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Autore: Tears Wave    13/06/2015    1 recensioni
Matt Wolfram è un ragazzino dal carattere altalenante e ambizioso.
Non ha tempo di pensare al suo tredicesimo compleanno, poiché c'è un anniversario ben più significativo da ricordare: da due lustri ormai, un altissimo muro di fuoco divide in due parti la regione di Calvas, la sua casa.
Matt vive nella parte occidentale della regione, a pochi passi da quello spettacolo desolante che non accenna a spegnersi. E' stanco di aspettare.
Ha capito che non serve perdersi nelle illusioni. Per cambiare il suo mondo, sa perfettamente che c'è bisogno di una cosa sola. Il potere. Il potere di una Risorsa.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Angel si affiancò al piccolo Matt, che cercò di concentrarsi il più possibile. Ogni minimo errore sarebbe potuto costare caro.
Il guerriero bisbigliò al ragazzino di restare al suo posto, e di intervenire solo al momento opportuno. Matt decise di fidarsi totalmente dello stratega al suo fianco, una semplice questione di esperienza, che suggerì al ragazzino la decisione maggiormente accorta.
Angel raccolse tutta la furia ed il desiderio di vendetta che tanto anelavano nel suo cuore. Temerario, si scagliò contro il Deep Green, in attesa della prima mossa.
Affogata dalla sua altezzosità, la bestia si era già incoronata la vincitrice dello scontro. Non si degnò nemmeno di fare un passo: con i suoi robustissimi artigli color verde pallido, riuscì ad intercettare tutti i colpi sferrati dal Guerriero Ardente. A quel punto, prima che il Deep Green avesse potuto contrattaccare, Angel guardò con la coda dell'occhio il ragazzino, comunicandogli che era giunto il suo turno.
Per un istante, Matt si sentì un grande peso sulle spalle, dato che l'esito della battaglia sarebbe stato deciso anche dalle sue azioni. Si sentì il capitano di una nave alla deriva, solo lui avrebbe potuto farla sopravvivere alla tempesta. E quella salvezza era il coraggio latente che aveva scoperto dentro di se, era tempo di sfruttarlo.
Il Deep Green passò all'offensiva, avvalendosi nuovamente dei suoi artigli affilati, che cercarono di strappare la vita di Angel. Il ragazzo con la barba però, ebbe la giusta prontezza per schivare la minaccia. In quegli scambi di spade, Matt era riuscito a posizionarsi proprio alle spalle del mostro, aggirando la sua orrida vista. Un'occasione così propizia difficilmente sarebbe capitata due volte.
Fece un grosso respiro, e cominciò a correre. Voleva abbattere quel muro di paure che aveva costruito per tutta la sua vita. Angel riuscì a colpire nel costato il Deep Green, che non riuscì ad accorgersi del ragazzino dietro di lui. Matt raccolse tutta la sua forza in quell'unico gancio destro, e lo sferrò alla creatura.
Un sorriso di gioia invase il suo visino, quando riuscì a constatare che la sua piccola mano era riuscita a perforare la robustissima ala destra del Deep Green. La bestia alata gridò come se le stesse strappando lentamente le carni, un canto doloroso e tragico. L'attacco era andato a buon fine, ma c'era ancora un piccolo dettaglio da considerare, Angel se ne accorse immediatamente:
«Matt, ottimo lavoro! Ora togli il tuo braccio prima che la creatura si riprenda!»
«Io...mi sono incastrato!» gridò Matt nel panico.
Il ragazzino, aveva trapassato col suo braccino la parte più interna dell'ala, quella più robusta, perciò non riuscì a tirare fuori l'arto, mettendosi irrimediabilmente nei guai.
Il Deep Green, cominciando a convivere col dolore, decise di approfittare della situazione, e come un falco che ha localizzato la sua preda, spiccò il volo trascinando anche il giovane Matt. La ferita che il ragazzino gli aveva inferto non era sufficiente per impedirgli di volare.
Un giocoso soffio di vento investì tutta l'area. Una pioggia leggera venne mandata dal cielo proprio in quel momento, le sue gocce accarezzarono il viso preoccupato di Angel, che stava guardando il Deep Green salire sempre più in alto nel cielo. Aveva capito perfettamente che, se la creatura avesse raggiunto una certa altezza, sarebbe poi scesa in picchiata facendo ricadere l'impatto sul corpo di Matt. Doveva impedirlo a tutti i costi. Quel ragazzino era troppo speciale.
Angel prese il suo maglio dorato e lo strinse con tutte le sue forze, la Risorsa si illuminò, come per comunicare al suo possessore che non c'era tempo da perdere, aveva un solo colpo da sparare.
Con uno sforzo immane unito ad un grido di battaglia che quasi squarcio le nuvole, Angel lanciò il suo maglio dorato nel cielo, scagliandolo con entrambe le mani, facendolo roteare vorticosamente verso l'obbiettivo. Il maglio colpì in pieno il Deep Green, e nello stesso istante, il ragazzino riuscì a sfilare il braccio dall'ala della bestia.
Matt si ritrovò nel vuoto, a venticinque metri di altezza, ma non ebbe paura, sapeva che Angel aveva calcolato anche questo. Il Guerriero si concentrò profondamente mentre il tempo sembrava si fosse congelato. Era tempo di mostrare il suo Talento.

I Talenti erano delle abilità nascoste, molto spesso capacità innate, trasmesse di generazione in generazione. Essi nacquero ancora prima delle Risorse, e perfino dei Green Blood; questi Talenti solitamente non garantivano delle abilità eccezionali, tuttavia furono l'ancora di salvezza della specie umana, dato che le Risorse vennero scoperte qualche anno dopo la prima apparizione dei Green Blood. Precisamente cinquant’anni prima della comparsa del muro di fuoco.
In ogni regione del globo, i Talenti posseduti dalle persone erano ben differenti. Spesso questi ricalcavano la personalità degli abitanti del luogo, oppure le loro occupazioni quotidiane. I Talenti dunque, potevano rivelarsi una risorsa semplice quanto essenziale, l'asso della manica nelle situazioni più difficili.
Solo il trenta per cento della popolazione di Calvas sapeva utilizzare correttamente il proprio Talento: la manipolazione delle molecole composte nei liquidi. Angel era uno di loro.

Mentre Matt cominciò a cadere da un'altezza considerevole, il Guerriero Ardente sfruttò la pioggia per salvare il ragazzino da una caduta letale: utilizzando il suo Talento alla perfezione, Angel fece accumulare una gran quantità d'acqua attorno a Matt, cosicché riuscì a racchiuderlo in una sfera perfetta. Prima dell' impatto, stringendo i pugni, fece fermare improvvisamente l'acqua che aveva racchiuso il ragazzino: in questo modo, Angel fece ridurre al minimo la velocità di caduta che Matt aveva accumulato.
Il ragazzino, dopo lo scossone subito a causa del blocco improvviso dell'acqua che lo aveva racchiuso, cadde sulle tegole fuoriuscendo dalla sfera, ma riuscì comunque a non procurarsi ferite di grave entità.
Angel andò a sincerarsi delle condizioni del ragazzino, che non si era ancora alzato:
«Non avevo altra scelta. Se non avessi agito così ti saresti schiantato al suolo...»
«Non mi sono spaventato, é stato quasi divertente, a parte qualche litro d’acqua nei polmoni.» scherzoso, cercò di rassicurare il suo salvatore «Non ti avevo detto che di te mi fido?»
Il Guerriero Ardente sorrise con l'animo rincuorato. Probabilmente la persona che si era spaventata maggiormente si rivelò l’eroe stesso. Non voleva far cancellare dai Green Blood quel ragazzino scanzonato, bizzarro e saputello, che gli ricordava tanto la sua vecchia vita.
Forse lui non era riuscito a fuggire dalla cruda realtà e dalla sofferenza di un mondo quasi perduto, nonostante ciò avrebbe fatto di tutto per preservare Matt da tutto quel male.
«Forza ragazzino, non é ancora finita.» sussurrò Angel porgendo la mano a Matt «La battaglia non é ancora conclusa.»
Il ragazzino afferrò la mano del Guerriero Ardente, come se i due avessero in quel momento stretto un'alleanza indissolubile, rimettendosi in piedi:
«Liberiamo Calvas da questo essere immondo!» esclamò Matt esultante.
Angel, con dei riflessi eccezionali, afferrò al volo il maglio dorato che aveva lanciato in precedenza, e che era caduto proprio sopra la sua testa. Lo strinse con decisione, e osservò il nemico.
«Questo forse sarà solo un piccolo passo verso la libertà...ma vale la pena tentare!»
I due avvistarono il Deep Green, che ferito al muso, non aspettava altro che un occasione per vendicarsi. Quando furono pronti a respingere l'offensiva, la creatura li sorprese: con il suo grido intimidatorio, riuscì ad emanare un suono tale da superare i cento Decibel. L'intensità del suono impedì ai due di agire in qualsiasi modo.
A questo punto, per la creatura fu più che facile scagliare sulle tegole i due malcapitati investendoli col peso del proprio possente corpo.
Entrambi si rialzarono a fatica, nessuno dei due sembrava ferito. Sfortunatamente, il grido del Deep Green era stato talmente forte da inibire il loro sistema uditivo. Matt ed Angel erano ad un metro di distanza, tuttavia riuscivano a malapena a sentire le loro voci, cosa che rendeva difficilissimo comunicare. Il mostro li aveva catapultati in un'atmotsfera taciturna, in una dimensione mortale.
L’unico aspetto positivo era che, avendo scagliato un grido così rumoroso, il Deep Green aveva richiamato l’attenzione verso il campo di battaglia. Era solo questione di tempo, i rinforzi non erano lontani.
Il Guerriero Ardente  prese Matt per una spalla, dato che non comprendeva con chiarezza il suo labiale, e con dei gesti frettolosi, gli comunicò di restargli vicino, prendnedo un bel respiro profondo. Il Deep Green stava per tornare alla carica.
Angel si avvalse di nuovo del suo Talento, questa volta per racchiudere se stesso e il ragazzino in un emisfero formato interamente d'acqua. Così facendo, riuscì a smorzare sufficientemente il suono del fortissimo urlo del mostro, e a procurarsi un ottimo tentativo per contrattaccare.
Il Guerriero smise di controllare l'acqua, e con i riflessi di un felino, saltò col suo maglio dorato verso il Deep Green per colpirlo a mezz'aria.
Questa volta, la creatura sfruttò tutta la sua istintività animale, ed anticipò l'offensiva di Angel. Riuscì a graffiarlo alla spalla sinistra, provocandogli dei tagli sanguinosi.
Come un angelo caduto dal cielo, il ragazzo con la barba nera capitombolò pesantemente sulle tegole sottostanti, battendo la testa e perdendo conoscenza. Il maglio dorato che aveva tra le mani smise di emanare la sua luminescenza. Era un brutto segno.
Matt si ritrovò nuovamente da solo. Da solo contro i propri incubi.
Dopo essersi assicurato delle condizioni di Angel, il ragazzino si volse verso la creatura. Non era ancora sazia, desiderava soltanto la loro morte, nient'altro. Ma cosa poteva fare?
In fondo le sue poche carte le aveva già giocate. In quel momento critico, la penna uscì nuovamente dalla tasca della sua felpa, e illuminando la notte davanti ai suoi occhi, lo rassicurò ancora una volta:
«No. Non scapperò più. Rimarrò qui a difendere la persona che mi ha salvato la vita.»
Il Deep Green stava nuovamente per raggiungerlo. Era il momento di rischiare.
Matt posizionò le sue braccia formando una ics, come per difendersi da una minaccia incombente, ancor prima che la creatura fosse abbastanza vicina. La sua Risorsa si posizionò proprio sopra di lui, e cominciò ad aumentare quella luminosità arancione che non smetteva mai di esalare.
Incredibilmente, quando il Deep Green emise il suo terrificante richiamo infernale, delle piccole particelle arancioni avvolsero il corpo di Matt come una muta. In seguito fecero conglomerare la loro brillantezza sulle orecchie del ragazzo, proteggendolo dal fortissimo suono.
La bestia non si rese conto di cosa era successo, e si diresse a tutta velocità verso il suo obiettivo. Le particelle luminose, splendenti più dei diamanti, condussero la loro luce su tutto il corpo di Matt, che diventò una piccola lucciola arancione. Il risultato fu sorprendente.
Quando la creatura cercò di cozzare col corpo di Matt, essa venne respinta dalla forza delle innumerevoli particelle protettive.  Fu come imbattersi a tutta velocità contro un muro impenetrabile.
Il Deep Green subì un forte impatto, che lo fece ruzzolare sulle tegole rovinosamente.
La penna era riuscito a stupirlo di nuovo. Aveva creato una protezione potenzialmente indistruttibile, che si adattava perfettamente alla sua pelle. Davvero un potere miracoloso.
Dopo essersi difeso dalla creatura, Matt si sentì profondamente fragile e stanco.
La sua Risorsa aveva consumato gran parte del suo potere per farlo scampare dai guai, ora la sua luminescenza era debole, e il ragazzino avvertiva chiaramente questa debolezza.
Matt osservò la creatura, che per il momento sembrava sconfitta.
Eppure non si dissolveva, non era ancora finita. Tentare di difendersi un'altra volta sarebbe stato troppo azzardato, era il momento di fuggire
«Non ti lascerò qui a morire! Ti devo la mia stessa vita. O ci salveremo, o moriremo, ma lo faremo assieme!»
Il ragazzino cercò con un ultimo sforzo di sollevare il robusto Angel, e di trasportarlo il più lontano possibile. Grazie alla forza donatagli dalla penna, riuscì ad afferrare la vittima, passando le mani sotto le sue stanche spalle. In seguito, camminando all’indietro, decise di trascinare Angel senza alcun indugio, mantenendolo in piedi.
In quegli istanti, il Deep Green riaprì i suoi orribili occhi gialli.
«Ce la devo fare...devo riuscire a raggiungere il ponte!»
La creatura si alzò sulle due zampe, dolorante, e si accorse immediatamente che le sue prede stavano tentando di ritirarsi. Emise un grido di battaglia, e in seguito, spiccò il volo puntando verso di loro. La bestia era disposta a tutto pur di spargere altro sangue.
Matt cercò di allungare il passo, ma vista la muscolatura di Angel, che non era per nulla leggero, tutto quello che poteva fare era stringere i denti.
Mancavano davvero pochi passi per raggiungere il ponte ignifugo, ma le grandi ali demoniache facevano librar nel vento l’orrida creatura, approssimandola sempre più alle sue vittime.
«Manca poco...non può finire così!» esclamò nel panico, quando si accorse che il mostro lo aveva praticamente raggiunto.
Il ragazzino chiuse gli occhi, mentre avvertì il fiato della morte alle sue spalle. Uno sparo ruppe quel momento, e distrasse il Deep Green giusto per un attimo, che fu vitale per raggiungere il ponte ignifugo, la salvezza.
«Chi ha sparato?» si domandò Matt.
Angel  in quel momento riprese i sensi, nonostante sfoggiasse una ferita sulla fronte per nulla trascurabile, e osservò bene la persona sul tetto vicino a loro. Quando la riconobbe, ridacchiò.
«Eh...sembra che ce la caveremo...»
La creatura non poté fare a meno di distrarsi, l'individuo che aveva davanti era troppo conosciuto e troppo temibile, una seria minaccia per tutti i Green Blood del pianeta: il nuovo Generale Massimo dell'Esercito di Gracalm, il capo assoluto, Chester Adams.
Il mostro scrutò il suo avversario con preoccupazione. Un ragazzo di appena ventiquattro anni, alto un metro e settantacinque, con un fisico molto sviluppato. Aveva i capelli castani, tagliati a spazzola, portava degli occhiali da vista rettangolari grigi su un naso pronunciato, ed un pizzetto appuntito proprio sotto il mento.
Col suo viso da sbruffone, il Generale Massimo stava puntando la creatura con una mitragliatrice silenziata, tenendola con il braccio sinistro. Dalla parte opposta, impugnava saldamente un grande coltello, dall'impugnatura nera a forma di teschio.
Le cavità oculari del mucchio d’ossa emanavano una misteriosa luce rosso cremisi, mentre la lama del coltello, era fatta di un grigio metallizzato brillante, con i bordi seghettati e lunga quasi venticinque centimetri. La sua Risorsa sembrava davvero un'arma proveniente dagli inferi.
Chester cominciò ad avvicinarsi alla creatura, intimorita, non sapeva quale strategia adottare contro un avversario così straordinario. Decise allora di attendere, cercando di sorprenderlo con il suo grido assordante.
Matt e Angel, che si erano rifugiati nel ponte poco distante, avevano il cuore in gola. Davvero un ragazzo così giovane poteva avere la stoffa per comandare un intero esercito?
Chester si avvicinò ancora. La creatura allora, decise di emettere il suo urlo intimidatorio. Nell'istante in cui la sua mascella si mosse per emettere il forte suono, una decina di proiettili, rapidissimi, perforarono le sue fauci. Dopodiché il Generale afferrò con decisione il suo coltello: una tenue luce color carbone invase la Risorsa, ed il teschio sull'impugnatura sorrise in modo raccapricciante.
Con un'azione fulminea, senza che nemmeno i due sopravvissuti riuscissero a vedere il suo movimento, Chester squarciò la gola del Deep Green, che si dissolse in nebbia definitivamente. Altri rinforzi si udirono in lontananza, era finalmente finita.

Matt non aveva mai assistito ad una dimostrazione tanto spettacolare sull’utilizzo della propria Risorsa. Era rimasto così meravigliato, che quando Chester gli rivolse la parola, egli quasi non se ne accorse. Troppi pensieri in un colpo solo.
«Ragazzino! Ti senti bene? Riesci a sentirmi?»
«Ehm...si, signore!» rispose Matt da bravo soldatino «Sto bene, grazie dell'aiuto!»
In un attimo, Angel seppur ferito, si mise in guardia con il suo maglio dorato stretto in mano. Sapeva benissimo che avrebbero potuto arrestarlo in pochi secondi. Chester però, sembrò non curarsi troppo del suo comportamento.
«Ah, un Guerriero Ardente...pensi davvero di avere qualche possibilità di scappare?» disse il Generale, ordinando ai suoi sottoposti di puntarlo con le loro armi.
Improvvisamente, Matt si mise in mezzo, impendendo ai soldati di mirare Angel con i loro puntatori laser.
«Vi prego, lasciatelo andare! Ha fatto ogni cosa in suo potere per salvarmi la vita, é una brava persona!» schiamazzò il ragazzino, con aria timorosa.
«E' vero ciò che hai detto?» rispose Chester.
«E' la pura verità.» guardò Angel negli occhi, riconoscente «Se non fosse stato per lui, a quest'ora sarei morto.»
Il Generale Chester fece un espressione interrogativa, portandosi la mano sul mento. Con una scioltezza quasi inspiegabile, impugnò la sua decisione.
«Puoi andare, questo ragazzino é sincero. Ti conviene farti medicare per quel brutto ematoma sulla fronte...»
«Me la caverò benissimo da solo.» rispose freddo Angel, che poi si rivolse a Matt «Non mi dimenticherò mai di quello che hai fatto, spero di rivederti presto.»
Il Guerriero Ardente si incamminò verso la parte orientale di Calvas, i suoi guai si erano spenti. Sfortunatamente, Matt si ritrovò dalla padella alla brace.
«Bene ragazzino, ho saputo della tua bravata, e meriteresti una degna punizione...non solo fai amicizia con gente pericolosa, ma disobbedisci pure ad un soldato...» esclamò Chester pensieroso.
«Sono mortificato! La prego non mi rinchiuda in un'orribile prigione!» rispose il ragazzino allarmato.
Chester scoppiò a ridere, insieme a tutti i suoi sottoposti. Matt non sembrò molto divertito: un intero plotone dell’esercito stava ridendo di lui senza un reale motivo. Gli parve quasi di essere un giullare di corte.
Il Generale decise di dare una risposta al ragazzino, ancora sorridente.
«Non preoccuparti ragazzino. La punizione é stata già decisa, chiameremo i tuoi genitori, che ti riporteranno a casa, cosa potremmo fare altrimenti?»
Matt a quel punto capì che doveva inventare la prima scusa che gli sarebbe venuta in mente, pur di trovare una scappatoia. Leila poteva dimostrarsi una sentenza eterna.
«La prego, non posso tornare a casa per conto mio? In fondo sono molto vicino a casa...non pensavo che andare in giro a quest'ora fosse tanto pericoloso. Non voglio che i miei genitori si preoccupino per colpa mia.» stava cercando di essere più compassionevole possibile.
«Sei molto vicino a casa? Umh...eviteremmo così un mucchio di pratiche noiose. E va bene, ragazzo, ti accompagnerò io.» rispose il Generale, nello stupore generale. Anche gli altri soldati sembravano alquanto sconcertati.
«Forza ragazzi, rompete le righe! Ritornate tutti alla nostra base, del fuggiasco me ne occuperò personalmente.»
Il plotone si sciolse. Chester e Matt cominciarono ad incamminarsi verso il grande ascensore che li avrebbe riportati sulla terraferma.
Il ragazzino pensò davvero che una fuga del genere non sarebbe mai potuta andare peggio. Tuttavia, prima di affrontare l'ira funesta della madre, avrebbe potuto trarre un piccolo vantaggio da tutta quella scalogna: aveva al suo fianco la massima autorità dell'Esercito di Gracalm, doveva pur avere delle ampie conoscenze riguardo alla situazione della sua regione.
Valeva la pena tentare.
«Mi scusi signore...potrei farle una domanda?» chiese timido il ragazzino.
«Sei un tipetto loquace vedo...beh, certo che puoi chiedermi qualcosa, ma non é detto che io ti possa rispondere!» ribatté scherzoso.
«Perfetto…» esordì Matt «Io vorrei sapere…ce la faremo? Ce la faremo a scacciare i Green Blood da questa città?»
Il Generale fu colto alla sprovvista, ma poi fece un ghigno soddisfatto, non poteva tacere, era una cosa che gli stava troppo a cuore.
«Per il momento stiamo pareggiando ragazzo mio. Non sappiamo veramente quello che potrebbe o non potrebbe accadere, ma su una cosa sono sicuro: siamo ancora in tempo. Non é mai troppo tardi per cambiare le cose, abbiamo tutti i mezzi, dobbiamo sfruttarli al massimo...ecco tutto!»
Gli occhi color nocciola di Matt cominciarono a brillare. Era quello che voleva sentire dal Generale Massimo.
Forse la sua avventura sarebbe anche potuta terminare così, ma udire finalmente delle parole di speranza, gli aveva donato un sollievo tale, da potersi permettere qualche catena in più. Forse era davvero valsa la pena di fuggire, quella notte.
In silenzio, i due raggiunsero il portone del condominio della famiglia Wolfram. Sembrava tutto tranquillo, nella quiete di una sera fresca e ventilata.
Mentre la pioggia accarezzava i loro visi, Matt ritorno indietro, ripensando a ciò che era accaduto poco prima. Perché mai Mina si era trasformata in Betty? Quale strano motivo poteva esserci dietro quella metamorfosi forzata?
Il ragazzino si fermò davanti alla scalinata che l'avrebbe condotto al quinto piano, a casa sua. Chester allora si voltò verso di lui e disse:
«Cos'hai? Non ti senti bene? O c'è qualcosa che ti turba?»
«Posso farle un ultima domanda? E' davvero importante.»  chiese educatamente, cercando di attirare la sua curiosità.
«Sputa il rospo!» esclamò il Generale.
«E' possibile che una persona oramai deceduta, possa reincarnarsi o trasformarsi per qualche motivo in un essere umano diverso, senza alcun preavviso?»
Quello sguardo un po' provocatorio, che il Generale aveva mostrato fino a quel momento, sparì lentamente. Lasciò il posto ad un viso profondo più che mai, davvero degno del capo dell'Esercito.
«Dove hai sentito questa storia? Come fai a conoscere un sortilegio così pericoloso?» disse Chester,  afferrandogli entrambe le spalle.
La porta che conduceva al cortile da dove erano passati poco prima si chiuse all'improvviso, sbattendo violentemente. Si sentì elettricità nell'aria, come se il giudizio universale fosse stato emesso proprio davanti a loro.
Chester si diresse verso a porta, per tentare di riaprirla, ma appena avvicinò la mano al pomello di piombo davanti a lui, una barriera rettangolare opaca e violacea, lo respinse. Fu costretto a fare un passo indietro.
Un vento impetuoso cominciò a soffiare con insistenza nonostante si trovassero in uno spazio completamente chiuso. Chester si mise subito in allerta, mentre Matt si guardò attorno preoccupato.
Davanti alla rampa di scale, comparvero delle piccola saette che si scaricarono in un punto di fronte a loro. Da quella destinazione, qualcosa di ben peggiore stava per giungere davanti ai loro occhi.
«E'...impossibile!» fu tutto quello che riuscì a biascicare Chester.
Uno squarcio dimensionale a forma di cerchio si era aperto proprio ai piedi della rampa di scale, e non era frutto della loro fantasia. Il portale viola cominciò ad emanare una grandissima forza, in grado di risucchiare tutte le persone alla sua portata.
I tentativi di Chester furono inutili. Con un ultimo sospiro di terrore, i due vennero risucchiati dal portale dimensionale, che rapidamente scomparve nello stesso modo in cui era apparso.
Di Chester e Matt, non sembrava essere rimasta alcuna traccia. Era come se fossero stati cancellati dall'esistenza stessa. Qualcuno però, dietro le quinte, stava sorridendo...
 
   
 
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