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Autore: Herm_Granger    23/06/2015    2 recensioni
Dopo la fine della guerra, gli studenti di Hogwarts devono ripetere l'anno, ma mentre il mondo magico si lecca le ferite, qualcosa per Hermione è cambiato...
Dal capitolo 7:
Osservò il Marchio Nero, ora visibile sul braccio nudo del ragazzo.
“Non se ne va via?”
“No, non c’è modo di toglierlo.”
“Perché allora non lo copri con una fasciatura, o qualcosa di simile?”
“Per lo stesso motivo per cui tu non nascondi la tua cicatrice. Non vado fiero di quello che ho fatto, ma non voglio e non posso nasconderlo. Io sono andato in guerra e non combattendo mi sono procurato questo marchio.”
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo 13

Il giorno dopo, Hermione era un fascio di nervi. Era nella sua stanza da Prefetto e stava facendo gli ultimi ritocchi alla sua acconciatura davanti allo specchio. Tutta Hogwarts era in fermento per il ballo. Il dormitorio di Grifondoro era pieno di ragazze che correvano in cerca di orecchini, scarpe e trucchi. Una ragazza del quarto anno, Evelyn Smith, entrò affannata nella sua stanza. Aveva un abito rosa con la gonna a palloncino fino al ginocchio, ma doveva ancora indossare le scarpe e finire di pettinarsi.
“Hermione! Hai visto un bracciale d’argento con dei brillanti?”
“No, mi dispiace.”
Evelyn si appoggiò allo stipite della porta e si passò una mano fra i capelli, guastando quei pochi boccoli che aveva già fatto.
“Oh, no! Era il mio bracciale portafortuna! Me l’hanno regalato i miei genitori, dicono che sono sempre così distratta...”
Per Merlino, ma quanto parlava quella ragazza?
“Calì Patil prima ha trovato qualcosa del genere in Sala Comune. Prova a chiedere a lei.”
Evelyn riprese l’entusiasmo ed uscì speranzosa dalla stanza.
“Grazie mille!”
Oh, quanto avrebbe voluto anche lei un bracciale portafortuna...
 
Ron, Harry e Malfoy si stavano fissando con aperta ostilità. Il Serpeverde ostentava noncuranza e superiorità, riuscendo a sembrare rilassato, elegante e sicuro di sé a un tempo, il tutto tenendo le mani in tasca. Soltanto gli occhi tradivano la sua tensione. Qualche metro più in là, Ron e Harry stavano cercando di sembrare i più minacciosi possibile. Erano all’ingresso ad aspettare le loro dame, insieme a ragazzi di altre case. Arrivate le otto, le ragazze iniziarono a scendere. Hermione era radiosa: l’abito argentato aveva sul corpetto delle decorazioni di cristalli grigio scuro che partivano dalle spalline, per poi schiarirsi e sparire nella gonna a balze morbida e sinuosa. I capelli le ricadevano in onde morbide sulle spalle e il trucco leggero le valorizzava gli occhi castani. Era elegante ma delicata. Era bellissima.
Come rapito, Malfoy dimenticò la sfida silenziosa e le andò incontro da perfetto gentiluomo, senza mai distogliere lo sguardo dal suo viso. Le porse il braccio e la accompagnò nella Sala Grande, oltrepassando Harry e Ron come se non esistessero e lasciandoli increduli a seguirli con lo sguardo.
In Sala Grande, i tavoli delle Case erano spariti per lascare il posto a tanti tavoli rotondi coperti da tovaglie candide. Tutta la sala sfoggiava decorazioni che cambiavano colore: erano vivaci ma al tempo stesso leggere ed eleganti e illuminavano il posto di una luce carica di magia.
Durante la cena, Hermione parlò per lo più con Evelyn, che si era seduta al loro stesso tavolo insieme al suo accompagnatore Corvonero. A quanto pareva, i suoi amici non gradivano la presenza di Malfoy. Evelyn aveva finito di farsi i boccoli ed aveva puntato alcune ciocche all’indietro. Stava davvero bene. Le raccontò di come aveva trovato il suo bracciale portafortuna, che ora portava al polso sinistro, e di come i brillanti cambiassero colore a seconda dell’umore della persona con cui si trovava. Hermione vide che erano di un color rosso fuoco, e si chiese cosa volesse dire.
La cena era ottima: gli elfi avevano davvero superato loro stessi. Il dessert era una pazzesca torta al cioccolato di ventidue piani, che pendeva pericolosamente da un lato. Il compito di tagliarla spettava al professor Vitious, armato di una semplice paletta da dolce. Dopo aver esaminato la situazione, decise di metterla da parte e sfoderare la bacchetta e, con un gesto complicato, riuscì a tagliare la torta alla panna in parti uguali e a far volare le fette di dolce davanti a ogni studente senza danni, meritandosi un applauso generale.
Finita la cena, la Mc Granitt fece sparire i tavoli per lasciare il posto alla pista da ballo. Il “Trio d’oro” aveva l’onore di aprire le danze, quindi Hermione e Draco si portarono al centro della sala insieme a Ron, Romilda, Harry e Ginny. C’erano degli strumenti su una piattaforma sopraelevata infondo alla sala, ma non si vedevano musicisti. Hermione si stava chiedendo chi li avrebbe suonati, ma, ad un gesto della preside, quelli iniziarono sorprendentemente a suonare da soli, e le tre coppie iniziarono a muoversi a ritmo di Valzer. Tutti gli occhi erano puntati su di loro. Hermione scoprì in Malfoy un ballerino niente male, e si divertì a danzare con lui. Le era sempre piaciuto ballare. Da piccola aveva frequentato una scuola di ballo babbana, poi aveva smesso una volta scoperto che era una maga e che avrebbe dovuto frequentare Hogwarts... In pochi minuti la pista era già piena e Malfoy la stava guardando con quello strano ghigno-sorriso.
“Che c’è Malfoy?” disse asciutta.
“Non sapevo fossi così brava a ballare.”
“Ci sono molte cose che non sai di me.”
Non aveva intenzione di lasciar correre quello che era successo a Diagon Alley... avrebbe almeno potuto dirle grazie!
“Già... L’eroina e il Mangiamorte: io e te formiamo davvero una bella coppia, Granger. Chissà cosa scriverebbero sul Profeta...”
La tristezza che si nascondeva dietro l’ironia di Malfoy, però, addolcì Hermione.
“Sinceramente non mi importa molto di quello che la gente pensa di me.” Rifletté. “Ne ho passate talmente tante che ormai non ci faccio più caso. Dovresti fare lo stesso.”
“Come vuoi.” Disse lui divertito mentre la faceva piroettare. La riprese per la vita e continuarono la danza.
“Sei bellissima stasera.”
Lo disse non come se fosse un complimento, ma un dato di fatto, oggettivo e inconfutabile.
“Grazie.” Hermione sentiva il calore salirle alle guance. Sperò di non essere arrossita. “Non ti sembra strano che siamo finiti di nuovo in coppia? Prima con Lumacorno e ora …”
“Credi davvero che sia successo per caso?” Disse lui ridacchiando sommessamente.
“Che vuoi dire?” Disse mentre facevano un’altra piroetta.
“Andiamo, Granger, non dirmi che non ci sei ancora arrivata.”
Hermione era confusa.
“Vieni con me.”
La prese per mano e la condusse verso il balcone. La musica arrivava attutita attraverso i vetri socchiusi, insieme al baccano di centinaia di studenti che si godevano la festa.
“Ti spiacerebbe spiegarmi?”
“Ecco …” Draco sembrava nervoso. Aveva appoggiato le mani alla balaustra e guardava lo spettacolo del parco di Hogwarts di notte, illuminato da luci magiche. “Diciamo che, durante le vacanze di Natale... ho fatto visita al negozio dei Weasley.”
“Vuoi dire che hai comprato la pergamena truccata?”
 Malfoy annuì.
“Quel giorno, a Diagon Alley... stavi andando là, vero?”
Lui annuì ancora. Sapeva bene di quale giorno stava parlando. Il giorno in cui lei lo aveva difeso dai suoi stessi amici...
“Ma perché? Perché hai invitato proprio me?”
“Io...”
Rimase in silenzio per un po’, tanto che Hermione stava iniziando a preoccuparsi. Quando parlò, lo fece talmente piano che dovette avvicinarsi, per capire qualcosa. “Non ho mai conosciuto una ragazza come te. Sei bella, intelligente, sei la strega più brillante della tua età...”
“Draco …”
Lui si voltò di scatto verso di lei.
“È la prima volta che mi chiami Draco…” disse sorridendo. Questa volta era un sorriso vero. Un meraviglioso sorriso, che arrivava fino agli occhi... “…Hermione.”
Si rivide nella Foresta Proibita, quando aveva tentato di insegnarle a volare... I loro sguardi erano come incatenati l’uno all’altro, lui la prese alla vita, incerto e titubante, come se si aspettasse di essere cacciato via. Come allora, Hermione venne avvolta dal suo caratteristico profumo di cacao, ma questa volta Ginny non arrivò interromperli... Draco la tirò a sé e la baciò, tirando un sospiro di sollievo quando lei le appoggiò le mani al collo. Rimasero così per un istante infinito, e quando separarono le labbra rimasero abbracciati, felici e sorridenti, quasi luminosi.
Improvvisamente sentirono la porta a vetri aprirsi.
“Oh.”
Erano Ron e Romilda, riconoscibile soprattutto per la sua risatina frivola. Vedendo Hermione e Malfoy così avvinghiati, Ron rimase di stucco. Si girò e se ne andò senza dire una parola, trascinandosi dietro Romilda. Hermione rimase a guardare lo spazio vuoto dal quale era scomparso.
“Ma che gli è preso a Lenticchia?”
Hermione decise che non le andava di corrergli dietro, né di arrabbiarsi con lui. Infondo, la sua vita privata non erano affari suoi, Ron non poteva mettere il muso ogni volta che lei stava con qualcuno che non fosse lui. Se lei non aveva aperto bocca quando aveva invitato un’oca come Romilda Vane, non capiva perché lui non dovesse fare lo stesso con Draco. Non poteva rovinargli di nuovo la serata, non ne aveva il diritto.
“Niente.” disse. “Gli passerà.”
“Ti va di rientrare?”
“Certo.”
Trascorsero il resto della serata a ballare, ridere e divertirsi, infischiandosene dei commenti e dei pettegolezzi degli altri. Hermione riuscì a dimenticarsi della reazione di Ron, quella sera. Finalmente, si erano trovati.

 

Nuovo capitolo!!! Recensite numerosi ;)

Herm
  
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