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Autore: Larathia    08/06/2015    1 recensioni
Una versione più cupa di FF8, abbastanza vicina al canon, anche se non esattamente canon. Raccolta di oneshot leggibili comunque in ordine cronologico. Tensione sessuale irrisolta tra Squall e Zell.
Genere: Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Squall Leonheart, Un po' tutti, Zell Dincht
Note: Raccolta, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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BETWEEN ONE AND PERDITION
scritta da Larathia, tradotta da Alessia Heartilly
VII. Omega

Una raffica di fuoco ruggì a pochissimi centimetri dalle loro teste.

"Siamo... vivi...?" ansimò Irvine, steso schiena a terra dietro una statua rovesciata.

"Sembra di... sì," rispose Squall, sedendosi con la schiena appoggiata a una delle statue che la coda della creatura non aveva fatto cadere, respirando forte.

"Come siamo... fortunati..."

I sei non dissero altro fino a quando riuscirono a parlare senza sentirsi mancare il fiato o avere bisogno di acqua. Rinoa, cautamente, sollevò la testa al di sopra dello 'scudo' della statua caduta. "Sembra che non l'abbiamo nemmeno graffiata," disse, quasi in un lamento.

La mano di Irvine si strinse intorno al calcio del suo fucile, ma non disse nulla. Aveva reso chiaro a Squall ciò che pensava di Rinoa nelle ultime settimane, e gli era stata ordinato di tenere la bocca chiusa.

"Sono andato fuori di testa," grugnì Zell, che era rannicchiato con la fronte sulle ginocchia alcuni metri più in là. L'ammissione era quanto di più vicino avrebbe offerto come una scusa, ultimamente.

"Siamo vivi," rispose piano Squall, che si traduceva in scuse accettate. Anche se sapeva che stavolta ci erano andati vicini. E la presa di Irvine sul suo fucile si fece più stretta.

"Questo... deve finire," disse a denti stretti. "Non possiamo vincere a questo modo."

Squall gli rivolse l'occhiata glaciale che riservava in particolare a quel tipo di sfoghi. "E cosa, esattamente, ti piacerebbe che facessimo adesso?" chiese freddamente. "L'unica via d'uscita è attraverso quella cosa."

Un ringhio basso e ferale giunse da Zell, e Squall trattenne un sospiro. Sapeva bene di non parlare in termini assoluti in presenza di Zell, ma dannazione... erano tutti così stanchi...

"Concordo," disse brevemente Quistis. "Ma dobbiamo fare di meglio, contro quella. E non c'è modo di sapere quanto Lei sarà più forte di quella."

Quella era una mostruosità di bestia grossa, nera e armata, e si trovava in quel momento tra loro e l'unica uscita possibile. Anche se Squall considerava che, se ben infuriata, la creatura poteva almeno far crollare l'intero dannato castello in testa ad Artemisia. Era qualcosa da considerare come ultima risorsa; il castello sarebbe crollato anche addosso a loro, dopo tutto. Sollevandosi un pochino con fare stanco, Squall dovette concordare con la valutazione di Rinoa. L'avevano a malapena graffiata - e ora era arrabbiata e li cercava.

"Scusate," disse Selphie. "Pensavo solo -"

"Lo so," disse Squall, prima che potesse scendere in dettagli. Selphie era troppo curiosa a volte - e anche se la sua teoria che potesse esserci un passaggio segreto al loro obiettivo era stata interessante, anche possibile, avere quella contro di loro invece indicava tutt'altro. "Sta giocando con noi."

"Adorabile," ringhiò Irvine. "Quindi, oltre ad essere bloccati in un mondo inesistente, adesso abbiamo una puttana omicida che ci tira addosso scherzi dello spazio per ridere."

Giochi. Qualcosa sui giochi. Squall era troppo dannatamente stanco per pensare. Giochi...

Non notò che il ringhio diventava più forte - da Zell. "Quindi... questa cosa è tra noi e Lei?"

"Quella cosa è tra noi e dappertutto," disse Rinoa.

Squall reagì automaticamente - allungò la mano per usare Morfeo prima che Zell potesse alzarsi. "Non farlo," disse come avvertimento a Rinoa. "Dirgli che c'è una sola via d'uscita peggiora le cose."

"Beh, è dannatamente sicuro che non renda nemmeno me felice come una pasqua," sbottò Irvine, mentre Squall trascinava Zell tra una statua caduta e un muro per farlo dormire. "Userai magie anche su di me?"

"Non so," sbottò Squall. "Hai in mente di buttare tutto all'aria e cercare di distruggerla da solo?" Con fare esausto, si sedette, piegandosi così da poter a malapena vedere oltre il rifugio della muratura caduta. "È stata invocata... dobbiamo affrontarla."

"Come?" chiese Quistis. "La magia l'ha a malapena toccata."

"Le armi sì," notò Squall. "Solo non bene. Se ci concentriamo su un piatto... forse possiamo romperlo e arrivare a qualunque cosa c'è sotto." Guardò i suoi compagni di squadra. "Dopo che avremo dormito. Rinoa... primo turno di guardia. Irvine, secondo. Quistis terzo, poi Selphie, e se Zell sarà sveglio farà il quinto, altrimenti lo farò io. Andate dove ho messo Zell - è il posto più sicuro che potremo trovare qui." Fece una pausa. "Rinoa... puoi riempire le nostre magie?"

Lei sbatté le palpebre. "Uhm... forse? Non lo so. Non ho -"

"Prova," disse Squall. "Ci serviranno le junction, se non altro." Guardò visi determinati e induriti. "Puoi cominciare da me."

Gli altri, con svariati borbotti e lamentele, fecero come era stato loro ordinato e scivolarono uno alla volta nello spazio tra una statua caduta e un muro. Rinoa sembrò triste, mentre li guardava. "Mi dispiace," disse, allungandosi a toccare il viso di Squall. "Non volevo -"

"Non vuoi mai," la interruppe brevemente Squall. "Ma lo fai comunque. Non possiamo permetterci che lui vada fuori di testa contro qualcosa di così grosso, Rinoa. Preferirei affrontarla con sei persone piuttosto che con cinque, se posso."

"Assimila," disse Rinoa. "Non sono sicura di come invocare... ma se assimili, imparerò dalla sensazione."

Cadde il silenzio mentre Squall estraeva magia da Rinoa - non gli interessava cosa, aveva poco di qualsiasi magia dopo giorni a vagare in quell'enorme, ed enormemente intrappolato, castello. Se i 'giorni' avevano un qualche significato sotto il cielo rosso. Rinoa annuì dopo alcuni minuti, e poi la magia fluì in un'onda da lei a lui. Magie di ogni tipo, luminose e forti, a riempire i posti vuoti, e nella sua mente sentì la risata tonante di Quetzal.

"Gli voglio bene davvero, sai," disse lei piano. "Non lo... provocherei di proposito..."

Squall era da tempo diventato familiare con la nuvola che teneva tra sé e le cose che importavano. Zell si era ritratto dal tocco di qualsiasi uomo, per quanto casuale, tranne il suo. E Rinoa lo confondeva - morbida un giorno, fredda quello dopo. Squall avrebbe incoraggiato la relazione se fosse stata stabile - qualsiasi cosa, qualsiasi cosa pur di dare a Zell qualcosa di solido a cui aggrapparsi - ma Rinoa non lo era. "Non è il momento per i consigli amorosi," disse brevemente, e lei si irrigidì.

"Non intendevo -" Sospirò. "Vorrei solo un amico. Chiedo troppo?"

Squall annuì in direzione del mostro. "Sono sicuro che a quella piacerebbe molto conoscerti meglio," disse. "Rinoa, questa è una missione. Al momento, è una missione di vita o di morte. O la superiamo o moriamo. Non c'è tempo per queste stronzate."

La mascella di Rinoa si indurì. "Direi che non c'è un momento migliore," ribatté lei. "Domani potresti essere morto. Potresti provare a vivere, stanotte."

"Preferirei dormire stanotte e vivere tutto domani," ringhiò Squall. "Questo posto potrebbe uccidermi. Di sicuro ci sta dannatamente provando. Ma se lo fa, dovrà buttarmi addosso tutto quello che ha, perché non mi farò sconfiggere per niente di meno. E non gli permetterò nemmeno di prendersi qualcuno di voi finché posso fare qualcosa per evitarlo." Si grattò il viso. Dannazione, così stanco. "Svegliali, uno alla volta, riempi le loro magie."

"Come farò a sapere quando tocca ad Irvine?" chiese.

"Quando non riesci a vedere bene," disse Squall. "Non c'è tempo, qui. Niente da misurare. Ma immagino che tu possa stare sveglia per forse due ore ancora."

"Non si può misurare, ma lo misuri comunque," notò Rinoa.

"I paradossi dopo, Rinoa," sospirò Squall, e si trascinò nello spazio stretto. Gli altri erano già mezzi addormentati. Era preoccupante - la morte era solo a qualche dozzina di metri, ma nessuno era del tutto sveglio. Il castello li stava inaridendo. Si coricò e chiuse gli occhi, aspettando che i suoi pensieri smettessero di affrettarsi e lo lasciassero riposare.

Stava peggiorando tutto. Le tensioni che il gruppo aveva sin dalla prigione iniziavano ad arrivare al culmine - ovviamente, nel peggior momento possibile. Una volta che si erano impegnati, nessuno di loro poteva andarsene se non con la morte di Artemisia. Zell, vicino al suo personale obiettivo di avere una certa vendetta, diventava più incline ad attacchi selvaggi da solo - perdendo la pazienza nelle lunghe cacce. Irvine sembrava almeno aver deciso con quale delle ragazze voleva uscire, cosa che andava bene almeno per Selphie, ma Rinoa non aveva ancora capito che nessuno dei ragazzi era disponibile. Chiamava Squall il suo cavaliere e lui non aveva detto di no, ma lei non sembrava capire che l'affetto non aveva alcuna parte nella decisione - avere una seconda strega pazza di cui occuparsi sì. Quistis, sapeva, avrebbe Parlato con lui su quest'ultimo incidente di Zell non appena avrebbe potuto, e nemmeno quella era una cosa che apprezzava.

Si chiese, nel modo di vagare della mente degli esausti, dove fosse andato l'amore. Aveva amato Zell... era molto sicuro di questo. Ma ultimamente... anche se voleva che Zell fosse vivo, preferibilmente sano, era quasi al punto in cui sobbalzava al suono del nome di Zell, perché si arrivava sempre alle stesse cose incontrollabili. In un modo offuscato, si rendeva conto che Zell probabilmente voleva morire. Solo, secondo i suoi termini, il che a quanto pareva includeva il combattere. Cosa che non era sorprendente. L'unica sorpresa era che Squall stava iniziando a trovare difficile che gli importasse, in particolare. C'era un limite di tempo in cui poteva guardare il masso sull'orlo del precipizio, prima che una parte di lui volesse dire soltanto, "cadi, e basta, e facciamola finita." Se Zell avesse continuato così sarebbe morto. Era solo una questione di quando, e di quanti cadevano insieme a lui.

No. Non posso permetterglielo. Non qui, non adesso. Quando sarà morta... se non c'è niente... Ma "quando lei sarà morta" era una cosa così difficile da immaginare. I suoi guardiani erano ovunque, enormemente potenti, e Lei non si riusciva a trovarla da nessuna parte. Parte di Squall sperava che, a vendetta ottenuta, Zell potesse cercare di fare i conti con le cose. Il soldato in lui gli diceva che non era probabile.

E da nessuna parte c'era una soluzione. Domani... ah. 'Domani' non aveva significato. Quando si fossero riposati, avrebbe liberato tutti contro quella bestia e avrebbero cercato di superarla.

Quella era l'unica via di uscita - superarla.

*****
Nota della traduttrice: come sempre, ogni commento sarà tradotto e inviato all'autrice, così come ogni sua eventuale risposta sarà riportata come risposta alla recensione (nei siti che lo permettono) o comunque sul mio blog.
Per chi volesse tenersi aggiornato sulle mie traduzioni (in questo e altri fandom), lascio il link alla mia pagina facebook (dove segnalo sempre quando aggiorno) e alla mailing list. Alla prossima! Alessia Heartilly

   
 
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