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Autore: heliodor    23/03/2015    3 recensioni
Nel palazzo di Minosse si nasconde il mostruoso Minotauro, metà uomo e metà toro. Da quando la creatura ha preso possesso della reggia, una maledizione è calata sull’isola. Solo il sacrificio di un innocente potrà spezzarla. Teseo, l’eroe venuto dal mare, affronterà il mostro con l’aiuto di Arianna e Icaro.
Ma non tutto è come sembra.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Icaro passa una lancia dalla punta luccicante a Teseo, che la soppesa con entrambe le mani ammirato.
― Amico mio, ora sì che parliamo la stessa lingua.
Lapyx picchietta due volte col becco.
― Concordo ― dice Teseo, lo sguardo rapito dalla lancia. ― Qualunque cosa tu abbia detto. ― Con l'indice percorre la superficie luccicante della punta. ― Di che metallo è fatta?
Icaro scrolla le spalle. ― È una lega che ha inventato mio padre. Ha mischiato ferro e altra roba e gli è venuto fuori questo. ― Da una cassa aperta in mezzo alla stanza tira fuori il torso luccicante di un'armatura, gambali, uno scudo rotondo con l'impugnatura in cuoio e una spada infilata nel fodero.
Teseo guarda ammirato gli oggetti. ― È tutta roba di prima qualità, amico. Tuo padre darebbe del filo da torcere a Efesto. Ha fabbricato solo queste meraviglie?
Icaro annuisce. ― E a sentirlo parlare non è molto fiero. Ogni tanto cerca di venderle, ma non ha mai trovato un acquirente.
― Ora ne ha uno ― dice Teseo imbracciando lo scudo. ― Con questo potrei affrontare mille centauri ― dice mimando un affondo con la lancia.
― Attento a quello che fai ― dice Icaro. ― Vogliamo andare? ― Apre la porta e guarda in strada. ― La via è ibera. I soldati sono tutti di guardia alle entrate del palazzo.
***
Teseo marcia in testa al terzetto con aria pomposa, la lancia e lo scudo stretti in ciascuna mano e la spada legata in vita che gli batte sul fianco. ― Comoda e leggera. Eccezionale, dico sul serio. Ringrazia tuo padre da parte mia quando lo vedi.
Arianna cammina al fianco di Icaro, l'espressione corrucciata.
― Dove l'hai trovato quel tipo? ― domanda Icaro indicando Teseo con un cenno del capo.
― È sbarcato stamattina con altri eroi.
― La nave, ma certo ― esclama Icaro. ― Se sicura che sia chi dice di essere? Insomma, a me non sembra il tipo dell'eroe. Mi ricorda più il garzone di un panettiere. O il mozzo di una nave.
Arianna ridacchia.
― Per tua informazione, pittore ― dice Teseo. ― Un giorno diventerò un grande eroe.
Icaro ghigna. ― Come immaginavo.
Teseo si volta di scatto. ― Dico sul serio. Con questa impresa mi guadagnerò fama immortale tra tutti gli eroi.
― Certo ― dice Icaro.
― Di quale impresa parli? ― domanda Arianna preoccupata.
― Tranquilla ― dice Teseo languido. ― Il tuo mo... essere non ha nulla da temere. Mi basterà uscire indenne dal labirinto per avere la fama che merito. ― Fa roteare la lancia, ma questa gli sfugge di mano e rimbalza sull'acciottolato, rotolando lontano.
Icaro si guarda attorno. ― La vera impresa sarà sopravvivere nonostante la tua presenza ― dice a Teseo che insegue la lancia.
― Siamo arrivati ― dice Arianna indicando un aiuola rettangolare.
Teseo e Icaro spostano una pietra dalla sua sede, rivelando un foro che affonda nel terreno.
Arianna storce il naso. ― Che puzza.
― È rimasto chiuso per dieci anni almeno ― dice Icaro calandosi nel buco.
Teseo e Arianna si scambiano un'occhiata perplessa.
― Venite? ― li incita Icaro dall'interno del foro.
***
Arianna cammina a lato di una pozza di liquami verdi, tenendosi vicino al muro incrostato di muffa. Solo il rumore dei passi spezza il silenzio altrimenti totale.
Giunti a una piattaforma il canale si interrompe all'improvviso e inizia una scala che sale nel buio.
Icaro spiega il foglio e Teseo avvicina la torcia per fare luce.
― Da qui in poi si deve salire per due livelli ― spiega Icaro. ― E poi a destra fino a questo incrocio.
― E poi? ― domanda Teseo.
― Poi saremo dentro al labirinto.
***
Piritoo avanza in testa al gruppo, una torcia nella mano destra e la lancia in quella sinistra. Sull'ampia schiena fa bella mostra di se uno scudo rotondo.
Dietro di lui, Ceneo, Issione e altri tre guerrieri si muovono in formazione, gli sguardi che vagano a destra e sinistra. Tutti imbracciano la lancia e la torcia.
Al centro del gruppo, Dedalo e Grodyon. Il primo consulta una rotolo di carta spiegandolo sotto la luce delle torce. L'altro lancia occhiate annoiate alle pareti di roccia.
― Nessuna idea di dove possa essersi nascosto? ― domanda Piritoo. ― Dedalo?
L'uomo scuote la testa. ― Posso dirvi dove andare ― risponde con voce tremante. ― Ma non certo dove si trova.
― Hai costruito tu questo orrore ― dice Grodyon. ― Devi sapere quali sono i luoghi più sicuri dove nascondersi.
― Non l'ho progettato per essere una prigione.
Grodyon ghigna. ― Minosse fu molto creativo all'epoca, devo ammetterlo. Stupì anche me con la sua decisione. Però capii fin da subito che era quella sbagliata. Non bastava intrappolare il mostro. Bisognava eliminarlo. Il male non scompare se lo nascondi.
― Tu conosci molto bene il male ― dice Dedalo.
Grodyon lo minaccia col bastone ricurvo. ― Attento a quello che dici, pezzente. Non sfidare la mia collera.
― Altrimenti? ― Dedalo lo fissa con aria di sfida. ― Forse dovrei smettere di aiutarvi in questa folle impresa.
― Fallo e tuo figlio ne pagherà le conseguenze ― dice Grodyon ghignando. ― Credevo di essere stato abbastanza chiaro su questo punto.
Dedalo freme, il rotolo di carta trema tra le sue dita.
Il gruppo di ferma davanti a un muro che si innalza fino al soffitto, dove viene ingoiato dal buio.
― Da che parte? ― domanda Grodyon calmo.
Dedalo legge la carta, poi indica la destra.
Grodyon sorride benevolo. ― Molto bene.
***
Ombre si allungano contro le pareti di pietra illuminate dal chiarore tetro gettato dalla torcia.
Teseo solleva il braccio, allargando il cerchio luminoso. All'estremità di questi si intravede un corridoio che forma una croce con quello che stanno percorrendo. ― Una cosa non mi è ancora chiara ― dice. La voce si riverbera sulle pareti moltiplicandosi all'infinito. ― Cosa succederà quando incontreremo la bestia... la creatura, insomma. Voglio dire, ci siederemo e parleremo da buoni amici?
Icaro gli lancia un'occhiata di sfida. ― Di che cosa hai paura, eroe?
― Di niente. ― Teseo mostra la lancia. ― Sono armato, io.
― Non ci sarà bisogno di usare la violenza ― dice Arianna allarmata. ― Gli parlerò io.
― Tu? ― Teseo ghigna. ― E che cosa gli dirai, sentiamo.
Arianna deglutisce a vuoto. ― Gli spiegherò con calma che non ha nulla da temere da noi. Che siamo qui per aiutarlo e che per il suo bene deve seguirci.
― E tu credi che funzionerà? ― domanda Teseo incredulo.
― Penso di sì ― risponde la ragazza.
― Chi ti dice che capisce la tua lingua?
― È intelligente ― spiega Arianna. ― Capirà.
― E se non volesse seguirci? ― Teseo fa un gesto vago col braccio. ― Se nonostante tutto volesse restarsene nel suo labirinto al calduccio?
― Gli dirò che qui è pericoloso ― dice Arianna con tono spazientito.
― E se...
― E se, se, se ― sbotta la ragazza. ― Non lo so che cosa farò, va bene? Non lo so ― dice scandendo una a una le sillabe. ― Voi due sapete tutto?
― Io non ho aperto bocca ― dice Icaro.
Teseo gli rivolge un'occhiata di rimprovero. ― Avanti amico, sono le stesse domande che ti  fai anche tu, di' la verità.
Icaro distoglie lo sguardo.
― Visto? ― domanda Teseo tronfio. ― È come dico io. Senti principessa, forse è il caso che ti rassegni. L'unico modo per trattare con quel mostro è usare questa.  ― Le mostra la lancia.
Arianna guarda Icaro. ― Tu la pensi come lui?
Icaro scrolla le spalle. ― Io sono qui per salvare mio padre. Per il momento è lui che corre i rischi maggiori. Voi due avete i vostri motivi, ma lui è stato coinvolto senza alcuna valida ragione. È disarmato e totalmente incapace di difendersi.
― Però costruisce armi da sogno ― dice Teseo.
― Ti ho già detto che...
― Zitti ― dice Arianna avanzando di un passo.
Teseo e Icaro si scambiano un'occhiata perplessa.
Arianna cammina fino al limite del cerchio di luce, dove l'intersezione tra i due corridoi forma una croce. Si sporge in entrambe le direzioni, fa un altro passo fino a trovarsi nel centro dell'incrocio. Si volta, l'espressione perplessa sul viso. ― Mi era sembrato di sentire...
Un'ombra scatta nel buio, afferra la ragazza e la trascina via. Arianna ha appena il tempo di emettere un singulto prima di sparire nel buio.
***
Teseo è il primo a raggiungere l'incrocio. Dietro di lui, Icaro inciampa e arranca nella semioscurità.
― L'hai visto? ― domanda Teseo.
― È stato veloce. ― Icaro lo raggiunge, scruta il corridoio. Le pareti di roccia proseguono oltre il confine tracciato dalla torcia. Oltre quel punto il buio sembra ingoiarle.
Teseo gli passa la torcia. Con la mano libera imbraccia lo scudo e lo alza davanti sé, la lancia appoggiata sulla spalla. ― L'avevo detto io ― sussurra tra i denti.
Icaro alza la torcia sopra la testa.
***
Arianna affonda la testa nelle foglie secche. Un fruscio la fa trasalire. Si volta di scatto. Il buio l'avvolge, fatta eccezione per qualche sprazzo di luce che piove da alcune finestrelle sul soffitto. La sala è così alta e ampia che non si vede dove finisce il pavimento e iniziano le mura.
Un'ombra scivola alle sue spalle producendo un lieve fruscio di foglie spezzate.
Arianna si volta allarmata, si alza e fa qualche passo indietro. ― C'è qualcuno?
L'eco di un grugnito si riverbera su pareti distanti.
Arianna deglutisce a vuoto. ― Chi sei?
Una figura accovacciata passa per un istante sotto il cono di luce che piove dal soffitto e scompare nel buio cha la circonda.
Arianna la segue con lo sguardo. ― Asterione? Sei tu? Lo so che sei qui.
Qualcosa struscia sul pavimento alla sua destra. Arianna si volta di scatto, allarmata. L'ombra di prima è immobile.
Due occhi la fissano da sotto una massa di capelli incolti. Il corpo muscoloso è glabro e nudo fino alla cintola, dove i rimasugli di una tunica sono stretti in vita da una cinta color marrone. La testa e il volto sono un guazzabuglio confuso. Sporgenze dove dovrebbero esserci ossa lisce e dritte, protuberanze al posto delle orecchie. Un naso grottesco e canino annusa l'aria. Ciocche di capelli si raccolgono tra due protuberanze ossee che dividono in due la fronte.
Arianna lo fissa stupita. Prima di parlare inala una boccata d'aria. ― Asterione?
L'essere emette un ululato che risuona nella sala vuota. Quando fa un passo verso di lei, la ragazza si ritrae.
L'essere si ferma, come in attesa.
Arianna esita, poi si posa un mano sul petto. Il viso si rilassa. ― Sei tu, Asterione.
La creatura lancia un altro ululato.
***
Icaro si ferma di botto. ― Hai sentito?
Teseo, lancia in resta, inizia a correre nella stessa direzione. ― Veniva da qui.
― Sii prudente. C'è anche Arianna.
― Tranquillo, so quello che faccio.
Icaro lo guarda preoccupato.
***
Arianna si accovaccia davanti alla creatura. ― Non sei cambiato affatto.
Asterione si gratta il collo con il piede.
Lei ride divertita. ― Sei rimasto qui per tutto questo tempo.
Asterione fa un giro su sé stesso ed emette un ululato breve ma intenso.
― Come hai fatto a sopravvivere? Ogni tanto ti portavo del cibo ma...
Asterione allunga una mano verso di lei, Arianna si ritrae di scatto. Poi, guardando Asterione negli occhi, allunga la sua.
Le loro dita si intrecciano.
Asterione la tira con delicatezza e lei lo segue.
***
La sala è divisa dal resto del palazzo da un ampio arco a volta. Oltre di esso, si apre un ambiente ancora più vasto di forma rettangolare.
Arianna spalanca gli occhi e volta la testa da un lato all'altro.
Alberi d'alto fusto hanno invaso la sala crescendo fino a occupare il colonnato che circonda il cortile. Piante rampicanti hanno formato un solo intrico che ha avviluppato le colonne, trasformandole in piccoli alberelli dalla forma perfetta.
Dal terreno emana una foschia verdastra che nasconde i particolari. La luce filtra attraverso delle aperture minuscole sul soffitto così alto che l'albero più maestoso non riesce nemmeno a sfiorarlo.
Asterione si allontana, raggiunge un albero e vi infila dentro la mano. Quando la ritrae, apre il pugno davanti ad Arianna. Il palmo è un brulicare di insetti e larve.
Arianna si ritrae disgustata. ― Mangi questa roba?
Asterione torna all'albero e rimette gli insetti nell'incavo.
― Almeno non devi lavarti le mani prima di mangiare ― esclama guardandolo procedere a piccoli balzi attraverso il sentiero irregolare.
Al centro della radura naturale, una pozza d'acqua ha invaso il centro della sala formando un lago ampio abbastanza da non poter essere attraversato con un semplice salto.
Sull'altra sponda si intravedono altri alberi e piante.
Asterione afferra uno dei frutti che pendono da un albero e lo addenta, passandolo poi ad Arianna.
La ragazza osserva il frutto, sano e succoso. Lo morde e mastica lentamente. Sorride. ― È buono. Molto meglio di quelli che coltiviamo noi. ― Si accovaccia in riva al lago, raccoglie un po' d'acqua nel palmo la sorseggia con cautela. ― È fresca, non è stagnante. Deve esserci una fonte nelle vicinanze, non è vero?
Il volto rugoso si Asterione si contrae in una sorta di sorriso grottesco.
― Acqua, cibo, un riparo... avevi tutto ― dice Arianna rialzandosi. ― E io ti portavo quelle schifezze. È per questo che eri sempre arrabbiato?
Asterione si tocca il cuore e allunga l'altra mano verso Arianna.
― Anche io ti voglio bene ― dice la ragazza. ― Sono venuta a prenderti. Dobbiamo andare via.
Asterione balza in piedi e scappa via, nascondendosi dietro a un angolo.
― Lo so che non vuoi uscire di qui perché hai paura ― spiega Arianna raggiungendolo. ― Ma è pericoloso restare. Delle persone molto cattive stanno venendo a prenderti.
Asterione lancia un ringhio sommesso.
― Voglio solo aiutarti. ― Arianna gli tende la mano. ― Vieni con me. Ti porterò in un posto sicuro.
Asterione fa un passo verso di lei. Arianna si avvicina, tende le braccia. I due si sfiorano.
― Arianna. Vai via di lì.
La voce di Icaro la fa trasalire.
Asterione fa un balzo all'indietro, il corpo teso come un animale pronto a colpire.
Teseo avanza lancia in resta e lo sudo a coprirgli il corpo. Icaro lo segue con la torcia alzata.
Asterione si copre il viso quando il cono di luce lo investe. Emette un guaito sommesso e scappa via, nascondendosi nel folto della radura.
Arianna si alza e fa cenno ai due di fermarsi. ― No. Basta ― grida.
Teseo continua ad avanzare. ― Levati di mezzo, principessa. Ora tocca a me.
Arianna gli blocca il passo.
Teseo si ferma, incerto. ― Ma che fai?
Icaro gira attorno al guerriero e si avvicina alla ragazza. ― Stai bene? ― domanda preoccupato. ― Ti ha fatto del male?
Arianna scuote la testa. ― Ero quasi riuscita a convincerlo. Non potevate arrivare più tardi?
― Scusa tanto ― dice Teseo con una smorfia.
Icaro si passa una mano sulla fronte. ― Eravamo preoccupati per te.
Arianna annuisce. ― Lo so. Mi spiace.
Icaro abbozza un sorriso. ― Lascia perdere. ― Lancia un'occhiata agli alberi e al lago. ― Che posto incredibile. Chi lo avrebbe mai immaginato che dentro al labirinto ci fossero una foresta e un lago?
Arianna si volta verso gli alberi dove Asterione è scomparso. ― Ha passato qui gran parte della sua vita.
― E ora che si fa? ― dice Teseo abbassando la lancia e lo scudo. Un istante dopo un'ombra sbuca dal buio e lo afferra per le spalle.

 
  
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