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Autore: IsaMor    12/08/2015    11 recensioni
(Sterek omegaverse.)
... Il medico si sedette alla scrivania e guardando i due: "Sceriffo il suo ragazzo sta bene, deve solo riposare e prepararsi."
"Prepararmi a cosa?", chiese Stiles piuttosto confuso.
Aveva risposto ad un po' di domande durante la visita, anche se il medico sembrava aver avuto la diagnosi non appena controllato i dati di nascita del paziente sulla cartella clinica in suo possesso.
"Stiles, al calore. Sei un omega ed è arrivato il momento di andare in calore per la prima volta. Accade sempre in primavera, non per niente è considerata la stagione degli amori."...
...Scott scoppiò a ridere: "Aspetta qualche giorno e vedrai tanti di quei alpha alla porta di casa tua che tuo padre dovrà distribuire i numerini per conoscerti."
"Non essere ridicolo..."
"Stiles, meglio se te lo dico io. Odori di buono." ...
... "Vedi di stare attento. E soprattutto stammi lontano, puzzi!", ringhiò.
Lo lasciò, mentre riprendeva a camminare.
"Cosa? Io non puzzo! Mi è stato detto che odoro di buono."
"La tua giacca puzza."...
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Danny Mahealani, Derek Hale, Sceriffo Stilinski, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: AU | Avvertimenti: Mpreg
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CAPITOLO VII

 

Trovare qualcosa da indossare in camera che non puzzasse di lupo, fu impossibile per Stiles. Dovette chiedere aiuto a Danny, perché il proprio guardaroba era appestato dalla giacca di Derek, ma trattandosi di Danny si ritrovò con lui e gli altri omega al centro commerciale a fare compere. 

Danny aveva dovuto prima costringere Stiles a fare nuovi acquisti, perché secondo lui "Nessun omega si veste così!" e poi convincere Isaac che non si sarebbero cacciati in altri guai. 

Alla fine Isaac aveva accettato l'uscita del suo omega con Stiles, solo perché ai due si erano aggiunti Lydia, Allison e Erica.

Eppure, aveva deciso di tenerli d'occhio a distanza, soprattutto perché Erica gli aveva giurato di staccare parti che gli sarebberò servite per il calore, se solo s'intrometteva in quell'uscita tra omega.

Stiles era stato costretto a comprare un sacco di roba scelta da Lydia e Danny che si erano impossessati del denaro datogli dallo sceriffo, felicissimo di sborsare per far vestire decentemente il figlio.

"Cos'hanno i miei vestiti di sbagliato?", si stava lamentando. 

"Nulla. Sono l'ultimo grido in fatto di moda se sei uno spaventapasseri.", Lydia finì di distruggere l'autostima dell'amico. 

"Tranquillo, qualsiasi cosa metterai potresti non doverla tenere indosso a lungo questa sera.", infierì Erica. 

"Eh... No. Non accadrà nulla con Bobby. Lui non è quel tipo di alpha...", venne interrotto.

"Mi dispiace dirtelo, ma tutti gli alpha sono interessati a quello vicino al calore."

"Allison, non ti ci mettere pure tu."

"Dove ti porta?", Danny sembrava voler riportare la chiacchierata a livelli sopportabili per la psiche di Stiles. 

"Partita di lacrosse tra squadre universitarie."

"Quella che si terrà all'università fuori Beacon Hills?"

"Sì. Non preoccuparti, ho chiesto a Peter se violassi il territorio di qualche mostro. Mi ha spiegato che le zone universitarie vengono considerate territorio neutro dai licantropo e poi mi basta togliere l'odore di cane bagnato da dosso e andrà tutto bene."

Danny lo guardò a bocca aperta divertito. 

"Che c'è?", domandò Stiles notando l'espressione dell'altro. 

"Non era proprio per i licantropi che chiedevo del posto. Sai, da qui allo stadio dell'università c'è tanta strada e tanti posticini in cui fermarsi."

"Cosa vorresti dire?"

"Che ci proverà.", affermò Lydia. 

"No, lui non..."

"Sì, lui sì. Ti porterà in un bel posticino appartato e ti bacerà e altro.", intervenne sadicamente Erica.

Da quel preciso momento Stiles andò nel panico.

 

 

Il panico si protasse fino a sera.

Si era preparato indossando camicia troppo stretta, jeans nella norma, una giacca sportiva e la sciarpa di lino, tutta roba comprata quel giorno. 

Aspettò seduto sul divano con lo sguardo perso nel vuoto, tanto che lo sceriffo aveva dovuto riportarlo all'attenzione agitandogli una mano di fronte più volte.

Al suono del campanello schizzò in piedi. Il padre stava iniziando seriamente a preoccuparsi per il suo comportamento, tanto che decise di far fermare qualche minuto in più Bobby in modo da capire se lasciarlo uscire con lui fosse una buona idea. Il fatto che sentisse Stiles incitarsi come se stesse per affrontare una partita, mentre lui andava ad aprire il portone, lo preoccupò di più. 

"Forza Stiles! Puoi farcela. Andrà tutto bene e nessuno si farà male. Ce la puoi fare! Che la Forza sia con me!"

Lo sceriffo pregò che Bobby fosse quello giusto, perché non poteva vedere il suo bambino in quello stato. 

Un legame sarebbe stato d'aiuto a Stiles a focalizzarsi sul proprio futuro per trovare la sua strada e Bobby aveva dato una buona impressione.

Aprì la porta all'uomo: "Buonasera coach."

"Buonasera sceriffo."

Sì strinserò la mano.

"Si accomodi. Stiles è in salotto."

"Non vorrei fare tardi, non possiamo trattenerci a lungo.", si scusò Bobby. 

"Sì, lo immaginavo, ma preferirei che vi fermaste qualche minuto. Stiles... Beh, Stiles mi sembrava...", entrarono in salotto lo sceriffo si blocco dal continuare. 

Stiles era in piedi e sorrideva sincero nella loro direzione e solo in quel momento realizzò che il suo bambino era cresciuto. 

I capelli finalmente avevano un aspetto meno militaresco e l'abbigliamento era adatto ad un omega di buona famiglia. 

Non era neanche più ansioso e iperattivo come al solito. Sua madre ne sarebbe stata orgogliosa, si scopri a pensare.

"A me sembra bellissimo.", quasi sussurrò Bobby, continuando il discorso lasciato a metà dell'uomo. 

"Ciao Bobby.", disse timidamente, ma sorridendo di più. 

"Ciao."

"Forse, è meglio se andate, parleremo un'altra volta."

Lasciarono la casa e prima che Stiles potesse aprire la portiera lo fece Bobby. 

"Che cavaliere.", scherzò l'omega. 

"A dire la verità faccio il cavaliere perché tuo padre ci sta guardando dalla finestra e credo che volesse farmi qualche discorsetto prima. Meglio fare i bravi, per ora. C'è il rischio di essere pedinati dai suoi agenti." 

"Mi dispiace, non credevo che facesse quel discorso."

"Forse, l'avrebbe dovuto fare.", sostenne Bobby ammiccando in modo esagerato, ma era chiaro che scherzarse. 

Stiles scoppiò a ridere.

Continuarono a scherzare per i quaranta minuti d'auto fino allo stadio, parlando di musica e di lacrosse, facendo anche i pettegoli sui compagni di squadra di Stiles. 

Entrare allo stadio e raggiungere i propri posti fu una cosa molto semplice. 

Bobby gli indicò il suo vecchio allievo in campo e Stiles capì che avrebberò fatto il tifo per lui e la sua squadra.

Mangiarono robaccia da stadio e si divertirono come matti.

In più di un'occasione si toccarono e Bobby gli strinse le spalle con un braccio, ma sempre in un momento di divertimento e mai in modo subdolo e malizioso. 

Alla fine della partita, vinta dalla loro squadra, andarono dall'ex studente di Bobby prima che entrasse negli spoiatoi.

Fu bello per Stiles vedere come Bobby fosse orgoglioso del suo ex allievo e ne capì maggiormente il motivo quando gli si avvicinò per stringergli la mano. Il ragazzo era un omega legato. Era sbalordito, visto che il ragazzo aveva guidato tutta la partita.

"Quindi tu e lui?", chiese scherzoso a Stiles. 

Stiles non sapeva cosa rispondere, visto che non stavano ancora insieme e si limitò ad arrossire. 

"Scusa, non volevo metterti in imbarazzo.", sorrise sentendosi in colpa per poi sussurrare a Bobby: "È carinissimo."

"Dove hai lasciato tuo marito?", domandò l'alpha cambiando argomento.

"Dev'essere da queste parti con la sua famiglia... Ah, ecco mio cognato."

Un ragazzo sulla ventina si avvicinò. 

"Lui è mio cognato Jim. Jim questi sono il mio ex coach Bobby, te ne ho parlato, e lui è Stiles un suo allievo e non solo.", fece l'occhiolino al ragazzo. 

"È un piacere", disse il ragazzo.

Stiles notò che anche Jim era un omega, solo non legato. Era bello e per un attimo vide un certo interesse di Bobby nei suoi confronti, ma sospettò che fosse per il fatto che il ragazzo giocava a baseball. 

L'attenzione di Bobby dopo quell'incontro fu solo su Stiles. 

"Torniamo a Beacon Hills? Magari andiamo a prendere un gelato o un dolce prima di tornare a casa."

"Ci sto.", affermò salendo in auto.

Sulla via del ritorno Bobby pareva teso e andava piano. 

"Tutto bene?"

"Sì. Solo..."

"Solo?" 

"Stiles, ti fidi di me?"

"Certo."

"Quindi se ora ti portarsi in un posto tranquillo e con un bel panorama, tu non penseresti male di me?"

Ci mise un po' per rispondere: "No, non penserei mai male di te. "

"Ok.", disse più per farsi coraggio e cambiare strada. 

Sapeva che Bobby non fosse quel tipo di alpha, infatti quando arrivarono nel posto tranquillo, Stiles notò davvero il bel panorama sulla loro città. 

Il luogo era deserto ed era una sorta di spiazzo di sosta per le auto dei campeggiatori. Davanti a loro c'era un steccato molto grezzo che non stonava con l'ambiente. Oltre si poteva ammirare tutta la vallata con le luci della città che spiccavano nel buio. Erano evidenti anche le stelle e uno spicchio di luna.

"È carino qua.", sostenne Bobby. 

"Ci vieni spesso?"

"Sì.", poi si rese conto dalla faccia del ragazzo che quell'affermazione poteva essere fraintesa: "Vengo a parcheggiare quando mi offro come responsabile per accompagnare i boyscout. Mi capita di restare qui fino a tardi e ho notato la bellezza del panorama."

"Quindi è per il panorama che siamo qui?"

"Magari, non è solo per il panorama.", ammise voltandosi meglio verso Stiles che si era appoggiato con una spalla alla portiera, mettendo troppa distanza tra loro. 

"E per cosa, allora?"

Non gli diede risposta ma lo vide allungarsi nella sua direzione cercando un appoggio per non pesare su Stiles che tendeva ad allontanarsi fino a schiacciarsi contro la portiera per il nervosismo.

Non era spaventato, ma solo un po' in ansia per ciò che stava per accadere. 

Bobby si fermò qualche attimo a guardarlo per poi posare le sue labbra su quelle dell'omega. 

Il bacio fu dolce e lento.

Stiles si sentiva frebicitante come la volta in cui era stato baciato da Derek. Solo che questa volta era tutto piacevole.

Inizialmente non sapeva cosa fare e soprattutto se fosse una buona idea portare le mani sulle spalle di Bobby o fosse troppo intimo stringersi a lui. 

I baci continuarono alternati tra brevi sfioramenti di labbra e lunghi e profondi unioni di labbra, lingue e saliva.

Ad un certo punto fu istintivo abbracciarsi e perdersi l'uno contro il corpo dell'altro. Le mani dell'alpha iniziarono ad accarezzare i fianchi di Stiles, che dopo un po' si sentì in dovere di fermarsi. 

Era chiaro che le cose in quell'auto potesserò andare oltre a semplici e piacevoli baci, ma Stiles non era pronto a dare di più a colui che con ogni probabilità sarebbe divenuto il suo alpha. 

"Aspetta. Aspetta, io non sono sicuro che sia una buona idea continuare.", 

"Stiles, non è un problema, se vuoi che smetta basta che tu me lo dica."

"È solo, che in questo periodo a noi omega non piace... Non piacciono certe cose."

"I baci non mi sembra che ti dispiaciono."

Sorrise: "No, i baci non mi dispiaciono."

Ripresero e per un attimo Stiles ebbe l'impressione di essere tornato a quella notte con Derek, ma gli bastò dare un'occhiata a Bobby per rendersi conto che era con la persona giusta.

 

 

Scendere dall'auto di Bobby fu un'impresa, visto che le ginocchia gli tremavano per l'emozione provata con l'alpha. 

"Ci vediamo domani pomeriggio se ti va?", chiese mentre lo scortava alla porta di casa. 

"Ok, chiamami quando hai finito d'allenare i bambini."

"Buonanotte Stiles."

Le labbra dei due ripreserò da dove si erano interrotti prima di tornare a casa. 

Stiles finì spalmato contro il portone per diversi minuti, prima che questi si aprisse.

Si ritrovò con il sedere a terra e suo padre che lo fissava rassegnato alle sue stranezze. 

Dopo che Bobby lo ebbe rimesso in piedi si diedero la buonanotte in modo meno intimo vista la presenza dello sceriffo. 

Mentre, si avviava traballante verso le scale suo padre gli chiese della serata, cioè l'interrogò sulla serata. 

"Andato tutto bene? La partita, chi ha vinto? Cenato?"

Stiles sapeva che suo padre aveva già tutte le risposte a quelle domande, non per niente ero lo sceriffo. Era quasi certo che avesse trovato i risultati della partita e la durata di essa su qualche social. Per Stiles non era facile nascondere il fatto di essere affamato se per qualche motivo avesse saltato la cena e il fatto di averlo beccato a baciarsi sulla porta era la dimostrazione di come fosse andata la serata. Quindi si limitò a rispondere un: "Buonanotte signor sceriffo."

Sul diario scrisse:

Finalmente, Bobby è quello giusto. 

 

Il giorno dopo doveva sbarazzarsi dell'odore di Derek sui suoi vestiti, quindi iniziò a fare diverse lavatrici dalle sette di mattina. 

La giacca di pelle era finita in un sacchetto e sarebbe tornata al legittimo proprietario nel pomeriggio. 

L'unico problema era che lui non voleva vedere il legittimo proprietario. 

Quindi era fermo sotto al loft di Derek con il sacchetto sul sedile accanto. 

"Ora vado e gliela lascio... Ora vado... Sì, ora..."

"Che fai? Parli da solo.", chiese Derek affacciandosi al finestrino dell'auto. 

Stiles sobbalzò emettendo un gridolino virile o almeno era quello che sperava. 

Il licantropo si avviò verso l'entrata dello stabile e Stiles lo seguo con il sacchetto. 

"Derek. Sono qui per ridarti..."

"Sali. Parliamo in casa."

"Io, io... Non posso, devo andare.", sostenne mentre si guardava intorno per capire cosa fare.

"Cinque minuti, non muore nessuno."

"Davvero? Devo ricordarti la piscina della scuola.", intanto si trovò a seguirlo fino all'ascensore.

"Non siamo morti, mi pare."

Una volta in casa, Derek si girò a guardarlo: "Cosa devi dirmi?" 

"Solo che ti ho riportato la giacca."

"E sei salito solo per darmi la giacca? Non credo che sia solo per questo?"

"Ho trovato...", venne interrotto sul punto di confessare di avere un alpha.

"Puzzi! Perché puzzi?"

"Non puzzo!", sostenne infastidito. 

Derek gli si avvicinò: "Puzzi di quell'insignificante coach."

"È normale, visto che è il mio alpha!"

"Quello non è il tuo alpha!"

Stiles si stava infuriando: "Davvero? Ieri sera si comportava proprio come se lo fosse."

"Perché glielo hai permesso? Tu hai già un alpha."

Scoppiò a ridere: "E io che credevo di saper riconoscere il mio alpha quando lo bacio. Chi sarebbe il mio alpha secondo te?"

"Sono io!"

Sì guardarono negli occhi, ma quelli di Stiles erano freddi.

"Potevi esserlo, ma ora non so più cosa pensare. Fai queste scenate di gelosia, anche davanti a Deucalion le hai fatte, ma in realtà non ti frega nulla di me. Il tuo è solo uno stupido comportamento possessivo. Giocano con il tuo bambolotto e tu fai i capricci per riaverlo."

"È questo che fa lui, gioca con te?"

"Bobby è una brava persona!"

"Dillo!"

"Cosa?"

"Dimmi che lo ami."

"È normale.", fece per chiudere la discussione è andare via, ma Derek l'afferrò.

"Non l'hai detto.", lo spinse di schiena contro la porta. 

"Non devo dirlo a te."

"Tu stai solo fingendo. Ti sei convinto che lui può darti un futuro, ma non chiedi a te stesso se sia l'alpha della tua vita. Ti stai accontentando. Hai mollato alla prima difficoltà l'unico che ti amava e pensare che mi aspettavo di più da te. Sei un omega qualsiasi, eppure io... Io ti amo lo stesso!"

Il cuore di Stiles si fermò. 

Guardò gli occhi verdi di Derek e le sue labbra. Finalmente, aveva le risposte che cercava in quel semplice "ti amo", ma preferì ignorarle e andare via.

 

 

Da quel momento in poi fu tutto più semplice -o quasi- per Stiles. Aveva evitato di ripensare alle parole di Derek e aveva iniziato il suo nuovo percorso di vita.

Bobby era fantastico e gli dava stabilità, infatti non aveva più combinato guai o si era cacciato nei pasticci. 

Passava molto tempo con lui e non solo a baciarsi. In più di un'occasione l'aveva aiutato con i bambini che il coach allenava d'estate e si era divertito da matti, perché le piccole pesti davano retta a lui e facevano le imitazioni del coach alle sue spalle. 

Anche Bobby era felice di vedere Stiles alle prese con i bambini. 

"Un giorno ne avremo di nostri."

"Cosa? Di mazze da lacrosse decenti?"

Scoppiò a ridere: "Anche quelle. Mi riferivo ai bambini.", si fece più serio: "Quando saremo pronti.", aggiunse. 

Stiles capì che non era una richiesta a breve termine, ma l'idea di avere bambini lo spaventava. Non si sentiva capace di prendersi cura di qualcuno, ancora adesso non sapeva prendere delle decisioni sulla sua vita. 

Per quanto stesse bene con Bobby, ogni tanto si chiedeva se fosse la persona giusta e cioè quando pensava a Derek e alle sue parole.

Poi si imputava mentalmente su Bobby e si sentiva più sicuro.

Erano molto simili, eppure c'era qualcosa che ancora non li faceva sentire pronti al legame.

"Ci vediamo per cena stasera? Cucino io.", l'altro lo riscosse dai suoi pensieri. 

"Ok, ma a casa tua?"

"Sì, a casa mia. Sempre se per te non è un problema?"

Non era mai stato a casa di Bobby in due settimane e mancavano poco più di altre due per il calore. Era arrivato il momento di prendere delle decisioni mature, quindi pensò di parlare con Scott prima di cena. 

"Potrei fare tardi. Devo passare da Scott alla clinica veterinaria."

"Ok, salutalo da parte mia."

 

 

Stiles parcheggiò davanti alla clinica veterinaria. Sapeva che Scott doveva occuparsi di alcuni cuccioli nati da poco. 

Era vestito bene e si era preparato a qualsiasi tipo di esito della serata, solo che aveva bisogno del suo migliore amico. 

"Che eleganza.", notò Deaton ancora in clinica: "Serata speciale?"

"Più o meno."

"Stiles, come mai qui?", intervenne Scott mentre dava il latte con un biberon ad un cucciolo di lupo.

"Volevo parlarti. Che carino.", notò il piccolo. 

"Sai, ho scoperto solo ieri una cosa assurda su noi licantropi."

"E cioè?", chiese mentre coccolava un altro cucciolo. 

"I neonati dei licantropi nascono con l'aspetto di cuccioli di lupo."

"Cosa?! Ma... Ma poi come fanno... Come diventano?"

"Dura solo i primi due mesi. Nascendo cuccioli sono più forti. Poi restano umani finchè non iniziano a perdere i denti da latte. Da quel momento sono licantropi come gli altri.", disse Deaton divertito.

"Allison sta dando di matto per questa cosa.", ammise Scott.

"Aspetta che lo venga a sapere Danny e non parliamo di Lydia. Temo che Peter verrà ucciso nei prossimi giorni.", ridacchiò Stiles. 

"Io vado. Non fate baldoria senza di me ragazzi. Buona serata."

Deaton li lascio soli.

"Allora, di cosa vuoi parlare."

"Stasera vedo Bobby."

"Questo l'avevo intuito. Qual'è il problema?"

"Saremo soli a casa sua e il calore si avvicina."

"La cosa si fa seria. Non sai se vuoi fare sesso con lui questa sera o non sei sicuro che lui sia giusto per il legame?"

"Non ho dei dubbi precisi e solo che ci frequentiamo da poco. Credo di aver bisogno di tempo per decidere."

"Puoi sempre aspettare il prossimo calore per legarti. Bobby non sembra uno che insisterebbe per legarsi troppo presto."

"I miei genitori hanno aspettato per legarsi. Volevano dimostrare che erano davvero fatti l'uno per l'altra.", spiegò Stiles ripensando con dolcezza a sua madre e suo padre sempre abbracciati quando credevano di non essere visti: "Credo che rimanderò il legame come fecero loro."

"Se senti di non essere pronto è giusto così, ma...", si interruppe come a voler riflettere. 

"Scott. Ma cosa?"

Lo guardò negli occhi: "Stiles, tu vuoi legarti con Bobby?"

Stiles rimase interdetto. Sapeva la risposta, ma non riusciva a tirarla fuori, come se pesasse troppo per essere detta.

Non sapeva cosa dire e Scott cercò di riprendere il discorso alleggerendolo: "Per stasera, decidi solo se vuoi fare l'amore con Bobby. Il resto verrà da sé."

 

 

Stiles penso anche al fatto che non era sicuro di voler fare l'amore con Bobby, mentre andava a casa sua. 

Aveva pensato al sesso, però il termine "fare l'amore" aveva cambiato tutto. 

Doveva davvero capire cosa volesse fare della sua vita, era solo sua la decisione. 

Bobby lo fece accomodare al tavolo, mentre dava gli ultimi ritocchi ai piatti di spaghetti al pomodoro fresco. 

"Ti ho già detto che non so cucinare, quindi sii buono nel giudizio."

"Ok."

Assaggiò e lo trovo perfetto. 

"È buonissimo."

"Se me lo dici con quell'aria abbattuta non ci credo."

"Scusa, avevo la testa da un'altra parte.", abbozzò un sorriso. 

"Voglio crederti."

Cercò di essere di compagnia, ma si sentiva a disagio in quel momento. Bobby era adorabile e lui iniziava a nutrire dei dubbi. 

"Nervoso perché siamo soli in casa mia?", si erano appena accoccolati sul divano davanti alla tv. 

"No."

"Sicuro?"

"Forse, solo un po'.", ammise preoccupato di farlo sentire in colpa per qualcosa che non aveva fatto. 

"Non c'è motivo di essere ansiosi.", lo strinse di più: "Siamo solo io e te, e io non ti farei mai nulla di poco piacevole. Puoi rilassarti Stiles. Questo è il posto in cui passeremo il calore se tu vorrai e ho bisogno di sapere che ti senti a casa tua."

"Non è per il posto Bobby. Io sto pensando al calore in questi giorni e a volte ho una sensazione di panico imminente. Scusa, non dovrei dirti una cosa simile."

Bobby gli prese il viso per guardarlo negli occhi: "Se non te la senti di passarlo insieme, possiamo rimandare. Abbiamo fatto le cose un po' di corsa e forse dovremmo prendere tempo per tutto il resto." 

Si rilassò sul petto dell'uomo. Aveva le risposte che cercava da lui, ma non gli bastavano.

"Bobby, io credo di aver sbagliato tutto.", le lacrime iniziarono a rigargli il viso.

Bobby lo strinse con più forza, consapevole di ciò che Stiles stava per dire.

"Non voglio legarmi con te."

Non seppè quanto tempo avesse passato a piangere tra le braccia dell'uomo, sapeva solo che l'altro non l'odiava, era solo terribilmente preoccupato per lui. 

 

 

Da quella sera Stiles non volle sapere più nulla di alpha e di legame.

Era arrivato ad una settimana dal calore da solo. 

I suoi amici erano presi dall'organizzazione della cerimonia legale che si teneva in municipio prima del calore e lui dopo un primo momento di sofferenza aveva messo su il sorriso.

Fingeva che tutto andasse bene per non rovinare la festa a nessuno. Stava anche aiutando le coppie con il trasloco nelle loro nuove case.

Oramai aveva messo in conto che sarebbe rimasto solo, ma ciò lo faceva sentire più forte e pronto a diventare adulto, anche senza un alpha accanto.

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

Pronti per il linciaggio al tre, due, uno...

Ok, niente più Bobby, forse...

Piaciuto il capitolo? 

Come vi sembra l'idea dei cuccioli di licantropi? Tutta colpa di un video omegaverse su YouTube. 

Scusate se ci metto un po' di più per aggiornare, ma sto pubblicando una cosa un tantino rossa e erotica Steterek contemporaneamente a questa. 

Ditemi cosa ne pensate. 

Baci. 

   
 
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