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Autore: effe_95    13/06/2015    5 recensioni
Questa è la storia di diciannove ragazzi, i ragazzi della 5 A.
Questa è la storia di diciannove ragazzi e del loro ultimo anno di liceo, del loro affacciarsi a quello che verrà dopo, alla vita. Questa è la storia di Ivan con i suoi tatuaggi , è la storia di Giasone con le sue stelle da contare, è la storia di Italia con se stessa da trovare. E' la storia di Catena e dei fantasmi da affrontare, è la storia di Oscar con mani invisibili da afferrare. E' la storia di Fiorenza e della sua verità, è la storia di Telemaco alla ricerca di un perché, è la storia di Igor e dei suoi silenzi, è la storia di Cristiano e della sua violenza. E' la storia di Zoe, la storia di Zosimo e della sua magia, è la storia di Enea e della sua Roma da costruire. E' la storia di Sonia con la sua indifferenza, è la storia di Romeo, che non ama Giulietta. E' la storia di Aleksej, che non è perfetto, la storia di Miki che non sa ancora vedere, è la storia di Gabriele, la storia di Lisandro, è la storia di Beatrice che deve ancora imparare a conoscersi.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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I ragazzi della 5 A
 
13.Biglietti del cinema, Mi farebbe piacere e Teatro.


Ottobre
 
<< Baciato?! >>
Nel sentire urlare quella parola, Catena desiderò ardentemente che qualcuno cucisse la bocca a Romeo il più in fretta possibile. Il cuore le era balzato dal petto fino in gola e le guance le si erano imporporate tremendamente. Lanciò un’occhiata veloce al resto della classe e sospirò pesantemente, fortunatamente era ricreazione, e quindi il chiasso proveniente dal corridoio aveva coperto quello strillo un po’ troppo acuto.
<< Abbassa la voce! >> Replicò a sua volta Italia, colpendolo molto poco gentilmente sulla spalla, Romeo accusò il colpo e fece una faccia mortificata.
<< Scusatemi, è che non me l’aspettavo proprio! >> Replicò aprendo con malagrazia il suo pacchetto di cracker dietetici, alcune briciole caddero sul banco di Catena ricoprendole i libri, ma lei era così distratta che non se ne accorse nemmeno. << Comunque, perché gliel’hai permesso dopo quello che ha combinato? >> Continuò imperterrito Romeo, prendendo a mangiare. Catena lo fissò per un momento interdetta.
<< Beh … non è che io gliel’abbia proprio lasciato fare … abbiamo parlato, comunque >>
<< Mhn >> Borbottò Romeo guardandola negli occhi, Catena arrossì ancora una volta e spostò lo sguardo. Le era sempre stato difficile sostenere la vista di quegli affilatissimi occhi verdi, Romeo era un ragazzo minuto, aveva uno strano taglio di capelli e portava i vestiti di una taglia più grande, sembrava allegro e spensierato, ma leggeva le persone meglio di un libro.
<< Però c’è una cosa che non ho capito ancora, Catena >> Intervenne Italia mentre puliva il suo banco dalle briciole dei cracker, che Romeo continuava a sgranocchiare con fare annoiato. << Ma state insieme adesso? >>
Catena spalancò la bocca, rossa come un pomodoro, e fece per rispondere qualcosa, quando due forti braccia le strinsero le spalle in un abbraccio dolce e gentile, e una guancia ispida a causa della barba in crescita si posò sulla sua provocandole un piacevole prurito.
Il profumo di Oscar la investì esattamente come aveva fatto quando si erano baciati e Catena arrossì ancora di più, era così impacciata in quella stretta che Italia e Romeo, sorpresi dal gesto, ne rimasero inteneriti e sorrisero guardandosi.
<< Guarda un po’ cos’ho qui? >> Gongolò Oscar con voce felice, estraendo dalla tasca dei jeans due biglietti un po’ stropicciati. Li posò sul banco davanti ad una Catena sempre più rossa, con le braccia tese e le mani chiuse a pugno sulle gambe.
<< C-cosa sono? >> Domandò lei con gli occhiali che le scivolavano sul naso e la voce più acuta del normale. Oscar rise calorosamente, e il suono della sua voce le vibrò nelle orecchie facendole salire un calore fino al cuore, la risata di Oscar era cristallina come l’acqua.
<< Due biglietti del cinema … per il nostro primo appuntamento >> Commentò allegro Oscar, sciogliendo l’abbraccio e mettendosi seduto accanto a Catena, in modo tale che lei potesse guardarlo negli occhi. << Sono per sabato pomeriggio >>
Oscar aveva gli occhi scintillanti e il sorriso più allegro che Catena gli avesse mai visto, le si sciolse il cuore a quella vista, così afferrò i biglietti con mani tremanti e gli sorrise.
<< Non vedo l’ora >> Oscar allungò una mano e le pizzicò una guancia.
Avrebbe voluto baciarla, ma lì con loro c’erano Italia e Romeo, che guardavano la scena piuttosto interessati, e inoltre la classe era piena di gente che non conoscevano, così Oscar si limitò a un prolungato bacio sulla guancia.
<< Beh, direi che stanno insieme no? >> Dichiarò Romeo una volta che Oscar si fu allontanato, infilandosi in bocca l’ultimo pezzo di cracker.
Catena era talmente rossa che avrebbe cacciato il fumo dalle orecchie come una pentola a pressione, ma allo stesso tempo sentiva un subbuglio sconosciuto nel petto.
 
Beatrice era un po’ emozionata per quella prima lezione di teatro.
Non sapeva esattamente cosa aspettarsi, ma era entusiasta di cominciare qualcosa di nuovo, qualcosa che non aveva mai provato. Lasciò frettolosamente il cortile dove si era fermata a pranzare su un muretto, e con la cartella sulle spalle e il libro di matematica stretto tra le braccia, si avviò con passo leggero verso il teatro.
Quella stanza l’aveva vista solo una volta, il primo giorno di scuola, e le era sembrato un posto accogliente, né troppo piccolo né troppo grande.
Aveva appena raggiunto l’atrio quando vide Catena e Italia parlare allegramente tra di loro.
<< Ehi, ciao Beatrice >> La salutò Italia, sollevando una mano ed accennando un leggero sorriso con le labbra, Beatrice ricambiò un po’ impacciata, dopotutto lei non aveva ancora legato con nessuna delle ragazze nella sua classe, quindi non si sentiva mai a proprio agio.
Soprattutto, non sapeva come comportarsi con Catena dopo quello che era successo all’Olimpo, anche se la ragazza le sembrava serena.
<< Segui anche tu il corso di teatro? >> Domandò Catena sistemandosi meglio gli occhiali che le erano scivolati sul naso.
<< Si >> Rispose Beatrice, interessata dalla piega che aveva preso la conversazione, sapeva che qualche suo compagno di classe era iscritto come lei, ma non ricordava tutti i nomi.
<< Anche voi due? >> Italia e Catena si guardarono velocemente e sorrisero.
<< Questo è il quinto anno di fila per noi due >> Beatrice rimase colpita da quelle parole, ma allo stesso tempo si sentì prendere dallo sconforto, se i ragazzi del corso erano così uniti, per lei sarebbe stato difficile, se non impossibile, inserirsi in quel gruppo.
<< E dove hai pranzato? >> La domanda di Italia la strappò dai suoi pensieri infelici, Beatrice si sistemò una ciocca di capelli ricci dietro l’orecchio e sospirò.
<< Nel cortile, sul muretto accanto al parcheggio delle macchine >> Spiegò mentre riprendevano a camminare alla volta del teatro, Italia le pizzicò leggermente il braccio e lei sussultò sorpresa.
<< E hai mangiato tutta da sola?! Vorrà dire che la prossima volta verrai da me, io abito qui vicino >> Esclamò entusiasta Italia, prendendola sotto braccio, Beatrice arrossì fino alla punta dei capelli e sorrise imbarazzata, nessuno era mai stato così aperto con lei come Italia e Catena in quel momento.
<< Veramente non vorrei … >> Cominciò a parlare, ma Italia la interruppe prima che potesse aggiungere altro.
<< Non disturberai affatto >>
<< A me e Italia farebbe davvero molto piacere >>
Intervenne anche Catena, sorridendole, Beatrice si sentì immediatamente molto meglio, così arrivarono tutte e tre al teatro con il sorriso sulle labbra.
Il professore non era ancora arrivato, ma qualcuno era già presente e stava aspettando. Beatrice riconobbe Romeo, spaparanzato sul palco con le gambe penzoloni nel vuoto e le braccia intrecciate dietro la nuca. Sulla sedia più esterna della prima fila era seduto Ivan in compagnia di Oscar, ed entrambi stavano giocando con delle carte francesi in maniera molto concitata. Da dietro le quinte spuntarono velocemente Zoe e Fiorenza, ancora immerse in una conversazione molto fitta che le vedeva così impegnate da non accorgersi nemmeno di loro. Beatrice notò anche la presenza di Lisandro e Igor, entrambi sistemati su due sedie differenti e intenti nella lettura di un fumetto, il primo, e di un libro, il secondo. C’erano anche altri tre ragazzi che non conosceva, poi, avanzando ancora di più all’interno del piccolo teatro, si accorse di un’altra figura seduta sul davanzale della finestra che non aveva ancora notato.
Quando riconobbe Enea il cuore le balzò nel petto in maniera violenta, era ancora scossa dalla conversazione che aveva avuto la settimana precedente, e nonostante non si fossero affatto rivolti la parola durante le lezioni giornaliere, non riuscì a trattenersi lo stesso.
<< Ah, ci siamo già tutti! >> Una voce allegra e spensierata attirò l’attenzione di tutti i presenti, anche di Beatrice, che smise di guardare Enea e si soffermò sull’uomo che era appena entrato, stringendo tra le mani numerosi fogli.
Alessandro Romano era il professore più giovane di tutto l’istituto, aveva vent’otto anni e si era diplomato sei anni prima alla scuola teatrale più famosa della città.
Beatrice rimase colpita dalla sua genuina bellezza, aveva il viso affilato ma allo stesso tempo gentile, gli occhi erano neri ed intensi, mentre i capelli biondi, tagliati corti, gli conferivano un’aria regale.
I ragazzi si ricomposero immediatamente quando il professore raggiunse il centro della sala, si misero tutti seduti e attesero che lui parlasse. Beatrice aveva il cuore in gola, imprigionata tra Catena e Italia, aveva riposto il libro di matematica, ma avrebbe tanto voluto tenere qualcosa stretto tra le mani per impedire che tremassero.
<< Oh, ma che bello, quest’anno abbiamo due componenti nuovi! >> Esclamò allegro il professore, mettendosi seduto sul palco, così che gli occhi di tutti i suoi alunni fossero puntati su di lui. << Come vi chiamate? >>
<< Enea Colombo >> Intervenne immediatamente il ragazzo, attirando l’attenzione di Alessandro, che gli sorrise, poi si girò a guardare Beatrice, rossa come un pomodoro, al suo fianco, Italia le diede una piccola gomitata per incitarla a parlare.
<< B-Beatrice Orlando >> Si ritrovò a balbettare.
<< Io invece sono Alessandro Romano, un gran rompiscatole e  insegnante di teatro. Quest’anno ho un grande progetto in mente, e siccome è il vostro ultimo anno di liceo, faremo ben tre spettacoli! >> Raccontò entusiasta l’uomo, agitando i fogli che fino ad un momento prima aveva stretto tra le mani.
<< Tre spettacoli?! >> Domandò sbigottito Ivan, con la bocca leggermente spalancata, ma il giovane professore sorrise divertito e annuì raggiante.
<< Esattamente! Uno a Gennaio, uno ad Aprile e l’ultimo i primi di Giugno >>
<< Che genere di spettacolo professore? >> Domandò timidamente Catena, alzando il braccio per attirare l’attenzione dell’uomo, che le rispose immediatamente, sempre sorridendo allegramente. Beatrice trovò quella caratteristica meravigliosa.
<< Lo spettacolo che metteremo in scena a Gennaio sarà Romeo e Giulietta, con una piccola variazione dall’originale. Lo spettacolo di Aprile invece, ha come protagonisti Tancredi e Clorinda della Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso, con un testo scritto da me. Il terzo spettacolo invece, è una storia d’amore ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale, anche questa l’ho scritta io. >> Spiegò il professore, mentre divideva frettolosamente i fogli in tre gruppi differenti con una velocità sorprendente, proprio come se facesse quell’operazione più volte al giorno. << Adesso, vorrei che Beatrice ed Enea salissero un attimo qui sul palco. Vediamo come ve la cavate >>
Alessandro Romano porse un plico di fogli a Beatrice e un altro ad Enea, entrambi seduti in due parti opposte. Enea si alzò senza fare troppe storie, Beatrice invece rimase per un attimo paralizzata sulla sedia, non aveva idea di dover cominciare così apertamente e per di più con Enea, l’unico ragazzo che non avrebbe mai e poi mai voluto vedere in quel momento.
<< Avanti, vai! >> La incitò Italia, dandole una leggera gomitata nel fianco, Beatrice spostò lo sguardo imbarazzata sul professore, che le porse ancora una volta i fogli e sorrise incoraggiante. Non era mai stata una ragazza codarda, così strinse forte i pugni e si alzò raggiungendo Enea sul palco, rilassato e con una mano inserita addirittura nella tasca dei jeans. I capelli castani era un po’ disordinati sulla testa, Beatrice si accorse che da quando era entrata nel teatro non le aveva rivolto nemmeno un’occhiata, e non lo fece nemmeno in quel momento.
<< Oh, bene >> Commentò allegro Alessandro Romano, scendendo dal palco per mettersi seduto in prima fila << E’ un breve dialogo tra due persone, siate spontanei. >>
A Beatrice tremavano tremendamente le mani, così fu costretta a stringere ancora più forte le mani intorno ai fogli.
<< Cosa significa questo Caterina? Che non mi lascerai andare nemmeno stavolta? >> La voce di Enea la colse alla sprovvista, Beatrice alzò gli occhi di scatto e ritrovò quelli del ragazzo puntati su di se, la fissava serio, era sembrato così reale che non aveva potuto fare a meno di sobbalzare, Beatrice di rese conto di non poter essere da meno.
<< Con che faccia tosta mi fai questa domanda?! Cosa credi, che lascerei il mio cuore nelle tue mani per mandarlo a morire con te? >> Il tremore nelle mani di Beatrice si fece meno intenso una volta che cominciò a parlare. Enea tolse la mano dalla tasca e fece un passo verso di lei.
<< No, no Caterina, no! Ma non lo vedi? Come posso essere io ad avere il tuo cuore? Sei tu che custodisci entrambi … Non morirò se tu sarai qui sana e salva! >> Quando finì di parlare, Enea le afferrò saldamente una mano e se la mise premuta sul cuore, continuando a intervallare in suo sguardo tra i fogli e lei, Beatrice sentì il tremore delle mani cessare di botto, perché il cuore di Enea le batteva implacabile sul palmo.
<< Ma cosa ne sarà di me allora? No … lo vedo bene dei tuoi occhi che non ti importa di me! E allora vai a morire Daniele! Vai … >>  
<< Fantastico! >>
Nel sentire la voce di Alessandro Romani, Enea e Beatrice sobbalzarono e fecero automaticamente tre passi indietro, mettendo più distanza possibile tra di loro.
<< Abbiamo trovato i nostri Romeo e Giulietta ragazzi! >> Esclamò entusiasta il professore salendo agilmente sul palco con un leggero balzo. Beatrice ed Enea lo guardarono leggermente stralunati, mentre i compagni di classe applaudivano entusiasti dalle loro sedie.
<< Ecco a voi i copioni. Allora vediamo un po’ … Romeo tu interpreterai Mercuzio. >> Affermò entusiasta il professore, lanciando il copione in direzione di Romeo, che lo afferrò al volo piuttosto entusiasta << Lisandro tu interpreterai Paride >> Lisandro sobbalzò alla notizia, rischiando così di far cadere rovinosamente il copione che gli era stato lanciato con grazia. << Igor tu sei Benvolio >> Igor annuì impercettibilmente, afferrando con risolutezza il copione che Fiorenza gli stava gentilmente porgendo, siccome lui non era stato in grado di prenderlo al volo. << Oscar sarà Frate Lorenzo, mentre Ivan avrà il ruolo di Tebaldo >>
<< Sul serio? >> Chiese entusiasta Ivan, aprendo immediatamente il copione per dare uno sguardo veloce alle sue battute.
<< Si, Catena tu interpreterai Donna Capuleti, Italia tu invece sarai Donna Montecchi. Zoe, sarà la Nutrice di Giulietta. Per quanto riguarda te Fiorenza, interpreterai una versione femminile di Baldassarre, il servo di Romeo. Tutti gli altri saranno i servitori e i paggi >>
Quando il professore ebbe finito di distribuire i copioni a tutti, si accorse che Beatrice ed Enea se ne stavano ancora imbambolati sul palco a tre metri di distanza, così sorride calorosamente e li afferrò entrambi per un braccio.
<< Da giovedì cominciamo a provare mio Romeo e mia Giulietta, non siete contenti? >>
Beatrice desiderò che il giovedì arrivasse il più tardi possibile.


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Effe_95

Buongiorno a tutti :)
Vi chiedo perdono se questo capitolo dovesse fare schifo, ma ho avuto una pessima settimana e una brutta notizia proprio ieri, e credo che questo abbia condizionato anche il mio modo di scrivere.
Comunque, ci tenevo a dire che ovviamente le parti recitate da Enea e Beatrice sono di mia invenzione, e spero fortemente che l'idea del teatro vi sia piaciuta e anche l'attribuzione dei personaggi.
Che ovviamente ha una logica ;)
Per quanto riguarda i due altri spettacoli citati, se ne parlerà più avanti.
Inutile dire che Romeo e Giulietta sono un'opera di Shakespeare e che Tancredi e Clorinda sono due personaggi della Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso di cui io sono una grande fan, ed è per questo che ho deciso di usufruirne. Grazie a tutti come sempre per il vostro supporto continuo.
Alla prossima spero.
 
 
 
  
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