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Autore: Alice_Jackson    05/07/2015    2 recensioni
I nostri eroi dieci anni dopo la guerra contro Gea, hanno figli e una famiglia.
Dal primo capitolo:
"Prima di andare a svegliare i figli, la figlia di Atena andò a preparare la colazione: una montagna di pancake fumanti, del colore originale per lei e molti blu per la sua famiglia, insieme ai vari succhi di frutta e sciroppi preferiti dei figli."
Dal secondo capitolo:
"Jason aveva chiesto di sposare Piper a ventitré anni e un paio di anni dopo BOOM, la figlia di Afrodite era rimasta in cinta. Per i primi due anni di matrimonio avevano vissuto tra Nuova Roma e il Campo Mezzosangue, ma con la nascita della bambina hanno preferito andare a vivere in una città moderna."
Dal terzo capitolo:
"La figlia di Plutone sbuffò sonoramente mentre cercava di svegliarlo ancora una volta. Vivevano insieme da anni ormai, ma lei non aveva ancora trovato un modo efficace per svegliare il marito, e quasi niente riusciva a svegliarlo."
Dal quarto capitolo:
"Will guardò i due figli dallo specchietto retrovisore, poi prese la mano del figlio di Ade, lui guardò le due mani intrecciate e poi si girò a guardare Will che gli sorrise."
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altro personaggio, I sette della Profezia, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buona sera a tutti! Volevo dire solo qualche cosa prima che leggiate il capitolo... Intanto ci ho messo molto di più a scriverlo perché non ho mai scritto niente della Solangelo e non conosco ancora bene la coppia visto che non ho letto molto al riguardo. 
Poi è un po' più lungo degli altri perché scrivendo questo capitolo è diventata la mia seconda OTP preferita (ovviamente niente batte Percabeth) e anche perché mi sono fatta prendere un po' di più.
Hope you like it. Fatemi sapere cosa ne pensate! SOLANGELO FOR LIFE.
Alice (:


La famiglia Solace-di Angelo

 
–Will!!!!– urlò il figlio di Ade furioso entrando nella camera dei suoi figli –Cosa diavolo stai facendo?!– 
Il figlio di Apollo aveva avuto la brillante idea di mettersi a fare 'chi fa il fischio ultrasonico più forte' con sua figlia, Mary. L'altro figlio, Michael, intanto si teneva le orecchie doloranti così come Nico. 
I due bambini avevano la stessa età, avrebbero compiuto cinque anni qualche settimana dopo, Era gli aveva detto che potevano essere considerati gemelli. 
Già Era, essendo i ragazzi due maschi e non potendo avere figli, la dea del matrimonio aveva acconsentito a fargli avere due figli, anche se parecchio contrariata. Mary aveva la pelle chiara, i capelli neri e gli occhi azzurri e aveva ereditato i poteri, le abilità e il carattere da Will, spesso però aveva comportamenti un po' maschili, ma d'altra parte era vissuta per tutta la vita con tre maschi, quindi... Mentre Michael era tutto l'opposto, la pelle abbronzata, i capelli biondi ricci e gli occhi neri ereditando i poteri e il carattere di Nico, era già capitato che scomparisse nelle ombre e ricomparisse qualche metro più lontano quando aveva paura di qualcosa.
I due semidei non erano cambiati quasi per niente. Nico aveva sempre gli occhi scuri e i capelli neri, un po' più corti di prima, sempre spettinati; era solo più alto e maturo e meno solitario. Will invece era esattamente come prima, non era cambiato per niente.
–Niente– rispose Will tranquillo, cercando però di evitare lo sguardo del figlio di Ade –Mary voleva fare solo una piccola gara...–
–Va bene, non mi interessa. Hai fatto la tua valigia e quella di Mary?– gli chiese tranquillamente prendendo in braccio Michael che stava allungando le braccia verso di lui.
–Si...– stava mentendo.
–Serio?– alzò un sopracciglio.
–No– disse scappando via dalla camera ridendo, insieme Mary prima che il figlio di Ade potesse trafiggerlo con la sua spada di ferro dello Stige. Infondo glielo aveva detto solo mille volte e sarebbero partiti dopo pranzo, che si sarebbe svolto al McDonald per grande felicità di Nico e Michael, e quella era ora di pranzo.
–Figurarsi. Che dici, lo facciamo noi?– chiese al figlio.
–Si papà! Però io i vestiti da Mary non li voglio prendere.–
–Perché non vuoi?– 
–Perché lei è una f-e-m-m-i-n-a!– disse scandendo bene l'ultima parola.
–Ok li prendo io. Tu vai a giocare con Mary e papà.– e anche l'altro piccoletto schizzò via dalla stanza. Così Nico si ritrovò a fare le valigie di tutti, da solo.
–Ehi, Solace, che dici andiamo a mangiare?–
–Subito Mr Morte!– Will prese per mano i bambini e baciò Nico di slancio, lui sorrise ma poi lo staccò –Vedi di salire in auto– poi prese le tre valigie e lo zaino e li caricò in macchina.
Arrivarono al fast food in poco tempo, era dietro casa loro. Dopo essersi sposati erano andati ad abitare in una piccola villetta bianca nel New Jersey, dentro dipinta di colori smaglianti ma con i mobili neri. Era un posto abbastanza vicino al Campo in caso di bisogno, ma abbastanza lontano dalla città per essere indipendenti.
–Come posso aiutarvi?– la commessa del McDonald, con indosso il solito cappellino con la M gialla, li fece tornare tutti e quattro in se, soffrivano di deficit dell'attenzione, tutti.
–Si, ehm... Due Happy Meal con cheesburger e Coca-Cola... Un Big-Mac con patatine grandi e Coca-Cola e... Tu cosa vuoi?– Nico si rivolse a Will sorridente come un bambino in un McDonald.
–Un McAngus con patatine grandi e Coca-Cola, grazie.–
–Arrivano subito!– la commessa sparì nel caos dei panini e delle Coca-Cole per poi riemergere con i vassoi pronti. 
Pagarono e andarono a cercare un posto a sedere. Mary e Michael riuscirono ad impossessarsi dell'ultimo tavolo libero e fecero la linguaccia a due bambini che stavano per prendere quello stesso tavolo.
–Pronti a conoscere il Campo Mezzosangue?– chiese Will entusiasta ai due bambini.
–Si non vedo l'ora!– Mary era euforica.
–Io non lo so... E se poi non piaccio agli altri bambini? Mi prenderanno in giro di sicuro, lo so.– Michael aveva un aspetto abbastanza abbattuto mentre mangiucchiava una patatina.
Will mandò un occhiata a Nico e mimò con le labbra 'Colpa tua', cosa che fece alzare gli occhi al cielo al figlio di Ade. –Ma che dici! Sai i nostri amici di quando eravamo giovani? Si sono sicuro che ve ne abbiamo parlato... Beh loro hanno dei figli della vostra età, vedrete che farete subito amicizia, e poi ci sarà anche Sammy– il figlio di Hazel e Frank era l'unico che avessero mai conosciuto, visto che la figlia di Plutone e Nico erano fratelli.

Quando uscirono dal fast food erano tutti super pieni di panini, patatine e Coca-Cola.
–Bene ragazzi, ci vorranno circa quattro ore di macchina, quindi preghiamo i gentili passeggeri di salire sulla vettura e allacciare le cinture di sicurezza, grazie– disse il figlio di Apollo aprendo la portiera ai figli in modo molto teatrale e imitando la voce cordiale di un hostess.
Nico e Will salirono in auto, avrebbe guidato prima il figlio di Ade e a metà circa avrebbero fatto cambio.
Will riprese a fare l'assistente di volo –Durante il viaggio effettueremo tre pause ad autogrill sulla strada–
E partirono a tutta velocità, destinazione Campo Mezzosangue.
A pensarci erano anni che i due semidei non tornavano al Campo, da almeno due o tre anni prima che nascessero le due pesti seduti nei sedili posteriori.
–Secondo te si integreranno? Con gli altri bambini, intendo.– chiese Nico rivolto al marito.
Will guardò i due figli dallo specchietto retrovisore per qualche secondo, che stavano già dormendo come non si sa cosa, poi prese la mano del figlio di Ade, lui guardò le due mani intrecciate e poi si girò a guardare Will che gli sorrise con dolcezza –Se la caveranno alla grande.– poi aggiunse leggermente sarcastico –Soprattutto Mary, ma vedrai che anche Michael ce la farà. Infondo ce l'hai fatta tu e poi come fa un discendente di Apollo affascinante come lui a non essere accettato?–
–Ma smettila!– lasciò la mano di Will. –Ho caldo!– esclamò poi.
–Già. Molto. Ma cosa c'è di meglio di una bella estiva e calda domenica pomeriggio da passare in macchina?– rispose il figlio di Apollo con il suo solito sorriso guardando la strada, sempre tutta uguale.

La prima sosta arrivò prima di quanto pensassero. Scesero tutti dalla macchina e entrarono nell'edificio che aveva una specie di enorme A, che in realtà assomigliava molto ad un 4 (Non so se esistono gli autogrill o altre marche).
–Papà!! Io devo andare in bagno!– esclamò Mary unendo le ginocchia e abbassandosi.
–Anche io.– disse distrattamente Michael senza smettere di guardare le patatine poggiate su uno scaffale li vicino.
–Va bene, andiamo in bagno.– acconsentì Nico.
Scesero le scale e si ritrovarono davanti a due porte: una portava nel bagno delle donne e l'altra nel bagno degli uomini. Ovviamente loro si diressero nel bagno degli uomini, ma prima di entrare Mary tirò i due papà per la maglietta.
–Sono grande, ora. Posso andare nel bagno delle femmine da sola.– disse con voce solenne.
Nico e Will si guardarono e presero una decisione –Va bene. Ma fai veloce e io ti aspetto qua fuori, ok?– disse il figlio di Apollo rivolto alla bambina.
–Va bene! Volo!– entrò nel bagno femminile di corsa e scomparse li dentro.
–Papà? Posso andare anche io da solo?–
–No–
–Ma perché no? Anche io sono grande!–
–Ma lei non può andare accompagnata da noi, tu si.– ribatté Nico serio.
–Daaiii! Ti preeegooo?– fece gli occhioni dolci e fece tremare il labbruccio passando gli occhi da Will a Nico.
Nico non cedette, ma alla fine Will sospirò –E va bene. Ma valgono le stesse condizioni di tua sorella.– e anche Michael scomparse in bagno.
–Ti sei fatto comprare– Nico accusò il marito.
–Ma come puoi resistere a quegli occhioni neri da cucciolo?! Ha anche fatto tremare il labbruccio!–
–Ehi! Sei tu che non hai mai resistito ai MIEI occhi, e di conseguenza anche ai suoi.– 
–Già. Hai proprio ragione. Non ho mai resistito ai tuoi occhioni da cucciolo ferito.– disse Will malizioso prendendo Nico per i fianchi e attirandolo a se. Lui arrossì a vista d'occhio e tentò di fondersi con l'ombra più vicina, ma Will lo fermò appena in tempo –Dove credi di andare? Non puoi fare viaggi ombra! Ordini del dottore!– Nico stava cominciando a chiedersi perché quando diceva così lui si sentiva in obbligo di obbedirgli, mentre Will pensava felice che lo ascoltava sempre quando diceva così e all'inizio della loro relazione era una specie di scusa per attirare la sua attenzione.
Il figlio di Apollo prese Nico di sorpresa e gli diede un lungo bacio, che Il figlio di Ade accolse sorridente.
–Sapete, dovreste evitare di fare queste cose in pubblico!– esclamò una vocina dietro di loro.
Si staccarono di colpo e fissarono quella bambina che li stava ancora fissando con disappunto. –Allora Mary... Potresti evitare di arrivare così silenziosamente, per favore?– disse gentilmente Will rivolto alla bambina.
–Colpa sua!– indicò Nico che pensò 'Perché è sempre colpa mia!?', ma non disse niente.
Will rise e batté una mano sulla spalla al marito –Mi sa che hai proprio ragione!–
–Ho fame.– disse Michael arrivando anche lui vicino alla famiglia.
–Non per fare il guasta feste, eh, ma non hai finito di mangiare un'ora fa?– chiese Nico prendendo in braccio il figlio.
–Nahh.– rispose lui con una smorfia –Mi prendi le patatine?–
–E a me prendi gli M&M's gialli?– lei aveva una specie di ossessione verso quei poveri M&M's con la confezione gialla.
–Certo ragazzi, tu Will vuoi qualcosa o aspetti la prossima sosta?–
–Penso che aspetterò.–
E rientrarono in auto con almeno tre o quattro pacchetti di patatine e un paio di bustine grandi di M&M's e due bambini super-contenti.

In quella parte di viaggio i bambini non dormirono tranquillamente. Visto che non erano ancora mai stati al Campo, volevano sapere tutto quello che potevano al riguardo.
–Ma Chirone è davvero un centauro?– Michael.
–Si– Nico.
–Ma si trova sulle colline? Ci sono le fragole, là?– Mary.
–Si e si, sono buonissime– Will.
–Ma ci sono tanti ragazzi e bambini?– Mary.
–Di bambini pochi, e sono quasi tutti discendenti. E di ragazzi ce ne sono tantissimi– Nico.
–Come si chiamano i figli dei vostri amici?– Michael.
–Ci sono i gemelli, Luke e Zoe che hanno la vostra età, come Gwen, poi c'è Sammy che conoscete già e un'altra ragazzina di 13 anni, Bianca.– Will.
–Ma possiamo dormire tutti nella stessa casa? Come a casa?– domanda fatta in contemporanea dai due bambini.
–No.– risposero in coro i due semidei.
Poi Nico continuò –Li le persone devono dormire con le altre persone che hanno lo stesso genitore divino, capite?– loro annuirono leggermente rattristati.
–E per voi, in base ai vostri poteri, oppure in base al sovraffollamento della casa– continuò Will, vedendo però le facce tristi dei bambini si corresse subito –Ma potremmo stare comunque tutti i giorni insieme!–
–A sentire Hazel sembra anche che potremo mangiare allo stesso tavolo.– aggiunse Nico. Dopo quest'affermazione i bambini esultarono e cominciarono a fare congetture sul campo tra di loro.
–Andrà tutto bene– si sussurrò Nico stringendo la presa sul volante, a voce talmente bassa da non poter essere udita da nessuno. Ovviamente Will lo sentì, grazie in parte ai poteri di suo padre e anche perché voleva sentire.
–Certo che andrà tutto bene. Come potrebbe qualcosa andare storto proprio ora?– Nico sussultò a quell'affermazione, pensava davvero di non esser stato sentito.
–Hai ragione.–

Passarono le ore e le soste. Ormai erano nella zona di Long Island già da un po' è la strada era praticamente deserta. Stava guidando Will quando davanti a loro comparve una macchina blu ferma in mezzo alla strada e delle persone lì vicino. Il figlio di Apollo fece appena in tempo a frenare per non finire addosso alla macchina ferma in mezzo.
–Aspetta? Non saranno...?– chiese Nico fissando le persone accanto alla macchina che si accorsero in quel momento che stava fumando.
–Si sono loro.– gli rispose Will che accostò la macchina al bordo della strada –Scendete– disse ai bambini seduti dietro, mentre lui e Nico scendevano dalla macchina.
–Percy!– chiamò il figlio di Apollo.
Il figlio di Poseidone alzò la testa dal cofano dell'auto –Will! Nico! Da quanto tempo non ci vediamo! E ehm... Sapete come si ripara un motore?–
–Direi proprio di no.– risposero insieme.
–Annabeth! Come stai?– chiese Will rivolto alla donna seduta lì in parte con una pancia gonfissima insieme ad una ragazzina e due bambini.
–Ciao Will! Guarda un po' che fortuna! Proprio a pochi chilometri dall'arrivo!– disse lei scuotendo la testa.
–Zio Will! Zio Nico!– La ragazzina bionda saltò in piedi –Non ci vediamo da anni!– corse ad abbracciare i due zii.
–Bianca!– la salutarono loro –Hai ragione. È passato molto tempo.– concordò Nico stringendola.
Bianca infatti aveva conosciuto tutti gli amici dei suoi genitori subito perché era nata meno di un anno dopo la guerra contro Gea per un, chiamiamolo piccolo, errore di Annabeth e Percy.
–Ah, a proposito di tempo. Ragazzi alzatevi, per favore.– si alzarono i due bambini con i capelli neri vicino alla figlia di Atena –Loro sono Zoe e Luke–
–Piacere!– dissero loro in coro e gli altri non poterono fare a meno di pensare a quanto fossero carini quando parlavano insieme.
–E loro sono Mary e Michael.– disse Will indicando i figli.
–Oh, che carini che siete! Hazel me ne aveva parlato un po' di tempo fa. Quanti anni hanno?–
–Tra poche settimane cinque–
–Ah, allora hanno la loro età!–
–Percy? Sai penso sia meglio che tu sposti quella macchina di li, sai?– gli disse Nico guardando dietro un paio di macchine che aspettavano di passare.
–Penso che tu abbia ragione. Ma questa cosa non parte.– disse lui abbassando il portellone del motore davanti.
–Allora Percy sali e muovi il volante, io e Nico spingiamo l'auto–
–Vi aiuto anche io– si offrì Bianca.
–Pronti?– chiese Nico –Via!– i tre cominciarono a spingere la macchina verso il bordo della strada.
Da lì vicino Annabeth e i quattro bambini li incitavano a gran voce –Forza papà!– oppure –Vai Bianca!– e altre frasi del genere.
Alla fine ce la fecero, anche se ci misero un po' perché non avevano pensato di togliere le valigie dal bagagliaio e queste erano molto, ma molto pesanti.
Percy scese dall'auto e le macchine rimaste ferme ripresero a scorrere –Grazie ragazzi–
–Di niente, ma Jackson? Vuoi un passaggio al campo?–
–Se... Se avete spazio si, grazie.–
–Un po' ammucchiati ci dovremmo stare– rispose Will sorridente come al solito.
–Ehm... Mamma?– disse Bianca un po' a disagio guardando il cielo –È normale che quei cosi stiano andando in picchiata verso di noi?–
–Cosa Bianca?– poi Annabeth alzò lo sguardo seguendo quello di sua figlia –Oh, no! Non ora! Ragazzi sono arpie!– tirò fuori la spada di osso di dragone.
–Uffa! Eravamo quasi arrivati!– si lamentò Percy prendendo Vortice dalla tasca –Bianca tira la tua collana, per favore.–
–Cosa? Perché devo tirare la collana?–
–Tu fallo!– la ragazzina tirò la collana con la civetta d'argento che aveva al collo e si ritrovò in mano una semplice spada di bronzo celeste.
–Bambini! Tutti in macchina!– questi si precipitarono dentro la macchina di Nico e Will. 
Loro due si misero schiena contro schiena e cominciarono ad abbattere le arpie che gli arrivavano contro, senza contare che venivano graffiati e presi per i capelli. Dopo un quarto d'ora riuscirono a fare fuori tutte quelle che gli stavano intorno.
–Stai bene?– chiese il figlio di Apollo con il fiatone a Nico.
–Solo qualche graffio. Tu?– anche lui con il fiatone e le mani poggiate sulle ginocchia.
–Idem–
Percy con un sorriso da pazzo, Annabeth bianca come un lenzuolo, e Bianca stralunata si avvicinarono a loro. Il figlio di Poseidone aveva solo i capelli più in disordine del solito e qualche graffio, mentre la figlia di Atena e la figlia avevano una specie di cespuglio di capelli biondi in testa e entrambe pallide e piene di graffi. Annabeth sembrava che stesse per svenire, o per vomitare.
–State bene?– chiese Will incredulo.
–Si mai stato meglio– Percy sembrava davvero un pazzo.
–Io...– Annabeth trattenne un conato di vomito.
–Va bene salite in auto... Annabeth credo che sia maglio che tu stia davanti.–

E si ritrovarono in nove in una macchina per cinque. Cinque persone dei nove sembravano dei cespugli di capelli misto sangue e polvere, di questi due sembravano stare parecchio male, un altro guardava fuori dal finestrino depressamente e gli ultimi due sorridevano come dei bambini. Le ultime quattro persone, i quattro bambini di cinque anni, invece guardavano i genitori e la sorella come se fossero dei, cosa che in effetti erano per metà.
Davanti ci stavano Will e Annabeth. Dietro Percy, Bianca e Nico tenevano in braccio Luke, Zoe, Mary e Michael. I bambini però non avevano alcuna intenzione di stare fermi e soprattutto zitti.
–... Poi papà ha fatto così e l'uccellaccio si è trasformato nella polvere.– disse Mary mimando un affondo.
–E Bianca agitava la spada a caso cercando di colpire qualcosa!– tutta la macchina scoppiò a ridere all'affermazione di Luke, tranne la stessa Bianca, Michael e Nico. Bianca arrossì nascose la testa tra i capelli neri della sorella e di Mary.

In mezz'ora arrivarono al campo e i quattro bambini si guardavano intorno stralunati.
–Annabeth! Nico! Ragazzi!– Piper fece girare tutto il gruppo. Scrutò i più grandi tutti uno ad uno e poi domandò con voce scioccata –Ma che vi è capitato?! Siete stati investiti da uno stormo di arpie?!–
–In effetti si.– rispose Bianca imbarazzata.
–Ah beh, allora.– da dietro le gambe di Piper sbucarono due bambini.
–Gwen! Sammy!– esclamarono Zoe e Luke insieme.
–Venite! Dobbiamo farvi vedere una cosa!– Sammy prese per un braccio Luke.
–Venite anche voi?– chiese il bambino rivolto a Mary e Michael.
–Si!– fece Mary tutta contenta. 
–Io...– Michael stava già scomparendo tra le ombre quando Zoe lo prese per un braccio fermandolo e facendolo ritornare presente.
–No tu vieni– disse decisa per poi trascinarlo via insieme agli altri, e prendendo anche Bianca per un braccio.
–Mi sa che voi dobbiate venire con me– disse Piper con un grande sorriso.
La donna li guidò per metà campo, passando davanti alla casa grande, al campetto da pallacanestro e da pallavolo e infine nella piazza delle case. Incontrarono un sacco di ragazzi che li guardavano in modo piuttosto strano e anche del loro vecchi amici, come Reyna, Clarisse, Travis e Connor. Quando incontrarono la figlia di Bellona, lei si lanciò letteralmente addosso a Nico talmente forte da farlo cadere all'indietro.
La figlia di Afrodite li condusse fino alla casa 9 e bussò alla porta di metallo. Le aprì una ragazzina bionda e Piper le chiese –C'è Leo?– la bionda fece un grande sorriso e annuì.
–Leo? È già qua?– chiese Nico stupito
–Si, da una settimana.–
–Cosa?! Avete detto Leo? Ma...–
–Ma cosa Testa D'Alghe?– chiese Leo spuntando dalla porta.
–Ho percepito che non era più morto... Una settimana fa.–
–Io e Calypso ci abbiamo messo solo un paio di giorni ad arrivare qua.–
–Calypso?– chiese Percy incredulo. –Ci sei riuscito?– lui annuì.
Annabeth diede di matto –Vadez! Come hai potuto farci prendere un simile spavento!?– e poi lo stritolò in un abbraccio spacca-ossa.

Due ore dopo Nico e Will erano da soli nella cabina di Ade a sistemare la sua parte di stanza, era passato molto tempo dall'ultima volta che erano stati al campo, abbastanza in silenzio.
Dopo un po' Nico si prese la testa tra le mani e si sedette sul letto.
–Ehi che succede?– Will si sedette vicino a lui e gli mise un braccio intorno alle spalle.
–Io... non lo so...– cominciarono a scendergli delle lacrime e a singhiozzare e appoggiò la testa sulla spalla del marito che lo strinse ancora di più.
Gli capitava piuttosto spesso, di avere queste specie di crisi. La maggior parte delle volte non capiva cosa gli succedeva, semplicemente faceva fatica a respirare come gli era successo spesso nel Tartaro; altre invece vedeva delle specie di flash, sempre della sua 'visita' nel Tartaro.
Will lo prese per le spalle e lo costrinse a guardarlo negli occhi, gli parlò piano –Ascoltami. Guardami.– il figlio di Ade alzò lo sguardo con gli occhi neri pieni di lacrime –Ora sei qui, sei con me, con noi, la tua famiglia, tua sorella, i tuoi amici. Tutte persone che ti vogliono bene. Ok?–
Nico annuì tremante abbassando di nuovo lo sguardo mentre gli sfuggiva un singhiozzo che cercava di mandare via, mentre ricominciavano a scendergli delle lacrime bollenti sulla sua pelle gelida.
–No no no no no no. Fermo. Guardami.– gli asciugò le lacrime e lo strinse in un abbraccio caldo, mentre le lacrime continuavano a scendergli e a bagnare la maglietta del figlio di Apollo.
Dopo qualche minuto in quella posizione Nico smise di piangere e si staccò posando la fronte contro quella di Will, ancora con gli occhi gonfi e rossi.
–Tutto bene?–
–Si– rispose sollevato senza spostare lo sguardo dagli occhi azzurri dell'altro.
Will lo baciò e lui se lo godette completamente. Si staccarono soltanto quando non avevano più fiato.
Will fece un sorriso raggiante a trentadue denti –Bene! Che dici andiamo a mangiare?– in quel momento suonò il corno che segnalava la cena.
–Direi di si– rispose Nico con un piccolo sorriso asciugandosi un'ultima volta gli occhi.
Il figlio di Apollo si alzò in piedi in modo molto teatrale e porse il braccio a Nico –Mi permette di accompagnarla, signore?–
–Mmm... Forse– rispose lui prendendo il braccio dell'uomo stando al gioco.
   
 
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