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Autore: Jules_Kennedy    26/05/2015    3 recensioni
Shanks, dopo la morte di Makino, deve gestire due figli scatenati e famelici.
Rufy e Sabo, figli del rosso, non stanno mai lontani dai guai, e la cosa sembra non importargli granchè.
Killer e il suo fratellino Kidd vivono in una tranquillità costruita a fatica, ma sempre pronta a scoppiare.
Corazon cerca una cura per qualcosa che affligge suo nipote Law, impedendogli di essere come gli altri bambini.
Perona ed Ace vivono insieme all'orfanotrofio, quando un giorno lei scompare dalla vita di lui.
Come può un intreccio così incasinato di vite, trovare la propria armonia?
La risposta in realtà, è semplice.
Con un sorriso.
Genere: Comico, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Ace/Rufy, Corazòn, Donquijote Rocinante, Eustass Kidd, Un po' tutti | Coppie: Eustass Kidd/Trafalgar Law, Nami/Zoro
Note: AU, Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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RIVELAZIONI (PARTE PRIMA)
 
 
La villa sembrava silenziosa, immersa nel buio che la notte le concedeva e illuminata solo da qualche sporadica lucina. Nei sotterranei dell'abitazione, in una stanza illuminata solo dalla luce della luna, qualcosa stava accadendo.
 
-Che ne dici, fratellino? E' una condizione più che valida. Puoi avere la mia parola che Law vivrà come un re. Lo terrò sempre con me, e gli permetterò di diventare il mio braccio destro. Ha potenziale, non credi?- ridacchiò Donquixote Doflamingo, assolutamente impassibile di fronte al biondo incatenato ed insanguinato che inginocchiato davanti a lui, dal canto suo ansimava e faticava palesemente per restare sveglio. Posò per un attimo la pistola, concentrandosi sui suoni sconnessi che provenivano dal corpo martoriato di suo fratello. Gli si avvicinò, sollevandogli il mento sozzo di rossetto sbavato e sangue, un attimo prima di sentire la saliva che gli era appena arrivata sulla guancia.
Alzò lo sguardo furioso protetto dagli occhiali sugli occhi di Rocinante, constatando come la lucida follia che li animava era l'unica cosa che aveva impedito al biondo incendiario di mollare, nonostante le percosse, nonostante le minacce, i tagli, gli spari.
 
Corazon era ancora li, forte come non mai e deciso a non demordere. E se non gli bastava l'avergli sputato addosso, l'uomo incatenato ghignò debolmente, godendo dell'espressione infuriata del fratello.
 
-Fammi quello che vuoi, Doflamingo, ma Law non tornerà mai più da te. Hai abusato di lui più di quanto ti fosse permesso, e io sono sicuro che c'è chi lo proteggerà da te. Non lo avrai così facilmente, bastardo!- sibilò roco, tossendo e rabbrividendo per il sapore ferrugginoso ed amaro del sangue che sentiva in bocca. Non avrebbe resistito a lungo, ma doveva far si che Law avesse quanto più tempo possibile per scappare. Con una buona dose di fortuna e confidando nella perspicacia di Penguin e Shachi, forse il piccolo aveva una speranza.
 
Speranza che venne prontamente smantellata dal suo biondo fratello, sul cui volto si era appena dipinta un'espressione soddisfatta e di scherno.
 
-Ne sei convinto, Rocinante? Non ti sei chiesto come mai Vergo non sia qui stasera?- chiese infatti con voce calma il biondo in rosa, attendendo che la mente annebbiata di Corazon si mettesse in moto.
L'incatenato ci mise meno di un secondo per associare quella coincidenza con la sua momentanea assenza da casa. Impallidì, inghiottendo saliva inesistente e sudando freddo. Alzò di poco il volto, intercettando per l'ennesima volta lo sguardo celato dagli occhiali di Donquixote Doflamingo, che dal canto suo se la rideva soddisfatto.
 
E se Rocinante aveva fino all'ultimo dato tutto se stesso per permettere a Law di scappare, ogni convinzione cadde quando vide quel ghigno sadico dipingersi sulla faccia del biondo in piedi davanti a lui.
 
Doffy aveva mandato Vergo, il più forte, il più fidato dei suoi a prendere Law, ora come ora, la situazione non poteva essere più nera di così.
Nemmeno si accorse Rocinante dell'ennesimo sparo che si andava a conficcare nella sua spalla, rimbombandogli nella testa e facendolo gemere di dolore.
Strinse i denti, chiudendo gli occhi e pregando in tutti i modi che conosceva che Law si salvasse. Ripetè quella richiesta nella sua mente senza nemmeno contare più le volte, dondolandosi in avanti e indietro e ignorando quello che stava accadendo attorno a lui.
Sentiva i sensi intorpidirsi a causa dell'ingente perdita di sangue, l'udito farsi un flebile ronzio e la vista oscurarsi completamente.
Prima di crollare in un sonno che sarebbe anche potuto durare per sempre, ripensò un'ultima volta al piccolo Trafalgar, e chiese per l'ennesima volta che qualcuno lo salvasse.
 
Sperava in un miracolo, è vero.
 
Si abbattè sul pavimento freddo, ancora incatenato e dolorante. Ogni pensiero si era dissolto con la sua coscienza, e adesso nulla prendeva forma nella sua mente.
 
Forse era un bene, ma non poteva sapere che almeno momentaneamente, quel miracolo in cui sperava con tutto se stesso e che aveva salvato Law ed ucciso Vergo quella notte esisteva, e aveva preso forma nella persona di Drakul Mihawk.
 
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Luce. Una luce fastidiosa, penetrante e forte colpì i suoi occhi, costringendolo ad aprirli svogliatamente.
 
Kidd si toccò cauto la testa dolorante, non distinguendo bene i contorni della stanza attorno a lui. Non era a casa sua, questo lo aveva capito, e i suoi ricordi sugli eventi di quella sera erano frammentari e sconnessi.
Un tipo vestito di bianco che colpiva prima un ragazzo dai capelli castani che si era fiondato nella sua stanza, per poi strappargli Law dalle braccia. Il piccolo rosso si era svegliato di soprassalto, incrociando gli occhi terrorizzati di Law, che come un disperato si dimenava tra le braccia dell'uomo, e quella sensazione che lo aveva attanagliato quello stesso pomeriggio era tornata a farsi strada in lui, costringendolo a tirarsi fuori dal suo nascondiglio e a fiondarsi contro l'imponente aggressore, il quale senza esitare l'aveva scaraventato contro il muro, zittendolo con una pedata.
Kidd aveva perso conoscenza, e adesso mentre si stirava lentamente, sentiva il corpo indolenzito e la testa in fiamme. Si guardò attorno, mettendo a fuoco una stanza spoglia con le pareti dipinte di viola, un semplice armadio, una piccola scrivania e due letti, uno dei quali era quello su cui si trovava il rosso adesso.
 
Si accorse solo dopo tempo che c'era una piccola figura avvolta nell'ombra, che lo fissava con due occhioni neri pieni di sorpresa e timore che aspettavano solo di essere notati. Kidd sentì infatti uno sguardo su di se, accorgendosi solo in quel momento che una bambina stava seduta in mezzo ai due lettini, seduta su una sedia di legno. Aveva grandi occhi neri circondati da lunghe ciglia e dei lunghi capelli rosa che le scendevano lungo le spalle, arrivando oltre il bordo della sedia stessa. Nel momento in cui i loro sguardi si incrociarono, entrambi i bambini rimasero in silenzio, perfettamente consci di quello che stava accadendo attorno a loro.
L'atmosfera pesante si faceva sentire, e senza nemmeno pensare a qualcosa da dire (cosa strana per il rosso, che di solito aveva sempre qualche stronzata da buttare giù con chiunque), Kidd si ritrovò ad ascoltare le parole flebili e leggere che provenivano dalla bambina, che a quanto pare, aveva deciso di rompere il silenzio che si era creato tra di loro. Parlava piano, mentre stringeva un orso dalle fattezze molto strane.
 
-Io sono Perona. Tu devi essere Kidd. Tutti gli altri sono di sotto, e stanno bene.. almeno credo. Sei nella mia stanza, anche se avrei preferito volentieri che mio padre ti avesse tenuto giù di sotto con gli altri. I ragazzi grandi si sono ripresi, ma l'altro bambino non si è ancora svegliato.. sembra davvero morto. Papà dice che è sotto shock, o una cosa del genere. E non mi guardare così, sono solo curiosa! Origliare non è mica una cosa cattiva!- si lamentò la piccola rosa, sentendo lo sguardo indagatore ed accigliato del rosso seduto sul suo letto posarsi su di se. Non solo lei gli prestava il suo lettino, quello doveva pure ringraziarla così, facendola sentire una spiona! Ma guarda un po' che ingrato!
 
Questo pensava Perona, mettendo su un broncio che non scalfì nemmeno per sogno l'espressione seria di Kidd, il quale dal canto suo, si era fermato alla frase "L'altro bambino non si è ancora svegliato.. sembra davvero morto." Sapeva in cuor suo che la rosa che stava parlando di Trafalgar, e non seppe spiegarsi perchè quelle parole avevano creato istantaneamente una voragine nel suo cuore, un vuoto che mai aveva sentito in vita sua, tranne quando la sua vita era cambiata del tutto, privandolo della sua famiglia. Non voleva e non pensava che avrebbe mai dovuto risentirsi così, spaventato e debole. E poi quel Trafalgar lo conosceva da quanto, un giorno? E gli era bastato così poco per far si che quello stupido moccioso avesse un posto così grande nella sua mente.
 
Kidd del resto non era un bambino che si affezionava. Trattava tutti in modo burbero e scontroso, si parava dietro alla facciata di bullo, ma il suo cuore era fragile, e bastava stringerlo con troppa forza per farlo scoppiare.
E mai avrebbe creduto che qualcun altro oltre a sua madre lo avrebbe mai fatto ripiombare in quello stato di ansia e panico in cui ora si trovava ora costretto a versare. Con uno scatto veloce ignorò le proteste della bambina, trascinandola silenziosamente e rabiosamente fuori dalla stanza per un braccio ed intimandole di mostrarle dove fossero tutti, e senza menzionarlo direttamente, dove fosse Law.
 
Si appiattirono contro la ringhiera che correva lungo il piano rialzato, stringendo le sbarre con le manine e aguzzando la vista per carpire quanti più particolari della scena di fronte a loro. Perona aveva già visto Killer e Penguin (anche se non sapeva davvero i loro nomi) seduti sul divano del piano di sotto, con la testa fasciata e pieni di lividi. Un'altro ragazzo dai capelli castani, che le pareva di aver sentito chiamare Shachi aveva in braccio il ragazzino moro, Law, che pallido e tremante riposava con la testa contro il suo petto. Di fronte a loro, sulle poltrone di casa Mihawk sedevano Drakul e un uomo dai capelli rossi come quelli di Kidd, con una cicatrice sul volto ed un'espressione grave in viso.  
 
Sia Kidd che Perona acuirono quanto più possibile il proprio udito, cercando di capire di cosa stessero discutendo tutti quanti proprio sotto di loro.
 
E quello che il rosso sentì, bastò a peggiorare ancora di più il suo terrore.
 



ANGOLO AUTRICE
Lo so. Avete tutto il diritto di linciarmi, ma mi scuso davvero. Non so più dove trovare il tempo per aggiornare, quindi pubblico questo capitolino ino ino (la seconda parte è già quasi completa, domani o massimo dopodomani la caricherò) che spero sia di vostro gradimento, anche perchè iniziamo a vedere la storia evolversi.. e sopratutto i sentimenti di Kidd iniziano a farsi sempre più forti u.u
 
Davvero, scusatemi per la ristrettezza di questa mini introduzione, mi rifarò con il prossimo, promesso! :3
 
Un bacio e alla prossima <3
 
Jules
   
 
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