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Autore: Flos Ignis    20/03/2015    2 recensioni
Innanzi tutto, bisogna dire che questa storia parla del Destino. Dell'Amore. Della Morte. Dell'Amicizia.
La guerra contro Voldemort è finita, ma sembra che un nuovo male, ancora senza volto e senza nome, minacci di far spargere la Disperazione come un veleno mortifero. Gli eroi che ben conosciamo combatteranno contro di esso, ma la distinzione tra ciò che è giusto e ciò che è facile non è così netta. Forse riusciranno a vincere questa nuova guerra, o forse soccomberanno. La risposta che cercano, la salvezza che anelano, giace in una Verità così antica che la memoria umana non ne conserva più il ricordo.
'Quando il mondo spirerà l'ultimo anelito di vita che gli rimane, l'Ultima chiamerà a raccolta il Potere che da sempre appartiene alle Creature , traendo forza dal Fuoco, dall'Acqua, dalla Terra e dall'Aria. Il Male saprà contrastarla, ed ecco giungere il Destino, il quale plasmerà con le sue mani sè stesso e tutti quanti noi col Giudizio Celeste.
Salve a tutti! Questa è la mia prima fanfiction, confido nella vostra benevolenza e nel vostro aiuto per migliorarmi come scrittrice e persona! Buona lettura, spero! Non fatevi ingannare dall'altisonanza della profezia, riservo allegre e rilassanti sorprese!
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Il trio protagonista, Luna Lovegood, Un po' tutti | Coppie: Draco/Ginny, Harry/Hermione, Luna/Ron
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
Capitoli:
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Note:

Salve gente! No, la vostra vista non vi inganna, sono le solite note di… beh, inizio capitolo in questo caso. Volevo avvisarvi che siccome questa storia non vuole saperne di andare come dico io, si è un po’ dilungata. Nulla di che, solo che invece di un solo capitolo più epilogo come avevo previsto, di capitoli ne sono risultati due.

Ed ecco il perché del mio ritardo. Questo capitolo era talmente lungo che ho deciso di tagliarlo in due, così da renderne più agevole la lettura, ma non temete, lo posterò tra pochi giorni, solo per dare il tempo di notare la presenza di questo.

Iunctura omnibus: latino, letteralmente ‘collegamento con tutti’

Adesso vi lascio alla lettura, senza dilungarmi oltre.

Baci, Flos Ignis


 


 


 


 

La fine di un’Era...


 


 

Devi scegliere da solo, e convivere con la tua scelta fino alla fine dei tuoi giorni.’

Le cronache del Ghiaccio e del Fuoco: il grande inverno”, di George R. R. Martin


 


 

Alla fine non è importante che la felicità sia eterna, è importante che si possa essere felici anche solo per un singolo momento. Perché una volta ogni tanto può capitare che le persone ti sorprendano. Una volta ogni tanto le persone possono toglierti il fiato.


 


 


 

L’aveva già detto che l’empatia prima o poi l’avrebbe ucciso?

No, perché se non era ancora morto, poco ci mancava a suo parere. Gli faceva male ogni terminazione nervosa, ogni cellula del suo corpo urlava straziata e insieme a lui, persino il suo Elemento era in pieno tumulto. Lo percepiva coma avrebbe percepito un braccio… sì, però un braccio che prima era passato sotto uno schiacciasassi e poi triturato dalle fauci di un Mannaro incazzato.

Argh… questa parte del mio potere la eviterei volentieri…’

-Malfuretto, cazzo! Ti degni di rispondermi? Oh, ma ti si sono fritti i due neuroni che ti erano rimasti? Rispondimi!-

Quella era decisamente Ginevra, pochi dubbi in merito. Lei era l’unica a chiamarlo con un nomignolo orribile con un tono così smaccatamente preoccupato, e quindi pieno d’affetto, usandolo tra l’altro in una frase che sembrava l’antifona per una bella ramanzina.

Merlino, come sono complicate le donne…’

Siccome lui però era un tipo furbo, evitò accuratamente di dirle ciò che gli passava per il cervello.

-Rossa, ti prego, non urlare. Ho un esercito di gremlins in testa che prendono a picconate il mio cervello…-

-Già, immaginavo… Hermione mi ha urlato di rinchiuderci in uno scudo immediatamente, cosa ti è successo?-

-McGranitt morta, empatia; in sintesi mi hanno sbarellato tutte le emozioni negative della gente intorno a me-

La vide serrare con forza le labbra per trattenere le lacrime. Era coraggiosa, la sua Weasley. Quando parlò, il tono non era molto saldo, ma gli occhi erano asciutti.

-Lo capisco… ma non è la prima volta che ci troviamo in mezzo a queste situazioni, e il tuo potere non ti ha mai fatto andare fuori di testa in questo modo…-

-Perché, che ho fatto?-

-Sei caduto a terra come una pera cotta, Malfoy. E hai pianto e urlato come un bambino-

Le parole non erano proprio gentili, ma sentiva che lo stava facendo per distrarlo e alleggerire una situazione del cazzo da record, quindi non se la prese, anzi: intrecciò le mani alle sue, e le appoggiò la fronte sul petto. Non sapeva se era per via del suo Elemento, ma lei aveva sempre la pelle piacevolmente calda. Per come si sentiva in quel momento, dolorante, rigido come un pezzo di ghiaccio e con una temperatura corporea pari ad esso, era la sensazione migliore del mondo.

-Questa volta il dolore era anche il mio. Se provo la stessa cosa di chi mi sta intorno, vado in risonanza e la mia percezione aumenta in modo esponenziale. E in quel momento anche voi ragazze avete abbassato gli scudi: al dolore si è aggiunto il senso di colpa e di impotenza… ed erano così acuti che ho avuto il colpo di grazia-

-Mi dispiace tanto… io lo sapevo, l’avevo visto. Ma non ho potuto fare proprio niente. Nulla che non facesse ancora più danni, a sentire Hermione.-

-Non devi sentirti in colpa. Io ho sentito cosa provava la professoressa mentre moriva… e posso assicurarti che non ho provato nulla di spiacevole. Forse solo un po’ di nostalgia, ma era felice di quello che ha fatto nel corso della sua vita e di come l’ha vissuta-

-Ne sono consapevole. Tra l’altro… non mi pare giusto che il dolore che proviamo offuschi l’eroismo e il coraggio che ha dimostrato. Ma fa male, Draco.-

-Lo so.- Non c’era altro da dire.


 

-Ron, cosa c’è?-

-Luna… non lo so, ma… la Terra è in fermento. La sento vibrare, ma non è un terremoto. Credo che stia succedendo qualcosa a livello magico. Lo scudo di Ginny però mi sta dando problemi di… ricezione.-

-Hermione ha detto che non dobbiamo uscire. Se lo facessimo, Draco potrebbe impazzire, e così come siamo le saremmo solo d’intralcio-

-Ma Harry è là fuori! Mi sento inutile rinchiuso qua dentro. Non poter aiutare i miei migliori amici e stare a guardare è frustrante-

-Lo so, mi sento così anch’io. Ma dobbiamo avere fiducia in lei. In loro. Sono certa che saremo più utili dopo aver ripreso fiato e controllo. Ed Harry… sinceramente, l’hai mai visto obbedire ad un ordine, se il suo istinto lo porta a fare tutt’altro?-

-Immagino tu abbia ragione. Miseriaccia, dovrei essere lì con loro…-

Luna vide Ron premere forte con i palmi contro lo scudo emisferico che Ginevra aveva eretto attorno a loro. Senza il suo consenso sarebbe stato impossibile romperlo, specialmente nelle loro condizioni.

Luna però la sapeva più lunga di provare a romperlo facendo forza, e quindi fermò Ron prendendogli le mani e chiudendole tra le sue.

Se non poteva essere utile a Hermione, almeno poteva rendersi utile accelerando il già rapido processo di recupero energie dei suoi amici.

-Dobbiamo tutti pazientare.- Luna alzò la voce, includendo nella conversazione anche il fratello e l’amica. –Non dobbiamo lasciare che i nargilli nidifichino sulle nostre teste. Fidiamoci di Hermione ed Harry, come abbiamo sempre fatto. Al momento giusto, dovremo fare anche noi la nostra parte. Non è vero… Veggente del Fuoco?-

I due ragazzi si guardarono tra loro, voltandosi poi verso la rossa grifondoro. Non si erano accorti della sua trance da visione.

Che stesse cercando tra le pieghe del futuro la fine dell’Era del Destino e delle sue Creature?

Sì.


 

Ronald non era l’unico ad aver percepito la terra tremare, ma a sua differenza, i due nemici mortali sapevano perfettamente cosa stesse succedendo.

Il Bozzolo Magico stava collassando.

Per i maghi comuni, non era decisamente una buona notizia. I suoi poteri e quelli dei suoi amici avrebbero resistito, attingendo direttamente dalla natura, ma tutti gli altri….

Non poteva permetterlo. Aveva già deciso di dare il tutto per tutto, e stava raccogliendo le forza per il colpo finale, il suo incantesimo ultimo, il suo canto del cigno. Come il ticchettio di un orologio che scandiva ogni secondo che passava lasciando dietro di sé solo un eco di ansia e aspettativa, Hermione sentiva il tempo della sua vita scivolarle via dalle mani. Il suo appuntamento con la morte non avrebbe tardato ancora a lungo.

Ma prima di spirare, avrebbe mandato all’inferno quel figlio di puttana a suon di fulmini. Morgana, quanto era ironico che proprio lei tra tutte le sue sorelle avesse come Elemento personale proprio la saetta.

Voltandosi alla sua destra, come si aspettava vide Harry, intento a proteggerla come il perfetto cavalier servente che era; faceva la sua splendida figura anche tutto sudato, pallido e con i capelli impazziti, ma con gli occhi verdi che erano davvero smeraldi liquidi come tempo prima aveva romanticamente pensato… e brillavano.

Aspetta, time-out. Perché l’iride di Harry brilla e il verde… si muove? Scherziamo?’

Non era una sua impressione dovuta al sole nascente. Lui era sempre lo stesso, nulla dava ad intendere che fosse cambiato. Raffigurava semplicemente l’immagine della furia divina in terra, con gli occhi che sembravano due Avada.

Quella distrazione le sarebbe costata cara, se non fosse stato proprio per il soggetto del suo interesse, che la spintonò via finendo sulla linea di tiro di una Maledizione Tagliuzzante.

Il momento di sorpresa era finito. Nulla le era più sacro di quel ragazzo che ora gemeva di dolore, steso a terra, con il sangue che gli colava sul viso e gli imbrattava i vestiti. I suoi occhi ora erano semichiusi, e due lame di luce verde si intravedevano, ancora brillanti di magia e determinazione.

Basta. Basta sangue, basta ferite, basta dolore, basta odio. Solo, basta.

-Stai indietro, Harry. Questa storia finirà adesso. Ti ringrazio per tutto, sei stato il migliore amico che potessi desiderare, e l’uomo migliore di cui mi potessi innamorare. Addio, amore mio-

-Fermati, cosa…?-

Clock. L’orologio si era fermato, risuonando il suo ultimo rintocco. Era arrivata l’ora del suo appuntamento. La Morte non era un ospite paziente, era meglio non farla aspettare, aveva due vite da reclamare.

Ancora due, SOLO due. Non avrai più nessun altro sacrificio per aprire le porte al mondo che sta per nascere.



 

-Lils, respira piano, così. Brava… continua a respirare.-

-Sev… Harry è…-

-No. È ferito, ma è vivo. Ha nove vite come i gatti, non muore nemmeno se lo ammazzi. Parlo con cognizione di causa-

-Divertente... per l’amore del cielo Severus, non… l’ho visto cadere a terra dopo una Maledizione che è fatta per tagliarti a fettine!-

-Si sa difendere, lo sai, e con lui c’è la Granger. Non morirà, finchè lei sarà viva-

-Ho paura… sento la magia fare le bizze, ed ho un terribile presentimento se penso ad Harry-

-Dobbiamo avere fede nell’amore di quei due ragazzi. Fa miracoli quel sentimento, e tu e tuo figlio ne siete la prova vivente-

-Ti prego… stammi vicino-

-Ho mai fatto altro nella vita?-

Le strinse la mano, coprendola del tutto con la sua, e con l’altra andò a circondarle le spalle. Lily si sentì protetta in quello strano intreccio, e riuscì di nuovo a trovare in sé – no, in loro, perché era vero che non era mai stata sola – la forza per alzare lo sguardo e puntarlo oltre il giorno che stava spuntando.

Guardava alla notte che sarebbe venuta, Lily. Nella stoltezza della gioventù, aveva ripudiato il Buio, credendo che solo nella Luce del giorno avrebbe trovato gioia e vita. Ma ora attendeva con ansia la notte che giungendo avrebbe portato la quiete e il riposo, il silenzio e i segreti che il buio custodiva.

Perché era tra luce e buio che si reggeva l’equilibrio. C’era voluto Severus a farglielo capire, e solo dopo molto tempo l’aveva accettato.

Loro due ne erano un esempio. Funzionavano solo insieme.

Perché i gigli fiorivano alla luce del sole, ma l’eccessivo calore li faceva appassire troppo presto.

Perché i pipistrelli vivevano di notte, ma avevano bisogno di riposo quando il resto del mondo si svegliava.

Lily si voltò di tre quarti per scrutare il volto dell’amico di due vite. Era teso, lo capiva da quei piccoli dettagli che solo lei avrebbe potuto cogliere. Teneva lo sguardo puntato sulla sagoma di Harry, che si stava faticosamente alzando, allontanandosi leggermente da Hermione, forse su ordine di quest’ultima. Era forse per abitudine che lo teneva d’occhio, assicurandosi che stesse bene? Lei non credeva. Si era affezionato a suo figlio, anche se non l’avrebbe mai ammesso.

Il cuore sciolse in parte la morsa che lo teneva prigioniero. Tornò a guardare anche lei nella stessa direzione, stringendosi a sua volta all’uomo che le era vicino da sempre.

L’uomo che le sarebbe stata accanto per sempre.



 

Il Bozzolo aveva ceduto. Hermione aveva sentito allentarsi quella rete già troppo sfibrata, ma non aveva fatto nulla per evitarlo. Non avrebbe potuto, e sarebbe stato controproducente. L’unico modo per batterlo, era accogliere tutta quella magia senza più freni dentro di sé e scagliarla addosso a Nemo con tutta la forza dell’incantesimo che ora sentiva sfrigolarle in corpo, impaziente di manifestarsi.

-Non ce la farai a battermi! Puoi anche raccogliere la magia di tutti i maghi del mondo… ma non puoi vincere lo stesso! Perché non c’è nulla che può battere la Magia Nera che accumulo dai morti! Maghi, non maghi… ognuno genera Magia Nera con la semplice vita di un pensiero crudele, o di un’azione malvagia… Non vincerai, Anya!-

Era uno scontro di magia e volontà senza precedenti. I vortici di magia che i due giganti di quella guerra stavano raccogliendo erano visibili a occhio nudo, e le onde d’urto andavano a infrangersi l’uno contro l’altra, e nessuna delle due pareva intenzionata a cedere.

Hermione sentiva che il tempo aveva preso a scorrere in modo irregolare, quasi a scatti rapidi seguiti dall’immobilità più totale, ma non se ne preoccupò. Sarebbe tornato tutto normale una volta che uno di loro due fosse crepato… e l’altro di conseguenza.

Erano pari… ma non per molto. Lei sentiva le forze abbandonarla… non avrebbe resistito a lungo.

Dannazione, devo trovare il modo di oltrepassare quella muraglia di magia…. Sto cedendo. Non resisterò a lungo.

Qualcuno mi aiuti…’


 


 

Le sue preghiere furono udite. E mentre risuonavano nel cuore dei suoi amici, al di fuori della stessa volontà della ragazza, in quella strana forma di telepatia condivisa che avevano accolto di buon grado all’inizio del loro addestramento, Ginevra si riebbe dalla sua trance.

I quattro ragazzi intorno a lei la guardavano impazienti, ma lei si prese un momento. Ciò che aveva visto aveva a dir poco dell’incredibile.

Draco si preoccupò. Se una roccia come la sua Rossa assumeva un’espressione tanto scioccata, allora voleva dire solo una cosa.

Grossi, enormi, giganteschi, mastodontici GUAI… ma in effetti, dov’è la novità? Ho un deja-vu…’

-Siamo nella merda fino al collo, gente. Temo però che non abbiamo scelta se non tentare di realizzare l’impossibile-

-Non hai visto un lieto fine per noi, Gin?-

-Definisci lieto fine-

-Merda-

-Già-

-Beh, Ginny, non so cosa tu abbia visto, ma ti prego di decidere in fretta. Da quel che hai detto, deduco che una possibilità esiste, giusto?-

-In effetti, sì… ho un piano. Rischioso… ma tutti i futuri che ho visto erano semplicemente improponibili. Quindi vi tocca fidarvi della scommessa che ho fatto col tempo. Ho deciso di puntare tutto sul futuro che voglio realizzare. Aveva i contorni incerti e i passaggi poco chiari… ma credo sia l’unico per cui valga la pena combattere. Vi fidate di me?-

Nonostante la situazione a dir poco drammatica, i tre ragazzi presenti non poterono evitare di lanciarle uno guardo alla ‘ma sei scema? È ovvio che ci fidiamo, muoviti’.

Luna ridacchiò, vedendo quelle occhiate, ma poi si dispose all’ascolto. Sentiva che il vento stava cambiando. E aveva tutte le intenzioni di farlo soffiare dal verso giusto.

-Raccogliete ogni grammo di potere che potete, perché dovremo fare degli sforzi sovrumani amici. Pronti?-

-Nati pronti, Rossa-


 

Le lacrime ormai scorrevano sul volto di Hermione senza controllo. Stava rapidamente perdendo terreno, e nonostante tutta la sua volontà e il suo potere, non riusciva a sollevarsi da quella posizione di debolezza nei confronti del suo Nemico.

Che fosse giunta la fine?

-Scacco alla Regina, mia cara…-

NO. Non finchè i suoi Cavalieri fossero stati al suo fianco.

-Non credo proprio!-

Non sapeva se sarebbe servito, se i suoi amici avevano un piano, ma aveva fede in loro. Per un attimo l’aveva dimenticata… quella percezione mista di amore e fede che si ha nei confronti dei propri amici. Ma ora la sentiva forte come mai, e questo le diede la forza di rialzarsi dalla nuda terra su cui si era inginocchiata sotto la pressione della Magia Nera.

Poi sentì un fischio. No, era uno stridio… il verso di un’aquila. Era il segnale che Draco usava sempre per richiamare la sua attenzione senza destare sospetti.

Sorrise, vittoriosa. Perché lei già sapeva di esserlo. I suoi amici erano pronti per l’atto finale di quel grandioso show.


 

-Iunctura omnibus!-*

Alla faccia dello sforzo titanico… se credeva che il dolore provato prima fosse insopportabile, questo lo era almeno cento volte di più. Era preparato, si era adeguatamente schermato per non impazzire, aveva raccolto le energie da tutte le Acque del mondo…

Ma cazzo, se fa male…’

Non era mica semplice, stabilire un contatto telepatico con tutti i maghi del mondo contemporaneamente e fare in modo che tutti fossero… diciamo in linea con lui.

Certo che i babbani sono furbi, son contento che Ginevra mi abbia insegnato a usare il feletono…teflone… quell’aggeggio.

Concentrazione Draco, hai una missione.’

-Vi prego di non spaventarvi, non ho cattive intenzioni. Sono Draco Malfoy, Portatore dell’Acqua, Cavaliere della Centesima Creatura del Destino, e vi ho contattato per chiedervi soccorso. La Guerra sta finendo… ma abbiamo bisogno del vostro aiuto! Vi chiedo di alzare le bacchette al cielo… pensate agli affetti, alla famiglia, alla vita… spediteci le vostre emozioni positive, aiuteranno la nostra paladina a rimettersi in forze! ORA!-

Mantenere il contatto era faticoso, ma sembrava che più dolore provava, più riusciva a sopportarlo, e più aumentava. Non gli era ben chiaro quel processo… ma sentiva di stare per svenire. Essendo ormai sicuro che il suo appello non era rimasto inascoltato, potè finalmente chiudere la mente e rilassarsi. Harry era al suo fianco a sorreggerlo, per fortuna.

-Sei stato in gamba, Draco-

-Dovere, amico. In fondo, la parte più difficile spetta a te. Avrai il compito di chiudere l’atto…e a sentire Gin, è proprio quello il momento cruciale. Quello in cui la fragile ombra del futuro che stiamo provando a costruire tutti insieme potrebbe svanire-

-La salverò. A qualsiasi costo-

-Lo sappiamo Harry. Non sarà facile…-

-Quando mami per me le cose son semplici?-

-Non hai tutti i torti. Ancora non ho capito se i guai te li cerchi o li attiri semplicemente-

-È la stessa cosa che mi domando da una vita-

-Qualunque sia la risposta… da domani, speriamo di non aver più bisogno di saperla-

-Già… vieni, ti porto via. Anche Ron è semisvenuto, aver ricostruito la rete del Bozzolo Magico deve essere stato sfibrante-

-Senza il Bozzolo, non potevamo chiedere ai maghi di mandarci magia… quale avrebbero mandato, se non erano più in grado di richiamarla a sé?-

-Siete stati entrambi davvero molto in gamba ragazzi-

-Ora viene la parte difficile però-

-Non ti crucciare Draco. Tua sorella è la persona più forte che abbia mai conosciuto. Ce la farà-


 

Luna non avrebbe mai pensato di dover compiere proprio quell’incantesimo in quel momento, e per giunta con uno scopo diverso dal semplice liberare le anime. Aveva già in mente di dare ai morti la possibilità di scegliere se restare nel Velo o dissolversi nel mondo sensibile sotto forma di gocce di rugiada, o cenere vulcanica… ma supponeva che anche mandarli via per togliere a quel bastardo figlio d’un cane la fonte principale della sua Magia Nera fosse potesse andare bene.

Hermione le aveva espressamente detto che avrebbe rischiato molto più di un po’ di fatica… forse addirittura la perdita dei suoi poteri. Ma adesso la priorità era salvare la sua amica, e con lei tutti quanti. Ronald e Draco avevano fatto la loro parte, adesso toccava a lei.

-Sei sicura, Luna? Quello che ti ho chiesto di fare è davvero difficile. Non so nemmeno cosa ne sarà di te una volta che avrai tagliato il Velo-

-Non lo so nemmeno io. Se non dovessi farcela, diresti a Ron da parte mia che…-

-NO. Mi rifiuto, dovrai dirglielo tu stessa. Perciò vedi di uscirne tutta intera, o nemmeno il mondo dei morti non sarà abbastanza sicuro per te quando verrò a cercarti per strigliarti. Non ti avrei MAI chiesto un simile sforzo se non fossi sicura che PUOI uscirne viva e senza danni permanenti. Sono stata abbastanza chiara?-

-Cristallina. Ti voglio bene Ginevra-

-Anche io, Luna. Quando tutto sarà finito, dovrai essere la madrina di Ivy… non ti perdonerò mai se non la vedrai crescere con noi, ok?-

-Sarà un onore per me proteggerla quando tu e Draco sarete troppo intenti a lanciarvi Schiantesimi per preoccuparvi che lei ne rimanga traumatizzata. Si abituerà presto però, ne sono certa-

Ginny arrossì nonostante la situazione, e se non fosse stato per l’Aria che emanava la figura della sua amica in preparazione al suo pericoloso incantesimo, l’avrebbe abbracciata. –I primi tempi sarà difficile, lo so. Ma sono certa che capirà che l’amore si può manifestare in infinite forme-

-Tu e mio fratello farete un gran lavoro con lei-

-Lo speriamo. Mi raccomando però, contiamo su di te per il supporto morale-

-Non intendo mancare-

E quelle furono le sue ultime parole. Ginny si allontanò, riparando i suoi amici dietro il suo scudo, incerta di come sarebbe finita quella storia. Non si sarebbe mai perdonata se a Luna fosse accaduto qualcosa per aver seguito le sue direttive.

La vide estrarre la sua amata daga, e concentrare in essa tutto il potere che aveva raccolto. Il suo volto parlava di dolore, ma anche di determinazione. Comprimere tutta quella magia nella lama della sua arma doveva essere terribilmente faticoso.

E poi, con gesti veloci e precisi del braccio, la vide fendere apparentemente il nulla, ma lei sapeva cosa stava facendo. Stava recidendo il Velo.

E anche i suoi occhi, per pochi secondi, videro lo scoppio di magia che ci fu in quel preciso punto. Luna fu sbalzata a diverse centinaia di metri da lì, e il suo scudo tremò visibilmente. Mantenne intatta la barriera, ma nei pochi secondi in cui aveva distolto la sua attenzione da quell’imponente magia, tutto era cambiato.

Dove prima c’era il nulla, ora tutti potevano scrutare come attraverso una finestra dai vetri spessi bagliori intensi e colate di colori pastello che vorticavano, si scontravano e creavano ondate di magia. Era il Richiamo. Le anime dei morti, attirate prepotentemente da quello spettacolo di inquietante mistero magico, vi si avvicinarono… e sparirono. Ginny vide solo piccoli vortici entrare in quel buco nero…

ma Luna no. Si era riavvicinata al portale, e aveva parlato alle anime spiegando loro ciò che stava accadendo. Non si era sorpresa quando aveva visto quasi tutte catapultarcisi: molte erano vecchie di millenni, altre solo qualche centinaio d’anni.

Moltissime nemmeno le aveva mai viste, apparse da chissà quale angolo del globo. In fondo, lo spazio per loro era relativo.

E più le anime sparivano, entrando a far parte del mondo sotto forma di frammenti di natura, più la Magia Nera di Nemo si indeboliva. Non rimasero che poche anime, probabilmente le più giovani, a guardare quel fenomeno, decidendo di restare a vegliare sui vivi, pur sapendo che nulla avrebbero potuto in caso di necessità. Circondarono Luna in un abbraccio virtuale che lei apprezzò moltissimo, ma il suo compito non era ancora finito.

Si rialzò faticosamente, portandosi di fronte allo squarcio che lei stessa aveva creato. Un thestral si avvicinò a lei, mettendole il muso sul palmo della mano, come a farsi accarezzare, o a dare conforto.

-Ciao mamma-

Ancora un colpetto col muso, e il trestral che era diventata Eliana Luna Falchi spiegò le ali, senza però prendere il volo. Circondò la figlia in quell’abbraccio dal sapore nostalgico, dandole una sensazione di protezione che aveva sempre provato quando erano insieme. Ora non era più sola, ma negli anni della sua adolescenza quel gesto a volte era stato l’unico segno d’affetto che le era concesso.

Ora come allora, ebbe il potere di ridarle forza. Che ne aveva un gran bisogno: la sua parte come Cavaliere l’aveva fatta, ma il suo ruolo di Portatrice non era ancora giunto al termine.

Le restava ancora un colpo da sferrare. Forse Ginny lo aveva visto, per questo era così preoccupata. Tagliare il velo non era facile, ma nemmeno mortale per una Portatrice come lei, come dava invece ad intendere il loro discorso. Rendere eterno lo squarcio che già si stava richiudendo invece era tutta un’altra storia.

-Ab aeternum- Luna si sentì prosciugare quando pronunciò quelle semplici parole. Vide l’Aria premere contro i bordi del Velo, stabilizzandolo. Strinse i denti: il processo poteva durare per un po’, ne era stata consapevole fin dall’inizio. Aveva abusato del suo potere in quelle ore infernali, ma era stato necessario.

Il Velo premeva per chiudersi, ma lei non cedette. Ne andava del destino di quelle anime che il mondo aveva dimenticato, ma che esistevano.

Vide oltre il confine i vortici acquietarsi, e questo fu un sollievo. Era quasi finita…

Ma anche la sua magia lo era. Non sentiva più un grammo di magia in lei, e per quanto l’Aria la stesse sostenendo, quei mesi di tensioni e sforzi, culminati in quella nottata di sforzi, si fecero sentire improvvisamente. Non era solo la fatica, era il pegno per il dolore che aveva patito. Stare a contatto con i morti era un conto, ma con il mondo dei morti la storia di complicava. La mente veniva sottoposta a tensioni indicibili e portata verso i lidi di dolore che la vita aveva posto innanzi alla persona a contatto con esso.

Stupido da parte sua non averlo considerato.

Stava per svenire, se lo sentiva. Il corpo aveva dei sistemi di autodifesa, e prima della morte portava allo svenimento, cosicchè potesse riprendersi. Luna però se lo impedì. Non poteva fermarsi proprio adesso!

Pensò a sua madre che ancora era lì accanto a lei, a Ron che l’aveva baciata, ai suoi amici che l’avevano sempre protetta e difesa, a suo fratello che l’aveva accettata come parte della sua famiglia. Per un secondo desiderò semplicemente lasciar perdere e tornare da loro, ma stavano dando tutti il tutto per tutto, e lei non voleva essere da meno. Voleva tornare da loro, sì, ma voleva farlo con la consapevolezza che anche lei aveva fatto la sua parte per rendere migliore il mondo in cui sarebbero vissuti.

E con un bagliore nero che solo lei vide, il confine si cristallizzò. Riuscì a vedere solo per pochi secondi quel passaggio circolare: sembrava un enorme specchio dalla cornice di ossidiana grezza e spessa, mentre il vetro era di un rosso scuro e opaco.

Poi i suoi occhi si chiusero, e si lasciò vincere dall’oblio.


 

  
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