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Autore: cartoonkeeper8    10/06/2015    6 recensioni
Una "favola" sull'amore.
Come? Già sentita? Oh, ma questa non è come le altre fiabe...
- Humanized -
Genere: Angst, Malinconico, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: April O'Neil, Donatello Hamato
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Il pittore

Una volta c'era un pittore
povero in canna:
non aveva nemmeno un colore,
e per fare i pennelli
si era strappato i capelli.

Andò dal padrone del Blu
e gli disse: "Per favore, dammi tu
un po' di colore
per dipingere un cielo.
Ma mica tanto, un soffio, un velo".

"Vattene, vattene, fannullone,
pezzo di accattone,
se non vuoi che ti lisci il groppone
col bastone!"

Andò dal padrone del Giallo
e gli disse così:
"Prestami qualche avanzo
di colore, un ritaglio,

abbastanza per fare un girasole".
Ma quello lo aggredì
con un torrente di male parole:
"Pezzente, delinquente,
la finisci di seccare la gente?"

Andò dal padrone del Verde,
andò dal padrone del Bruno,
ma non gli dava retta nessuno.
Infine pensò:
"Il Rosso ce l'ho!"
E detto fatto
un dito si tagliò.

E il Rosso gocciò sulla tela:
era una lagrima appena,
una perla di sangue,
ma tinse in un istante
la tela intiera,
rossa come un falò di primavera,
rossa come una bandiera,
come un milione di rose
come un milione di...

E il povero pittore
adesso che aveva un colore
si sentì ricco più ricco
ricco più di un imperatore.
Più di un imperatore!

Rossa come un falò di primavera
Rossa come una bandiera
Come un milione di rose
Come un milione di rose...



L’odore. Un odore pungente, penetrante, metallico e dolce al tempo stesso.

Sangue.

Al centro della stanza, troneggiava la famosa tela, non più intonsa. Ai suoi piedi, la vittima sacrificale.

Con un grido disperato April s’inginocchiò su Donatello. Era rannicchiato a terra, in posizione fetale, come un bambino in preda agli incubi. Piangendo, gli accarezzò i pochi ricci rimasti, la pelle liscia e ancora tiepida del petto, il lieve accenno di barba trasandata che gli stava crescendo sul mento. Il polso sinistro aveva cessato di sanguinare, mentre ancora dalla scheggia di vetro sul pavimento gocciolava caldo sangue dal lato più affilato…  il petto era immobile. Era arrivata tardi.
Eppure, aveva mantenuto intatta la sua bellezza. Una lacrima della ragazza cadde sul volto cereo del giovane, proprio sulle labbra arcuate in un dolcissimo sorriso congelato dalla morte, come il bacio tanto atteso, mai ricevuto e mai dato.

 

Mentre portavano via il corpo, gli occhi rossi di April si posarono finalmente sul quadro. Era...


Era un suo ritratto. La testa era piegata verso una spalla, mostrando timidezza e dolcezza in un unico sorriso a occhi chiusi, mentre una ciocca di capelli le accarezza sensualmente il volto. I capelli. Erano la parte più bella del quadro, dipinti meravigliosamente, il rosso era così acceso e scuro da farli sembrare veri… probabilmente erano l’ultimo dettaglio dipinto dal pittore.

April rimase affascinata da quel quadro. Dalle pennellate dense, brevi e nervose alla Van Gogh al tratto leggero e gentile di Degas, il dipinto era il più bello che la ragazza avesse mai visto, considerando anche ciò che rappresentava per lei. Tutto ciò che le rimaneva del suo pittore era lì, davanti ai suoi occhi.
Asciugando una lacrima per vedere meglio, April notò in basso a destra una timida scritta a matita. Imitando Donatello, la ragazza s’inginocchiò ai piedi della tela, e mentre leggeva riprese a piovere sul suo volto.

A te, mia principessa di rubino sanguigno. Ti amo.

 

Quando la trovarono, qualche giorno dopo, era volata come un angelo dalla finestra di quella soffitta. Sul suo volto, pallido da quando aveva perso il suo sole, era rinato il sorriso perduto. Sorriso dipinto dalla stessa mano che aveva rubato il respiro al suo pittore prima, e ora alle sue labbra.
La stanza era vuota, non era rimasto niente… se non quel quadro.

Le autorità ordinarono di bruciarlo, perché ritenuto maledetto dal demonio, e divenne cenere abbracciata dal vento. Eppure, chiunque lo vide ardere tra le fiamme, dentro di sé si commosse, affermando che quel dipinto era di un rosso che mai nessuno avrebbe dimenticato…

 

Rossa come un falò di primavera

Rossa come una bandiera

Come un milione di rose

Come un milione di rose…

  
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