfigurazione.
"All'incirca una quarantina di volte ma, se non lo avessi notato, non me ne importa un fico secco di risultare fastidiosa, invadente o antipatica." Conclusi impassibile prima di sedermi accanto ad Albus,  in fin dei conti la biblioteca era pubblica e nessuno poteva impedirmi di accomodarmi ad un tavolo.
"Non mi pare di averti invitata a sedere."
"Oh scusa! Mi sono forse seduta sopra al tuo amico immaginario?!"
"Ahah, molto divertente. Ora fai silenzio, qualora non te ne fossi resa conto in biblioteca è vietato parlare."
"Hai ragione! Dovrei fare silenzio, oppure potrei alzare la voce e farci bandire entrambi dalla biblioteca per una o due settimane..."
"Cosa vuoi?" Sbuffò rassegnato Albus mentre richiudeva il proprio libro.
"Ora si che ragioniamo!" Esclamai raggiante mentre un sorriso che non prometteva nulla di buono mi illuminava il volto.
Era il 14 Febbraio, il giorno di San Valentino. Erano passate diverse settimane da quando Alice era stata aggredita e il mondo era andato avanti. La sete di potere e la crudeltà di Voldemort non avevano impedito alle persone di amarsi, di farsi una vita e di avere dei figli e, allo stesso modo, le recenti aggressioni non impedivano agli studenti di andare avanti, di spendere i propri risparmi da Madama Pie di Burro o di pomiciare per i corridoi ma, ovviamente, anche a tutto questo c'era un eccezione.
Il professor Paciock aveva momentaneamente rinunciato al proprio posto di lavoro per stare accanto alla figlia e Frank aveva ottenuto il permesso di allontanarsi da scuola per almeno un paio di settimane.
E poi c'era Albus che ignorava ogni tentativo fatto da amici e parenti di risollevargli l'umore, Albus che sembrava crogiolarsi nella propria sofferenza e che si era rinchiuso in biblioteca.
Tutti avevano provato ad aiutarlo e tutti avevano fallito ed era proprio per questo che quel giorno ero in biblioteca, perché tutti avevano fallito ed ora toccava a me aiutare Albus Severus Potter e, già che c'ero avrei fatto qualcosa anche per Rose e Scorpius...
"Avrei bisogno che sta sera, diciamo sulle 19, portassi Rose nell'aula di pozioni." Dissi quindi evitando inutili giri di parole.
"Non potresti portarcela tu stessa?!" Replicò Albus inarcando un sopracciglio.
"No, non posso, purtroppo io sarò impegnata ad attirare mio cugino in trappola." Replicai prontamente, la verità era che avrei potuto tranquillamente agire da sola ma volevo l'aiuto di Albus, volevo che agisse e uscisse da quel vortice d'apatia all'interno del quale era stato risucchiato.
"Ti prego, dimmi che non mi stai davvero proponendo di rinchiudere mia cugina e il mio migliore amico all'interno dell'aula di pozioni."
"Andiamo, Potter! È per una buona causa! Sono stanca di vedere quei due osservarsi di nascosto l'uno dall'altra e sospirare come delle ragazzine alla prima cotta!"
"Scorpius non sospira."
"Ma si comporta ugualmente come una sciocca donnicciola."
"Sai, sono questi i momenti in cui mi chiedo cosa ci veda mio fratello in te..."
"Mi vuoi dare una mano?! Si o no?!"
"Non credi che ciò che quei due potrebbero fare da soli chiusi in una stanza sia più preoccupante degli sguardi che tanto ti irritano?"
"Più preoccupante ma meno irritante."
"Nella remota ipotesi in cui io decidessi di aiutarti come pensi ti poter entrare all'interno dell'aula?"
"Facile! Ho le chiavi, Lumacorno non vuole che io faccia esplodere Hogwarts esercitandomi in pozioni, così mi ha messo a disposizione l'aula, inoltre, dati i potenti incantesimi che sono stati apposti all'aula di pozioni per evitare che gli studenti rubassero qualche ingrediente  potenzialmente pericoloso, una volta chiusa la porta, Rose e Scorpius non dovrebbero più essere in grado di uscire." Spiegai fiera del mio infallibile piano.
"Hai pensato proprio a tutto... permettimi un'ultima domanda: perché dovrei aiutarti?!" Replicò Albus freddamente, a quanto pareva spingere quell'idiota a reagire era più difficile di quanto pensassi.
"Vediamo, ci sono diverse ragioni: per prima cosa non la smetterò di assillarti fino a quando non ti deciderai ad aiutarmi, poi credo che di tanto in tanto aiutare gli amici sia una bella cosa -e credimi, Scorpius e Rose hanno indubbiamente bisogno del nostro aiuto- e infine, ma non meno importante, dovresti smetterla di piangerti addosso e reagire." Conclusi con fermezza scrutando attentamente Albus negli occhi, per un momento pensai che mi avrebbe mandata a quel paese ma poi la calma tornò a dominare i lineamenti del suo volto.
"Non hai neanche un briciolo di tatto." Concluse tranquillamente.
"E a che mi servirebbe il tatto?!" Replicai io "Rose, Molly, Lily, Lucy, Hugo, Fred, James, Louis e persino Roxanne e Dominique hanno avuto tatto, sono state gentili e accondiscendenti e questo è servito solo a spingerti a crogiolarti nel tuo dolore ma, per quanto questo possa essere scioccante ho un'importante notizia da darti: non sei l'unico a soffrire. Quindi basta, basta con il vittimismo: tu non sei morto e neanche Alice è morta quindi non smettere di lottare." Conclusi con decisione. Ero stata dura e brutale ma speravo che le mie parole raggiungessero Albus, che capisse quante persone tenessero a lui ed Alice e come il suo comportamento facesse soffrire chi lo circondava.
"Sei davvero una stronza."
"Si, ma sono una stronza che non si arrende e prometto di prendere chiunque abbia aggredito Alice." Sentenziai decisa, chiunque vi fosse dietro a quelle aggressioni era andato troppo oltre e ora più che mai sentivo che era una cosa personale tra me e lui, dovevo trovarlo ad ogni costo.
Era mossa da questo pensiero che, per la prima volta avevo condiviso volontariamente i miei ipotesi ed i miei sospetti con James perché, per quanto odiassi ammetterlo, eravamo dentro a questa storia assieme inoltre l'intelligenza di James sarebbe potuta tornarmi utile.
"Oltre che stronza e priva di tatto sei anche arrogante" mi schernì Albus "ma ad ogni modo ti devo ringraziare" soggiunse mentre mi rivolgeva quello che era il primo sorriso che illuminava il suo volto dopo molti giorni. "Ci vediamo alle 19." Concluse poi prima di alzarsi ed andarsene, a quanto pareva ce l'avevo fatta.
 
 
 
*****
 
 
 
"Sei certo che verrà?" Domandai perplessa mentre mi sforzavo di nascondermi dietro ad un'armatura.
"Certo che verrà! Rose, al contrario di te, è gentile ed ha tatto perciò non pianterebbe mai in asso il suo povero cugino sofferente."
"Giocare con i sensi di colpa di una povera ragazza! Dovresti smetterla di manipolare le persone."
"Volevi che portassi qui Rose e io ce l'ho portata."
"Silenzio!" Ammonii Albus mentre osservavamo Scorpius entrare all'interno dell'aula.
"Ora manca solo Rose" commentò Albus "ma toglimi una curiosità" soggiunse poi il Serpeverde "oggi è San Valentino, non dovresti essere appartata da qualche parte con mio fratello?"
"Trovo che San Valentino sia una stupida festa commerciale e poi tuo fratello oggi aveva l'ultimo allenamento prima della partita."
"Una volta avresti detto qualcosa tipo 'Non mi importa cosa fa quell'idiota di Potter e francamente non è affar mio' dire che James è impegnato mi sembra già un notevole passo avanti."
"Ho semplicemente risposto alla tua domanda, Potter, smettila di psicoanalizzarmi e, qualora non sapessi cosa fosse uno psicologo, questi è..."
"So che cos'è uno psicologo e so bene che oggi la squadra di Grifondoro ha l'ultimo allenamento prima della partita contro Tassorosso" Mi interruppe Albus "a quanto pare mio fratello ha finalmente deciso di sostituire quell'incapace di Thompson."
"Be' effettivamente quel Thompson è davvero un inetto." Convenni io, non potevo fare a meno di ripensare a tutti i punti che quell'imbranato ci aveva praticamente regalato durante la partita giocata contro Grifondoro.
"Questo è poco ma sicuro, ad ogni modo non posso fare a meno di chiedermi cosa tu ci faccia ancora qui, la partita è domani, potresti cercare di distrarre James almeno un po'." Mi fece notare Albus.
"Non ti pare un po' meschino?!"
"Credimi Starlight, se mio fratello fosse qui mi ringrazierebbe: sarebbe lieto di farsi distrarre da te." Replicò Albus strappandomi una risata.
Capivo bene la preoccupazione di Albus infatti, per poter ancora sperare di vincere la Coppa del Quidditch, Grifondoro avrebbe dovuto necessariamente perdere una partita.
"Anche qualora Grifondoro vincesse contro Tassorosso non avrebbe speranze contro Corvonero." Dissi con decisione, forse più decisa a convincere me stessa che Albus.
Probabilmente il mio interlocutore avrebbe voluto dire qualcosa a proposito della squadra di Corvonero ma, in quell'istante apparve Rose.
La ragazza era un po' in ritardo e sembrava essere piuttosto trafelata.
"Tieniti pronto" sussurrai ad Albus.
Poi, non appena Rose ebbe messo un piede all'interno della stanza, mi affrettai a chiudere la porta a chiave.
"Più facile del previsto." Commentai mentre Albus provvedeva ad insonorizzare la stanza.
Distrattamente osservai l'orologio. Erano le 19 e 15, forse, se mi fossi affrettata, avrei potuto fare ancora a tempo...
"Tirarli fuori tra un ora... forse è meglio un ora è mezza." Sentenziai mentre lanciavo le chiavi dell'aula ad Albus.
"Come dovrei fare a..." iniziò lui ma io lo interruppi prontamente: "sei un prefetto, hai la mappa del malandrino e il mantello dell'invisibilità: troverai un mondo."
"Dove stai andando?"
"Non è ovvio?" Domandai sorridendo "a distrarre tuo fratello!"
 
 
 
*****
 
 
 
Osservai distrattamente lo spogliatoio di Grifondoro, forse era un po' più grande di quello di Serpeverde ma di certo l'arredamento era più scialbo.
Sbuffando mi lasciai cadere su di una panca, a quanto pareva non ero l'unica a restare fin troppo tempo sotto alla doccia.
Ora che ci riflettevo più attentamente forse avrei dovuto aspettare fuori dallo spogliatoio ma, a mia discolpa, dovevo dire che erano state Dominique e Roxanne (che a quanto pareva era diventata la nuova cacciatrice di Grifondoro) a spingermi frettolosamente all'interno dello spogliatoio dicendo che James sarebbe arrivato nell'arco di qualche minuto.
Ovviamente dopo aver compreso che quello era lo spogliatoio maschile avrei dovuto uscire da lì ma in fin dei conti erano solo i primi di febbraio e la sera ad Hogwarts faceva ancora parecchio freddo e, se c'era qualcosa di certo, questo era che né Melania Rossellini né Melanie Artemis Starlight sarebbero mai morte congelate per un ragazzo.
Ok, probabilmente ero rimasta li perché ero curiosa di vedere la faccia che avrebbe fatto James quando fosse uscito dalla doccia e mi avesse trovata all'interno dello spogliatoio e poi, In fin dei conti, avevo promesso ad Albus di distrarre suo fratello...
Poi James era apparso dinanzi ai miei occhi e, se per un solo istante avevo pensato di andarmene si era ormai fatto troppo tardi.
Per un momento ero rimasta a scrutarlo, i capelli bagnati e l'asciugamano legato attorno alla sua vita.
Dovevo ammettere che James era proprio bravo infatti, se per lui era stata una sorpresa  scorgermi all'interno dello spogliatoio, era riuscito a mascherarlo piuttosto bene e, se non avesse sgranato impercettibilmente gli occhi per un istante, non avrei colto il suo stupore.
"A quanto pare molestare i ragazzi che fanno la doccia è una tua abitudine." Disse James rivolgendomi un sorriso sarcastico.
"Ti sbagli, sono piuttosto selettiva e molesto solo i bei ragazzi che sono appena usciti dalla doccia." Replicai sorridendo a mia volta e calcando volutamente sulla parola 'bei'.
"Che cosa ci fai qui, non che la tua presenza mi dispiaccia..."
"Oggi è San Valentino."
"Come se ti importasse davvero festeggiarlo!"
"D'accordo Potter" Mi arresi mentre mi alzavo dalla panca su cui ero seduta e, lentamente, colmavo i metri che ci sparavano "sono pronta a confessare" soggiunsi nell'arrestarmi a pochi centimetri di distanza dal suo volto "sono semplicemente venuta a distrarti." Sussurrai al suo orecchio.
Forse la semplice verità era che avevo voglia di vedere James, forse la verità era che non volevo sprecare il tempo che avevamo a nostra disposizione come era accaduto ad Albus ed Alice ma, in fin dei conti, non era necessario che lui sapesse tutto questo.
"Ti do un consiglio" rispose James scrutandomi profondamente negli occhi "se vuoi davvero distrarmi quella nuda dovresti essere tu e non il contrario." Concluse sorridendo con malizia. 
"Tu dici?!" Esclamai allontanandomi di qualche passo "a questo si può rimediare velocemente." Soggiunsi prima di sfilarmi lentamente il maglioncino della divisa per poi procedere a sbottonare i bottoni della camicia con una lentezza a dir poco esasperante, assaporando lo sguardo di James che studiava ogni mio singolo movimento come un predatore in attesa del momento opportuno per attaccare.
E poi slacciai anche l'ultimo bottone.
Fu a quel punto che James si avventò sulle mie labbra, come se ormai non potesse più aspettare oltre.
E poi furono solo labbra che si ricercavano, carezze ardenti e corpi che desideravano esplorarsi vicendevolmente...
"Basta." Mormorò James mentre con lentezza mi allontanava da se, se quello che mi stava di fronte non fosse stato James Sirius Potter probabilmente gli avrei chiesto se non stesse scherzando invece, ancora ansimante e tremante mi allontanai di qualche passo prima di iniziare a rivestirmi.
"Melanie Artemis Starlight, hai davvero la magnifica abitudine di rendere le cose più difficili." Mormorò James, la voce ancora roca.
"Per me è tutto molto semplice, quello complicato sei tu." Replica io mentre gli davo le spalle per permettergli di rivestirsi.
Non potevo dire ancora con certezza di amare James ma sapevo che quel senso di necessità che mi aveva spinto a ricercarlo voleva dire qualcosa, eppure non riuscivo ad esprimere quei sentimenti a parole.
"Non vuoi goderti lo spettacolo?!" Mi canzonò James divertito da quell'improvviso moto di pudore.
"No, e tu non vuoi ancora fare sesso?" Replicai vagamente stizzita senza alcuna ragione apparente "perché se è così me ne vado."
"Aspettami fuori." Disse invece James sorprendendomi.
"Perché dovrei farlo?"  Domandai resistendo alla tentazione di voltarmi.
"Perché voglio stare un po' con te." Mormorò James con una tale sincerità da risultare spiazzante.
"Va bene."
 
 
 
*****
 
 
 
Infilai le mani in tasca nel disperato tentativo di scaldarle, a quanto pareva avevo trovato qualcuno che a cambiarsi ci impiegava più tempo di me, constatai vagamente infastidita.  Probabilmente un tempo non mi sarei presa la briga di aspettarlo ma, effettivamente, un tempo non lo avrei neppure cercato ma poi, molto lentamente le cose erano cambiate. Probabilmente era stata la sua sincerità a fregarmi, il modo schietto e diretto con cui diceva ciò che voleva senza preoccuparsi del resto, senza temere di esporsi troppo, senza temere il giudizio altrui. Io non né ero capace, o meglio, non avevo alcuna paura di risultare antipatica, poco femminile o stronza ma, per quanto anche io desiderassi restare ancora un po' con lui, non sarei mai riuscita a chiedergli di restare con me con una tale franchezza. Era stupido ma, fino ad allora, ero stata abituata a contare solo su me stessa e chiedere a qualcuno di restarmi accanto mi appariva quasi un' ammissione di debolezza.
"Dovresti coprirti di più." Sussurrò James al mio orecchio facendomi trasalire.
"Non sarei così infreddolita se tu fossi più veloce."
"Va bene, a quanto pare dovrò prendermi la responsabilità delle mie azioni." Concluse James mente mi avvolgeva delicatamente una sciarpa attorno al collo.
"Si può sapere per quale strana ragione giri con due sciarpe? E poi non sarebbe meglio fare il contrario?" Dissi nel voltarmi verso di lui e nel constatare che attorno al collo portava ancora la sciarpa coi colori di Serpeverde che gli avevo regalato per Natale.
"Trovo che il rosso e l'oro ti stiano meglio." Replicò James.
"Non per contraddirti ma credo che l'argento..." iniziai per poi interrompermi "ma questa è la mia sciarpa... sei entrato in camera mia?!"
"Tecnicamente questa era la mia sciarpa."
"Esatto Potter, era."
"E tecnicamente tu sei entrata per prima nella mia stanza."
"Come diavolo hai fatto ad entrare?" Domandai accigliata.
"Be' la Zabini fa entrare praticamente chiunque..."
"Ti sei fatto dare la parola d'ordine da Amelia Zabini?!" Escamai ben più infastidita di quanto volessi apparire.
"Ci sei cascata... dovresti vedere la tua faccia!" Esclamò per tutta risposta lui ridendo "nel caso te ne fossi dimenticata mio fratello è Serpeverde e ho usato la Mappa del Malandrino per assicurarmi di non incrociare nessuno."
"Va bene, Potter, lo dirò una sola volta quindi ascoltami bene: nonostante l'indiscussa fama della Zabini, Hogwarts è piena di ragazze facili quindi semmai in futuro avessi mai voglia di una sveltina per favore evita di farti l'unica ragazza che probabilmente godrebbe nel vedermi morta."
"Ehi" disse James mentre mi prendeva il volto tra le mani "lo sai che per me esisti solo tu, ti stavo semplicemente prendendo in giro, e poi non credo che Amelia ti odi fino a quel punto!"
"Mia madre si è fatta suo padre finendo col distruggere inevitabilmente la sua famiglia. Credimi, mi odia." Replicai prontamente, il fatto che Daphne non fosse una buona madre era ormai un dato assodato ma questa era la prima volta che raccontavo qualcosa sulla mia famiglia.
"Prometto di non provarci mai con la Zabini." Si limitò a dire James "ma tu promettimi di non girare più intorno al mio compagno di stanza, non sarebbe carino doverlo affatturare..."
"Va bene."
"Anzi! Ancora meglio! Prometti di non guardare nessun uomo... o meglio di non parlare con nessun uomo!"
"James, secondo questo principio non dovrei più parlare neanche con Scorpius o Lumacorno." Risposi ridendo
"E allora prometti di guardare solo a me e di pensare solo a me."
"Non posso farlo." Ammisi in un sospiro "in questo momento l'unica cosa che so è che per me tu sei importante." Soggiunsi poi prima di cercare di sfilarmi la sciarpa, improvvisamente avevo molto caldo... potevo solo augurarmi di non essere arrossita...
Pensai mentre continuavo a litigare disperatamente con la sciarpa: era tutto strano troppo strano...
"Potter, spiegami perché non riesco a togliere questa dannata sciarpa." Tuonai minacciosamente, probabilmente Grifondoro avrebbe perso perché io avrei ucciso il loro cercatore il giorno prima della partita. 
 
 
 
*****
 
 
 
"Che sia appiccicata mediante un incantesimo di adesione permanente?!" Mormorò tra sé e se Fred mentre si piegava ad esaminare con attenzione la sciarpa dai sgargianti colori rosso e oro che avvolgeva il mio collo.
"Questo non è un incantesimo di adesione permanente!" Sbottai mentre afferravo brutalmente Fred per il bavero della maglia "e sai perché non è un incantesimo di adesione permanente?! Perché permanente vuol dire permanente e permanente vuol dire per sempre e se entro ventiquattro ore questa cosa non sparirà dal mio collo giuro che riuscirò in ciò in cui Voldemort ha fallito ovvero sterminare la vostra dinastia!" Conclusi nel lasciare andare Fred, dovevo ammettere che dopo quella sfuriata mi sentivo un po' meglio.
"Andiamo Starlight, bevi il tuo caffè e rilassati e, soprattutto, non massacrare il mio cacciatore prima della partita." Intervenne James guadagnandosi un'occhiata degna di un basilico.
"Bevi il caffè, quando non hai sufficiente caffeina nel sangue sei piuttosto irritabile." Continuò imperterrito Potter. Questi erano i momenti in cui mi domandavo se fosse davvero così stupido o se fingesse solo di esserlo.
"Sono irritabile perché tu mi hai raggirata."
"Ti ho detto che alla fine della partita ti toglierò la sciarpa, fino ad allora rilassati assistendo alla mia vittoria."
"Ti auguro di cadere dalla scopa." Boffonchiai prima di trangugiare il mio caffè. Su di una cosa Potter aveva ragione: il livello di caffeina nel mio sangue era spaventosamente basso.
"Potresti cercare di essere un po' più gentile." Si lamentò James.
"E tu, di tanto in tanto, potresti usare il cervello." Replicai distrattamente.
Era stata una follia decidere di accomodarmi al tavolo di Grifondoro proprio prima della partita ma, al momento, mi era parso il male minore.
Quella mattina infatti Cordelia si era recata a terminare un tema in biblioteca e aveva promesso di raggiungermi direttamente alla partita. In quanto ad Albus non sapevo di preciso che ne fosse stato di lui ma, il fatto che la sera prima, al mio rientro, avessi trovato la chiave dell'aula di pozioni nella mia stanza mi faceva supporre che avesse "liberato" Rose e Scorpius senza troppi problemi.
Certamente era strano che Albus non fosse ancora sceso a fare colazione ma, il fatto che non ci fosse neanche Scorpius, mi faceva pensare che mio cugino avesse deciso di ucciderlo.
Così avevo deciso di non interrogarmi troppo sulle sorti del più giovane dei Potter, in fin dei conti fin tanto che Scorpius e Rose fossero stati impegnati a prendersela con lui per me sarebbe stato più facile sfuggire alla loro possibile ira.
Ok, non era molto carino da parte mia sacrificare Albus in nome della mia sopravvivenza ma, in fin dei conti, dovevo ancora fargliela pagare per aver lasciato che Fred mi rifilasse quella pozione a capodanno.
Quella mattina ero quindi scesa in Sala Grande lieta di aver evitato Rose e Scorpius ma avevo bene presto concluso di non potermi sedere al mio tavolo prima di aver compreso se è quanto Scorpius fosse arrabbiato e, per le stesse ragioni, non potevo sedermi a quello di Corvonero.
Certo il tavolo di Tassorosso sarebbe stato molto più tranquillo ma sapevo altrettanto bene che se Rose e Scorpius non si sarebbero fatti problemi a raggiungermi a quel tavolo non avrebbero mai approcciato un James in modalità pre-partita. Il problema era che avevo scordato un piccolo dettaglio ovvero quanto un James in modalità pre-partita fosse odioso.
Poi, come se i miei poveri nervi non fossero già stati sufficientemente provati era apparsa Rose e, cosa davvero allarmante si stava dirigendo verso di me.
Avevo solo pochi istanti per reagire e fu così che mi trovai ad appellarmi al mio istinto di sopravvivenza.
"Vado con Molly!" Esclamai mentre mi alzavo di scatto dalla sedia, era stato per caso che, con la coda dell'occhio, avevo visto Molly alzarsi dal suo posto e avevo preso l'occasione al volo.
"Non oserei andare nelle tribune di Tassorosso!" Protesto James.
"Puoi anche colorarmi i capelli di rosso e oro ma non puoi costringermi a tifare per te." Lo rimproverai nell'allontanarmi a passo svelto e lieta di essere riuscita a sfuggire a Rose. 
 
 
 
*****
 
 
 
La partita di quel giorno era più avvincente di quanto mi aspettassi. Tassorosso era davvero migliorata rispetto alla precedente partita ma, la vera sorpresa, era Roxanne. Da quando lei era entrata in campo il gioco di Dominique e Fred era di molto migliorato. Non credevo sapesse giocare così bene.
Era stata poi Molly a chiarire tutto: il fatto che Roxanne non fosse entrata subito nella squadra non era dovuto a mancanza di abilità, semplicemente Roxy trovava gli allenamenti troppo noiosi.
Lascia saettare liberamente lo sguardo sul campo da gioco ignorando gli sguardi perplessi di coloro che probabilmente si chiedevano se, a giudicare dalla sciarpa che mi avvolgeva il collo, avessi sbagliato tribuna.
Quel giorno Grifondoro era in ottima forma, James era in ottima forma.
"Sarei curiosa di sapere cosa tu stia aspettando ad andare nella tribuna di Grifondoro. Direi che hai tenuto sufficientemente sulla corda mio cugino." Mormorò distrattamente Molly facendomi trasalire.
Probabilmente, se James avesse evitato di incollarmi quella dannata sciarpa addosso, alla fine, avrei deciso di fare il tifo per lui. Certo, stare a stretto contatto con tutti quei Grifondoro non sarebbe stato divertente, ma lo avrei comunque fatto, invece lui non mi aveva chiesto di stare dalla sua parte, aveva preferito cercare di manipolarmi affinché facessi ciò che voleva e questo mi aveva portata ad impuntarmi e a decidere di schierarmi contro di lui per puro principio. Forse era infantile ma non riuscivo a farne a meno.
"Avrebbe potuto chiedere il mio appoggio al posto di fare l'idiota." Mi lamentai.
"Andiamo! È di James che stiamo parlando! Il fatto che il suo atteggiamento sia di molto migliorato non cambia il fatto che in fondo in fondo sia un idiota! E poi a volte non è facile esprimere apertamente i propri sentimenti." Disse tranquillamente Molly.
Fu a quel punto che compresi quanto fossi stupida. Fino ad allora avevo dato per scontato che per James fosse facile dar voce ai propri pensieri e non avevo capito che lui stava facendo tutto questo per me, stava semplicemente facendo ciò che io ero troppo spaventata per fare e stava lottando per conquistare il mio cuore mentre io ero troppo vigliacca per ammettere la semplice verità ovvero che il mio cuore era già suo.
"Devo andare..." farfugliai nel congedarmi sbrigativamente da Molly.
Glie lo avrei detto, quando fosse finita la partita gli avrei detto che lo amavo.
Con questo pensiero nella mente e uno stupido sorriso sulla faccia iniziai a scendere le gradinate diretta alla tribuna di Grifondoro. Improvvisamente non mi importava più nulla della partita, improvvisamente non mi importava più della vittoria o della sconfitta.
"Ecco la mia cospiratrice preferita!" Esclamò Scorpius facendomi sobbalzare, assieme a lui c'era Rose ed i due si stavano dirigendo in quell'attimo verso la tribuna di Tassorosso.
Probabilmente quella stessa mattina incontrarli mi avrebbe preoccupata ma non in quel momento,  in quel momento era tutto perfetto.
E poi quell'istante di pura perfezione si era infranto per sempre.
Erano bastate pochissime parole: "James Potter sembra aver perso il controllo della scopa." Mi erano bastati pochissimi istanti per capire ma, allo stesso tempo, mi era bastato altrettanto poco per comprendere che sarebbe stato tutto inutile.
"Stanno facendo il malocchio alla scopa!" Iniziai ad urlare spaventata col solo risultato di far dilagare il panico ancor di più.
Inizia a guardarmi furiosamente attorno senza riuscire ad individuare alcun colpevole, la paura che mi attanagliava il petto.
E poi James era caduto dalla scopa ed aveva iniziato a precipitare inesorabilmente verso il suolo ed io mi ero precipitata giù dagli spalti come illudendomi di arrivare in tempo per poter fare qualcosa mentre  speravo di non udire quello schianto tremendo ed agghiacciante.
Poi, all'improvviso mi ero ritrovata accanto a James.
Non sapevo come fossi arrivata li, sapevo solo che eravamo entrambi riversi a terra e che lo stringevo a me.
Probabilmente ero troppo sotto shock per comprendere cosa stessi facendo o cosa mi stesse accadendo attorno.
Sapevo solo che ora tutto mi sembrava così stupido, avevo tenuto il muso a James per una stupida sciarpa ed ora era troppo tardi.
E, una delle ultime cose che gli avevo detto quel giorno, era stata: "ti auguro di cadere dalla scopa".
Queste erano state le mie ultime parole ed ora era troppo tardi.  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo dell'autrice
Salve a tutti! Ecco qui il nuovo capitolo, per ultimarlo ci ho impiegato un po' più di una settimana ma, in compenso, è un po' più lungo del solito.
Vi informo inoltre che, da ora in poi, l'aggiornamento tornerà ad essere all'incirca ogni due settimane (giorno in più giorno in meno) per permettermi di portare avanti anche l'altra long che sto scrivendo.
 
Ringrazio Felice e Smaels che hanno aggiunto questa storia alle preferite e Azar che l'ha aggiunta alle seguite.
Ci tengo inoltre a ringraziare Felice che, pur avendo da poco scoperto questa storia, ha già recensito ben tre capitoli.
Ringrazio poi emalwaysreal, Keira Lestrange e eliseCS che, nonostante abbia lasciato passare così tanto tempo prima di aggiornare, hanno subito provveduto a recensire il nuovo capitolo. Mi ha fatto piacere vedere che non avete dimenticato questa storia.
 
Grazie a tutti.
Astrea
 
P.S il titolo di questo capitolo è tratto dal testo della canzone Ironic di Alanis Morissette.
  
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