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Autore: Kary91    19/03/2015    6 recensioni
[One-Shot|Rory/Prim|Missing Moment "Catching Fire"]
“Fa più male, qui?” mormorò Prim, sfiorandogli il viso.
Rory si strinse nelle spalle.
“Abbastanza” ammise, avvertendo un fiotto di vergogna al suono di quella parola. Guardò la ragazza negli occhi e sorrise, lottando con il desiderio di ricambiare il tocco appena accennato sulla suo volto. Prim ricambiò il sorriso e quel gesto mescolò nella mente del ragazzo una serie di parole sconnesse, che lentamente trovarono un loro ordine. Le pensò soltanto, promettendo a se stesso di non lasciarsele sfuggire, per non rovinare quel momento.
Forse, se mi baci, il dolore sparirà.
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Primrose Everdeen, Rory Hawthorne
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Di Re Rossi e Brutti Anatroccoli; '
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Premessa. Questa storia è parte della serieDi Re Rossi e Brutti Anatroccoli”, dedicata al rapporto fra Rory e Prim. La storia è stata scritta utilizzando il prompt “Rory/Prim – “Forse se mi baci il dolore sparirà”, proposto da Giraffetta. La one-shot partecipa anche alla challenge “30 modi di amare, più qualche delizia” con il  prompt “carezza sulla guancia” e alla challenge di Fan Fiction challengers con il prompt “Occhio nero”.

 

Se mi baci il dolore sparirà.

4

 

“Che ti è successo?”

Prim si spostò dall’uscio per permettere a Rory di entrare in casa. Il ragazzo rabbrividì, sfregandosi le mani intirizzite dal freddo. Aveva i capelli umidi, cosparsi di fiocchi di neve, e le spalle rigide per difendersi dal vento, ma non era stato quello a destare la preoccupazione della giovane. L’amico aveva dei graffi sul volto, una guancia gonfia e un principio di livido bluastro sotto l’occhio.

“Hai fatto a botte?” chiese ancora la ragazza, mentre Rory prendeva posto sulla sedia di fronte al camino. Il giovane allungò le mani per scaldarsi e, lentamente, incominciò ad apparire meno rigido.

“Stupidi bottegai…” borbottò infine, spazzolandosi i capelli con le dita. Prim notò che aveva difficoltà a parlare, per via dello zigomo gonfio. “ … La prossima volta li faccio tornare a casa con il naso al contrario, te lo dico io.”

“Con chi ce l’hai?” chiese la ragazza, sedendosi di fianco a lui.

Rory sbuffò.

“Scott Trennen” biascicò, facendo una smorfia. Se per il fastidio provato al solo pronunciare quel nome o per via del male al volto, Prim non riuscì a capirlo. “Sono giorni che mi sta alla larga come se fossi un appestato. La sua famiglia era l’unica che ancora ci portava la biancheria da lavare, ma oggi Trennen è venuto a dirmi che hanno cambiato idea. Ha detto che mia madre non faceva bene il lavoro e che molti vestiti rimanevano macchiati. Come se ci volesse una scienza per sciacquare le sue fottute mutande sporche!”

“E avete fatto a botte per questo?” domandò ancora la ragazza, scuotendo la testa.

Rory le scoccò un’occhiata incredula.

“Ha offeso mia madre!” sbraitò, alzandosi in piedi. Il movimento brusco gli provocò una fitta di dolore alla guancia e il ragazzo fece un’altra smorfia. “Come se non sapessi che le loro sono tutte balle. Nessuno vuole più avere a che fare con noi per via di quello che è successo a Gale.”

“Sono spaventati, Rory” intervenne la ragazza, scostandogli i capelli dal volto per studiare i graffi dell’amico.

“E noi non lo siamo, scusa?” sbottò il ragazzo. “Mio fratello è quasi morto! L’hanno legato a un palo e l’hanno preso a frustate. Mia madre ha perso il lavoro, io ho preso le tessere e i miei fratelli si ammalano di continuo. Siamo noi che dovremmo avere paura.”

Smise di parlare, quando si accorse che la rabbia nella sua voce sembrava sul punto di trasformarsi in qualcos’altro. La collera lasciò il posto ad un improvviso senso di impotenza che gli schiacciò il petto, spingendolo ad abbandonarsi allo schienale della sedia. Tutto a un tratto si sentiva stanco, stanco e smarrito.

Prim, che se ne accorse, gli rivolse un sorriso rassicurante.

“Katniss ha messo una buona parola con Haymitch” rivelò poi. “Hazelle potrebbe occuparsi della sua casa e di fare la spesa per lui. Guadagnerebbe di più rispetto a un tempo. E ti assicuro che non c’è persona in questo distretto che abbia bisogno di una governante più di Haymitch.”

L’avvilimento nello sguardo di Rory si ridusse. Sorrise riconoscente alla ragazza, bloccandosi quando una fitta di dolore gli attraversò il volto.

“Non è solo per i soldi” mormorò infine, tornando a ravviarsi i capelli umidi. “È il modo in cui la gente ci guarda e ci evita: non siamo dei lebbrosi. Non è colpa di mio fratello, se loro sono dei caga-sotto e lui no.”

“Questo lo capisco” ammise la ragazza. “Anche a me danno fastidio quelle occhiate; certe volte mi sento come se le persone mi stessero studiando, magari per capire se ci sia qualcosa di me che ricorda Katniss o il perché non le somiglio affatto.”

“Tu sei più carina di lei…” osservò improvvisamente il ragazzo.

Prim gli rivolse un’occhiata sorpresa.

“Senza offesa!” si affrettò ad aggiungere Rory, avvampando una seconda volta. “Cioè, non è che Katniss sia brutta, è solo che…”

“… è solo che Prim ha quattro lettere[1]” lo prese in giro la giovane, per bloccare il momento di imbarazzo. Sorrise divertita, e Rory le rivolse un’occhiataccia, intuendo il motivo di quella reazione.

“Stai guardando le mie orecchie, vero?” borbottò, distogliendo infastidito lo sguardo.

Prim ridacchiò.

“Sono rossissime. Però si intonano alla tua guancia, dai!” osservò, allungando la mano per sfiorargli l’accenno di livido sopra lo zigomo. “Ti verrà un gran bell’occhio nero, lo sai?” aggiunse, mordicchiandosi il labbro nel notare la smorfia di dolore del ragazzo.

Rory sbuffò.

“Mi sono distratto solo due secondi, ma è bastato per farmi conciare per le feste” ammise, faticando a pronunciare le ultime parole.

“Ma come? Non lo sai che la gente del Giacimento deve sempre tenere gli occhi apert[2]i?” lo prese in giro l’amica, dandogli un colpetto sulla spalla.

Rory la guardò storto.

“Devi pure infierire? Mi vergogno già abbastanza così” biascicò, toccandosi uno zigomo. Il dolore gli esplose sotto il polpastrello.

Prim allungò la mano per accarezzargli la guancia. Il giovane si sforzò di restare immobile, per trattenere eventuali smorfie: non voleva che quel contatto cessasse.

“Fa più male, qui?” mormorò a quel punto la ragazza, sfiorandogli il viso con maggiore leggerezza.
Rory si strinse nelle spalle.

“Abbastanza” ammise, avvertendo un fiotto di vergogna al suono di quella parola.

Guardò la ragazza negli occhi e sorrise, lottando con il desiderio di ricambiare il tocco appena accennato sulla suo volto. Prim contraccambiò il sorriso e quel gesto mescolò nella mente del ragazzo una serie di parole sconnesse, che lentamente trovarono un loro ordine, senza tuttavia fuoriuscire dalle labbra di Rory. Le pensò soltanto, promettendo a se stesso di non lasciarsele sfuggire, per non rovinare quel momento.

Forse, se mi baci, il dolore sparirà.

Prim smise di sfiorargli il viso per posargli una mano sulla spalla.

“Vado a prenderti della neve da mettere sulla guancia” disse infine, stringendogliela prima di dargli le spalle per mettersi il cappotto.

Quando fu uscita, Rory raggiunse la finestra per osservarla. Ora che era solo, si sentì libero di poter fare smorfie di dolore senza doversi sforzare di trattenerle per fare bella figura. Appoggiò l’occhio ormai violaceo al vetro e il freddo improvviso lo fece rabbrividire. Tuttavia, nel giro di qualche istante, le fitte al volto sembrarono attenuarsi.

In quel momento Prim intercettò il suo sguardo e sorrise timidamente, prima di tornare a chinarsi sulla neve. Rory ricambiò; la finestra era gelida, eppure si sentiva avvampare.

Il male al volto diminuì ulteriormente, ma il ragazzo non era più poi così sicuro che il merito fosse del vetro freddo a contatto con lo zigomo.

La frase su cui aveva rimuginato poco prima tornò a ronzargli per la testa.

Forse, se mi baci, il dolore sparirà.

 



[1] Nel mio head-canon, Rory (come il padre prima di lui) è ossessionato dal numero quattro e dalle parole di quattro lettere.

[2] Riferimento a “E.Y.E.S. O.P.E.N.” : la frase sugli occhi aperti la diceva spesso mr. Hawthorne a Rory e il ragazzo l’ha adottata un po’ come motto e la infila un po’ ovunque.

   
 
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