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Autore: Alice_Jackson    03/07/2015    3 recensioni
I nostri eroi dieci anni dopo la guerra contro Gea, hanno figli e una famiglia.
Dal primo capitolo:
"Prima di andare a svegliare i figli, la figlia di Atena andò a preparare la colazione: una montagna di pancake fumanti, del colore originale per lei e molti blu per la sua famiglia, insieme ai vari succhi di frutta e sciroppi preferiti dei figli."
Dal secondo capitolo:
"Jason aveva chiesto di sposare Piper a ventitré anni e un paio di anni dopo BOOM, la figlia di Afrodite era rimasta in cinta. Per i primi due anni di matrimonio avevano vissuto tra Nuova Roma e il Campo Mezzosangue, ma con la nascita della bambina hanno preferito andare a vivere in una città moderna."
Dal terzo capitolo:
"La figlia di Plutone sbuffò sonoramente mentre cercava di svegliarlo ancora una volta. Vivevano insieme da anni ormai, ma lei non aveva ancora trovato un modo efficace per svegliare il marito, e quasi niente riusciva a svegliarlo."
Dal quarto capitolo:
"Will guardò i due figli dallo specchietto retrovisore, poi prese la mano del figlio di Ade, lui guardò le due mani intrecciate e poi si girò a guardare Will che gli sorrise."
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altro personaggio, I sette della Profezia, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ATTENZIONE! Vi prego di leggere questa piccola cosa...!
Mi sono accorta dopo aver pubblicato il capitolo che c'è una piccola incongruenza tra il tempo passato dalla guerra con Gea e l'età di Bianca. In realtà dovrebbero essere più o meno 13-14 anni e non dieci, quindi Percy Annabeth ecc dovrebbero avere circa 30 anni. Scusatemi moltissimo, ma visto che devo pubblicare con l'iPad non riesco a modificare il capitolo precedente......
Comunque spero che vi piaccia anche questo capitolo...
Alice ;)

 
La famiglia Grace

Jason scese dalla macchina e sbatté la portiera. Andò ad aprire la portiera della macchina alla moglie con il pancione e poi a slacciare il seggiolino della piccola Gwen.
Jason aveva chiesto di sposare Piper a ventitré anni e un paio di anni dopo BOOM, la figlia di Afrodite era rimasta in cinta, appena prima della sua migliore amica Annabeth. Per i primi due anni di matrimonio avevano vissuto tra Nuova Roma e il Campo Mezzosangue, ma con la nascita della bambina hanno ritenuto essere meglio andare a vivere in una città moderna, almeno per far vivere alla figlia una vita più o meno normale. Più o meno perché tanto lei sapeva fin da subito ciò che i suoi genitori erano e inoltre come ogni discendente da semidei poteva vedere attraverso la Foschia.
Erano appena arrivati al Campo Mezzosangue, la scuola era appena finita e ci avrebbero passato l'estate intera e quell'anno ci sarebbero andati tutti i suoi amici e parenti. In più la moglie stava per partorire di nuovo, questione di giorni.
–Jason, ti muovi!?– eccola la sua adorabile moglie.
–Scusa ma non so come si slacci questa cosa! È impossibile!– disse lui spostandosi per fare spazio alla donna.
–Guarda attentamente.– schiacciò un pulsante e tutte le cinghie si staccarono –Fatto– Piper si girò a guardarlo con un'espressione di superiorità insieme alla figlia.
–Smettetela! Mi sento una nullità se lo fate insieme...– mise il broncio.
–Era quello l'obiettivo– Piper si girò e cominciò a salire la collina. –Allora? Ti muovi?– la figlia di Afrodite aveva sbalzi di umore sempre più acuti.
–Arrivo, arrivo!– il figlio di Giove sospirò, ma aprì il bagagliaio e prese due trolley e uno zaino, diede lo zaino alla bambina e tirò su le due borse. –Andiamo Gwen–
Risalirono la collina, Piper imprecando contro Jason e la sua lentezza, Jason sospirava e Gwen non smetteva di fare domande sul campo, quello era il primo anno che andavano da quando era nata lei. 
–Papà! Papà! Dopo mi fai vedere come combatti? E mamma! Lo fai anche tu?–
–Io si tesoro, ma la mamma non può, lo sai–
La bambina si imbronciò –Uffa. Però dopo me lo fai vedere? Anche il bosco?–
–Sarebbe meglio domani mattina, è quasi ora di cena–
–Jason! Possibile che tu sia già rimasto indietro?! Io che peso duecento chili in più sono più veloce!–
Jason sospirò ancora, non ci poteva fare niente.
–Siamo arrivati, finalmente.– Piper abbracciò Jason talmente forte da fargli cadere le borse e poi lo baciò non molto castamente.
Gwen si coprì gli occhi –Mamma! Papà!–
Loro si staccarono subito e Piper le prese la mano e cominciarono a scendere la collina –Vieni, ti porto a fare un giro– si voltò verso il figlio di Giove che sospirò ancora prima che lei potesse dire qualcosa –Vieni, o preferisci un invito scritto?–
–Chirone!– Piper andò ad abbracciare il centauro.
–Piper, Jason! E tu devi essere la piccola Gwen, non è vero?– le porse la mano.
–Si...– sussurrò lei stringendola con la piccola manina, ma poi riprese a parlare a raffica –Wow! Ma tu se un centauro! E questo posto è magnifico! Mamma posso andare a cavallo?–
–Chiedi a tuo padre– 
–Papà? Ti pregooo!– congiunse le mani come per pregare e spalancò gli occhioni azzurri.
Jason si sentì obbligato a dire di si, come se solo la voce di quella bimba di cinque anni potesse convincerlo –Va bene, andiamo domani, e poi non è cavallo ma pegaso.–
–Va bene ragazzi. Tra poco è ora di cena, ci vediamo al padiglione.– Chirone fece per andarsene ma poi si fermò. –La bambina può dormire nella casa che preferisce... E ah, Jason, hai una nuova sorella– se ne andò.
Il figlio di Giove si girò di nuovo verso la bambina –Bene, vuoi dormire con la mamma o con il papà?–
Prima che potesse rispondere intervenne Piper –Credo che sia meglio che stia con te, se la casa 10 è ancora come prima, è maglio non farci entrare una bambina–
–Va bene?– chiese il padre alla figlia.
–Si! Dormo con papà!– esultò la piccola.
Jason si sistemò gli occhiali su naso e riprese le borse, andò ad accompagnare Piper nella sua cabina e le lasciò un trolley. Lei gli diede un bacio e poi entrò dove fu accolta dal frastuono dei suoi fratelli.
Jason e Gwen raggiunsero la casa 1. Lui bussò e venne ad aprire una ragazzina sui tredici anni, capelli neri e occhi blu.
–Ehm, tu saresti?– 
–Oh, certo... Jason Grace, piacere– le porse una mano.
Lei la strinse incredula ma poi spalancò gli occhi –Oh miei dei! Quel Jason Grace?–
–Già–
–Il piacere è tutto mio. Delia Hayes, figlia di Zeus!– poi mise lo sguardo sulla bambina nascosta dalle gambe del padre –E questa bimba così carina chi è?–
–Lei è Gwen, mia figlia.– la bimba fece un sorriso a trentadue denti e allungò la mano.
La ragazzina si abbassò alla sua altezza e gliela strinse e disse –Io sono Delia, piacere. Entrate pure! Io vado in mensa, ci vediamo la!– e schizzò via.
–Vieni Gwen, scegliamo un letto.– la prese in braccio dopo aver portato dentro la valigia.
Il figlio di Giove guardò la cabina. Era ancora uguale a come l'aveva lasciata tredici anni prima, con l'unica differenza era che la grande statua di Zeus ora aveva addosso una grande camicia hawaiana con disegnati sopra fiori tropicali, gli venne da sorridere a quella vista così ridicola. Il letto sfatto della ragazza era uno dei tre letti dai quali non si vedeva la grossa faccia del dio che ti guardava storto.
Anche Gwen parve accorgersi del motivo della scelta della ragazzina, infatti indicò con il ditino i due letti vicino a quello di Delia –Quelli li mi piacciono!– e si fiondò su uno dei due letti.
Jason sistemò le valigie e poi insieme alla figlia andò verso il padiglione della mensa. Come al solito avrebbero dovuto mangiare ognuno al tavolo dedicato al proprio genitore divino, che come quella delle case, non era cambiata per niente.
Si girò verso la figlia –Vuoi mangiare con me o con mamma?–
–Vado con la mamma!–
In quel momento si avvicinò Piper –I miei giovani fratelli sono quasi peggio di quelli vecchi! E poi ho chiesto a Chirone se possiamo mangiare insieme al vostro tavolo, e mi ha detto di si!– Jason le diede un bacio veloce e poi la prese per mano e nell'altra prendeva la figlia, che intanto gridava "SIII!".
L'allegra famigliola si sedette al tavolo di Zeus sotto gli sguardi incuriositi degli altri semidei.
Dopo qualche minuto arrivò anche Delia che si presentò alla figlia di Afrodite, subito dopo aver salutato Jason e Gwen –Piacere, Delia Hayes, figlia di Zeus. Tu devi essere Piper...–
–Si sono io, sai che assomigli un sacco a tua sorella Thalia? Ci assomigli di più tu che il suo vero fratello!– le disse Piper indicando il marito.
–Si lo so, me lo hanno già detto in tantissimi, ma io non l'ho mai vista.– disse Delia con una nota triste nella voce, ma poi riprese subito il tono allegro –Anche se ho sentito dire che le Cacciatrici verranno tra qualche settimana! Insieme a tutti gli altri semidei adulti del campo.– 
–Già. Noi siamo qui per questo. Tu da quanto tempo sei qui?–
–È la prima estate che passo qua... Sono arrivata quest'inverno– rispose la ragazza –Ma le voci corrono, tutti qui al campo non fanno che parlare di voi e delle vostre imprese. Siete una specie di leggenda vivente, credo–
Continuarono a parlare del più e del meno tutti insieme fino alla fine della cena. Jason e Piper scoprirono che la figlia di Zeus era davvero simpatica e che non vedeva l'ora di partire per un'impresa, ma che non partiva quasi più nessuno dall'ultima guerra. 
La piccola Gwen si era addormentata in braccio al padre appena dopo il sacrificio con il cibo agli dei e non aveva mangiato quasi niente.
Alla fine della cena, quando tutti si stavano alzando per andare al falò, Chirone si alzò in piedi e batté più volte gli zoccoli a terra per richiamare il silenzio –Eroi! Come avrete notato, per questa estate avremo degli ospiti speciali! Verranno quasi tutti i semidei della vecchia generazione. Oggi sono arrivati Jason Grace e Piper McLean con la loro figlia Gwen– tutti si voltarono a guardarli e loro salutarono imbarazzati con una mano –E da questa mattina anche Connor e Travis Stoll con Miranda e Katie Gardner!– anche loro furono osservati e salutarono i ragazzi con un cenno. –E ora tutti al falò!– scoppiò un applauso fortissimo.
Ecco l'ufficiale accoglienza di Chirone non era cambiata affatto. Anzi, probabilmente faceva così da oltre tremila anni.
Jason prese in braccio la figlia che dormiva ancora dopo tutto il casino della mensa –Piper tu vai là io ti raggiungo dopo, vado a mettere a letto questa peste– l'uomo si diresse verso la casa 1 mentre Piper andava a sedersi accanto a Katie e cominciava una conversazione "da quanto tempo...".
Dopo le varie canzoni, i vari "siete davvero voi?" e tutto il resto si fece tardi e finito il falò Jason e Piper andarono verso le case.
–Piper... Credo che Gwen stia imparando ad usare il tuo potere sai?–
–Non ci saranno problemi finché non imparerà ad usare il tuo di potere, eh?–
–Già, spero. Vabbè... A domani, Notte!– la salutò con un bacio e poi si allontanò.
–Ehi dove credi di andare senza aver salutato il piccolo Leo, eh?– Piper si indicò il pancione con fare accusatorio. Salutare 'il piccolo Leo' era diventata una specie di tradizione prima di andare a letto da quando avevano scelto il nome del bambino, che ovviamente sarebbe stato un maschio, l'avevano scelto principalmente per ricordare il loro migliore amico morto nella battaglia contro Gea.
Jason tornò indietro e si abbassò all'altezza della pancia della moglie e disse quello che gli diceva sempre –Buonanotte piccolo Capitano Leo!– accarezzò con dolcezza la pancia della donna e la baciò di nuovo, per poi andare verso casa sua.

La mattina dopo Gwen si svegliò di buonumore, molto presto. Di sua iniziativa decise di andare a fare un giro per il campo, nonostante l'avesse già visto la sera prima.
Uscì dalla cabina di Zeus con la luce del sole rosa appena accennata data l'ora. Si diresse verso la spiaggia, lei adorava davvero tanto la spiaggia, insieme ai suoi cugini (Bianca, Zoe e Luke) ci passava molto tempo a giocare. Non sapeva per quanto tempo stette li a guardare il mare, ma di sicuro non poco, visto che il sole era già sorto del tutto. Quando finalmente si alzò per tornare alla cabina vide qualcosa che fumava in cielo e che si dirigeva dritto dritto verso la spiaggia. Gwen decise che era meglio andarsene, poteva essere qualunque cosa, ma la curiosità prese il sopravvento e si nascose dietro un albero al limitare del bosco. 
Dopo qualche minuto un drago di bronzo tutto malconcio e fumante si schiantò al suolo. Gwen si sporse un po' di più dall'albero. Qualche secondo dopo un ragazzo e una ragazza comparvero da dietro il drago mentre ridevano. Dopo qualche minuto che parlavano si accorsero della piccola bambina che li stava osservando da lontano. 
Il ragazzo le si avvicinò piano pensando subito che le bambina dovesse essere una figlia di Afrodite. Gwen lo osservò attentamente, avrà avuto circa 15 anni i capelli neri ricci erano sparati ovunque, i vestiti strappati e le orecchie a punta; alla bambina ricordò molto uno di quegli elfi che nei film stavano con Babbo Natale, ma la cosa strana era che sembrava completamente ricoperto di olio e puzzava.
–Ehi, piccola, sta tranquilla, io sono Leo. Tu come ti chiami?–
Lei rispose tutta orgogliosa –Gwen Grace– 
Il ragazzo rimase a bocca aperta, incapace di parlare per qualche minuto in cui stette fermo ad osservarla come se avesse dovuto conoscerla. Poi riuscì a dire qualcosa –I tuoi genitori sono Piper e Jason Grace?–
–Si. Li conosci?–
–Io... Si, li conoscevo, ma è molto tempo che non ci vediamo– le rispose triste.
–Allora vieni che ti porto da loro!– 
Il ragazzo alzò lo sguardo pieno di fiducia sulla bambina –D-Davvero? Sono qui adesso? Aspetta, ti presento la mia ragazza, lei è Calypso. Cal, lei è la piccola Gwen, la figlia di Jason e Piper.– 
La ragazza si avvicinò alla bimba e lei la scrutò da capo a piedi: aveva dei lunghi capelli color cannella, gli occhi castani a mandorla e indossava una maglietta bianca e dei jeans. Le porse la mano e le sorrise dolce –Piacere di conoscerti Gwen–
–Piacere... Ora venite, vi porto da mamma e papà.–
–Mamma e papà, non ci posso credere...– sussurrò Leo a se stesso scuotendo la testa.
La bambina li prese tutti e due per mano e li portò dentro il campo. Corsero per metà campo fino ad arrivare alle case dove i suoi genitori stavano discutendo e gesticolando –Mammaaaa! Papaaaaà!– 
I due adulti si girarono di scatto e corsero a prendere la bambina in braccio.
–Si può sapere dove sei stata!? Potevi almeno avvisare!– dopo qualche altra frase del genere i due si accorsero che non era arrivata da sola e che due ragazzi li stavano fissando, specialmente il ragazzo.
Piper si portò le mani alla bocca e scosse la testa con le lacrime agli occhi mentre Jason era rimasto letteralmente a bocca aperta anche lui con le lacrime agli occhi.
–Non è possibile... Eri... Eri– a Piper morirono le parole in gola mentre correva ad abbracciare il ragazzo –Oh, Leo! Mi sei mancato così tanto!–
–Ehi, Miss Mondo! Siete cresciuti, eh? E ti sei anche ingrossata parecchio, vedo!– le rispose lui stringendola con le lacrime agli occhi.
–Oh, ma sta zitto! Non sei cambiato affatto!–
Dopo che si furono staccati venne il turno di Jason –Valdez, Capitano! Felice di rivederti!– e si abbracciarono anche loro.
–Grace! Ragazzi vi presento Calypso–
–Jason. Leo ci ha parlato un sacco di te! E sei identica a come ti avevo immaginata–
–Piacere, Piper.– i due strinsero la mano a Calypso sorridendo come dei bambini di cinque anni a cui hanno appena visto le caramelle o i biscotti.
Gwen non aveva mai visto nessuno di più felice dei suoi genitori e di Leo in quel momento. Dal canto loro Jason e Piper non riuscivamo a parlare, il loro migliore amico era lì davanti a loro dopo essere stato e creduto morto per tredici anni. 
–E gli altri?– chiese Leo riferendosi ai Sette.
–Percy e Annabeth sono sposati e aspettano il quarto figlio a New York, Hazel e Frank si sono sposati anche loro hanno un figlio e stanno a Nuova Roma, e poi c'è Nico che si è sposato da poche settimane con Will Solace, vivono nel New Jersey e, non chiedermi come ma Era ha fatto in modo che avessero due figli comparsi dal nulla.– rispose Piper.
–Beh, sembra che vi siate costruiti tutti un futuro fantastico!–
–Sta tranquillo! Lo farai anche tu con quella bella ragazza che hai con te– lo rassicurò Jason facendo arrossire Calypso. –Comunque siete arrivati giusto in tempo, stanno arrivando tutti i ragazzi della vecchia generazione al campo e vedrete, tempo una settimana avrete re incontrato tutti quanti!–
–Leo!?– la voce di una donna veniva da lontano dietro di loro –Leo Valdez!? Oh, miei dei sei davvero tu!– poi urlò a voce più alta –Leo Valdez è tornatoooooo!!–
Il gruppetto si girò verso la donna che aveva parlato e Leo sorrise abbracciandola forte –Hazel!–
–Leo ce l'hai fatta!–
–Non avevamo dubbi– aggiunse la voce di un uomo dietro Hazel.
–Zhang! Vieni qui amico!–
   
 
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