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Autore: Sam27    09/05/2015    4 recensioni
Ci sono alcune cose che ho imparato da brava fan girl:
1. “Asjdnbvfuhuj” riassume tutto. E con tutto intendo qualsiasi cosa talmente pucciosa da poter essere riassunta.
2. La nutella è la tua migliore amica. Nonché la soluzione a qualsiasi tuo problema.
3. Si può sopravvivere dormendo solo tre ore. E mangiando molta Nutella, mi sembra sottointeso.
4. Libri e computer sono l’ingresso per il paradiso. Potete anche sostituire il computer con uno Smartphone, un Iphone o un tablet. Ed ovviamente aggiungete la Nutella.
5. Quale marca di fazzoletti è più resistente. I fazzoletti Tempo sono eccezionali, me ne servono solo cinque pacchetti a libro.
6. I personaggi immaginari sono migliori di quelli reali. Infatti sembra che il mio ragazzo ideale non esista. Io vorrei solo che avesse la dolcezza di Peeta Mellark, l’umorismo di Fred Weasley, il coraggio di Peter Pevensie, la bellezza di Finnick Odair, il sarcasmo di Jace Shadowhunters e l’intelligenza di Caleb Prior. Forse chiedo troppo?
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Potremmo Volare'
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15. Potremmo volare
Se dovessi scegliere
tra il tradire il mio paese e tradire il mio amico,
spero di avere il fegato
di tradire il mio paese.”
Edward Morgan Forster
 
Diciottesimo giorno, ne mancano due alla fatidica partenza.
Ho lasciato davvero perdere l’amore e tutto ciò che lo riguarda. Negli ultimi tre giorni c’è stato un sole ed un’afa che farebbero invidia al deserto, mamma ha telefonato per parlare con me e Eleonora e mi ha detto che stanno mandando avanti le pratiche per il divorzio, ho anche scoperto che la famiglia Sinistro abita in un paese a mezz’ora di macchina lontano dal nostro ma a causa di una sciocca discussione si erano persi di vista, pare che ora ci vedremo più spesso.
In questo momento stiamo giocando a carte seduti al bar: io, Matteo, Luca, Alessandro e Rebecca, mentre Simone è tornato a casa con i suoi e Matteo è rimasto per finire le vacanze prima di tornare a Milano; lui e Luca hanno deciso di non dire niente a nessuno per il momento ma quando sono soli sono una coppia dieci volte più bella della Coppia Perfetta.
-Nora, tocca a te- dice Rebecca scocciata.
-Non guardare gli allocchi che passano- mi riprende Alessandro fingendosi severo.
-Non ci sono gli allocchi di giorno- ribatto io.
-Infatti- dice sorridendo.
-Perché ogni giorno che passa le tue battute si fanno sempre più pessime?- domanda Matteo sbuffando.
-Secondo me se le studia di notte- dico scuotendo la testa.
-A parer mio di notte è intento a fare altro- ridacchia Luca indicando con la testa Rebecca.
-Su Nora: perché non giochi e basta?- dice lei sempre più seccata.
-Un bicchiere di miele e simpatia al giorno toglie la gente di torno- mormoro io.
Alessandro mi sente e ride, Rebecca gli lancia un’occhiataccia mentre lui cerca di rimediare trasformando le risa in un violento colpo di tosse.
Una folata di vento tanto agognata dal sudore delle nostre mani –specialmente di quelle della Coppia Perfetta che hanno il vizio di essere sempre allacciate- fa cadere alcune carte tra la sabbia.
-Raccoglile- dice Rebecca a Luca.
Lui fa per alzarsi ma Matteo gli mette una mano sul braccio. –Tu sei più vicina, Reby cara, fallo tu-
-Ho messo lo smalto due ore fa, potrebbe rovinarsi- ribatte lei guardandolo come se avesse bestemmiato.
-Non sia mai- dico io mentre mi scambio un’occhiata d’intensa con Matteo.
Luca, che è troppo buono, si alza e raccoglie le carte in modo che possiamo riprendere la partita.
Presto in gioco rimaniamo solo io e Alessandro ed inizio a sudare ancora di più mentre la tensione è palpabile e l’aria è elettrizzata come filo spinato.
-Pronta a perdere?- mi domanda con un ghigno.
-Ti piacerebbe- ammicco io.
-Cinque caramelle- dico mettendone avanti alcune alla fragola.
-Sette caramelle- ribatte aggiungendone altrettante alla menta.
-Poker di re- dico mostrandogli le carte.
Mi alzo appena e mi chino in avanti per prendermi tutto quel ben di Dio quando noto il ghigno sulla sua faccia.
-No- gemo timorosa –Non di nuovo-
Lui ride e mi mostra le carte: -Scala reale-
Io gli cedo il bottino, sconsolata.
-Se si chiama “poker” non capisco perché i punti più alti siano della scala reale- borbotto quasi tra me e me.
-Eddai, non te la prendere tanto. In fondo sei stata battuta dal migliore- dice facendo spallucce e scartando una caramella.
-E questo dovrebbe consolarmi?-
Lui fa finta di pensarci.
-Se fai la brava ti regalo una caramella-
-Troppo generoso, veramente troppo- dico alzando gli occhi al cielo.
-Potremmo scrivere un libro con tutte le tue qualità, il primo capitolo sarebbe dedicato alla tua modestia- aggiunge Luca.
-L’ultimo alla generosità- sghignazza Matteo.
-Sei così fortunato che se pestassi una merda…-
-Si dice escremento- mi corregge Rebecca.
Io serro le labbra ed i pugni, poi prendo un bel respiro e ricomincio a parlare.
-Dicevo: sei così fortunato che se pestassi un escremento di mucca non ti si sporcheresti la scarpa-
-Ma questo non è possibile- mi fa notare Rebecca.
-Appunto- ribatto sorridendo.
Alessandro scoppia a ridere e mi tira un pugno sul braccio.
-Sapete: credo che mi mancherete quando ve ne andrete- dice Matteo.
-Decisamente- aggiunge Luca.
-Per me non è un problema restare, devo ancora iniziare i compiti- dico sbuffando.
-Almeno tu non lavori- ribatte Matteo.
-E ti lamenti? Sei un modello!- esclama Alessandro.
-Hai idea di cosa voglia dire restare rinchiuso tutto il giorno in un negozio a fare foto con ragazze sudate e brufolose?-
-Emh emh- tossicchio io incrociando le braccia.
-Tu sei un caso a parte, Nora- dice lui sorridendomi.
-Ti vogliamo bene così come sei- interviene Luca.
-Friendzone. Friendzone ovunque. Ormai la Friendzone è il mio mondo, potrei fare compagnia a Piton- dico scuotendo la testa.
Il resto del pomeriggio prosegue tranquillo, ad un certo punto Luca torna a lavorare e Matteo va a dare una mano a suo zio al bar, così facendo mi lasciano da sola con la Coppia Perfetta ma per fortuna arriva zia Anna a salvarmi dicendoci di andarci a cambiare visto che a breve andremo al ristorante a mangiare tutti insieme.
Io vado all’ombrellone a prendere i vestiti mentre Alessandro e Rebecca si dirigono verso gli spogliatoi quando li raggiungo anche io loro sono già chiusi in uno di essi ed io entro in quello affianco. Mi tolgo il costume tranquillamente e sto giusto indossando il mio solito vestito bianco a fiori gialli e blu quando li sento discutere piuttosto vivacemente e non posso fare a meno che ascoltare.
-Ti sembra il caso di farmi questa sceneggiata tutti i giorni?- sento dire ad Alessandro con un tono di voce piuttosto seccato che non gli ho mai sentito usare con Rebecca.
-Se tu non la guardassi…-
-Io non la guardo! Ci parlo, come tu parli con Matteo o con Christian-
-Matteo è gay e cosa centra Christian?! Christian è il mio migliore amico!-
-E Eleonora è la mia migliore amica, contenta?-
-Non sarò contenta fino a quando non smetterai di frequentarla-
-Pensavo ti iniziasse a stare simpatica-
-Ma per favore! E’ stupida ed ignorante, sono sicura che ti piace solo per quei suoi stupidi occhioni castani da gatta morta-
-Non è una gatta morta, né stupida, né ignorante-
-Quindi ti piace?-
-Non ho detto questo!-
-La difendi sempre-
-E tu la insulti sempre! Non ti sembra il caso di piantarla?-
-Mh… fammi ci pensare: no!-
-Rebecca, aspetta!-
Sento la porta sbattere e Rebecca correre via, indugio ancora un po’ nel legarmi i sandali per permettere ad Alessandro di correre a sua volta ad inseguirla, quando sono sicura che nessuno dei due sia nei paraggi esco anche io.
Continuo ad avere questo peso sullo stomaco ogni volta che li vedo e non è gelosia, è senso di colpa: mi sento in colpa per non aver detto ad Alessandro del fatto che Rebecca lo tradisce ma, d’altra parte, se glielo dicessi mi sentirei ancora più in colpa per essermi intromessa.
Se si lasciassero per un altro motivo –la gelosia ingiustificata di Rebecca, per esempio- mi sentirei libera da questo peso enorme.
Santo Zeus, perché non mi faccio mai gli affari miei?
Raggiungo la combriccola e ci dirigiamo verso il ristorante, è un posticino niente male, non troppo sfarzoso ma neanche così alla buona, ordino degli spaghetti allo scoglio e dell’acqua naturale.
Penso che forse sarà una bella serata ma mi accorgo di sbagliarmi non appena Alessandro e Rebecca iniziano a discutere per qualsiasi cosa –dall’aria condizionata al colore dei tovaglioli- e mi tirano in ballo come giudice di corte.
-Nora tu non pensi che sarebbe stato meglio se avessero dipinto la stanza di blu?- mi domanda Rebecca.
-Non saprei… a me va bene così-
-Il rosso ricorda di più il cibo, non pensi Nora?- dice invece Alessandro guardandomi con insistenza.
-Per me l’importante è che mi diano da mangiare-
-Sì ma se tu dovessi scegliere, cosa sceglieresti?- mi incita Rebecca.
-E spero anche lo portino in fretta- aggiungo nervosamente.
La cena continua con la stessa solfa: il pane non è troppo salato, Nora? L’acqua non sa esageratamente di cloro, Nora? Ed il tappeto non è decisamente troppo scivoloso, Nora? La camicia di Alessandro non gli dona, vero Nora?
Credo che mi stai per scoppiare la testa, non la sopporto più, è passata dal fare di tutto per non considerarmi e annegare nei baci di Alessandro nella speranza che anneghi anche io al tirarmi in causa per qualsiasi cosa nella speranza di infastidire chiunque. Inutile dire che questa cosa le sta riuscendo benissimo.
-Ragazzi, perché non andate a sedervi nel retro del negozio? C’è un bel giardino! Vi chiamiamo per il dolce- dice zio Giorgio.
Io lo guardo come farebbe un indiano con la sua vacca sacra, poi prendo per mano Sofia e cerco di allontanarmi da questa Coppia Perfetta che più tanto perfetta non è ma i miei sforzi di vivere in pace con il mondo risultano vani visto che Rebecca viene subito a sedersi affianco a me sul dondolo.
Io le rivolgo un finto sorriso e prendo sulle ginocchia Aurora mentre le altre due pesti iniziano a “volare tra i fiori come delle bellissime fatine”.
-E’ davvero ben curato questo giardino, altro che quello della Tana- dice Alessandro facendomi l’occhiolino.
Io faccio per dire qualcosa quando Rebecca mi interrompe: -Potrebbero curarlo un po’ di più, non credi Nora?-
Alessandro guarda la sua adorata fidanzata con uno sguardo non così adorante e mormora, a denti stretti, qualcosa sul fatto che ha bisogno del bagno e se ne va.
Indugio un attimo, mentre Aurora scivola via per raggiungere le sue compagne di gioco, poi prendo un gran respiro e guardo Miss Perfezione.
-Allora, come va con Christian?- le domando con un sorriso finto.
Lei abbandona il suo e mi fulmina con lo sguardo.
-Che cosa vuoi, Nora?-domanda tagliente.
-Cosa voglio io? E me lo chiedi? Non so se te ne rendi conto ma hai tutto ciò che potresti avere e vuoi ancora di più, è proprio vero che non ci accontentiamo mai-
-Ma tu che ne sai!-
-Cosa ne so?! Sei bellissima ed hai un ragazzo fantastico. Non sai quanto vorrei essere al tuo posto! Sono sicura che a scuola sei la prima della classe e amici, professori e genitori ti adorano nonostante tu sia insopportabile. Hai anche una villa con piscina e fumi per sembrare più grande, hai un motorino fucsia e passi il tempo ad accarezzare il tuo chihuahua e a mangiare insalata, come se tu ne avessi bisogno…-
-E quindi?- dice punta sul vivo.
-E quindi? Stai anche con Alessandro che ti ama, invece di ringraziare Afrodite per questo ti preoccupi di me. Scherzi, vero? Come mai potrei rubartelo? E poi non pensi che se volessi l’avrei già fatto? Non gli ho mai parlato di Christian e non lo farò-
-E perché no? Scommetto che non aspetti altro-
-Perché non sarò io la rovina del vostro rapporto, sarai tu-
-Ma che faccia tosta!- esclama stringendo i pugni e scattando in piedi..
In questo momento non sono più invidiosa di lei e della sua bellezza perfetta, anzi, la trovo ridicola. Decisamente ridicola.
-Sei ridicola, Rebecca, ridicola- dico infatti scuotendo la testa.
-Ma tu che ne sai! Tu hai due ragazzi che ti sbavano dietro e tra cui devi scegliere? No!-
-Sono questi i problemi della vita- sospiro io, ironica.
-E chi sarebbero questi due?- le domando vedendo Alessandro avvicinarsi e cercando di non darlo a vedere.
-Alessandro, ovviamente, che per quanto sia fantastico è sempre troppo sensibile e non ha le palle nemmeno per fumarsi una sigaretta, però mi adora. E poi c’è Christian che è così dannatamente bello, non si fa problemi nel vendere l’erba, lui sì che è un uomo, non ha paura di nulla e poi sa come si fa a far godere una donna-
-E tu ti definisci donna? Una vera donna non tradisce-
-Io non tradisco Alessandro, io mi diverto- dice lei facendo spallucce –Ma cosa te lo dico a fare? Tu non puoi capire-
-Lei no, ma io sì- dice Alessandro interrompendoci.
La bella pelle abbronzata di Rebecca sbianca mentre lei inizia a balbettare.
-Tranquilla, amore mio, è tutto apposto- la interrompe lui scoccandole un bacio sulle labbra con il freddo calore del suo sguardo.
Finalmente il blocco di ghiaccio posto sul mio sterno sembra sciogliersi e scendermi giù nello stomaco come cioccolata calda, quasi bollente.
Guardo Sofia e Aurora rincorrersi e non posso fare a meno di sorridere pensando che, quello che ho visto, mi è sembrato più il bacio di Giuda che quello di Romeo.
Più tardi rientriamo per il dolce ed Alessandro –contrariamente alle sue abitudini- prende un gelato al cioccolato.
-Ne vuoi un po’?- domanda a Rebecca, sorridendo.
-Certo, amore mio- risponde lei che, da una mezzoretta a questa parte, è diventata tutta miele e zucchero.
Faccio appena in tempo a vedere l’occhiata tristemente soddisfatta che Alessandro mi rivolge prima che spalmi il suo buon gelato sulla maglietta di Rebecca.
-Ma è freddissimo!! Oddio, la mia maglietta nuova!!- grida Rebecca in tono petulante e agghiacciato.
-La vendetta è un piatto che va servito freddo, amore mio- dice Alessandro sorridendo.
Io scoppio a ridere mentre Rebecca corre in bagno, con le lacrime agli occhi.
Pensavo che mi sarei sentita meglio se si fossero lasciati ma, in questo momento, avverto solo un gran desiderio di consolare Alessandro e  un gran dispiacere per i suoi occhi, così tristi.
 
POV ALESSANDRO
-Dovevi proprio umiliarmi davanti a tutti, i tuoi genitori compresi?- mi domanda Rebecca squadrandomi, mentre tenta invano di pulirsi la maglietta.
-Perché: ti importa?-
-Non voglio che i miei suoceri pensino male di me-
-Come scusa!? Pensi davvero che stiamo ancora insieme? Sei davvero così stupida come sembri?-
Le parole mi escono come un fiume in piena, non riesco a fermarle, la rabbia si fa strada tra i cocci del mio cuore strappato e, prendendo ago, filo e sarcasmo, li ricuce insieme.
-Non dovremmo?- mi domanda guardandomi e sorridendo –Oh sciocchino! Non sarai davvero arrabbiato per quello!-
Si avvicina a me e alza la mano, come per accarezzarmi il viso. Io le afferro il polso, bloccando il suo movimento sul nascere poi le allontano la mano, ritirando di scatto la mia come se mi fossi scottato.
-Ti ho sempre difesa da chiunque ti insultasse, ti ho amata, ti ho dato tutto, anche ciò che non potevo darti. I miei amici mi chiedevano se fossi venuto con un’Escort alle feste, io ho litigato con loro mille ed uno volte, alcuni dubitavano che tu avessi un cervello ed io ho cancellato i loro numeri dalla rubrica. Sono sempre stato sincero con te e tu? Tu mi hai sempre mentito, ti arrabbi perché sei gelosa di Eleonora mentre mi tradisci? Sul serio, Rebecca? Dici che sono tuo, mi baci mentre pensi ad un altro? Sai che ti dico? Cresci. Cresci e mentre lo fai vai pure a bruciarti i due neuroni che ti rimangono facendoti le canne con Christian. Ma non osare più chiamarmi o parlarmi. Ovviamente passeremo gli ultimi due giorni insieme ma tu starai con i miei genitori e non con me. Non rivolgermi più la parola, non guardarmi più se ti è possibile.-
E detto questo la guardo un’ultima volta mentre sento che gli occhi mi bruciano. Ricordo come la stringevo per la braccia, ricordo i suoi baci sul collo, le camminate interminabili, il mangiare la nutella insieme… Ricordo tutto eppure in ognuno di questi ricordi, ora, non posso fare a meno di vedere cose che prima non avevo mai notato o avevo deliberatamente ignorato: lei che sorrideva maliziosa a Christian mentre io parlavo con Sara, il suo sbuffare mentre rifiutavo una canna. Tutte queste cose non fanno altro che accrescere il peso che mi si è formato sullo stomaco. E’ come se stessi affogando e questo peso continuasse a spingermi sotto l’acqua, sempre più in profondità, impedendomi di risalire.
Faccio per andarmene ma lei avanza verso di me e mi afferra il polso, io mi divincolo dalla sua presa e prima di uscire in corridoio mi giro verso di lei: -E la cosa più stupida è che,nonostante tutto, continuo ad essere innamorato di te-
Lei mi supera e corre via –per quanto glielo permettano i tacchi- mentre io deglutisco e mi appoggio un attimo al muro, tentando di non cadere.
Raggiungo gli altri solo per avvisargli che vado a fare una passeggiata e, anche senza voltarmi, sento Eleonora che mi segue.
Mi siedo in una panchina, aspettando che lei si sieda al mio fianco. Siamo in una via isolata da tutto e da tutti ed io non ce la faccio più: i ricordi continuano a vorticare nella mia mente, insieme alle parole false, agli sguardi falsi ed ai baci ancora più falsi.
Tutta questa falsità mi fa scoppiare la testa e presto mi ritrovo, senza neanche sapere il come o il perché, abbracciato ad Eleonora mentre lei mi stringe come può tra le sue fragili braccia ed io mi lascio anche scappare qualche lacrima.
-Piangere non è da stupidi e neppure da deboli- mi sussurra nell’orecchio.
Così lascio che le lacrime scorrano, lente. Ed oltre che la rabbia esse sembrano portarsi appresso anche quel peso sul mio stomaco.
-Pensavo che mi amasse…-
-Non dire nulla- aggiunge lei nello stesso momento in cui le parole mi si bloccano in gola e si rifiutano di uscire.
Restiamo abbracciati per un tempo interminabile, quando finalmente non sento più l’imminente bisogno né di affogare né di piangere né quello di affogare nelle mie lacrime mi stacco da lei e le sorrido.
Il peso sul mio stomaco è diminuito e l’aria sembra essere diventata, tutt’a un tratto, quasi respirabile.
-Sei buffo- dice.
Io faccio una smorfia. –Rimango sempre bellissimo-
Lei ride ed io sorrido a mia volta.
Alziamo lo sguardo verso un cielo scuro, pieno di stelle e bellissimo.
-Credo davvero che tu sia la mia migliore amica- sussurro.
-Come…-
-Lo so che ci hai sentiti, ma non credo che ormai abbia importanza-
Lei annuisce e mi sfiora i capelli con una mano, io socchiudo appena gli occhi.
Improvvisamente un pensiero assurdo mi attraversa la mente, lo trovo immediatamente così stupido da essere veritiero, così sciocco da poter essere espresso ad alta voce.
-In questo momento credo che potremmo volare-
Lei annuisce.
E mentre socchiudo gli occhi riesco quasi a non pensare che ho appena lasciato la ragazza di cui sono innamorato.
Perché, santo Koala Marsupiano, potremmo volare!






Angolo autrice:
Salve a tutti!
Eccoci giunti all'ultimo capitolo, il prossimo sarà l'epilogo e poi saluteremo Nora.
Spero che questa storia vi sia piaciuta perchè io mi sono divertita moltissimo a scriverla.
Ci ho messo un po' prima di riuscire a scrivere gli ultimi tre capitoli questo perchè avevo molteplici dubbi tra i quali le varie coppie e la vera natura di Rebecca ma, una volta risolti questi dubbi,  ho scritto quetsi ultimi capitoli in tre giorni. Il tempo di revisionare l'epilogo e lo pubblicherò.
Non c'è molto altro da dire se non che non volevo finire nel banale e noioso, in una fine già sentita per questa ne ho scelta una che (probabilmente) vi sconvolgerà tutti ma è quella che mi è piaciuta di più tra le varie opzioni.
Sam
  
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