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Autore: Just Izzy    25/03/2015    3 recensioni
"Bene... Vi starete chiedendo perché queste cassette siano arrivate proprio a voi. Semplicissimo, siete una delle tredici ragioni del mio suicidio. Non allarmatevi, nulla di grave. Ogni volta che vi vedrete vi guarderete in cagnesco e poi vi imbarazzerete perché siete colpevoli anche voi e chissà cosa avrà sentito l’altra persona su di voi. Nulla di personale."
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Traccia undicesma.


Non ho la più pallida idea di dove andare.
Sherlock non mi ha dato alcuna istruzione stavolta e io mi sono stancato di girare a vuoto come una trottola.
Ho camminato per un paio di metri, fino a raggiungere uno spiazzo.
Non è uno spiazzo qualsiasi.
C'è una cabina telefonica, rossa.
Di fronte un alto edificio, imponente e bianco. Un ambulanza a pochi metri dall' ingresso. Il St. Bart's.
Qui, dove tutto è iniziato e tutto si è concluso.
Il nostro primo incontro dove lui, con una sola occhiata, ha capito tutto di me. Io al contrario non avevo capito nulla di lui.
E nonostante i nostri giorni e giorni di convivenza, nonostante le milioni di avventure, i casi, tutti qui gesti che facevano capire troppe cose -che tutti avevano compreso tranne noi-, tutti quei manicaretti, quei take - away, quelle ragazze entrate e uscite dalla mia vita -perchè solo una persona è riuscita ad entrare per rimanere-, tutti i nostri litigi, le nostre risate, le visite di Mycroft, gli ammiccamenti di Lestrade e la signora Hudson e nonostante noi due ci amassimo più di quanto credessimo, io non conoscevo Sherlock del tutto. Appariva come l'eterno enigma.
Non sapevi mai cosa gli passasse per la testa quando assumeva determinate espressioni o atteggiamenti.
Non sapevi mai cosa succedesse nel suo Palazzo Mentale.
Non sapevi mai cosa sarebbe successo se avessi temporeggiato e gli avessi fatto perdere la pazienza.
Con Sherlock non sapevi mai nulla, ma allo stesso tempo sapevi tutto perchè lui te lo spiattellava in faccia.
Ed era questa una delle cose che più amavo del suo carattere.
Mi decido a premere il tasto PLAY, mentre non mi azzardo ad avvicinarmi a quello che è stato il suo "letto di morte".
Vedere le macchie incrostate di sangue ... Mi farebbe solo più male.

PLAY.
So cosa vi state chiedendo.
"Chi è il pazzo che aggiungerebbe se stesso, nella lista di persone che dovranno subire la sua ira?"
Beh, io non sono pazzo. Sociopatico ma non pazzo.
Come ormai buona parte di voi ormai sa, ho abusato di droghe.
Io sono un drogato.
Prima di conoscere John ero un drogato. La mia casa era come un centro per drogati. Rimanevo lì, con la mia droga, per settimane, senza mai muovermi dalla mia posizione. Steso per terra, guardavo il vuoto, con la cassetta accanto, la siringa e i lacci per endovena.
Poi Mycroft chiamava qualcuno per cercarmi e quando mi trovava, mi prendeva e mi ospitava per un paio di giorni (il tempo della mia rimessa parziale).
Non c'è bisogno di sottolineare che quel qualcuno era Lestrade, giusto?


Sento un lungo sospiro, come se quel discorso gli avesse prosciugato tutta la linfa vitale che gli spettava. Rimango basito.
Sapevo che Sherlock facesse uso di droghe e sapevo anche che fumava, ma non che ogni volta Mycroft lo andasse a ripescare e a offrirgli dove stare, lo trovava in quelle condizioni drastiche e eccessive.
Se fossi arrivato prima, cazzo.
Ero ad un passo dall' autodistruzione.
Un po’ come John, che è andato in guerra, a fare il soldato.
Io mi stavo auto distruggendo. Ma a differenza di John, io lo facevo per noia, solo noia.
Non avevo casi per mesi? Mmh ... Andiamo a prendere la cassetta sotto al letto.
Sono rimasto così tanto tempo, inerme, senza fare nulla, andando verso la luce sbagliata, in fondo al tunnel.
E parlarne mi fa male, perchè non si ci aspetterebbe da una mente forte e intelligente come la mia, che l'unico scopo sia di distruggermi e distruggerla, fino ad inibire le mie facoltà mentali, fino a distruggere questa stupida testa pensante, che va veloce e veloce, che capisce sempre tutto in anticipo…
Non sapete nemmeno quanto mi abbia fatto male, capire sempre tutto prima degli altri, soprattutto le tragedie.
E io odio questa situazione, odio tutto ciò.
Sembro sempre chiuso in me stesso, senza un briciolo di sentimenti, senza battere ciglio per qualsiasi cosa mi accada intorno ma non è così.
Io soffro, come tutti voi.
In modo diverso, lo ammetto, ma soffro comunque.
PAUSE.


Non riesco ad andare avanti.
Mi chiedo se Sherlock abbia capito quello che stava facendo, che sarebbe andata in quel modo, nonostante tutto.
Mi chiedo se sia stato questo il motivo cardine del suo suicidio.
Mi chiedo se tutto quello che sia successo all'inizio lo facesse impazzire.
E adesso, mi sento tremendamente in colpa: per tutte quelle volte in cui gli ho urlato contro, in cui gli ho detto che era un egoista, che pensava solo alla sua intelligenza, al suo desiderio di mostrare a tutto e tutti quanto lui fosse intelligente, quanto lui potesse fare tutto, senza problemi, quanto lui fosse indifferente a ciò che accadeva nel mondo.
Ma mi accorgo che non è così.
Come per tutti gli eroi (anche se lui non voleva essere trattato così) c'è un peso… un prezzo, una sofferenza da pagare per il proprio potere.
Il professor Xavier ha perso l'uso delle gambe per i suoi poteri telepatici.
Superman è vulnerabile alla kryptonite.
Batman si è consegnato come assassino per il bene di Gotham e ha perso i genitori, quando era un bambino.
Spiderman ha perso la sua ragazza.
Mio padre è morto in guerra.*
E Sherlock ha dovuto subire molte cose. Moltissime cose, pur di avere i suoi "poteri".
Pur di salvare la città e le persone a cui teneva. Pur di salvarci è morto nella vergogna.
E questo non è un prezzo da pagare, per un eroe? Non è abbastanza?
 
PLAY.
Mi chiedo se mancherò a qualcuno.
Se a qualcuno mancherà un detective, con manie di protagonismo eccessive.
Se qualcuno vedrà il mio fantasma da qualche parte per via del senso di colpa. O se mi penserà qualche volta.
Mamma piangerà. Eccome se piangerà.
Papà le metterà una mano sulla spalla chiedendosi dove avesse sbagliato.
Mycroft… non so cosa aspettarmi da lui. Una mano sul volto, mortificato? O una festa a Buckingham Palace per la mia dipartita?
Lestrade… Lestrade sarà sicuramente distrutto dal lavoro, non riuscirà a raccattarsi… ma soprattutto, i casi che risolverà saranno completamente senza fondamento.
Molly? Mmmh… Molly se la caverà, spero. Piangerà, quasi sicuramente, ma piangerà.
Non è vero che piangerai, Molly?


Sento un singhiozzo, ma soprattutto il cuore che mi si spezza.
 
Sì, piangerà.
La signora Hudson? Si disfarà di tutta la roba che ho ancora sul tavolo, la darà in qualche scuola bisognosa o che so io… ma se ne disfarà.
E piangerà anche lei.
E poi… poi c'è John.
Beh… John, non penso piangerà. Ha un carattere di ferro, dei nervi saldi. Riuscirà ad andare avanti, quasi sicuramente. Anzi, non sono nemmeno sicuro che si ricorderà di me, fra poco.
Andrà avanti, troverà una donna che lo ama e formeranno una famiglia.
Ma chi voglio imbrogliare?
La sua vita era basata su di me. E scusa se sto facendo l'egocentrico, ma è vero.
Io ti ho salvato.


-E io no ...- mi ritrovo a sussurrare, tra i singhiozzi. Le nuvole nel cielo si diradano lasciando spazio ai raggi della luna che mi investono.

Bene.
Dopo queste commiserazioni, dove mi dò la colpa da solo come uno sciocco e i pensieri su come andrà la vita dopo la mia morte, passiamo alla penultima persona che è coinvolta in questa storia.
Mia zia Julia.
Sì, mia zia. È morta ormai da tempo ma ha un ruolo importante nella mia storia formativa.
Dopo di lei abbiamo l'ultima persona e dopo possiamo mettere un punto a tutto questo marasma e voi tornerete alle vostre normali vite.
O forse no? Chi può dire che il senso di colpa non vi distrugga dentro?
Non vi uccida come ha fatto con me?
PAUSE.
Ha un tono sarcastico, ma ... Le sue parole, per qualche strano motivo, mi pesano come un enorme, fottuto macigno da cui non posso liberarmi.
O forse posso.




















































Note dell' autrice.
Hola!
Scusate il ritardo, ma un po' io e un po' la mia beta ci siamo fatti aspettare, lo ammetto.
Ma spero che questa storia sia come il vino (?), più si aspetta che venga aggiornata, più bello è il capit- okay, no.
Dicevamo? Ah, sì.
Mi dispiace il ritardo ma, stranamente, meno capitoli devo scrivere più il tempo a mia disposizione scarseggia.
Ma non vi preoccupate, solo altri 2 capitoli e l'epilogo e vi libererete di me e questa storia.
E niente, spero vi sia piaciuta.
Grazie per avere letto!
With so much love,
BAZINGAA!
















*Ho sempre avuto questo headcanon nella mente dove il padre di John è morto da eroe e lui, un po' per autodistruzione e commiserazione, un po' per uguagliare il padre è partito per la guerra, ecco.

 
  
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