I- Assolutamente, totalmente impossibile
Sakura
tolse il camice bianco e lo lasciò cadere sulla sedia.
Si
stiracchiò le braccia e si massaggiò il collo.
Quella era stata
una giornata particolarmente pesante.
«Sakura-sama!» la
chiamarono a gran voce.
Per un attimo temette in un'emergenza ma
poi si accorse che a chiamarla era stata uno dei giovani apprendisti
che avevano appena concluso il turno con lei.
«Shinta, quante
volte devo dirti di chiamarmi solo Sakura?» disse al giovane
ragazzo.
Non si era ancora abituata ad essere considerata una
sensei dai ragazzi più giovani.
E se una parte di lei apprezzava
il modo in cui essi la guardavano con tanta ammirazione dall'altra
rappresentava una grossa responsabilità che temeva di non
essere
capace di gestire.
«Shinta, devi per caso dirmi qualcosa?»
chiese al ragazzo, notando che stava sull'uscio, intento a fissarla
senza dir nulla.
Lui abbassò lo sguardo, i riccioli biondi li
caddero sul volto.
Sakura cominciò a preoccuparsi seriamente, era
forse accaduto qualcosa che lui temeva di dirle. Per quello il
suo volto era diventato tanto rosso?
Shinta prese un grosso
respiro e poi esclamò, tutto d'un fiato:
«Sakura-sama, io mi
chiedevo se volessi venire con me a mangiare qualcosa!»
Sakura
sospirò di sollievo.
Si trattava solo di questo, allora.
«Scusa
Shinta ma non sono in vena di uscire.» gli rispose:
«Sono stanca
morta, non vedo l'ora di andarmene a casa.»
Gli occhi castani del
ragazzino si fecero lucidi.
«Ho sentito che gli altri ragazzi
stavano organizzando un'uscita in comune, puoi unirti a loro,
così
non sarai solo.» commentò Sakura passandogli
accanto per uscire
dalla stanza e dandogli una piccola pacca sulla spalla, prima di
salutarlo.
«Sakura-sama, grazie!» esclamò lui,
prima di
scappare via.
Sakura lo fissò allontanarsi, confusa.
Tra tutti
i ragazzi che aveva ora sotto la sua ala, Shinta era quello che lei
trovava più determinato ma anche più strano.
Sapeva
entusiasmarsi per poco ma al tempo stesso, tanto era facile per lui
abbattersi.
Si riavviò, immaginandosi il bagno caldo che
l'aspettava a casa. Non vedeva l'ora di immergersi nell'acqua calda,
tra le bolle ed il sapore di sapone alla ciliegia.
Salutò le
ragazze della reception ed uscì dall'ospedale.
C'era un leggero
venticello primaverile, Sakura si strinse un po' più forte
nello
spolverino rosso che indossava.
Mentre si avviava verso casa sua,
però notò una figura familiare che sonnecchiava
su una panchina.
Se
ne stava seduto con le braccia incrociate, le gambe distese davanti a
lui e la bocca semi-aperta.
Lei gli si avvicinò, pronta a
rimproverarlo.
Come poteva il futuro hokage, dormire a quella
maniera, all'aria aperta, davanti a tutti!
«Naruto!» gridò
quando gli fu dinnanzi.
Il ragazzo però non accennò ad aprire
gli occhi, anzi si voltò sul dorso e mormorò:
«Sakura-chan,
perché non ti innamori di me?»
Sakura lo fissò confusa.
Doveva
aver capito male. Doveva aver assolutamente capito male.
Le sue
guance si infiammarono.
«Baka!» esclamò scuotendolo
così forte
da farlo svegliare.
Naruto si stropicciò gli occhi.
«Oh
Sakura-chan, sei tu.» disse poi, quando la notò.
Sakura gli tirò
un pugno sulla testa.
Come poteva essere tanto tranquillo dopo
aver detto una cosa del genere!
Naruto si massaggiò la testa
chiedendole cosa avesse fatto.
«Fa freddo e tu ti metti a dormire
su una panchina!» lo rimproverò lei, mentendo sul
vero motivo del
suo pugno.
«Mi devo essere addormentato mentre ti aspettavo.»
rispose lui.
«Ti ho già detto che non c'è bisogno
che mi
accompagni a casa tutte le sere!» gli fece notare Sakura.
«Ma
ultimamente ci vediamo sempre così poco,»
sbuffò Naruto: «Questa
è l'unica occasione che ho per passare un po' di tempo con
te.»
Era
vero. In quel periodo Tsunade stava sempre più lasciando il
lavoro
in ospedale a Sakura ed al tempo stesso erano sempre più i
compiti
da hokage che affidava a Naruto; le uscite pomeridiane e gli
allenamenti quotidiani del team 7, ormai erano solo un ricordo
lontano.
Sakura sospirò ma si avviò, permettendo al
ragazzo di
seguirla.
Lo osservò di sottecchi, in quegli ultimi anni era
cresciuto di qualche centimetro e si era fatto più
muscoloso. I
capelli biondi erano un po' più lunghi di prima e i
lineamenti
paffuti avevano lasciato il posto ad un viso più smagrito e
fine.
Non c'era da stupirsi se ultimamente diverse ragazzine
avevano cominciato a ronzargli intorno.
Perfino lei doveva
ammettere che si fosse fatto un bel ragazzo. Anche se purtroppo
rimaneva sempre il solito baka.
Perchè non ti innamori di
me?
Quella frase le rimbombò nella testa. Un brivido le scese
lungo la schiena.
Già perché? Si
ritrovò a
chiedersi.
Perchè non è per niente il mio tipo.
Si
disse.
«Sakura-chan, lo sai che la mia raganella è quasi
piena,
presto potrò offrirti una porzione doppia di ramen
all'ichiruki!»
gli disse lui, affiancandola, ignaro dei pensieri che ora le
affollavano la testa.
E perché non ha alcun senso del
romanticismo. Continuò.
«Sakura-chan, stai bene? Hai tutto
il volto rosso!» le chiese lui.
E perché non capisce affatto
i sentimenti di una donna. Aggiunse lei alla lista.
«Sto
benissimo,» sbuffò: «E' solo che fa
freddo...»
«Ehi potremmo
stringerci l'un l'altro, così ci scalderemo a
vicenda!» propose
l'altro fiducioso.
Ed è stupido. Assolutamente, totalmente
stupido. Concluse Sakura.
«Mai!» esclamò ed allungò il
passo.
No, non c'era nessuna possibilità che lei potesse
innamorarsi di Naruto.
E' impossibile. Assolutamente,
totalmente impossibile. Pensò.
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Buonasera!
:3
Come vedete ho deciso di cimentarmi in qualcosa di nuovo, una
fanfiction a capitoli! :D
Questo primo capitolo è una sorta di introduzione. La storia
è ambientata qualche anno dopo la guerra. Mi piace l'idea
di un Naruto e soprattutto una Sakura più matura,
anche se come avete potuto notare non sono poi cambiati molto da come
erano in passato :p
Altra nota, nella ff l'hokage in carica è sempre Tsunade, per cui non è stata sostiuita da Kakashi al termine della guerra (non che io ce l'abbia con lui ma non capisco proprio il motivo di questa scelta di Kishimoto, quel posto spettava a Naruto!)
Grazie della lettura :3
Rimi