Anime & Manga > Death Note
Segui la storia  |       
Autore: Vanisher    11/08/2015    4 recensioni
Dal capitolo 1 :
Matt mi guarda, confuso - Cos'è successo? -
Chiudo gli occhi, poggiando la nuca sulla porta chiusa dietro di me. Inspiro profondamente prima di parlare e dargli la "lieta notizia", un macigno sulla gola - Matt, da oggi in poi avremo un nuovo coinquilino -
Matt posa il suo sguardo sulla coperta azzurra, sul piccolo fagottino umano che ho tra le braccia.
Sospiro - Lidner voleva abbandonarlo - aggiungo, come se potesse servire da spiegazione. In effetti, è la spiegazione di ciò che è successo. E' la spiegazione del perché ho mandato il piano a puttane e ho ceduto.
- Capisco - Matt infila le mani nelle tasche dei jeans scuri e vecchi, sorridendomi comprensivo. Mi chiedo come faccia a sorridere in un momento come questo - Dopotutto, è pur sempre tuo figlio, Mello-.
__
E se Mello diventasse padre, a causa di un'errore?
Genere: Comico, Commedia, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Halle Lidner, L, Matt, Mello, Near, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 1 
 




La fredda aria invernale colpisce il mio viso come un violento colpo di frusta, con la stessa violenza con la quale mi ha colpito la telefonata ricevuta questa mattina. Quella telefonata mi ha stravolto, come un proiettile in pieno petto, sono stato catapultato in una realtà alla quale non volevo credere. Sarebbe stato meglio non rispondere, fare finta di niente e lasciare squillare il telefono anche per ore e ore, finché Halle Lidner non si fosse rassegnata. Ma so com'è fatta quella donna, avrebbe fatto altri tentativi per giorni e giorni, mi sarebbe venuta a cercare sotto casa e mi avrebbe costretto a scendere con un'inganno. Nonostante io sia una persona aggressiva, picchiare una donna non è un pensiero che ancora si è fatto strada nella mia mente, non mi divertirei nel farlo. Rispondere a quella telefonata è stata la cosa migliore. La cazzata vera e propria l'ho fatta quasi un anno fa.
Mi ha chiesto di venire in piazza all'una e mezza del mattino. Non so perché io abbia accettato di venire, dato che so cosa vuole dire, cosa vuole fare, cosa vuole darmi. Ho accettato di venire solo per ficcargli in testa che non me ne frega un cazzo di quello che vuole dirmi, farmi o darmi. Anche se il guaio in cui ci siamo cacciati coinvolge equamente sia lei che me. Ma non me ne frega un cazzo.
La neve cade a piccoli fiocchi, posandosi sul mio giubbotto nero e sui miei capelli biondi, la frangia che copre la cicatrice che già da un po' di tempo mi deturpa il viso. Le mani sprofondate nelle tasche profonde dei pantaloni di pelle, lo sguardo minaccioso che aspetta di vedere comparire Ridner, quella notizia non mi ha cambiato minimamente. Non mi cambierà mai, se è per questo. So che chiunque, al posto mio, avrebbe cambiato radicalmente ogni cosa, sia nel comportamento che nel fisico, ma io non ho intenzione di cambiare per una cosa che, anche se mi riguarda, non volevo accadesse.
Lidner appare qualche secondo dopo che io decida di andarmene e lasciare perdere. Ha addosso il suo solito giubbotto beige e gli stivali neri che le arrivano al ginocchio, un cappello che raccoglie i capelli lunghi e biondi e li ripara dalla neve. Tra le braccia ha una coperta azzurra e dentro questa coperta c'è qualcosa. C'è quello che deve dirmi, farmi, darmi.
C'è un bambino. 
Il nostro bambino, quello che abbiamo fatto nove mesi fa perché lei si è messa a fare la puttanella con me. Ma da dopo questo incontro, questo bambino sarà solo suo, non mio.
Lidner si ferma a pochi metri di distanza da me, stringendosi il bambino al petto. Non si è truccata. Strano, non è da lei.Questa storia del bambino sta cominciando a cambiarla. Io non ho intenzione di fare la stessa cosa. Io quel bambino non lo voglio.
- Grazie per essere venuto- dice.
Annuisco. Il mio sguardo è fisso sul bambino avvolto nella coperta azzurra, che mi da le spalle. Probabilmente starà dormendo. Fino a questa mattina non ero a conoscenza della sua esistenza, Lidner ha partorito senza dirmi niente perché sapeva che non avrei accolto con piacere la notizia. Ma adesso eccolo qui.
- E così ... - faccio un cenno in direzione del bambino - E così è lui -
- Si - annuisce Lidner - Vuoi vederlo? -
- No - mi affretto a rispondere.
Lidner ignora la mia risposta e mi si avvicina cautamente, porgendomi il bambino - Mello, lui è tuo ... -
- Tienilo lontano da me! - le ordino minaccioso. Indietreggio di qualche passo bruscamente, rischiando di inciampare e cadere nella neve. Non voglio quel bambino, non voglio sapere niente di lui. 
Lidner si ferma di colpo, solo a qualche metro da me. Non colmerà quella distanza, sa che aggraverebbe ancora di più le cose e non è una scelta saggia. Sa che se perdo il controllo sono pericoloso. Se non avesse il bambino, avrebbe colmato la distanza e mi avrebbe affrontato a testa alta. Ma adesso che ha qualcosa da perdere ... non vuole rischiare. Sospira, adesso la sua voce comincia a diventare un sussurro strozzato - E' nato solo da qualche mese -
Emetto un verso di scherno - Poteva anche non nascere. Io non lo voglio -
- Non posso prendermene cura io - ribatte lei, i suoi occhi cominciano a diventare pian piano lucidi e pronti a piangere qualche supplica, la sua voce s'incrina sempre di più - Con Near, e l'SPK ... -
- Io non lo voglio - ripeto.
- Non posso abbandonarlo - Lidner comincia a singhiozzare, dapprima piano poi sempre più forte, le lacrime che cominciano a scendere sulle guance arrossate dal freddo. Si stringe il bambino al petto, posando le labbra sulla sua piccola fronte, mentre il bambino dorme ignaro di tutto. I singhiozzi la scuotono, sta tremando, non so se per il freddo o per la paura.
Stringo i pugni contro i fianchi, così forte da far sbiancare le nocche. Nemmeno io sono pronto a fare il padre, cazzo. Non voglio quel bambino. Per quanto possa essere simile a me, non sarà mai di mia proprietà, non materialmente. Un sacco di bambini crescono felici senza padre, lui non sarà un'eccezione.
- Facci quello che vuoi - mi volto, pronto ad andarmene e a dimenticare per sempre questa storia - A me non me ne frega un cazzo -
- Mello, ti prego - mi supplica Lidner.
Rimango immobile. Se me ne vado, dimenticherò per sempre questa storia. Dimenticherò Ridner. Dimenticherò quel bambino. Tutto tornerà come prima. Non sono pronto, non voglio fare il padre. Muovo il primo passo, e anche il secondo, finalmente deciso ad andarmene e tornare alla mia vita normale e di tutti i giorni.
Sento Ridner fare qualche passo veloce verso di me - L'ho chiamato Mihael - si affretta a dire, i singhiozzi sono diminuiti e la sua voce è tornata più ferma, mentre i suoi passi affondano nella neve.
Mi blocco. 
Mihael.
Si chiama come ... me.
Mi volto lentamente a guardare Lidner. Lei mi si avvicina cauta, e questa volta io la lascio avvicinare. Mi porge il bambino, e io prendo il bambino tra le braccia, inizialmente riluttante e tremante. Ma quando dalla coperta azzurra spunta fuori il viso pallido del bambino, il viso pallido di mio figlio ... qualcosa cambia. Qualcosa si muove, si blocca e nasce.
Il bambino ha un accenno di capelli biondi sulla testa, ha il naso piccolo come quello di Lidner e ha la bocca sottile come la mia. Chissà come sono i suoi occhi. E' così piccolo e fragile che se lo stringessi troppo forte potrei ucciderlo, frantumarlo. Quello è mio figlio. Mihael.
Improvvisamente la parola "no" non esiste. Non posso dire no a mio figlio. Stringo le labbra, so che dire "si" sarebbe come firmare una condanna a morte o qualcosa del genere, perché mi caccerei in qualcosa più grande di me. Non so fare il padre, non sarei un buon padre. Un padre che è il capo di una gang criminale, che spaccia droga e ammazza gente. Ma non posso lasciare che Lidner lo abbandoni ...
Sospiro.
- Va bene - sussurro infine, chinando il capo verso il viso di mio figlio, sconfitto e sottomesso. Il mio naso rosso per il freddo sfiora quello piccolo e tiepido del bambino, e rabbrividisco al contatto di quella nuova pelle sconosciuta. La mia pelle, in un certo senso.
- Grazie - la voce di Lidner è piena di gratitudine, mentre spalanca le braccia per accogliermi in un abbraccio, continuando a sussurrare ringraziamenti.
Ma io indietreggio ancora, mantenendo le distanze - Ma tra noi due non cambierà assolutamente niente, Halle - dico, tornando distaccato come al solito.
Lidner si blocca, confusa. Ma poi abbassa le braccia e annuisce - Certo, capisco -
- Ma potrai venirlo a trovare tutte le volte che vorrai - aggiungo, stringendomi Mihael a petto e cercando di trovare una posizione comoda sia per me che per lui, anche se sta dormendo e sicuramente non si accorgerà di nulla - Tanto, sai dove trovarmi -
Lidner annuisce.
- E ora sparisci - dico, voltandomi per andarmene. E questa volta me ne vado davvero, senza voltarmi indietro per vedere la reazione di Lidner al mio saluto così brusco e senza fargli salutare il piccolo Mihael.



 
___________



Trovo Matt seduto sul divano, una sigaretta in bocca e il pacchetto vuoto abbandonato sul tappeto logoro marrone. Gli occhiali strani arancioni sono abbandonati poco distanti da lui sul divano e la casa puzza di fumo. Chissà quante sigarette si è messo a fumare, quel bastardo.
Appena mi vede entrare, scatta in piedi e mi si avvicina. Mi chiudo la porta cigolante alle spalle, poggiandomici contro. Un solo pensiero riecheggia nella mia testa, senza lasciare spazio a nient'altro che non sia pensare a Mihael e a cosa devo comprare per farlo vivere qui. Da adesso in poi sono padre. Devo pensare a tutto io. Fanculo, Hal.
Vedendomi stringere la coperta azzurra, Matt intuisce che qualcosa sia andato storto nel piano che avevo premeditato insieme a lui prima di uscire per incontrare Lidner ( il piano era di mandarla a fanculo insieme al bambino e di tornare a casa con la coscienza pulita. Ma come fai a tornare a casa con la coscienza pulita quando sai che il bambino che quella donna vuole abbandonare è tuo figlio? ).
Matt mi guarda, confuso - Cos'è successo? -
Chiudo gli occhi, poggiando la nuca sulla porta chiusa dietro di me. Inspiro profondamente prima di parlare e dargli la "lieta notizia", un macigno sulla gola - Matt, da oggi in poi avremo un nuovo coinquilino -
Matt posa il suo sguardo sulla coperta azzurra, sul piccolo fagottino umano che ho tra le braccia.
Sospiro - Lidner voleva abbandonarlo - aggiungo, come se potesse servire da spiegazione. In effetti, è la spiegazione di ciò che è successo. E' la spiegazione del perché ho mandato il piano a puttane e ho ceduto.
- Capisco - Matt infila le mani nelle tasche dei jeans scuri e vecchi, sorridendomi comprensivo. Mi chiedo come faccia a sorridere in un momento come questo - Dopotutto, è pur sempre tuo figlio, Mello, anche se non sei stato tu a volerlo -
Scuoto il capo - Non sono pronto a fare il padre, Matt -
- Imparerai - mi si avvicina per guardare meglio il bambino. Io glielo porgo e lui lo prende cautamente, scoprendogli il viso per guardarlo. Dalla sua espressione capisco che nel piccolo Mihael riesce a rivedere me e anche Lidner. Ma sembra riuscire a rivedere più me che Lidner, forse perché sono io che da oggi in poi mi dovrò prendere cura di lui - Come si chiama? - mi chiede.
- Mihael - rispondo.
Matt sorride - Hai fatto la cosa giusta, Mello -
- Parlando di cose giuste - mi incammino in salotto per aprire la finestra e arieggiare la casa che comincia a puzzare di fumo in un modo nauseante, e non ci tengo a pulire il vomito di un bambino - Da oggi in poi, se devi fumare, te ne vai sul balcone -
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Death Note / Vai alla pagina dell'autore: Vanisher