Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Ghost Writer TNCS    03/06/2015    2 recensioni
Secondo racconto della saga La via degli assassini (sequel di VdA - 1 - La Contessa di Genseldur).
Hélene Castillon, forte dei suoi innumerevoli successi, ha sia il talento che la volontà per essere la migliore, ma per chi percorre la via degli assassini, vanità e senso della giustizia sono sentimenti pericolosi.
Un giorno si sveglia in una stanza sconosciuta, con un occhio bendato e il corpo indolenzito. I ricordi sembrano inaccessibili, invece le basta vedere la sua immagine riflessa per ricordare ogni cosa e scoppiare in un pianto irrefrenabile.
Cosa può aver spinto una sicaria nobile e infallibile come lei a versare tutte quelle lacrime?
Domande? Dai un'occhiata a http://tncs.altervista.org/faq/
Genere: Azione, Fantasy, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

1. Solo sesta?!

Data: 4124 d.s., quarta deca
Luogo: pianeta Raemia, sistema Mytho
 

«Signorina, il suo tè.» annunciò il golem e il suo viso antropomorfo simulò un sorriso, la sua padrona però era troppo occupata a leggere una rivista per dargli retta.

All’improvviso serrò le dita sulla carta.

«Qualcosa non va?» le chiese l’automa con voce cordiale e tutto sommato abbastanza espressiva.

Hélene sbatté la rivista sul tavolo, rischiando così di rovesciare il tè ancora caldo. «È inammissibile! Come hanno osato, questi ignoranti!»

«C’è qualche problema?» ripeté il golem.

«Guarda tu stesso! Hanno stilato una classifica dei dieci migliori assassini della nazione, e indovina in che posizione mi hanno messa? Sesta! Ma ti rendi conto?! Sesta! Io!»

Il cameriere artificiale, i cui elaboratori logici avevano già affrontato più volte situazioni simili, lesse rapidamente i primi nomi della classifica. «Signorina, non se la prenda. Roman Tadarés è il più temuto assassino di tutta Hendo e Sar’ren Duivelzoon è il sicario migliore al servizio di Marcel Aubierre, molto probabilmente hanno messo loro in cima alla lista perché lavorano per i due clan di assassini più potenti della nazione.»

«Però nessuno di loro ha fatto fuori Novik “Freccia Blu” e la sua banda, o sbaglio?! Sono stata io a farlo! Nessuno dei tirapiedi di Aubierre c’è riuscito, e quegli idioti di Hendo hanno già mangiato la mia polvere quando ho ammazzato Senarie prima che quelli avessero il tempo di trovare Etienne!»

«Ma signorina, se avessero messo lei al primo posto, a quest’ora si troverebbe già una dozzina di sicari alle costole; quelli della rivista invece dovrebbero guardarsi le spalle dai Tadarés, dato che la loro sede principale si trova nella città di Hendo.»

«Me ne infischio dei sicari e di quei giornalisti incompetenti! Io sono la migliore, e glielo dimostrerò!» Si alzò con impeto, quasi ribaltando la sedia, quindi si allontanò a grandi falcate senza degnare di uno sguardo il suo tè.

Aveva bisogno di rilassarsi, di fare qualcosa che le togliesse dalla mente quella stupidissima classifica. Aveva già in programma di vedersi con le sue amiche, prima però c’era un’oretta libera da riempire. Osservò il suo guardaroba e fu allora che si accese l’idea: chissà se era arrivato il nuovo profumo di cui le aveva parlato Monique…?

***

«Hélene…? Hélene, sei ancora con noi?»

La giovane si riscosse, quasi come se ricordasse solo in quel momento di essere in compagnia delle sue migliori amiche. «Eh? Ah, sì… Scusa, cosa stavi dicendo?»

Hélene ascoltò la sua amica che le spiegava del nuovo locale che avevano aperto a pochi isolati di distanza, ben presto però la sua mente venne invasa da una valanga di altri pensieri: lei era una persona estremamente egocentrica e vanitosa, quindi non le andava proprio giù di essere arrivata sesta.

In genere quando aveva un problema, lo confidava alle sue amiche e questo l’aiutava a metabolizzarlo anche quando non trovavano una soluzione adatta, le cose però cambiavano se il problema coinvolgeva la sua altra vita. Non poteva certo rivelare alle sue migliori amiche che lei era la Contessa di Genseldur. Di sicuro l’avrebbero abbandonata, e tutto sommato non avrebbe nemmeno potuto biasimarle: chi vorrebbe essere amico di un assassino, per quanto nobile e infallibile?

In effetti tutta la sua vita era stata costruita sulle menzogne. A partire dal nome “Hélene Castillon”: aveva deciso di utilizzarlo per dare prova della propria indipendenza, era un nome che si era data da sola, le piaceva e la faceva sentire importante, ma a conti fatti era solo una delle sue tante maschere. Quelli che la conoscevano credevano che lei fosse la nipote di un ricco uomo d’affari straniero che di tanto in tanto le inviava del denaro, ma in realtà lei era solo un’orfana, una figlia di nessuno. Perfino la data del suo compleanno l’aveva decisa lei, facendola corrispondere al giorno in cui aveva incontrato Morpheus Grimbèle, il suo “zio” nonché padre adottivo.

«A proposito, voi l’avete sentito di quegli assassini di Hendo che sono venuti qui nelle ultime settimane?» disse ad un tratto Morgaine, la ragazza mora.

«Oh, sì!» esclamò Laurine, quella con le leggere lentiggini, «Aspetta, come si chiamano…?»

«Tadarés.» rispose Hélene senza nemmeno pensarci.

«Ecco, proprio loro!» annuì Laurine «Sapete, vi confesso che sono un po’ preoccupata. Già qui a Genseldur ci sono gli uomini di Aubierre e altri tagliagole, ho paura che l’arrivo di questi… Tadarés possa creare dei problemi… E se scoppiasse una guerra per la città?»

La Contessa, per niente entusiasta di essere assimilata agli “altri tagliagole”, cercò di dissimulare la propria stizza per rassicurare l’amica: «Non devi preoccuparti, sono certa che andrà tutto bene. È vero che qui ci sono molti assassini, però in genere non uccidono la gente comune. Non ne trarrebbero nessun beneficio dato che lavorano su commissione.»

«Questo è vero, però sono pur sempre degli assassini.» le rammentò Morgaine.

Hélene non voleva sbilanciarsi troppo, così si limitò ad un sorriso conciliante.

«Beh, io adesso devo andare al lavoro.» affermò Laurine alzandosi.

«Anche io è meglio che vada, ho ancora un mucchio di cose da preparare per la festa.» annuì la ragazza mora.

Le tre amiche si salutarono e Hélene si incamminò verso casa con passo pensieroso. Effettivamente le voci sull’arrivo dei Tadarés le aveva sentite già da un paio di settimane nei suoi giri notturni e, sempre stando a quando era riuscita a cogliere, Aubierre non aveva preso per niente bene la cosa. Quelli di Hendo sembravano intenzionati ad espandere la loro influenza anche a Genseldur, quindi c’era il forte rischio che scoppiasse davvero una guerriglia tra le due fazioni. C’erano anche già state delle morti molto sospette da entrambe le parti.

Superò senza nemmeno farci caso una vetrina piena di scarpe, quindi voltò l’angolo.

Dato che lavorava a Genseldur, non le sembrava molto furbo macchiarsi le mani col sangue di uno degli uomini di Aubierre, viceversa se avesse ucciso uno dei Tadarés, avrebbe potuto dimostrare a tutti la sua abilità. Meglio ancora se era uno di quelli in cima la classifica.

Quando il golem-cameriere le aprì la porta, trovò la sua padrona decisamente di buon umore: alla fine le sue amiche erano comunque riuscite a darle una mano per risolvere il suo problema…

***

Quella notte, una sagoma scura osservò dall’alto di un campanile la città sottostante. Il vestito aderente nero col cappuccio la rendeva quasi invisibile e una mascherina le copriva gli occhi.

Senza paura la Contessa si lasciò cadere e in un attimo prese velocità. Al momento giusto mosse le braccia e le Ali di Vento la sospinsero verso l’alto, permettendole di atterrare con eleganza sul vicino tetto.

Amava quel congegno, la faceva sentire libera, viva, come se lei stessa fosse parte del cielo notturno. Era indubbiamente il più bel regalo che Etienne le avesse mai fatto, soprattutto da quanto il tarchiato ingegnere ne aveva quasi raddoppiato l’autonomia.

Con grazia e leggerezza saltò oltre il cornicione e mosse le braccia come ali, raggiungendo il palazzo di fronte senza il minimo sforzo. Grazie al suo dispositivo le ci vollero pochi minuti per raggiungere la sua meta, un piccolo negozio di libri e mappe. A quell’ora doveva essere chiuso, e invece ben presto vide una figura incappucciata che entrava dall’ingresso secondario.

Ancora una volta le voci raccolte da Sam si erano rivelate fondate…

La Contessa sollevò il boccale pieno di albièr e ne bevve una sostanziosa sorsata. «Ho sentito che i Tadarés stanno cominciando a farsi notare, sai dirmi qualcosa di più?»

Il proprietario del locale le lanciò un’occhiata indagatrice. «Come mai ti interessa? Non per farmi gli affari tuoi, solo ti consiglierei di non immischiarti nei loro affari…»

Hélene si strinse nelle spalle. «Non ti preoccupare, sono solo curiosa. Del resto sono pur sempre un’abitante di Genseldur. Ma non ti nascondo che non mi dispiacerebbe dimostrare a quelli là di che pasta siamo fatti qui da noi…»

«Fammi indovinare, sei seccata perché quelli dell’Occhio del Sole ti hanno messa sesta, dico bene?»

Le dita guantate della ragazza si serrarono sul boccale. «Allora, sai qualcosa o no?»

Sam non poté fare a meno di sorridere: aveva proprio fatto centro. «Sì, sì, certo che so qualcosa. Le mie fonti mi assicurano che c’è almeno una mezza dozzina di assassini dei Tadarés in città, e tra questi c’è anche Hanzo de Sauze, il terzo classificato per quelli dell’Occhio del Sole. Poco fa mi hanno anche riferito che dovrebbe incontrarsi proprio questa notte con un suo committente, se ti sbrighi puoi fare ancora in tempo.»

Come previsto, aveva fatto in tempo. Non poteva esserne del tutto certa, ma il suo istinto le suggeriva che l’uomo incappucciato era proprio Hanzo de Sauze.

Prese da un fodero sulla coscia un piccolo cannocchiale e cercò di intuire i movimenti all’interno del negozietto, ma in quella situazione il buio non giocava a suo favore. Doveva attendere.

All’improvviso una mezza dozzina di altre sagome raggiunse di corsa la piccola bottega. Erano chiaramente delle guardie e con ogni probabilità avevano ricevuto una soffiata anonima da qualcuno degli uomini di Aubierre. La Contessa le vide fiondarsi dentro sia dall’ingresso principale, sia da quello secondario per tagliare ogni via di fuga ad Hanzo de Sauze, quindi udì il fragore tipico di uno scontro. La cosa non le fece per niente piacere: spettava a lei il privilegio di tagliare la gola a quell’assassino! Ma ormai era troppo tardi e non aveva nessuna intenzione di mettersi nei guai.

Stava per andarsene quando notò che la porta del negozio si stava aprendo e decise di rimanere ancora una attimo per osservare l’uomo dei Tadarés che veniva portato via. E invece l’unico ad uscire fu proprio l’uomo che aveva visto all’inizio.

Prese il cannocchiale per vedere meglio: non c’erano dubbi, quello era sicuramente Hanzo de Sauze, lo riconosceva dal ritratto segnaletico che avevano allegato alla classifica. Di certo non era un bell’uomo, però il suo fisico atletico non era niente male, ed evidentemente non si trattava solo di apparenza.

L’assassino dei Tadarés si rimise il cappuccio e si allontanò furtivo, a quel punto Hélene abbassò il suo piccolo cannocchiale.

In realtà avrebbe dovuto immaginare che sarebbe successa una cosa del genere: lei era tranquillamente in grado di mettere al tappeto una decina di guardie senza nemmeno bisogno di impegnarsi davvero, quindi era normale che anche gli altri membri della classifica dovevano essere capaci di fare altrettanto. Con molta probabilità la soffiata non era stata abbastanza tempestiva e quindi, data l’ora, non era stato possibile reperire abbastanza uomini per tenere testa ad un assassino del suo livello. Un inutile spargimento di sangue.

Si alzò in piedi per contemplare dall’alto del tetto la città addormentata.

Le guardie non avevano nessuna speranza contro Hanzo de Sauze, e Aubierre era troppo occupato con i suoi stupiti giochi di potere per fare caso a tutte le morti che quella faida stava causando.

Lei era un’assassina, ma ancora una volta doveva proteggere qualcuno. Solo che questa volta non si trattava di una singola persona: questa volta avrebbe protetto tutti i cittadini della sua Genseldur!


Segui TNCS: facebook, twitter, feed RSS e newsletter!

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Ghost Writer TNCS