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Autore: Misaki Ayuzawa    09/04/2015    5 recensioni
Chi è Tessa Gray? Ve lo dico subito. Tessa Gray è una povera sedicenne in crisi. Perchè, non solo frequenta il terzo anno di liceo, e si sa, il liceo è un problema per tutti, ma anche perchè non riesce a trovare il libro giusto... si avete capito, è una lettrice appassionata che non riesce a trovare un libro appassionante e questo è un problema per qualunque lettore che si rispetti! Questa, signori è la storia di Tessa Gray e della sua caccia alla "trama perfetta" ma non solo la sua perchè compariranno, con la stessa importanza, gli altri personaggi che fanno di Shadowhunters il ciclo di romanzi che è!
Dal 7° cap.: Il blu si fuse col grigio per diventare tempesta.
Dal 9° cap.: "E che cosa cerchi?"
"Romanzi. Ce ne sono pochissimi. O poesie ... Ci sono soltanto enciclopedie e storici!"
Will si sentì ferito nell'orgoglio. Quella era la sua biblioteca e nessuno la poteva offendere!
Dal 13° cap.: "Ah non preoccuparti! In caso scacciamo via Will!"
"Chissà perchè non credo prenderebbe la cosa con diplomazia ..."
"Mmmm ... forse no" Rise.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Theresa Gray, William Herondale
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 45: Tutto scorre

Un anno dopo

“Tessa!” Una voce acuta femminile richiamò la sua attenzione. Tessa sollevò il suo sguardo dal bancone sul volto di Maia, che esibiva un sorriso smagliante e le sventolava due buste sotto al naso.
“Due buste,Tessa! Una per me” e la poggiò sul bancone. “E un per te!” e la porse a Tessa, che si irrigidì.
“Aprila prima tu.” Mormorò Tessa, temeva e aspettava quel momento allo stesso modo.
Maia eseguì. Afferrò la propria busta e la distrusse, concentrandosi su una serie di moduli e, soprattutto, sulla lettera.
“La Tech Music School è lieta di comunicarvi … che la sua domanda d’iscrizione è stata accettata!” Annunciò Maia, aveva le lacrime agli occhi. “E’ arrivata anche a Jordan, ti rendi conto, Tessa?”
“E’ magnifico, Maia sul serio.” Era sinceramente contenta per l’amica, ma le sue mani ancora indugiavano sulla busta, tremanti.
“Dai, aprila. Voglio sapere tra quali cervelloni andrai a studiare!”
All’ufficio postale dovevano aver avuto problemi per rintracciare l’indirizzo, perché la busta di Tessa ne conteneva altre tre.
Tessa fece un profondo respiro.

La Pennsylvania University è lieta …

L’Università di New York è lieta …

L’Università di Cambridge è lieta …

“Mi hanno presa.” Chissà a quali università lui aveva fatto domanda … Questa era l’unica cosa a cui riusciva a pensare.

“Tessa, mi hai scocciato. E’ un anno che non vivi, ti sei martirizzata. Capiamo tutti quello che hai passato, che Will si è comportato da bastardo, che se n’è andato senza dirti nulla e che tu ti sei sentita tradita; ma tra un mese il liceo finisce, e lo sai cosa c’è dopo? L’università. E all’università succede che avrai una nuova vita, come tutti noi, e che non avrai il tempo per pensare al passato. Nemmeno se il passato è Will. Non te lo meriti.”
Tessa era sconvolta.
Tessa piangeva.
Tessa si era trasformata in qualcuno che non era, da un anno a questa parte.
Lei e Will avevano passato insieme il resto del terzo anno, uniti. Ogni momento di sconforto era stato condiviso, ogni scherzo accolto con una risata.
Ma la mattina dell’ultimo giorno dello stesso anno, Tessa non aveva trovato più Will.
Le aveva lasciato una lettera, però. Gesto molto gentile da parte sua … la informava, con magnifiche parole che solo lui sapeva usare, che tornava in Galles per stare con la sua famiglia. L’ombra di Jem, la sua mancanza, gli toglievano il fiato. Amava Tessa, sì, ma non era abbastanza per rimanere.
Tutto questo, seppur addolcito e abbellito da amorevoli parole, l’aveva fatta soffrire indicibilmente. Era diventata un guscio vuoto.
Tessa non avrebbe saputo dire cosa aveva fatto quell’anno, a parte studiare e leggere, ovviamente. Maia, Jordan, Simon, Izzye Clary le erano stati vicini? Certamente, ma nemmeno loro erano abbastanza per Tessa, così come lei non lo era per Will, evidentemente.
Alec era stato costretto ad andare a recuperare Izzy a Victoria Station, intenzionata com’era a prendere il primo pullman per il Galles. Lo avrebbe riportato indietro a calci e a suon di frusta (arma che sapeva utilizzare molto bene grazie alle costanti lezioni di Gideon), animata com’era dalla solidarietà femminile. Tessa, al contrario, non aveva fatto nulla per contattarlo. Come avrebbe potuto farlo? Era stato tutto scritto nero su bianco, con la calligrafia di un William Herondale sconosciuto, che l’aveva stuzzicata, allontanata, amata e, infine, abbandonata.
Con una sola azione l’intrepida Tessa, senza peli sulla lingua e cocciuta, era stata smontata. Esisteva solo un fantoccio con le sue sembianze, fatto di metallo, un cuore di ferro che batteva meccanicamente, senza sentimento. Era uno strumento infernale, dedito al dovere che si era autoimposto: andarsene, tornare in America magari.
Tutto, pur di eliminare il volto di Will dalla sua mente che, nonostante tutto, non la abbandonava mai.
Ora aveva la possibilità di andare realmente avanti, Maia e gli altri avevano ragione, ma non riusciva a sopportare i loro occhi puntati su di lei, colmi di compassione.
Allontanò con una spinta la sedia dal tavolo, intorno al quale si erano riuniti tutti per “l’intervento” e uscì dal locale, sapendo precisamente dove si sarebbe recata.

“Chi osa disturbare Magnus Bane?”
“La ancor più eminente Theresa Gray.” Sorrise, Tessa. Ecco un uomo che non le avrebbe riservato compassione, che mai l’aveva fatto da quando si eranoconosciuti, che probabilmente era il suo migliore amico.

“Mi hanno presa a Cambridge, a New York e in Pennsylvania.”
“E perché sei ancora qui?”
“Devo riscuotere un regalo. Qualcosa di piccolo. Una collana di diamanti, ad esempio.”
Magnus la guardò di sottecchi. “Quella l’ho già comprata, ma è per il Presidente Miao.” Mentre parlava carezzava il  pelo del gatto, che si beava di quelle attenzioni tanto rare.
“Peccato.” Tessa quasi urlò, prima di scolarsi il terzo Sex on the beach. Si alzò dal dondolo e si avvicinò alla balaustra del terrazzo. Magnus si alzò di scatto, accompagnato dalle proteste miagolate del Presidente Miao, che si allontanò sculettando, offeso, la coda alzata.
“Alcol e balconi non sono mai andati d’accordo, Theresa.” Fece per ricondurla sul dondolo.
Tessa sghignazzò.
“Non voglio buttarmi. Se ne avessi avuta l’intenzione l’avrei fatto l'anno scorso, e non sarebbe stato da questo loft ma dal Blackfriars Bridge.”
“Vedo che ci hai pensato bene. Cosa c’è di rassicurante nel Tamigi che te lo fa preferire al meraviglioso asfalto di Soho?”
Tessa rideva senza un contegno. “Sono saltata da qui tre anni fa.” Ora singhiozzava. “Ma sono viva.”
“Se fossi in te sceglierei Cambridge.”               


Angolino dell'autrice: Sì, ho ancora la faccia di farmi vedere ... sono una persona orribile, ne sono consapevole. Imploro il vostro perdono in ginocchio ma non ho proprio avuto voglia di scrivere. Questo capitolo l'ho scritto qualchecinque volte, ogni volta in maniera diversa. Questa è la versione definitiva, spero sia quella giusta. Mi rendo conto che possa essere sconvolgente, che probabilmente lo odierete, ma c'era bisogno di una svolta, perchè la storia stava languendo, vorrei ritrovare un pò di quella ispirazione che avevo all'inizio ... mi auguro di essere sulla buona strada. Aspetto le vostre recensioni, ci conto perchè vedo che non avete abbandonato la storia, anche se forse lo meriterebbe dopo tutto questo tempo  ... Vorrei comunque precisare che questa via l'avevo in mente da un pò, suppongo di essere stata abbastanza coraggiosa ad intraprenderla ... ora aspetto le vostre opinioni!

  
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