Camminavo per le vie di Santa
Mònica sfidando il vento che, furioso, si accaniva contro la
città.
La strada deserta sembrava
ancora più spaventosa e lugubre del solito, mentre mi
affrettavo stringendomi
il cappotto addosso. Era sera, il sole non si vedeva quasi
più...Rabbrividii.
Presto sarebbero usciti i desesperado, ed io non potevo farmi
trovare sola ed indifesa, in quei viottoli appartati…
Non ne avevo mai incontrato
uno, ma sapevo di loro quel tanto che occorre sapere: giovani
squattrinati che
vivono di notte, ubriaconi e disonesti, quelli che di lavorare non ne
hanno mai
voglia.
Feccia, come li definiva mio
padre.
Non li dovevo nemmeno
incrociare, i miei genitori ne avevano una paura folle ed io anche: moltissime ragazze, tra le
quali Clarissa( mia
cugina ) avevano subito il fascino di quei ragazzi scapestrati e senza
un futuro,
ed erano scappate con uno di loro, compromettendo l’onore e
la reputazione
dell’intera famiglia.
A casa, pronunciare il nome
di mia cugina era come proferire una bestemmia.
Dovevo assolutamente riuscire
a raggiungere la casa di Cecilia prima di incontrarne uno.
Svoltando a Ronda de
Sant’Antonio
mi ritrovai a Plaza del Ángel, e quasi correndo la
attraversai.
Sentivo l’ inquietudine
attanagliarmi, e non vedevo l’ora di sedermi a tavola con gli
zii e mangiare i
fantastici turròn
di Adelina…al solo pensiero l’acquolina mi
salì in bocca.
Forse sarei riuscita a convincere
la zia a
preparare anche i Churros per la colazione...chissà.
Oppure sarei riuscita a rubare un
po’ di vino dalla
cucina…mamma non mi permetteva di assaggiarlo, ma forse
Adelina si sarebbe
lasciata corrompere…
Avevo già superato la
piazza,
persa nei miei pensieri di golosa impenitente, che un’ ombra
mi varcò la
strada. Subito mi arrestai in preda al panico, il cuore che batteva a
mille.
La luce tremula del lampione
non mi permetteva certo di vederlo bene, ma riuscii comunque a
distinguere un
paio di lunghi pantaloni strappati, una maglietta nera e sopra, una
camicia
aperta con una stella disegnata sopra.
Desesperado.
Mi sentii svenire: dietro il
primo, altri 5 individui si avvicinavano ridendo...Erano tutti
altissimi ed
imponenti, non sarei mai riuscita a scappare. Appena videro che ero una
ragazza, si bloccarono, per poi avvicinarsi di nuovo.
Quello
davanti mi si accostò agilmente, ed io
mi lasciai sfuggire un lamento…Rimasi interdetta quando si
inchinò davanti a me
come un vero signore, dicendo allegramente:
-Buongiorno signorina! È
un
po’ tardi per girare sole solette, non Vi pare?
E scoppiò a ridere.
Poi, vedendo che non
continuavo, di girò verso i suoi compagni e
sibilò velocemente qualcosa che non
compresi,, ma che suonava come un ordine.
A quel suono, gli altri
arretrarono un passo, sempre sghignazzando terribilmente.
Invece lui si avvicin
-Posso sapere il Vostro nome
signorina?
Non potei fare a meno di
notare il suo sorriso sorprendente, mentre tendeva una mano verso il
mio viso
tra gli sghignazzi dei suoi compagni. Sentii il suo odore, forte e
muschiato,
mescolato con l’odore di alcool e fumo, e ne restai in parte
disgustata, in
parte ammaliata.
Nessun uomo che avessi mai
conosciuto aveva un odore così particolare, pungente.
Non appena posò la mano
sulla
mia guancia balzai all’indietro, nervosa e scattante.
Ciò non fece che
aumentare
l’ilarità del gruppo. Sentivo il sudore imperlarmi
la fronte e le tempie, le
mani mi tremavano.
- Siamo irrequiete signorina?
Non potei fare a meno di
notare il tono di voce tranquillo e caldo, quello che si usa per
calmare gli
animali. Ancora una volta, non risposi.
Ero pronta a scappare se si
fosse avvicinato di nuovo, se mi avesse toccato.
Ma lui non lo fece.
Mi chiese di nuovo il mio
nome, ed io, balbettando, riuscii a dirglielo.
- D-d-alila…
-Bene signorina Dalila,
è
stato veramente un piacere incontrarVi.
Mi auguro di rivederVi al
più
presto.
E con uno splendido inchino
ed un ultimo ghigno, si dileguò velocemente così
come era apparso, subito
imitato dai compari.
Sparirono tutti in un batter
d’occhio, lasciandomi sola ed ammutolita.
Appena dopo essermi ripresa,
iniziai a correre verso la casa degli zii, e non mi voltai
più indietro.
E qui si conclude il primo
capitolo, un po’ breve e poco chiaro…
Cara Hyla, spero di non
averti deluso e ti ringrazio moltissimissimo per la tua recensione!
Se avessi dell’idee su
come
far continuare la ff, le tue aspettative, non esitare a comunicarmele*.*
Bacio