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Autore: strayheart00    16/08/2015    2 recensioni
Quando, in una normale giornata di luglio, Logan Stuart si era svegliato non credeva che di lì a poche ore sarebbe diventato amico di Sam Ferrari. Non si aspettava nemmeno che nel corso dei mesi avrebbe perso la testa per lei fino a consegnarle il suo cuore. E di certo non poteva mai sospettare che quella ragazza gli avrebbe cambiato totalmente la vita, facendo crollare ogni sua certezza. Peccato che nella vita niente va come ci si aspetta e il destino ha sempre in serbo qualcosa. Così Logan si ritroverà coinvolta in una storia che lo porterà a toccare il cielo con un dito per poi fallo sprofondare nel gelo dell'inferno.
*Tratto da uno dei capitoli:*
«Vieni qui e guardiamo il sole sorgere brontolo. La nostra notte folle è finita» detto questo venne di nuovo a sedersi accanto a me e insieme guardammo il sole svegliare la città che non dorme mai. E insieme al sole si svegliò anche qualcosa dentro me.
Che fosse il mio cuore?
Sam Ferrari mi era entrata dentro più di quanto mi piaceva ammettere.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Badboy vs Goodgirl '
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L'ora di pranzo era una vera e propria discesa negli inferi. Gruppi di ragazzi si accalcavano in una fila chilometrica per prendere del cibo che sicuramente non era commestibile. Io e Tom, dopo aver preso il nostro vassoio con dentro della poltiglia che le signore della mensa cercavano di far passare per polpettone, ci dirigemmo verso l'ultimo tavolo della mensa, lontani da tutti e tutto. Matt e Ashley erano già seduti a chiacchierare, cosa molto sconvolgente dato che passavano quasi tutto il loro tempo a limonare. «Quale immenso onore ci concedete oggi?» dissi alla coppietta appena mi sedetti di fronte a loro «Volevo sapere come hai fatto a scoparti Sam Ferrari» rispose Ashley mentre si allontanava da Matt e iniziava a mangiare «Cosa vuoi che ti dica? Il mio fascino colpisce tutti» Matt e Tom mi fecero gli occhi dolci e quel coglione di Matt mi disse anche «Fammi tua Logan» tutti scoppiammo a ridere senza ritegno perché Matt era davvero un idiota «Solo se facciamo una cosa a tre con Ashley» il mio caro amico mi tirò addosso il tappo della bottiglia e mi disse «In che modo vuoi morire?» Tom ci bloccò facendo da arbitro come sempre «La questione principale da discutere oggi è un’altra» Ashley annuì «Tom ha ragione. Devi raccontarci di te e Ferrari» le chiesi «Che sai?» si spostò i capelli su una spalla e mi guardò seria «Dopo l'ora di matematica vi hanno visto entrare nel bagno dei maschi. Quando siete usciti avevate tutti i vestiti stropicciati e i capelli in disordine» non credevo alla sue parole, certo che gli adolescenti saranno sempre persone molto fantasiose «Tutto questo solo perché abbiamo parlato nell'ora di matematica?» Matt che fino a quel momento se ne era strafregato mi chiese «Raccontaci tutto! Vogliamo i dettagli» quella situazione era davvero assurda «Il professore di matematica ci ha messo vicini e abbiamo iniziato a parlare. Durante il cambio dell'ora mi ha seguito fin davanti al bagno dei maschi dove mi ha detto che era ora di uscire allo scoperto e che non le importava dei pettegolezzi che si sarebbero diffusi visto che le piace essere mia amica. Non me la sono scopata» Tom sbuffò insieme a Matt mentre Ashley rideva divertita. «Mi è appena crollato un mito!» disse Matt e io gli alzai il dito medio esclamando «va a farti fottere». Per il resto del pranzo parlammo delle solite cose, a Brooklyn il giorno prima aveva aperto un nuovo negozio di tatoo e Matt voleva andare a vedere di che fossero capaci. La conversazione cessò di botto quando Babyken mi si parò davanti «Dobbiamo parlare» spostai lo sguardo da lui al vassoio con dentro ancora del cibo «Finisco di mangiare» si fece più vicino «No adesso» lasciai cadere la forchetta e mi alzai in maniera brusca «Allora muovi il culo perché se suona la campanella e io non ho finito di mangiare per colpa tua ti uccido» non lo guardai nemmeno in faccia e a grandi passi uscì nel cortile che a quell'ora era vuoto «Sta lontano da Sam» la voce di babyken alle mie spalle mi fece girare verso di lui, aveva lo sguardo duro e i pugni stretti lungo i fianchi «Abbiamo solo parlato» mi lanciò uno sguardo di puro odio «Prova a sfiorarla una sola volta e ti distruggo. Lei è troppo per te» scoppiai a ridere fino ad aver male alle guancia «Siete tutti ridicoli. Senti ho capito ma adesso me ne torno dentro perché ho fame» mi incamminai verso la porta della mensa quando lui mi urlò dietro «Ehy! Non abbiamo finito» mi ero rotto le palle così mi girai un ultima volta e gli dissi «Senti non mi interessa Sam, abbiamo semplicemente parlato! E se ti preoccupi così tanto che la tua fidanzata ti possa tradire con il primo che passa devi parlare con lei. Idiota» infuriato entrai in mensa proprio quando la campanella segnava la fine da pausa. Quella giornata era una continua rottura di cogliono che mi avrebbe fatto impazzire. Attraversai la mensa e vidi Matt che mi aspettava appoggiato alla porta «Muovi il culo, non voglio fare tardi» gli dissi, lui mi guardò e un sorrisetto irritante gli si dipinse sul volto «Devi iniziare a prendere tranquillanti» mi disse e io lo guardai truce facendolo sorridere ancora di più. Per le restanti ore fui intrattabile, rispondevo male a chiunque mi parlasse e avevo voglia di uccidere chiunque mi guardasse. Quando l'ultima campanella segnò la fine di quella giornata mi avviai con calma fuori, anche se in quel periodo dell'anno il cortile si svuotava sempre molto velocemente, non volevo rischiare di finire tra la calca degli studenti. Infatti quando uscì non c'era quasi più nessuno, solo poche persone che si scambiavano appuntamenti o aspettavano i genitori. Andai verso il parcheggio dove la mia amata moto mi aspettava quando la mia attenzione si spostò su una scena che stava avendo luogo poco lontano da dove mi trovavo io. Sam e babyken stavano litigando e ci andavano giù pesante. A un certo punto Cameron la mandò a quel paese e salito in macchina partì come un razzo. Sam si guardò attorno per vedere se qualcuno avesse assistito alla scenata e mi vide. La salutai con la mano e lei rise. «Problemi in paradiso brontolo?» si avvicinò a me e io mi appoggiai alla moto «Cam si è arrabbiato per le voci di corridoio» volevo dirle che anch'io mi ero arrabbiato per quelle voci ma non lo feci «A quanto pare agli studenti di questa scuola non manca la fantasia» lei sbuffò «sono una banda di pettegoli» non potei che essere d'accordo con lei «forse hanno fondato un club, qualcosa come "pettegolezzi a go go!" o roba del genere. La sera si incontrano nella segrete della scuola e complottano subdoli piani per mettere in cattiva luce quante più persone possibili» lei scoppiò a ridere «Nemmeno fossimo in un thriller di Dan Brown» feci una smorfia «Ho visto solo i film. Quei dannati libri sembrano non finire mai» Sam si portò una mano al cuore «Logan! Ma il classico badboy deve leggere!» la guardai e sorrisi «Ho detto che non ho mai letto Dan Brown, no che non ho mai letto un libro» mi chiese «Qual è il tuo libro preferito?» feci finta di pensarci su «Orgoglio e Pregiudizio» Sam mi guardò come se mi fosse spuntato un terzo occhio proprio al centro della fronte «Non ci credo» sorrisi della sua sorpresa «Perché mai?» lei alzò la voce «Perché è il mio libro preferito! Sono sicura che non lo hai mai letto!» alzai le spalle fingendomi indifferente «È una verità universalmente riconosciuta che uno scapolo provvisto di un ingente patrimonio debba essere in cerca di moglie» recitai a memoria i primi righi del libro della Austen e a quel punto Sam sembrava stesse per svenire «Ok. Mi sono appena innamorata» mi avvicino a lei «Mi dispiace ma non ho una rendita di 10.000 sterline l'anno» mi guardò triste «Allora abbiamo un problema» tutti e due ridemmo. Ormai nel parcheggio eravamo solo noi due così le chiesi se volesse un passaggio per tornare a casa e lei mi sorrise «In verità ho voglia di una cioccolata calda» salì sulla moto e le passai un casco «Allora salta su e reggiti forte. Oggi ti porto a mangiare la miglior cioccolata calda di tutta New York» Sam non se lo fece ripetere due volte, salì dietro di me e ci muovemmo veloci per le strade della City. Ci fermammo in un piccolo bar di Manhattan e seduti ad un tavolo accanto alla grande vetrata ordinammo due cioccolate calde con panna e marshmallow. Sam si guardava intorno curiosa, in effetti era un locale un po’ strano. Le pareti erano di un colore azzurro molto forte che faceva a pugni con il pavimento giallo e i tavoli marroni, non c'erano sedie ma poltrone rosse incredibilmente comode. Alle pareti erano appesi quadri che raffiguravano diversi paesi del mondo, il mio preferito era quello che ritraeva un paesino sperduto dell'Italia. Sam fisso il suo sguardo proprio su quel quadro e mi disse «Sarebbe bello vivere lì, in pace e tranquillità» annui «Un giorno ci andrò» voltai la testa al quadro e entrambi lo fissammo «Mi porterai con te?» guardai Sam, i suoi occhi azzurri e profondi, quel sorriso a fior di labbra e non potei che dire «Certo! Ma per l'affitto faremmo a metà» la cameriera arrivò con le nostre ordinazioni e dopo che se ne andò dissi a Sam «assaggia» lei lo fece e mi guardò grata «È la miglior cioccolata del mondo! Avevi ragione» sorrisi alla sua affermazione «Devi sapere che io ho sempre ragione brontolo». Finimmo le nostre cioccolate ridendo e commentato i vari pettegolezzi che giravano su noi due, che erano davvero assurdi. «Non hai litigato con Babyken solo per le voci, vero?» le chiesi una volta usciti dal bar «Gli ho raccontato che eravamo amici già da un po’ e lui si è incazzato, ma, dannazione, non mi aspettavo che ti venisse a minacciare! Non avrei mai voluto farti entrare in questo casino» mi fermai in mezzo la strada e la costrinsi a guardarmi negli occhi «Senti mettiamo in chiaro due cose. La prima è che il giorno in qui quel coglione del tuo fidanzato oserà toccarmi tu ti ritroverai vedova. La seconda è che non mi hai ficcato in nessuno casino, io ho voluto farlo» prima che potessi dire altro mi abbracciò e io automaticamente la strinsi tra le mie braccia. Un unico pensiero mi ruota nella testa: il suo corpo si stringeva al mio perfettamente, come se fossimo due pezzi di un puzzle che finalmente combaciavano alla perfezione. Abbracciare Sam era da qualche mese a questa parte la cosa più bella al mondo per me e quando si staccò da me avrei voluto stringerla di nuovo, ma era una cosa ridicola. Le arrivò un messaggio e dopo aver risposto mi chiese «puoi accompagnarmi a casa?» sbuffai «Se proprio devo». Correvamo di muovo per le strade e quando arrivammo davanti casa sua parcheggiai «Abiti qui?» le alzò gli occhi al cielo «Cambi mai repertorio?» sorrisi «Negativo brontolo» lei scese dalla moto e si avviò al grande cancello «Vuoi entrare?» scossi la testa «Per quanto mi piacerebbe rivedere tua madre devo andare da Charlotte, ieri le avevo detto che sarei passato» mi salutò con la mano «Ci vediamo domani e salutami Charlotte» ricambiai «Buonanotte brontolina» mi lanciò uno sguardo divertito «Buonanotte Logan» ed entro in casa. Ripartito con la moto lasciai la mente vagare libera e prima ancora che potessi battere ciglio mi ritrovai davanti casa di Charlotte, il mio corpo alcune volte funzionava meglio dell’unico neurone che avevo in testa.
   
 
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