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Autore: Sea    19/05/2015    6 recensioni
Si sa, il blocco dello scrittore può farti impazzire ed Ed Sheeran stava cominciando a perdere colpi. Non voleva partire, per fuggire dai suoi problemi gli bastava il suo appartamento, non aveva bisogno di vacanze. Eppure si trovava lì, intrappolato dal suo manager, senza poter gestire la sua vita come una qualsiasi persona.
Non voleva che qualcuno interrompesse la sua solitudine, ma successe. Quell'incontro avrebbe trasformato la sua gabbia dorata in una via d'uscita, ma ancora non lo sapeva. Il suo deserto stava per trasformarsi in una florida oasi. Così, visse.
ATTENZIONE: IL CAPITOLO "TERZO GIORNO - PT II" è STATO MODIFICATO IN QUANTO MANCANTE DI UNA PARTE DELLA NARRAZIONE, ORA REINTEGRATA NELLO SCRITTO.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ed Sheeran, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Beyond -




Amore non è amore se muta
 quando scopre un mutamento
o tende a svanire quando l'altro si allontana.
Oh, no! Amore è un faro sempre fisso
che sovrasta la tempesta e non vacilla mai;

amore non muta in poche ore o settimane,
ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio;
se questo è errore e mi sarà provato,
io non ho mai scritto,
e nessuno ha mai amato.

 
William Shakespeare
 



Non pensavano di poter provare un’emozione simile, non rientrava nel programma della loro vita. Avevano vinto il primo premio. Erano giunti alla meta. Stavano per scambiarsi la promessa.
Avevano lottato ogni minuto, da quando si erano incontrati e per un solo scopo. Erano giorni che non faceva altro che ripensare alla prima volta che aveva visto i suoi occhi: azzurri. Si chiese se per caso il destino avesse ficcato il naso nella sua vita, perché non era una cosa da tutti i giorni incontrare qualcuno per errore e incastrarselo nella testa come un sogno. La loro storia aveva dell’incredibile e del banale, era assurdo per quel mondo così reale eppure così scontato in quello delle favole. Una banale storia semplice.
L’aria polverosa rifletteva la luce antica che filtrava dalle vetrate e guardò il soffitto. Era in chiesa in abito elegante, per il suo matrimonio e si sentiva come un pesce fuor d’acqua, come se non fosse lui lo sposo, come se il suo alter ego stesse simulando quell’evento, ma ogni tanto il tremito delle sue gambe gli ricordava che non stava dormendo nel suo letto a New York. Era proprio lì, in piedi, i capelli rossi accesi alla luce di quella mattinata, inaspettatamente spettinati come sempre. La musica dell’organo quasi gli provocò un infarto.
Quando la vide percorrere la navata, col suo abito semplice, non riuscì a trattenere il sorriso né le lacrime. Qualcuno aveva detto che quello sarebbe stato il giorno più bello della sua vita, ma non era vero. Nessuno poteva sapere quale sarebbe stato il giorno più bello, con lei, per il momento aveva soltanto un giorno preferito: quello in cui aveva capito che lei gli avrebbe cambiato la vita.
Da quando gli aveva detto sì, ogni cosa si era completamente trasformata, anche la visione che aveva di se stesso, come se avesse preso il suo vecchio io ferito e lo avesse scaricato da qualche parte, per vestirsi di quel nuovo Edward – sì, perché adorava sentire il suo nome uscire dalle sue labbra piccole. Era un uomo – un uomo davvero - e aveva una donna – la sua. Non una qualsiasi, ma la donna che aveva scelto. Erano lì perché si erano scelti e l’avevano voluto insieme. Nonostante tutto, nonostante tutti.
La sua vita era sempre stata un continuo vagabondare, di treno in treno, di città in città, di donna in donna, ma quel viaggio senza soste era parte di lui, lo rappresentava. Non aveva mai avuto un posto fisso in cui stare per sempre, il suo spirito era libero. Ora, anche se avesse continuato a viaggiare, avrebbe avuto un posto al quale il suo cuore poteva sempre tornare ed era lei, il cui sorriso era largo e accogliente proprio come una casa.
I loro parenti e amici erano seduti sulle panche e li guardavano, commossi. Non avrebbero mai potuto comprendere cosa stessero provando loro, cosa stesse provando lui: l’emozione incomparabile di realizzare che tutto ciò che lo circondava fosse reale.
Non sapevano che loro non si erano mai chiesti niente, nessuna promessa, nessun giuramento, prima di allora, non ne avevano bisogno. Come diceva una canzone a cui era particolarmente affezionato, “Those three words are said too much. They’re not enough”.
Contava solo la loro volontà di amarsi e di accompagnarsi ogni giorno, consapevoli dei fatto che la strada non era facile, ma ne valeva la pena.
Aveva imparato che l’unica cosa che conta, nella vita, è l’amore che puoi dare. La felicità stava tutta lì - in quella di lei.
Tutte le chiacchiere sui clichè, sul destino, sul caso, non avevano più alcun significato nel momento in cui le prese mano. La sensazione della sue dita, in quel preciso istante, mentre suo padre la lasciava a lui per sempre, gli diede la stessa emozione che si prova quando si taglia un traguardo: il cuore ti scoppia per la corsa e non vedi l’ora di fermarti, ma non fai in tempo a renderti conto di aver vinto che stai già cercando di contenere tutta la gioia che provi.
Cosa si prova quando ci si sposa? Se l’era chiesto per lunghi e interminabili giorni di lavoro, mentre lei girovagava con sua madre per organizzare la cerimonia. Ora lo sapeva.
Vedere i suoi occhi lucidi e non pensare ad altro, gli faceva capire di aver cominciato la prima pagina del resto della sua vita. Stavano già scrivendo.
Forse qualche volta avrebbero finito l’inchiostro e un giorno il libro sarebbe finito, ma non aveva paura quando lei gli stringeva la mano, perché sapeva che di quella vita avrebbero riempito ogni spazio bianco. In passato, avevano affrontato momenti bui, in cui credeva di essersi perso, ma poi lei gli apriva gli occhi e faceva tornare la luce. Per quella vita, voleva farle lo stesso dono: essere la sua strada, il suo porto, la sua spalla.
Avvolto in quell’abito da sposa, c’era un essere umano nel quale si riconosceva per quello che era, nei suoi occhi chiari era la sua oasi, tra le sue braccia la sua casa, tra le sue dita il suo futuro. Era qualcosa di semplicemente inspiegabile il modo in cui lei lo riconosceva come una persona e basta, qualcuno che ha paura, rabbia, tristezza. Qualcuno che può perdersi per strada come un qualunque turista o che può mangiare una pizza seduto sui gradini di una fontana. Gli stava facendo il più grande dono, nella vita: amare ed essere amati, per ciò che si è.
La gente non lo sapeva, ma lui l’amava per quell’infinito viaggio in se stesso che gli offriva e che avrebbero percorso in due, come una canzone scritta a quattro mani e cantata a due voci.
Insieme. Insieme. Insieme.
  • Giuro di esserti fedele sempre.
Stava guardando all’altra metà di sé.
  • Nella gioia e nel dolore, in ricchezza e in povertà, in salute e in malattia.
Il petto gli bruciava.
  • E di amarti e onorarti.
L’amava, non sapeva altro.
  • Finché morte non ci separi.
Fissò i suoi occhi, senza mai smettere di tenerle la mano e quando il prete gli diede il permesso, mosse un passo verso di lei, sperando per un attimo che tutti sparissero per non violare quel momento. Chiuse gli occhi e non sentendo la terra sotto i piedi, sentiva di poter levitare.
Quando per la prima volta toccò le sue labbra come suo marito, capì cosa fosse la vita e inspirò d’istinto, come se quell’amore gli togliesse anche l’aria.
Non importava dove, come, quando. Loro avrebbero vissuto.
Erano un amore in fiamme.
Come un sole rosso acceso.
Insieme.
 
Oltre.




 
I need your grace
 to remind me
 to find my own.
(Ho bisogno della tua grazia per ricordarmi di trovare la mia)

Forget what we're told,
 before we get too old. […]
(Dimentica cosa ci hanno detto, prima che invecchiamo troppo)

Show me a garden that's bursting into life.
(Mostrami un giardino che esplode di vita)

All that I am,
 all that I ever was, 
is here in your perfect eyes,
(Tutto ciò che sono, tutto ciò che sono sempre stato, è qui nei tuoi occhi perfetti) 

they're all I can see.
(essi sono tutto ciò che posso vedere)

I don't know where,
 confused about how as well,
(Non so dove, sono confuso anche sul come)

just know that these things will never change for us, at all.
(sappi solo che queste cose non cambieranno mai per noi)

If I lay here, 
If I just lay here,
(Se mi stendessi qui, se semplicemente mi stendessi qui)

would you lie with me and just forget the world?

(ti stenderesti con me e dimenticheresti il mondo?)

[Snow Patrol – Chasing cars]



 
Angolo autrice:

Non sapete quanto mi costa postare l'ultimo capitolo, ma sì, ci siamo. La storia è finita.
Spero di avervi lasciato qualcosa, una minima parte della mia mente e delle mie sensazioni.
E spero anche che questo finale sdolcinato sia più significativo di quanto si possa pensare.
Ringrazio tantissimo le persone che hanno recensito, mi avete dato una bella carica e una grande soddisfazione, quindi grazie, grazie, grazie. :)
Un inchino a chi ha letto la storia in silenzio, facendo salire ogni giorno il numero delle visite ad un livello inaspettato, un abbraccio anche a voi.
La canzone a cui si riferisce Ed dicendo "Those three words are said too much. They're not enough." è proprio la canzone della citazione finale, la quale rientra davvero tra le preferite di Ed Sheeran (a quanto pare) e che, secondo me, lo rende reale più che mai.
Vi lascio il link della sua cover live: https://www.youtube.com/watch?v=zEficHEmxhs
Grazie ancora a tutti. :)
Alla prossima,

S.
  
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