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Autore: Alhena Devon    26/03/2015    3 recensioni
Dalla storia:
-Harry ragazzo mio, non ti posso spiegare niente per ora, non ho tutte le informazioni, e prima di spiegarti quello che ti sta succedendo io preferirei cercare alcune informazioni ma...- continuò il preside - tieni questo e non lo togliere mai mi hai capito?- io annuì e lui mi consegnò un ciondolo, rappresentava due fenici incrociate una rossa scarlatta e una nera.
Quella nera portava una spada con un serpente attorcigliato sulla zampa e quella scarlatta portava tra le zampe un'altra spada con dei rubini incastonati nell'elsa e infine dietro c'era uno strano simbolo, una stella a 8 punte metà bianca e metà nera. Infine mi disse di indossarlo sempre e che lo avrei dovuto avvertire per ogni singola cosa fuori dal normale.
Cos'è che mi nasconde?
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-Mira, Mira è mezzora che ti chiamo mi vuoi dare ascolto e smettere di sbavare!!- ecco la guastafeste di mia sorella
-Che c'è?- rispondo seccata
-Volevo solo chiederti di venire con me a fare un giro, ma vedo che sei impegnata- disse con aria maliziosa
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Questa è la mia prima ff è spero che possiate aiutarmi e l'unico modo per aiutarmi è RECENSIRE (è un'ordine)
Buona Lettura
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, James/Lily
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Hogwarts Express e Smistamento
 

Pov Mira

 
L’attesa per Hogwarts si stava facendo estenuante e la famiglia Weasley non aiutava, avevamo trascorso l’ultima settimana nella solita routine.
Mi alzavo, facevo colazione insieme alla famiglia Weasley, nella prima mattinata mi portavo allo stesso livello degli altri recuperando le materie degli anni passati sotto lo sguardo vigile di Hermione, prima di pranzo chiacchieravo del più e del meno con Fred e George, pranzavo e nel pomeriggio o leggevo o facevo passeggiate o parlavo con Harry.
Durante questa settimana era stato abbastanza cordiale e gentile ma era come se un muro ci dividesse, il muro che si era creato dopo che avevamo finalmente saputo la verità.
Sì, perché signore e signori io avevo vissuto gli ultimi quindici anni di vita nella menzogna.
Ho scoperto di essere una strega, ho scoperto di essere stata adottata, ho scoperto di essere l’ultima discendente di un’importantissima famiglia, i De La Mort, e ho scoperto di essere innamorata cotta dell’unica persona che forse non mi avrebbe mai considerato.
Sì proprio così gente, stavo parlando di Harry Potter, il ragazzo più bello che avessi mai visto.
Ma non era solo questo a piacermi, nell’ultima settimana avevo imparato a capire chi era veramente Harry e non Harry Potter, solo Harry.
Harry: una persona sola, incompresa e, per quanto potente magicamente o caratterialmente, debole.
Sì debole, perché sapevo che mancava poco per mandarlo giù nel baratro nero, un passo falso perché quel ragazzo un tempo capace d’amare si spezzasse, sarebbe bastato un soffio per far in modo che l’anima oscura di Harry venisse fuori, quell’anima così nera che lo avrebbe reso più simile al Signore Oscuro di quanto già non fosse: un pazzo, un assassino per divertimento.
Ma io volevo far in modo di salvare quella parte che teneva ancora Harry lucido e soprattutto se stesso.
In queste ultime settimane avevamo trascorso molto tempo a parlare del Mondo Magico in generale, della scuola o delle loro famiglie cercando di comprendere cosa ancora gli doveva dire Silente.
Ed io mi trovavo proprio alla fine di una di queste piacevoli chiacchierate serali.
«Buonanotte Michelle» mi disse Harry con un sorriso.
«Buonanotte Alistair» ribattei io girandomi e andando verso la mia stanza.
«Buonanotte mio angelo peccatore» disse lui in una lingua incomprensibile, sembrava che… sibilasse, stava parlando serpentese ed era così sexy mentre lo faceva con quella lingua che… BASTA!! Stupidi ormoni.
Ma… spalancai gli occhi… riuscivo a capirlo, come avevo fatto? Era possibile che fosse per la discendenza che avevo scoperto di avere? E poi, no sicuramente avevo capito male, oppure lui lo aveva detto perché credeva che io non lo avessi capito. Allora una speranza c’era.
Sorrisi impercettibilmente.
Ma se ero capace di comprenderlo, speravo anche di essere capace di parlarlo.
«Buonanotte mio angelo oscuro» dissi in serpentese girando di poco la testa per guardare la sua faccia sbigottita e con un sorriso soddisfatto ritornai nella mia stanza.

De La Mort: 1 -  Potter: 0
 
Finalmente avevo avuto la mia occasione per sorprenderlo e orgogliosa di me stessa mi stesi nel letto cadendo in un sogno tempestato da due occhi color dello smeraldo.

 
1° Settembre 1996

 
Pov Mira

 
L’indomani mattina mi svegliai col sorriso sulle labbra pensando al luogo in cui mi stavo dirigendo.
Finalmente la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts sarebbe stata la mia nuova scuola.
Mi vestii in quattro e quattr’otto con dei jeans stretti, una maglietta bianca e nera e un giubbottino di pelle che mi arrivava sopra la pancia.
Scesi in fretta ma senza correre ed entrata in cucina mi ritrovai davanti uno spettacolo abbastanza esilarante.
Per elencare tutte le assurdità di quella stanza ci sarebbe voluta una vita ma diciamo che in sintesi le cose più… ehm… rilevanti erano:
 
1. L’enorme attività nella o per meglio dire il disordine e il caos che c’erano nella stanza: vestiti, libri, bauli e animali che volavano per tutta la stanza.
2. I gemelli che correvano per la stanza inseguiti da Percy e da un’infuriata Signora Weasley.
3. Ginevra correva qua e là per la stanza come una pazza isterica gridando e cercando vestiti e libri.
4. Hermione e Ronald che urlavano in modo soprannaturale.
 
In tutta questa confusione, ovviamente, lui era la calma fatta persona, appoggiato allo stipite della porta che guardava tutta la confusione con un sopracciglio alzato.
«Buon inizio giornata vedo» dissi appoggiandomi alla parete accanto a lui.
«Ogni 1° Settembre è la stessa storia» disse ghignando
«Ma davvero?» chiesi io alzando un sopracciglio.
Più che una famiglia ora sembravano una banda di incivilizzati.
«Allora, già fatta colazione?» chiese lui apprensivo.
«No, intendevo farla adesso» dissi io alzando le spalle.
«Oh beh si può sempre rimediare» disse facendomi comparire davanti un piatto con bacon, uova e salsicce più una tazza di caffè.
«Ma non c’era una legge magica che diceva che non si può far apparire il cibo?» chiesi io assaggiando il bacon. Buonissimo.
«Oh ma le regole sono fatte per essere infrante Signorina De La Mort» disse lui sottovoce avvicinandosi al mio orecchio. Io (ovviamente) arrossii nascondendomi dentro la tazza di caffè.
In tutta quella confusione nessuno si accorse di noi o della mia colazione volante.
Tutt’un tratto il mio sguardo cadde su Hermione, cioè Daiana, chissà come l’avrebbe presa quando avrebbe saputo di essere una Devon.
Sospirai e ricomincia a mangiare sotto lo sguardo divertito di Harry.
«Che c’è?» gli chiesi.
«Oh niente, Signorina De La Mort, solo che ieri ho fatto una fantastica scoperta» disse lui
«Oh anch’io Signor Potter» ribattei io, divertita, in serpentese.
«Il tuo baule? Già pronto?» mi chiese lui questa volta in inglese.
«Si è di sopra, il tuo?» risposi io.
«In tasca» affermò tranquillamente, io sorrisi divertita, sarebbe rimasto sempre il solito. 

Come se vi conoscesse da chissà che.
Stida vocina, non potevi rimanere a poltrire?
Non quando tu parli di una persona conosciuta pochi giorni fa come se fosse un'amico di vecchia data.
E che c'è di male?
Oh niente, ma attenta alle delusioni.


«Ora che mi ci fai pensare, tu non hai un animale da compagnia, giusto?» domandò lui improvvisamente, spezzando il silenzio creatosi tra noi.
«No, non ce l’ho, avevo pensato di comprarlo durante le vacanze» dissi io svogliata.
«A Natale?» mi interrogò lui.
«A Natale» affermai io.
 
Dopo due ore di preparazione la famiglia Weasley era pronta e fuori da Grimmauld Place.
Dopo tutto quello a cui avevo assistito non avevo la minima speranza di arrivare a prendere il treno, ma alle 10:30 finalmente erano tutti davanti al binario nove e tre quarti.
Per una persona normale quel muro poteva sembrare una banale e noiosa colonna in cemento ma per i maghi quello era il passaggio che avrebbe portato al treno per Hogwarts.
Ero emozionata e preoccupata allo stesso tempo ma fuori ostentavo una maschera di misurata felicità.
Grazie ad Harry non avevo dovuto portare il baule a mano perché con un semplice gesto della mano era riuscito a rimpicciolire il baule facendolo diventare di peso piuma.
I Weasley non avevano fatto domande come se io in realtà stessi trasportando normalmente il mio baule, mi girai verso Harry che si trovava accanto a me e al lato di Ron, che gli stava spiegando dettagliatamente una partita di una squadra di Quidditch, i Chudley Cannons se non mi sbagliavo, e lui accortosi della mia occhiata mi sorrise furbo alzando impercettibilmente le spalle come un bambino.
Io sorrisi e mi avvicinai per sentire la loro discussione quando la Signora Weasley ci chiamò per farci oltrepassare indisturbati la barriera.
Io mi irrigidì; e se non fossi riuscita a passare come al secondo anno di Harry? Non avrei mai raggiunto Hogwarts e sarei rimasta sola?
A un certo punto una mano mi avvolse la vita e un leggero venticello mi scompigliò i capelli.
Mi voltai e vidi Harry al mio fianco che mi sorrideva furbo indicandomi un punto imprecisato in cui vedevo un Harry più solare ridere con Ron e Hermione mentre trascinava il suo carrello.
«Cosa…?» chiesi io incapace di dire alcunché.
«È un effetto ottico, durerà per poco, l’ho utilizzato per noi due, guarda là - disse lui indicando una me stessa intenta a parlare con i gemelli - quella è una proiezione di te, così ho potuto far finta che tu in realtà stessi trasportando normalmente il tuo carrello, ora siamo invisibili e quelli sono le proiezioni di noi stessi, poco fa invece ho usato la proiezione solamente sui carrelli.» disse lui tranquillo.
«Perché?» chiesi io frastornata.
«Perché posso Michelle» disse lui sensuale.
«Allora attraversiamo la barriera o restiamo qua? - chiese lui divertito - Ricordati che dall’altra parte le proiezioni scompariranno e quindi io dovrò tornare da Hermione e Ron e tu a chiacchierare con i gemelli, altrimenti il trucco svanisce» mi ammonì lui.
«Ok andiamo» confermai io con un sorriso.
Di corsa attraversai la barriera insieme a Harry, fu una sensazione strana, nel mentre che attraversavo la barriera senti tutta la magia usata per crearla, la sentii come se fosse stata acqua e io acqua insieme a lei.
Ma la sensazione sparì così come era venuta, guardai Harry anche lui pensieroso, mi domandai se avesse percepito la mia stessa sensazione.
Mi fece l’occhiolino per poi tornare subito da Hermione e Ronald, io invece me ne ritornai tra i gemelli parlando del loro nuovo negozi di scherzi.
Durante il viaggio non successe niente di particolare.
Io, Harry, Ronald, Hermione, i gemelli e Ginevra trovammo uno scompartimento a circa metà del treno ma poi Ginevra se ne andò insieme a quelli del suo anno e i gemelli andarono in giro per il treno vendendo i loro nuovi scherzi.
Così rimanemmo solo io, Harry, Ronald e Hermione.
Per circa metà del viaggio ci divertimmo a chiacchierare del più e del meno, giocando a Sparaschiocco o a Scacchi.
Verso l’ora di pranzo assaggiai un po’ tutti i dolci che la signora del carrello aveva da offrirci tra le spiegazioni dei tre.
Quando ormai si erano fatte le tre Ron e Hermione dovettero adempiere ai loro compiti di prefetto, così io e Harry rimanemmo a parlare del più e del meno per il resto del pomeriggio.
Quando ormai il sole era calato lasciando il posto alla notte io e Hermione (ritornata poco prima) ci cambiammo per poi dare il cambio ai maschi.
Adoravo la mia nuova uniforme, era composta da una gonna a pieghe che mi arrivava a metà coscia, una camicia bianca e un maglioncino nero come la gonna.
Sopra il tutto un lungo mantello nero e morbido allacciato nel davanti con rifiniture dorate.
Scesi dal treno insieme agl'altri tre e rimasi letteralmente a bocca aperta.
Il castello aveva un che di fiabesco, le torri illuminate di una tenue luce gialla, le punte più alte rifinite da dei bellissimi ornamenti stile barocco, il lago che brillava quasi di luce propria e le cime della Foresta Proibita venivano smosse lentamente dando un che di ipnotico alla scena e l’aria respirava di frescura e di magia; però c’era qualcosa che mi incuriosiva, se mi concentravo riuscivo a scorgere un lieve scintillio dai colori mutevoli.
A un certo punto capii, riuscivo a vedere la barriera che circondava Hogwarts, era una cupola divisa in quattro parti: un pezzo era di un blu intenso, accanto uno spicchio color giallo intenso, la terza parte era di un verde scuro simile al colore degli alberi della foresta proibita e l’ultima di un rosso accesso, ma la cosa che più mi sconvolse era che sopra ogni pezzo di barriera volava un diverso animale.
Sopra la parte blu intenso volava uno splendido corvo nero dalle ali gigantesche; sulla sommità della parte gialla della barriera fluttuava un tasso gigante, bello, elegante, all’apparenza gentile e leale ma con due artigli tali da poter squartare un corpo umano; al di sopra della parte verde un bellissimo incrocio di un basilisco e un pitone strisciava flessuoso, elegante e letale ipnotizzando chiunque con le sue movenze; infine sopra la parte rossa c’era un’enorme grifone, dalla testa di leone, gli artigli e le ali d’aquila e la coda di serpente, era possente e instaurava un timore reverenziale con la sua criniera e le sue enormi ali.
Mi girai con gli occhi spalancati verso Harry che come me cercava di reprimere lo sbigottimento difronte a quel magnifico e strano spettacolo.
«Lo vedi anche tu?» chiesi io con voce flebile.
«Si» rispose lui più posato ma con una luce di confusione negli occhi.
Mi girai verso gli altri due.
«Harry usa qualcosa per nascondere la barriera agli occhi di Hermione, non possiamo spiegargli… questo… ora di fronte agli altri» dissi io sperando che Hermione non si voltasse.
Harry annui per poi, con un veloce movimento della mano, creare una specie di velo impalpabile sopra Hermione.
Nessuno sembrò accorgersi di niente, ma un pensiero mi colpì veloce: Draco Malfoy.
«Harry… Malfoy» dissi io spiccia iniziando a incamminarmi verso le carrozze dove una donna con una severa crocchia mi stava guardando in malo modo.
Dalla descrizione sembrava la professoressa McGranit.
Con la coda dell’occhio vidi Harry fare lo stesso gesto su un ragazzo biondo platinato più lontano.
Nemmeno lui sembrò accorgersi di niente ed io tirai un sospiro di sollievo mentre Harry mi raggiunse al mio fianco.
«Fatto Mademoiselle» mi disse sottovoce.
Io sorrisi per poi avvicinarmi alla professoressa.
«Signorina White?» chiese con voce dura e professionale; io annui.
«Benissimo, lei ora verrà con me per poter eseguire lo smistamento che avverrà dopo quello dei bambini di undici anni. Signor Potter le carrozze sono da quella parte» disse rivolgendosi prima a me e poi a Harry.
«Perfetto Signorina White afferri questa penna, è una passaporta ci porterà direttamente nella sala d’ingresso» disse per poi mostrarmi la penna. Intorno ad essa brillava un’aura di magia che andava dal blu al verde. Strano pensai ma non dissi niente.
Lo afferrai e sentii il mondo vorticare, la terra scomparire sotto ai piedi e tutt’un tratto mi ritrovai in piedi nella sala d’ingresso.
Guardai stupita tutti quei quadri che si muovevano o sonnecchiavano, le scale che si estendevano ai lati della sala, quell’enorme portone difronte a noi che saturava di magia, ma tutto era silenzioso e quasi inquietante, c’era troppo silenzio per così tanto spazio. Rivolsi lo sguardo alla Professoressa McGranit che mi guardò con sguardo stupito per poi riacquistare quell’aria severa e professionale.
«Fra un po’ gli studenti ancora non smistati arriveranno, lei farà il suo smistamento solamente dopo che il Preside l’avrà presentata. Per ora verrà con me in una stanza adiacente alla Sala Grande, dove si svolgerà lo smistamento, e soltanto quando verrà chiamata potrà uscire. Il Preside inoltre mi ha informata che lei è già a conoscenza del regolamento scolastico e dell’organizzazione della scuola.  Ora la stanza è oltre quella porta» finì lei indicandomi una porta in mogano poco distante da noi. Annuii per farle intendere di aver capito, mi girai ed entrai nella stanza. Essa era molto spaziosa e confortevole con un caminetto acceso e delle poltrone di color blu intenso con delle rifiniture in argento.
Mi accomodai rilassandomi su una poltrona vicino al caminetto di pietra.
Guardai ipnotizzata quelle fiamme che danzavano di una danza lenta e regolare, rincorrendosi e sfuggendo.
Per la prima volta da giorni avevo tempo per riflettere e pensare.
Ero entrata in un nuovo mondo a me completamente estraneo, avevo scoperto di non essere una semplice strega ma la discendente di una antica famiglia d’importanti e nobili maghi.
Ero una strega.
Ero una De La Mort.
Questo sarebbe stato l’inizio di una nuova vita piena di quello che solo i romanzi potevano darmi: amore, avventura, creature oscure da combattere e nemici da affrontare.
Tutto questo era così irreale ma così concreto che quasi non riuscivo a capirlo.
Improvvisamente un viso mi apparve nella mente, il bel volto di un moro dagli occhi verdi, il mio moro dagli occhi color dello smeraldo.
Ero felice, non m’interessava cosa il futuro voleva da me, ma io sapevo cosa volevo dal mio futuro.
Dei rumori all’esterno mi strapparono dalle mie riflessioni facendomi capire che gli alunni erano arrivati e che tra poco sarei stata smistata.
Percepii tutto come se avessi i sensi amplificati, sentii delle voci all’esterno, i primini che entravano esitanti e il brulichio curioso e impaziente degli alunni, lo scalpiticcio dei primini per l’ansia d’essere smistati e le sentenze del cappello parlante. A un certo punto sentii una voce ben distinta parlare sopra il chiacchiericcio degli studenti che si zittirono subito.
Albus Silente.
«Benvenuti! - disse -Benvenuti a un nuovo anno scolastico ad Hogwarts! Prima di dare inizio al nostro banchetto, vorrei dire qualche parola, oggi qui a Hogwarts è giunta una nuova alunna, il suo nome è Mira White e frequenterà il quinto anno. Spero che la trattiate con il massimo del rispetto e la facciate sentire a suo agio qui ad Hogwarts. Ovviamente riceverà lo smistamento com’è di norma»
Io nel frattempo mi ero alzata ed ero andata a mettermi proprio dietro la porta così da poter entrare nel momento in cui mi avrebbero chiamato.
Finite le parole del preside le porte si aprirono autonomamente.
Sapevo bene che per intrigarli avrei dovuto ostentare sicurezza e fu proprio quello che feci.
Camminai con eleganza al centro della sala a testa alta e con un portamento da vera De La Mort con un piccolo sorriso a ostentarmi le labbra.
I miei occhi prendevano ogni particolare dell’enorme Sala Grande, dalle candele ai fantasmi, dalle tavolate al magnifico cielo stellato. Sembrava di stare in una favola.
Sorrisi serena al preside che con un gesto della mano m’invitò a sedermi sul vecchio sgabello.
Quando stavo per sedermi notai un particolare che fece vacillare la mia maschera di sicurezza.
Tutti nella sala mi osservavano, chi sbavando, chi con sguardo invidioso, chi invece squadrandomi, ma a me interessava un solo sguardo, quello di Harry.
Mi guardava con sguardo sereno e sorridente, dai suoi occhi capii che qualunque cosa avesse deciso il cappello lui sarebbe stato fiero di me.
Me lo aveva ripetuto spesso durante le nostre chiacchierate, io gli avevo espresso il mio nervosismo per lo smistamento e lui non aveva fatto altro che ripetermi quelle stesse parole che ogni volta mi rassicuravano.
Ma ora… se fossi capitata in una casa diversa alla sua? Saremmo stati ancora così uniti? Mi avrebbe voluto ancora bene?
Con questi dubbi mi misi il vecchio cappello in testa.
“Oh salve Michelle Lareau De La Mort è un onore poterla smistare” disse una voce dentro la mia testa. Il Cappello
“Salve… ehm… cappello” pensai io esitante.
“Vedo che ha paura Michelle, paura di essere abbandonata dalla persona che più ama, ma per rassicurarla Signorina De La Mort le dico questo: ho smistato molte persone e rovistato tra molte menti ma quella di Harry Potter è stata quella più difficile, ha dentro di sé luce e buio insieme e solo con le sue scelte io avrei potuto smistarlo. Ai tempi scelse il bene ma ora che cosa sceglierà? Ma io so che solo grazie al tuo aiuto lui riuscirà a mettere pace tra le due parti della sua anima. Quindi non è importante la casa che sceglierai, ma le scelte che farai, ora Michelle dimmi che cosa scegli: Grifondoro o Serpeverde? Bene o Male? Ma ricordati Ci sono anche Grifoni malvagi e Serpi buone.”
Ero confusa: Grifondoro o Serpeverde? Solo io avrei potuto dare la pace a Harry, ma come? Lui era tra i Grifondoro, quindi andando là forse, ma c’era qualcosa che gli diceva che non quella non era la soluzione.
Cosa fare? Cosa scegliere? Ma… Harry era nei Grifondoro quindi lui conosceva e accettava la sua parte buona ma adesso la sua parte, per così dire, malvagia si era manifestata e lui la conosceva… ma non l’accettava, lui aveva paura di diventare come Voldemort e andando nei Serpeverde gli avrei fatto capire che anche essendo Serpeverde non si era per forza uguali a Voldemort.
Ma io? Era quella la mia casa?
“O forse a Serpeverde, ragazzi miei, voi troverete gli amici migliori quei tipi astuti e affatto babbei che qui raggiungono fini ed onori!” mi ripeté il cappello “Ragazza mia i De La Mort sono Serpeverde per natura e conoscendoli capirai fino a fondo cosa significa essere Serpeverde” continuò.
“E se io fossi diversa?” pensai.
“Non hai ascoltato il Professor Silente? La particolarità di queste quattro casate è che ogni suo discendente ha un dono in comune con tutti gli altri appartenenti alla propria famiglia ma era anche importante il sangue perché se per caso un membro di questa famiglia si sposava o si univa con un non-magico o con un mago inferiore, per così dire mezzosangue, la magia del sangue in esso contenuta si diluiva per poi scomparire. Così ti disse Silente, ogni antenato è collegato con i suoi discendenti e ogni De La Mort ha caratteristiche in comune con gli altri, ma questo lo capirai in futuro. Quindi cosa scegli?” mi chiese il cappello
Io scelsi.
“Scelgo la via dei miei antenati e quella che porterà la persona che amo alla pace” dissi io
«SERPEVERDE» gridò il cappello all’intera sala che era rimasta in silenzio per tutto quel tempo.
Mi tolsi il cappello e vidi Harry sorridermi, internamente tirai un sospiro di sollievo e un sorriso comparve nel mio volto quando finalmente mi andai a sedere nel tavolo della mia casa che applaudiva per il nuovo acquisto, ma nessuno si accorse di uno sguardo che nell’ombra aveva guardato tutta la scena.
 «Una De La Mort, una Devon, un Potter e un Malfoy? Ci sarà da divertirsi» ghignò una figura nell’ombra per poi scomparire.
   
 
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