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Autore: Flos Ignis    18/04/2015    3 recensioni
Innanzi tutto, bisogna dire che questa storia parla del Destino. Dell'Amore. Della Morte. Dell'Amicizia.
La guerra contro Voldemort è finita, ma sembra che un nuovo male, ancora senza volto e senza nome, minacci di far spargere la Disperazione come un veleno mortifero. Gli eroi che ben conosciamo combatteranno contro di esso, ma la distinzione tra ciò che è giusto e ciò che è facile non è così netta. Forse riusciranno a vincere questa nuova guerra, o forse soccomberanno. La risposta che cercano, la salvezza che anelano, giace in una Verità così antica che la memoria umana non ne conserva più il ricordo.
'Quando il mondo spirerà l'ultimo anelito di vita che gli rimane, l'Ultima chiamerà a raccolta il Potere che da sempre appartiene alle Creature , traendo forza dal Fuoco, dall'Acqua, dalla Terra e dall'Aria. Il Male saprà contrastarla, ed ecco giungere il Destino, il quale plasmerà con le sue mani sè stesso e tutti quanti noi col Giudizio Celeste.
Salve a tutti! Questa è la mia prima fanfiction, confido nella vostra benevolenza e nel vostro aiuto per migliorarmi come scrittrice e persona! Buona lettura, spero! Non fatevi ingannare dall'altisonanza della profezia, riservo allegre e rilassanti sorprese!
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Il trio protagonista, Luna Lovegood, Un po' tutti | Coppie: Draco/Ginny, Harry/Hermione, Luna/Ron
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
Capitoli:
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COME BACK
 
 
Out of the suffering have emerged the strongest souls; the most massive characters are seared with scars. 
Fuori dalla sofferenza sono emerse le anime più forti; i personaggi più grandi sono scottati dalle cicatrici.    
Kahil Gibran
 
 
 
Aveva una paura fottuta di aprire gli occhi.
Poco da fare, era inutile mentire a sé stessa. La verità era che, adesso che il suo destino si era compiuto e il suo compito esaurito, tutto ciò che le restava da fare della sua vita era solo suo, da forgiare con le sue mani.
Ed era proprio per questo che aveva tanto timore, e che ancora esitava. Se aprendo gli occhi avesse scoperto di essere morta… si sentiva malissimo solo al pensiero.
Non aveva più motivo di vivere in fondo, e poi, perché per lei sarebbe dovuta andare diversamente rispetto alle sue sorelle? Loro non avevano potuto vivere la loro vita, al di là della loro Guerra contro Nemo… chi era lei, che diritto aveva sul Fato avverso della sua ormai estinta stirpe?
No, non avrebbe aperto gli occhi. Non voleva scoprire di essere morta. Voleva sognare ancora per un po’ di poter vivere una lunga e serena vita al fianco di Harry e dei suoi amici, crescere e invecchiare con loro.
Voleva una vita normale.
E l’unico modo per averla, paradossalmente, era sognarla.
Per cui, no, non avrebbe aperto gli occhi mai più.
 
-SVEGLIATI!-
No.
-Ti sei arresa? Svegliati dannazione, o morirai davvero!-
Cosa significava quella frase? Era dunque ancora viva? Magari quel qualcuno che le stava urlando contro voleva solo farle aprire gli occhi perché si rendesse conto che era morta. Ma di chi era quella voce? Le sembrava familiare…
-Maledizione Hermione! Tu sei una combattente, non ti sei mai arresa in vita tua, perché cominciare adesso che hai finalmente vinto? Adesso che possiamo davvero cominciare a vivere serenamente…-
Hermione? Sì, era quello il suo nome. Dunque chi le stava parlando la conosceva. Aveva vinto? Sì, quello se lo ricordava… più o meno… contro chi aveva combattuto? Era importante? Le pareva di sì… ma di secondo in secondo sentiva la sua memoria, insieme alla sua coscienza, scivolare via…
-Non azzardarti Hermione! Ti ricordi quello che ti dissi quella volta? Che non ti avrei permesso di morire, ti ho promesso che qualsiasi fosse stato il tuo destino, io ti avrei seguito, viva o morta, ma tu adesso ti stai lasciando andare… Combatti, fai quest’ultimo sforzo! Fallo per noi due …-
Quella voce parlava di una promessa… non la ricordava, ma quelle parole non le scivolarono via: anche se la sua mente non lo ricordava, il cuore aveva iniziato a farle male. Aveva ancora un cuore? Le pareva che alla parola ‘promessa’ una fune d’acciaio si fosse stretta più forte da qualche parte al centro del petto. Se aveva ancora un cuore, se sentiva ancora dolore, era ancora viva, giusto?
-Sono io, sono Harry… mi senti? Non lasciarmi…-
Harry. Quel nome… sì, lo ricordava bene, al pari del suo. La lenta perdita di memoria parve arrestarsi al suono di quel nome, e invertire il suo corso, in modo lento e faticoso. Pareva un fiume che improvvisamente risale il torrente per tornare alla foce, risalendo una cascata goccia dopo goccia.
Non voleva perdere la memoria, non voleva dimenticarsi di lui. Sapeva che era più importante della sua stessa vita, per cui viva o morta, lui non lo avrebbe lasciato andare dalla sua mente. Fece forza dentro di sé e riprese a combattere contro quel torpore che, ora lo capiva, era l’ultimo ostacolo tra lei e quella voce.
Era davvero stanca, ma non pensò più di lasciarsi andare. Lui le aveva chiesto di non abbandonarlo, e lei non voleva farlo.
-Ti amo.-
Aprì gli occhi, ed il tempo riprese a scorrere.
 
 
Quelli erano stati di sicuro i momenti più brutti della sua vita.
Non aveva pensato, non aveva in mente nulla quando aveva spaccato a metà la Giratempo, si era semplicemente lasciato guidare dall’istinto e dall’urgenza. Quando Hermione si sarebbe ripresa, gli avrebbe spiegato la sua teoria, per la quale era stato il suo ruolo come Quinto a suggerirgli cosa fare, dato che il suo compito era praticamente fare tutto ciò di cui la Creatura aveva bisogno. Tipo, salvarle la vita.
Lui non sarebbe stato particolarmente d’accordo con quella teoria. Se non l’avesse amata così tanto, Quinto o meno, non avrebbe mai fatto quella che a posteriori si era rivelata una pazzia particolarmente rischiosa. Entrambi avevano rischiato di finire in una specie di buco temporale, dissolvendosi nel nulla, come non fossero mai esistiti.
Invece era andato tutto miracolosamente a buon fine.
Il suo intervento era stato provvidenziale, bloccando lo scorrere del tempo per loro due aveva contemporaneamente fermato il veleno che stava uccidendo la sua amata.
Era nuovamente entrato in contatto con la sua anima, l’aveva vista rannicchiata in un angolo della sua stessa coscienza, mentre lentamente si dissolveva; la sua pelle era già diventata trasparente.
Allora aveva iniziato a chiamarla, supplicandola di non lasciarlo.
C’era stato un momento in cui aveva creduto di essere perduto. Quando aveva cercato di prenderle la mano, ci era passato attraverso, e il terrore più puro gli aveva fatto perdere le speranze.
Credendo di poterlo fare per l’ultima volta, le aveva sussurrato piangendo ‘ ti amo’.
E poi, semplicemente, lei aveva aperto gli occhi. Non riusciva a crederci. Com’era possibile? Un attimo prima era diventata praticamente un fantasma davanti a lui, ed ora la sentiva, solida e calda, tra le sue braccia.
-Ti amo anch’io. Mi hai salvata di nuovo…  grazie-
In fondo, per lui non era importante capire cos’era successo. Gli bastava averla con sé. Ora sarebbe andato tutto bene.
 
 
Ad Hogwarts, intanto, si era scatenato il putiferio.
Erano accorsi tutti nel punto in cui i loro amici erano scomparsi nel nulla, chiamandoli a gran voce, alcuni piangendo, altri semplicemente increduli e disperati.
Nessuno di loro voleva accettare la realtà. Perciò, qualcuno aveva semplicemente deciso di cambiarla.
-State zitti!-
Con un Sonorus portentoso, i quattro compagni d’avventura dei due ragazzi scomparsi fecero tacere quella bolgia di scalmanati, che si voltarono verso di loro, con una timida speranza nell’animo.
-Lasciate fare a noi, voi allontanatevi e chiudetevi dentro la Scuola. Siete solo d’impiccio qui-
-Ma vogliamo aiutarvi!-
-Non potete chiederci questo…-
-Dobbiamo trovarli!-
-Voi cercate a destra, voi altri da quella parte, noi invece…-
-Adesso BASTA!-
Questo sì che li fece fremere tutti di terrore. Insomma, vedere una Luna incazzata nera non era un bello spettacolo, e nessuno di loro l’aveva mai vista in quello stato.
In effetti, l’ultimo che aveva avuto il dispiacere di farla arrabbiare così tanto, era morto cadendo da una scogliera in America… Lucius era stato davvero stupido a istigarla.
-Voi adesso farete come ha detto Ginny, ve ne andate e vi chiudete dentro finchè non vi chiameremo. Come ha detto mia cognata, qui siete solo d’impiccio, dobbiamo salvare la vita ai nostri amici a abbiamo una sola possibilità. Perciò, levatevi dai piedi, adesso.-
Persino in una situazione del genere, Draco e Ron ebbero la forza di arrossire lievemente per come Luna aveva chiamato Ginny. A chi dei due si riferiva? Beh, gliel’avrebbero chiesto dopo… non volevano morire giovani, dato l’attuale umore della Portatrice dell’Aria.
-Non statevene imbambolati voi due, Luna ha ragione, abbiamo una sola possibilità di salvarli entrambi. Forza, vi spieghiamo mentre lavoriamo-
Com’era che quelle due parevano sapere esattamente cosa fare? I due ragazzi si guardarono di nuovo, questa volta perplessi, ma si affrettarono a seguirle. Si fidavano ciecamente, e se c’era una sola chance di riportare indietro Harry ed Hermione da qualunque luogo in cui erano finiti, loro l’avrebbero fatta avverare.
-Ce la faremo, vedrai-
-È difficile, Luna. Riesco a vedere che il futuro di noi sei tutti insieme sta sbiadendo ogni secondo che passa-
-Immaginavo, ma finchè non sentirò le anime di Harry ed Hermione abbandonare questa vita, io non perderò la speranza-
-Allora è come immaginavo, non sono ancora morti-
-No, ma purtroppo la mia idea non sarà sufficiente a riportarli indietro da dove sono finiti-
-Se però la uniamo alla mia mezza idea, forse una possibilità l’abbiamo davvero-
-Servono i poteri di tutti e quattro… e serve che Harry la trattenga per un po’-
-Ce la farà, vedrai. Noi dobbiamo solo aprire loro una porta-
-Gin, alcune anime stanno vibrando…  anime morte. Il passato stesso sta vibrando. E tutto ruota intorno ai nostri amici-
-Lo so. Anche il futuro sta facendo la stessa cosa. Quando Harry ha spezzato la clessidra della Giratempo ha creato una specie di strappo lungo tutta la linea del tempo-
-Così facendo ha impedito che Hermione morisse, perché ha interrotto il fluire del suo male-
-Sì, ma questo li ha fatti finire in un buco temporale-
-Beh, non proprio, diciamo che sono su un ponte di collegamento tra questa realtà ed il vuoto temporale. E mano a mano che il tempo scorre qui, il ponte si sgretola, impedendo loro di tornare-
-Dobbiamo ricostruirlo-
-E dobbiamo farlo in fretta-
I due ragazzi avevano seguito attentamente il dialogo tra le loro sorelle, e avevano capito più o meno il problema. Ma come facevano a saperlo?
-Ma… come miseriaccia sapete queste cose voi due?-
-Quando Harry ha interrotto il fluire regolare del tempo, le anime del passato mi hanno parlato. Ho semplicemente immaginato che lo stesso stesse accadendo a Ginny con quelle del futuro. È logico. Mettendo insieme ciò che ci hanno detto, forse riusciremo a salvarli-
-A più tardi le spiegazioni dettagliate, adesso al lavoro e seguite le nostre istruzioni-
Le due ragazze non lo dissero, ma molto di ciò che stavano facendo era un puro azzardo. Le informazioni ed il tempo disponibile erano limitati, per cui si affidarono alla loro magia, sperando che ancora un volta suggerisse loro la soluzione giusta.
Fu così.
Hermione non aveva avuto ancora modo di insegnare loro tutto ciò che erano in grado di fare se univano i loro poteri, fu più che altro l’intuizione a guidarli mentre si prendevano per mano, seduti in circolo come in una seduta spiritica. Ed era più o meno ciò che stava avvenendo.
L’Aria richiamò a sé le anime dei Portatori trapassati, chiedendo loro aiuto e sostegno in quella portentosa magia. Un circolo bianco e nero apparve intorno a loro: potenti rune lo formavano, e ognuna delle anime richiamate vi iscrisse la propria magia tramite una parola, un ideogramma, una runa, un geroglifico, un simbolo, a seconda del tempo e del luogo della sua vita. Avevano tutti lo stesso significato: via del ritorno.
Il Fuoco diede vita a tutte quelle potenti magie, facendo in modo che scorressero attraverso di loro, fluendo fino al centro, dove apparve una scritta in inglese moderno, con lo stesso significato di tutte le precedenti: come back. E quel richiamo esplose sotto la spinta della vitalità dell’elemento che portava in sé la vista del futuro, quel futuro che volevano a tutti i costi forgiare secondo ideali di vita, giustizia e libertà. Amicizia, il legame che permetteva tutto ciò.
L’Acqua espanse quel richiamo in ogni dove, ed il suo Portatore si stremò sotto quella fatica. Era quello con meno resistenza, eppure non cedette, anzi, compì un atto di pura volontà, oltrepassando i limiti suoi e del mondo, echeggiando in ogni dimensione dello spazio, fino a che il richiamo giunse alle orecchie di chi cercavano con tanto affanno.
E spettò alla Terra il compito finale. Sostenuto dalle molte persone, vive e morte, che erano con lui, recuperò le anime che si erano perdute nei meandri del tempo, donando nuovamente loro un corpo che le ospitasse. Perchè con quell'atto disperato, Harry era sì riuscito a salvare Hermione, ma per farlo aveva spedito i loro corpi in un luogo in cui non avrebbero resistito. Si erano disgregati. Le loro anime si erano però salvate, e dare un corpo ad un'anima viva era un gioco da ragazzi per il loro migliore amico. Prima però dovette riportarli indietro, ricostruendo quel ponte che era ormai ridotto a poche macerie galleggianti nel vuoto.
 
Quando Ron li raggiunse, vide i suoi migliori amici guardarsi con le lacrime agli occhi. Erano abbracciati, sull'orlo di un precipizio che li avrebbe condotti al nulla eterno, e non sembravano rendersene conto.
Si chiese come mai, ma solo con un angolo della mente, e poi accantonò il pensiero. Non era importante, non quanto salvarli di sicuro.
Posò le mani su di loro, e solo in quel momento lo videro.
-Ron... amico, cosa ci fai qui?-
-Che domande... vi tiro fuori dai guai in cui vi cacciate, come al solito! Siamo o non siamo il Trio delle Meraviglie di Grifondoro?-
-Come hai fatto a raggiungerci? Non sapevamo come tornare, quando ho aperto gli occhi riuscivo a vedere solo Harry... abbiamo provato a camminare, ci sembrava di sentire una certa energia provenire da quella parte, ma poi abbiamo perso le energie... -
-Di là, dici? Allora avete ascoltato il nostro richiamo per fortuna! Se foste rimasti immobili, o vi foste mossi dalla parte sbagliata, vi avremmo persi per sempre... Ce la fai amico? Sembri scosso anche tu...-
-Tranquillo, aiuta Hermione, ce la faccio. Ma... sta apparendo un precipizio lì dietro o sbaglio?-
-Stavate per caderci dentro ragazzi. Meno male che mia sorella e la mia ragazza sono tipette sveglie e ci hanno guidato fino a qui senza perdere tempo... o la testa. Sapete, ci siamo tutti spaventati molto quando siete scomparsi-
-Ci dispiace...-
-Ma di che! Avete salvato il culo a tutti, e vi siete salvati anche voi. Il minimo era aiutarvi a venirne fuori. Ecco, siamo quasi arrivati-
-Ron, grazie davvero...-
-Aspetta a ringraziare Harry, non sono mica venuto qui da solo... guarda oltre quel portale chi vi sta aspettando?-
Ciò che videro i due ragazzi era quanto di più commovente avessero mai visto, e riempì i loro cuori di gioia.
Per primo passò Harry, aiutando poi Hermione a fare lo stesso, infine fu il turno di Ron, che venne come... risucchiato? nel suo corpo. Momento.
-Ron... hai staccato l'anima dal corpo per venirci a prendere?-
-In quel postaccio i corpi vengono tipo... maciullati, disintegrati. Infatti ora voi siete anime-
I due si guardarono, ed infatti si accorsero di essere un po' meno consistenti, ma nemmeno evanescenti come i fantasmi, o ancora peggio, fati di sola essenza come le anime trapassate che solo Luna ed Hermione riuscivano a vedere. Sembravano solo un po'... sbiaditi. Si fecero comunque impressione. E poi arrivò la paura.
-Aspetta, volete dirci che siamo morti?-
I quattro ragazzi avevano sciolto il circolo magico quando Ron era rientrato nel suo corpo, e tirarono tutti un sospiro di sollievo nel vedere che li aveva recuperati in tempo. Luna stava congedando le anime dei Portatori, ringraziandoli calorosamente con l'aiuto del gemello, che faceva il possibile per tradurre le sue parole nelle lingue che lei gli riferiva, sorridendo però ai due amici ritrovati ogni due secondi; Ginny invece li fissava, come timorosa di vederli nuovamente sparire. Fu Ron quindi a rispondere ai timori degli amici.
-Certo che no! Solo i vostri corpi sono morti!-
Al che, Ginny si riprese abbastanza per scoccare un'occhiata di fuoco, letteralmente, al fratello, ringhiandogli contro vedendo impallidire i due ragazzi. Non era molto rassicurante, considerando che i due non fossero ancora completamente materiali.
-Ron, miseriaccia, un po' di tatto! E sbrigati a ridare loro un corpo, che se no qua ci spariscono da sotto il naso! Va bene che non sono morti, ma se non riavranno presto un corpo materiale allora sì che accadrà ciò che ben due grandi Maghi Neri non sono riusciti a fare!-
-Si parlava di delicatezza e tatto, neh sorellina? fammi riprendere fiato comunque, non è stato mica facile arrivare fino a loro e riportarli indietro! Comunque adesso sono pronto-
Dar loro un corpo uguale a quello che avevano avuto fino a quel momento non era una magia difficile per lui, ma aveva comunque necessitato di qualche secondo di respiro. Ora però si sentiva di nuovo carico, il contatto con la Terra suo elemento lo aveva ricaricato a sufficienza.
Bastarono pochi minuti in cui impose le mani su di loro, e dove non arrivò la magia del Portatore, giunsero in aiuto le anime dei due ragazzi, che agevolarono il processo guidando quella mano amica verso le giuste azioni.
Infine, svennero tutti e tre, troppo provati dagli eventi di quella lunga giornata. Quella portentosa magia aveva preso ai quattro Portatori diverse ore.
Era infine giunto il tramonto, e con esso il Mondo Nuovo potè finalmente iniziare, e ad accoglierlo, i sorrisi pieni di sollievo e gioia e VITA su tutti loro.
 
 
 
Cinque anni dopo
 
 
Even if tomorrow everything disappear, with you smiling by my side, I don’t need anything else.
Anche se domani tutto scomparirà, con te sorridente al mio fianco non ho bisogno di nient’altro.        Tsubasa Chronicle
 
 
-Sei in ritardo!-
-Siamo in ritardo-
-Noi siamo pronti da due ore, sei tu quella che non vuole saperne di uscire dal bagno-
-Noi donne abbiamo bisogno di tempo. A voi uomini basta infilarsi un pantalone, una camicia e una cravatta, e siete belli che pronti! Per noi invece il procedimento è più complicato. Vorrei vedere te con questi trampoli, alle prese con lacci e laccetti, trucchi e accessori, capelli e borse!-
-Mica sei obbligata! E poi anche Ivy è già pronta. Dai che è tardi, non vorrai arrivare dopo la sposa!-
-Oh, di questo non preoccuparti. Luna non sarà pronta prima di un'ora e mezza almeno-
-Cosa? E mi spieghi perchè noi dovevamo essere là mezz'ora fa?-
-Ovvio, no? Per assicurarci che vada tutto bene-
-I matrimoni sono una grana infinita. Basta, ho deciso, rapisco mia sorella, non si sposa più!-
Un asciugacapelli volò con precisione chirurgica, ma forza erculea, dritto dritto contro la sua nuca. La sua bella compagna aveva aperto la porta del bagno apposta per colpirlo. Sexy Furia. Mai soprannome gli era venuto più azzeccato.
-Azzardati, e ti dimentichi di me per almeno un anno-
-Ma Ginevra, io scherzavo!-
-Sì, sì...-
Ivy si divertiva sempre un mondo quando i genitori adottivi litigavano, perchè secondo il modesto parere di una bambina di undici anni appena compiuti era quanto meno ridicolo che per dimostrarsi amore due persone dovessero tirarsi dietro parole, oggetti o incantesimi.
 
Non era stato facile per lei stare senza la sua amata sorellona, soprattutto per il primo anno dopo la sua morte, ma la vicinanza di Draco, il ragazzo che l'aveva salvata, e di Ginny, quella che lui stesso le aveva presentato cinque anni prima come la sua fidanzata, le erano stati dapprima di conforto, e poi semplicemente indispensabili.
Ginny aveva condiviso con lei il dolore per la perdita di un suo fratello, avvenuta prima che si conoscessero, e l'aveva sostenuta nel suo lutto. Assomigliava alla sua sorellona, era dolce e amorevole, ma quando si arrabbiava faceva paura, il fuoco del caminetto divampava e Draco rischiava ustioni un giorno sì e l'altro anche. Ma lei era tranquilla, perchè le avevano spiegato che era il loro modo di amarsi; lei aveva capito, soprattutto perchè la scintilla d'amore che avevano nello sguardo l'uno per l'altra non si spegneva nemmeno durante i litigi più furiosi.
Ma il fatto restava, quei modi violenti d'amare le continuavano a sembrare bizzarri. Per fortuna c'era stata la zia Luna, la sua madrina, a spiegarle come andavano certe cose, o probabilmente sarebbe andata completamente in confusione.
 
-Sono pronta!-
Finalmente, Ginevra uscì dal bagno, vestita e sistemata di tutto punto. Draco poteva fare un sacco di storie per tutto il tempo che impiegava a prepararsi, ma lo sguardo ammirato, ammaliato e innamorato che le lanciò fu inequivocabile.
Come il galantuomo che era la maggior parte delle volte, quando non la faceva infuriare facendo il cafone, le fece un perfetto baciamano, complimentandosi con lei per quanto fosse bella.
Ginny arrossì, come ogni volta, e lo sguardo già dolce naturalmente le si ingentilì ulteriormente, dandole quell’aria materna che spesso aveva spinto Ivy a chiedersi se sua madre avesse lo stesso sguardo di lei. Qualche volta l'aveva chiamata proprio mamma, ed ultimamente accadeva spesso, perchè era evidente che facesse piacere a tutti loro.
La prima volta, però, si era sentita male; magari a lei dava fastidio, o forse non piaceva alla sua vera mamma che vegliava su di lei senza che potesse vederla, come diceva la zia Luna, ora si sarebbero arrabbiate tutte e due...
Ma Ginny era venuta nella sua cameretta, tirandola fuori da sotto le coperte, e le aveva spiegato che la sua mamma non si era arrabbiata, e nemmeno lei, che le faceva piacere, ma che non doveva sentirsi obbligata. Lei le voleva bene proprio come se fosse la sua bambina, e poteva chiamarla come preferiva, senza spaventarsi o avere paura di una sua reazione negativa. L'amore, le disse in un sussurro, quando esiste, può avere molti nomi diversi, e manifestarsi sotto infinite forme, ma questo non ne rendeva un tipo più giusto o forte di un altro. Quando si erano abbracciate, Ivy si era sentita circondata da un profumo di fiori che da quel momento avrebbe associato alla parola 'mamma'.
Non la chiamava sempre così, a volte usava il suo nome o il suffisso 'zia', ma Ginny le sorrideva sempre alo stesso modo. Quel gioco tra di loro era stato presto notato dall'uomo di casa, che aveva voluto intromettersi a tutti i costi suggerendo alla piccola un soprannome dopo l'altro per la sua compagna. Quando però le aveva detto il nomignolo di Furia Rossa, Ginny aveva letteralmente preso fuoco, ed il tutto si era concluso con Draco che faceva apparire del ghiaccio da mettere sulle ustioni, mentre borbottava come una teiera.
 
Ivy ridacchiò al ricordo, pensando che quei due erano davvero strani, ma un tipo di strano a cui non avrebbe rinunciato per nulla al mondo.
-Ivy, tesoro, la zia Luna e lo zio Ron stanno per sposarsi, ma di certo non possono cominciare senza gli anelli! Forza, siamo già in ritardo!-
-Eccomi!- si assicurò di avere le fedi nel taschino dell'abito color cielo che Ginny le aveva regalato apposta per quell'occasione, e poi corse sull'auto volante parcheggiata fuori dalla villetta gialla a due piani in cui vivevano, in piena campagna inglese.
'Sorellona, sai, sono molto felice. Ti ringrazio  per avermi salvata quella volta. La cicatrice  che ho sul braccio mi fa pensare sempre a te, non potrei mai dimenticarti. In un certo senso, credo che tu viva un po' dentro di me da quella volta. Proprio per questo voglio essere il più felice possibile, perchè così tu lo sei con me. Ti voglio bene.'
L'unica risposta ai suoi pensieri fu una farfalla gialla che le si posò per un secondo sul naso, per poi batterle le ali sul viso, scomparendo nel vento un secondo dopo.
 
 
-E se non si presentasse?-
-Verrà di sicuro-
-Doveva essere qui un'ora fa!-
-Lo sai com'è Luna, non avrà fatto caso all'orario... o forse l'ha fatto, ma avrà pensato ce fosse uno scherzo di qualche creatura del Velo-
-Ma se non viene?-
-Ron, state insieme da cinque anni e vi state per sposare. Quando gliel'hai chiesto era entusiasta, e non ha avuto nemmeno un dubbio in tutti i mesi di preparativi. Perchè dovrebbe ripensarci adesso?-
-Miseriaccia, e io che ne so?-
-Appunto, non c'è motivo! Quindi stai tranquillo!-
-Problemi con lo sposo?-
-Amore ti prego vieni tu a tranquillizzare questo testone, o rischio di rendere Luna vedova prima che si sposi!-
-Lei sarebbe capace di sposarsi con il suo fantasma, tanto può vederli-
-Non è una cattiva idea. Noi ci liberiamo di questo Signor Ansia Prematrimoniale, e lei non rimane vedova... più o meno. Doppio vantaggio per tutti!-
-Ha-ha. Begli amici che siete! Anche tu Herm, trattieni tuo marito, o sarai TU a diventare vedova...-
-Oseresti lasciare mia figlia orfana di padre? Bell'amico...-
-Mamma, papà! Sono arrivati gli zii con Ivy!-
Un piccolo terremoto di poco più di tre anni corse nella stanza per aggrapparsi alle gambe del padre, correndo poi di nuovo dalla madre per tirarle la gonna del vestito verde acqua verso l'uscita.
-Arty, tesoro, non tirare il vestito della mamma...-
-Ma papà! C'è Ivy! Voglio andare da lei!-
Quando sua figlia lo guardava in quel modo supplichevole, proprio non riusciva a dirle di no: che c'entrasse qualcosa l'ambra splendente che aveva nelle iridi? I tratti delicati? Sì, decisamente sua figlia somigliava moltissimo a sua moglie, Harry se ne stupiva ogni giorno di più. Non fosse per la chioma nera e ribelle, sarebbe stata la sua fotocopia. E davvero, davvero non riusciva a dire di no a quegli occhi.
-Va bene, ora ti porto da Ivy, lascia la mamma, che deve parlare con lo zio Ron. Se lo fa papà, qui ci scappa una bella rissa...-
-Harry!- Hermoine lo guardò fintamente scandalizzata, tentando la stessa espressione severa che la sua mentore usava con loro quando erano studenti. Ma lui la conosceva meglio di sè stesso, perciò giocò una carta che più sleale non esisteva, almeno secondo quanto gli aveva confessato lei stessa tempo prima.
La baciò a tradimento, guardandola arrossire, le strizzò l'occhio e poi scappò alla velocità della luce con la piccola Arty tra le braccia.
Il suo siparietto, per lo meno, aveva permesso a Ron di rilassarsi, tanto che iniziò a ridere sotto i baffi. Mica ad alta voce, non voleva morire davvero!
Quando Harry la baciava così improvvisamente, le si scioglieva il cuore ed i nervi le prendevano fuoco, binomio altamente intossicante anche per una mente sveglia come la sua.
Da quando, cinque anni prima, Ron aveva ridato un corpo ai suoi amici, non c'era stato giorno in cui non avesse ringraziato per il suo potere speciale di legare le anime a questo mondo, e soprattutto il fatto che il corpo di lei, quello avvelenato, si fosse disintegrato quando Harry aveva rotto la Giratempo. Quello che le aveva donato lui era sano come un pesce.
 
Una volta finita la guerra, non tutto iniziò ad andare bene con immediatezza, com'era ovvio: i sei ragazzi ricominciarono il loro viaggio, aiutando enormemente nella ricostruzione delle città bombardate dagli incantesimi di Nemo, ed eliminando gli ultimi residui di Magia Nera dagli animi delle persone o dai luoghi maledetti. Hermione aveva dovuto andarci piano per le prime settimane, dato che era quella che aveva risentito maggiormente dell'esaurimento magico e, almeno un po', anche di quello psicologico post bellico. Si erano tutti diplomati ad honorem, ma nonostante tutto erano molto giovani, e non sapevano bene cosa fare di loro stessi e del grande potere che avevano a disposizione.
Hermione aveva detto loro che li avrebbero conservati, e che sarebbero stati i Guardiani dell'equilibrio del mondo; proprio in virtù di quel loro compito, la già longeva vita dei maghi per loro si era ulteriormente allungata. Quando fosse arrivato il momento, avrebbero trovato un allievo a cui trasmettere il compito, e così loro a loro volta, cosicchè ci fosse sempre qualcuno a vegliare sulla nuova Era.
Lei stessa aveva ancora quasi tutti i suoi poteri, ma era sconsigliabile usarli in quantità tutti insieme, o ne avrebbe risentito. Tecnicamente, la Creatura era morta, dato che il suo corpo si era disgregato, ma anche se non fosse stato così, sarebbe stato corroso dal veleno che aveva ucciso tutte le sue sorelle.
E  proposito di loro…
Lo strappo che aveva creato suo marito cinque anni prima per salvarla aveva portato conseguenze… inaspettate. Inaspettatamente felici.
Luna le aveva raccontato, con le lacrime agli occhi per la commozione, che il Destino era cambiato, si era riavvolto su se stesso, cambiando percorso.
La bellezza di novantotto anime erano sparite dal Velo, come non fossero mai morte. Non aveva loro notizie da quando le aveva incontrate in sogno, anni prima, quando si erano riunite tutte per ringraziarla e augurarle ogni bene. Non avevano avuto molto tempo, non erano riuscite a parlare molto, ma non ce n’era stata bisogno. Ognuna di loro conosceva tutte le altre grazie alle memorie, ai poteri e alle conoscenze condivise. Ognuna di loro aveva potuto ricominciare la sua vita esattamente da dove l’aveva interrotta, come se davvero non fossero mai morte… ma ricordavano tutto.
Pregava per loro ogni sera, soprattutto per le sorelle che vivevano in un tempo passato in cui aveva vinto il male, ma sapeva che se la sarebbero cavata, e che non si sarebbero arrese neppure di fronte all’inevitabile.
 
-Andiamo Ron, Luna arriverà a minuti, sento la sua presenza nelle vicinanze-
-C’è anche suo padre?-
-Sì, Xonophilus la sta accompagnando. Alla fine, lo ha perdonato. Sono felice per lei-
-Ci ha messo molto tempo, ma il fatto che gli permetta di portarla all’altare significa che ora ha fatto pace con lui e con i torti che ha fatto a lei e alla madre-
-Abbiamo sempre saputo che è una donna forte e speciale-
-Anche tu lo sei. Sbaglio o ho visto tuo padre, tra gli invitati?-
-Ci sto lavorando. Arty ha il diritto di conoscere suo nonno… anche se non è quello vero. Un giorno glielo spiegherò-
-Ehi ragazzi! Fratellino, come ti senti?-
-Terrorizzato ed eccitato… ma Blaise e Neville? Non dovevate passare a prenderli voi?-
-Sì, ma ci hanno riferito che sarebbero arrivati per i fatti loro. Sai, da quando hanno vinto la causa contro il padre di Blaise, Neville non lo molla un attimo. Vuole assicurarsi che superi la cosa il più serenamente possibile-
-Con quel bastardo dietro le sbarre, Blaise starà una favola!- Draco era sopraggiunto cingendo all’improvviso la vita della sua compagna, guardando con gratitudine Hermione. –Non so come avrebbe fatto, se non ci fossi stata tu in quell’aula di tribunale a perorare la causa del mio migliore amico!-
-Basta ringraziamenti, me ne avete già fatti anche troppi tu e Nev…-
-Vi ricordate quanto era distrutto quando ha confessato il motivo della denuncia, finita la guerra?-
-Già. Odio la burocrazia, questo incubo sarebbe dovuto finire tempo fa, Blaise ha rischiato l’esaurimento nervoso!-
-Stai calmo amore, il tuo amico in caso avrebbe potuto contare su di te, no? Sei o non sei il miglior Magipsicologo del Mondo Magico?-
-Basta discorsi tristi! Ora è tutto finito, e quei due sono appena entrati a braccetto come una vecchia coppia di sposi. La convivenza sta dando i suoi frutti-
Tutti si girarono a guardarli, e videro che in effetti, quei due sembravano un ritratto di amore solido e armonioso. Certo, poi il quadretto veniva interrotto da urla infantili che a quasi distruggevano loro l’udito.
Questo poteva voler dire solo una cosa.
-Quanto mi dispiace per Harry, che è rimasto con le bambine…-
-Herm, non vai a salvare tuo marito?-
-Penso che mi godrò la scena da qui… è sempre uno spasso quando si incontrano, specie a occasioni del genere…-
 
Harry stava vegliando sulla sua piccola Artemisia Potter, detta Arty, che giocava spensierata insieme alla giovane Ivy, e guardava con piacere il biondo ed il nero delle loro chiome fondersi quando la più grande la prendeva in braccio per farla contenta. Sua figlia era molto affettuosa, e aveva una predilezione per Ivy.
-Ivy! Arty! Zio Harry!-
Ed ecco arrivare gli altri tre piccoli cicloni della loro famiglia allargata…. Harry ebbe a malapena il tempo di racimolare un pizzico di pazienza in più, prima di trovarsi di fronte sua madre che gli sorrideva felice, per mano ad un Severus vestito… con un completo elegante babbano?
-Non dire niente- il nuovo Preside di Hogwarts non sembrava particolarmente lieto di come era conciato, ma Lily Evans, sua fidanzata, riusciva ad averla vinta quasi sempre con lui.
-No, ehm, non intendevo… cioè, non stai male…-
-Tze, per favore, evita…-
-Oh, suvvia Sev, non lamentarti, è vero che sei molto elegante! Lo dice anche Harry!-
Nel frattempo, Angie e Mattew, ormai ufficialmente adottati da sua madre e Severus –ehi, aveva il suo permesso per tanta confidenza!-  avevano raggiunto sua figlia e Ivy, e avevano preso a giocare tutti insieme, presto raggiunti da altri bambini Weasley, attirati da tanti schiamazzi. Nella massa ormai, riusciva a distinguere solo i due figli di George e Angelina e la figlia maggiore di Bill e Fleur. Poi una chioma azzurrina spiccò all’improvviso lì in mezzo: era arrivato il suo figlioccio Teddy.
-Siete venuti con Remus e Tonks?-
Non si stupì. Sua madre e Remus erano amici da molto tempo, e anche Sirius, al momento impegnato a sedurre una cugina Weasley piuttosto carina, col tempo si era conquistato l’affetto di Lily Evans. Ciò che ancora non finiva di sorprendere Harry era che anche Severus ora si integrasse perfettamente nel gruppo, e con lui anche Regulus.
Bah, misteri.
-Sì, e qui dietro le mie gambe c’è anche qualcun altro che vuole salutarti!-
Sì, Harry l’aveva notata. La sua sorellina aveva quattro anni, ed aveva preso quasi tutto dalla madre, a parte gli occhi nerissimi. Era stato strano all’inizio pensare di avere una sorella, e che questa avesse la stessa età di sua figlia e come padre l’uomo che aveva odiato per tanti anni, per poi scoprire essere stato praticamente il suo più segreto alleato.
Ma gli bastava guardarla per pensare a lei semplicemente come Eileen, la bambina che appena lo vedeva si aggrappava a lui e lo guardava con la stessa serietà del padre, la bambina silenziosa dai grandi gesti d’affetto, come fece in quel momento: gli donò timorosamente un oggetto di cristallo rappresentante un fiore d’artemisia. Era brava davvero con quei tipi di incantesimi, faceva apparire piccoli oggetti di cristallo come fosse la cosa più semplice del mondo.
 
-La sposa è in arrivo!-
Luna apparve in quel momento, mentre tutti si mettevano ai propri posti. Era raggiante nel suo abito giallo vivo. Ovviamente, non aveva voluto sentir ragioni per quanto riguardava l’abito, anche se aveva ben volentieri accettato i consigli della sua testimone, Ginny, per quanto riguardava il resto dell’organizzazione.
Mentre i neosposi pronunciavano i loro voti, guardandosi negli occhi brillanti di felicità, Draco si perse a guardare la felicità della sua gemella, per poi spostare lo sguardo a sua madre, sempre seria e composta, ma stava facendo del suo meglio per essere più presente per entrambi, bisognava riconoscerglielo. Poi guardò la sua migliore amica Hermione, che cercava di tenere buona una Artemisia esagitata, ed ancor Ivy, la sua bambina dallo sguardo sognante, di sicuro per le fantasie romantiche a cui stava pensando. Guardandola, ancora una volta pensò che con quei capelli biondi e gli occhi azzurri, sembrasse davvero figlia sua e di Ginevra.
Spostò lo sguardo proprio su quest’ultima. Tutte le donne della sua vita erano ugualmente importanti, ma sentiva che se l’avesse persa un giorno, non avrebbe potuto sopportarlo.
Continuò a pensarci per un bel po’, finchè non arrivò il momento del ballo. Dopo gli sposi, entrarono in pista i testimoni, e mentre volteggiavano sulle note di un Valzer, cercò il modo di esporle la sua idea senza venir bruciato vivo davanti a tutti i loro parenti e amici.
-Sono felice per mia sorella, sai?-
-E io sono felice di averla per cognata! Mio fratello ha proprio fatto Jackpot!-
-Che?-
-Niente… devo davvero insegnarti ancora molto sui babbani…-
-Come sei finita a lavorare per la Cooperazione magico-babbana ancora non lo capisco… hai tanto di quel potere dentro di te, che potresti fare molto di più, se lo volessi!-
-Ma io voglio questo. Voglio realizzare un futuro in cui maghi e babbani convivano pacificamente integrati tra loro, consapevoli delle reciproche esistenze-
-L’hai visto?-
-Ho visto che è possibile. E intendo lavorare perché diventi reale-
-Un progetto ambizioso eh? Degno di una serpev…-
Un tacco nella scarpa bloccò immediatamente la sua ilarità, facendolo tornare al proposito iniziale, onde evitare anche incidenti al matrimonio.
-Comunque, io trovo più strano che Hermione abbia rinunciato ad essere un’insegnate come desiderava per fare l’avvocato-
-Mi ha confidato che non si sentiva all’altezza di Minerva, e poi  la sua sete di giustizia doveva pur trovare uno sfogo…-
-Hai ragione. Credi che Ronald ed Harry staranno via per qualche missione nei prossimi mesi?-
-Perché me lo chiedi Draco? Harry addestra reclute, e Ron è uno stratega. Sebbene siano entrambi addestrati come auror combattenti, sappiamo entrambi che sono molto di più. È raro che vadano in missione-
-Sai, non vorrei si perdessero qualcosa qui-
-Cosa dovrebbero perdersi? Se parli del compleanno di Ivy, mancano più di due mesi-
-No… vedi, come posso dirtelo…-
Cavoli, e ora? Come caspita glielo chiedeva? Non si era preparato niente!
-Ginevra…- Dicendo il suo nome, ebbe l’illuminazione. Poteva essere una follia, e se lei gli avesse riso dietro non l’avrebbe biasimata, ma era un’idea… romantica, credeva, e a lei piacevano queste cose. Sperava di averci azzeccato.
Si inginocchiò di fronte a lei, lì, sulla pista da ballo, e le creò un anello sul dito, una madreperla incastonata in una rete d’oro bianco e circondata da piccoli diamanti.
-Sono il tuo servo d’amore. Ginevra, vuoi essere la mia regina per il resto della nostra vita? Sarò il tuo cavaliere, ti offro la mia vita e il mio cuore, che già ti appartiene, nella speranza di legarti a me per sempre. Vuoi sposarmi?-
 
 
-Non lo trovi romantico?-
-Moltissimo! Zio Draco ha detto delle belle cose, Zia Ginny si è messa a piangere anche!-
-Abbiamo un altro matrimonio da organizzare-
-Ivy, tu credi che anche noi ci sposeremo un giorno?-
-Io e te dici, Mattew?-
-Perché no? Io ti voglio bene, e voglio vederti sorridere sempre come adesso!-
-Credo si possa fare. Anche tu mi piaci tanto! Vorrei fossi sempre così aperto e sincero, non mi piace vederti triste e silenzioso in disparte!-
-Allora me lo prometti?-
-Promesso!-
 
 
 
 
Note:
Fine. Non posso crederci. Questa è la prima storia che ho iniziato, e mi piange il cuore a finirla. Vorrei continuarla ancora, magari scrivendo dei giorni di pace, o di un futuro burrascoso, o della generazione che nascerà da questa, o ancora della quotidianità che tanto è stata bramata. Ma risulterei noiosa e ridondante, e io non voglio che vi stufiate di questa storia.
Lascio all'immaginazione di voi lettori il resto, potete renderla reale nel vostro cuore, nella vostra mente, se lo desiderate. O semplicemente, non pensateci più, cambiate pagina, leggete altro, scrivete altro. Non importa.
Sta a voi decidere se da questo volete far nascere altro. Un'idea, una trama per una vostra storia, un confronto tra ciò che pensate e quello che qui avete letto; se vorrete parlarmene, io ne sarò felice, potete scrivermi quando volete. Oppure, potete tenere il seme che ho cercato di piantare nel vostro animo come ricordo, gettarlo via, o farlo crescere in silenzio.
Io ho trasmesso a voi come credo sia il destino, l'amore, la morte, l'amicizia. Che questa mia idea sia arrivata a voi o meno, io sono comunque felice, perchè ho finito questo percorso, e ne sono soddisfatta.
Se siete arrivati fin qui, vi ringrazio di cuore, perchè avete accompagnato fino alla fine, fino all'ultima pagina, ciò che ho voluto creare.
Forse scriverò un prequel, o magari un sequel, o forse ancora degli spin-off, o forse nulla di nulla. Non ho ancora deciso. Per il momento vi lascio dicendo GRAZIE DI CUORE a tutti i lettori che hanno letto e leggeranno questa fic, e mando un bacio e un affettuoso saluto a chi ha recensito, ricordato, seguito e preferito 'L'Ultima Creatura del Destino'.
Flos Ignis
 
  
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