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Autore: bennytop    04/08/2015    0 recensioni
-Mio padre aveva gli occhi lucidi. Questo. Fu questo a spingermi a parlare: la sua sete di sentire la mia voce, le parole che solo io avrei potuto pronunciare. Io e nessun altro.-
Se vi ho persuase a dedicarmi un po' del vostro tempo, spero di con deludervi e di sentire il vostro parere. Grazie e buona lettura!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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INCALCOLABILE
premessa: se volete leggere (grazie), leggete fino alla fine (anche le n.a), grazie mille.

Riuscii a riscoprire le piccole cose che mi piaceva fare: camminare nel bosco, leggere, cantare, ascoltare musica, scrivere. Oh scrivere, quanto mi era mancato, ma finalmente avrei potuto condividere ciò che si agitava dentro di me con qualcuno.
Mi sto riferendo alla mia luce, la mia migliore amica  Brigit*.
Ritrovai la gioia dell'abbandonarmi alla musicalità delle parole.
Imparai a dialogare di più anche con i miei genitori.
Poi l'incalcolabile.
Mio padre ebbe un infarto.
Una settimana in terapia intensiva a lottare contro la morte, e io non ero con lui. In quei giorni ero dalla mia amica per rilassarci e studiare in vista delle verifiche di fine anno. Seppi di mio padre al mio ritorno, tre giorni dopo.
Nei girni di ospedale lo guardavo con il fiatone, mentre era disteso e intubato su quel lettino di ospedale. Mia mamma piangeva, io non riuscivo consumata da rabbia e incredulità.
Riuscivo solo a pensare istericamente: “Papà non andartene così, sei uno stronzo non mi hai nemmeno aspettato per salutarmi. Papà questa me la paghi, quando ti riprenderai ti faccio vedere io. Perchè non migliori papà? Perchè non stai tranquillizzando la mamma? Quanto starai ancora così papà? Sono un egoista papà, lo so che stai soffrendo ma preferirei che mi parlassi. Sei stanco papà. Se non ce la fai, lasciati andare, abbandonati a Dio papà. Dio deciderà se rimandarti da noi”.
Passarono le ore, ore amare di dubbio e agonia. Ore eterne e strazianti.
La macchina fece un rumore forte, irregolare e incalzante.
Silenzio.
Un display di un macchinario si era spento.
Panico.
Di nuovo quel rumore. Che diavolo stava succedendo?
-Mamma chiama subito l'infermiera-
L'infermiera stava giusto per entrare in camera quando....
- Rrromy...-
-Papà? Oddio!-
-Stavo per andare ma il Signore mi ha ricacciato qui perchè non ti avevo ancora salutata-
-Signore ti ringrazio- risi con le lacrime agli occhi.
Risate isteriche e piene di tensione e commozione uscirono dalla intensiva_02
In quel momento iniziai a scrivere la storia (che state leggendo), la storia di questi ultimi anni in cui feci lo sbaglio più grande della mia vita: gettai troppo tempo alle ortiche riflessa sulla mia tristezza.
Ho capito, mi sono scottata dal provare quanti ostacoli puoi trovarti sul cammino.
Basta tristezza, basta dolore, prendiamo dalle piccole cose di ogni giorno la forza per superare la nostre tempeste.
Quel giorno piansi, piansi e non me ne vergogno, le mie lacrime erano un tributo a mio padre, un tributo alla sua vita, un inno alla vita.
Capitolo corto a conclusione di un capitolo della mia misera esistenza.
CI TENGO CHE CHI “MI” LEGGE CAPISCA CHE NON SARÀ MAI SOLA, NELLE DIFFICOLTÀ NON ABBIATE PAURA A CHIEDERE AIUTO, A PIANGERE, LASCIATEVI CONSOLARE, LASCIATEVI SEMPRE VOLER BENE!
Questi sono i motivi per cui ho deciso di pubblicare questa ff: quello sopra esplicitato e per prendere finalmente e definitivamente il volo dal passato verso il mio domani, più serena, più fiduciosa, più me stessa, autenticamente me stessa.
Credo nel valore delle parole, credo che abbiano un effetto terapeutico sull'animo umano: quindi, se non volete credere a me, almeno un pochino credete in quel che vi sto comunicando. Ben importante è la forma, ma le parole comunicano la sostanza.
Grazie a chi regala un batuffolo del suo tempo alla mia storia.
Spero di ricevere commenti per crescere in questa esperienza.
Ancora grazie.
*Dea delle arti nella cultura celtica, conosciuta come la Minerva del Baltico*

   
 
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