Libri > Divergent
Segui la storia  |       
Autore: Fiamma Erin Gaunt    16/03/2015    4 recensioni
[POV ERIC; Fiamma/Eric; Ambientazione: Divergent/Insurgent]
Dicono alcuni che finirà nel fuoco il mondo, altri nel ghiaccio. Del desiderio ho gustato quel poco che mi fa scegliere il fuoco. Ma se dovesse due volte finire, so pure cos’è odiare. E per la distruzione posso dire che anche il ghiaccio é terribile e può bastare.
*
Dal testo:
- Eric, apri la porta! Apri subito questa dannata porta! –
Appoggiai la schiena alla parete lignea. Non volevo che le iniettassero il siero, ma Jeanine non aveva voluto saperne. Solo i Capofazione potevano esserne esentati e considerava Fiamma una ribelle, proprio quel genere di persona che nella sua visione dell’organizzazione umana era da eliminare perché ritenuta pericolosa.
Così l’unica cosa che mi era venuta in mente era stata quella di chiuderla nel nostro appartamento.
Non una bella mossa, specialmente perché in quelle ultime settimane le cose tra di noi non erano andate affatto bene.
Sospirai, sentendola prendere a pugni la porta.
Un’imprecazione colorita e diretta al sottoscritto abbandonò le sue labbra mentre continuava a colpire il legno. Non si sarebbe arresa, indipendentemente da quanto fossero inutili i suoi sforzi.
Non diedi peso alle sue parole: l’importante era che fosse al sicuro.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eric, Jeanine Matthews, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 2

 

 

Erano passati due giorni dal mio incontro con Jeanine e, mentre facevo la fila davanti al buffet della colazione, ripensai alla mia scelta. Non ne avevo parlato con Fiamma, un po’ perché sapevo che la sua risposta non mi sarebbe piaciuta e un po’ perché non avevo voglia di discutere anche con lei. Era bastata la reazione di Richard che, sebbene non avesse aperto bocca, mi era girato al largo per tutte e quarantotto le ore che la Capofazione Erudita mi aveva dato a disposizione.

Non avevo mai fatto caso prima d’ora a quanto fosse diventato parte integrante della mia vita, ma quella lontananza forzata mi aveva fatto capire cosa significasse davvero la nozione di “migliore amico”.

Mi servii una generosa porzione di uova strapazzate e bacon e presi posto accanto a lui. Piluccava il cibo svogliatamente, cosa strana per uno che solitamente divorava qualsiasi cosa trovasse a portata di mano, e stava chiaramente fissando un punto imprecisato del tavolo per non essere obbligato a guardarmi.

- Mi stai evitando. E non provare a negarlo, sai, sono piuttosto intelligente – esordii.

In condizioni normali Richard avrebbe sfoggiato uno di quei sorrisetti ironici e avrebbe fatto una battuta sugli Eruditi e il loro acume, ma non diede segno di avermi sentito.

- Rich … - iniziai.

Detestavo il tono con cui avevo pronunciato il suo nome, sembrava una disperata richiesta d’attenzioni, quasi una supplica.

E io non supplicavo … mai.

Però ottenni l’effetto desiderato perché gli occhi color mogano di Richard abbandonarono l’attenta analisi del tavolo e si puntarono nei miei.

- Credevo che non avrei mai visto il giorno in cui il grande mr pezzo di ghiaccio si abbassa a pregare qualcuno. –

C’era appena una punta di sarcasmo nella sua voce; non la quantità con cui solitamente mi avrebbe sbeffeggiato, ma era pur sempre meglio di niente.

- Non ti stavo pregando, tanto per essere chiari, ma questo silenzio radio cominciava a spazientirmi – ammisi.

Questa volta ottenni un vero sorriso.

- Sì, devo proprio esserti mancato, stai cominciando a parlare come me. –

- Allora saprai che sono davvero in grossi guai, il mio incredibile intelletto si sta annullando sotto il peso della tua eredità da Candido. –

- Che? – dimmo all’unisono, scoppiando a ridere.

- Come non detto, neanche io ho idea di quello che mi è uscito dalla bocca – confessai.

- Bene, perché qualunque cosa fosse non aveva affatto senso. –

Richard mi rivolse una delle sue occhiate sornione, sempre pronte a prendere in giro chiunque si trovasse davanti.

Sì, le cose tra di noi erano finalmente tornate alla normalità.

- Quindi a che ora hai appuntamento con Crudelia? – chiese, tra un boccone e l’altro di uova. Il suo appetito sembrava aver ripreso vigore di pari passo con il suo umore.

- Per le dieci e mezza; spero che finisca presto. –

Annuì, gemendo solidale. – A Crudelia piace un sacco stare a sentire il suono della propria voce. –

Il fatto che un narcisista egocentrico come lui accusasse qualcun altro di fare altrettanto era a dir poco ridicolo.

- Senti da che pulpito. –

- Ehy, ascoltarmi parlare è uno dei piaceri della mia vita. –

Ecco, appunto.

Avevo già detto che il mio migliore amico era patologicamente senza speranze?

- A Fiamma l’hai detto? – chiese a bruciapelo.

Improvvisamente un’ondata di nausea mi attanagliò lo stomaco. Spinsi via il piatto, la fame mi era completamente passata.

- No, non ne sa nulla. –

Richard emise un fischio flebile. – Ahia, s’incazzerà, soprattutto se non sarai tornato alla Residenza quando tutti gli iniziati avranno fatto il loro ingresso. –

Già, era il giorno della Scelta.

Me ne ero completamente dimenticato. Fortunatamente quell’anno sarebbe toccato a Max accogliere gli iniziati sul tetto e avrei potuto evitare quella tortura; non ero un baby sitter, malgrado spesso e volentieri Max finisse con il dimenticarsene.

Come se avesse letto nei miei pensieri, scosse la testa: - Ti copro io se tardi. Ma ti avverto: se Fiamma comincia a torturarmi psicologicamente ti abbandonerò al tuo amaro destino. –

Che cuor di leone.

Sul serio, era commovente sapere quanto non si sarebbe impegnato nel salvarmi da un brutale omicidio a opera della mia fidanzata.

Perché Fiamma inspiegabilmente non aveva alcun problema nel fare da baby sitter ai due gemelli demoniaci, meglio conosciuti come i figli di Max, ma non sopportava l’idea di doversi occupare di un gruppetto di sedicenni.

Sospirai.

- Tornerò il prima possibile, non è che muoia dalla voglia di stare in mezzo a quelli, sai. –

- E perché? Una bella mattinata in mezzo ai Lassi, non sai quanto t’invidio – rise, utilizzando il nomignolo dispregiativo che gli Intrepidi avevano attribuito agli Eruditi.

Non dissi nulla, limitando a far parlare il mio sguardo. Sapevo come dovevo apparire: truce e rassegnato a camminare verso il patibolo. Una forca bianca e blu con terribili occhiali da vista squadrati e molto antiestetici.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

Vidi una sagoma precipitare verso la rete di sicurezza; i miei occhi m’ingannavano oppure si trattava davvero di un’iniziata vestita di grigio? In tutta la mia vita avevo visto solo due Rigidi saltare giù da quel tetto, uno dei quali l’avrei strangolato a mani nude con somma gioia. Era una ragazzetta bionda con grandi occhi grigio azzurri e un fisico gracile. Aveva il fiato mozzato, probabilmente a causa dell’impatto e dell’adrenalina ancora in circolo, e guardava Quattro come se non avesse mai visto un ragazzo prima d’ora.

- Non ci posso credere! Una Rigida che salta per prima? Non potevo perdermela. –

La voce di Fiamma giunge alta e cristallina tra il borbottio di chi è abbastanza vicino alla rete per notare l’abbigliamento dell’iniziata.

- C’è un motivo se se n’è andata. –

Quattro sembra quasi divertito mentre le risponde e se potessi guardarlo negli occhi ne avrei la conferma. Non mi capita spesso di vederlo sorridere, se non quando Fiamma interviene durante i nostri battibecchi e mi intima di smettere d’importunarlo. Il fatto che quei due siano grandi amici non mi è mai andato giù.

Ma non sono geloso, insomma Quattro é così Rigido che al confronto un muro di cemento armato é soffice e delicato come un gattino, anche se non sono mai riuscito a capire come due persone tanto diverse possano andare d’accordo.

- Dai l’annuncio, Quattro – dice allegra.

Ecco, Eaton é una delle poche persone sulla faccia della terra che non sia mai riuscito a farla arrabbiare a quanto ne so. Mentre io … beh, credo di detenere ormai una specie di record; sono un vero esperto nel farle perdere le staffe e la cosa mi diverte parecchio. La trovo sexy e decisamente eccitante mentre mi urla contro.

Ho una sfera sessuale alquanto disturbata, ne sono consapevole.

- Prima a saltare: Tris. –

Rimango immobile mentre il resto dei presenti l’acclama a gran voce. Non mi presto a scenette da adolescente isterico come quelle. Ho una certa reputazione da mantenere io.

La seconda a rimbalzare sulla rete é una Candida dai capelli rossi come le fiamme crepitanti di un caminetto e gli occhi dello stesso verde delle fronde degli alberi nei boschi.

Raggiunge la Rigida e da come si danno di gomito capisco che hanno già avuto modo di fare conoscenza durante il viaggio in treno.

Seguono un altro Candido, un Erudito che mi ricorda tremendamente me stesso in una versione bionda e dagli occhi blu, e l’ennesima Candida.

Oh, accidenti, ma quanti ce ne sono quest’anno?

Li conto velocemente: undici trasfazione e dieci interni. Ventuno, di cui solo dieci otterranno un posto nella Fazione.

Dal canto mio so già su chi puntare: Edward, la mia versione sbiadita da sedicenne, Peter, che per qualche strano motivo mi fa pensare che abbia la stoffa giusta per farsi strada qui dentro, e la Candida rossa di nome Riley, ha una scintilla battagliera negli occhi che mi ricorda Fiamma. Tra gli interni Uriah e Lynn dovrebbero avere gioco facile nell’ottenere un buon piazzamento, li ho osservati spesso durante i loro allenamenti.

Degli altri cinque posti rimasti non m’interessa; difficilmente sbaglio nel valutare un iniziato e nessuno degli altri mi ha colpito in alcun modo.

Li lascio proprio mentre Quattro e Fiamma cominciano la loro visita guidata per il quartier generale. Una parte di me, quella sadica, vorrebbe essere presente nel momento in cui quei ragazzini vedranno per la prima volta la camerata. Per non parlare poi dei bagni … solo quelli sono tranquillamente capaci di spegnere qualsiasi entusiasmo.

Decido di farmi una doccia prima di andare a cena. Voglio togliermi di dosso la sgradevole sensazione di avere un odore da Erudito.

Lo so che é una cosa davvero stupida, ma non posso fare a meno di pensare che stare un paio d’ore nel loro quartier generale possa avermi attaccato qualche strana influenza da Lasso. Provo ad immaginarmi con un paio di quegli orrendi occhiali. Rabbrividisco; no, decisamente non fa per me.

Venti minuti più tardi mi sento nuovamente “Eric il Capofazione duro a morire” e sono pronto per fare il mio ingresso in mensa.

La prima impressione é quella che conta e perciò é fondamentale che gli iniziati siano intimoriti da me fin da subito. Indosso la mia migliore espressione gelida e cammino a passi decisi tra i tavoli.

Con la coda dell’occhio noto che Quattro é seduto insieme ai trasfazione e che Fiamma si é appena alzata per raggiungermi.

Spero solo che non abbia saputo dove sono stato, confido che Richard abbia mantenuto la promessa di coprirmi.

- Ehy – dice con un sorriso.

Non sembra arrabbiata, quindi non ne sa nulla.

- Ehy – replico, lasciando che la mia mano trovi automaticamente la sua e l’attiri verso di me. Poso le mani sui suoi fianchi, scostando di poco la maglietta affinchè i miei polpastrelli possano sfiorare quella delicata pelle alabastrina.

Disegno lenti ghirigori ghignando compiaciuto quando la sento fremere sotto il mio tocco. Adoro il modo in cui il suo corpo risponde al mio. Sembrano essere stati creati per essere fusi insieme.

- Max ti ha tenuto impegnato per molto? –

Scuoto leggermente la testa in segno di diniego.

- Un paio d’ore, ma sono arrivato in tempo per assistere al salto. –

Arriccia appena il labbro inferiore, in quel broncio sexy che mi fa venire voglia di sbatterla al muro e strapparle i vestiti di dosso.

Mi sforzo di trattenermi, non vorrei traumatizzare le fragili menti di quei sedicenni.

Poi le mie dita s’intrecciano alle sue e mi ritrovo a seguirla docilmente verso il tavolo di Quattro. E tanti saluti all’idea del Capofazione forte e sicuro di sé, borbottò tra me e me.

Mi lascio cadere accanto al Rigido senza un cenno di saluto né a lui né alle iniziate.

- Oh oh, una Rigida – esclamo, beffardo, come se mi fossi accorto solo in quel momento della sua presenza.

- Si chiama Tris – precisa Fiamma, punzecchiandomi un braccio con la forchetta. Ho come la brutta sensazione che la trovi simpatica. E io non posso sopportare la vicinanza di un’altra Rigida. No, non un’altra volta. Comunque le rivolgo un’occhiata divertita: - Ma davvero? Allora presentamele. –

- Tris, Christina e Riley – riepiloga, partendo dalla Rigida per finire con la rossa.

Sì, sembra che le ragazze le siano davvero simpatiche e di tanto in tanto lancia delle occhiate strane a Quattro. Ha sicuramente qualcosa in mente, ma decido che me ne farò parlare più tardi. Possibilmente dopo averla spogliata e aver toccato abbondantemente ogni centimetro di quel corpo tonico.

Comunque la vicinanza di Eaton può sempre tornarmi utile in quel momento.

Tamburello con le dita sul tavolo, prendendo tempo. – Che hai fatto di recente? –

Probabilmente a chiunque non ci conosca potrebbe sembrare una domanda innocua e amichevole, ma Fiamma sa bene come stanno le cose tra noi due e drizza le orecchie all’istante.

- Niente di che. –

- Max mi ha detto che voleva parlarti, ma che non ti sei fatto vedere. Mi ha chiesto di scoprire cosa succede – lo informo.

Non sembra molto contento.

Non che la felicità del Rigido sia una delle mie preoccupazioni, ovviamente.

- Digli solo che sono contento di ciò che faccio. –

Mi ha preso per una specie di fattorino porta messaggi? Ho fatto ciò che mi chiedeva Max perché lui é al vertice della gerarchia di comando, ma non ho alcuna intenzione di estendere il favore a lui.

- Quindi vuole offrirti un lavoro – mi limito a rispondere, assottigliando lo sguardo.

Sembra proprio che i miei sospetti siano appena stati confermati.

- Così pare. –

- E a te non interessa. –

- È da due anni che non mi interessa – chiarisce.

Bene, spero davvero per la sua salute fisica e mentale che non cambi idea. Sarebbe seccante dover farlo fuori, perché Fiamma mi terrebbe il muso a oltranza se sapesse che sono implicato nel brutale omicidio del suo migliore amico. Se devo essere sincero questa é l’unica cosa che mi frena.

- Bene, speriamo che lo capisca – decreto, alzandomi dal tavolo.

Per una sola sera ho fatto il pieno di Eaton che il mio autocontrollo é in grado di sopportare. Lancio un’occhiata interrogativa a Fiamma, che scuote la testa lasciando ondeggiare le lunghe onde corvine lungo la schiena.

- Rimango a mangiare qui, devo parlare con Quattro. –

Annuisco.

Non sono uno di quei fidanzati sdolcinati e appiccicosi che devono stare perennemente appiccicati alla propria ragazza. Abitiamo nello stesso appartamento, posso tranquillamente passare una mezz’ora di tempo senza di lei. Specialmente perché Richard si è già voltato verso di me e ha alzato una mano per attirare la mia attenzione.

Sta mangiando al tavolo con Reaper e Bas e in condizioni normali non mi unirei a loro neanche morto, ma la curiosità ha la meglio.

- Che ci fai con questi? – chiedo sottovoce, sedendogli accanto.

- Organizziamo la serata d’apertura dell’iniziazione per domani sera. –

Adesso mi é tutto più chiaro. Richard si unisce a loro solo quando si tratta di fare baldoria. Dal canto mio non sono mai stato un amante delle feste, ma stare sotto le stelle a farmi un goccetto non mi dispiace affatto.

Ascolto distrattamente i loro programmi per tutta la durata della cena e poi raggiungo l’appartamento.

Sono così stanco che sono certo di crollare non appena toccherò il letto, ma cambio idea non appena la vedo sdraiata sul copriletto.

I capelli neri creano un contrasto seducente con il color borgogna del letto sotto di lei. Ha tra le mani un bicchiere pieno a metà di liquido ambrato e lo sorseggia piano mentre sfoglia pigramente un libro.

Il fatto che trovi sexy una ragazza mezza nuda intenta a leggere mentre beve del bourbon lascia intendere che ci sia ancora qualcosa di Erudito in me. Alza lo sguardo su di me, sorridendo sorniona.

- Hai intenzione di rimanere fermo lì ancora per molto oppure mi fai compagnia? –

Ho una vaga idea di quanto frastornato devo apparirle. Tuttavia quella domanda maliziosa risveglia il mio istinto da predatore e mi avvicino a passi lenti e studiati verso il letto. Lei gattona verso il bordo con sensualità, afferrando il bavero della mia giacca e trascinandomi giù con lei. La bacio con passione, assaporando il retrogusto deciso del bourbon. Sotto all’alcool però si percepisce ancora in modo abbastanza chiaro il sapore delle sue labbra.

Sono passati ben due giorni dall’ultima volta in cui le sono stato così vicino e ho potuto privarla di ogni più piccola traccia di indumenti e in tutto quel tempo il pensiero del suo corpo nudo premuto contro il mio mi ha tormentato.

Percorro ogni centimetro di quella pelle pallida e perfetta con le mani, le labbra, la lingua e i denti finchè non mi fermo tra le sue gambe e la porto velocemente all’apice dell’orgasmo. Soddisfatto, affondo in lei. Un centimetro alla volta, con esasperante lentezza. È di sicuro la tortura più piacevole che esista, penso mentre la guardo dimenarsi sotto di me e artigliarmi le spalle come a spingermi a sbrigarmi nel farla del tutto mia.

E obbedisco, perché sono incapace di rifiutarle qualsiasi cosa quando mi guarda con quello sguardo colmo di desiderio … specialmente se si tratta di questo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Eccoci con il nuovo capitolo (più o meno a tempo di record). Spero che vi piaccia e che vogliate farmi sapere che ne pensate. Alla prossima.

Baci baci,

Fiamma Erin Gaunt

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Divergent / Vai alla pagina dell'autore: Fiamma Erin Gaunt