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Autore: Newtmas    25/07/2015    14 recensioni
AVVISO: avevo già pubblicato questa ff un po' di giorni fa ma,una volta pubblicata, mi sono accorta che le varie parti della storia si erano invertite,si ripetevano e che quindi,non si capiva nulla. Ora con l'aiuto di un'amica provo a rimetterla e nulla, spero vi piaccia! :3
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Thomas è normale ragazzo di 17 anni che frequenta la Wicked School. Ha una vita tranquilla,un migliore amico ed un fratello di cinque anni più piccolo di nome Chuck. Quando, un lunedì mattina grigio e piovoso, incontra a scuola un ragazzo dai capelli biondi e il carattere dolce che gli incasinerà la vita.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Chuck, Minho, Newt, Teresa, Thomas
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Non mi ero mai svegliato insieme a lui, sentendo come prima cosa della giornata il suo profumo, e successivamente i suoi capelli dorati che mi solleticano la faccia. E' semplicemente stupendo. Il suo corpo è stretto al mio, il suo fiato caldo mi sfiora la pelle. Le mie braccia sono come quando mi sono addormentato: lo circondano. E com'è bello mentre dorme beato, sembra un angelo. Mia mamma ci aveva dato un materasso gonfiabile su cui uno dei due avrebbe dovuto dormire ma, non si sa come - ora che ci penso bene so alla perfezione com'è successo - lui è finito nel mio piccolo letto. E non si sta male. Vorrei stare così per sempre. Ho una mano sul suo petto e sento il suo cuore battere, rassicurante. Nel sonno sposta una mano sul mio viso e l'adagia sulle mie labbra. Bacio le sue dita affusolate e lui sospira.
"Tommy..." mormora ancora addormentato. Sorrido e gli do dei piccoli baci sulla guancia.
"Dormi" sussurro al suo orecchio. Il livido è ancora vistoso sulla sua bella faccia angelica. Come se lo sarà mai procurato? Un vortice di pensieri mi inghiotte. Potrebbe aver sbattuto da qualche parte oppure protrebbe averlo colpito qualcuno... ma perchè non vuole dirmelo? Il pensiero di lui che viene picchiato da una persona qualsiasi mi procura una fitta di atroce dolore al cuore. Devo scoprirlo, sembrava aver paura sugli spalti del campo di atletica ieri. Mi ricordo in un attimo i messaggi che ci siamo mandati durante la mattinata. Sembrava tranquillo, non afflitto da problemi famigliari o altro...
"A che pensi?" Mi sta guardando con la bocca leggermente inclinata in un sorriso. Non mi ero accorto che si fosse svegliato.
"A questo" dico sfiorando la ferita. Si scansa un po', evita il mio sguardo e diventa serio in un colpo .
"Non è nulla, Tommy" allunga una mano e traccia il contorno delle mie labbra con l'indice, prima di catturarle con le proprie. Mi riprometto di scoprire la verità, mentre mi stacco. E' ancora vestito come ieri sera, così come me, e la borsa con dentro un po' di miei vestiti - che ho deciso di prestargli per andare in montagna - aspetta ai piedi del letto. Un clacson inizia a suonare ripetutamente seguito da piccoli sassolini che colpiscono la mia finestra. Mi alzo di scatto e dallo spavento inciampo in qualcosa di indefinito mentre Newt ride come un matto, sorpassandomi e andando ad aprire la finestra. Riesce a schivare due o tre sassolini prima di emettere un'espresssione di sorpresa.
"Ma che cavolo ci fate qui?!" urla con i capelli tutti arruffati. Dal mio posto sul pavimento riconosco la voce di Minho.
"Andiamo in montagna! Credavate di poter partire senza di noi?!"
"Illusi traditori!" Aggiunge Teresa dal giardino "Abbiamo chiamato la madre di Tom e ha detto tutto!"Mi alzo velocemente e raggiungo il mio ragazzo.
"Voi non verrete con..." inizio ma vengo subito interrotto da un sassolino che mi arriva in fronte. Faccio un verso esasperato e trascino dentro Newt che ridacchia. 
"Preparati, amore" mi lascio sfuggire distrattamente. Amore? Amore?! Sento il viso diventare bollente e la mano del biondino che mi afferra un polso. Si butta su di me abbracciandomi forte e lasciandomi baci sul collo. Barcollo ma poi la mia schiena trova appoggio al muro della stanza e mi abbandono all'abbraccio. Quando si stacca mi sembra di vedere i suoi occhi lucidi, ma sono sicuro sia una mia impressione. Dopo esserci lavati usciamo - ancora vestiti come il giorno prima - dalla casa. Saranno le sei del mattino e c'è un leggero freddo. Vediamo Minho al posto del guidatore munito di occhiali e sigaretta che ci scruta con un mezzo sorriso.
"Spero tu non ti senta figo solo così" dice Newt lanciando la sua borsa che viene prontamente lasciata cadere dal moro.
"No, infatti non mi sento figo. Io sono figo" tira una boccata alla sigaretta e la butta per terra, schiacciandola con il piede "oh, lo sono terribilmente." Tutti lo guardiamo con espressione piuttosto schifata per una manciata di secondi prima di salire in macchina. Io mi son messo dietro insieme al biondino mentre li altri due davanti.
"Di chi è questa macchina?" Chiedo allarmato. Conoscendo Minho potrebbe averla tranquillamente rubata al primo passante che gli capitava a tiro.
"Di mio padre. Non lo scoprirà mai." E questa è la tipica frase che dicono nei film un minuto prima che il padre o chichessia li scopri. Fantastico. Sono piuttosto scorbutico e deluso, già immaginavo le giornate passate con Newt circondati da montagne innevate, le sere passate sul letto a guardarci negli occhi. Ma non succederà nulla perchè, ovviamente, il mio migliore amico non sa ancora che a me piacciono i ragazzi. Sospiro sconfortato ed inizio a disegnare cose a caso sul finestrino appannato. La mano di Newt si intreccia alla mia abbandonata sul sedile. Dura solo un paio di secondi prima che lui la tolga e si giri, ma vedo chiaramente Minho che ci guarda dallo specchietto. Mi viene un groppo in gola e la respirazione si fa difficile. Lui sa, ha visto. Il fiato si fa sempre più grosso.
"Tutto bene?" Teresa si gira e mi sorride. Annuisco e chiudo gli occhi. La macchina emette un rombo sommesso e avanza lungo la stradina. C'è così silenzio che lo si potrebbe toccare solo allungando una mano. Il mio ragazzo si sfrega le mani.
"Che è un mortorio? Stiamo andando in montagna! Allegria! Facciamo un gioco" propone. Mi viene da sorridere vedendo come vuole sempre mettere a suo agio chiunque.
"Spara" dice Teresa battendo le mani. Minho sta muto.
"Non saprei che fare sinceramente... io ho proposto di giocare, voi proponete il gioco" inizia una discussione su chi deve dire cosa  tra i due. Stanno andando avanti tipo da venti minuti quando il moro alla giuda li zittisce con un'espressione piuttosto colorita.
"Ho io un gioco, okay?" aspetta un momento in modo che ci sia silenzio "ognuno deve dire un proprio segreto" Mi sembra che il cuore mi scoppi. L'ha fatto apposta?
"Ci sto! Inizio io!" Grida entusiasta la ragazza. Fa una faccia pensierosa poi rivela:" l'ultimo ragazzo che ho avuto è stato quattro anni fa." Tutti ci rimangono di sasso.
"Quattro?!" esclamano in coro.
"Sì, lo so! Lo so!" alza in aria le mani come per arrendersi e poi mi fa un cenno con la testa. Tutta l'attenzione è rivolta a me. Sposto lo sguardo su Newt. E' nervoso pure lui e scuote la testa non sapendo che fare.
"Una volta ecco... uhm..." cerco di elaborare qualcosa velocemente. Faccio schifo in questo "ho mangiato qualcosa per i cani"
"Qualcosa per i cani?" Si lascia sfuggire Newt sconfortato dalla mia pessima recitazione.
"Sì... insomma, cibo" Sono sicuro che nessuno mi abbia  creduto ma non mi chiedono altro, e va bene così. Il viaggio continua per un'ora abbondante, e finalmente arriviamo a destinazione.  Ci troviamo in un paesino sperduto, circondato da montagne e casette in legno. Vaghiamo in cerca di un hotel con i nostri bagagli fin quando non ne troviamo uno piuttosto accogliente. L'aria è calda e confortante dentro ad esso. Prendiamo due stanze vicine e saliamo una scala a chiocciola che ci porterà alle nostre camere.
"Okay, io con chi sto?" Ci ferma la ragazza con le mani sui fianchi. Nessuno dice nulla e ci limitiamo a guardarla. Stai con Minho! Stai con M...
"E va bene! Vieni con me!" dice esasperato il moro. Avrei voglia di applaudire o abbracciarlo. Posso stare in camera con Newt! Non tutto è rovinato! Minho la trascina per il polso dentro una stanza e io faccio la stessa cosa con il mio ragazzo, che nel frattempo ridacchia. La camera è modesta e carina, con un grande letto matrimoniale.
"Io non dormo con te in un letto!" Grida Teresa dall'altra stanza. Soffoco una risata e mi tolgo la giacca.
"Ci divertiremo comunque, sai?" mormora il biondino sedendosi sul letto e sfilandosi le scarpe "Sono nostri amici, non fare quella faccia afflitta" faccio una smorfia e lo raggiungo.
"Non ho una faccia afflitta!" Ribatto forse un tantino ad alta voce.
"Oh, no. Sembra solo che ti sia morto il cane" Sbuffo e mi lascio cadere sul morbido materasso.
"Ho solo voglia di dormire" mi lamento chiudendo gli occhi. Newt si sdraia accanto a me e mi prende la mano.
"Dovremmo dirglielo" sussurra con lo sguardo fisso al soffitto.
"Quando sarà il momento..." gli stringo  forte la mano e apro gli occhi. Sappiamo entrambi che non ci sarà mai " il momento" ma è solo un modo per temporeggiare. Dopo aver pranzato usciamo dall'hotel e veniamo investiti dall'aria fredda. Devo dire tutto a Minho, sempre che non lo abbia scoperto da solo... ma quando dirglielo? E come? "Hey, Minho, sono gay ma non te l'ho mai detto perchè avevo paura che dopo tu non mi avresti guardato più in faccia. Che si mangia per cena?" ? Faccio letteralmente schifo a fare discorsi. Mi servirà l'aiuto di Newt, sicuramente. Passiamo tutta la giornata a bere cioccolata calda nei bar e a camminare lungo le stradine innevate. Sarebbe tutto estremamente romantico se non ci fosse un Minho che si lamenta di aver pestato un escremento di qualche animale, Teresa che si lamenta di Minho che si lamenta, Newt che si lamenta di quei due che si lamentano a vicenda e la mia testa che sta per esplodere. Ma va tutto bene, mi ripeto, siamo in montagna e andrà tutto benissimo. Davvero.
"Questo fine settimana farà schifo" brontola Teresa incrociando le braccia al petto, e una grande parte di me non può far altro che darle ragione.
 "Un momento!" Ci ferma Newt guardando per terra " C'è la neve e noi non stiamo ancora giocando alla battaglia di palle di neve come dei poveri idioti?" Questa domanda viene subito interrotta da una pallina binca che gli si spiaccica in faccia. E sì, sono stato io. Si china ridendo e tira a destra e a manca a sua volta. Presto sembriamo una banda di bambini di cinque anni che si rincorrono, e ridono, e schiamazzano, disturbando la quiete pubblica. Riesco a schivare una palla rifugiandomi dietro l'angolo di una casa, ma vengo colpito sulla nuca da un'altra lanciata dal mio ragazzo. Inizio a scagliargli una grandissima quantità di neve addosso fin quando se la ritrova anche dentro i vestiti.
"Basta!Chiedo pace... tregua!" biascica con il fiato mozzato sia dalle risate che dall'affanno. Passiamo la giornata così, rincorrendoci -  Newt zoppicando e incespicando -. E' davvero bello ritornare bambini. Ritorniamo alle nostre stanze infreddoliti e bagnati.
"Tu, Minho, starai in camera con Newt e Tom mentre io mi farò la doccia. E non ti azzardare ad entrare in bagno!" Urla lei dirigendosi  verso la sua meta. 
"Sono così prevedibile?" Chiede Minho con un sorrisetto varcando la porta di camera nostra.
"Assolutamente" dichiara il biondino sedendosi distrutto su una sedia. Il moro si fa serio tutto d'un colpo spostando lo sguardo su di me. Non lo distoglie e io cerco di non incontrare i suoi occhi mentre mi sdraio sul letto.
"Tommy! Così bagnerai tutto! Scendi subito da lì!" Sbraita Newt allarmato.
"Fa come ti dice la mamma" lo prende in giro Minho. Scendo dal materasso sorridendo e mi siedo sul pavimento, subito seguito dagli altri due. E' il momento, devo dirglielo.
"Minho devo... dobbiamo..." prendo un grosso respiro.
"...dirmi una cosa" finisce il moro per me con sguardo tagliente "vi ascolto" 
" Bene" mormoro con gli occhi fissi a terra. Come glielo dico?! E se dopo non vuole più saperne di me? Inizio a sudare freddo.
"Stiamo insieme" dice semplicemente il biondo. Il mio cuore ha ufficialmente smesso di battere. Ora c'è un silenzio peggiore di quello che ci fu tra me e Teresa. Questo dura tanto, troppo. Non oso guardarlo. Mi odio, mi odio con tutto me stesso. E' colpa mia se non vuole più essere mio amico. Colpa mia. Pure Newt trattiene il fiato, e questo non vuol dire nulla di buono.
"E' vero Thomas?" La sua voce è fradicia di rabbia. Annuisco piano. "E perchè non me lo hai detto prima? Eh? Perchè non ti sei fidato di me?!" Alzo velocemente lo sguardo.
"Io pensavo..." ma lui mi interrompe con un gesto della mano.
" Sono il tuo migliore amico, caspio! Non avevi  bisogno di tenerlo nascosto!" La sua reazione mi lascia spiazzato. Non è disgustato, non è scioccato, è arrabbiato. Mi limito a guardarlo con un'espressione da ebete per un po' senza riuscire a dire nulla. 
"Si capiva così tanto?" Riesco a sussurrare. Non mi risponde ma il suo sguardo si addolcisce - o almeno per quanto si può addolcire lo sguardo di Minho -.
" Ma sai qual è la cosa che più mi lascia di sploff?" Continua alzando gli occhi al cielo "Che tu ti sia innamorato di Newt al posto che di me! Cioè, hai visto come sono figo o no?!" E  nonostante tutto riesco a scoppiare a ridere. Solo ora mi accorgo di che grandi amici ho. Lo abbraccio ridendo mentre lui mi da pacche sulla schiena. E' tutto stranamente perfetto. A cena - in un pub non lontano da dove alloggiamo - decidiamo di vedere un film in camera mia e del mio ragazzo. Non posso fare a meno di notare che il livido sta via via svanendo e domandarmi - per quella che sarà la trecentonovantaquattresima volta - come se lo sia fatto. Ho già provato innumerevoli volte a domandarglielo ma lui cambia sempre argomento e il suo bel viso si rabbuia, quindi ho deciso di lasciar stare. Per ora. Andiamo a comprare un film di fantascienza e ci buttiamo tutti sul grande letto matrimoniale. Tutti tranne Newt, ovviamente, che ci guarda tra il disgustato e lo sconcertato.
"Ma vi sembra il modo?! Avete ancora i giubotti e le scarpe e siete sul mio letto!" Urla afferrando un piede di Minho e tirandolo nel vano tentativo di farlo scendere, ma il moro si attacca alle coperte gridando.
"Tecnicamente è anche il mio, di letto" preciso seduto sulla schiena di Teresa che si dibatte cercando di liberarsi. Il biondo mi lancia uno sguardo di fuoco e io chiudo la bocca.
"Ci serve ordine!" Ci alziamo e lo guardiamo scocciati "Toglietevi le scarpe e il giubbino, dopo di che Teresa farà i poc corn che ho previdibilmente rubato dalla credenza in casa di Tommy, il quale provvederà a cercare una coperta calda e abbastanza larga per tutti e quattro, mentre io andrò a chiedere altri cuscini" dice tutto d'un fiato.
"E io?" Chiede Minho.
"Tu proverai a stare fermo seduto su una sedia in modo da non intralciarci" spiega con fare pratico avvicinando una vecchia sedia in legno in un angolo. Il moro sbuffa ma alla fine fa come gli è stato detto.
"Dove li cucino i poc corn?" Domanda Teresa tirando fuori una busta dalla borsa del biondo.
"Dietro quella porta ho scoperto che c'è una specie di piccola cucina" indica una porta che prima non avevamo notato. Si asciuga la fronte con il dorso della mano e esce dalla stanza. Dopo circa venti minuti trovo una coperta gigantesca da dentro un vecchio baule, il profumo dei poc corn ha iniziato già da tanto a diffondersi nella stanza e Newt torna con dieci o venti cuscini che gli coprono la faccia. Li butta sul letto e si guarda intorno soddisfatto.
"Vedete? Basta solo un po' di collaborazione!" Ha un sorriso da orecchio a orecchio e il mio cuore fa un piccolo salto. E' così orgoglioso e dolce che mi fa sorridere. Finalmente - rigorosamente scalzi e coperti - possiamo premere 'play' e goderci il film. Io sono vicino al mio ragazzo che gurda lo schermo facendo buffissimi versi di sorpresa quando c'è un colpo di scena o un' esplosione, Teresa è affianco a lui, subito seguita da Minho che emette imprecazioni ogni due o tre secondi, commentando il film. Per fortuna viene quasi subito zittito da una gomitata nello stomaco da parte della ragazza. Afferro la mano di Newt da sotto la coperta e lui appoggia la testa sulla mia spalla. 
"No! No! Non spararle! No!" Grida Teresa allo schermo che trasmette l'immagine del protagonista che sta per uccidere la sua amata. Quando però poi l'ammazza, Teresa si rifugia nelle braccia di Minho, coprendosi gli occhi. E vedo una cosa che non credevo possbile: il moro arrossisce. Inizia ad accarezzarle la schiena incerto sempre più rosso. Gli rivolgo un sorrisetto malizioso e lui alza gli occhi al cielo. Lei si stacca, visibilmente imbarazzata e continua a guardare lo schermo. Bacio distrattamente la testa del biondo mentre continuo a guardare il film e lui alza lo sguardo. Mi prende il viso tra le mani e improvvisamente mi bacia, non un bacio a stampo, ma profondo. Non sono abituato a baciarlo davanti ai miei amici, sento il sangue fluire al viso. Dopo un po' però gli passo una mano sulle spalle e lo avvicino a me, chiudendo gli occhi e continuando a premere le sue labbra sulle mie. Uno schiarimento di voce ci fa staccare. Minho ci guarda con un sopracciglio alzato e il suo solito sorrisetto.
"Mi state facendo venire il diabete" annuncia e per tutta risposta noi continuamo a baciarci ridendo. La serata passa velocissima e  circa all'una di notte io e il biondo ci mettiamo a dormire l'uno avvolto nella braccia dell'altro. Credo siano le tre di mattina quando sento un rumore. Socchiudo gli occhi ancora mezzo addormentato. Il letto oltre a me è vuoto e quando me ne accorgo mi alzo di scatto dal materasso. Sento ansimare, poi una porta che sbatte.
"Newt?" L'oscurità è così spessa da non farmi vedere nulla. Seguo il respiro e mi ritrovo nella piccola cucina. Vedo una figura accasciata in un angolo che geme piano. Mi avvicino di corsa con il cuore che mi scoppia. E' Newt, rannicchiato su se stesso.
"Newt! Cosa è successo?! Newt!" Inizio a urlare cercando di prendenderlo in braccio, ma ogni volta che provo a toccarlo emette un urlo di dolore.
"Oddio! Vado a chiamare aiuto! Arrivo subito!" Grido facendo per alzarmi.
"No... stai qui... ti...pre..pre..." la voce gli si smorza in  gola con un'altra ondata di dolore. Una lacrima mi solca il viso e io la scaccio via con rabbia.
"Chiamo Minho e Teresa, ti portiamo all'ospedale!" Ignoro con uno sforzo immane le sue grida di dolore e lo prendo in braccio. Afferro la sua giacca ed esco velocemente dalla camera andando a bussare ripetutamente in quella accanto. Spunta fuori un Minho trafelato e in vestaglia.
"Sta male! Bisogna portarlo in ospedale! Sta male! Sta male!" Terrorizzati i due escono e ci fiondiamo  in strada. 
"La macchina non è lontana andiamo!" Urla il moro iniziando a correre in ciabatte sulla neve gelida. Io non ho nulla ai piedi e mi stringo forte Newt al petto che continua ad ansimare ed a tremare. Quando arriviamo apro la portiera dell'auto e lo faccio sdraiare sui sedili, mettendo la sua testa sulle mie gambe. Inizio ad accarezzargli la nuca e a piangere silenziosamente.
"Andrà bene... andrà tutto bene..." sussurro abbracciando il suo corpo scosso da spasmi.
"Non è vero..." mormora tra un fremito e l'altro "...non... non andrà bene..."
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BOOM! NEWT E' KO! 
No okay, chiedo scusa u.u In questo capitolo ho deciso di mettere anche Minho e Teresa perchè boh, se lo meritavano :3 Quindi niente fine settimana romantico, e vabbè.
Newt sta male (ma dai!?) e Tommy è distrutto ( che poi non so nemmeno io perchè faccio il riassunto del capitolo ma okay). 
Grazie tantissime per quelle bellissime recensioni! Mi rendete le giornate più belle!
Un abbraccio virtuale!


   
 
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