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Autore: eppy    07/06/2015    4 recensioni
Quando presente e passato si fondono, le convinzioni vacillano, le barriere si spezzano, desideri mai conosciuti sconvolgono, vecchi sospiri ritornano, e inevitabilmente, cominciano i casini.
Emma è testimone dell'esistenza di un passato che per lui è stato troppo breve e bello, e lo ha lasciato con l'amaro in bocca.
Ethan è semplicemente il ragazzo che è stato capace di farle tremare le ginocchia senza aver mai incrociato i suoi occhi, e che lei, a distanza di anni, ha inserito in una parentesi della sua vita che considera conclusa.
Londra è la meravigliosa città che ospita la vecchia biblioteca che inneschera' i sopracitati casini.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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EMMA


La prima immagine che deliziò i miei occhi al risveglio, fu il petto nudo e perfettamente scolpito di Ethan Harrow.

Prima ancora di riprendere le normali funzioni vitali, mi ritrovai a tastarglielo con i palmi delle mani, e subito dopo a baciarglielo, così, senza un motivo preciso. 
Lo sentii mugolare nel sonno, e attirata da quel suono gutturale, alzai lo sguardo fino a posarlo sul suo viso. Dio, quant'era bello!
I capelli arruffati gli ricadevano scompostamente sulla fronte, teneva gli occhi chiusi, le labbra piegate in un sorriso dolcissimo, e l'aria rilassata, lo rendevano ai miei occhi molto più simile a un ragazzino innocente, piuttosto al mio sogno proibito di ragazzina. Peccato però che Ethan continuasse ad essere il mio più intimo desiderio anche da donna adulta, e incinta.
La sera precedente ci eravamo baciati per un tempo indefinito, e senza fretta e senza remore le nostre labbra avevano fatto l'amore, così come lo avevano fatto le nostre mani saldamente intrecciate per tutto il tempo, e i nostri cuori. No, i nostri corpi no, erano rimasti esclusi dal giro sulla giostra più eccitante di sempre; io non mi ero spogliata più di quanto già non lo fossi, e sul pavimento del mio salotto giaceva soltanto la sua maglietta.Va bene, confesso: lui aveva baciato dolcemente e avidamente ogni centimetro di pelle a sua disposizione, e le mie labbra avevano lentamente assaporato ogni piccolo pezzo del suo petto, ma al di là di quello non ci eravamo spinti.
Avevamo trascorso gran parte della serata intenti a baciarci sul divano, con le mani intrecciate le une alle altre e i cuori in fiamme, come due ragazzini che provano amore per la prima volta, e se la godono tutta quella sensazione di completezza e vertigine tipica dell'innamoramento, prima di oltrepassare altre barriere. 
Dio..era stato bellissimo! Baciarlo e lasciarmi baciare così a lungo, così lentamente, così intensamente, avverire quelle labbra muoversi sulle mie, con le mie, e donarmi uno spicchio di paradiso, era stato una delle più travolgenti emozioni che avessi mai avuto la fortuna di provare.
Ethan mi mandava in estasi anche solo guardandomi, sorridendomi, sfiorandomi, e pareva essersene accorto bene pure il mio 'biscottino' che per tutta la durata di quella meravigliosa agonia, si era fatto sentire con piccoli colpetti, come se anche lui avvertisse lo scombussolamento interno che mi provocavano quei baci. Anzi, mi immaginavo quasi la mia piccola creatura venire sballottata e capovolta a destra e sinistra senza ritegno, proprio a causa di quelle reazioni che avvenivano nel mio organismo, quando le labbra di Ethan Harrow si posavano su di me, su qualunque parte di me.
Mi immaginavo che sbattesse contro le pareti della mia pancia, confuso, divertito, e forse persino geloso della sua mamma, che sotto il tocco magico e incandescendente di certe dita, diventava di gelatina.
A tratti mi era parso quasi di sentirlo ridere felice per quel meraviglioso solletico che provavo anche io, quando Ethan si divertiva a farmi pernacchie sulla pancia, alternate a dolcissime carezze.
Cavolo, mi sarei venduta l'anima stile Dorian Grey, se ciò mi avrebbe assicurato di poter essere felice per il resto dei miei giorni con loro due..e invece, mi ritrovavo a dover fare i conti con l'assurda proposta di Ricky. 
Ma io già sapevo la risposta che gli avrei dato, non mi ero lasciata sfiorare dal minimo dubbio, e iniziavo a sospettare che pure mio figlio amasse le coccole e le attenzioni di Harrow.
Lo so cosa state pensando...sei stata capace di finire quasi a letto con un altro il giorno stesso in cui il tuo ex si è fatto vivo e ti ha pure proposto di riprendere esattamente da dove avevate interrotto!
Ed effettivamente sì, ero consapevole del fatto che la cosa non mi facesse onore, ma non avevo avuto nemmeno il tempo di preoccuparmene, perchè quando Ethan entrava nel mio raggio visivo, tutto il resto spariva automanticamente, come se non fosse mai esistito.
Era questo l'effetto che mi faceva, mi destabilizzava il cuore, mi indeboliva le ginocchia, mi scuoteva nelle viscere, e mi faceva sentire più viva che mai.
 I suoi baci mi rendevano vulnerabile e potentissima, fragile e industruttibile, libera e prigioniera, e innamorata, innamorata pazza.
A nulla erano valsi tutti i tentativi di togliermelo dalla testa durante quegli ultimi anni..Ethan doveva avermi rubato pure l'anima, e non sarei mai stata in grado di amare qualcuno come amavo lui.  
Era stato il primo, il primo in assoluto ad accendermi di desiderio senza nemmeno sfiorarmi, o guardarmi da lontano, e anni dopo, ora che mi contemplava con lo sguardo e mi venerava con le labbra e con le mani, mi sentivo di dire in tutta sincerità che l'interminabile attesa, le illusorie speranze della ragazzina che ero, le lacrime che avevo versato frustrata dalla consapevolezza di non poterlo abbracciare come invece bramavo di fare, e ogni singolo instante speso a pensare a lui, al suo disarmante sorriso, a quelle fossette, a quei pozzi blu-verdi che erano i suoi rarissimi occhi, alle sue braccia forti e muscolose, non era stato tempo perso a fantasticare su qualcosa che non sarebbe mai accaduto.
Perchè Ethan era lì, accanto a me, mi teneva stretta come aveva fatto per tutta la notte dopo esserci addormentati su quel divano, e io non riuscivo a desiderare niente di meglio. Perchè mi amava, glielo leggevo negli occhi anche se non me lo aveva mai detto, e anche io lo amavo allo stesso modo. 
Non potevo nemmeno pensare di rinunciare a lui per Ricky. 
E sentitevi pure liberi di considerarmi una stronza egoista, ma se avessi scelto di partire per Amburgo, senza nemmeno darmi  la possibilità di essere felice con il ragazzo del quale ero follemente innamorata, illudendomi di fare ciò che era giusto per il bambino e finendo per rimpiangere silenziosamente tutte le notti il giorno della mia scelta, non me lo sarei mai perdonato. Perchè ero certa, che se lo avessi lasciato me ne sarei pentita amaramente per il resto dei miei giorni. Volevo lui e basta, il mio cuore aveva sempre voluto quel cantante rubacuori, instancabile provocatore, adorabilmente rompiscatole e gran tenerone di Harrow. E non c'era ragione che tenesse.
Okay, Ricky era il padre di mio figlio, e nulla avrebbe potuto cambiare quella verità, ma era stato Ethan ad avermi trascinata nel bagno dell'Old London con un test di gravidanza in mano; era stato lui ad essersi seduto accanto a me sul pavimento per leggere le istruzioni di quel diabolico macchingegno; era stato lui a tenermi compagnia per quei tre interminabili minuti di angosciante attesa; aveva persino letto il test prima di me, e mi aveva stretto forte e cullato tra le sue braccia mentre io mi disperavo piangendo lacrime amare, dopo aver avuto un esito positivo. 
Era stato lui a starmi accanto in quei giorni (mica un certo Ricky); era stato lui ad acconsentire ad accompagnarmi dal ginecologo anche se ampiamente incoraggiato dalla sottoscritta; ed era stato proprio lui a vincere la sua paura di affrontare di nuovo il mondo, solo e unicamente per aiutarmi a superare la mia.
E poi mi aveva stretto forte la mano durante la visita, aveva riso e scherzato con me distraendomi, si era beccato una sgridata dalla dottoressa perchè avevamo fatto i cretini in quello studio stuzzicandoci a vicenda pur di non pensare al motivo per il quale fossimo lì.. e alla fine si era ammutolito ed emozionato nel vedere per la prima volta la creatura che mi portavo dentro.
Quello stesso giorno mi aveva detto la verità sulla parte del passato che lo attanagliava di più.
Ed era stato sempre e solo lui ad avermi accarezzato per la prima volta il ventre gonfio; era stato lui a preoccuparsi di domandarmi giorno e notte come mi sentissi quando ero tornata in Italia per le vacanze di Natale; era stato lui a ripetermi mille volte che il pancione mi rendesse più morbida, più coccolosa, più dolce e più bella, invece che semplicemente grassa; era stato lui a parlare per la prima volta al bambino, ancora prima che lo facessi io; era stato lui a spupazzarmi la pancia, a farmi dolcissime pernacchie, a baciarmi delicatamente, e anche ad allearsi con il piccolo contro la mamma, quando gli aveva fatto comodo.
Era stato lui a starmi accanto, sempre; era stato lui ad avvertire i primi calcetti e a condividere con me quella goia mentre mi baciava al ritorno da Brighton; ed era stato sempre lui, la sera precedente, a preoccuparsi di schiacchiare il pancione e fare uno sforzo immane per sovrastarmi, reggendosi soltanto con le mani intrecciate alle mie. E tutto perchè non era ancora sazio di coccole e baci.
Di colpo, mi resi conto che Ricky, nemmeno dopo avermi proposto di seguirlo in Germania, aveva provato ad avvicinarsi al bambino. Lo aveva nominato più volte, rendendomi partecipe del fatto che lo avesse finalmente accettato, ma non si era mai azzardato a toccarmi il ventre o anche solo a guardarlo come lo guardava Ethan.

" Ma quanto mi trovi bello da uno a cento?" 
Furono le sue parole a distrarmi, facendomi rendere bruscamente conto del fatto che lo stessi fissando da chissà quanto tempo. Sentii le guance andarmi in fiamme, ma optai per la verità.
" Al limite dell'immaginabile" sussurrai, credendoci davvero, profondamente intenerita dai pensieri che mi avevano attraversato la mente fino a qualche istante prima. Ethan non mi aveva perso di vista nemmeno per un minuto in quei mesi, e si era preso di cura di me e del piccoletto come se fosse stata la cosa più naturale al mondo, come se ci considerasse entrambi suoi.
Quel pensiero mi fece tremare, e non di timore o paura, ma di desiderio..perchè sarebbe stato troppo bello se le cose fossero andate diversamente. 
Ma avevo elaborato una mia teoria sin dall'inizio, secondo la quale il concepimento doveva essere avvenuto qualche giorno prima del compleanno di Ricky.  Quando lui era tornato a casa dall'ospedale molto più turbato e provato del solito, mi aveva raccontanto di aver assistito all'ingiusta morte di un bambino malato di cancro al piloro, e per dimenticare quella terribile scena che era stato costretto a vedere, mi aveva presa tra le braccia e portata in camera da letto, prima ancora che potessi provare a consolarlo con le parole. Quella era stata l'unica volta che mi aveva amato con foga e intensità sconosciute, quasi in modo disperato, era fuori di sè per lo sgomento e il desiderio di dimenticare quegli occhi che si erano chiusi per sempre proprio dinanzi a lui, e in quell'occasione dovevamo aver persino dimenticato le solite precauzioni. Ero certa che anche lui fosse d'accordo nell'attribuire la colpa o il merito di tutto a quella notte. Non poteva essere andata diversamente...e anche se era vero che pochi giorni dopo avevo fatto l'amore con Ethan, da ubriaca, non potevo pensare di essere rimasta incinta allora, perchè non ricordavo nemmeno come avessi fatto a finire nuda su quel tavolo, e se pure al'inizio, per un folle istante, avevo ipotizzato che potesse essere andata così, mi ero convinta di aver pensato una sciocchezza ancor prima di darrmi il tempo di formulare un pensiero vero e proprio, dal momento che nemmeno lui era stato minimamente sfiorato dal dubbio che il mio bambino potesse essere il nostro bambino. Forse Ethan ricordava più di me di quella notte, e aveva potuto escludere con certezza di essere il padre della creatura che mi portavo dentro. 
Che si comportava come se lo fosse, era tutto un altro paio di maniche.
"Mhm..ma come siamo generose stamattina" la sua voce ancora roca e assonnata, e tremendamente sexy, mi riportò nel mondo reale. 
Ah già! Gli avevo appena confessato che lo trovavo bello al limite dell'immaginabile...
" Sì, e sei anche dolce, testardo, protettivo, rompiscatole, divertente, scansafatiche e" continuai l'elenco, di colpo bramosa di fargli capire quanto mi piacesse quel mix che avevo appena descritto
" Speciale" sussurrai alla fine, mentre le sue mani si intrufolavano sotto la maglietta del mio pigiama, strigendomi i fianchi, per poi risalire sempre più sulla mia schiena, fino al gancio del reggiseno
" E pervertito!" esclamai piccata, facendo in modo che quelle dita tornassero al proprio posto... anche se adoravo che lui mi provocasse in modo sempre più sfacciato.
Mi voleva, e quella sola consapevolezza era in grado di farmi volare verso mondi sconosciuti. Mi voleva anche se assomigliavo di più a una balena in quegli ultimi tempi, e per me significava molto.
" E' soltanto colpa tua se mi vengono questi istinti irrefrenabili. Mi è praticamente impossibile resisterti, Em"
" Devo crederti?" un sussurro strozzato, il cuore ridotto a cera sciolta e bollente. 
Non mi sarei mai abituata a certe parole, e certi sguardi mi avrebbero sempre bruciato viva.  Però sì, dovevo decisamente credergli a giudicare da come mi guardava e come mi stringeva a sè. 
Con le labbra curvate in un sorriso sghembo, si alzò dal divano, e subito dopo, ancora a torso nudo e con i jeans addosso, si chinò su di me.
" Buongiorno piccola" mi baciò l'angolo delle labbra
" E buongiorno piccolo" sussurrò, baciandomi il ventre
Dio, potevo morire felice in quell'esatto istante. Ma se fosse successo, mi sarei persa l'amore della mia vita, che poggiava la testa sul mio grembo, abbracciando il pancione. E non avrei voluto perdermi una scena tanto tenera per niente al mondo.
"Sembri tu il bambino" sussurrai, le mani intente a scompigliargli i ricci. Non riuscivo a vederlo in quella posizione senza intenerirmi.
" Adesso ti faccio vedere io chi è il bambino" di tutta risposta, mi prese il viso tra le mani, e mi specchiai per un attimo nei suoi occhi verdi e ardenti, prima di ritrovarmi le sue labbra sulle mie. Mi baciò intensamente, mozzandomi il respiro. E quando ci staccammo, tornò nella stessa e identica posizione di prima, facendomi chiaramente capire che quello scatto improvviso di virilità non era stato altro che una scusa bella e buona per potermi baciare sul serio.
Fu il campanello a interrompere il nostro idillio, constringendomi al alzarmi per andare ad aprire, mentre lui indossava velocemente la maglietta. Per fortuna che avevo avuto il buon senso di mettermi il pigiama prima di addormentarmi con lui sul divano, altrimenti in quel momento mi sarei ritrovata in accappatoio, slacciato per giunta.
" Ma chi è a quest'ora?" prima di aprire rivolsi lo sguardo all'orologio appeso alla parete, rendendomi finalmente conto di essere in mostruoso ritardo.
" Colazione preferita per la mia ragazza preferita!" Ricky era in piedi sulla soglia, e reggeva un sacchetto, il sorriso smagliante e gli occhiali da sole sulla testa. Sorriso che scomparve non appena notò la presenza di Ethan dall'altra parte della stanza.
" Che cazzo ci fa lui qui?" sì..la raffinatezza fatta persona "è venuto a prendermi  per accompagnarmi a scuola in macchina, viste le mie condizioni" improvvisai di sana pianta, portandomi una mano sul ventre "solo che mi sono svegliata tardi, e sono ancora in pigiama" continuai, cercando di dare una spiegazione credibile per il mio abbigliamento. Fortuna che Ethan era ormai del tutto vestito.
" E non potevi chiamare me?" per poco non scoppai a ridergli in faccia..davvero non si rendeva conto?
" Ricky, sei tornato ieri da Amburgo dopo averci trascorso sei mesi, e nel frattempo tra noi è definitivamente finita" che si aspettava? che gli sarei caduta ai piedi?
" Non è finita. Io ti amo ancora, e muoio dalla voglia di potertelo dimostrare. 
Visto che la colazione è saltata.. facciamo che ti passo a prendere e pranziamo insieme?" domandò, lanciando sguardi omidici a Ethan
"Sono impegnata a scuola anche nel pomeriggio..mangerò lì" "Stasera?" continuò imperterrito "ho già appuntamento con un'amica"
" Okay, ma sappi che domani non mi scappi" mi fece l'occhiolino, mi consegnò la colazione e sparì nelle scale, senza lasciarmi il tempo di replicare.
Alzai gli occhi al cielo, più infastida che lusingata dalle sue attenzioni, e mi portai istintivamente una mano sul pancione, pensando che ancora una volta, quel gran cretino di Ricky non l'aveva nemmeno lontamente considerato.
Ma a quel punto mi sentii avvolgere da un paio di braccia che conoscevo ormai troppo bene, e mi rilassai completamente, abbandonandomi a lui.
" Mi guardava come se volesse gonfiarmi di botte" 
" Nemmeno tu lo guardavi in modo tanto amichevole" lo provocai, e lui ridacchiò
" Lo guardavo così perchè sono terribilmente geloso" 
sussurrò, le sue mani sulle mie, a loro volta poggiate sul pancione, e le sue labbra prossime al mio collo
" Non ne hai motivo" lo rassicurai, e lo sentii sorridere spontaneamente sulla mia gola.
" Devo crederti?" domandò, utilizzando le stesse parole e lo stesso tono di voce che avevo utilizzato io poco prima. Di tutta risposta, mi voltai per averlo di fronte, e senza darmi il tempo di pensarci due volte, mi impossessai delle sue labbra, lambendole in un dolcissimo e al tempo stesso bramatissimo bacio. Gli allacciai automaticamente le braccia al collo, mentre la mia bocca si muoveva in sintonia con la sua, donandomi ancora una volta un assaggio di paradiso.
" Non-non credo di aver afferrato bene il concetto" sussurrò quando ci fummo staccati, gli occhi fissi sulle mie labbra già gonfie dei suoi baci
" Non ci provare casanova" lo rabbonii, sottraendomi controvoglia ad altri contatti di quel genere, che mi avrebbero fatto seriamente impazzire prima o poi. A quel punto Ethan provò a cattuare di nuovo le mie labbra con un sorriso birichino e impertinente dipinto in faccia, e un pericoloso luccichio negli occhi, e anche se mi sarei volentieri mangiata le mani per quello che stavo per fare, lo frenai in tempo, allontanando delicatamente il mio viso dal suo, con una carezza.
Lui si spinse di più con la guancia contro la mia mano.. e il mio palmo e ogni altra restante parte del mio corpo, divenne immediatamente incandescente.
Dio..mi faceva quell'effetto ogni volta che mi sfiorava, anche se sospettavo che con il trascorrere dei giorni quell'effetto si amplificasse in modo esponenziale, probabilmente in modo direttamente proporzionale al livello del mio innamoramento. Ethan Harrow era in grado di stordirmi come nessun'altro, al punto tale da farmi utilizzare ben due paragoni di tipo matematico nella stessa frase!
Quella era l'ulteriore conferma che lui fosse capace di farmi vedere il mondo da tutte le prospettive possibili, e mi piaceva, mi piaceva da impazzire, impazzire per lui.
Improvvisamente, avvertii le sue mani sulle mie ancora intente ad esplorargli il viso; e meno di un istante dopo la situazione si ribaltò completamente. Mi prese entrambe le mani e le intrecciò con le sue, legate palmo contro palmo e lasciate penzoloni all'altezza dei fianchi, mentre le sue labbra mi solleticano il viso, schiudendosi sulla fronte, sulle tempie, sulla rughetta tra gli occhi, sul naso, sulle guance, tra il naso e la bocca, sul mento, sulla mascella, e poi di nuovo da capo, in una lenta, interminabile e meravigliosa tortura. Avendo le mani saldamente intrecciate alle mie, non riusciva a toccarmi in nessun modo tranne che con le labbra, riempendomi di baci su tutto il viso, ovunque gli capitasse, e regalandomi ogni volta sensazioni nuove e sconvolgenti.
Che può esserci di così perfetto in un ragazzo che nel momento meno opportuno di tutti, per esempio alle otto di mattina, quando sei già pericolamente in ritardo con la tabella di marcia, ti blocca in mezzo alla stanza, e percorre il tuo viso con le labbra, schiudendole di continuo per baciarti su tutto il viso, mentre tiene entrambe le mani saldamente intrecciate alle tue, sussurrandoti in quel modo tante di quelle cose da mandarti il cervello in tilt e il cuore in iperventilazione? Ve lo dico io cosa c'è di perfetto in tutto questo: semplicemente tutto.
A volte stentavo ancora a credere che stesse succedendo proprio a me..che avevo fatto per meritarmi l'amore di quel ragazzo? 
E come era ontologicamente possibile che fossi innamorata pazza persino dei suoi difetti? 
' Dio..Harrow, che cosa sei in grado di farmi!' pensai tra me e me, godendomi ognuno di quei venti, trenta, quaranta, cinquanta baci.

" Ethan...ti prego" lo implorai, visto che non accennava a smettere, e io stavo rischiando di sciogliermi come neve al sole con il suo tocco e il suo respiro sul viso.
" Che c'è?" domandò "siamo in ritardo" gli feci presente, senza però lasciargli le mani; e a quel punto anche lui sembrò ritornare in sè "allora vado..ci sentiamo più tardi?" ebbi soltanto la forza di annuire, mentre lui si allontanava da me, e io già ne sentivo la mancanza. Sentii la porta chiudersi, e mi concessi un ampio sorriso, un attimo prima di sussultare avvertendo un rapidissimo e dolcissimo bacio sul pancione.
Mi chiesi come fosse riuscito ad affezionarsi così in fretta al bambino, e poi mi resi conto ancora una volta che lui l'aveva letteralmente visto formarsi, e poi crescere giorno dopo giorno dentro me, e aveva già imparato a volergli bene. Lo coccolava continuamente, anche troppo, e il semplice fatto che lo facesse così spontaneamente, mi fece allargare il cuore.
" Guarda che se continui così, anche io divento gelosa!" lo avvisai; e a quelle parole lo vidi tornare indietro per baciarmi sulla bocca con tenera passione, prima di andarsene davvero, lasciandomi lì, incantata.
Ci eravamo baciati quattro volte in poco più di mezz'ora. Forse il nostro rapporto stava davvero saltando al gradino più alto, ma non avevo alcuna paura di cadere, perchè lui sarebbe stato pronto a prendermi al volo.
 
 
BUONSALVEEE :)
Non chiedetemi come, ma tra tutti gli impegni, le ansie e le nostalgie di questi ultimi giorni di scuola, sono riuscita a pubblicare lo stesso..segno è che questa storia per me è veramente importante :DD
Perciò, dai, che vi costa? Lasciamemi una piccola recensione per dirmi cosa ne pensate. Mi rendereste davvero felice ;)
Ovviamente devo scappare come sempre, non prima però di avervi lasciato uno spoiler del prossimo capitolo, che arriverà regolarmente domenica prossima se tutto procederà senza intoppi, e non prima di aver sinceramente ringraziato coloro che hanno inserito questa storia in una qualsiasi lista, e anche chiunque l'abbia solo letta.
Un ringraziamento speciale va alle mie recensitrici affezionate ♥♥♥ (spero che questa parole esista e in caso contrario, perdonatemi, ma il senso della frase non cambia: grazie con tutto il cuore)


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Eravamo alle solite, non era cambiato nulla: era tornato promettendomi un futuro insieme in Germania, come una famiglia, ma continuava a volere me e basta, e quel vestito così sexy ne era la dimostrazione più eclatante. Che si era messo in testa? Che voleva davvero, da me?
Per la prima volta in quasi sette mesi, pensai che nella sua testa si fosse innescato un meccanismo malato che avrebbe potuto portarlo a dire e promettere anche le cose più assurde, quelle che pensava che io volessi sentire, pur di non perdermi, o meglio ancora, pur di non permettere a Ethan di starmi accanto.

Forse non si rendeva conto che io desideravo esattamente quello, o forse se ne rendeva conto troppo bene. 
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Recensiteeeeeeeeee <3<3<3<3 A presto! ;)













  
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